Mons. Ics. Il Papa e Charles de Foucauld. Forse non Ha Letto Escrivà…

24 Maggio 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Ics mi ha scritto. Doverosamente condivido con voi il messaggio. Buona lettura.

§§§

Caro Tosatti riporto un punto della Omelia di domenica 15maggio in occasione della canonizzazione di più Beati, tra cui de Foucauld. La versione di Aleteia  con questa considerazione, non l’ho trovata in altri siti italiani. Ma è possibile che sia io a errare. Ciò non toglie l’interesse ad una breve commento. Se il virgolettato è falso è responsabilità di Aleteia.

Grazie per l’ospitalità.

Mons.ICS

***

Aleteia – Lunedi 23 maggio. Le pape Francois espère que les nouveaux saints guideront les responsables politiques.

Invitant les chrétiens à « une conversion sur l’idée que nous nous faisons souvent de la sainteté », l’évêque de Rome a reconnu qu’en « insistant trop sur les efforts pour accomplir de bonnes œuvres, nous avons généré un idéal de sainteté trop fondé sur nous-mêmes, sur l’héroïsme personnel, sur la capacité de renonciation, sur le sacrifice de soi pour gagner une récompense ». le pape François a rappelé que la sainteté est à chercher dans le quotidien de nos vies plutôt que dans des actes héroïques.

 

Tradotto in italiano:

Invitando i cristiani a “una conversione all’idea che spesso abbiamo della santità”, il Vescovo di Roma ha riconosciuto che “insistendo troppo sugli sforzi per compiere buone opere, abbiamo generato un ideale di santità fondato troppo su noi stessi, sul personale eroismo, sulla capacità di rinuncia, sul sacrificio di sé per ottenere una ricompensa”. Papa Francesco ha ricordato che la santità va cercata nel quotidiano piuttosto che in atti eroici.

 

Cosa ha destato la mia sorpresa?

1°-Il tono piuttosto “filoprotestante “ con cui critica lo sforzo di compiere opere buone. Lutero divise la cristianità proprio su questo punto, separando fede e opere e indicando quale peccato di orgoglio il voler esser santi con opere, anziché solo grazia.

2°- il distinguere tra ricerca di santità nel quotidiano dagli atti eroici. Che c’è di più eroico che lottare per esser santi nel quotidiano? Con tutte le tentazioni nel quotidiano, per chiunque, per ogni occasione?

3°- Mettere in cattiva luce la lotta per “rinunciare” e per “sacrificarsi “ è a dir poco contraddittorio. Come pensa che ci si possa santificare nel quotidiano senza rinunce e sacrifici?

4°- Il velato rimprovero all’obiettivo di ottenere una “ricompensa” lottando per la santità, son ancor più perplesso.

Un grande santo del secolo XX, San JosèMaria Escrivà, scrisse in “Cammino” che un’anima che cerca la santità nel quotidiano non deve preoccuparsi se talvolta pensa al premio che riceverà, alla ricompensa spirituale, cioè.

669

Está bien que sirvas a Dios como un hijo, sin paga, generosamente… — Pero no te preocupes si alguna vez piensas en el premio.

È bene che tu serva Dio come un figlio, senza retribuzione, generosamente…. – Ma non preoccuparti se pensi qualche volta al premio.

§§§




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47 commenti

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    Se non si crede più alla presenza, nella storia, del Maligno e alla sua nefasta azione, come si può aver fede nei santi senza tempo?

    Che idea ci si può fare della santità se non si considera debitamente l’opposizione del Nemico e non si studiano le sue mosse?

    – “Sentinella, quanto resta della notte”?
    – E che ne so, lasciami dormire in pace!

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Via apostasiae aggiornata.

    Santità quietista, da olio negli ingranaggi, sì – santità eroica, da rompiscatole del mondo, no.
    Chiesa dialogante sì (verità come pizza, su misura e ordinazione) – Chiesa della Verità no.
    Cristo JHS no – “Cristo” ecumenico/teilharddechardin-eniano/panteista sì.
    Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, Emmanuele in Cristo, no – “Dio” muppet de Loraltri sì.
    Capolinea, previe fermate sulla circonvallazione dell’ipocrisia: santo, Cristo e Dio sono Io.
    Cioè Loro.

    Sull’argomento eroicità vs mediocrità della vita, Aldo Maria Valli ha postato ieri un bell’articolo.
    https://www.aldomariavalli.it/2022/05/23/che-cosa-dice-ai-nostri-tempi-il-ritrovamento-della-nave-endurance/

    PS. “Le crociate”: trasposizione peggiorata di uno dei libri più faziosamente anticattolici che abbia mai letto. Sintesi liofilizzata: “Deus lo volt”? Vi hanno sbattuti fuori dalla Terra Promessa? Ergo, la religione -cattolica- è tutta una bufala. Molto sillogico, calvinistico e anglosferico, non c’è che dire. Da parte di uno dei registi più polcorrettamente orientati di tutto il baraccone hollywoodiano. Ovvero la dimostrazione di quanto sia importante sapersi scegliere i soggetti “giusti” e i collaboratori migliori (Vangelis).
    “Blade Runner”: confezionato benissimo, con passaggi oggettivamente molto belli e suggestivi, contiene però un virus a tesi criptomaltusiana (il “lavoro in pelle”/angelo ribelle caduto dal cielo che giganteggia -anche dal punto di vista morale- sull’immagine/fattura divina) opposto all’umanesimo implicitamente cristiano del romanzo di Philip K. Dick (ogni vita è unica, e c’è un quid irriducibile -anima/Artefice- tra Uomo e golem).

  • il Sincretista ha detto:

    Visto che si parla di santità:

    “Forse non tutti i cristiani né tutti i buddisti sanno che il Buddha è un santo cristiano. Addirittura cattolico, inserito nel Martirologio Romano dal 1583, in piena epoca segnata dalla Controriforma. Santa Romana Chiesa lo festeggia ogni 27 novembre sotto il nome di Ioasaf, in compagnia di un altro strano santo chiamato Barlaam”.

    Per leggere tutto:

    https://www.ilgiornale.it/news/cultura/quando-buddha-divenne-santo-cristiano-866033.html

  • Enrico Nippo ha detto:

    Propongo due brani che, a mio parere, sono strettamente collegati, e potrebbero voler indicare un radicale, epocale, necessario cambio di coscienza.

    “Oggi non è sufficiente essere santo: è necessaria la santità che il momento presente esige, una santità nuova, anch’essa senza precedenti”.
    Simone Weil, Attesa di Dio.

    “Non do alcun credito alla religione. Sotto la parola religione ho visto la follia di fanatici di ogni denominazione venire chiamata “Volontà di Dio”.
    La santità sta nell’agire rettamente e nel coraggio da parte di coloro che non possono difendersi; la bontà, ciò che Dio desidera, sta qui [indicando la testa] e qui [indicando il cuore]. Secondo ciò che decidete di fare ogni giorno sarete un uomo buono o no”.
    Cavaliere Ospitaliere, dal film: Le Crociate.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Caro Nippo,
      “L’Attesa di Dio” è un testo davvero pregevole e Simone Weil una figura straordinaria per probità intellettuale e coerenza con le proprie scelte.
      Benchè non condivida tutti i suoi pensieri – è morta 34enne e chissà come si sarebbero evoluti con la maturità – credo sia una “santa” data da Dio ai non credenti!
      Per me resta un unicum. Necessariamente. Testimonia la libertà di Dio!
      Trovo la sua vita interroghi come non mai ogni “buon” cattolico all’acqua di rose, per non dire fariseo: ella non si fece battezzare, è vero, – si dice ebbe un battesimo di desiderio – ma amò fattivamente Cristo e il prossimo, arrivando a dire cose come “penso che non entrerei mai in un ordine religioso, perchè non voglio separarmi con un abito dai comuni mortali”…oppure “nessun pensiero mi procura tanta pena quanto quello di separarmi dall’immensa e sventurata massa dei non credenti”…
      Una Weil che quasi certamente, solo per un eccessivo attaccamento ai cavilli della propria mente investigativa, non è sbocciata alla pienezza dei Sacramenti, di cui parla in modo sorprendente.
      Una Weil che considero molto lontana dal pragmatismo proprio perché è innegabile la probità intellettuale e morale che la contraddistinguono.
      Indagare con onestà, per mezzo della ragione, l’atto di fede, non è allora per la Weil una sbrigativa quanto superficiale esigenza di concretezza a tutti i costi, quanto espressione la più sublime dei mezzi di cui il Signore l’aveva dotata per pervenire a Lui nonostante fosse stata allevata nel più completo agnosticismo! Quanti misteri!
      Il suo rimanere sulla porta del cattolicesimo non può neppure essere preso come giustificazione per fare a meno della Chiesa con pace di coscienza perchè la Weil ne parla “misticamente”!
      Il suo incontro con Cristo alla Porziuncola, poi, la pone in ginocchio definitivamente…

      Per queste ragioni, ho trovato banale il pensiero tratto dal film “Le Crociate”, inaccostabile alla profondità di una Weil.

      Un caro saluto!

  • Virro ha detto:

    Mons. Ics, non ce se la fa più ad ascoltare Bergoglio,
    poiché il suo parlare è sempre a sfondo psicologico,
    tipico linguaggio culturale, espressione delle Americhe,
    io mi domando: la Grazia Divina dove è stata nascosta?
    me lo dica, per favore, perché andrò a riprendermela
    “…Siete nel mondo, ma non siete del mondo…”
    e i Padri del deserto?
    già, altri tempi,

  • unaopinione ha detto:

    Credo che tutta la questione stia qui: che papa Francesco faccia ricomprendere nella figura di “persona santa incentrata troppo su sé stessa” (parole da me modificate nella speranza di tenere il concetto intatto), anche chi lo fa solo per vero amore verso Dio (non mi pare che distingua).
    Ora “Enrico Nippo” scrive: “ … qual è il criterio sicuro per sapere se si pensa e si agisce a maggior gloria Dio o a maggior gloria propria?” (riferendosi, credo, ad una persona santa e non alla persona ordinaria che si vuole semplicemente salvare).
    Credo che la risposta possa essere trovata nell´opera dell´Ora della Misericordia, laddove Gesú dice a Suor Faustina Kowalska: “Ancora non sei nella patria, perció vá fortificata nella Mia grazia e combatti come figlia del Re e ricordati che i giorni dell´esilio passeranno presto e con essi la possibilitá di acquistare meriti per il Cielo”.
    Quindi Suor Faustina riceve un incarico da Gesú (che io traduco con un:“Porta le anime a Me”) ed una promessa implicita (quella di “acquistare meriti per il Cielo”).
    Quindi il concetto di “ricompensa” é introdotto proprio dallo stesso Gesú (Dio, per capire Chi veramente sia).
    E Suor Faustina mostra che non lo fa per interesse personale ma per vero amore verso Dio, affermando (Stazione VIII dell´Ora della Misericordia”): “Prego ardentemente il Signore che si degni di fortificare la mia fede, affinché nella grigia vita quotidiana non mi regoli secondo considerazioni umane ma secondo lo Spirito.
    Oh! Come tutto attrira l´uomo verso la terra, ma una fede viva mantiene l´anima in una sfera piú altra ed assegna all´amor proprio il posto che gli spetta, cioé l´ultimo”.
    Ed anche (V Stazione): “Gesú, mio Signore, che ogni pensiero, parola, azione siano fatti esclusivamente per amore tuo….”
    Analoghi pensieri di Suor Faustina credo si possano trovare sparsi praticamente in ogni Stazione.
    Il tutto, secondo me, viene poi confermato da quanto dice Gesú alla V Stazione stessa:
    “Do la ricompensa non per il risultato positivo ma per la pazienza e la fatica sopportata per me”. Anche atti esteriori, dunque e non solo fede.
    E il risultato quale é stato? Suor Faustina Kowalka é diventata Santa della Chiesa: il sacrificio di sé ha portato Suor Faustina Kowalka ad una ”ricompensa” che si chiama “Santitá”.
    E quindi vedo un fortissimo contrasto fra quanto dice papa Francesco e quanto Gesú vuole che un Santo faccia per Lui (e per Suo Padre, naturalmente). Del resto … una vita quotidiana (“i giorni dell´esilio”) dedicata alla gloria di Dio (caso di Santa Faustina) non diventa una vita eroica agli occhi di Dio? (“ … combatti come figlia del Re”).
    E io da semplice umano (e quindi non sto parlando piú di come raggiungere la santitá) credo anche che la posizione di chi fa del bene anche solo per timore di Dio, e quindi aspettando una ricompensa anche non immediata di qualche tipo da Lui, e questa potrebbe essere anche una mancata meritata punizione – forse é il mio caso? (e che quindi potrebbe essere visto, in senso lato, come egoistico) sia comunque migliore di chi lo fa solo per tornaconto personale, aspettandosi giá un ritorno in questo mondo (es.: filantropismo alla Bill Gates).
    Naturalmente é difficile per un umano distinguere, ma non per Dio.
    Conclusione: é mia opinione che papa Francesco, con quelle parole, abbia abolito la figura del Santo e cosí ha implicitamente anche strappato, non so se volutamente o meno, del titolo di Santo, la Santissima Madre di Dio, San Giuseppe, San Francesco e tutti i Santi della Chiesa.
    Ma del resto … cosa ci si puó aspettare da chi non il vero Vicario di Cristo?
    Tutta una mia opinione, naturalmente.

    • unaopinione ha detto:

      Aggiunta. La seguente frase: ” “Ancora non sei nella patria, perció vá fortificata nella Mia grazia … ” si trova nella XIV Stazione dell´Ora della Divina Misericordia.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Mi perdoni ma faccio una piccola precisazione.
      “L’ora della Misericordia” non è un’opera. L’opera, che è un vero gioiellino, è “Diario. La misericordia divina nella mia anima”(edizioni LEV!), frutto dell’obbedienza di Santa Faustina alle richieste di Gesù.
      Le frasi, dunque, che lei riporta dal volumetto “L’ora della Misericordia” sono tratte dal Diario intimo della Santa, che va assolutamente letto per intero.
      Gesù, poi, volle Santa Faustina come apostola della Divina Misericordia: questo il suo “incarico” ufficiale!
      Tutti i santi portano anime a Gesù. San Giovanni Bosco addirittura arrivava a dire “Da mihi animas et cetera tolle”!

      Che ne sarebbe di noi cristiani cattolici, oggi, senza l’esempio e gli insegnamenti dei nostri santi?
      Anche solo leggendoli ci si sente “consegnati” a Dio!
      E con santa Faustina ho un bel debituccio…altro che la misericordia senza giustizia distribuita oggi a piene mani per ingannare e assopire ancor di più le coscienze!

      • unaopinione ha detto:

        Spesso mi chiedevo cosa significassero quei (…) durante la recita dell´Ora della Misericordia. Lei me lo ha chiarito e la ringrazio.
        E devo dire con piacere, che se questo é l´unica “piccola precisazione” (quando scrivo, scrivo quasi sempre abbandonandomi alla mia fantasia … e questo dai pochi elementi che ho a disposizione – ma mi rendo conto che a volte posso divagare in direzioni sbagliate), forse giá questo puó significare che giá solo il volumetto “L´Ora della Misericordia” adempie eccellentemente al suo compito di guida delle anime.
        Volumetto che ho scorto per caso in vetrina in una chiesa nel 2010 circa, che ho comprato di mia iniziativa e che ho poi spessissimo ripetuto (la carta, a forza di ripeterla é diventata gialla … non solo il tempo dunque).
        Mi permetto di affermare che la fiducia che ho riposto nelle parole che vi sono riportate (e soprattutto verso Chi le ha dette), mi hanno protetto finora da ogni tipo di evento avverso grave (ed infatti, anche se la mia etá si appresta alla vecchiaia, non prendo alcun tipo di medicinale).
        Ma forse questo ora non basta piú … tempi eccezionali, a mio avviso, si stanno avvicinando … e fiducia ancora piú eccezionale va riposta in Chi tutto puó.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Grazie a lei!
          Ho scelto di fermarmi ad una “piccola precisazione” soltanto perchè il suo commento darebbe moltissimi spunti, in realtà, per farne altri. Ma, tra i miei molti limiti, è che non so sintetizzare certi argomenti fondativi della mia fede.

          Dato che si coglie la sua passione per gli insegnamenti che ha tratto dal volumetto “L’ora della Misericordia”, faccio notare che la Santa morì nel 1938 e che il messaggio di Misericordia che Gesù le affida non è affatto casuale che preceda la Seconda Guerra Mondiale.
          E, tanto per stare ai nostri tempi, chi meglio dell’Apostola della Divina Misericordia può smascherare il misericordismo infausto e di matrice luciferina che oggi serpeggia più che mai?

          “Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno. E’ un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l’anima ma non l’annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benchè sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile…….Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità.
          Scrivo questo per ordine di Dio affinchè nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è…Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno”….

          Alla faccia del misericordismo!!!
          In quanto alla vera Misericordia, per ottenerla è necessario il pentimento sincero e grande fiducia in Dio.
          L’Iscariota si perse non perchè tradì ma perchè giudicò il suo peccato più grande della bontà di Dio…

  • Maria Michela Petti ha detto:

    «La santità non consiste nel dire cose belle, non consiste neppure nel pensarle o nel sentirle. La santità consiste nel soffrire e nel soffrire di tutto». (Santa Teresa di Lisieux. Lettera a Celina, 26 aprile 1889)
    Meditando su questa riflessione, senza voler alterarne il senso in modo oltraggioso, e non ritenendomi in grado di “dire cose belle” – quanto a “pensarle”: non vanto capacità oltre i limiti della mia natura umana – è sul “sentirle” che mi soffermo. E non mi riesce difficile ammettere, in tutta sincerità, che molte delle cose circonfuse di bellezza apparente, che mi ritrovo a leggere (piuttosto che sentire; avendo optato per un’informazione meno aggressiva) mi causano un motivo in più di sofferenza, rappresentando un grossissimo intralcio alla santità – secondo la mistica – consistente “nel soffrire e nel soffrire di tutto”. Con quel “tutto” che si espande a dismisura, diventando insostenibile alla prova dei fatti.

    • Adriana 1 ha detto:

      Non entro nei misteri delle anime…però questa frase mi ricorda parecchio la concezione di Rabi’a ( la quarta ), famosa mistica Sufi, che incentrava la vita sul dolore.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      Santa Teresina è la santa della “via dell’infanzia spirituale”, signora Maria Michela! E’ una specialista della “piccolezza” per giungere a Dio.
      Leggendo “Storia di un’anima”, dunque, troverebbe pace al turbamento che le suscita la frase decontestualizzata – la santità consiste nel soffrire e nel soffrire di tutto – scritta in tempo di noviziato a sua sorella Celina.
      Proseguendo la lettura vi troverebbe le seguenti parole: “La Santità! bisogna conquistarla con la spada sguainata, bisogna soffrire, bisogna agonizzare. Verrà un giorno in cui le ombre spariranno e allora non resterà che la gioia, l’ebbrezza…Approfittiamo del nostro unico momento di sofferenza! Non guardiamo che l’istante presente: un istante è un tesoro!…Un solo atto d’amore ci farà meglio conoscere Gesù, ci avvicinerà a Lui per tutta l’eternità.”

      La lettera si conclude così ed è nient’altro che un incitamento tra sorelle monache ad amare e imitare Gesù che “ha sofferto con tristezza” e che le ha predilette. Non un soffrire per soffrire, dunque, ma un soffrire per offrire e congiungersi all’Amato, senza illusioni di sorta a inzuccherare la militanza abbracciata con la vita del Carmelo.

      • Maria Michela Petti ha detto:

        Sì, certo! Anche Gesù “ha sofferto con tristezza”.
        Trovo conferma all’incitamento rivolto da Santa Teresa alle consorelle nella confessione ai discepoli, cui aveva raccomandato di “vegliare un’ora sola” e pregare con Lui e che, invece, ritrovò addormentati: «Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
        E, nei momenti di “tristezza” profonda – che non mi vergogno di confessare; il mio spirito non è forte, anche se l’aiuto di Dio mi ha impedito finora di cadere distrutta – e di “turbamento” (di sicuro non causato dalla frase che ha catturato la mia attenzione…) faccio mia – col pensiero e con il cuore – l’invocazione: «allontana da me questo calice!»… anche senza completare la frase evangelica, che pur conosco bene.
        La ringrazio, OcchiAperti!, per l’incoraggiamento a superare la debolezza che io, non avendo la capacità espressiva di Cristo e della mistica, ho manifestato anche qui, in tutta sincerità e nei termini alla mia portata.
        Aspettando il giorno “ in cui le ombre spariranno”… che, voglia Dio, sia il più vicino possibile per godere delle piccole, piccolissime, gioie della vita, negate per ingiustificabili e inaccettabili soprusi.

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          La leggo con piacere, Maria Michela e, a dispetto della sua modestia, mi ricorda tanto Santa Teresina che, della sua miseria e piccolezza, del suo dirsi senza coraggio e piena di debolezza, fece il “punto forte” della sua vita spirituale, santificandosi.

          Le parole di questo suo commento mi hanno spinto a riprendere in mano la lettera scritta a Celina, tanto sono simili nell’afflato dell’anima…

          Della sua veracità, grazie.

  • Carmela ha detto:

    Sono d’accordo con lei, mons.ICS. Purtroppo questa è l’eresia che sta serpeggiando, inopinatamente, dentro la Chiesa secondo Bergoglio. Teniamo duro e difendiamo la sana dottrina!

  • Beppez ha detto:

    Il commento non tiene conto del fatto che l’accento è su “troppo” . Se Le “ opere buone “ sono la risposta libera e volontaria alla grazia preveniente di Dio – al Quale va ascritto il “volere e l’operare” – il riferirsi in modo eccessivo e quasi esclusivo, allo sforzo umano mette in ombra la “grazia di Dio” . Senza dubbio. Non ci è nulla di protestante.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    “2°- il distinguere tra ricerca di santità nel quotidiano dagli atti eroici. Che c’è di più eroico che lottare per esser santi nel quotidiano? Con tutte le tentazioni nel quotidiano, per chiunque, per ogni occasione?”

    Ho sentito la stessa cosa anni fa in un noto movimento cattolico (non c’è da stupirsi). Ovunque si insiste per cambiare il concetto di santità, da virtù eroica a bonarietà condita da frasi melense di tono sentimentale. La santità come banalità e impegno umanitario, l’unica accettabile in un mondo dove superficiale e politicamente corretto sono virtù (obbligatorie).
    Del resto, non si può non tener conto delle esigenze ecumeniche: i protestanti non hanno santi, per cui la santità cattolica va diluita fino a farla sparire

  • In memoria ha detto:

    In questi giorni abbiamo commemorato la strage di Capaci. I defunti, di cui si è fatta memoria non stavano cercando di raggiungere il Paradiso ma stavano semplicemente compiendo il loro dovere quotidiano.
    Ma molto probabilmente il Paradiso lo hanno raggiunto sul serio.
    Non costituiscono forse un’esempio di santità nel quotidiano ?

  • laura cadenasso ha detto:

    Ma noi abbiamo Bergoglio -SANTO SUBITO- ora e vivente. Restiamo in vigile attesa dei suoi miracoli….arriveranno !!!

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Sulla santità (istantanea) di Bergoglio neanche io ho dubbi.
      Le sue udienze vanno deserte, ma sono sicuro che dopo la sua dipartita non mancheranno valanghe di testimonianze in TV e persino miracoli. Nel frattempo le sue statue sono già in diverse chiese, l'”amore” di Bergoglio vola al di là del diritto canonico

      • olly ha detto:

        bravo . Senta organizzi un Forum tipo Davos , sulla grandezza di Beroglio e sul valore che ha dato al mondo intero. Io mi iscrivo subito…

        • Forum Coscienza Maschile ha detto:

          Quel forum esiste già, si chiama S. Gallo. Pare ne facesse parte anche il card. Martini, che diceva che la Chiesa era indietro di 200 anni

  • Pifferaio Sol ha detto:

    si , l’ho letto anche io sul sito di Aleteia , ma non mi ha sorpreso affatto.Queste dicharazioni sono tipiche del personaggio : sembrano essere cattoliche ,ma non lo sono. Concordo con maons X , queste sono protestanti. Chissà se anche Socci se ne accorgerà.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Può darsi che talvolta si esageri nel fare le bucce a papa Francesco, e, gira che ti rigira, si vuol andare a trovare sempre una magagna in quel che dice.

    Può darsi che quando dice di “un ideale di santità fondato troppo su noi stessi” non sia poi così lontano dal vero, poiché, in senso lato, il pensare e l’agire umani scaturiscono dall’ego, che, immancabilmente, guarda a ciò che gli conviene e scarta tutto il resto.

    Non è quindi da escludere che le opere esteriormente sante siano interiormente guidate da un sentirsi speciali per il solo fatto di compierle. Quasi che una vocina sottilmente farisaica sibilasse: “io sì che sono buono!”. E ciò tenuto conto che anche l’ego è capace d rinunce e sacrifici, ovviamente a modo suo, per ottenere la sue ricompense.

    Riguardo al tema della ricompensa, un conto è pensarvi qualche volta e un conto farne un motivo di vita. E qui ognuno sa qual è il suo atteggiamento.

    Il fatto è che qui si cammina su filo del rasoio: qual è il criterio sicuro per sapere se si pensa e si agisce a maggior gloria Dio o a maggior gloria propria?

    • Adriana 1 ha detto:

      Tentazione di santità esposta da Eliot in: ” Assassinio nella cattedrale “, però mi pare che non sia da escludere neanche per Bergoglio ( al suo modo piacioso ).

      • Enrico Nippo ha detto:

        Appunto dicevo che è un camminare sul filo del rasoio, anzi, meglio, sul filo della spada 😊

        Ah! Il Filo della Spada! Quale stimolo più potente per dare senso alla Vita?

        Il camminare “in sicurezza”: mamma mia! Un vivere da morti!

        Ciao.

        • Adriana 1 ha detto:

          Però farsi tagliuzzare i piedi non è il massimo per ottenere la capacità di scelta! Pare piuttosto un’esibizione circense….la passeggiata perigliosa si trova anche nell’Islamismo che amava moltissimo le spade.

          • Enrico Nippo ha detto:

            Non senza ferirsi ginocchia e piedi, Lancillotto attraversa il Ponte della Spada costituito da una lama affilata e … salva Ginevra.

            La scelta sta prima di attraversare il Ponte, cioè prima dell’azione che, altrimenti, non potrebbe compiersi con determinazione e sprezzo delle conseguenze.

            Chiaro che qui ci troviamo in una temperie spirituale cavalleresca che è prerogativa del miles (uno su mille), che può compiere l’azione pura, incondizionata da qualsiasi preoccupazione di sé.

            L’amore per la propria “ginevra” e la fede in Dio sono il propellente dell’azione.

        • Adriana 1 ha detto:

          Enrico,
          confesso che capisco di più i 47 ronin…li trovo -umanamente- più disinteressati.

  • Daniele ha detto:

    Un grande santo del XX secolo? Ormai ci si contenta davvero di poco…

    • don Z ha detto:

      Qualcuno dell’Opus ti ha fatto un torto ? sei invidioso di qualcuno dell’Opus ? Non ti hanno accolto nell’Opus quando hai cercato di entrare ?

      • Alfonso G. ha detto:

        Invece di entrare nel merito Don Z va subito all’attacco personale. A parte il fatto che essere invidiosi di qualcuno dell’Opus è veramente difficile, perché a quei poverini c’è poco da invidiare, entrare in un’organizzazione che vive di proselitismo è semplicissimo. La Provera, come tutti gli ex di una setta, avrà il dente avvelenato, ma chi conosce l’ambiente dell’Opus sa che molte delle cose che ha scritto non sono campate in aria. Comunque non c’è da scaldarsi tanto: l’Opus è robetta e Balaguer un pigmeo del pensiero cattolico.

        • LucaF ha detto:

          Alfonso ,mi sa tanto che lei sia stato buttato fuori dall’Opus… Vero ??

        • LucaF ha detto:

          caspita , che livore ! lei con le sue parole accese da astio e rancore , spiega il contrario di quanto afferma . Ma cosa NON le hanno dato ?

        • Pedro Ardués ha detto:

          Ya perdonará pero el 2º apellido de San José María Escrivá NO ES Balaguer. Su 2º apellido es Albás. Su única relación con Balaguer reside en que desciende de un “segundón” de la “Casa Escrivá” de la localidad española de Balaguer (Lérida)

          • Alfonso ha detto:

            @Pedro Ardués. Vorrà dire che ho usato il 3° o il 4° apellido. La sostanza non cambia. La mia e non solo mia opinione su Mons. J. M. Escrivà de Balaguer y Albás non cambia. Così come non cambia il culto della personalità di cui è oggetto nell’organizzazione da lui fondata, un culto che rasenta l’idolatria. L’Opus è sostanzialmente cattolica, o più precisamente papalina, ma solo accidentalmente cristiana.

          • ex : ha detto:

            «L’Opus è sostanzialmente cattolica, o più precisamente papalina, ma solo accidentalmente cristiana»

            Di una chiarezza esemplare.

    • Operativamente ha detto:

      Emanuela Provera (leggete il suo libro) è stata a l’ungo nell’Opera e ha detto che non sono cattolici. Credo sia quella la chiave di tutto.

      • Bibliomane ha detto:

        La letteratura anti Opus è piuttosto vasta.
        Ma molti libri sull’argomento sono scomparsi dal commercio e anche Feltrinelli non vende più testi contro le degenerazioni di questa o quella organizzazione ma solo testi in laude Francisci.
        Un testo di parecchi anni fa di Maria del Carmen Tapia è stato pubblicato di recente in Francia ma con una postilla finale in cui l’autrice sembra abbia affermato di credere nella santità di Escriva’. Il tutto mi lascia piuttosto perplesso .

      • ugo G.M. ha detto:

        scusi, cosa sono se non sono cattolici ? Son protestanti camuffati ?

        • Operativamente ha detto:

          Al termine del libro la Provera dice che all’Opus non si fa un’esperienza spirituale cattolica e spiega il perché nelle pagine che precedono.
          Se in libreria non ce l’hanno il volume si trova anche online, cercate e troverete.

      • L'OPUS ha detto:

        Non ho letto il libro della Provera, ma per esperienza diretta ritengo che nell’Opus Dei non si viva un’autentica esperienza spirituale. Quante volte avrò sentito ripetere che bisogna ‘santificarsi’, come se la santità fossimo noi a prendercela e non Dio a donarcela!!! Da questo chiodo fisso derivano molte storture, come l’uso strumentale del prossimo in funzione della propria santificazione. Il senso di appartenenza è assoluto ed esclusivo. La lettura dei testi di mons. Escrivà è ossessiva e compulsiva. Il prelato di turno dell’Opera è considerato una specie di nume. Qualsiasi canale dell’organizzazione viene messo a disposizione solo di chi si ritiene possa portare acqua al mulino della stessa, cioè a persone che diano serie garanzie di asservibilità. I sacerdoti dell’Opera sono ritenuti milizie di prima scelta, le uniche a essere tali. I numerari sono considerati la prima scelta della seconda scelta, e via a decrescere. L’autonomia di pensiero è bandita o marginalizzata. Carrierismo, paternalismo e smanie leaderistiche sono altri aspetti in evidenza. Questi e altri caratteri della mentalità opusiana ricordano da vicino gli elementi di certo ebraismo. Benché negli ultimi decenni il profilo dell’Opera si sia fatto meno arcigno e più scopertamente compromesso con la mondanità, questa Prelatura personale resta un organismo a carattere settario, che esercita sui suoi adepti una consistente attività di condizionamento, controllo e manipolazione. Tutto questo, ovviamente, a mio personale parere e in base alla mia personale esperienza.