Arrendersi All’Evidenza. Siamo d’Accordo che la Mascherina Serve? Ah No?

15 Luglio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Arrendersi All’Evidenza – cui siamo sempre grati – offre alla nostra attenzione queste riflessioni lucide e spassionate sull’oggetto simbolo dei nostri giorni, il cui uso inculcato a furia di terrore nelle menti, anche apparentemente acute, sembra non volerci abbandonare. Consiglio agli utenti: quando incontrate qualcuno per strada con la museruola, tutto solo, con 38 gradi all’ombra, guardatelo fisso e cominciate a ridere…buona lettura.

§§§

 

ALMENO SULLA MASCHERINA SIAMO TUTTI D’ACCORDO CHE SERVE?  ANCHE NO…    

Intuitivamente chiunque è portato a ritenere protettivo l’uso della mascherina che copra bocca e naso.

Meno immediato è interrogarsi sull’esito dell’eventuale infezione contratta pur indossando il dispositivo.

La vera questione è che è più importante sapere quante vite vengono salvate piuttosto che quante infezioni evitate.
Molti pensano che è ovvio che se ci sono meno infezioni ci saranno meno morti: ma è proprio così?

L’enfasi “respiratoria” collegata alla pandemia fin dal suo primo affacciarsi nelle nostre vite, ha per suo simbolo la mascherina. Scrivo enfasi respiratoria perché in realtà i problemi da Covid-19 che impattano sull’apparato respiratorio sono secondari, cioè indiretti, conseguenti a un processo che origina altrove.

Anche in questo caso è utile riprendere un po’ in mano il razionale di scelte che sembrano ovvie e scontate. L’uomo uno strumento più efficace di quello che ci mettiamo sul volto ce l’ha già di natura, che ci ha fornito un ottimo ed efficace sistema di filtrazione dell’aria; in molti casi le mascherine facciali possono solo diminuirne le prestazioni. L’uso delle mascherine non ha mai assolutamente arrestato la diffusione della pandemia e il virus (date le sue dimensioni) può entrare e uscire attraverso questi dispositivi, spesso utilizzati anche in modo non corretto. L’utilizzo della mascherina il più delle volte è assurdo nel contesto (gente sola in auto, al parco o in spiaggia) ed è fonte di disturbi (ipercapnia sotto sforzo, irritazioni cutanee, fastidio all’orecchio, presenza di sporco trattenuto, umidità e calore che fanno proliferare i batteri).

La mascherina rappresenta soprattutto un simbolo e un messaggio… Dovrebbe essere semplicemente un filtro, capace di trattenere qualcosa di pericoloso che altrimenti arriverebbe, indesiderato, nel nostro apparato respiratorio. Se si trattasse del pulviscolo durante un lavoro in cantina o in soffitta, passi; per impedire di inalare moscerini ha senso; ovvero, serve in presenza di situazioni molto particolari, concentrate, temporanee.

Non ha senso viverci tutto il giorno, indipendentemente dalla qualità dei materiali e dalle loro sigle.

La nostra miglior “mascherina” è il vortice topografico attraverso il quale entra l’aria dalle narici incontrando i peli e le mucose sulle pareti per intrappolare quel che è meglio che non arrivi agli alveoli.

La mascherina attenua il vortice inspiratorio che anche i virus devono attraversare per inoltrarsi lungo l’apparato respiratorio. Sarebbe come mettere una mascherina davanti ad un aspirapolvere: se ne depotenzia l’azione. I cluster virionici rallentati non vengono spinti a spiaccicarsi sulle mucose dove il muco è lì apposta per trattenerli.

Per quanto riguarda i virus, la mascherina serve minimamente allo scopo e se il virus passa (il Covid-19 non è un problema dettato da un afflusso virale nell’apparato respiratorio, ma causato da un’infiammazione secondaria dannosa per le vie respiratorie) la sua letalità è inferiore allo 0,1%, salvo in casi trattati male e già molto compromessi.

La mascherina facciale inoltre costringe a respirare in modo anomalo, per ore e ore. Arriva meno ossigeno ai polmoni, respirando la propria aria espirata. Può succedere di fare più fatica, magari di cadere…  E ci si respirano tutti i batteri cresciuti su un materiale inumidito, che si tocca spesso e si sporca; il tutto grazie a questo “aiuto” improprio, inopportuno, improvvisato e non adeguato.

Senza dimenticare che l’inespressività del volto toglie molto alle relazioni che aiutano il benessere e la salute psicofisica: pensiamo soprattutto al crescere dei bambini mascherati tra adulti mascherati.

COMPARAZIONE TRA LA RESPIRAZIONE CON E SENZA MASCHERINA

Vengono confrontati: -l’efficacia nel catturare virioni e batteri -l’efficacia nell’espellere i virioni -il rischio personale -il rischio per gli altri l’-interruzione della continuità operativa fisiologica – il dispendio di energia necessario (da valutare nell’ottica di organismi compromessi).

FILTRAZIONE DELL’ARIA

NATURALE SENZA MASCHERINA

FILTRAZIONE DELL’ARIA

CON LA MASCHERINA

Efficacia nel catturare virioni e batteri

Massima capacità di trattenere le sostanze pericolose nel muco

Minor capacità di trattenere e aumento del nebulizzato di virioni a minor velocità del vortice

Efficacia nell’espellere virioni

Azione positiva di tosse e starnuti; distruzione tramite apparato digerente

Limitato effetto della tosse o degli starnuti

Ristagno virale di ritorno (reinfezione)

Rischio personale

Piccole quantità di virus e batteri possono raggiungere i polmoni

Se malati: possibile reinfezione

Ipercapnia e ipossia (di più sotto sforzo)

Aumento della carica virale presente

La nebulizzazione rende inefficienti le mascherine

Minor quantità di virus/batteri catturati dal muco

Irritazioni cutanee e della bocca

Rischio per gli altri

Gran parte di virus e batteri catturati

Se malati: spargimento carica

Rischio di cariche virali più alte

Se malati: minor spargimento carica

Mascherina luogo di crescita di batteri

Caratteristiche del respiro

Regolazione ottimale del flusso d’aria

Rapporto ottimale 02/C02

Flusso d’aria ridotto

Peggiorato rapporto 02/C02

Consumo energetico respiratorio

Ottimale

Dispendioso

In neretto le caratteristiche negative. Per evitare un problema, ne sono stati creati una dozzina.

Il rischio tra l’altro ha un nome preciso: Effetto Foegen.

Il Dr. Zacharias Fögen condusse nel 2020 un esperimento nello Stato del Kansas per stabilire se l’utilizzo della mascherina ha o non ha un effetto nel ridurre il numero di decessi da Covid-19.  Per la valutazione sono stati presi in esame i dati demografici delle contee, il numero di casi, gli obblighi esistenti all’utilizzo di mascherine. Sorprendentemente le contee del Kansas con un maggior numero di decessi sono quelle in cui le Autorità avevano stabilito l’obbligo dell’uso delle mascherine. All’epoca non c’erano ancora i vaccini: l’eccesso di mortalità che fu riscontrato era tutto da attribuire al Covid-19.

Il cosiddetto effetto Foegen è esattamente la teoria proposta per spiegare queste evidenze: una profonda ri-inalazione di goccioline respiratorie ipercondensate o di virioni imprigionati nella mascherina, in grado di costituire un fattore peggiorativo per la prognosi e che potrebbe essere collegato anche ad effetti a lungo termine del Covid-19.  Chi indossa la mascherina “respira nel proprio respiro” e il respirarsi addosso le proprie goccioline virioniche, imprigionate nella mascherina in cui le si tossisce, inalandole ipercondensate e da breve distanza.

La mascherina agisce negativamente durante l’inspirazione, ma soprattutto nel verso opposto perché: -rende più difficile l’espulsione dei virioni virali e li trattiene disponibili a un reingresso;  -rappresenta un buon terreno di coltura, come una Petri ben calda dell’aria espirata e priva di tutte quelle cellule del sistema immunitario che nelle mucose avrebbero portato virus e batteri a ben altra sorte; -contribuisce a una generale riduzione della velocità di circolazione dell’aria che porta a un più probabile concentrarsi di virus e batteri nei polmoni; -provoca l’appannamento degli occhiali e quindi una visione meno efficiente, con tutti i rischi del caso; infine -aerosolizza più a lungo i virioni, che invece di essere espulsi restano disponibili per la successiva inspirazione

L’unico modo di evitare contagi è che chi è malato se ne stia a casa, questo sì.

Un mondo sanificato e mascherato non è un mondo più sano e sicuro e soprattutto non è il mondo per il quale è stato creato il nostro apparato respiratorio e il nostro sistema immunitario.

Aiutiamo quelli, se proprio è necessario (chissà perché nessuno dice di farlo).

Durante l’effetto Foegen i virioni, a causa del loro minuscolo diametro (inferiore alle maglie della mascherina), inspirando si propagano più profondamente nell’albero respiratorio e possono arrivare agli alveoli (così possono provocare polmonite invece della bronchite). La presenza di virioni negli alveoli è dannosa anche perché di lì possono raggiungere il circolo sanguigno, cosa che sarebbe loro assai più difficile attraverso l’epitelio bronchiale.

L’effetto Foegen concorre all’aumento della carica virale presente, perché i virioni, che normalmente sarebbero rimossi dall’albero respiratorio, vengono riproposti dal concentrato che si forma sulla mascherina: la riproduzione dei virus è esponenziale, mentre la mascherina ne abbatte il numero in modo lineare. Pian piano la mascherina diventa più un fattore di aggiunta che non di diminuzione dei virioni inalati (trasmissione di un aerosol di virus invece delle goccioline di virus che rischieremmo di ricevere senza la mascherina).

Nella letteratura scientifica questo duplice effetto è già stato dimostrato collegato alla ricaduta dopo le infezioni da rinovirus. Cambia qualcosa con le mascherine di qualità maggiore, come le FFP2 o le FFP3 che hanno un maggior effetto barriera e capacità di filtro per le goccioline?  No: provocano un effetto Foegen ancora più marcato dal momento che il numero di virioni che incamerano e pertanto viene reinalato risulta aumentato, mentre l’espirato è ridotto. Soprattutto nei bambini l’effetto Foegen potrebbe comportare conseguenze a lungo termine legati al Covid-19, come ad esempio fenomeni (auto)immunitari in molti organi.

Ancora uno spunto: chi in ospedale ci finisce per una qualunque grave patologia respiratoria che necessita di ventilazione, è normalmente munito di una mascherina ad ossigeno. Posto che si tratta di mascherine per ventilazione e non di mascherine facciali, come quelle utilizzate da tutti noi in questi mesi, tuttavia anche in quell’ambito è stato osservato che chi riceve l’ossigeno tramite cannule nasali ha una mortalità inferiore rispetto a chi indossa una mascherina simile alle facciali. Si è notato che i caschi ventilati sono migliori, in termini di decorso, delle mascherine a ossigeno: ulteriori tracce di effetto Foegen. Uno studio pubblicato sulla rivista Jama dimostra che questo supporto respiratorio non invasivo riduce la necessità di ricorrere all’intubazione quando è indispensabile l’ossigenoterapia ad alti flussi.

Nella prima fase della pandemia abbiamo purtroppo assistito anche alla morte di numerosi sanitari, specialmente tra gli addetti ai pronto-soccorso del nord-Italia, prodigandosi nelle cure ai malati di Covid-19. Come lavoravano? Per molte ore a ridosso dei malati indossando mascherine facciali, essendo essi stessi probabilmente già contagiati: un accumulo letale di virioni, probabilmente con effetto Foegen (c’è uno studio di Chughtai et al. che dimostra tale accumulo).

Insistere su mascherine e quarte dosi per tutti, a prescindere, più che di scienza è indice di ideologia.

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14 commenti

  • roth ha detto:

    roth ha commentato due volte reagendo alla stupidità si Sherden ,ma è stato censurato . Se anche questa risposta sarà censurata chiudo il link con SC

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      L’ironia è gustosa, ma può essere fraintesa.
      Nell’introduzione all’articolo il Dr. Tosatti ha fatto una battuta, evidentemente condividendo il senso delle informazioni.
      Poi, figurato o reale che sia, il calcio nel sedere può starci, sempre restando nella capacità di ascoltare le ragioni altrui.
      La mascherina protegge dallo sputacchio altrui? Sì.
      Impedisce di venire contagiati? No.
      Non lo può fare anche utilizzando al meglio il dispositivo, mentre la gran parte delle persone non riuscirà a farlo sempre (teoria e pratica sono raramente sovrapponibili).
      In più, utilizzando il dispositivo a sproposito, non solo non serve, ma fa male. E se sei contagiato ti fa ancora più male.
      In un certo senso c’è poco da ridere. E’ una cosa seria.
      E c’è poco da scalciare… Meglio usare la testa e non solo per indossarci sopra una mascherina più o meno correttamente.

      • Marco Tosatti ha detto:

        Mi chiedo se i vari presunti scalcianti – consiglio loro di non provarci con il mite sottoscritto – sanno che siamo ormai in pratica l’unico Paese occidentale con la museruola? Eh sì, quando vedo gente che cammina da sola, cioè senza nessuno nel giro di qualche metro con la pezzuola su naso e bocca mi viene da ridere. Per non piangere.

        • ex : ha detto:

          Nelle ultime settimane ho notato in chiesa, durante la Messa domenicale, che parecchi fedeli – finalmente – non indossano più la mascherina. Ma purtroppo la maggioranza ancora la indossa. Sono convinto che quelli che la indossano ancora, in questo periodo di caldo infernale il cui picco si è avuto la settimana scorsa, ormai non se la toglieranno mai più: potranno togliersi pantaloni e mutande, ma la mascherina NO! Ormai è un elemento insostituibile del capo di vestiario (infatti molti si mettono delle mascherine “firmate” – per modo di dire – per essere più “chic”, con disegni e ricami, col simbolo della squadra del cuore, ecc.); se potessero probabilmente se la farebbero tatuare.

          E pensiamo a quante persone sofferenti alle vie respiratorie e ad altre patologie l’uso della mascherina presumibilmente ha costituito il “colpo di grazia” per farle finire là dove neanche il covid ci sarebbe riuscito…
          Alle persone sane certamente hanno procurato sofferenze e forse qualche malanno, figuriamoci ai deboli e affetti da patologie varie…

  • unaopinione ha detto:

    Ho trovato questo (da me tradotto dal tedesco, non letterale):
    “Sento spesso ripetere una frase:
    i bambini si abituano velocemente a portare la mascherina.
    E al riguardo posso solo dire: è vero!
    I bambini si abituano a tutto,
    poiché questa é la loro strategia per la sopravvivenza …
    un processo di adattamento di importanza vitale.
    I bambini si adattano alla indifferenza,
    i bambini si adattano ai contatti senza amore,
    i bambini si adattano alle ingiustizie,
    i bambini si adattano alla mortificazione verbale,
    i bambini si adattano alla violenza psicologica,
    i bamini si adattano alla violenza fisica,
    i bambini si adattano alla violenza sessuale …
    e questo perché non hanno altra scelta.”
    Heidi Müller – Teraupeta familiare (Familientheraupetin)
    La mia domanda é: e chi ha la possibilitá di non portarla, quale violenza lo induce a portare liberamente la mascherina?

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      La gestione della pandemia è stata violenta:

      -negazione delle cure possibili
      -procurato allarme
      -strategia della tensione (le bare di Bergamo)
      -colpevolizzazione ed esclusione (fobia del non vaccinato)
      -marchio “razziale” ai diversi (mentre si impone la diversità)
      -impedimento di essere visitati dai propri cari
      -impedimento di recarsi al lavoro pur sani e tamponati
      -imposizioni che gridano vendetta in ogni altro contesto

      A questa violenza ci siamo talmente assuefatti da considerarla normale. Ce ne siamo rivestiti. E’ diventata un’uniforme. Poveri noi…

    • ex : ha detto:

      Una violenza psichica.

  • Mimmo ha detto:

    Se fossero tutte vere le obiezioni all’uso delle mascherine FFP2 contenute nell’ articolo, il loro uso ad esempio nelle sale chirurgiche sarebbe solo una sceneggiata.

    • arrendersi all'evidenza ha detto:

      Nelle sale chirurgiche si taglia, quindi non c’è una mucosa a fare da filtro, ma è esposta la carne viva…
      La mascherina serve a proteggere l’operato prima di chi sta operando.
      In ogni caso è una situazione contingente, speciale, limitata nello spazio e nel tempo. Non è un viverci tutto il giorno.
      L’assurdo è di vedere un anziano con il deambulatore, tutto solo, che avanza a fatica sul marciapiede assolato respirando a fatica attraverso una mascherina.
      Non è la “sala chirurgica”, è la strada dove abita.

      • Veronica Cireneo ha detto:

        Ancora non hanno capito la differenza tra il sopruso e gli strumenti da lavoro.

        Neanche il contadino va in giro con la zappa giorno e notte.

        E anche se lo facesse, perché dovrebbe imitarlo ad esempio un impiegato?

        Guardi, non c’è speranza.

        Anzi speranza c’è.
        Ma sarebbe meglio che non ci fosse

  • roth ha detto:

    ecco, spero però che lei non incontri me con a mascherina, e non osi mettersi a ridermi in faccia , se non vuole prendere un bel calcio nel c….
    La sua è demenziale istigazione alla violenza.
    Mi domando come Tosatti possa pubblicarla .

    • Sherden ha detto:

      Mi domando come uno possa indossare una mascherina, all’aperto, da solo e con 38° all’ombra. Mi sembra demenziale istigazione alla stupidità.
      Tosatti, pubblichi pure, sono scene umoristiche.

    • ex : ha detto:

      In effetti ha ragione. Più che ridere in faccia sarebbe il caso di chiamare il Pronto Soccorso per un ricovero urgente nel reparto Alienati furiosi. Il problema è: chi si fida ormai più del SSN?