Mons. Bux. Il Memo Demos. La Fatica di Francesco fra i Cardinali…

14 Aprile 2022 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante portare alla vostra attenzione, nella mia traduzione, questa intervista di Diane Montagne a mons. Nicola Bux, apparsa su The Remnant, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura.

§§§

 

 

 

Introduzione dell’editore di Remnant  

 

Dopo anni di crisi crescente nella Chiesa cattolica – evidenziata da un enorme scandalo di abusi sessuali clericali e da un diffuso caos liturgico – sembra che non pochi influenti cardinali stiano finalmente prendendo provvedimenti per fermare l’emorragia.

Oltre a diversi interventi del cardinale George Pell, del cardinale Raymond Burke e di altri, la CNA riporta ora che il 12 aprile 2022, più di 70 vescovi di tutto il mondo hanno rilasciato una “lettera aperta fraterna” ai vescovi della Germania, avvertendo loro e, indirettamente, l’intero episcopato, che il “Cammino sinodale” può “portare allo scisma”:

Non ascoltando lo Spirito Santo e il Vangelo, le azioni del Cammino Sinodale minano la credibilità dell’autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco; l’antropologia cristiana e la morale sessuale; e l’affidabilità delle Scritture.

Questo arriva sulla scia di un misterioso memorandum che è circolato nelle ultime settimane tra il Collegio dei Cardinali, suggerendo un’insoddisfazione su larga scala con Francesco all’interno del Vaticano. L’autore del memorandum sostiene che il pontificato di Papa Francesco è un “disastro sotto molti o molti aspetti: una catastrofe”.

Chi è il responsabile del memorandum?  Lo spiega lo stimato giornalista vaticanista Sandro Magister:

Dall’inizio della Quaresima i cardinali che eleggeranno il futuro papa si passano questo memorandum. Il suo autore, che si fa chiamare Demos, “popolo” in greco, è sconosciuto, ma si dimostra un profondo conoscitore della materia. Non si può escludere che egli stesso sia un cardinale.

Indicando anche l’episcopato tedesco come prova A del problema generale nella Chiesa sotto Papa Francesco, “Demos” avverte di una prossima “eresia sinodale” che potrebbe minare gli insegnamenti infallibilmente definiti della Chiesa sulla sessualità umana:

Se non ci fosse una correzione romana di tale eresia, la Chiesa si ridurrebbe a una confederazione allentata di chiese locali, con opinioni diverse, probabilmente più vicine a un modello anglicano o protestante, che a un modello ortodosso.

Poiché “Demos” non esclude Papa Francesco dalla sua lista di gravi preoccupazioni, molti si pongono ora la domanda: Chi è Demos, quanto seriamente viene preso il suo promemoria all’interno dello stesso Collegio Cardinalizio, e cosa fa presagire questo per il prossimo conclave?

Per saperne di più su questa storia in rapido sviluppo, abbiamo consultato monsignor Nicola Bux sulla questione del misterioso “Memorandum Demos”.  I lettori di Remnant conoscono bene il lavoro di Mons. Bux, un teologo molto rispettato che è stato consulente di diversi dicasteri della Santa Sede nel corso degli anni, compresa la Congregazione per la Dottrina della Fede sotto Papa Benedetto XVI.

***

Intervista a Mons. Nicola Bux

 

Diane Montagna (DM): Quanto sono rappresentative le opinioni di “Demos” delle persone in Vaticano?

 

Monsignor Bux: Ci vorrebbe un’inchiesta ai vari livelli, dagli uscieri, ai funzionari, alle autorità per saperlo. Il Memo potrebbe provenire da quest’ultimo livello. Il malcontento è diffuso, ma è ovvio che c’è un sottosuolo che non si esprime e aspetta solo la fine del pontificato.

 

Il Papa ha detto al patriarca ortodosso Kirill che dobbiamo parlare il linguaggio di Gesù e non della politica. È vero! Tuttavia, anche questo mi sembra un modo di parlare politico, visto che, in un altro forum, ha detto che non sa perché gli innocenti soffrono: questo significa non sapere perché Cristo è morto sulla croce.

 

 

Per la maggior parte degli esperti del Vaticano, il bilancio del pontificato di Francesco, dalla dottrina della fede alla morale, mostra un deficit rispetto ai suoi predecessori, per non parlare delle finanze. Questo pontificato ha contribuito ad esacerbare la secolarizzazione dell’Occidente, perché il Papa è intervenuto sul piano sociale e politico e ha sostenuto una spiritualità senza identità. E allora sorge la domanda: che cos’è il ministero petrino?

 

Stiamo assistendo a un culto emotivo del papa che lo esaspera teologicamente, come è successo dai tempi di Pio IX e ora succede con i media. La gente del Medioevo distingueva il ruolo del Papa dalla persona che lo incarna, come distingueva la Chiesa dagli uomini di Chiesa, e ciò che è umano e terreno da ciò che è divino. Per questo anche Dante poteva mettere i papi all’inferno. Così succede che molti che erano bergogliani all’inizio hanno preso le distanze dall’attuale pontificato e lo considerano caotico e dispotico.

 

I moderati sono inquieti. Alcuni immaginano una soluzione, sostenendo una Chiesa sinodale, e altri un pontificato di transizione. Nel frattempo, un giorno interviene Marx, e un altro giorno Mueller, Hollerich e – per fortuna – Pell. Fermiamoci ai cardinali. Ma né Ladaria né Francesco dicono chi ha ragione. Se poi passiamo ai vescovi, ai preti, ai teologi laici e non, è una doccia scozzese [espressione francese che indica un rapido passaggio tra acqua molto calda e molto fredda]. In Vaticano conoscono bene l’apostasia dei cattolici in America Latina, scesa al 52% a fronte di una crescita del 25% delle sette.

 

Il 13 gennaio, il Wall Street Journal ha pubblicato il titolo (perché la Chiesa sta perdendo l’America Latina), “La Chiesa cattolica ha optato per i poveri e i poveri hanno optato per i pentecostali”. Questo è un enorme contributo al processo di autodemolizione di cui parlava Paolo VI. La Chiesa è stata trasformata in un’agenzia volta a risolvere problemi sociali, economici, psicologici, persino ambientali, abbandonando la sua missione di salvare le anime. Al sinodo dell’Amazzonia non si è parlato di rievangelizzare la regione, ma di ambiente, non di favorire l’incontro personale con il Signore, ma di questioni politiche e sociali. In breve, mentre i fedeli chiedono più religione, i vescovi offrono il socialismo.

DM: Quanto è probabile che il Memo influenzi la scelta del prossimo papa?

 

Monsignor Bux: Mi sembra che, all’inizio, indichi i tratti salienti del ministero petrino, che devono essere il punto di riferimento per la scelta in qualsiasi conclave: il Papa visto come pastore e maestro, non come ideologo o politico. Quindi, il suo rapporto con la Chiesa è quello di membro e servitore, non di monarca assoluto.

È sorprendente che i modernisti o progressisti che erano antiromani fino a Benedetto XVI tacciano di fronte all’attuale papolatria, per dirla con Martini. Come ogni cristiano, il Papa è soggetto al diritto divino rivelato, e prima ancora al diritto naturale e poi al diritto canonico, che lo vincola riguardo alla dottrina essenziale e alla costituzione della Chiesa, che non è sinodale ma gerarchica. Il Memo sembra ricordare questo.

Con questi vincoli, il ministero petrino deve servire ad edificare e non a distruggere (cfr. 2 Cor 13,10), il che è importante per fare le leggi e amministrare la giustizia. Non si può andare avanti a colpi di motu proprio, modificando articoli del catechismo e rendendo inutili i ricorsi alla Segnatura. Ci sono diritti acquisiti da terzi che il papa non può violare; poiché è il custode supremo della legge, non può permettere abusi o addirittura commettere abusi. Come Pietro da Paolo, il papa deve lasciarsi correggere fraternamente. Altrimenti non gli si può obbedire, perché prima viene la coscienza, che, secondo il detto di San John Henry Newman citato nel Catechismo, è il primo “vicario di Cristo”.

 

Vedo anche che il Memo è influente in senso ecumenico, nella misura in cui denuncia l’abuso dell’autorità papale che, secondo me, ha favorito finora un sentimento antiromano, soprattutto in Oriente. L’aumento dei licenziamenti di vescovi sotto questo pontificato, come se il papa fosse un mufti islamico, è un abuso d’ufficio e ha sfumature patologiche. Francesco è arrivato a dire: “Mi volevano morto”, forse temendo che ciò che è stato fatto per influenzare la sua elezione si ripeta contro di lui. Ma i limiti dell’autorità papale sono regolati anche dall’autorità dei vescovi, che è anche di diritto divino: questo è qualcosa da tenere a mente e discutere nelle congregazioni generali del prossimo conclave.

 

DM: Quali pensa che dovrebbero essere le priorità del prossimo conclave?

 

Monsignor Bux: Secondo l’opinione di autorevoli laici ed ecclesiastici, il prossimo conclave dovrebbe eleggere un papa consapevole del suo mandato apostolico, dei suoi obblighi e del suo dovere di preservare lo status generalis ecclesiae. Eleggere un papa che promuova la fede cattolica, porre fine alla riduzione dei sacerdoti e dei fedeli in Occidente causata dalla secolarizzazione che è penetrata nella Chiesa – Peguy riteneva che i chierici fossero responsabili di questa scristianizzazione – secondo la quale i principali valori su cui si fondano le società non sono religiosi e, se lo sono, devono essere giustificati in modo “laico” o razionale. Il risultato è un linguaggio politicamente corretto epurato dalle connotazioni religiose, la perdita del senso del limite (i casi dell’aborto, del cosiddetto matrimonio omosessuale, del gender, dell’eutanasia, ecc. sono tipici), la perdita del sacro, e la trasformazione della fede religiosa in una religione “umanitaria”, del Vangelo in un moralismo, e dell’omelia in un comizio. La priorità del conclave è quindi quella di eleggere un papa cattolico, altrimenti la perdita della fede non sarà solo l’effetto ma anche la causa della secolarizzazione del cristianesimo, che finirà per diventare irrilevante.

 

Il prossimo conclave dovrà chiarire cosa significa essere “pastorale”: nessuno lo sa finora, ed è usato come un passe-par-tout per giustificare tutto nella Chiesa. Deve rimettere al centro la sua missione ormai svalutata e chiarire i limiti dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso. Anche i modernisti e i progressisti ne sono consapevoli.

 

Il prossimo conclave dovrebbe eleggere un papa consapevole del suo mandato apostolico, dei suoi obblighi e del suo dovere di preservare lo status generalis ecclesiae.

 

La secolarizzazione deve essere combattuta con l’evangelizzazione. La lotta contro il clericalismo non deve sovvertire l’identità del clero, che è un “ordine” distinto dai fedeli e dai religiosi. Il prossimo Papa deve avere in cima alla sua agenda la promozione e l’incremento della fede, affinché fioriscano le famiglie cristiane e le vocazioni sacerdotali e religiose. È necessario ritornare al magistero che decide infallibilmente sulle questioni di morale familiare, nominando vescovi che accettino la tradizione apostolica. Lo scisma ora latente sarà probabilmente attenuato, anche se la “persecuzione” da parte dei media secolaristi aumenterà.

 

Bisogna liberare le forze vive della Chiesa con un pontificato che guardi ad un cattolicesimo che riempia le chiese di fedeli devoti e la pubblica piazza di testimoni di fede e di vita, dimostrando che “funziona” perché produce conversioni. La Chiesa cattolica deve avere un papa che dica e faccia ciò che è cattolico – moralmente, dottrinalmente e liturgicamente. Ricordiamo la copertina di Time Magazine: “Il Papa è cattolico?” È strano che la Chiesa cattolica abbia diritto a un papa cattolico? Anche gli ortodossi vogliono un tale papa, altrimenti le tendenze centrifughe tra loro prenderanno il sopravvento. Un papa cattolico è necessario per riportare all’unità il mondo protestante in frantumi e i molti laici che stanno cercando di tornare alla fede, ma anche per assicurare quegli ebrei, musulmani e membri di altre religioni che vedono nel papa l’autorità morale che indica che il confine tra il bene e il male non è stato abolito.

Il nuovo papa dovrà essere in grado di affrontare il nuovo ordine mondiale che sta emergendo dalla morte del vecchio, con un ruolo minore dell’Occidente e del sistema capitalistico occidentale. Dovrà essere diverso da Francesco, che ha avuto un rapporto confuso e contraddittorio con esso, tra ideologia e utopia. Per porre fine alla confusione nella Chiesa, il prossimo conclave dovrà cercare candidati che rispondano alla Dubia su Amoris laetitia, correggere Evangelii gaudium dove dice che il peggior male sociale è la disuguaglianza, cioè una cattiva distribuzione della ricchezza, e non il peccato; Laudato si’, dove esalta l’ambientalismo neomalthusiano, che invece è l’origine di tutti i problemi degli ultimi cinquant’anni; Fratelli tutti, che dichiara finito il capitalismo, poi suggerisce come sopravvivere e si camuffa con le parole magiche “inclusione” e “sostenibilità”. Soprattutto, l’enciclica non dice che se non riconosciamo il Padre nostro che è nei cieli, non possiamo considerarci fratelli. L’ha detto Gesù.

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32 commenti

  • Marasciulo Vitantonio ha detto:

    “Lei che ne sa di quello che fa lo Spirito ? *
    Mi aiuti lei a capire cosa fa lo spirito.

  • Jdian ha detto:

    Il carissimo don Nicola Bux non è monsignore.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Il Seminario arcivescovile di Fermo, nelle Marche, istituito dopo il Concilio di Trento, ha chiuso i battenti. Ricordo che nel 1968 aveva oltre cento seminaristi. Per me, neo convertito, è stato un colpo durissimo. Mi sono sentito io stesso colpevole del disastro, in quanto ho contribuito con la mia vita dissennata a creare ciò… Tutta la mia Conoscenza esoterica è crollata insieme alla mia superbia di sapere quali sono i meccanismi che sono dietro alle cose sacre, ai Sacramenti, ai piani invisibili. Mi rimane solo l’Inno all’Amore di San Paolo.
    Un sacerdote di Macerata mi ha dato la comunione direttamente sulla bocca e ha recitato il Padre Nostro con il “non ci indurre in tentazione”. Magari è un segno dei tempi. Il Vescovo che lo ha permesso è un segno dei tempi?
    Impossibilitato a capire come ci stiamo muovendo, lascio allo Spirito Santo il compito di guidarci. Come feci molti anni fa, nel 1970, in uno stato di profonda aridità spirituale. In attesa di ciò che avverrà, quando “uno sarà preso e l’altro lasciato”. Ossia, quando avremo scaricato quello che viene chiamato Karma, la tempesta che viene dopo il vento che abbiamo seminato.

    • Claudio Gazzoli ha detto:

      peccato che consente pure le spaventose eresie di Montefano…

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      al karma non credo ma questa sua testimonianza l’ho letta con piacere. grazie.
      un saluto!

  • giovanni ha detto:

    Facciamo un po’ di passi indietro nel tempo per poter affermare che dal CV2 tutti i Papi avvicendatisi, ognuno con responsabilita’ sempre maggiori in relazione alle variazioni dottrinali sedimentatesi pontificato dopo pontificato, impossibili da non essere percepite dagli stessi, hanno portato la chiesa al punto in cui e’. Cioe’ in piena apostasia. Detto cio’, per riassumere , quella di Mons. Bux e’ una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti rivolta, sia all’interno della chiesa che contro i poteri mondialisti del nwo che ne’ hanno sponsorizzato ” l’ ammorbidimento ” posizionando loro fiduciari dentro il sacro recinto. Costoro non hanno alcuna intenzione di tornare indietro e, anzi, vogliono continuare fino al raggiungimento della nuova religione mondiale. La domanda e’ : come ci si oppone ? Con quali forze in Conclave ? I nuovi sacerdoti indottrinati nei seminari postconciliari non fanno ben sperare. Certamente il Signore fa’ miracoli pero’, credo, che questa volta debba intervenire di persona. La situazione appare troppo compromessa.

  • MARASCIULO VITANTONIO ha detto:

    ” ‘Lettera aperta fraterna’ ai vescovi della Germania, avvertendo loro e, indirettamente, l’intero episcopato, che il “Cammino sinodale” può “portare allo scisma”.

    La riflessione attraverso intervista sul Papa regnante e sul futuro del papato e della Chiesa è stata fotografata impeccabilmente da mons. Bux. Per dirla più semplicisticamente il “papa” regnante fa politica spirituale e morale. Mai che cita che l’unica via che sana l’uomo è la Verità del Vangelo, è la croce di Cristo. Quella di Bergoglio è una (c)hiesa che sviluppa modernismo cristiano, Non è un caso, come bene afferma il sacerdote, che in questo “papa” vi è confusione teologica, dottrinale, liturgica. Certo, una misericordia senza condizioni è il pane quotidiano della fede. Ma può dar adito di spingere sull’acceleratore, come si sta spingendo, dico spingere, le differenze, le disuguaglianze, la legge naturale, al rischio di pretese di diritto che si stereotipano nello stile di vita senza Dio. Il rischio di scisma della Chiesa tedesca non è altro che il frutto della deriva cattolica, ecumenica, dottrinale e teologica del papa regnante, sostenuto ed eletto – guarda un po’ – con lo stesso spirito modernista, elettivamente presente in Germania,, in cui l’annuncio di Cristo si è trasformato in politica spirituale e teologica, il cui frutto è la religione umanitaria transumanentista, sdoganate dall’ambiguità della garanzia della misericordia ad oltranza, germi, bisogna dirlo, già nel CVII. Come dice mons. Bux, ad essere penalizzato è lo Spirito Santo, desaparecido alla trasmissione “Chi l’ha visto?” La Chiesa è madre, deve accogliere e generare a nuova vita i figli, soprattutto con l’esempio. Se lo S.S. non c’è o è insufficiente, che esempio si può dare? Se non c’è lo S.S. che fede è? Se non c’è S.S. che pastorale è? Se non c’è lo S.S. che liturgia è? Se non c’è lo S.S. il vangelo non esisterebbe e la stessa Risurrezione scivolerebbe in magismo. Gli stessi santi, feticci pagani. E’ chiaro che senza lo S.S. le lancette dell’orologio della Chiesa di Santa Marta e della fede cristiana, non hanno più le ali; sono incrostate di papolatria, di clericalismo, di autoritarismo, da un verso; dall’altro di fede sentimento, di fede apparenza, di fede spettacolo, di occhi strizzati ai pastori, spesso nell’ipocrisia. E’ stata promossa la sinodalità, come un evento. La Chiesa è già sinodalità, di cosa parliamo?
    Con il papa regnate le parole sono diventate troppe e la dottrina è dubbia. La testimonianza in persona e da subito, nel teatro di guerra, è quanto mai auspicabile. Non mi meraviglierei più di tanto in uno scisma della Chiesa, non remoto, ma prossimo. Così sarà più chiaro da che parte sta il vero Cristo e la vera Chiesa.

    • Luciano ha detto:

      E lei che ne sa di quello che fa lo Spirito?

    • Amparo Simeon ha detto:

      El análisis de Don Nicola Bux es erróneo. Porque un verdadero Papa no puede enseñar el error. Esto es teológicamente irrefutable. Don Nicola Bux habla de revisar el “actual Pontificado” por el próximo Papa: ESTÁ ADMITIENDO QUE EL PRESUNTO “PAPA FRANCISCO” ENSEÑA EL ERROR. ES DE PURA LÓGICA. Y como tal cosa es imposible por la Asistencia Divina prometida a San Pedro y sus Sucesores por el mismo Cristo HAY QUE ADMITIR NECESARIAMENTE QUE “FRANCISCO” ES HEREJE. Y UN HEREJE NO PUEDE SER CABEZA DE LA IGLESIA. Y ESTO SIN NECESIDAD DE DECLARACIÓN ALGUNA. “IPSO FACTO”. Cfr. Código de Derecho Canónico de 1917 y San Roberto Belarmino, Doctor de la Iglesia.
      En cuanto a la mal llamada “papolatría” , no hay tal. El PRESTIGIO DEL BEATO PÍO IX, DE LEÓN XIII, DE SAN PÍO X, DEL VENERABLE PÍO XII, DEL BEATO JUAN XXIII, DEL BEATO JUAN PABLO II SE LO HAN GANADO ELLOS CON SU SANTA CONDUCTA Y SU INMORTAL MAGISTERIO. Y CON LA ASISTENCIA DEL ESPÍRITU SANTO QUE NO PUEDE FALLAR AL VERDADERO SUCESOR DE SAN PEDRO.
      DON NICOLA BUX SE EQUIVOCA ESTA VEZ

  • Antonello ha detto:

    In pratica il prossimo papa deve cancellare il pontificato attuale.

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Apprezzo sempre gli interventi di Mons. Bux, chiari e dettagliati.
    Sembra tuttavia che si eluda una questione: la causa profonda dell’autodistruzione della Chiesa.
    Le ipotesi più documentate sembrano essere:

    1. La riforma liturgica. Al riguardo il testo dei Cardd. Ottaviani e Bacci è illuminante:
    https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,145.0.html

    2. Ambiguità e possibili errori nei testi conciliari. E’ l’ipotesi (tra gli altri) di Mons. Brunero Gherardini, già decano della Pontificia Università Lateranense, non certo tacciabile di propositi eretici o scismatici

    Sono questioni ineludibili se si vogliono riparare i guasti della Chiesa. Pensare di recuperare il senso del sacro rimandandole a “tempi migliori” (che verrebbero da soli) è come buttare fuori acqua con la paletta da una barca che fa acqua da tutte le parti.
    Probabilmente non lo si farà finché la Barca di Pietro non toccherà il fondo

  • Marco Matteucci ha detto:

    Io da semplice credente laico poco o nulla capisco di diritto canonico, tuttavia con l’uso pratico di una logica elementare per cui 2+2 non può fare ne 3 ne 5, continuo a ritenere che a un papa che sia stato invalidamente eletto, non può che succedere un altro antipapa invalido: Fosse pure un Santo a sedersi sul trono di Pietro!

    Se quindi il conclave del 2013 che ha eletto il card. Bergoglio fosse gravato da un vizio di forma o peggio ancora da un abusso di potere da parte di alcuni cardinali elettori, lo stesso sarebbe da ritenersi nullo e invalido e quindi la successione petrina di sarebbe interrotta con Benedetto XVI e di fatto per la Chiesa non esisterebbe nessun papa Francesco e tutti gli atti da costui emanati andrebbero da considerare di fatto nulli ed invalidi perché emanati da uno che papa non è secondo quanto stabilito dalle stesse parole di Cristo: “Tu es Petrus”.

    Quindi tutti coloro che allegramente ritengono che, … tanto … in fondo, come afferma il detto: “morto un papa se ne fa un altro”, dovrebbero riflettere molto attentamente valutando bene i passi da compiere, prima di avventurarsi in ipotesi e teorie bizzarre, della serie che già da un po’ di tempo circolano nella gerarchia stessa della chiesa: papato emerito, munus allargato e compagnia cantante.

    Termini questi che nulla hanno da sparire con la sana dottrina della Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e che rischiano seriamente di far estinguere due millenni abbondanti di santo cattolicesimo romano per mancanza di credibilità, trasparenza ma soprattutto di trascendenza e di fede da parte di pastori che non pensano a pascere il gregge ma solo se stessi.

  • miserere mei ha detto:

    Gesù nel gesto della lavanda dei piedi anticipa la sua morte. Gesù offre la sua vita -per amore di chi gli ha creduto- dato che nessuno altrimenti avrebbe potuto togliergliela. La sua morte è/sarà la vittoria e giudizio definitivi sul principe del mondo.

    Tutto ciò resta nel memoriale eucaristico e nelle specie eucaristiche. La lavanda dei piedi è nel contesto del tradimento che determina l’evento storico della crocifissione, ma è il gesto dell’amore di Dio che salva.

    Gesù a Pietro dice: “Io ti lavo…” e non: “se tu ti lasci lavare…”. L’azione salvifica la compie il Cristo: siamo al cospetto del mistero della Messa e dell’azione di grazia che vi si svolge, che viene ben prima di ogni nostro imitare e/o consentire.

    Siamo davanti all’azione di Dio e invece -di manomissione in manomissione- non si adora Lui presente, ma ci si fa protagonisti abusivi quasi che se non facessimo noi qualcosa lì non ci fosse proprio niente. Trans-significhiamo un’assenza reale, diventando essenziali quando siamo i candidati a lavare il necessario per essere degni di essere lì.

    Il cuore eucaristico è un’invenzione per restare con noi, nel mistero del memoriale del sacrificio, nella lavanda dei piedi, nel pane e nel vino, nella morte di croce.
    Essere sacerdoti è servire la comunità nel crescerla in questa fede, non desacralizzare l’agire di Dio, riempiendo di verbosità le nostre velleità filantropiche.

    Tornino il vicario di Cristo e la Chiesa a rendere ogni azione Eucaristica l’evento della salvezza dell’umanità, più essenziale alla vita dello splendere del sole.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Il Papa è Benedetto XVI ed è Lui che deve dire cosa fare crediamo nello Spirito Santo o a “satanello“ il missericordiosso del buco del c…

  • Davide Scarano ha detto:

    OFF TOPIC/Fuori argomento
    Vorrei illustrare ciò che mi è avvenuto ieri pomeriggio ricevendo la Santa Comunione. Il sacerdote aveva spiegato in precedenza che “avremmo ricevuto varie particole” perchè “i tabernacoli devono rimanere vuoti per giovedì Santo”. Recandomi dal sacerdote per la Comunione ho quindi ricevuto 3 ostie. Ecco: non so se è il comportamento più giusto da tenere, a me istintivamente ha dato fastidio. Quel “cibarsi a forza” mi è sembrato poco rispettoso. Se qualcuno potrà darmi delle spiegazioni in merito ne sarò lieto.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Il sacerdote in questione dovrebbe sapere – visto che lo dicono le rubriche del Messale – che il Santissimo va portato in luogo adatto (ad esempio in sacrestia) per lasciare vuoto il tabernacolo per la Messa in Coena Domini.
      Ovviamente, si tratta di un segno (il tabernacolo vuoto). D’altronde anche il Santissimo conservato all’altare della reposizione (sepolcro) il Venerdì Santo, dopo la celebrazione della Passione, deve essere portato via dalla chiesa, che resta totalmente spoglia il Sabato Santo, giorno aliturgico.
      Comunque non si preoccupi: ho conosciuto un assistente scout che celebrava, come se niente fosse e in spregio ad ogni logica e regola liturgica, una Messa per gli scout il Giovedì Santo alla sera. Che Messa celebrasse non è dato sapere. Come ne ho conosciuti altri che celebrano la prefestiva di Pasqua.

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      @DAVIDE
      Io leggerei il fatto accadutole molto positivamente, indipendentemente dalla decisone del sacerdote. Infatti tre Sacre Ostie non indicano forse Pienezza? Non ha ricevuto il Tre Volte Santo? Come non sentirsi grati di tanta “indegna” e particolare grazia? Come non pensare a che il Dio Uno e Trino volesse da lei particolare omaggio, unione, riparazione? C’è così tanto bisogno di riparare! C’è così tanta ignoranza e così tanta colpa in merito alla Santissima Eucaristia, così tanti che si comunicano senza confessione, senza essere davvero “in comunione” con nessuno! A Corato, in pellegrinaggio sulla tomba della Serva Di Dio Luisa Piccarreta, presi “L’Orologio della Passione”: il Triduo lo si fa in spirito di riparazione e commiserazione del dolore di Dio per gustarne poi la Risurrezione. Ecco, che grande dono lei ha ricevuto, Davide! Sia grato!

  • Amparo Simeon ha detto:

    Se equivoca Don Nicola Bux en su análisis. Me ha apenado profundamente su referencia al BEATO PÍO IX, de santa memoria, que ha sido uno de los grandes Papas, fidelísimo custodio de la FE CATÓLICA. Compararlo con Bergoglio -en referencia a la papolatría- es casi una blasfemia. Comparto el comentario del Padre Luis Eduardo Rodríguez. Sólo los Cardenales legítimos creados por el VERDADERO PAPA BENEDICTO XVI PUEDEN ELEGIR AL VERDADERO SUCESOR DE SAN PEDRO Y VICARIO DE CRISTO.

  • miserere mei ha detto:

    Dopo nove anni di consegna sistematica della Chiesa al mondo, come può bastare il nutrire qualche dubbio mantenendo ossequiosa deferenza per l’autorità?

    Domanda previa: Benedetto XVI in che status giuridico si trova? Forse in una sede impedita?

    Il tempo trascorso è un segno celeste: svela l’anomalia di santa Marta, del vescovo di Roma e dei suoi referenti e illustra il permanere del Papa emerito in vesti bianche e insegne attive, titolare del munus.
    Non è affatto un caso tutto questo tempo, in attesa del vero Conclave riservato ai soli ai quali compete.

    Il mondo intero, sulla soglia del transumanesimo, sta per voltare pagina per volere di Dio e la Sua misericordia verso chi sta trasgredendo platealmente: il Vaticano può essere abitato secondo i disegni della Provvidenza o sparire in un’ulteriore decadenza.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “in attesa del vero Conclave riservato ai soli ai quali compete”.

      E chi e come dovrebbe decidere quali sono i “solo ai quali compete”?

      Quale AZIONE dovrebbe essere intrapresa e CHI la dovrebbe intraprendere?

      • miserere mei ha detto:

        Le sue domande avranno risposta solo dopo aver risposto alle mie. Davanti a me un prato pieno di margherite, ascolto cinguettare lasciandomi raggiungere dai raggi del sole che attraversano i rami di un giovane ulivo. A un metro da me, sotto foglie d’acero, due ciuffi coloratissimi di violette. Penso a Gesù che si pensa pane eucaristico, un miracolo permanente, transustanziato. Un cuore eucaristico per redimere il creato, non creduto, non amato… Il cinguettio ora tace, ma si è alzata la brezza, una nube vela il sole. Non serve rispondere a chi abbia un diritto se non brilla il voler amare il mistero del cuore eucaristico. La gerarchia ne ha fatto un cervello che discetta di mondo senza adorare il Creatore, ma sentendosi attratto dalle creature, fino a peccare contro l’ordine e la volontà di Dio… Ecco, mentre scrivo sono tornati i cinguettii. Grazie Gesù! Buon triduo.

      • Marco Matteucci ha detto:

        Gli Obama, i Clinton, i Biden & accoliti vari. NO DI SICURO!

      • Forum Coscienza Maschile ha detto:

        Concordo. Non vedo come dei laici possano “deporre” o “scomunicare” un Papa.
        In mancanza di una chiara dichiarazione canonica di nullità dell’elezione, tutte queste ipotesi sul munus (per quanto possano essere fondate) restano parole in libertà

  • Claudio Gazzoli ha detto:

    mons. Nicola Bux dovrebbe fare un altro piccolo sforzo per ammettere, come tutti i semimodernisti, che:
    “…. la perdita del sacro, e la trasformazione della fede religiosa in una religione “umanitaria”, del Vangelo in un moralismo, e dell’omelia in un comizio…”
    scaturisce direttamente dal CVII e non da una sua “errata interpretazione”…

    • OCCHI APERTI! ha detto:

      @CLAUDIO
      Ciò che lei sembra affermare e’ solo la versione più diffusa e tranchante. La più comoda. Il Concilio Vaticano II è stato usato come un grimaldello, sì, ma è la chiesuola postconciliare che va messa sotto accusa. Rinnegare il Concilio fa di noi dei pericolosi disobbedienti: significa non accettare e giudicare l’operato di molti papi. Se successori di Pietro ci hanno indicato di procedere nell’ermeneutica della continuità chi siamo noi per voler fare diversamente? Preoccupa l’opinionismo da salotto che non tiene conti di papi, di santi papi che han già stabilito la rotta per guidare la barca di Pietro in porto sicuro. La Disobbedienza è la vera causa di ogni male e l’origine del problema postconciliare…Se ne lamentò lungamente la Vergine della Rivelazione con Bruno Cornacchiola!
      Un caro saluto

      • Claudio Gazzoli ha detto:

        forse intendeva dire “ermeneutica della discontinuità”…

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          Personalmente scelgo obbedienza in umile e totale sottomissione a quei santi papi, certo non immuni da errori e difetti personali, che fino a Sua Santità Benedetto XVI ci hanno guidato.
          Può essere non le interessi ma mons. Schneider, non certo un modernista, fece un intervento sul CVII davvero interessante. Lascio il link.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Claudio, la sua non è solo un’opinione da salotto ma un’ipotesi avanzata da illustri teologi come Mons. Gherardini, senza contare Romano Amerio, presente al Concilio in qualità di esperto, che nel suo Iota Unum (se già non lo conosce, è una lettura eccellente) pone più di una domanda sui testi conciliari.
      Anche le opinioni di Papi come Benedetto XVI (“ermeneutica della continuità”) vanno accolte con rispetto ma non rivestono carattere di infallibilità.
      C’è stata un’indubbia rottura con la Chiesa del passato e per quanto ne posso capire non sarebbe stata possibile appoggiandosi (o anche ignorando) i testi del Concilio di Trento.

      • Claudio Gazzoli ha detto:

        lasciamo stare la “ermeneutica della continuità”… basta leggere, anche per un profano, Dignitatis Humanae… conta soltanto la CONTINUITÁ. La Chiesa non ha bisogno del “marketing”. Comunque grazie per i suggerimenti

        • OCCHI APERTI! ha detto:

          mi era parso di comprendere che la Dignitatis Humanae fosse “a favore” dei martiri, chiarendo che la professione di fede non può essere imposta dallo Stato. Quando fu promulgata, nei paesi dove si professava l’ateismo si era in piena dittatura!
          Non che noi oggi siamo messi meglio con l’ideologia del politically correct, quindi grazie per la citazione della D.H. che mi ha fatto bene rispolverare. Sì, perchè chi ha “legislazione” sul cuore dell’uomo? La verità non si può imporre! La Verità per essere creduta si lascia inchiodare alla Croce, non forza la coscienza di nessuno ma aspetta la resa dell’uomo ai richiami della Grazia…

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Ma caro…uno così solo lo può eleggere Dio per altre vie…perchè quel “demos” indirizzato ai 4 gatti che restano, davanti una stragrande maggioranza di falsi, nulli, “cardinali” tipi come il portoghese bibbliotecario, come il polacco rubba elletricità a Roma, oggi in farsa in Ucraina portando un show con ambulanza; con un parolina che è d’ accordo con l’ invio di più armi in Ucraina, insomma, tutti messi li con questo COLPO DI STATO VATICANO, ancora ci credi che un fasullo prossimo supposto conclave pensarebbe a queste tue ingenuità, se quello nullo, fasullo, del 2013 ha travestito uno di bianco perchè massone, apostata, eretico…ci vuole l’ infantilismo, anche tipico dei gruppetti opus ed altri, per aspettare quello che dici.

    Che pena, nel GIOVEDÌ SANTO leggere queste risposte.

    ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.