Horvat: perché la “Cathonomics” non è né Cattolica né Economicamente Valida

22 Aprile 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo di John Horvat, apparso su Tradizione Famiglia e Proprietà, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura.

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Perché la “Cathonomics” non è né cattolica né economicamente valida

 

 

di John Horvat

Il titolo del libro Cathonomics: How Catholic Tradition Can Create a More Just Economy è intrigante, poiché mette in evidenzia il fatto che la Chiesa avrebbe molto da offrire in campo economico. L’autore cerca di fondere due campi che generalmente non si mescolano, anche se dovrebbero.

Tuttavia, una cosa è collegare i due soggetti, un’altra è fondere prospettive contrastanti. Così il libro attira alla lettura con il suo drammatico titolo, ma poi vi si trova una fusione forzata di vecchio e nuovo, religioso ed ecologico, San Tommaso d’Aquino e Papa Francesco. In nome della “tradizione” emerge un ibrido “catto-economico” che è uno spettacolare scontro degli opposti, finendo per non essere né una cosa né l’altra.

L’autore, il dottor Anthony Annett, sembra divertirsi con paradossi che sconvolgono le sensibilità tradizionali. Leggendo il suo lavoro scattano ovunque bandiere rosse (ed eco-verdi). Di origine irlandese, si vanta di aver lavorato per vent’anni al Fondo Monetario Internazionale. L’economista liberal Jeffrey Sachs, noto per il suo sostegno all’aborto e al controllo demografico, ha scritto la prefazione. Una entusiasta Georgetown University Press (università gesuita, ndr) ha pubblicato e promosso il libro (2022) con commenti entusiasti di notabili personaggi liberal.

L’obiettivo impossibile del libro è quello di mettere insieme ciò che si potrebbe chiamare un’ermeneutica della continuità economica senza che ci sia però la continuità. L’autore, per esempio, espone ragionevolmente l’insegnamento tradizionale della Chiesa (che lui chiama la “vecchia roba”). Critica, anche brillantemente, le squallide teorie economiche dell’illuminismo e del liberalismo che hanno distrutto la cristianità.

Tuttavia, le cose si complicano quando cerca di integrare le proposte di giustizia sociale, gli obiettivi del Green New Deal e la teoria economica keynesiana nei modelli cattolici tradizionali. L’autore sostiene prima una parte e poi l’altra, ma insiste che il tessuto strappato risultante da questi punti di vista abbia l’aspetto di un unico indumento inconsutile.

Ci sono tre grandi errori nella presentazione della Cathonomics che impediscono alla paradossale proposta di fornire valide soluzioni.

Il primo errore è che, non essendo cattolica, il dottor Annett cita autori, papi e documenti cattolici. Usa alcuni concetti cattolici, specialmente sussidiarietà e solidarietà.  Tuttavia, non è necessario essere cattolici, praticare le virtù cattoliche, o anche credere in Dio per essere parte della Cathonomics. La sua proposta si rivolge alla “persona umana” e quindi è destinata ad applicarsi a tutti indistintamente. Il tema potrebbe essere meglio denominato “economia umana”.

Così, la nuova scienza è estremamente limitata poiché deve esprimersi in termini laici e naturalistici rivolgendosi “al più pieno sviluppo di tutta la persona e di tutti i popoli”. L’autore sembra pensare che fare appello a “un bene comune con un destino comune, che comporta la protezione della nostra casa comune” basti per motivare le persone a sacrificarsi a beneficio degli altri. Inoltre, egli incentiva una solidarietà ecologica che si estende attraverso le diverse specie viventi legate dalla “nozione che tutte le creature hanno un valore e un diritto intrinseco”.

Il libro, che inizia con sublimi espressioni teologiche della “vecchia roba”, a un tratto si trasforma utilizzando il moderno gergo economico, sociologico ed ecologico. Senza un fine soprannaturale o trascendentale, l’appello alla solidarietà è tutt’altro che convincente. Così, il libro finisce per avere quel “fascino” della retorica naturalistica che si trova nei documenti delle Nazioni Unite o nella piattaforma del Partito Democratico.

In effetti, l’autore presenta le diciassette mete liberal degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU quasi come una rinnovata serie di comandamenti che introducono un nuovo paradigma economico “con inclusione sociale e protezione della natura”. Suggerisce “un’autorità mondiale” per attuare le decisioni che richiederebbe “una riforma delle Nazioni Unite orientata verso la giustizia e la fraternità universale invece di essere cooptata dai potenti”.

Questa ampia piattaforma porta al secondo errore di Cathonomics. Tranne che il suo fantasioso nome, non c’è davvero nulla di nuovo in questo programma. Vi si trova solo un’ampia rimasticatura di considerazioni economiche inefficaci, ripetendo con la solita mancanza di originalità che il nemico è il “neoliberalismo”.

L’autore descrive tutti gli effetti di un’economia sbilanciata ma non la loro causa. Come l’analisi marxista che informa la maggior parte dell’economia di sinistra, tutto è nelle strutture che costringono le persone a vivere in miseria e niente sulla miseria della natura umana caduta che costruisce strutture peccaminose. In questo modo, non vi si trova nessuna chiamata alla conversione personale nel senso tradizionale della parola.

L’invito del Dr. Annett è perché tutte le nazioni diventino “scandinave”, con tasse elevate e ampi progetti di welfare sociale, ricolmi di solidarietà e di sussidiarietà. Il programma riflette molto più Thomas Piketty che santo Tommaso d’Aquino. C’è poi una condanna ossessiva di tutte le disuguaglianze, anche quando esse sono proporzionate.

Così, una proposta esplicita della Cathonomics sono le “tasse alte e progressive” come mezzo che “potrebbe inculcare la virtù, data l’evidenza di meno solidarietà, generosità ed empatia nei ricchi delle società più diseguali”. La Cathonomics chiede anche di punire con “aliquote fiscali confiscatorie” specialmente i miliardari. Infine, afferma che saranno necessarie significative tasse di successione per sostenere il bene comune e lo sviluppo umano integrale.

Lo Stato gioca un ruolo importante in queste proposte, sia come datore di lavoro di ultima istanza che come fornitore di reddito supplementare.  Il modo preferito per risolvere i problemi sembra essere quello di gettarci sopra il denaro altrui.  Il Dr. Annett lascia cadere casualmente nel discorso cifre “insignificanti” che risolverebbero tanti problemi. Si potrebbe venire a capo di tutto stanziando 100 miliardi di dollari all’anno per un programma, un trilione di dollari per un altro e 50 miliardi di dollari per un altro ancora. “La linea di fondo è che, nel contesto di un’economia [mondiale] di 128 trilioni di dollari, questi importi sono piccoli, a volte addirittura minuscoli”.

Particolarmente notevole è la forte componente ecologica della Cathonomics, che rivela un particolare malanimo verso il settore del petrolio e del gas (il quale dovrà essere sostituito a tutti i costi). Mentre l’autore ammette che è difficile quantificare il numero di morti a causa del cambiamento climatico, fa di tutto per dipingere il peggior quadro possibile basato su modelli e stime. Così, al lettore viene detto che i problemi mentali causati dal cambiamento climatico sono responsabili di una stima di 59.000 suicidi in India, molti dei quali sono contadini poveri. Le morti premature dovute all’inquinamento vengono stimate in cinque milioni di persone all’anno. Gli esperti prevedono “un numero impressionante di 200 milioni di rifugiati climatici solo entro il 2050, con una stima elevata di un miliardo”.

Queste argomentazioni “alla Greta Thunberg” sono al massimo discutibili, ma difficilmente possono essere dogmi assoluti. Inoltre, non c’è nulla di nuovo nelle soluzioni del Green New Deal che la Cathonomics propone.

Infine, il terzo errore, il più grande è l’assenza di Dio nella Cathonomics. Non si fa nessun appello all’amore di Dio come mezzo per ottenere una rifioritura umana. Dio non ha bisogno di essere coinvolto nello sviluppo delle sue creature. In un libro sull’economia cattolica, si dovrebbe dire qualcosa sulla Divina Provvidenza che metta in evidenza la amorevole cura di Dio per l’umanità, anche di fronte ad un eco-disastro. Tuttavia, non c’è nulla che suggerisca un interesse di Dio per l’umanità… e anche viceversa.

Nel libro si parla tanto della solidarietà che dovrebbe unire tutti, ma niente su ciò che deve stare al centro di essa. La solidarietà diventa impossibile senza l’amore di Dio. Tutti sono chiamati ad amare il prossimo come se stessi per amore di Dio, che è la motivazione più alta. Perciò gli Obiettivi/Comandamenti per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, per esempio, diventano vuoti appelli filantropici per porre fine alla povertà, alla fame e ad altri bisogni, giacché non hanno nulla di trascendente per sostenerli. L’interesse personale e la natura decaduta (anch’essa mai menzionata) vinceranno sempre quando Dio non è posto al centro delle cose.

Allo stesso modo, la Cathonomics non trova nessun spazio per la grazia, che illumina l’intelletto e rafforza la volontà in modo che le persone diventino capaci di realizzare opere (inclusi atti economici e opere di carità) le quali vadano oltre la mera natura umana. La visione ristretta dell’autore consiste invece in un programma freddo e meccanico, che esclude il soprannaturale e restringe tutto allo Stato.

Nel mondo della Cathonomics il peccato personale non ha conseguenze. Quindi, si fa un inquietante silenzio sull’aborto o su altri peccati che trascinano la società e l’economia verso il basso e diminuiscono l’amore di Dio che deve sostenere tutto. Anche il ruolo della preghiera e del condurre una vita virtuosa, libera dal peccato, non può essere sottovalutato come potente forza per ottenere la prosperità umana. Tuttavia, tutti questi fattori, essenziali per un’economia cattolica, sono del tutto assenti nella Cathonomics.

Eloquente della prospettiva dell’autore è la sua citazione finale tratta dal discorso di Papa Francesco del 2015 all’Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari: “il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e dell’élite. È soprattutto nelle mani dei popoli; e nella loro capacità di organizzarsi”. L’approccio naturalistico è il problema della Cathonomics. Qualsiasi futuro dell’umanità (e dell’economia) deve essere messo nelle mani di Dio, non dell’umanità. Quando l’umano si mette al centro, è una ricetta veloce per il disastro.

L’autore dimentica un altro elemento importante. Ahimè, come si può chiamare qualcosa di cattolico senza menzionare la Madonna? La Madre ha in mente il benessere materiale di tutti. La Madonna a Fatima l’ha detto meglio: l’umanità deve smettere di offendere Dio. Solo allora il mondo troverà pace e prosperità.

 

FonteCrisis Magazine, 11 Aprile 2022. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

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8 commenti

  • miserere mei ha detto:

    La chiusura del pezzo spiega bene tutto il resto.

    L’uomo sbandato cerca soluzioni da sé: dall’alto o dal basso, ma stando dentro la creaturalità che invece è sotto l’influsso di chi non ritiene esserci (o addirittura considera interlocutore alla pari, come trapelerebbe da certe sospette simpatie nemmeno tanto velate).

    Qualche giorno fa riflettevo sulle caratteristiche della contemplazione. Si tratta di un’attività peculiare della natura angelica che così sperimenta e gode la visione beatifica dell’essenza di Dio. La creatura angelica possiede una natura solo spirituale. L’uomo invece è una creatura dotata anche di una natura spirituale.
    La contemplazione in questa vita attiene la possibilità dell’uomo di abitare la propria vita spirituale, essendo noto che l’uomo può avere materialmente un’esistenza terrena pur essendo spiritualmente morto.
    L’umanità attuale, che sconta le pesanti conseguenze del peccato originale, è soggetta nel mondo a un principato spirituale ribelle a Dio che può avere potere sulle anime. Ogni singolo essere umano è chiamato a rinascere dall’alto: all’uomo è concesso di diventare figlio di Dio pur non essendolo automaticamente.
    La creatura angelica non ha ricevuto da Dio il compito di essere amministratrice della creazione materiale. Alcuni cori angelici sono incaricati di amministrare le forze agenti nella creazione, altri angeli hanno il compito di custodire i popoli o le singole anime umane, ma la creazione in sé Dio l’ha affidata all’uomo.
    Un uomo che non riconosce la grazia e non si apre alla vita spirituale in Dio è impossibilitato a qualsiasi esperienza che esuli dalla materia? No: la psiche affascina l’anima con altre ispirazioni presenti.
    Questo è precisamente il fronte della lotta che viene combattuta, anima per anima. San Paolo scrive agli Efesini spiegando che la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Dice di prendere l’armatura di Dio, perché resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. E raccomanda: “Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi”.
    La situazione dell’umanità indica l’esistenza e l’influsso di volontà diaboliche che sono insediate nell’animo di non pochi uomini con importanti responsabilità nella società e città degli uomini.
    Di contro ci sono uomini che abitano con impegno e coraggio il mondo rimanendo rivolti alla città di Dio.
    La preghiera non esclude affatto l’azione. La preghiera rende efficace l’azione perché ci sono noti sia l’efficacia della preghiera, sia il fatto che senza il Nostro Redentore non possiamo fare nulla.
    Nello scontro conto le potenze dell’aria e i suoi poteri terreni di varia matrice esoterica la forza decisiva attinge al Cielo: ad esempio nella devozione al Cuore Immacolato di Maria, regina degli angeli. La Provvidenza è pronta a inondare chi le si rivolge di speciali grazie e sorprendenti vittorie. Siamo prossimi alla festa della Divina Misericordia e ci avviciniamo al mese di maggio, che prende avvio con la festa di San Giuseppe lavoratore, patrono della Chiesa, un sicuro devoto del Cuore Immacolato di Maria e potente intercessore per chiedere grazie a Gesù.

    In Vaticano è ancora un argomento a tema?

    • Maria Grazia ha detto:

      @MISERERE MEI – Condivido le sue osservazioni: Lei ha parlato molto degli angeli e ciò mi ha sollevato un problema che da sempre mi pongo: esistono realmente gli angeli custodi? Nei testi sacri non se ne parla, nelle apparizioni sia di Gesù Cristo che mariane (almeno che sappia io) non se ne parla. Se esistessero dovrebbero essere delle figure centrali nella nostra vita cristiana ma molti cattolici (anche ferventi) vivono e muoiono senza mai aver fatto esperienze personali di queste creature.

      • miserere mei ha detto:

        Mi rallegro della domanda: l’angelo custode c’è in Matteo 18,10 e Atti 12,15. La Scrittura è ricca di episodi popolari di angeli. La Madonna regina del Cielo è anche la loro regina. Troverà pagine memorabili di San Luigi Grignion de Montfort sul tema. I mistici hanno lasciato pagine bellissime. Anche durante la messa gli angeli sono presenti. Hanno un ruolo nella creazione e una natura propria. Alcuni si sono ribellati e Apocalisse dice della battaglia con gli angeli fedeli. Nostro Signore non ricorse al loro aiuto per evitare la morte di croce.Furono gli angeli a riferire alle donne della resurrezione. La preghiera all’Angelo custode la impariamo da piccoli e non dovremmo dimenticare di recitarla spesso.

      • miserere mei ha detto:

        Mi rallegro della domanda: l’angelo custode c’è in Matteo 18,10 e Atti 12,15. La Scrittura è ricca di episodi popolari di angeli. La Madonna regina del Cielo è anche la loro regina. Troverà pagine memorabili di San Luigi Grignion de Montfort sul tema. I mistici hanno lasciato pagine bellissime. Anche durante la messa gli angeli sono presenti. Hanno un ruolo nella creazione e una natura propria. Alcuni si sono ribellati e Apocalisse dice della battaglia con gli angeli fedeli. Nostro Signore non ricorse al loro aiuto per evitare la morte di croce.Furono gli angeli a riferire alle donne della resurrezione. La preghiera all’Angelo custode la impariamo da piccoli e non dovremmo dimenticare di recitarla spesso.

  • mons ICS ha detto:

    uh ! che interessante . Tra poco manderò uno scritto a commento. Mons ICS

  • ex : ha detto:

    Mah! La materia per me è ostica, ma mi sembra che ne esca fuori un programma del più vieto sinistrismo miscelato con la più bieca ideologia attuale della globalizzazione. D’altro canto è sufficiente questo scampolo per farsi un’idea:

    «Suggerisce “un’autorità mondiale” per attuare le decisioni che richiederebbe “una riforma delle Nazioni Unite orientata verso la giustizia e la fraternità universale invece di essere cooptata dai potenti”»,

    peraltro ipocrita. Infatti, chi costituirebbe questa “autorità mondiale”, se non coloro che definisce “i potenti”? E non è questo il programma che stanno cercando di attuare, e che è già a buon punto?

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    A patto cathonomics no diventi… cathocomics!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.worpdress.com/