Kwasniewski. La Rimozione dei Tabernacoli e la De-Sacrificalizzazione della Messa.

5 Giugno 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, grazie al generoso lavoro di traduzione di Vincenzo Fedele siamo in grado di offrirvi questo articolo del prof. Peter Kwasniewski, apparso su One Peter Five, che ben conoscete e che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura.

§§§

 

 

La rimozione dei tabernacoli e la desacrificalizzazione della Messa

 

Perché il tabernacolo è stato rimosso dall’altare maggiore o tenuto lontano dal centro di tante chiese negli ultimi cinquant’anni?

Ci sono molte ragioni che si possono addurre per questo decentramento di nostro Signore Gesù Cristo nel miracolo della sua costante Presenza Eucaristica in mezzo a noi, comprese le capziose ragioni accademiche che hanno spinto le devastazioni ampiamente lamentate del periodo postconciliare. Ma può darsi che sia stata all’opera anche una dinamica più sottile e, purtroppo, molte volte lo è ancora.

Come illustrato in questo mio articolo di un mese fa, “La natura sacrificale della Messa nell’Usus Antiquior “, il rito romano classico custodisce ed esprime nel modo più perfetto la realtà che la Messa è essenzialmente il Sacrificio del Calvario che si rende presente in mezzo a noi, l’immolazione del Figlio di Dio che ha operato la nostra salvezza con la sua morte d’amore sulla Croce e in essa non cessa mai di avvolgerci lungo i secoli.

L’espressione di questa dimensione sacrificale non è che nel Novus Ordo sia solo smorzata, in gran parte è proprio assente.  Nella messa in volgare celebrata solitamente versus populum, con l’assenza della seconda Preghiera Eucaristica, si riesce ad esprimere, in modo forte e inequivocabile, con quanto c’è nel testo o nella cerimonia, il Sacrificio della Croce? Nel rito romano tradizionale, l’Offertorio prefigura luminosamente questo stesso sacrificio, stabilendo chiaramente la retta intenzione del sacerdote; il Canone Romano è permeato dal linguaggio dell’oblazione e del sacrificio; le consacrazioni alle quali l’offertorio ci prepara, con le loro doppie genuflessione e le elevazioni gloriose in mezzo a un oceano di silenzio, evocano acutamente l’innalzamento del Figlio dell’uomo sul Golgota (Gv 3,14; Gv 12,32). Al contrario, si potrebbe dire che il Novus Ordo (anche se celebrato al meglio) sottolinea la presenza di Cristo in mezzo a noi, ma non il suo sacrificio.[1]

La differenza nella catechesi

Da questa diversità di fenomenologia consegue una differenza nella catechesi.

Quando si insegna ai bambini cosa succede a Messa, si dice qualcosa di simile a quanto segue, che viene fornito in confezioni diverse a seconda dei diversi livelli di età:

“Gesù morendo sulla croce ha offerto la sua vita a Dio, affinché i nostri peccati potessero essere mondati nel suo prezioso Sangue. Gesù ha voluto darci la possibilità di essere proprio lì, in modo che i nostri  peccati possano essere mondati e noi potremo essere uno con Lui. Così ci ha dato la Messa. Il sacerdote all’altare prende pane e vino, come fece Gesù nell’Ultima Cena, e, per la potenza di Dio, trasforma queste cose nel corpo e sangue di Gesù e le eleva in alto, come Gesù fu innalzato in alto sulla Croce. Dio gioisce di questo dono perfetto di suo Figlio e, nel suo amore per Lui e per noi che gli apparteniamo, ci fa accogliere in comunione il corpo e il sangue di Gesù. Questo ci rende completamente uno con Gesù per quanto possiamo esserlo in questa vita; il Padre si compiace di noi come si compiace del Figlio suo; e siamo preparati per il cielo, quando toccherà a noi offrire la nostra stessa vita a Dio, con Gesù, nel momento della nostra morte.”

Certo, si può trovare un modo migliore per dirlo, ma su questa linea, o qualcosa del genere, si avvierà una conversazione. 

Eppure quello che mi ha davvero colpito anni fa nel lavorare con i miei figli è stata la poca catechesi, relativamente parlando, necessaria per poter percepire il significato dei gesti del sacerdote durante la Messa tradizionale, e la forza di quei gesti ci ricordano il significato che abbiamo appreso e lo rafforzano continuamente , imprimendolo nella memoria. Una volta che sai un po’ cosa fece Gesù durante l’Ultima Cena e il Venerdì Santo, le azioni e le preghiere ti colpiscono praticamente in testa con una catena di misteri: mediazione, redenzione, espiazione, soddisfazione, adorazione. Basta poco per essere attrezzati per percepire la Messa tradizionale come un sacrificio tremendo che unisce la terra al cielo, il peccatore al Salvatore, l’altare alla croce.

Al contrario, ho scoperto che i bambini non vedevano facilmente le stesse connessioni alle messe del Novus Ordo a cui partecipavamo. Le connessioni non erano così evidenti. Questa Messa sembrava un rituale vagamente correlato alla vecchia Messa ma piuttosto diverso nel suo scopo: più concentrato sulla gente, fra molte chiacchiere, che si concludeva con la ricezione della Comunione. Quello che più di tutto risultava nascosto ai sensi era che questa liturgia è un sacrificio. Sembra una manipolazione di pane e vino su una tavola, un pasto a imitazione dell’Ultima Cena. Quello che ho capito, con mio dispiacere, è che dovevo affermare, senza molti supporti in termini di prove a sostegno, che il Novus Ordo era davvero il Santo Sacrificio, anche se non sembrava tale e non avesse la meravigliosa serie di testi e cerimonie che sottolineano il carattere sacrificale dell’azione.

Mi dava fastidio allora, e mi dà fastidio ancora adesso. 

È come se il rito fosse stato disegnato da qualcuno che ha voluto che non fosse facile percepire, per la forza combinata di un catechismo semplice  e di una complessa liturgia, che la Messa è la riproposizione incruenta del sanguinoso sacrificio di Nostro Signore sul Calvario. Nell’ambito del Novus Ordo occorre un catechismo complesso  da affiancare a una liturgia semplice, perché altrimenti la verità rimane sconosciuta. 

Visto che la liturgia non la incarna e non la proclama allo stesso modo, dobbiamo dedicare più tempo a spiegare, affermare e incrociare le dita affinchè il fragile fideismo non ceda il passo alle devastazioni dell’oblio, della noia o dell’eresia.

Allora perché i tabernacoli furono spostati?

Ora una teoria sullo spostamento del tabernacolo.

Il miracolo travolgente della presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento conservato nel Tabernacolo pone, se ci pensate, una sfida alla Messa. Pur con le umane limitazioni si comprende che c’è un sola modalità con cui la Messa potrebbe essere, o fare, qualcosa di più grande di quel miracolo – l’unico modo in cui sarebbe eliminata qualsiasi confusione di diversi “ordini” di simbolismo : è se la liturgia avesse i mezzi per mostrare lo stesso Sacrificio che consente la presenza permanente della divina Vittima all’interno del tabernacolo. La Messa deve essere vista e sentita come superiore rispetto al Tabernacolo, affinché non ci sia confusione tra i due ordini: Sacrificio e Presenza.

Che questo sia il caso della Messa tradizionale davanti al Tabernacolo non ho dubbi; anche nelle chiese europee con enormi tabernacoli dorati ornati di eccessive decorazioni, l’antica Messa regge il confronto, attirando a sé tutti gli occhi e tutti i cuori mentre il miracolo accade, rimanendo la padrona totale dell’edificio, dell’altare e degli arredi. È chiaro che quella è la ragione di tutto il resto, e il suo sincero spirito di preghiera, con braccia invisibili distese e alzate, riunisce tutto in un’unica offerta di lode.

Al contrario, un Tabernacolo ha quello che è sufficiente per sopraffare il Novus Ordo, che è, per molti aspetti, sottile e fragile, a malapena in grado di reggere il confronto in una magnifica chiesa o su uno splendido altare maggiore. Il Sacrificio è fenomenologicamente oscurato dalla Presenza (sia quella conservata nel Tabernacolo sia quella che si renderà visibile sulla mensa). 

Perciò, per una sorta di istinto di compensazione, “il Tabernacolo deve essere spostato!”: va rimosso, decentrato, nascosto, perché una liturgia timida possa mostrare una propria forza comunicativa. La liturgia non deve avere impedimenti, non deve essere messa in  simbolica competizione o collocata in un contesto più ampio, altrimenti svanirà e rimarrà in secondo piano. Deve rivendicare quanto più spazio possibile per se stessa ed eliminare tutte le vestigia di un mondo massificato e pesante.

Questo ha ancora senso nell’epidemia postconciliare di devastazioni ecclesiastiche e mostruosità artistiche? 

Non solo il tabernacolo deve andare via, ma deve sparire anche l’altare maggiore, e forse il crocifisso o le vetrate o il pulpito sopraelevato o la balaustra della comunione, ecc. ecc. Forse è necessario demolire tutto e sostituirlo con una scatola grigia e vuota che non abbia curve simmetriche e sia senza alcun ornamento. 

Alla fine, contro quella sterile sceneggiata, le linee pulite, efficienti e succinte del Novus Ordo risuoneranno con chiarezza metallica. E le persone che hanno ancora a cuore le “devozioni” antiquate potrebbero trovare il Sacramento appartato dietro o di lato da qualche parte, come se ci si trovasse in un normale Time-out.

La necessità di ripetere quello che non è evidente

Perché, fin dalla riforma liturgica, c’è stato un così grande bisogno che i pastori della Chiesa sottolineassero la verità – mai contestata dal Concilio di Trento – che la Messa è davvero e veramente un sacrificio ? 

Perché è necessario un tale flusso di documenti papali e curiali, la maggior parte dei quali vengono ignorati? 

Perché le statistiche peggiorano sempre di più?

Se quanto accade nella Messa Novus Ordo avesse di più la sembianza di un sacrificio, se esprimesse la realtà sacrificale in modo sensato e comprensibile, non ci sarebbe bisogno di infinite riaffermazioni e chiarimenti. 

La dottrina che la Messa è un vero e proprio sacrificio è stata insegnata de fide dal Concilio di Trento e ogni sua negazione è stata anatemizzata. La Messa di San Pio V incarna perfettamente quella dottrina tridentina. Finché la Messa rimane fedele al principio fondamentale della sacramentalità, cioè che qualcosa deve significare ciò che si fa e fare ciò che significa, si saprà fare ciò che realmente si fa con un significato manifesto e inequivocabile.

Ecco perché Ratzinger ha potuto osservare questo collegamento con Trento nelle battaglie liturgiche:

“ Solo su questo sfondo dell’effettiva negazione dell’autorità di Trento si può comprendere l’amarezza della lotta contro il permesso di celebrare la Messa secondo il Messale del 1962 a seguito della riforma liturgica. La possibilità di questa celebrazione costituisce la contraddizione più forte e quindi (per loro) più intollerabile secondo l’opinione di coloro che ritengono che la fede nell’Eucaristia formulata da Trento abbia perso validità.” [2]

La battaglia in salita della catechesi

Abbiamo visto i sondaggi a riprova della perdita della fede tra i cattolici nella presenza reale e sostanziale di Nostro Signore in quello che un tempo veniva chiamato da tutti “il Santissimo Sacramento dell’Altare”. Quello che sarebbe estremamente interessante vedere è un sondaggio che, dopo aver identificato i cattolici alla moda e i cattolici tradizionali con alcune abili domande, procedesse a chiedere a ciascun gruppo: “Credi che la Messa sia un vero sacrificio – quello di Cristo sulla Croce?” 

Non è difficile immaginare i risultati: il primo gruppo direbbe per lo più di no (infatti non pochi potrebbero rimanere sorpresi o scioccati dalla domanda stessa, che potrebbe introdurre un concetto che non hanno mai sentito), mentre quelli del secondo gruppo direbbero per lo più di sì. Le loro risposte rispecchierebbero perfettamente la loro esperienza della liturgia.

Se qualcuno dice che la differenza è che i frequentatori della Messa tradizionale sono meglio catechizzati rispetto al gruppo progressista, ciò spinge solo la domanda più in profondità. 

Perché coloro che sono più catechizzati frequentano così spesso l’usus antiquior ? Perché effettuano questa scelta (quando hanno la possibilità di una scelta)? Oppure perché i fedeli che la frequentano sono più inclini a perseguire la propria formazione e a offrire un’autentica formazione catechistica ai propri figli?

Non si può indicare una catechesi più o meno adeguata senza indicare un reale collegamento empirico tra il livello della catechesi e il tipo di liturgia frequentato. 

La causalità scorre in entrambe le direzioni. L’assioma classico lex orandi, lex credendi ci dice non solo che il modo in cui preghiamo modella il modo in cui crediamo, ma anche che ciò in cui crediamo modellerà il modo in cui preghiamo e anche le scelte che facciamo su dove e come preghiamo come cattolici.[3]

Sebbene la sua opera sia la glorificazione di Dio e la santificazione dell’uomo, la liturgia è sempre stata un potente catechizzatore. 

Con la Messa riformata mancano le catechesi simboliche e testuali al cuore della vita cattolica. 

Sebbene la ripetizione sia sempre necessaria per l’apprendimento umano, c’è una grande differenza tra la ripetizione che funziona, perché funziona mnemonicamente, e la ripetizione che indica il fallimento di qualcosa che effettivamente “rimane appiccicaticcio”. Catechisti, predicatori, genitori, devono continuare a ripetere che “la Messa è un sacrificio” proprio perché il Novus Ordo ha molto poco che lo suggerisca anche lontanamente. Cercare di convincere le persone di qualcosa che non riescono a intravedere con i propri sensi è, per non dire altro, una battaglia in salita.

Ci rallegriamo, ancora e ancora, di essere gli indegni eredi di un così straordinario tesoro liturgico come il tradizionale rito romano della Messa, che esprime, conferma ed esalta in modo bello, riverente e inequivocabile i santi misteri della fede cattolica.

[1] Gli artefici della riforma liturgica erano talmente innamorati dell’ecumenismo da ammettere che stavano cercando di riformulare il rito romano in un modo accettabile per i protestanti. I protestanti conservatori erano fin troppo felici di concedere una “presenza” di Cristo nella Messa, ma parlare di sacrificio era per loro un anatema (se così si può dire). Su questo, vedi Michael Davies, La nuova messa di Papa Paolo (Angelus Press, 2009).

[2] Joseph Ratzinger, Opere complete: Teologia della liturgia (Ignazio, 2008), 544.

[3] È stato detto che una tale discrepanza sarebbe semplicemente il risultato di un’autoselezione: poiché i cattolici più colti, più devoti e più antiquati scelgono la Messa usus antiquior, le loro risposte saranno distorte a favore della dottrina tradizionale . 

Ma questa non è solo una riaffermazione del punto stesso di cui stiamo discutendo? 

Se coloro che credono a ciò che la Chiesa insegna e desiderano adorare secondo questo credo, cercano l’ usus antiquior, spesso facendo grandi sacrifici per raggiungerlo, o se ne gioiscono quando lo scoprono inaspettatamente, questo non significa una massiccia mancanza nel culto principale della Chiesa e una possente perfezione nella forma classica? Né si può prendere sul serio l’idea che il problema sia la mancata attuazione delle “vere intenzioni” del Concilio o di Paolo VI. Per più di cinquant’anni, il 90% o più delle celebrazioni del Novus Ordo è stato fatto in uno spirito di rottura e discontinuità con il passato cattolico, ma quasi nulla è stato fatto per correggere lo status quo. 

Ciò indica una tacita accettazione del nesso tra la nuova liturgia e la rottura con la tradizione ecclesiastica, che ora è diventata una politica esplicita sotto la Traditionis Custodes e l’arcivescovo Roche. In ogni caso, basta leggere quanto dissero i membri del Consilium e lo stesso Paolo VI per sapere che non avevano alcuna intenzione di operare in continuità con l’eredità tridentina.

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167 commenti

  • Rolando ha detto:

    Leggo sbalordito, oggi festa della Santissima Trinità:
    “LA TRINITÀ STESSA RESTA INCOMPIUTA FINO A QUANDO IL FIGLIO NON RISORGE CON IL SUO CORPO E ASCENDE NEL CIELO DI DIO. IN QUESTA “ATTESA” DELLA RISURREZIONE DEI CORPI”. (VINCENZO PAGLIA, L’età da inventare, La vecchiaia fra memoria ed eternità, Piemme 2021 pag 177).
    Nella pagina precedente, Infatti, aveva scritto di “RISURREZIONE DELLA CARNE NON DI IMMORTALITÀ DELL’ANIMA E NEPPURE DI UNO STATO DI CONSERVAZIONE ENERGETICA E LUMINOSA DELLO SPIRITO E DELLA MATERIA”.
    Parole del Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
    Scusate la citazione di cotanta MENTE.
    Quanto a me: GUARDA E PASSA, NON TI CURAR DI LOR.

  • Rolando ha detto:

    Io ho deciso di farmi cremare, e moglie e figli hanno pietosamente controfirmato, sulla base di questa sublime formula di benedizione dopo che il celebrante ha versato l’incenso sulle brace vive del turibolo:
    AB ILLO BENEDICARIS IN CUIUS HONOREM CREMABERIS. AMEN.

  • Daouda ha detto:

    Kwasniewski evidentemente non può essere contraddetto ed il tradizionalista deviante non può ammettere che la sua mera ideologia sul tabernacolo all’altar maggiore è solo una proiezione mondana dei suoi proprI convincimenti

    • Rolando ha detto:

      … “è solo una proiezione mondana”… E, aggiungerei, del tutto gratuita secondo gli usi, anche peccaminosi, degli umani, visto che per loro il “peccato” è il solo vero delitto/devianza di orientamenti!.

  • Il Matto ha detto:

    Per ROLANDO.

    Una perla per i campanilisti cattolici.

    MORS ETENIM NATURA,
    NON POENA EST
    CUI CONTIGIT NASCI
    INSTAT ET MORI.
    La morte è natura,
    non castigo. Chi ha avuto
    in sorte di nascere,
    deve anche morire.

    HIC MEAS DEPOSUI
    CURAS OMNESQUE LABORES
    SIDERA NON TIMEO HIC NEC
    NIMBOS NEC MARE SAEVOM.
    Qui ho deposto ansie
    ed ogni fatica
    Qui non temo più le stelle,
    le tempeste ed il mare crudele.

    DESINE JAM FLERE,
    POENAM NON SENTIO MORTIS
    POENA FUIT VITA,
    REQUIES MIHI MORTE PARATA EST.
    Smetti ormai di piangere,
    non sento alcun dolore nella morte
    Fu dolore la vita,
    con la morte mi è stata data la quiete.

    CORPUS HABET TERRA
    ET PALLIDA MEMBRA 5ED ILLINC
    EXIT AETHERIUS SPIRITUS
    ASTRA PETENS
    La terra custodisce il corpo
    con le sue pallide membra
    ma di lì è uscito lo spirito eterno,
    diretto alle stelle.

    MENS VIDET ASTRA,
    QUIES TUMULI COMPLECTITUR ARTUS.
    CALCAVIT TRISTES SANCTA
    FIDES TENEBRAS.
    La mente vede le stelle,
    la quiete del sepolcro sommerge il corpo.
    La santa fede calpestò
    le cupe tenebre.

    TOLLERE MORS VITAM
    POTUIT, POST MORTEM
    SUPERSTES FAMA VICET.
    La morte potè togliere la vita,
    ma dopo la morte
    durerà la fama.

    OMNIA MUTANTUR, NIHIL INTERIT
    Tutto muta, nulla perisce.

    (OVIDIO, Metamorph., XV, 165.)

    • Rolando ha detto:

      Grazie. Finché ci sono io non c’è la morte e quando c’è la morte non ci sono più io. (Epitteto)
      Tuttavia, vista la “mia” avventura fin da zigote, cui contigit nasci instat et mori, in realtà c’ero prima e ci sarò dopo. Il “come” è tutto nella Natura in cui, per cui, con cui da sempre sono per “olam” (tempo non misurabile).

      • Stilobate ha detto:

        Più che Epitteto è l’Epicuro dell’epistola a Meneceo (125,5): Τὸ φρικωδέστατον οὖν τῶν κακῶν ὁ θάνατος οὐθὲν πρὸς ἡμᾶς, ἐπειδήπερ ὅταν μὲν ἡμεῖς ὦμεν, ὁ θάνατος οὐ πάρεστιν, ὅταν δὲ ὁ θάνατος παρῇ, τόθ᾽ ἡμεῖς οὐκ ἐσμέν, “Il più tremendo dei mali dunque, la morte, non è nulla per noi, poiché quando ci siamo noi non c’è la morte, e quando c’è la morte non ci siamo più noi”. *** Buttato là, così, è un argomento formalistico capace di esercitare enorme appeal sui nichilisti di ogni tempo, specialmente sugli odierni. Ma forse Epicuro intende dirci altro o, pur non intendendolo, altro può, suo malgrado, dirci. *** Ad ogni modo concordo con Rolando: è una questione di “modalità” dell’esistenza; anche se il nichilista di turno riferirebbe “modalità” alla mera dimensione naturale, se non materiale e non a quella coscienziale e spirituale, e qui dovremmo aprire un ampio dibattito. *** Contentiamoci di interrogare la frase di Epicuro e di lasciare che provi a interrogarci: è suscettibile di sviluppi inaspettati. Tutt’altro che nichilistici.

        • Rolando ha detto:

          Grazie caro Stilobate per la puntualizzazione riportata nel bel greco. Concordo in pieno con te per quello che ho compreso.
          Anche perché ” finché ci sono io non c’è la morte ” mi suona in aperta contraddizione con il bel e più scientificamente esatto CUI CONTIGIT NASCI INSTAT ET MORI.
          E poi Platone, se non erro perché i neuroni del mio vecchio cervello son troppo carichi di roba, che scrive: chi mi dice che la vita non sia la morte e la morte non sia la vita?
          E poi il fatto che io zigote, prima cellula di me a doppia elica con Y paterno accoppiato con X materno nel 23mo cromosoma ( in realtà tra il settimo e l’ottavo) , il più piccolo che solo sul trentesimo giorno più o meno mi determinerà come maschio perché fino a questo punto siamo tutti zigote, morula, blastocisti…. cioe iniziamo tutti femmina….
          E poi un arricchirsi continuo dalla Natura di atomi, atomi, atomi… praticamente senza tempo e che ad ogni lustro più o meno cambiamo completamente…. E nessuno di essi va smarrito, cioè non si annichila. Oh… che roba si intravede!
          Spinoza, lo dice lui stesso, meditando sul sacro materialismo del Levitico, cominciò a dubitare profondamente….
          E perché “Dio” non può essere questo Mistero sempre diverso e sempre lo stesso. Oh povera mente umana a perdersi nel “quia” parallelo a quello del gran Padre Dante per noi nati in geografia cristiana! Oh, che amarezza oggi emanano i cristiani!

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Di due cose può star certo: che dopo la morte ci sarà ancora, e che si troverà in un luogo di verità.

        • Rolando ha detto:

          Caro Forum Coscienza Maschile, “in un posto di verità” quale? Quella di un aldilà diverso dalla Dottrina di Verità cristiana dell’aldiqua o nella verità dell’inferno dell’aldilà come torcia infuocata di energia perenne? Siamo onesti e sinceri, col ricatto di Paure fantastiche fatte per addomesticare e schiavizzare moralmente nelle scelte umane non ci può essere alcun Amor di Dio e men che meno se c’è di mezzo l’antropoegoismo di vivere quanto Dio.
          Smettiamola con le balle della Verità in tasca all’uomo fallace che osa appropriarsi e spiegare quella di un Dio. Quanto a me, e per quello che vale, ho già diverse assicurazioni umane: quella di un cardinale martire, quella di un arcivescovo creato dal papa validamente eletto Benedetto XVI, quella di una santa missionaria, quella di una suora clarissa di clausura e quella di un altro cardinale che è tra gli eleggibili! Uomini come me, che non sputano nel piatto dove mangiano. UNICUIQUE SUUM NON PRAEVALEBUNT.
          Grazie comunque a tutti ed anche a Forum Coscienza Maschile. Sarò nella verità come tutti semplicemente perché come tutti in questa verità siamo da sempre per NEKESSITAS plautiana (Autontimerumonos)

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            Caro ROLANDO,
            per lei forse non farà testo ma una santa suora, semplicissima, canonizzata da san Giovanni Paolo II, testimonia nel suo Diario intimo un grande atto di amore di Dio, il quale – per la salvezza delle anime! – permise alla santa in questione, santa Faustina Kowalska, di dare un’occhiata al “piano di sotto”, con l’unico scopo di darne testimonianza.

            Anche solo da battezzati, credo i tanto dimenticati Novissimi ci riguardino da molto vicino e benchè lo stralcio di Diario che trascrivo sia decontestualizzato – il che penalizza il messaggio di Misericordia!, non certo di misericordismo – trovo necessario, ogni tanto, diffonderlo per opportune riflessioni.

            “Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno. E’ un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benchè sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile…….Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità.
            Scrivo questo per ordine di Dio affinchè nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è…Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno”….

            Non si tratta di aver paura, di “paure fantastiche fatte per addomesticare e schiavizzare moralmente nelle scelte umane”. Si tratta di prendere coscienza di una realtà che esiste a prescindere da ciò che uno crede o vuole credere. Anche i santi pastorelli di Fatima hanno dato una testimonianza simile, meno dettagliata ma ugualmente significativa.

            Le “diverse assicurazioni umane…di un cardinale martire…di un arcivescovo creato dal papa validamente eletto Benedetto XVI…di una santa missionaria…di una suora clarissa di clausura…di un altro cardinale…tra gli eleggibili” spero allora concordino con le testimonianze dei santi, mediatori riconosciuti e canonizzati per le loro virtù, i quali mettono sempre in guardia sui pericoli insiti nel libero arbitrio.
            Se non concordano, non le hanno affatto voluto bene ma la hanno assecondata e compiaciuta, come fanno i vassalli con un re che temono e non amano.

            Un caro saluto.

          • Rolando ha detto:

            Carissimo Occhi Aperti.
            LE RIVELAZIONI PRIVATE ANCHE DEL PIÙ GRANDE DEI SANTI, NON COSTITUISCONO NÈ HANNO PARTE ALCUNA NEL DEPOSITUM FIDEI BASATO SULLA DIVINA RIVELAZIONE SCRITTA ED ORALE CHE SI È CHIUSA CON LA MORTE DELL’ULTIMO APOSTOLO MASCHIO.
            Le donne tacciano, sia in chiesa sia fuori della chiesa e in casa propria interroghino il marito sulle questioni di Credo e siano sempre IN TUTTO a lui sottomesse come la Chiesa a Cristo e Cristo al divin Padre.
            Fareste più bella figura, voi, a non tirar in ballo le donne. Donne Sostegno e Gloria d’Umanità!
            Anzi, ti dirò di più: tutte le visioni, presunte tali, anche se approvate dalla Chiesa, permesse e concesse dalla Madonna non scalfiscono minimamente la divina Rivelazione nel senso che neppure la Madonna è deputata dal Capo della Chiesa Gesù Cristo a spiegare la divina Rivelazione. Come buona, santissima donna Immacolata, DEVE tenere tutto nel suo cuore e come Mamma, donataci da Gesù, PUÒ SOLO condurci a Gesù per il mezzo del corpo di Cristo che è la Chiesa, sposa senza macchia dell’unico Redentore e Mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù il Cristo.
            Tutte, dico tutte, le presunte rivelazioni private di donne ed uomini altro non sono che rivelazioni private che una volta sbandierate e chiacchierate hanno il solo scopo di convincere gli altri per più accanitamente convincere se stessi di trovarsi in una speciale posizione di rapporto col soprannaturale.
            Cosa che Nessun umano può decretare, né vantare, pena l’empietà verso l’Ineffabile Iddio. Più dannose che positive quindi anche se la Chiesa approva perché NON HANNO PARTE NEL DEPOSITUM FIDEI. NON TENTERAI IL SIGNORE DIO TUO: possono benissimo tradire questo pericolo. Lo SPIRITO SANTO assiste il Papa e la CHIESA DOCENTE. E qui il Diavolo, come fa ad infiltrarsi? Forse che sfugge allo Spirito Santo? Ma quanto al resto…. piedi caprini o meno…..ci gongola!!!
            Anzi, proprio perché in ogni cuore si radica nascosto un certo qual Relativismo di fede, come magistralmente disse una volta Papa Benedetto XVI, durante il suo pontificato, ognuno sente la necessità di trovar appoggio e conforto nella fede dell’altro.
            Basta con questi ritornelli. A me basta Gesù e Questi Crocifisso.

          • Rolando ha detto:

            Quanto poi alle assicurazioni che mi hanno dato i soggetti nominati mi pare d’aver ben scritto: per quello che valgono!
            Non posso e non lo farò mai di ridere dentro il mio cuore!
            Equivale a mancare di sensibilità e tenerezza umani.
            Ma guarda che con il cardinale ho anche scherzato sull’età del corpo maschile risorto ed il relativo contratto che vorrei stipulare col Padre eteno prima di riprendermene uno nuovo di zecca ed in maniera volgare perché data la confidenza potevo permettermelo. Qui no!
            Buon riso fa buon sangue.

          • Rolando ha detto:

            Guarda bene Occhi Aperti che esiste anche una Santa che ha particolari visioni del corpo risorto e di come gli organi sessuali ella in tali visioni dell’aldilà li vede! DOCUMENTATI BENE BENE e proverai un certo…. sollievo!!!!
            NON È UNO SCHERZO, NÈ BALLA.

          • Rolando ha detto:

            OCCHI APERTI CARI,
            “Non si tratta di aver paura, di “paure fantastiche fatte per addomesticare e schiavizzare moralmente nelle scelte umane”. Si tratta di prendere coscienza di una realtà che esiste a prescindere da ciò che uno crede o vuole credere.”.
            DI UNA REALTÀ CHE ESISTE? Beati questi occhi che hanno visto la realtà di cotanta energia. Non sprecatela. Vedete, se gli occhi rimangono ancora aperti per poter far un buon investimento….. Se la Russia cristiana ci lascia a secco, questa realtà potrebbe scaldarci tutti, a basso prezzo e l’economia riprendere a gonfie vele. Mica si scherza: la realtà è realtà. Ah, dimenticavo: anch’io da bambino ho visto il diavolo tra le fiamme che voleva tirarmi dentro. Che orribile paura! L’ho visto davvero, ma nessuno ci crede. Un parroco della parrocchia del Vaticano, ora defunto, cui ho confidato la visione non ci ha creduto. Che rabbia! Ma neppure io che l’ho veramente visto, credo d’averlo realmente visto. Eppure mia mamma presente mi vide spaventato, mi chiese il perché e non ebbi il coraggio di farle vedere cotanta REALTÀ.

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            Caro Rolando,
            Non farà testo, ovviamente, manco san Juan de la Cruz ma leggendola mi sovveniva un suo “lascito”, che cito a memoria: “OGNI PASSIONE OTTUNDE IL GIUDIZIO”…

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            mai avrei detto che lo stralcio di Diario di una piccolissima suora SANTA, poteva produrre cotanta “roba”…di buona fede anticattolica…ha ha ha…donne SANTE voi sì che quando parlate fate “danno”…!!!

            EC: LA PASSIONE OTTUNDE IL GIUDIZIO…come appena “virilmente” dimostrato…;-)

          • Rolando ha detto:

            Caro OCCHI APERTI, non hai virilmente, a mio modo di pensare, dimostrato un bel niente!
            “OGNI PASSIONE OTTUNDE IL GIUDIZIO”…
            Sì! Secondo la TUA teologia morale che fa di “ogni passione” un male, un peccato! Sì, sì.
            Ma io preferisco la nobile Passione di Eschilo:
            “πάθει μάθος” (ΑΓΑΜΕΜΝΩΝ, 177)
            Non credo che una Via, Verità, Vita abbia spenta cotanta SAGGEZZA UMANA, che nessun teologo cristiano cattolico potrà mai liberamente raggiungere: PATENDO CONOSCERE, se prima non la raggiunge “VIRILMENTE” come umano.

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            Pensavo fosse chiaro ma, certo, uomo psichico e uomo pneumatico non parlano la stessa lingua: è lei, caro Rolando, che “virilmente” ha dimostrato quanto sia vero che la “passione ottunde il giudizio”…

            San Juan de la Cruz ringrazia!;-)

            Un cordiale saluto.

          • Rolando ha detto:

            Vuol dirmi , caro OCCHI APERTI, che lei non è investito della PASSIONE del Dio in cui crede ed ha fiducia, come umano razionale?
            E dove la mette la PASSIONE propria del vero cristiano cattolico: “CUPIO DISSOLVI ET ESSE CUM CHRISTO”?
            O mi nega con i Santi e con l’orientamento dei tabernacoli che questa citata dalla Rivelazione, non è, secondo la parola di Dio, per l’uomo di fede una PASSIONE umana?
            O è già divino lei? Nel qual caso, scusi la mia miserabile pochezza, non posso capirla. Con immensa cordialità!
            NIHIL DULCIUS CHRISTIANO QUAM CITO MORI, pronunciò San Cipriano martire prima di buttarsi nel fuoco e la sua PASSIONE spense perfino le fiamme del fuoco. Cos’è mai la Passione stando ad occhi aperti?!
            Preferisco il pensiero di Eschilo. È questione di scelta: SE quella umana è veramente una scelta incondizionata, libera.
            E la PASSIONE nelle sante mistiche quali effetti anche erotici produceva! Ma conviene non cadere nel volgare. Dio nessuno lo ha mai visto, ognuno è investito della propria PASSIONE: ECCE DEUS VENIENS ET DOMINABITUR MIHI.
            “Nisus ait: Dine hunc ardorem mentibus addunt, Euryale, an sua cuique DEUS fit DIRA CUPIDO?”.

        • Rolando ha detto:

          Due preti, miei Parroci, ho fortemente contestato per le loro assurde e terrificanti affermazioni pubbliche.
          Il primo. Il quale disse: Chi non ha Gesù, ha la morte nel cuore”. Dopo la ramanzina del mio compagno di liceo,pure lui, Vescovo e suo Ordinario, ha aggiustato il tiro: “Chi non ha Dio, ha la morte nel cuore”. Non era un tradizionalista, ma solo un po’confuso, come i più. E ci siamo ben capiti e diventati amici.
          Il secondo. Un fondamentalista e tradizionalista, il giono di una delle tante Pasque, rivestito dei più splendida pianeta d’oro: “Davanti a Dio o ci si inginocchia o si trema”. È ancora al suo posto perché nessun’altra comunità lo vuole. Però gliele ho sgnaccate in faccia: “il suo non è un dio d’amore! E non mi dica che io sono ateo, perché ho più fiducia di lei. Et nos credidimus charitati.”. E di gente cristiana se n’è allontanata moltissima. Praticamente se la dice e si risponde. Per farsi compagnia suona tutto il santo giorno le campane, suscitando le più ilari bestemmie popolane, In compenso, poiché le poste statali devono risparmiare, ha assunto in privato la Madonna postina di papale nomina.

          • Rolando ha detto:

            Aggiungo una perla. Parroco tradizionalista ed esibizionista dello splendore bellissimo del sacro, un ultimo dell’anno di qualche tempo fa, inginocchiato solo, rivestito dello splendore del piviale dorato, davanti all’Ostensorio contenente il SSmo Sacramento intona e canta: TE DEUM LAUDAMUS, TE DOMINUM CONFITEMUR. L’organo l’accompagna con un fracasso che subisca la voce. Nessuno, dico nessuno dei pochi presenti risponde il versetto alternante. Allora, visto che se la diceva e si rispondeva, con tutta la voce che avevo mi ci misi io. TE AETERNUM PATREM OMNIS TERRA VENERATUR.
            A termine cerimonia mi dice: ho sentito che c’era uno che rispondeva!
            Non potevo non cantare, mi trascinavano l’entusiasmo e la bellezza del testo e del gregoriano. Testo, che sicuramente non è stato scritto da Sant’Ambrogio, ma da un altro.
            Poi mi trascinava il ricordo indelebile di quella volta che lo sentii cantare in Sant’Ambrogio di Milano il giorno stesso della festa del Santo, presente il cardinale arcivescovo. Appena intonato, venne a mancare l’energia elettrica. Una scena di altri tempi. Incredibile, indimenticabile: chiesa e porticato gremiti . Dentro solo la luce delle molte candele accese. Al posto dell’organo un silenzio etereo fa da basso continuo alle sole voci umane che si alternano nel cantare i verstti della insuperabile bellezza della preghiera. IN TE DOMINE SPERAVI NON CONFUNDAR IN AETERNUM.
            BENEDICAMUS PATREM ecc. Ma anche nella Moschea di Damasco, postato accanto al cenotafio di San Giovanni Battista provai la stessa esperienza di sublime bellezza dei canti islamici. E i loro funerali, cui ho partecipato (la salma non è mai presente) son speranzosi come il Requiem di Mozart e nulla hanno da invidiare al nostro sublime IN PARADISUM DEDUCANT TE ANGELI… Che dire poi della Laus perennis dell’Athos o dei funerali di Cristo a Mahalula (venerdì santo) o quelli celebrati nel monastero di santa Caterina al Sinai. O le melodie al Budda di Giada, ecc.. ecc..
            E venuta la sera di ogni giorno, l’Ineffabile vide e si disse soddisfatto: BUONO E BELLO.

  • Il Matto ha detto:

    Per STILUMCURIALE EMERITO

    “Moderno” è tutto ciò che si presenta come mediatore del rapporto tra l’uomo e Dio.

    Perché un uomo si pone come mediatore per un altro uomo?

    E chi è il mediatore per il mediatore? Tu stesso affermi “con, ma anche senza, la guida di un Sacerdote”.

    I duemila e rotti anni della Chiesa son una minima appendice della storia umana, e quando nomini il XII secolo praticamente parli dell’altro ieri.

    Ribadisco: il Precetto divino è primordiale, e “primordio”, o “primo cominciamento” (il Fiat!) travalica ogni tempo NEL quale si organizzano i sistemi teologici da parte di uomini che si pongono come mediatori con la loro insopprimibile soggettività e si pongono come obiettivo di formare le menti, ove “formare” significa “limitare”, “costringere”, “imporre”.

    Ogni forma mentis è una prigione.

    Ribadisco ancora: il Precetto divino è diretto all’anima senza mediazioni, quindi: O ARRIVA O NON ARRIVA.

    E’ Dio che scocca la Freccia, ed essa vola libera fino al bersaglio che è il cuore dell’uomo. Perché dev’esserci qualcuno che l’agguanta a mezz’aria e pretende di rilanciarla appesantita dalle sue elucubrazioni?

    La Freccia di Dio non è una parola, un concetto, un pensiero, un’immagine, un teorema, un codice: no, la Freccia di Dio è uno Strale di Luce e qualsiasi intromissione umana ne è un’oscuramento, starei per dire una profanazione.

    I mediatori complicano enormemente la faccenda non solo perché sono condizionanti ma anche perché non di rado si contraddicono dando la stura a fazioni avverse (ciò che su questo blog è più che palese!).

    Se poi aggiungiamo il tema scottante delle traduzioni … la gabbia è bell’e pronta.

    • Daouda ha detto:

      Dovrebbe capire da sè che il suo discorso è serio e fondato come irrisorio e stupido, e non c’è dunque bisogno di spiegarsi.

      La cosa che mi perplime è perchè lei che non è cattolico vuole insegnare il cattolicesimo cristiano agli altri

      • Il Matto ha detto:

        “mi perplime”: delizioso!

        “cattolicesimo cristiano”: mi …perplime. 😃

        DAOUDA: tipo (tipa) davvero sui generis.

        • Daouda ha detto:

          Non tutti i nomi che finiscono in a sono femminili, ma poco importa.

          Lei sembra sovrappore i canali precipui con i mediatori tou court.

          Le ripeto: la gnosi è bella, interessante, da non demonizzare ma rimane un cammino meramente rigenerativo, naturale ed alla portata dell’umano

          • Il Matto ha detto:

            Mi dispiace, ma lei è fuori strada:

            “Questa gnosi, concessa per diretta trasmissione (dal Cristo), discese solo su pochi tra gli Apostoli, tramandata senza scrittura. Perciò questa gnosi ossia sapienza va conquistata con ascetico sforzo, per appropriarsi di un abito eterno ed inalterabile di contemplazione” (Clemente D’Alessandria, Stromata VI 7,61, 3).

          • Daouda ha detto:

            Come dire che pregare l’Unico Uno Tripersonale sia il medesimo che pregare Brahman od Allah.
            Come dire che la Theosis cristiana sia la divinizzazione od apoteosi dei gentili.
            Ora poi ognuno la può pensare come vuole tant’è che questa discussione sul tabernacolo ha svelato più le ideologie ed i preconcetti dei devianti tradizionalisti.

          • Antonello Ulpiani ha detto:

            Nel suo ‘Caos Triperuno’ san Teofilo Folengo afferma a chiare lettere che l’Apoteosi è cugina di Mitra e nipote di Zoroastro. Di avviso contrario don Luigi Pulci, secondo cui Apoteosi è nipote di Margutte e cugina di Pachamama.

          • Rolando ha detto:

            H. Charles Puech, che di gnosi è senz’altro il massimo studioso, ha espresso al proposito un pensiero che cito a memoria: a pensarci troppo non si sa più se in quei secoli gli uomini della cosiddetta gnosi, conoscenza, scambiassero la realtà con l’illusione o le loro illusioni per realtà.

          • Rolando ha detto:

            La gnosi dei secoli attorno all’inizio dell’era volgare ha coinvolto anche il commentatore cattolico del Pescher ad Abacuc di Qunram (1QpAb) scoperto come tutti sanno di recente.
            In questa spiegazione a noi pervenuta, nella colonna IV versetto 17 Vincenzo Lopasso legge testualmente:
            FORSE TU NON SEI DALL’ANTICHITÀ? YHWH IL MIO EL, IL MIO QODESH [separato/santo], NON MORIREMO YHWH.
            Il riferimento al versetto 7 del salmo 82 è esplicito nel testo e l’autore esseno non solo vuole insinuare che non è vero che gli ELOHIM e l’EL YHWH come tutti i suoi compagni muoiono come gli uomini, come sta chiaramente scritto nel v. 7
            EPPURE COME UOMO MORIRETE…
            ma gnosticamente influenzato si augura di non morire con YHWH come asserisce con sbalorditiva chiarezza letterale il salmo “ispirato” dallo Spirito Santo per i cristiani cattolici ed ortodossi.
            Ho per correttezza riportato prima la traduzione del Pescher che ne fa uno studioso O.F.M.
            Adesso riporto quella del Moraldi che porta una divergenza assoluta del frammento 1QpAb con Abacuc 12 del testo biblico masoretico vocalizzato. E data il frammento del II-I sec. a.C. Eccola:
            “NON SEI TU FORSE DA TEMPO IMMISURABILE YHWH IL MIO EL, IL MIO QODESH[=separato/santo]? TU NON MORIRAI YHWH”.
            È qui la differenza che concilia perfettamente col v.7 del Salmo 82: VOI ELOHIM MORIRETE COME UOMO.
            Direi che nel pensiero gnostico di quei secoli, in cui si fa più tormentosa ed incalzante, c’è più evidente quella incapacità umana di sempre che Kant giustificherà con l’iirrequieta incapacità della mente umana di concettualizzare una fine assoluta della vita personale.
            Ma le illusioni anche se nobilissime non soddisfano più di tanto, non calmano questa che resta la principale irrequietezza del pensiero umano.

          • Rolando ha detto:

            Antonello Ulpiani, leggo nel tuo intervento una bella battuta che si risolve nel fatto che un modo di pregare, una dottrina, una divinità, insomma una religione fagocita l’altra quando i rispettivi adepti sono sfiniti di combattersi o per inerzia, come magnificamente dimostra il dottore della Chiesa Sant’Eusebio di Cesarea nella sua Preparatio evangelica.

          • Daouda ha detto:

            Il problema degli gnostici è che credono e rompono a ddi de no.
            Da ora in poi per farci capire meglio dichiareremo i constatanti, piuttosto, i fedeli in Cristo per un semplice problema di vantaggi ed appuratezza, al livello più abecedario possibile.

            Io stesso credo, d’altronde. E se ci fossero stati più Ulpiani era meglio pure pé li consoli augusti romani.
            Chi siamo noi per demolire le illusioni, se quando accade la piovra avanza? Nessuno di noi ha provato il riposo del Signore, tanto meglio evitare di condensare idoli su tali fantasie.

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            Magnifico ora abbiamo il catechismo gnostico, propongo di cambiare il nome in Stilum Gnosis

          • Rolando ha detto:

            FORUM COSCIENZA MASCHILE

            9 Giugno 2022 alle 02:46
            Magnifico ora abbiamo il catechismo gnostico, propongo di cambiar…..
            NON C’È NIENTE DA CAMBIARE NE’ QUI IN QUESTO SITO NE’ TANTO MENO NEL DEPOSITUM FIDEI.
            Senza gnosi non esisterebbe il cristianesimo paolino, né quello giovanneo.
            Senza gnosi non ci sarebbero nemmeno i conoscitori ufficiali, I MEDIATORI INFALLIBILI, del pensiero e della volontà del Dio.

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            Caro FORUM C M,
            consapevole di essere Off Topic, più per via dei partecipanti alla discussione che considero in buona fede anticattolica – tutt’al più – che per l’argomento in sè, ho trovato interessante e coraggioso questo articolo postato dal buon Valli:

            https://www.aldomariavalli.it/2022/06/07/corsi-e-ricorsi-la-guerra-degli-occultisti/

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      “O arriva o non arriva” come il pallone in porta nelle partite di calcio. O è goal o non è goal. Il quasi goal non esiste.
      Poi se non è goal è un po’ tempo perso stare a domandarsi se il pallone è andato fuori o è stato respinto dal portiere o da un palo. Comunque l’intermediazione fa parte della vita umana dal concepimento alla morte. Tutta la nostra vita, la nostra formazione i nostri pensieri, atteggiamenti, comportamenti sono strettamente connessi e interdipendenti con quelli di altri. E’ inevitabile.

      • Il Matto ha detto:

        “Connessi e interdipendenti” è un conto.

        Messi sotto dagli “esperti” è un altro.

        Altro è essere connessi e interdipendenti stando ben diritti in piedi, e altro appecoronarsi davanti a chi dice cosa e come pensare e cosa e come fare.

        Converrai che è un discorsone che non finisce più.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Un commento insolito che mi ha fatto riflettere. Grazie.

      – il Precetto divino è primordiale, e “primordio”, o “primo cominciamento” (il Fiat!) travalica ogni tempo NEL quale si organizzano i sistemi teologici da parte di uomini che si pongono come mediatori con la loro insopprimibile soggettività e si pongono come obiettivo di formare le menti, ove “formare” significa “limitare”, “costringere”, “imporre”.
      – il Precetto divino è diretto all’anima senza mediazioni, quindi: O ARRIVA O NON ARRIVA.
      – E’ Dio che scocca la Freccia, ed essa vola libera fino al bersaglio che è il cuore dell’uomo. Perché dev’esserci qualcuno che l’agguanta a mezz’aria e pretende di rilanciarla appesantita dalle sue elucubrazioni?
      – La Freccia di Dio non è una parola, un concetto, un pensiero, un’immagine, un teorema, un codice: no, la Freccia di Dio è uno Strale di Luce e qualsiasi intromissione umana ne è un’oscuramento, starei per dire una profanazione.

      Sono molto interessanti queste sue affermazioni e vi troverei del vero (in realtà ne trovo) se non fosse che me la fanno immaginare in costume adamitico.
      Le piace la foglia di fico! Sta bene.
      E poi me la fanno immaginare a preferire il linguaggio del corpo per sprezzo dell’alfabeto. Ok.
      E mi immagino Eva non le garbi alquanto, essendole imposta a favore di una “interdipendenza” nemica della soggettività. Mmm.
      E poi immagino eviti ogni città per darsi alla macchia. Già.

      Se ne potrebbe evincere che lei è un uomo primordiale. Davvero anacronistico. E che detesta strutture, intermediari, condizionamenti, istituzioni, pappa pronta e gabbie dorate. Uno che vuole far da sè, insomma. Un self-made man. Che si affida alle proprie capacità. Che non ha bisogno di conferme nè di smentite e che rifugge da ogni forma di educazione (nella sua accezione strettamente etimologica), vista da lei come prigione. Si potrebbe dedurre anche che non possiede libri, inutili sovrastrutture con funzione di plagio; e che giri a piedi. Rigorosamente. Si ciberà, forse, di sole bacche e berrà acqua di fonte. Ma il discorso era sul piano spirituale, dimenticavo…

      Ad ogni modo, anche messi così, “nature”, tutto ciò non riuscirà a renderci liberi da noi stessi. Perchè il primo vero ostacolo a Dio siamo proprio noi. Non gli altri, non le strutture, NOI.
      Noi deviamo lo Strale di luce, diretto non solo al nostro cuore… egoriferiti e incapaci di prendere la mano di quei “mediatori” che spesso altro non sono che longa manus di Dio…Amore per noi. Pietà. Premura. Cammino di umiltà. Generosità di Dio. Salvezza!

      Un caro saluto.

      • Il Matto ha detto:

        Sì, dice bene, sono un uomo primordiale, e come tale … Matto.

        E le assicuro che vivere primordialmente in città è un’impresa eroica.

        Sui mediatori quale “longa manus di Dio” ci andrei molto, molto cauto. E’ un argomento di una delicatezza quasi inconcepibile. I mediatori si contano, specialmente oggi con le dita di mezza mano.

        “il primo vero ostacolo a Dio siamo proprio noi”, sì, ma in quel “noi” ci stanno pure i mediatori.

        Il Matto un “self-made man”? Lei non può avere la minima idea della disciplina che ci vuole per demolire la prigione della forma mentis ed arrivare a diventare Matti.

        Un cordiale saluto a lei.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Aspetti aspetti…non mi dica…abbiamo un nuovo messia della nuova religione fondamentalista ecumenica cattolica zen: a che poteva aspirare di più Stilum Curiae che le dà i natali?

          Siore e siori..ecco a voi…er Nippo sur trono..e sappiate che rivolgendovi a lui “non sapete di che parlate”…mai…”che non avete la minima idea”…mai…che solo er messiuccio fondamentalista ecumenico cattolico zen c’ha l’inoppugnabilità in tasca..e guai, ma dico guai a chi s’empiccia a ddì che la faccenda non è de lana caprina ma dritta assaie…

          Se vedemmu;-)

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            Se non ricordo male nella Genesi si parla di un tale che mangiò da un albero per essere come Dio.
            CHe farci è lo spirito del tempo, ma forse il Matto va anche oltre.
            Ha ragione, Stilum Curiae ha dato i natali a un nuovo messia, anche se più nello stile del “figlio di Sam”.

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            @FCM
            Presumo lo abbia fatto inconsapevolmente e potrebbe darsi che, dopo reiterate evidenze di tentativi sovversivi, SC suggerisca al “nascituro” di farsi un blog tutto suo…Ormai sarebbe il caso. E chissà se saremmo graditi ospiti con…rubrica personale inclusa;-). Lei scrive bene, Forum. I suoi articoli li leggerei molto volentieri su quel nuovo blog;-)! Ma qualcosa mi dice che sarebbe bannato…ha ha ha

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            “suggerisca al “nascituro” di farsi un blog tutto suo… Ormai sarebbe il caso”

            Sì, sarebbe proprio ora. Non dico per conservare la credibilità, ma almeno per rispetto dei prelati e altri autori di valore che scrivono qui.

            “E chissà se saremmo graditi ospiti con…rubrica personale inclusa;-). Lei scrive bene, Forum. I suoi articoli li leggerei molto volentieri su quel nuovo blog;-)! Ma qualcosa mi dice che sarebbe bannato…ha ha ha”

            La ringrazio, il Matto(ne) mi chiama inquisitore ma certamente sarei da lui medesimo messo al rogo e prima alla berlina, già cominciata qui con trollaggi e sberleffi vari.

          • OCCHI APERTI! ha detto:

            @FCM
            Ognuno, qui, spesso riceve “nomignoli” e “battezza” a sua volta. Fa parte del “gioco”, alcune volte divertente, altre ignobile. E, più recentemente, pure disgustoso…
            Quel che mi tange, è osservare notoria volontà di riscrivere le “regole” a proprio arbitrio. Di diffondere precetti personali spacciandoli per vere e proprie teofanie, soppiantando non solo Nostro Signore Gesù Cristo – e la Sua Chiesa – ma Sua Madre, i Suoi Santi e ogni punto scomodo a chi è incapace di abbassarsi un poco per valicare la porta stretta ed entrare nello “Ovile Santo”, come lo chiama – non a caso – la Vergine della Rivelazione. Ma non è “per tutti”. Nè da tutti.
            E tutto ciò avviene sulla sacra terra di Stilum. Le confesso che fu per me un vero shock quando misi piede nella “arena”, pochi mesi orsono. Non immaginavo un “dietro le quinte” simile!!!
            Ma poi vi ho pur scorto diversi valorosi combattenti (non solo uomini!) e, ammettiamolo, ‘sti “diversamente buoni” li ho trovati simpatici, alcuni talvolta profondi e perlomeno schietti, tutti – per me – catartici.
            Poi, certo, a leggere che BXVI è considerato un “esimio rappresentante di presuntuoso campanilismo cattolico” la simpatia passa e subentra il desiderio di pregare il Signore degli Eserciti ma tant’è…loglio e grano, grano e loglio…
            Rosario alla mano si va oltre ogni giudizio ultimo e, alla fine, che la chiamino “inquisitore”, mio caro Forum CM, è un complimento, non voluto, ma un complimento…
            Non possono mica riconoscerle il merito di apologeta! Lo bramano per se medesimi, suvvia, e, fondatori di nuove “religioni”, vagliano le loro nemesi attentamente…per dar sfoggio calcolato del loro ego. Nulla è lasciato al caso!

            Felice di non essere nell’equazione…;-)

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            Nessuna nuova religione, è la solita minestra riscaldata. Le eresie si ripetono identiche nella Storia e trovano seguito perché gli uomini dimenticano.
            Una volta on un negozio New Age (conosci il tuo nemico) mi imbattei in un libro: “Nuova Luce sui Vangeli”, in realtà la stessa brodaglia che ci propinano da almeno due secoli e che ora è approdata qui.
            Come ha argutamente detto, nulla è lasciato al caso secondo schemi ormai collaudati.

          • Rolando ha detto:

            La parola “eresia” al singolare ed al plurale ritorna nel greco delle opere di Filone alessandrino e lui stesso le usa nel suo preciso valore semantico quali SCUOLE DI PENSIERO una diversa dall’altra che si confrontano. Proprio come in uso presso la cultura ebraica. E non solo. Ciò vale anche per i cristianesimi, movimenti e scuole di pensiero attorno alla figura di Gesù. Infatti è scorretto parlare di “cristianesimo” come unico compatto movimento. La prova ce la fornisce proprio San Paolo quando elenca, nei suoi scritti, una serie di vangeli, cioè teorie e scuole su Gesù, compreso il “suo” [=di Paolo] di vangelo .
            E sappiamo cosa dice. Squalifica tutti gli altri vangeli, non avendo Gesù lasciato niente di scritto come, agli inizi del 200, scriverà Mani, rimproverandoglielo. E cosa fa Paolo? Porta di sana pianta l’esclusivismo religioso ebraico nel “suo” [=di Paolo] vangelo cristiano. Da qui l’ignobile valenza negativa che caratterizzerà la sede petrina di Roma nei confronti di tutte le scuole di pensiero su Gesù sparse per l’impero romano e con l’arma della scomunica e con quella del sangue per gli interessi propri e del Potere teodosiano protrae la sua pretesa di essere la sola unica scuola di Verità. Così Mosè si sdoppia e genera un nuovo nemico di pensiero, e non solo, per sé. Ma Gesù ebreo non c’entra per niente. Direi che dopo la croce, viene anche fatto a pezzi per le strade insanguinate della storia. E dove sta la verità in tutto questo se tutto questo è la verità?!

      • Il Matto ha detto:

        Scusi, dimenticavo:

        “preferire il linguaggio del corpo per sprezzo dell’alfabeto”.

        Bersaglio centrato!

        E’ il corpo che parla, non la lingua!

        Con l’alfabeto si monta un marasma di linguaggi (e non credo di doverglielo dimostrare).

        Come di dice: le chiacchiere stanno a zero. 😉

      • luca antonio ha detto:

        “Ad ogni modo, anche messi così, “nature”, tutto ciò non riuscirà a renderci liberi da noi stessi. Perchè il primo vero ostacolo a Dio siamo proprio noi. Non gli altri, non le strutture, NOI.Noi deviamo lo Strale di luce, diretto non solo al nostro cuore… egoriferiti e incapaci di prendere la mano di quei “mediatori” che spesso altro non sono che longa manus di Dio…Amore per noi. Pietà. Premura. Cammino di umiltà. Generosità di Dio. Salvezza!”
        Ben detto !.
        Preciso, eppure per diversi qui, in un sito cattolico !, inafferrabile concetto.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Inafferrabile concetto per chi parla il e pensa in…serpentese…;-)

          Una buona giornata, Luca Antonio!

          • Il Matto ha detto:

            😈

          • Rolando ha detto:

            Ricordo che il serpente di Genesi non è un animale ma una Divinità del Male/Peccato, come documenta Genesi un po’ più avanti parlando di Caino in procinto di vendetta.
            Ed il suggerimento di questa Divinità [Ra e/o Ras un ELOHIM pure ben documentato] ad Eva è pienamente confermato vero da ELOHIM YHWH stesso dicendo: ora che siete diventati come uno di noi ELOHIM, puzza via da questo giardino! Come il giardino di Alcinoo nell’Odissea!
            In parole povere: ora che vi siete resi autonomi, capaci di scegliere tra ciò che vi conviene e ciò che vi costa, arrangiatevi e via da qui. Non fatevi più ritorno. Mollatevele pur di sana pianta tra voi in nome mio o di Ra, ma via da me per sempre, perché per sempre ci sarà inimicizia tra la discendenza di questo Dio Ra e la vostra umana discendenza, la quale però riuscirà a schiacciare la testa a questa Divinità del Male/Peccato.
            Ed in Isaia in 45,7 YHWH dice che è Lui il PRINCIPIO ASSOLUTO creatore anche di questa Divinità del Male. Non solo Isaia, anche Amos. Se parliamo di una discendenza o seme divino, questo non è quello del seme maschile umano che feconda l’ovulo della donna, ma proprio quello di una Divinità, che tuttavia viene schiacciato dal seme dell’uomo per il fatto che gli conviene, proprio come ha appreso stando con le Divinità.
            L’AT degli ebrei non è un testo di Teologia e leggerlo in tal senso è professarsi di fatto bugiardi poeti. GESÙ stesso non l’ha mai letto in tal senso, altrimenti Mosè non gli si sarebbe affiancato sul Sinai. Ma poi arriva l’unto, il cristiano che dice: credo quia absurdum. Non sarà mica un delitto farci una riflessione e politicamente parlando da cattolici alla Andreotti, concludere che a pensar male si fa peccato, ma spesso si toglie il velo che nasconde la realtà. Cioè si sta con Dio Ra che a sua volta sarebbe frutto di un unico PRINCIPIO ASSOLUTO.

    • luca antonio ha detto:

      Bella perorazione, stimato Matto, notevole e a tratti convincente, se non fosse per il fatto che per qualsiasi religione trascendendale, che sia quindi deputata a “rilegare” il cielo con la terra, il collegamento con Dio, necessiti di un “mediatore”, della Grazia – che Lei capisce ed esprime con ” E’ Dio che scocca la Freccia, ed essa vola libera fino al bersaglio che è il cuore dell’uomo.” ; certo , ha ragione, ma solo nel senso di suscitare il DESIDERIO di Lui, arrivare alle stelle e’ cosa ben diversa.
      Abbiamo detto, e Lei ha approvato, che Tempio significa recinto, lo spazio vuoto che l’aruspice stabiliva in una sezione celeste in cui attendere, nel volo degli uccelli, la manifestazione di Dio; il vuoto interiore quindi come essenziale condizione per il manifestarsi della divinita’. Ecco, mi interrogo, se questo non sia la carenza di alcune pratiche meditative, cioe’ il considerare quel vuoto come punto di arrivo anziche’ come punto di partenza per il manifestarsi della Sua Parola. Cosi’ era ad Efeso, cosi’ era nei misteri Eleusini, uno svuotarsi di se’, ma per poi ACCOGLIERE la parola di Dio. Quindi se Dio non parla vana e’ la nostra pur santa dimenticanza di noi….e perche’ Dio che e’ indubitabilmente Amore dovrebbe parlare ?….sara’ perche’ da soli non arriviamo a soddisfare quel bruciante DESISERIO DI LUI che egli stesso ci ha messo nel cuore ?. Da qui i mediatori e il Mediatore Massimo, Nostro Signore Gesu’ Cristo. “Il reale e’ razionale e il razionale e’ reale ” , e “Nulla accade per caso, ma secondo ragione e necessita’” , e se le cose, in ogni dove, si sono sviluppate cosi’, con mediatori, sacerdoti , riti, santi e “separati ” e’ perche’ cosi doveva essere, ed io posso solo ringraziare.
      Un davvero caro saluto.

      • Il Matto ha detto:

        “Il reale è razionale e il razionale è reale ” .

        Ovvero: il reale è misurabile (dato che ratio significa misura) ed il misurabile è reale.

        Abbiam detto tutto?

        Ciò che non è misurabile non è reale?

        Dunque il cielo non è reale? Il vuoto non è reale?

        Ed il pensiero? Dov’è l’unità di misura del pensiero?

        Dunque il pensiero non è reale?

        Ma poi cos’è il “reale”?

        Fuori della ragione non c’è realtà?

        E la sovra-razionalità del Silenzio?

        Un saluto cordiale a lei.

        • luca antonio ha detto:

          Caro Matto, non facciamo confusione, il “reale” cui qui ci riferiamo non è misurabile con il metro, la frase di Heghel va inserita in un contesto dinamico e trova la sua valida applicazione nell’analisi storiche politiche e sociali; estesa ad altri ambiti, ad esempio il campo morale, non funziona. L’ho utilizzata , in questo caso, per rimarcare il fatto che storicamente le società si siano sempre date una struttura sociale che attribuiva la gestione del Sacro a determinate figure, voler fare e pensare diversamente si può ma occorre avere la consapevolezza che esiste una struttura delle cose e che un “libero pensiero” che ignori tale “razionalità” storico/politica/sociale è, a parer mio, destinato a fallire.

          • Rolando ha detto:

            Caro Luca Antonio, non sarei così dogmatico come la tua visione della storia fa pensare in questa tua affermazione:
            ” il fatto che storicamente le società si siano sempre date una struttura sociale che attribuiva la gestione del Sacro a determinate figure”.
            Ciò presuppone che una società, un gruppo sociale, abbia attribuito a determinate figure chiamate sacerdoti ( sacrum do ) un compito d’ordine, una funzione, un sacrum facere, cioè offrire il sacrificio. Intanto l’AT sembra proprio documentare il contrario. E ciò mi basta per provarti il contrario. Tuttavia una cosa è chiara: una politica teocratica determina tutto in base al Dio. Una politica laica determina tutto in base all’uomo ed alla sua dignità essenza della libertà e non la centinella questa libertà in base alla grazia santificante ed una superiore illuminazione mentale dovuta allo Spirito divino.
            Crizia nel suo frammento famoso fa presa sulla Paura del Dio non per ottenere una migliore giustizia, in confronto di quella relativista laica (come ben dimostra il mito di Palamede, donde palamèdeios cioè geniale, in cui la verità umana nelle cause giudiziarie viene creata dal più geniale avvocato), ma per smascherare l’ignoto colpevole con il mezzo spichico della stessa Paura del Dio in cui crede. Ma non ha alcuna proiezione teologica ultraterrena. E del resto questo è SEMPRE STATO IL METODO DELLA CHIESA CATTOLICA per imporsi politicamente hic et nunc. Insomma teologia politica e politica teologica. Perché dei due Poteri quello della Chiesa necessa di Principi stabili e permanenti non negoziabili. Il che è un assurdo escluso dalla realtà delle cose tutte che evolvono e di cui anche il processo mentale, fisico-neurale umano non va esente.
            Anche Dio nella mente dell’uomo evolve con l’uomo: piaccia o non piaccia. E non ci sono Scritti od Orali Tradizioni che resistino a questa realtà, perché l’unica realtà è che tutto cambia. Ed io penso: anche Dio. Che inferno essere semper et idem! Ecco perché Dio passeggia in Paradiso. È Lui questa verità e la vive da sempre come Tutto, in cui anche noi da sempre siamo.

        • Rolando ha detto:

          L’uomo è misura dei valori illusori che lui stesso stabilisce, come insegna il Protagora di illusi filosofi, metafisici e teologi, ma non della realtà delle cose tutte così come stanno nel millisecondo evolutivo e come di fatto evolvono.
          Anzi quel “cremàton” protagoriano sembra proprio corrisponda materialmente al metallo oro. Ma chi conosce la formazione dei suoi atomi, del nucleo degli stessi e degli elettroni? Su 43 gradi di misura della realtà così come ci appare, la sensibilità umana percepisce solo dall’undicesimo grado al trentanovesimo. Prima c’è l’immensamente piccolo,
          poi l’immensamente grande.
          E gli umani mangiano oro o pane? Mia nonna mi diceva: non si possono mangiare i soldi.

      • Rolando ha detto:

        Caro Luca Antonio,. Tu scrivi
        ” “Nulla accade per caso, ma secondo ragione e necessita’” , e se le cose, in ogni dove, si sono sviluppate cosi’, con mediatori, sacerdoti , riti, santi e “separati ” e’ perche’ cosi doveva essere, ed io posso solo ringraziare. ”
        Jacques Monod, Il Caso e la Necessità.
        In questo sito è un continuo osservare che le chiese si vanno svuotando sempre di più ed è vero. Ciò mi fa proprio pensare all’antico tempio che non era fatto per il devoto fedele perché vi entrasse per pregare ed ammirare il Dio, ma era l’abitazione della Divinità e nessuno poteva entrarci pena l’empietà. Il sacerdote stesso ufficiava e celebrava i sacrifici sull’altare anch’esso costruito fuori del tempio davanti alla sua entrata, ambedue le strutture rivolte ad est.
        Quindi il fedele non pregava in “chiesa” ma nella “natura” rivolto ai quattro cardini della Natura. E se, come scrivi, le cose si sono sviluppate così è chiaro segno che tutto evolve, mai è esattamente come prima. La Divinità stessa sembra scacciare gli empi dall’interno dell’abitazione sacra costruita da mano d’uomo affinché ritorni alla Natura, il luogo del gemito della preghiera nella entusiastica contemplazione del Tutto.
        Il MATTO ha la ragione di una più ampia e degna contemplazione nel suo misticismo.
        Leggo su SI SI NO NO n°8 pag.8 di quest’anno: ” Ormai i seminari sono sempre di più orientati nella formazione di nuovi sacerdoti verso una filosofia che riscopre i filosofi presocratici in particolare Eraclito “panta rei” tutto scorre, tutto si rinnova, tutto è un divenire.
        I dogmi vengono rivisitati verso il nuovo modo di vedere e di vivere. La fede è vista come esclusiva esperienza personale e soggettiva, di incontro, di vita vissuta “vita esperenziale”, non più adesione dell’intelletto alla verità rivelata (San Tommaso). [……] Il cattolicesimo si allontana sempre più dalla tradizione e dal modo di vivere e pensare correttamente “.
        E qui mi fermo perché il modo di vivere e di pensare correttamente lo misuro solo io nelle mie scelte personali relazionali e sociali del ciò che mi conviene e del ciò che mi costa. D’altronde ELOHIM YHWH stesso ci ha scacciati dalla sua tutela per questa autonoma capacità di scelta(Gn 3,22).
        Non ci resta quindi che rivolgerci alla Natura stessa a cui ci ha rimandati e da cui proveniamo. Ecco perché gli Eracliti sono più convincenti e confortanti dei d’Aquino, degli Aristoteli, dei Platoni. E se, dico SE, non ci fosse stata la deviazione momentanea nel percorso evolutivo della storia del fatto del cristianesimo il mondo sarebbe più progredito non solo nelle armi sofisticatissime di distruzione e morte gratuita e stupida, ma soprattutto nel cervello di cristiani che le usano in tale modo come se la morte prima o poi non giungesse anche per loro. Ed hanno perfino l’empietà di pensare che per tal uso il loro Dio li accoglierà in Paradiso!

      • Rolando ha detto:

        Luca Antonio questo tuo intervento mi sembra tutto un equivoco basato sulla interpretazione del termine DESIDERIO come qualcosa di un condizionante legame che Dio ha messo nel cervello umano.
        Ma è un grosso equivoco. “Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere” (L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus).
        Desiderio è un termine che deriva dal latino “de sideribus”, dalle stelle. Qualcuno ha asserito che noi siamo polvere di stelle. Come tutto, direi.
        Ma poi c’è il termine indo-europeo “dios” che designa la scia luminosa delle stelle cadenti e che modificato nell’antica scrittura greca lineare B in DIA indica il capo degli Dei omerici Zeus.
        E la testimonianza più antica in assoluto finora della scrittura di tale termine DIA per indicare Zeus è documentata a Selinunte nel tempio di Giove. Ora la preziosa scritta si trova al museo archeologico di Palermo e recita DIÀTONDÌANIKOMES in lettere greche, che significa VINCITORI GRAZIE AL DIO SOPRATTUTTO.
        Ma cosa vuol significare questo termine? Assolutamente niente di teologico, ma solo una scia luminosa di stella che guardavano gli innamorati la notte del X agosto, ma che quest’anno, disgraziatamente la visione mancata da parte di una copia di innamorati è stata seguita da una sonora bestemmia per l’opacità ormai della volta celeste a causa dell’inquinamento umano. Stupidità umana in uno con la bella poesia teologica.

    • Rolando ha detto:

      Caro IL MATTO, a proposito di mediatori tra Dio e l’uomo e della loro inutilità di funzione, la stessa scrittura sacra li esclude perché secondo essa tale funzione è unica ed è stata consumata una volta per tutte dall’unico mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo.
      Ma, citazione scritturale a parte, dove il teologo di turno trova sempre confermata la sua stessa elucubrazione, io ho avuto anche la fortuna di intrattenermi e parlare molti anni fa col Padre Redentorista Bernhard Haring, uno dei fondatori dell’Accademia Alfonsiana e ritenuto il più grande teologo moralista cattolico del XXmo secolo. Già in fatto di aborto, proprio parlando io a faccia a faccia con lui, era assai perplesso perché con Tommaso d’Aquino era convinto che Dio infondesse l’anima immortale al futuro uomo non prima del terzo mese da zigote. Diciamo quando il feto ha una parvenza di “omuncolo”, sulla linea dell’ELOHIM YHWH che infonderebbe l’ “anima” all’Adama solo a plasmazione corporea completata. Ma lasciamo questa questione, prettamente umana personale e sociale ad un tempo in cui il mediatore teologo moralista altro non fa che aggiungere sofferenza a sofferenza. Veniamo alla questione del Sacerdozio d’ordine cattolico, che sarebbe stato istituito da Gesù Cristo durante la sua ultima cena prima di cantar l’inno ed avviarsi al monte degli Olivi dove secondo Geremia profeta sarebbe iniziata la liberazione di Israele col diretto intervento di ELOHIM YHWH.
      Ebbene tale teologo ha finito per negare che Gesù ebreo laico, non di casta sacerdotale, abbia istituito un sacerdozio d’ordine cristiano. E lo ha anche scritto in collaborazione con un altro teologo in un libro noto. Se grandi pensatori arrivano a queste conclusioni che hanno dell’impossibile, che dire, se anche noi ne azzecchiamo, sparando, qualcuna? In fondo non siamo matti? Da dove veniva la moltitudine di sacerdoti che secondo Atti passò alla fede in Cristo se non dalla tribù di Levi, che non aveva un sacerdozio d’ordine, ma di sangue di casta umana per discendenza. Troppa copiatura tradisce alle fondamenta.
      I mediatori non servono che a complicare le cose. Soprattutto inutili tra Dio e l’uomo. Forse dannosi. Comunque simpatici anch’essi. Beviamo un bicchier, diceva Carducci al suo compagno papa.

  • Giovanni ha detto:

    Tratto dai promessi sposi : Orsù – dice uno dei bravi – se la cosa dovesse finire a chiacchiere lei ci metterebbe nel sacco. Trovo che molti commenti possano essere riconducibili al modo di procedere del Don che in quella occasione disquisiva perché temeva i bravi, mentre alcuni commenti disquisiscono perché hanno lo scopo di inficiare la liturgia facendola scadere nell’obsoleto inutile e dannoso per la nuova religione. Credo il Padrone della vigna sia vicino e sarà Lui a dirimere la questione.

  • Rolando ha detto:

    Posto qui, in risposta a STILUMCURIALE EMERITO, Luca Antonio ed altri intervenuti circa l’argomento.
    Inoltre. Il De gratia Dei Indiculus seu praeteritorum Sedis Apostolicae episcoporum auctoritas recita:
    “… obsecrationum quoque sacerdotalium respiciamus, quae ab Apostolis tradita in toto mundo atque in omni Ecclesia catholica, et tota Ecclesia CONGEMISCENTE, uniformiter celebrantur, UT LEGEM CREDENDI LEX STATUAT SUPPLICANDI…”
    Gli accenti del documento battono sulla necessità di guardare ai sacramenta obsecrationum sacerdotalium, sul fatto che TUTTO IL MONDO RELIGIOSO e la Chiesa cattolica in particolare fanno propria questa celebratio.
    Respicere i sacramenta obsecrationem sacerdotalium risponde evidentemente alla celebratio. Ma è una ripetizione che vale un rafforzamento. Se l’intuito religioso è portato a sottolineare e a privilegiare questo tratto della celebrazione, questo medesimo tratto viene ad essere costituito quale condizione all’ortodossia se non come segno stesso dell’ortodossia.
    È allora del tutto corretto tirarne le conseguenze: la regola della “fede” è giustificata dalla regola della “supplica”: LEX SUPPLICANDI (cioè ORANDI) STATUAT LEGEM CREDENDI.
    “Ai misteri si accede non per intendere, ma per patire” (Apud Sines. Dion.48).
    La Lex credendi è intrisa di congemiscentia ed il primato sulla Lex credendi spetta alla Lex supplicandi in quanto intrisa di congemiscentia.
    “De pace fidei” e la “catholicitas”(Nicola Cusano, vescovo).
    Respicere sacramenta, celebrari, congemisci non sono altro che espressioni allineate ed anzi omogenee della primaziale iniziativa rituale umana cui anche Gesù, soprannominato il Cristo, conformandovisi nella loro implicita sostanziale verità fattuale umana verso YHWH lo chiamò Padre “NOSTRO”, aggettivo possessivo di prima persona plurale che non ammette l’esclusione di alcun “io”, neppure quello del supposto messia di Israele.

  • Il Matto ha detto:

    EMERITO MA NON TROPPO
    5 Giugno 2022 alle 15:46
    La “buona volontà” di cui si parla nel Gloria è sempre stata considerata dagli esegeti riferita a Dio, non agli uomini. Anche nella Bibbia ottocentesca di A. Martini, la spiegazione data in nota è quella: gli uomini, oggetto del buon volere di Dio. Il fatto che si sia finito per credere che la buona volontà fosse degli uomini deriva dalla cattiva traduzione in italiano della Vulgata, hominibus bonae voluntatis, a sua volta frutto di una traduzione non proprio felice di san Girolamo dal greco, ma anche lui intendeva la bona voluntas riferita a Dio. Poi è chiaro che l’uomo, da parte sua deve metterci l’impegno di corrispondere al buon volere di Dio per lui.

    Beh. pure questa contribuisce a creare non poca confusione.

    Ma insomma a chi si deve dare retta?

    Qui, o si deve riformulare il Gloria (sbagliato per secoli!)
    oppure gli esegeti hanno inteso lucciole per lanterne!

    • MARIO ha detto:

      Enrico,
      io propendo per “uomini di buona volontà”… e mi spiego.

      Credo che il “Gloria…” (e il suo significato) abbia un’importanza fondamentale all’interno della Sacra Scrittura, perché è ciò che DIO HA VOLUTO DIRE all’uomo, attraverso il coro delle schiere angeliche, nel momento più importante della storia dell’umanità, nel quale la storia è stata divisa in due, sia cronologicamente (prima e dopo la nascita di Gesù Cristo), sia spiritualmente (dalla Antica Alleanza alla Nuova Alleanza).

      A mio modesto parere l’attuale (seppur non nuova…) traduzione del “Gloria…” la ritengo sbagliata o per lo meno ambigua.
      La conferma, oltre che nella traduzione latina (Vulgata) dell’originale greco, la trovo personalmente anche nell’ “Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta e in un messaggio molto particolare di Medjugorje.

      1. ORIGINALE GRECO (Lc 2,14).
      Interlineare greco – italiano:
      “Δόξα (Dòxa – Gloria) ἐν (én – in) ὑψίστοις (upsìstois – luoghi altissimi) θεῷ (Zeò -a Dio) καὶ (kai – e) ἐπὶ (epì – sulla) γῆς (ghès – terra) εἰρήνη (eiréne -pace) ἐν ἀνθρώποις (én anzròpois – NEGLI uomini) εὐδοκίας (eudokìas – del suo compiacimento o di cui Egli si compiace).

      Da notare che l’amore di Dio per tutti gli uomini non implica necessariamente che gli stessi possano godere automaticamente e indistintamente della sua pace. Ma la pace è un dono di Dio, riservato solo a coloro di cui Dio si compiace e cioè a coloro che lo accolgono e ricambiano il suo amore (osservando i suoi Comandamenti).

      2. ORIGINALE LATINO (Lc 2,14).
      Nova Vulgata del 1997 (paradossalmente più fedele all’originale greco rispetto alla Vulgata di S. Girolamo):
      “Gloria in altissimis Deo, et super terram pax IN hominibus bonae voluntatis.”

      Da notare quell’ “IN hominibus” (“IN” a volte mancante in alcune traduzioni latine), che non si traduce “AGLI uomini” ma “NEGLI uomini”, quasi a voler significare una pace interiore più che esteriore.

      3. MARIA VALTORTA
      Nella Valtorta, oltre che alla nascita di Gesù, questa frase viene citata da Gesù stesso, a 12 anni, a Gerusalemme per l’esame di passaggio alla maggiore età.

      Nella famosa disputa con i dottori del Tempio, incentrata tra l’altro sulla profezia di Daniele delle 70 settimane, Gesù, per spiegare il motivo della distruzione di Gerusalemme dopo la venuta del Messia, cita le parole degli angeli alla sua nascita (“Pace agli uomini di buona volontà”) e conclude testualmente: “Ma questo popolo non ha buona volontà e non avrà pace”.

      Allego il link del capitolo (uno dei più belli) della Valtorta:
      http://www.valtortamaria.com/operamaggiore/volume/1/xli-la-disputa-di-gesu-nel-tempio-coi-dottori-langoscia-della-madre-e-la-risposta-del-figlio

      4. MEDJUGORJE
      Nell’apparizione del Natale 2012(!) alla veggente Marija, per la PRIMA E UNICA VOLTA nella storia di quelle apparizioni, parla il bambino Gesù (tenuto in piedi dalla Vergine, davanti al suo petto, come in talune icone) e dice:
      “Io sono la vostra Pace. Vivete i miei comandamenti.”

      Il messaggio ricalca la stessa frase, cantata dagli angeli alla sua nascita e pronunciata da Gesù a 12 anni nel Tempio (nella sua prima e unica manifestazione pubblica prima dei 30 anni) e ripetuta a Medjugorje dopo 2000 anni esatti (nel suo primo e unico messaggio).

      Considerato che le apparizioni di Medjugorje sono iniziate dopo 2000 anni dalla nascita della Madonna, che anche questo particolarissimo messaggi (come peraltro altri segni analoghi…) richiama quanto avvenuto 2000 anni prima, considerato anche che la famosa croce sul monte Križevac è stata costruita in occasione del giubileo del 1933… chi ha orecchi da intendere, intenda.

      • Rolando ha detto:

        Punti 1) e 2) caro Mario, confermo in pieno con semantica sicurezza anche per quel “in” hominibus.
        MA. MA. MA. Qui Luca o chi per lui TRADISCE cioè tramanda un pensiero che è in perfetta consonanza semantica e storica col Kyrios cioè YHWH dell’AT.
        Cioè con quell’ELOHIM (Theos) che è il geloso uomo di guerra YHWH (Kyrios) del “suo” popolo Israele.
        Perfetto. Tutto torna. Mi fermo qui. Ad un Mosè subentra un altro Mosè dal precedente legalizzato e consacrato sul Tabor.
        Cioè il Natale cristiano non è un Natale d’amore di valenza religiosa universale.
        Teniamoci gelosamente stretti ai bambini di tutto il mondo, compresi quelli che il cristiano V. Putin massacra col pretesto che non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici.
        Nella Bibbia dei poveri (ed. Mondadori) sta scritto: il diavolo insegna a far le pentole ma non i coperchi. Rispondi.

        • MARIO ha detto:

          Caro Rolando,
          siamo alla solita diatriba sul rapporto libertà/bene (=obbedienza) e male (=disobbedienza)… su cui non vuoi intendere ragione… come se il vivere umano fosse predeterminato. Pazienza.

          Avrei piacere anche di un commento sui punti 3 e 4…

          • Rolando ha detto:

            Caro Mario. Di Maria Valtorta ho letto tutti i suoi dieci volumi , pubblicati dal centro editoriale valtortiano: Il poema dell’uomo-Dio, scritti di Maria Valtorta più Una vita con Maria Valtorta di Marta Diciotti.
            Ho già accennato in questo sito che la visionaria ha voluto vedere nel processo cerebrale dei suoi neuroni le immagini che le conveniva crearsi scartando quelle che, dal subcosciente emergevano come non gradite. Non ho portato esempi e non li porto qui non tanto per pudore, ma perché lo trovo assolutamente inutile come tutta l’opera. Un romanzo autoreferenziale dei propri convincimenti sulla persona di un tal Yehoshua ebreo, Cristo nella fede, di nessuna portata religiosa e men che meno storica.
            Quanto a Medjugorie ho partecipato a più sedute di apparizioni il 2 -3- 4 e 5 alle 17,30 del lontano 1985 presenti tutti sei i veggenti chiuso dentro a chiave con pochi altri dal frate padre Slavo Barbaric ed ho scritto all’allora vescovo di Mostar, che negava apertamente che si trattasse di visioni soprannaturali, che anch’io avevo i miei grossi dubbi e riserve. Comunque non ho provato alcuna emozione. Facevo stupidamente foto al muro dove c’era un crocifisso attaccato al muro e sotto un tavolo con gli oggetti delle speranze umane…davanti al quale stavano l’uno accanto all’altro i ragazzi supposti vedenti. Una sembrava muovere le labbra, ma non uscivano suoni. Nessuna figura di donna…Bello il presepe ai piedi dell’altare maggiore in chiesa. Ho parlato anche con Diana Basile, la prima supposta miracolato. Mi ha dato una risposta che conoscevo già: “Tutto è miracolo”. Non cito Montaigne, per rispetto!
            Ho seguito ancora; poi mi sono stancato anche dei recapiti della postina (secondo papa Francesco). Ma non hanno la Legge ed i Profeti, direbbe Gesù, se vogliono credere. Ma guardando bene ho visto solo umano progresso economico sia dei supposti veggenti, sia di quella povera gente. E apertura di banche. Ed anche un po’ di Occidentalismo. Cosa vuoi che ti dica: così van le cose. “Tutto nel mondo è burla” ( Falstaff di G. Verdi).

          • Rolando ha detto:

            E a proposito di predeterminazione, caro Mario, tu non pensi che tutto sia predeterminato dal Dio? Il quale fa misericordia e la toglie a sua insindacabile volontà. E noi stessi diciamo, come se non accadesse di per sé, fiat voluntas tua sicut in coelo et in terra, che un evangelista sembra aver censurato?

          • MARIO ha detto:

            Caro Rolando,

            1) Maria Valtorta.
            Il capitolo da me citato (Disputa di Gesù coi dottori del tempio) per me è di una bellezza straordinaria, che mi commuove nel profondo ogni volta che lo leggo. (Così come tutta l’ “Opera maggiore”… non ci sono scrittori che tengano…).

            In particolare, non credo che i nomi dei due dottori della legge, che la Valtorta descrive così nel dettaglio – Hillel (col discepolo Gamaliele) e Sciammai (o Shammai) – siano frutto di fantomatici “processi neuronali” della scrittrice ( o meglio mistica), dal momento che di essi nulla lei poteva sapere.
            Mentre oggi sappiamo che quei due dottori (Hillel e Shammai), con le relative scuole (Bet Hillel e Bet Shammai) erano effettivamente, al tempo di Gesù, i due rabbi di maggior fama e prestigio a Gerusalemme.
            (Basta cliccare in Internet “Hillel e Shammai”… e si trova di tutto.)

            2) Medjugorje.
            Uno è libero di credere o non credere.
            Io ci credo, sulla base della mie esperienze personali (sono stato a Medjugorje una quindicina di volte), delle mie ricerche, accadimenti particolari, e soprattutto “grazie”. (Ci vorrebbe troppo tempo a raccontare…).
            Credo che la conferma o meno dell’autenticità la darà la storia (e probabilmente a breve…), a seconda del verificarsi o meno dei famosi 10 segreti.

            3) Predestinazione? NO // Libertà? SI
            Altrimenti crolla tutto, a cominciare dal giardino dell’Eden e dall’albero della conoscenza del bene e del male.

            Buona giornata.

          • Rolando ha detto:

            Carissimo Mario.
            Io non ho mai parlato di “fantomatici processi neurali”. MAI.
            E per di più non esiste un codice comune tra loro che permetta di collegare i cervelli come il www.
            Anzi. Non ho disprezzato, né lodato il processo neurale della Valtorta. Ho detto solo che tra tutte le immagini neurali che le passavano per la testa, ha sicuramente scelto quelle più convenienti alla sua pietà ed alla sua dottrina. E col non dire oltre, qui mi sono limitato.
            Saluti cari.

      • Mica ha detto:

        In sé εὐδοκίας non significa ‘del SUO compiacimento’, ma soltanto ‘del compiacimento’. Per di più εὐδοκία può avere molte sfumature diverse: ‘benevolenza’, ‘buona intenzione’, ‘buona volontà’ e anche ‘desiderio’. Di chi? Di Dio verso l’uomo? Di certi uomini verso Dio? Di certi uomini verso altri uomini? Questo il testo non lo specifica mica.

        • Rolando ha detto:

          Perfetto.

        • MARIO ha detto:

          Io, comunque, mi fido di più di S. Girolamo (340-420 d.C._Padre e Dottore della Chiesa) e della sua traduzione dal greco al latino (la sua Vulgata).
          Si consideri che S. Girolamo fu un celebre studioso del latino, in un’epoca in cui questo implicava una perfetta conoscenza(!) del greco.
          Mica posso mettere sullo stesso piano Girolamo con Mica…

      • Maria Grazia ha detto:

        Caro Mario, apprezzo la tua analisi. A mio giudizio è più convincente la forma greca nella traduzione del “Gloria” in quanto l’augurio della pace agli uomini di cui Dio “si compiace” evidenzia in sè una risposta di adesione dell’uomo ai Comandamenti di Dio mentre il latino ” Pax in hominibus bonae voluntatis” non significa che chi “ha buona volontà” poi la traduca in conseguente azione. Da notare, inoltre, che durante il battesimo di Gesù al Giordano la voce dal cielo dichiara: “Questo è il mio Figlio diletto nel quale MI SONO COMPIACIUTO” e non CHE AMO.
        Effettivamente la neo traduzione dell’augurio della pace “agli uomini che Dio ama” non considera IL MERITO, la MOTIVAZIONE. Dio ama tutti gli uomini ma non per questo tutti si salvano. Ottima la tua osservazione sul “Pax in hominibus” dove IN viene tradotto in AGLI uomini anzicchè NEGLI uomini: la valenza è diversa. E’ come se un fascio di luce rivestisse una persona: esternamente splende ma non è detto che tale luminosità venga propagata all’interno mentre se la luce splende all’interno, questa diventa connaturale all’essenza stessa della persona, la anima, la caratterizza.

  • Il Matto ha detto:

    Per ROLANDO.

    Tu affermi:

    “I vangeli, chi più chi meno sono visioni teologiche su una certa persona di nome Gesù che tradiscono anche delle informazioni storiche”.

    Sai che apprezzo il tuo modo di porti, però ti chiedo di togliermi una curiosità.

    Stando a quanto scrivi – da esperto non comune di varie lingue e traduzioni – le Sacre Scritture canoniche (o canonizzate, che forse non è la stessa cosa), e perciò le conseguenti esposizioni esegetiche, sono “visioni teologiche” che, in quanto tali, non rifuggono dalla soggettività di coloro che le hanno tramandate (le Scritture) e di coloro che le hanno interpretate e tuttora le interpretano (i teologi).

    Le alternative che tu proponi, tutt’altro che campate in aria (così mi sembra data la mia profonda ignoranza delle lingue), forniscono una … visione teologica che si discosta in maniera netta dal canonico (o canonizzato).

    Tu comprendi che questo non è secondario, ed anzi mette in discussione l’apparato che io chiamo Chiesavaticano, data l’impossibilità di scindere nettamente le due entità. Apparato che indubbiamente si è sempre presentata (anche o soprattutto?) come centro di potere, secondo l’accezione meno nobile di “centro di potere”.

    Che mi dici?

    Grazie.

    • Rolando ha detto:

      Trovo corrette e piene di ” gemito ” umano le tue considerazioni.
      E cosa posso dirti che non lo dica a me stesso?
      Per timore di sbagliare mi rifaccio e cito ancora una volta le parole di un insospettabile: Benedetto XVI nella sua ultima omelia di Natale 2012, mezzanotte, da Pontefice [ Infallibile, si fa per dire perché omnis homo fallax! ].
      Disse senza smentire che alcuni sostengono che le religioni monoteiste sono fonte di violenza.
      Ma, aggiunse, dobbiamo continuare a ricercare perché Dio è Amore….
      Chiunque uno si trovi in questa ricerca lo dimostra con un amore senza condizioni. Ed è nella verità del Mistero Ineffabile del Tutto. “Come”? Se me lo chiedi non lo so. Si sperimenta misticamente.

    • Rolando ha detto:

      Entrando in discussione, caro il MATTO, ti dirò che non è il teologo che stabilisce un canone dottrinale di Fede, ma il Vescovo in quanto successore degli Apostoli, nell’ordine gerarchico della Chiesa terrena simbolo della ancor più reale ( per chi se ne intende di tale equivoca “altra” realtà) Chiesa trionfante Sposa senza macchia del Cristo trionfante.
      Per quanto riguarda la mia realtà sperimentale vedo solo teologia politica e politica teologica interessata all’hic et nunc ( ora e adesso) come garanzia del dopo.
      Ma dopo quando. (?) Nel tuo misticismo mi sapresti rispondere? Non dirmi dopo la morte! È banale per chi sperimenta che la morte ” inizia ” inscindibile con la vita.
      CUI CONTIGIT NASCI INSTAT ET MORI. Spiegami dov’ero prima, innanzitutto partendo dai fagioli che aveva mangiato mio papà il giorno prima…. Se non è misticismo questo! Oddio, potrebbe esserlo anche le illusioni! Ma senza fagioli come potrebbero mai spiritualizzarsi?

      • Il Matto ha detto:

        Scusami, ma non riesco a seguirti.

        Ti poni ipercriticamente nei confronti della “struttura” ma poi parli di “Vescovo” che una figura della “struttura” ed usi un linguaggio della “struttura” come “Chiesa trionfante”.

        La risposta al tuo quesito mistico non ce l’ho e ne sono arci contento: ho superato da un pezzo il giochino fantasmagorico “Ad ogni domanda una risposta”, dato che ogni risposta non risponde a niente e rende la domanda inutile.

        Grazie.

        • Rolando ha detto:

          La puntualizzazione su chi è il teologo “vero” cioè autoritas nella Chiesa cattolica, è solo una puntualizzazione marginale ininfluente in una visione mistica.

    • Rolando ha detto:

      Caro il MATTO mio.
      Rivelo pubblicamente un segreto. Il più grande fastidio ed anche offesa in pari tempo me la sono sentita recapitare dalla viva voce di Benedetto XVI, supposta immensa intelligenza, quando affacciato alla solita finestra del Palazzo apostolico per un Angelus domenicale, si è permesso di dire che i Pagani di fronte al mistero della morte erano tutti “tristi” e per dare autorevolezza a tale suo pensiero ha citato a prova non Gesù Cristo e questi risorto e basta ( forse non era sufficiente!), ma niente po po di meno che il serenissimo e sublime carme V, 5 di Catullo:
      SIT TIBI TERRA LAEVIS
      ET MOLLITER OSSA QUIESCANT
      NIHIL SUMUS ET FUIMUS
      IN NIHILO AB NIHILO
      QUAM CITO RECIDIMUS.
      SOLES OCCIDERE ET REDIRE
      POSSUNT NOBIS CUM SEMEL
      OCCIDIT BREVIS LUX
      NOX EST PERPETUA
      UNA DORMIENDA.
      Tradurla è tradirla: tanto grande ne è l’ineffabile Bellezza!
      Concilia perfettamente con ciò che mi disse il card. DIONIGI TETTAMANZI: ” Finché non ritorniamo al TUTTO, che è DIO”. Sue precise autentiche parole da Vescovo Teologo cattolico, apostolico, romano ed ambrosiano liturgicamente.
      Ogni tanto sulla sua tomba mi spunta una lacrima di gioia!

      • Enrico Nippo ha detto:

        “Benedetto XVI, supposta immensa intelligenza”.

        In fondo un esimio rappresentante del solito, presuntuoso campanilismo cattolico.

  • Mascetti ha detto:

    Scatenati i supercazzolari…

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    @Claudio Gazzoli (e suoi sostenitori).
    Illustrissimo, le dedico questa “Parola di Dio” con molti auguri di buon appetito, anzi no, con l’auspicio che non venga mangiato.
    uomini che stanno sulle mura, i quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina “. Isaia 36,12.

    • Rolando ha detto:

      Se conosci bene la Bibbia a mangiare pane farcito con escrementi è stato proprio un Profeta per ordine di YHWH il Kyrios cioè il Signore.
      Certo che questo Dio quanto a gusti è speciale e li conserva, come tu documenti, anche nel Nuovo Patto sulla via per Damasco!
      Alleluja.

  • miserere mei ha detto:

    Oggi c’è stata una strage in Nigeria, a Owo, durante la Santa Messa della festa di Pentecoste.
    Le prime informazioni dicono di una cinquantina di morti, molti dei quali sono bambini.
    Pare che un sacerdote sia stato rapito.
    Nella chiesa in cui è avvenuta la strage c’è un grande crocifisso. Accanto all’altare, una statua della Madonna di Fatima.

    Il mondo, privo di Spirito Santo, sta precipitando verso la barbarie.

    L’eterno riposo dona a queste anime o Signore e splenda per loro la Tua luce perpetua.
    Possano entrare nel Tuo riposo.

    Presso l’altare del sacrificio dove è presente il vero sangue del Signore, la realtà del mondo lontano dall’amore di Dio sconvolge la festa dei credenti.

    Spostandoci dal sacrificio e dall’altare del sacrificio, equivocando sul Corpo e sul Sangue di Cristo, ci siamo inventati una liturgia priva di senso del male del peccato, tutta buoni sentimenti e idealità di progresso.
    Fratelli tutti, ma in nome di quale padre?
    Cittadini del mondo, ma soggetti a quale principe?
    Vogliamo la pace: ma data secondo quale logica?

    Preghiamo per questi fratelli trucidati, offerti nel medesimo sacrificio dell’agnello innocente immolato.
    Preghiamo per noi che, più o meno inconsapevoli, mangeremmo alla mensa invitando anche chi spara.

    • Rolando ha detto:

      Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam et secundum multitudinem miserationum tuarum dele iniquitatem meam.
      “Spostandoci dal sacrificio e dall’altare del sacrificio, equivocando sul Corpo e sul Sangue di Cristo, ci siamo inventati una liturgia priva di senso del male del peccato, tutta buoni sentimenti e idealità di progresso.
      Fratelli tutti, ma in nome di quale padre?
      Cittadini del mondo, ma soggetti a quale principe?
      Vogliamo la pace: ma data secondo quale logica?”
      Stai facendo una insinuazione tremenda.
      Ma ancor più tragici i tre punti interrogativi.
      Non mi resta sbalordito che risponderti: secondo la “tua” logica, ben espressa nel discorso prima degli interrogativi.
      Ma possibile che se razionalmente si ammette un Dio, nessun uomo può servirsi di questo Dio, sostituendovisi! E men che meno trovar pretesti nel modo di pregare, cioè di genere, di ogni uomo sulla Terra.
      Veramente i monoteismi, pardon, le monolatrie sono subdola fonte di violenza. E consimili Dei la tragedia del male umano!
      E se fossero altre le cause scatenanti e Dio un pretesto?
      Il più grande miracolo che conosca, diceva Montaigne, è la stupidità umana.

      • miserere mei ha detto:

        Non mi vanto particolarmente acuto quando chi si esprime è ambiguo. Senza polemica, ma con semplice curiosità, puoi aiutarmi a capire meglio quello che stai scrivendo? Interpretando in un certo senso le tue parole, il padre, il principe e la pace prescelte potrebbero essere agli antipodi di quelli del Cristo, nel segno della croce.

        • Rolando ha detto:

          Nei segno, o meglio nel legno, della croce da caricare sugli altri, come decretò e fece Ponzio Pilato per Yehoshua ed altri due malfattori con lui (Luca) o da addossarsi mansuetamente da sé, come predica del Cristo Salvatore la dogmatica ortodossa cristiana del “QUIA IPSE VOLUIT”?
          Non c’è discepolo più grande del maestro. E Cristo è questo maestro inequivocabile nell’esempio, equivocabile a piacere ipocrita nelle parole che altri hanno messo in bocca a Lui.
          Risponde mihi si tantam habes mentem!

  • Forum Coscienza Maschilee ha detto:

    Ogni ottimo articolo contiene intuizioni fondamentali in una frase che può passare inosservata. In questo pezzo la frase è: “E’ necessario demolire tutto e sostituirlo con una scatola grigia e vuota dove il Novus Ordo risuonerà con chiarezza ***metallica***.”
    Il termine evoca arida freddezza, quasi a voler gelare i cuori dei fedeli, vale a dire ostacolare l’azione dello Spirito Santo.
    Il nuovo rito è stato confezionato a tavolino da commissioni burocratiche ed ha precisamente la freddezza di un calcolatore. Tout se tient: oltre al potere, la tecnocrazia deve anche conquistare le anime.
    Le antiche formule considerate inutili ornamenti esprimono l’aspetto comunitario delle persone, perché sono il distillato di secoli di devozione e civiltà.
    Il nuovo rito fa deliberatamente tabula rasa di tutto ciò: come scriveva Elias Canetti, i riti protestanti sembrano rivolgersi a una potenza astratta.
    Il (post?) Concilio ha raccolto l’eredità disumanizzante e decivilizzatrice del protestantesimo, sfociata nella convinzione moderna che l’uomo sia solo una bestia e la civiltà solo una sovrastruttura estranea alla natura umana.
    I risultati li vediamo nell’apostasia silenziosa dei fedeli, ma anche manifesta in coloro che si accalcano a contestare un articolo, che descrive in maniera semplice fatti ben evidenti a chi vuol guardare.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Articolo eccellente, anche di valore catechistico. Non c’è da preoccuparsi per il Novus Ordo, che cesserà spontaneamente per mancanza di fedeli, né è necessario perorare il ripristino dell’usus antiquior, ché la gerarchia fa orecchi da mercante. E’ però essenziale ASSISTERE alla Messa Tridentina, più siamo più c’è speranza di sopravvivenza del cristianesimo in Occidente

    • Gabriela Danieli ha detto:

      Mi scusi, ma la messa tridentina viene celebrata validamente in comunione col legittimo papa stabilito da Cristo BENEDETTO XVI o invalidamenre e illecitamente con l’ERETICO privo di munus stabilito dalla massoneria ecclesiastica ?

      • Daouda ha detto:

        Soprassedo sull’illeiceitá altrimenti riapriremmo le solite diatribe ma sappia che se considera celebrare “una cum” elemento di invaliditá del sacramento lei è eretica in maniera similare ai donatisti.
        Quindi la smetta e studi, poi ao, creda al papa che vuole che ce pozzo fa io?

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Lo dice lei che il Papa legittimo è Benedetto XVI? Poi CIonci mi scrive risposte piccate… visrto che risultati? E’ importante informare sulla posibile invalidità dell’elezione papale, ma andrebbe spiegato che i fedeli non possono indirsi il Conclave da soli

        • forum coscienza virile ha detto:

          Una nota di merito a Cionci, che oltre alle sue fantasie enigmistiche, molto appassionanti, ha scritto anche un’epistola a un commentatore esaltato.

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            Stia certo che quanto a esaltazione non la batte nessuno. Devono essere le letture che sceglie

        • Daouda ha detto:

          L’invaliditá giurisdizionale di una rinuncia oppure di una elezione oppure di entrambe rimane sempre questione di potestá e non sacramental-liturgica, dottrinale, morale, ascetico mistica. State montando un problema drasticamente. Certo serio e pesante ma suvvia

  • Rolando ha detto:

    Scusate lo scambio Articolo del prof. Peter Kwasniewski, apparso su One Peter Five.

  • Rolando ha detto:

    Ho letto l’articolo del dott. Marco Tosatti. Chiaro e, almeno in parte, condivisibile.
    Ma ci sono due affermazioni che mi hanno colpito in particolare e meriterebbero riflessioni ulteriori. Eccole:
    1)”Nell’ambito del Novus Ordo occorre un catechismo complesso  da affiancare a una liturgia semplice, perché altrimenti la verità rimane sconosciuta.”
    2)”L’assioma classico l’ex orandi, l’ex credendi”.
    Parto dal secondo punto. Non credo sia proprio esatto definirlo un assioma. Ed impostato così potrebbe tradire una inesattezza storica. Storicamente infatti viene ritenuto alla stregua del più antico dogma della Chiesa cattolica, romana, costantiniana e recita testualmente: LEX ORANDI STATUAT LEGEM CREDENDI. Chiaramente è il modo di pregare che stabilisce la legge, cioè l’oggetto, il contenuto del credo cui si lega la fede. Ma c’è un altro termine IMPORTANTISSIMO che l’Indiculus (questo antico documento della prassi cattolica romana) premette; ed è il “CONGEMISCI”: la preghiera della chiesa universale come “gemito del cuore” umano. Cioè come un insieme di gemiti in cui siamo tutti accumunati. E qui il richiamo alla definizione di Paolo circa la preghiera di tutta la natura universale, è vincolante. Anche dal punto di vista di qualsiasi presunta verità dottrinale che ne emerga.
    E così veniamo al secondo punto:
    2) “Nell’ambito del Novus Ordo occorre un catechismo complesso  da affiancare a una liturgia semplice, perché altrimenti la verità rimane sconosciuta.”
    E qui la porta ai novatori è spalancata. L’ha aperta un Concilio definito pastorale. Ma io non vi vedo per forza troppe contraddizioni con il comune “CONGEMISCI” dell’Indiculus, ALMENO FINCHÉ non si arrivi a negare la reale presenza di Gesù vero uomo e vero Dio sotto le apparenze del pane e del vino consacrati, fondanti la stessa Chiesa romana ed il Sacerdozio d’Ordine cattolico ed ortodosso. UN CATECHISMO COMPLESSO è sotto gli occhi di tutti e colmo di contraddizioni nelle sue quasi tremila articolazioni, in continua correzione. È un CONGEMISCI evolutivo.
    Ma sulla Divina Eucarestia, la sua realtà, tutto è come sempre dottrinalmente, teologicamente e filosoficamente parlando. Anche se qualche mente usa il termine “trasformazione” con troppa facilità. Finché Gesù è vivo e vero con la sua umanità e divinità indisgiunte nel pane e vino consacrati, il sacrificio incruento sull’altare della Storia del cristianesimo cattolico ed ortodosso sarà perenne: DUM VOLVITUR ORBIS STAT CRUX.
    Quanto poi alla questione del rivolti tutti verso Dio, be’ la Storia dice anche qualcosa di diverso. Ed io dico: e se la Divina Trinità stesse (si fa per dire, perché Dio è in ogni posto) tra il Sacerdote celebrante, alter Christus, in persona Christi e il popolo che si guardano, cioè comunicano nella completezza fisica possibile dei neuroni specchio che ne impreziosiscono la preghiera eucaristica del comune CONGEMISCI col Cristo vittima sacrificale in mezzo? Ma l’evoluzione dottrinale diminuisce la Fede o l’aumenta? Il conservatorismo, supposto fondamentalista, diminuisce la Fede o l’aumenta? Ognuno risponde a proprio modo così come a proprio modo GEME, PREGA.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Anche nelle logge dicono: “Gemiamo, gemiamo!” Specialmente quando leggono un articolo in favcore della liturgia cattolica tradizionale

      • Rolando ha detto:

        Io non mi sono ispirato a Loggia veruna. Io ho letto e studiato l’antico documento. Su quello rispondete o limitatevi.
        E vi inviterei cristianamente, ma ancor più umanamente, ad esser cauti e pii su quel CONGEMISCI pena la profetica durezza di cuore. Pena di riconoscere sì Gesù, ma non il fratello in Gesù. E poi vedere Fuoco eterno, ma per voi.
        Hanno occhi e non vedono, ecc…

        • Forum coscienza virile ha detto:

          Devi capirlo, lui vede logge dappertutto, tranne che dove ci sono per davvero. Cerca di essere gentile, non contraddirlo. Digli che sei membro di qualche consorteria massonica, così lo fai contento. Cosa ti costa? Dai!

          • Forum Coscienza Maschile ha detto:

            Deve però ammettere che la cricca c’è e le idee pure sono quelle.
            Nippo la loggia è coperta, si tolga la maschera e usi il suo vero nome

    • Daouda ha detto:

      Stanti a sant’Ignazio semmai l’univo passibile di essere Alter Christus in seno alla Chiesa è l’episcopo nella sua relazione alla diocesi che governa giurisdizionalmente e di cui è l’apice dell’iniziazione da sommo sacerdote.
      Ma anch’egli usava tal visione in senso solo analogico giacchè la Rivelazione integra ed universale è che ogni battezzato per naturo lo è, virtualmente.
      Accostare il privilegio e la responsabilitá dei sacerdoti nell’agire in persona Christi all’essere degli Alter Christus ipso facto è un abuso tipicamente clericalista, tipico del soverchiamento a dispregio della religiositá monastica a vantaggio di quella sacerdotale.
      E per parlare di papi Giovanni Paolo II diffuse genericamente tale distorsione nella Pastores Dabo Vobis, giusto per non attaccare sempre e solo Francesco

      • Daouda ha detto:

        Che poi la Pastores Dabo Vobis mistificando i canoni antichi riesce anche far ritenere semi coestensivo il celibato al sacerdozio.
        Ma tale idiozia mistifica il fatto che il matrimonio era un pre requisito del sacerdozio ( diaconi a 25 anni, sacerdoti a 30, in una societá dove ci si sposava intorno ai 20 anni ) come il fatto che seguendo l’accostamento ai leviti secondo il pensiero di Clemente romano, il sacerdote doveva essere davvero monogamo assoluto con la propria moglie, altrimenti anticamente era impedito se avesse avuto relazioni illecite tant’è che i non sposati potevano divenire sacerdoti, da vergini, solo dopo i 40 giacchè avrebbero dovuto resistere almeno fino a quell’etá e dimostrarsi provati. Tale normativa ha difatto fatto virare coloro che non ambivano a sposarsi alla taxis monastica.

        Oggi invece abbiamo sacerdoti sì celibi ma molti di questi non solo sacerdoti troppo presto, ma anche impediti secondo i canoni antichi, giacchè hanno avuto rapporti illeciti. Ma l’importante è salvare la faccia…

    • luca antonio ha detto:

      ” ALMENO FINCHÉ non si arrivi a negare la reale presenza di Gesù vero uomo e vero Dio sotto le apparenze del pane e del vino consacrati, fondanti la stessa Chiesa romana”…
      siamo passati ben oltre Rolando, la statua di Lutero – di un bel rosso tizzone- in vaticano e’ solo un piccolo indizio.
      La girata dell’altare poi ha una portata simbolica e teologica – ed esoterica, certe conventicole chie l’hanno voluta sapevano bene il danno che avrebbe procurato – che non ci si sono neuroni a specchio che tengano.

      • Rolando ha detto:

        No! Luca Antonio, non siamo passati ben oltre.
        Fondamentali e chiari restano gli articoli 1374 e 1375 del Catechismo della Chiesa Cattolica, che salva con il Credo in questo miracolo dei miracoli nello stesso tempo anche la metafisica di San Tommaso D’Aquino, il quale a sua volta si rifà ad Aristotele.
        Toccare questo punto è far crollare tutto il Sacerdozio d’ordine cattolico.
        TUTTO CONFERMATO QUINDI.
        Ma la filosofia dell’Angelo è superata. Fa ridere.

        • Rolando ha detto:

          Corrige: dell’Angelico.

          • luca antonio ha detto:

            ROLANDO
            6 Giugno 2022 alle 18:07 posto qui che sotto non ho il link. Lei dice ;
            “…..”della differenza tra sostanza e accidente , ….
            …Qual è la sostanza di un atomo?”
            Si chiama tavola periodica degli elementi, l’ha tirata fuori un certo Mendeleev, un aristotelico immagino, pensi che lasciò degli spazi vuoti per quegli elementi che non aveva scoperto ma che lui sapeva avere quelle caratteristiche che rappresentavano la loro SOSTANZA in base alla quale, una volta scoperti, potevano essere SOLO QUELLA COSA e non un’altra,
            A parte la facile battuta Rolando, il problema è serio davvero, viviamo, tutta la nostra società, in una bolla d’irrealtà devastante, in una notte in cui “tutte le vacche sono nere”. Tutto si vorrebbe uguale, indistinto, la società “liquida” la chiama Baumann, ma non è così e – lo stiamo vedendo ora sotto i nostri occhi con la guerra – esiste quella che il grande storico inglese Robert Conquest chiama “natura insormontabile delle cose”; l’uomo, incretinito e incancrenito dall’ ybris, ha lasciato cadere ogni NOMOS, ogni Legge , ogni principio di REALTA’ (la Realtà è fatta di Leggi) , ma questa, come un ramo piegato, prima o poi torna in faccia, e più è stato piegato, più fa male.
            Io mi tengo Aristotele.
            Cordialità.

        • luca antonio ha detto:

          Rolando, il catechismo e’ lettera morta purtroppo, basta a salvare la faccia, ma la prassi e’ altra cosa. Succede con lui la stessa cosa che accade alla nostra Costituzione, in passato la piu’ bella del mondo o da riformare a seconda delle occasioni, oggi semplicemente ignorata. Con i garanti di entrambi, Catechismo e Costituzione piegati ormai al “grosso animale” di platonica memoria. Un esempio ?, rilegga 385ss del Ccc, se si toccano questi ruina non il sacerdozio d’ordine cattolico ma tutto, proprio tutto – Cartagine a confronto, sparso il sale era una ridente e verde cittadina -, e che posto trovano questi precetti nella pastorale novatrice ?.
          Lei chiede “Ma l’evoluzione dottrinale diminuisce la Fede o l’aumenta? Il conservatorismo, supposto fondamentalista, diminuisce la Fede o l’aumenta? “, qui non occorre di nessun filosofema, basta andare la domenica alla messa per avere la risposta.
          San Tommaso fa ridere ?, e con lui Aristotele ?, mmh…starei attento a fare certe affermazioni, noi tutti siamo all’ultimo piano dell’edificio costruito da loro, dal principio di non contraddizione, della differenza tra sostanza e accidente , tra essere e non essere, tra vero e falso e
          negando queste categorie , mi creda, ci si ritrova, dritti dritti, in un centro d’igiene mentale.
          Cordiali saluti.

          • Rolando ha detto:

            Sì, sì. Occorrono sempre riflessioni e prudenza. E questo è relativismo allo stato puro, ma al momento la metafisica di San Tommaso d’Aquino non regge neanche alle più affascinanti favole. E se Dio non è una favola, va cercato per altre vie, o per lo meno, per qualsiasi via.
            Ma che c’entra con la rivelazione divina? Anche lui ha fatto i suoi tentativi di spiegare tradendo….

          • Rolando ha detto:

            …..”della differenza tra sostanza e accidente , tra essere e non essere”….
            Ma dai! Me la spiegheresti bene bene con termini capibili qual è la sostanza di una molecola di…..
            Qual è la sostanza di un atomo? Ma dai! Ed io senz’altro sono più anziano di te!
            Una volta chiesi a mia mamma: “ma quando vai a confessarti cosa ghe diseto al prete?” Risposta: “miserie, miserie” . E lui cosa ti dice: “caro fiol, lasso che i preti i diga, mi go el me Signor”.
            Non si dà Testamento più bello!

          • Rolando ha detto:

            Scappato un refuso. E lui cosa ti dice? E mia mamma: “Caro fiol, lasso che i preti i diga, mi go el me Signor”.
            Non c’è lezione più bella.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      l’ex orandi, l’ex credendi ?????
      L’ex chi?
      Tutti professori !

  • Claudio Gazzoli ha detto:

    Sempre così solerti a confutare le affermazioni di uno studioso di levatura internazionale, che ha al suo attivo libri e pubblicazioni nella materia specifica e che ci mette la faccia. Ma questi qua, i vari DAOUDA, EMERITO MA NON TROPPO, STILUMCURIALE EMERITO e altri premurosi commentatori chi sono ? che competenze hanno ? che studi hanno fatto nello specifico argomento ? quali pubblicazioni hanno presentato ?

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Non me ne parli, da far cascare le braccia

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Questa da lei non me la sarei mai aspettata. Spero se ne renda conto.

        • Forum Coscienza Maschile ha detto:

          Neanch’io mi sarei aspettato questo da lei:

          @Claudio Gazzoli (e suoi sostenitori).
          Illustrissimo, le dedico questa “Parola di Dio” con molti auguri di buon appetito, anzi no, con l’auspicio che non venga mangiato.
          uomini che stanno sulle mura, i quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina “. Isaia 36,12.

          Kwasniewski ha scritto un articolo eccellente, troppo perché la solita congrega (di cui spero non faccia parte anche lei) non butti tutto in caciara.
          Il tenore di certi commenti è il miglior riconoscimento che l’autore ha colto nel segno

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Scusi che cosa ho detto di male o di sbagliato nel mio commento? E se lei è tanto più bravo di me perchè non mi ha risposto?

      • Stilobate ha detto:

        @Stilumcuriale Emerito: la gente che quando è messa alle strette contrattacca sommergendoti di domandine o chiedendo titolucci e pubblicazioncelle va lasciata bollire nel suo brodo. In altri tempi i soggetti di questa risma tacitavano l’interlocutore con metodi piuttosto spicci: oggi per fortuna sono stati ridotti all’impotenza. *** Tenga presente un paio di aforismi del qui pluricitato Eraclito da Efeso (uno che ai titolucci e alle pubblicazioncelle, nonché ai fasci di domandine, era indifferente): “I cani hanno l’abitudine di abbaiare a ciò che non conoscono”. E “i maiali folleggiano nel letame”.

    • Rolando ha detto:

      CLAUDIO GAZZOLI caro! Ed a che pro? Pensi forse che la Verità abbia bisogno di particolari supporti?
      Ah, si! L’intelligenza, la competente conoscenza, ecc.
      Ma sono armi a doppio taglio! E “La Verità è l’arma nostra”, disse Pio XII. Ed un filosofo ben noto:”O si crede o si ragiona”. Non ha detto: o si crede o si impedisce di ragionare. Tutti possono apportare un contributo di riflessione. ERRANDO DISCITUR.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        L’apprendimento per tentativi ed errori è la forma più elementare di apprendimento. E’ però molto simile all’approccio euristico della ricerca scientifica. In fondo la ricerca della verità non è altro che la ricerca di qualcosa che si sa che esiste ma non si sa dove sia e non la si conosce ancora. Studiate, gente, studiate ! Ciapa sù e porta a cà , direbbe Scarpe Grosse.

      • Daouda ha detto:

        Vien da dire per analogia “scusi ma è un virologo lei?”. Il professore cozza semplicemente con la realtá logico-fattuale che è sotto gli occhi di tutti, che costituisce la base comune prima di ogni competenza che nessuno vuol denigrare.

    • Un ignorante qualunque ha detto:

      Con tutto il rispetto per questo professore, senz’altro molto colto, dal suo curriculum disponibile in rete emerge che i suoi titoli di studio sono: una laurea in Arti Liberali (che comprendono un po’ di tutto, dalle scienza sociali a quelle naturali alla matematica, ma non una specifica formazione teologica, tanto che l’argomento della tesi era l’autorità politica in Shakespeare); una laurea e un master in filosofia, con tesi su Tommaso d’Aquino e Cartesio. Ha insegnato anche teologia, probabilmente perché in Usa gli è consentito dalla laurea in Filosofia, ma sebbene tra le sue aree di specializzazione indichi pure l’Ecclesiologia e nientemeno che la Teologia Sacramentaria, nell’elenco dei titoli accademici da lui fornito non ne risultano in Teologia, tanto meno in Liturgia. Ora, l’oggetto di questo articolo è prettamente liturgico, e specificatamente la posizione del tabernacolo, con conseguente riflesso sulla catechesi del significato della Messa, tutti argomenti certamente non di competenza della Filosofia. L’articolo poi non è di carattere accademico-scientifico, cioè non è uno studio supportato da fonti storiche e/o letterarie e/o magisteriali, ma è un’esposizione delle sue opinioni in merito alla liturgia, senz’altro rispettabili, ma appunto opinioni restano, come per esempio dove dice che la liturgia post-conciliare ha desacralizzato la Messa o che era meglio il tabernacolo al centro dell’altare piuttosto che di lato: le autorità della Chiesa invece la pensano diversamente. Poi parla delle diverse reazioni dei suoi figli di fronte alla Messa antica e moderna, va bene, ne prendiamo atto, ma non sono argomenti ex cathedra: in merito alla liturgia e alla catechesi, questo studioso non ha un’autorità accademica maggiore rispetto a una persona qualunque. Diverso sarebbe, se ci trovassimo di fronte ad una disquisizione sulla Critica della Ragion pura kantiana, che è la sua materia, che per essere capita ed eventualmente contestata richiederebbe un minimo di preparazione specifica. Inoltre qua siamo sul blog di Tosatti, non in un dipartimento universitario, quindi è normale che la gente qualunque possa commentare le opinioni di chicchessia. Poi, se teniamo conto che questo professore ha firmato degli appelli contro il Papa, accusandolo nientemeno che di eresia, contestandolo su Amoris Laetitia, sui ministeri alle donne, sulla pena di morte nel Catechismo ecc, possiamo dire che se lui è libero di criticare il Papa, noi, più modestamente, saremo ben liberi di contestare alcune opinioni che egli esprime in un articolo. giornalistico.

      • Daouda ha detto:

        Ma infondo non si tratta tanto dei titoli giacchè molti riescono a raggiungere parallelamente al percorso accademico buoni risultati e competenze.
        Qui si trattava semplicemente che il professore ha toppato sul piano che è anteriore e comune a tutti ossia quello dei fatti e dei principi, che uniti insieme, danno il decorso storico in questo caso liturgico giacchè lo dovrebbero sapere tutti che l’eucarestia di norma è fatta per essere mangiata e bevuta, non per starci ore davanti a fargli una illusoria “compagnia”.
        Inoltre è inutile ribadire che anche illustri studiosi possono dire corbellerie o scordarsi determinate cose, ma a quanto pare gli unici da biasimare e fargli le pulci possono essere solo i provax e proNato, altrimenti è lesa maestá se sono dalla nostra( loro ) parte

        Mi si capirá allora quando affermo che i tradizionalisti sono alquanto speculari ai modernisti, la maggiorparte certo in buona fede.

    • Forum coscienza virile ha detto:

      E invece Gazzoli e Coscienza maschile (???) avrebbero esibito grandi credenziali. Ma ci facciano il piacere!

      • Gran Maestro .·. ha detto:

        Siete un fedele Apprendista, quando non sappiamo cosa rispondere passiamo alla derisione . Purtroppo in alcuni casi sortisce l’effetto contrario.

        H.·.P.·.D.·.S.·.C.·.I.·.N.·.M.·.C.·.V.·.S.·.C.·.E.·.C.·.T.·.G.·.O.·.C.·.V.·.S.·.D.·. (ho il piacere di salutarvi con i numeri misteriosi che vi sono conosciuti e con tutti gli “onori” che vi sono dovuti)”

        “N.·.D.·.I.·.V.·.O.·.M.·.” (non dimenticate i vostri ornamenti massonici).

  • Il Matto ha detto:

    Mi sono sempre chiesto, ma ormai non me lo chiedo più, visto che stanno sgretolandosi, donde i teologi d’ogni tempo hanno tratto le loro montagne di elucubrazioni.

    Dal Vangelo? Impossibile!

    Il Vangelo è un testo eminentemente PRATICO e nessuna teologia, magari infarcita di spaccamenti di capello in quattro può chiarirne il contenuto. Anzi.

    Il Vangelo dice cosa c’è da FARE e non cosa c’é da PENSARE o DIRE.

    L’Occidente sta dissipandosi nel PENSIERO e la Chiesavaticano (difficilissimo se non impossibile alcuna vera distinzione) sta seguendo la medesima sorte.

    Chi pensa ad una restaurazione aristotelico-tomistica in seno alla Chiesavaticano è molto probabile che resterà deluso.

    La Verità non è nel PENSARE e DIRE bensì nel FARE.

    Soltanto l’AZIONE PURA può testimoniare il Vangelo.

    • Rolando ha detto:

      Oh, il MATTO caro !
      I vangeli, chi più chi meno sono visioni teologiche su una certa persona di nome Gesù che tradiscono anche delle informazioni storiche. Tutte più o meno risentono della più antica scrittura Paolina ( almeno 7 lettere). Giovanni poi va da sé…
      Marco si ferma al sepolcro vuoto per modo di dire perché dentro, oltre a quello che ci poteva essere o non essere, ci sono sicuramente due bei giovinetti biancovestiti che aprono bocca e pronunciano parole. E su queste parole colui che videro entrar morto ( morto?) non sarebbe più lì.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Prima del FARE c’è la lectio, la meditatio, l’oratio, la contemplatio. Saltare direttamente dalla lettura al fare, soprattutto se la lettura è frammentaria e consiste più nell’estrazione di singoli versetti se non addirittura di singole parole, ti permette di giustificare tutto e il contrario di tutto, etichettandolo come “Parola di DIO”.
      Ieri ho avuto una discussione a questo proposito con alcuni dottori di SC. Ora è già finita in seconda o terza pagina. Ma mi è stato contestato come non vero che per capire il significato di un versetto o di una breve pericope bisogna contestualizzarlo, e vedere da chi è stato scritto, a chi è stato scritto, quando, perchè, per dire che cosa.
      E’ certo che la Bibbia parla anche alla gente di oggi, ma non della gente di oggi. Parla anche ai Cardinali, ma non parla di Cardinali, di Collegio Cardinalizio, nè dei criteri per la loro nomina.

      • Il Matto ha detto:

        Mi vien da osservare che già la sequela lectio-meditatio-oratio-contemplatio è molto moderna (il che, è meglio chiarire, non significa inutile).

        Anche il contestualizzare è moderno, e rientra nel vizio del pensare che, fatalmente, non raggiunge mai il suo oggetto.

        Il Precetto divino è primordiale, ed è diretto all’anima senza mediazioni, quindi: O ARRIVA O NON ARRIVA.

        Piuttosto, occorre preparare la strada al Precetto divino entrando nel Silenzio più assoluto. Infinitamente oltre ogni teologia che, alla lunga, si risolve in un ‘infrazione del Silenzio.

        Poco ma sicuro che se Dio deve parlare l’uomo deve tacere.

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Vorrei sapere che cosa significa per te “moderno”.
          La Lectio Divina è pratica antichissima delle Chiesa eseguita con, ma anche senza, la guida di un Sacerdote. E’ suggerita e raccomandata dai Padri del Deserto e dai Padri della Chiesa sempre comprendendo come minimo le quattro fasi poi, in certo senso, “Codificate” nella forma del Paradigma da me esposto nel XII (dicasi dodicesimo) secolo d.C. da un monaco certosino.
          Recentemente è stata rispolverata con aggiunte e modificazioni (e ti pareva ? ) ma non è la sequenza originale.

    • Rolando ha detto:

      “Soltanto l’AZIONE PURA può testimoniare il Vangelo.”
      IM ANFANG WAR DIE TAT.
      Quindi IN PRINCIPIO ERAT VERBUM del quarto Vangelo è una pia illusione platonica.
      Quindi il Vangelo teologico tradisce una filosofia di vita pratica.
      Che non esclude la fiducia, ma fa aprire gli occhi sulle dottrine di Verità. QUiD EST VERITAS?
      L’illusione di un millisecondo.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Già, quid est veritas ? è l’inquietante domanda che durante il processo a Gesù Pilato buttò là come una provocazione senza attendere la risposta. Certamente per un governatore romano, mai sarebbe stata accettata l’idea che proprio quel Nazareno che stava interrogando era la Verità.

      • Il Matto ha detto:

        Resta un’illusione platonica se non segue immediatamente: ET VERBUM CARO FACTUM EST.

        Dice FATTO Carne, non PENSATO carne.

        E se ciò è rivelato di Dio, quanto più deve valere per l’uomo?

        L’uomo pensa e crede che il suo pensare sia una realizzazione. Illusione massima!

        Specialmente l’uomo Occidentale è portato a perdersi in una marea di parole, concetti e immagini che lo tengono ben lontano dall’Assoluto.

      • Daouda ha detto:

        Rompo le uova nel paniere: pensare è anch’esso agire per l’appunto intellettualmente, ugualmente acquisire conoscenza è agire.
        Usare sbrigativamente il termine fare è fuorviante, e difatti il santo Vangelo è altamente pratico certo come finemente teorico nella sua immediatezza.

        Per quanto mi riguarda lei sta facendo marxismo spicciolo. Inoltre caro Matto ( ma c’è chi è più “matto” di lei ) dovrebbe ben sapere che la theosis e compartecipazione nel cristianesimo per essenza sono promosse dalla Grazia e dunque anti gnostiche per definizione perchè ha bisogno di ricordarsi che la gnosi non è certo il mostro che i tradizionalisti bramano scovare ovunque ma ciò non di meno è e rimane robba prettamente creaturale, umana e naturale.

        Invece di sbertucciare gli altri, faccia autoanalisi.

        Ad ogni modo concordo sul suo appunto sugli aristotelici-tomisti

    • luca antonio ha detto:

      ” Sta scritto “In principio era il Verbo”. Son già bell’e fermo! Chi mi aiuta a proseguire? E’ impossibile ch’io stimi la “parola” (das Wort) in modo così alto. Devo tradurre altrimenti, se lo Spirito m’illumina bene…
      Sta scritto: “In principio era il Pensiero”. Rifletti bene, sin dalla prima riga, affinché la tua penna non abbia troppa fretta. E’ forse il pensiero che tutto crea ed in tutto agisce? Allora dovrebbe essere: “In principio era la Forza”. Ma mentre scrivo questa espressione, già un non so che mi ammonisce che non mi ci fermerò. Lo Spirito mi aiuta! Improvvisamente mi si fa luce dentro: “In principio era l’Azione (die Tat)”.
      Caro Matto, e’ proprio a seguito di questo ragionamento , proprio in quel momento, che entra in scena Mefistofele.
      Faust e’ suo.

      • Il Matto ha detto:

        Ma no… ma quale Faust.

        Semplicemente san Giacomo: “La fede senza le opere è morta”.

        Il FARE sono le OPERE, intese come operazione interiore, ovvero con l’intenzione rivolta alla maggior gloria di Dio, e come operazione esteriore che METTE IN PRATICA il Precetto divino.

        «Non chiunque mi DICE: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che FA la volontà del Padre mio che è nei cieli». C’è niente da obiettare.

        Se il Verbo si è FATTO carne, noi dobbiamo (dovremmo) FARE-INCARNARE il Precetto divino.

        Le teologie (e i catechismi) non cessano di DIRE, e la tentazione di RIPETERLE, dunque di RI-DIRLE (magari per sbatterle in faccia agli altri) sembra irresistibile.

        E poi non dimentichiamo: tra il DIRE e il FARE c’è di mezzo il MARE.

        • luca antonio ha detto:

          “La fede senza le opere è morta”, nessuna obiezione, caro Matto, senza le opere la Fede è morta, sia nel senso che non produce più opere, sia nel senso che senza opere non è mai nata.
          Il problema tuttavia è rappresentato dalla torsione, anzi , dalla inversione della causa prima che si opera oggi all’interno della Chiesa, cioè che come dalla materia bruta, attraverso l’evoluzione, si addiviene allo Spirito, analogamente sono le opere, le azioni, che vanno a costituire la Fede.
          Si è dimenticato che, invece, è vero l’esatto contrario,
          “In principio era il Logos”, la ragione divina per dirla con Plutarco, coevo di San Giovanni, è lo Spirito crea la materia.
          Ed è la Fede che mette in moto le opere, quelle veramente buone, i cui frutti durano; il contrario non ha mai funzionato e non funzionerà mai.
          Cordiali saluti.

      • Adriana 1 ha detto:

        Applauso.

        • Adriana 1 ha detto:

          Veramente il mio applauso andava stavolta a Luca Antonio…siamo di fronte a suggestive notizie ed elucubrazioni, ma comunque l’eccesso in ciascuna delle due direzioni si paga.
          … ricordo che perfino i resti di Tut ank amon furono trovati rivolti ad Oriente, direzione della vita.

  • daouda ha detto:

    Il professore prende una toppa colossale giacché nel rito romano antico il tabernacolo al centro dell’altare manco era concepibile e dire orientem era dire geograficamente oriente, come cosmologicamente deve essere ( motivo per cui la concessione della messa vespertina di Pio XII fu un abuso antiscritturistico ed antitradizionale oltremodo proprio per quanto riguarda l’atto mistagogico ma anche cosmico che il rito della santa Messa adempie ).
    Di conseguenza addossare reconditi fini a tale atto di spostamento è prima di tutto molto buffo: sarà anche vero che i modernisti hanno sfruttato ciò per dare un segno di tal fatta con tale occasione – e lo si vede anche nel tipo di celebrazione liturgica che hanno assunto – ma la contrapposizione dei tradizionalisti è altrettanto deviante e basata su motivazioni esclusivamente oppositive ed assolutamente al di fuori della retta comprensione liturgica ma anche teologica rispetto l’Eucarestia divina, cosicché si abbia la perversa situazione che due gruppi alla fine si fanno da dirimpettai nella deviazione, ognuno secondo il suo stile.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    C’è un accordo tra stato e chiesa di eliminare Cristo dalla storia.
    Premettendo l’idiozia di tale progetto, visto che Egli è Creatore e Signore dell’universo, con la mossa di spostare il Tabernacolo da un lato o dall’altro o altrove, c’è anche e soprattutto l’intento di oscurare Lei: Maria SS, la Creatura più amata dalla Santissima Trinità, Suo tabernacolo Vivente, Contenitore di Creatore, creato e creature.
    L’autrice della vittoria finale contro le forze del male, che mai hanno potuto mettere piede nel Suo Cuore Immacolato.

    Sancta María, Mater Dei, ora pro nobis. Amen

    • Rolando ha detto:

      Adesso fai di Maria Santissima, la madre di Dio, il Tutto cioè l’Universo intero. Dio stesso, anche se con altre parole ici provassi a smentire.
      Ma io, con I piedi in terra, sono sicuro che ad Efeso la faccenda cristiana sarebbe morta e sepolta SE non avessero sostituito la dea pagana locale con l’ebrea Maria Vergine e Madre di Dio per opera di un Dio. Semplice passaggio di consegne perfettamente riuscito, come per altri consimili questioni ben documenta il dottore della Chiesa, Eusebio di Cesarea.
      In un Santuario mariano nei miei dintorni sta chiaramente scritto MARIA SANTISSIMA ALMA DEA.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Chi mi conosce sa che soffro della sindrome di San Tommaso : se non vedo non credo.
    Per questo chiedo a chi lo sa con certezza, non a chi se lo immagina: quando fu dato l’ordine di togliere il tabernacolo dall’altare e metterlo di lato, quale giustificazione fu data ?
    E se oggi lo chiedessi ad un esperto liturgista che cosa mi risponderebbe?
    Grazie.

    • Rolando ha detto:

      La questione del tabernacolo si pose in unum con la questione dell’altare pietra del sacrificio rivolto verso il popolo, o meglio in mezzo al popolo. Chi vi vide anche una mensa, secondo la prima messa celebrata da Gesù in persona, attorniato dai suoi dodici che si scambiavano il linguaggio anche con i neuroni specchio, stabilì che il Sacerdote Presidende fosse rivolto verso il popolo. La questione del tabernacolo fu da quel momento una semplice questione architettonica. Con proibizioni di spostamento e demolizioni di altari artistici e permessi vari per una nuova diversa sistemazione. Chi vi vide una svalutazione della Divina Presenza nell’Eucaristia è semplicemente uno che insinua veleni in nome di una supposta ortodossia.

      • Rolando ha detto:

        Scusa do per scontato ciò che è ovvio: la nuova pastorale liturgica del Vaticano II, le cui timide radici s’innestano in quella di Pio XII per la settimana santa.

  • Andreina Gambassigiampiandre@gmail ha detto:

    Ricordo solo la Messa in latino del 1962 e e varie riforme successive che hanno diminuito il vero senso della Santa Messa:il il Sacrificio di Gesù sul Calvario per eccentuare quello della convivialità (l’Altare che diviene un tavolo).
    Nelle ultime riforme ciò che mi ha dato più fastidio so state soprattutto quelle nel Gloria e nell’Offertorio:
    -1) Nel Gloria quel “Pace agli uomini amati dal Signore”, che ha sostituito il “Pace agli uomini di buona volontà”. De è sufficiente essere “amati dal Signore”, sembra che il Sacrificio di Gesù sulla Croce per redimerli dal peccato sia meno utile dopo avere annullato la “Buona Volontà” del dovere degli uomini di corrispondere all’Amore di Gesù osservando i suoi Comandamenti (Gv.14,21), con l’aiuto dal Pane Eucaristico (vero Corpo di Gesù offerto a noi per sostenerci sia nella lotta contro il peccato, sia nelle prove che la vita da ad ognuno).
    -2) All’Offertorio, quando il sacerdote aggiunge l’acqua al vino nel calice, sembra che lo faccia perché il vino faccia meno male annacquato, dopo che è stata eliminata la frase che dava un significato profondo a questo atto: “L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. Questa frase ci faceva capire come l’acqua era u

    “unita al vino”, che tra un po’ sarebbe divenuto il Sangue di Gesù, anche noi venivamo offerti perché partecipassi o alla sua passione, alla sua morte ella sua resurrezione.

    • Emerito ma non troppo ha detto:

      La “buona volontà” di cui si parla nel Gloria è sempre stata considerata dagli esegeti riferita a Dio,non agli uomini. Anche nella Bibbia ottocentesca di A. Martini, la spiegazione data in nota è quella: gli uomini, oggetto del buon volere di Dio. Il fatto che si sia finito per credere che la buona volontà fosse degli uomini deriva dalla cattiva traduzione in italiano della Vulgata, hominibus bonae voluntatis, a sua volta frutto di una traduzione non proprio felice di san Girolamo dal greco, ma anche lui intendeva la bona voluntas riferita a Dio. Poi è chiaro che l’uomo, da parte sua deve metterci l’impegno di corrispondere al buon volere di Dio per lui.

  • Emerito ma non troppo ha detto:

    “Un pasto a imitazione dell’Ultima Cena”… Perché, Cristo nell’Ultima Cena dopo aver dato da mangiare e bere agli apostoli non ha forse detto di fare lo stesso in sua memoria? E negli Atti non si dice che i cristiani erano assidui nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere, spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore?🤔 A volte in certi ambienti tradizionalisti sembra che, a forza di concentrarsi sui manuali di teologia elaborati nel corso dei secoli, si finisca per considerare i vangeli come un qualcosa di accessorio🤔 Come pare che per alcuni la storia della Chiesa sia iniziata a Trento; la posizione del tabernacolo non è di istituzione divina, è cambiata nei secoli: il tabernacolo fisso al centro dell’altare fu introdotto dal vescovo di Verona nel 500, e la congregazione dei riti lo stabilì come regola nell’ 800, mantenendo però nelle cattedrali e collegiate la cappella del SS. Sacramento.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Osservazioni molto appropriate.

      Particolarmente:

      “a forza di concentrarsi sui manuali di teologia elaborati nel corso dei secoli, si finisca per considerare i vangeli come un qualcosa di accessorio”.

      Discorso gigantesco.

    • Rolando ha detto:

      Gian Matteo Giberti questo Vescovo di Verona.
      “a forza di concentrarsi sui manuali di teologia elaborati nel corso dei secoli, si finisca per considerare i vangeli come un qualcosa di accessorio”. Questa la verità.!

  • daouda ha detto:

    https://traditiomarciana.blogspot.com/2019/06/luso-distorto-del-tabernacolo.html

    Articolo su cui riflettere apporfonditamente che respinge ciò che afferma Kwasniewski, che sarà pure bravo ma certe volte ha degli svarioni disarmanti…perché il discorso è presto detto: io personalmente preferisco il tabernacolo sull’altare maggiore ( che dovrebbe essere l’unico altare d’altronde ) come sensibilità del tutto individuale ma se si vuol esser fedeli alla scuola romana ciò non fu in uso che estremamente tardi innovazionisticamente. Quindi fedeli al rito romano di quando? E soprattutto a quali rubriche tridentine?
    Inoltre continuare a ritenere che il tabernacolo sia l’orientem a cui ci si rivolge è un falso. L’oriente è proprio l’oriente geografico ed è antitradizionale avere chiese orientate a nord, sud, ovest foss’anche siano coram Deo con il tabernacolo al centro e dunque menzogna spacciare l’uno per l’altro.

    Buona Petecoste a tutti.

    • Januensis ha detto:

      Se si guarda la mappa del centro storico di Genova si vede che tutte le chiese antiche sono disposte nello stesso modo. Cioè con l’abside a oriente.
      Sia la prima cattedrale cioè San Siro, sia la cattedrale attuale di san Lorenzo hanno lo stesso orientamento. Lo stesso discorso vale per la Basilica delle Vigne. Aggiungo almeno altre 3 chiese : l’Abbazia di San Matteo, san Donato e l’altra chiesa romanica dei santi anargiri Cosma e Damiano.
      Altre chiese nel corso dei secoli sono state capovolte cioè l’entrata è diventata l’abside e l’abside fu demolita per far posto all’entrata.
      Credo sia il caso di san Pancrazio e anche di Santa Maria Maddalena.
      Tutte queste chiese hanno la pianta basilicale cioè rettangolare sia che ci siano le navate sia che non ci siano.
      Per quanto riguarda le chiese a pianta circolare non sono in grado di pronunciarmi.
      Un appello a chi fosse interessato : si potrebbero utilizzare i denari dell’8 per mille per acquistare lo spazio a sinistra della ex cattedrale di San Siro già privatizzato . Detto spazio fu chiaramente un chiostro. Al centro di detto spazio c’è un manufatto in ferro. La pianta ottagonale di detto manufatto fa ipotizzare che sotto il detto manufatto, scavando un po’ si potrebbero trovare i resti del battistero della prima cattedrale di Genova.
      Lo spazio suddetto è attualmente coperto da una orribile copertura in lamiera facilmente eliminabile proprio come se si dovesse aprire una scatoletta di tonno. O di salmone. Fate voi.
      Dimenticavo: ci sono anche le scatolette di sardine.

  • Eureka ha detto:

    Grazie per l’interessante articolo che ricorda e spiega il sacrificio della messa (come veniva insegnato),
    Riguardo il tabernacolo sull’altare, per me indicava la presenza del padre a cui era rivolto il sacrificio del figlio (in com-unione con I fedeli); e spostarlo è stato il primo passo per snaturare il senso della messa.
    Anzi in questo modo viene anche ‘escluso’ dalla ‘cena’!