Abusi Clericali, Italia. Un Report di Church Militant.

27 Febbraio 2022 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo di Church Militant, un sito di informazione cattolica americano, che dedica un report alla situazione degli abusi nel nostro Paese.

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Chi capisce l’inglese, può vedere e ascoltare il video a questo collegamento. 

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Le vittime italiane di abusi sessuali clericali stanno chiedendo alla Chiesa cattolica di rivelare la portata della crisi degli abusi. Hunter Bradford di Church Militant esamina come le vittime si stanno facendo sentire. “Mi diceva che era una cosa fra me, lui e Gesù…”. 

Mario, vittima di abusi sessuali, afferma che padre Gianni Bekiaris ha iniziato ad abusare di lui quando aveva 8 anni e che la cosa è andata avanti per 16 anni. Mario è solo una delle migliaia di presunte vittime di abusi sessuali in Italia.

Sette organizzazioni si sono unite la settimana scorsa per lanciare la campagna #ItalyChurchToo.

Francesco Zanardi, una vittima e fondatore del gruppo italiano di supporto Abuse Network, sta guidando la lotta. Ha citato un rapporto francese sugli abusi sessuali clericali dell’ottobre 2021 che ha rivelato che la chiesa francese ha più di 3.000 preti predatori con almeno 216.000 vittime.

L’Italia, ha avvertito, potrebbe essere molto peggio. Zanardi sostiene che ci sono molte più vittime nella patria del cattolicesimo.

Jules Gomes, corrispondente da Roma, Church Militant:

Tre motivi per cui gli abusi non vengono affrontati: Primo, la Chiesa ha una presa quasi mafiosa sullo Stato. Secondo, l’80% degli italiani si identifica come cattolico e continua a mostrare una deferenza senza pari verso il clero. Terzo, l’Italia ha una prescrizione e il processo giudiziario italiano è un campo minato burocratico.

L’Italia è molto indietro rispetto a molti altri paesi che hanno già pubblicato i rapporti sugli abusi sessuali clericali. Mentre alcune vittime stanno ottenendo giustizia, le vittime italiane stanno ancora aspettando.

Bekiaris è stato dichiarato colpevole secondo la legge della Chiesa e ha pagato 112.000 euro alla sua vittima. Ma il suo vescovo gli permette di rimanere nel ministero, vietandogli solo il contatto con i minori.

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11 commenti

  • Antonello ha detto:

    Il fenomeno è esistito ed esiste e quasi certamente in passato si è cercato di occultarlo. Credo anche peró che oggi lo si gonfi parecchio. Ció non toglie che se ci fosse anche una sola vittima, il fatto sarebbe egualmente tragico e gravissimo.

  • MARIA GIULIA SCACCHI ha detto:

    Con quelle stesse mani sollevano l’ostia. Che coraggio!

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Le cronache registrate nel corso degli anni confermerebbero la drammaticità del fenomeno, purtroppo occultato. Un’ inversione di tendenza sembrerebbe allontanarsi, se dovesse permanere l’opposizione alla richiesta dell’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente, dichiarata dal card. Bassetti, che – però – apprestandosi al compimento degli 80 anni, a fine maggio, lascerà la presidenza della CEI.
    C’è da sperare che, con gli opportuni accorgimenti – per evitare errori e mistificazioni, dettati soprattutto dal discredito in cui è caduta dal Chiesa e dal clima di anticlericalismo, alimentato in massima parte dal fenomeno degli abusi sessuali – prevalgano le aperture ad un’accurata e trasparente analisi del problema, prospettate da alcuni vescovi. Ciò: per stabilire la verità a favore delle vittime che reclamano giustizia, a buon diritto; per correggere mancanze annose, asportando quello che è un vero e proprio cancro; e per contribuire, anche con quest’operazione non più rinviabile, a far recuperare la fiducia nell’ Istituzione e nei suoi membri incolpevoli.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Gentile dottoressa, mi pare che lei sia psicologa o sbaglio? Io sono prete da quasi 26 anni e in tutto questo tempo, nella mia diocesi, ho potuto vedere solo due preti effettivamente con certe tendenze su circa 150, tra secolari e religiosi. E questi due sono stati ordinati, contro il parere negativo di rettore e padre spirituale, da un vescovo tanto buono e tanto tradizionale. Nel resto della mia vita, pur avendo frequentato sacerdoti, religiosi e religiose, non ho mai visto nulla in quel senso. Situazioni immorali tante, purtroppo, ma pedofilia nel senso di cercare bambini o ragazzini preadolescenti, a parte i due casi ricordati, no.
      Mi rendo conto che la mia esperienza è limitata, come quella di tutti, ma pongo una prima domanda: non vi viene il sospetto che questo fenomeno, pur essendo purtroppo reale, sia anche volutamente gonfiato per desiderio di risarcimenti notevoli e per odio verso la Chiesa? L’atteggiamento di queste associazioni che dicono di voler combattere la pedofilia nella Chuesa è sempre quello dell’odio e dello sparare nel mucchio.
      Seconda domanda: non vi passa nemmeno per la testa che oggi basta alzarsi al mattino e dire “Sono stato abusato da un prete” per essere creduti? A me piacerebbe ascoltare le conversazioni private di certi pm e di certi araldi dell’antipedofilia. Montare un’accusa contro un prete è facilissimo, con buona pace di queste associazioni, che non sono mai paghe, nonostante le decine di preti condannati a torto o a ragione.
      Lo ripeto il movente di questi personaggi non è la ricerca della verità o della giustizia, ma l’odio è, penso, anche il desiderio di denaro.

      • Don Ettore Barbieri ha detto:

        Purtroppo ne devo aggiungere un terzo di cui ho conosciuto certi comportamenti dopo la sua morte.

        • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

          Reverendo don Ettore, prima di tutto: non sono psicologa e nemmeno laureata, soltanto una mamma in possesso della maturità classica. Se questo può servire all’interpretazione (e giudizio?) delle mie esternazioni, che sul tema specifico – qui ed ora si tratta (per la precisione) di abusi sessuali in generale, non rilevo un minimo accenno alla pedofilia, che pure è il più drammatico degli aspetti del problema – mi avvicinano al comune sentire di uomini e donne di ogni classe sociale, fino all’ultimo/a degli ultimi/e. Sentimento e partecipazione che si rilevano da una lettura attenta, oltre che delle sofferte testimonianze – in prima persona e/o per voce di familiari – di esperienze vissute, alla ribalta soprattutto negli anni recenti anche in Italia (su SC è stata pubblicata la lettera accorata della mamma di una vittima, se ben ricordo negli ultimi mesi del 2020), anche dei risultati di sondaggi, analisi sociologiche e inchieste giornalistiche.
          Quand’anche si trattasse di un solo “caso”, la cosa dovrebbe – per il mio modo di intendere, pure il senso di “comunità ecclesiale” e “comunione” – suscitare indignazione, ribellione e impegno comunitario. Per alleggerire almeno un po’ il dolore causato da ferite difficilmente cicatrizzabili, specie se trascurate e troppo spesso aggravate da “giustificazioni” che suonano offensive dei drammi che si consumano nella noncuranza e nell’attesa tradita di risposte a richieste di verità e giustizia, avanzate ai Superiori dei presunti colpevoli di tali reati e ai competenti organi istituzionali interni. È questo il motivo che ha spinto la mamma di un ragazzo, arrivato a tentare due volte il suicidio, di raccomandare (attraverso un’intervista ad un quotidiano nazionale di alcune settimane fa) la denuncia immediata – in casi del genere – presso le sedi giudiziarie civili. Tante sono le lamentele a proposito di fatti negati dai chiamati a risponderne in tali sedi, nonostante le prove a supporto delle istanze presentate, e dei verificati “spostamenti” dei presunti rei, spesso lasciati a contatto di minori nelle “nuove” destinazioni.
          Agli interrogativi che ci/mi pone, sui quali invita a riflettere – che già mi avevano destato dubbi, ingranditi da scandali scoppiati a rotta di collo e dai dossiers pubblicati in altri Paesi, e che mi hanno suggerito la premessa (opportuni accorgimenti) e la conclusione (nel reale interesse dell’Istituzione e dei suoi membri incolpevoli) del mio commento, da tempo si accompagna il seguente. Sicuri che la strada della sbandierata “trasparenza”, imboccata sotto il corrente pontificato sia quella giusta e porti alla soluzione della complessa questione, per il bene della Chiesa e delle vittime, poche o tante che siano? A tal fine ritengo tuttavia che la chiarezza sia un presupposto ineludibile. Sul come perseguirla e sulle collaborazioni opportune di cui avvelarsi, lascio la parola ad esperti qualificati, fidati ed imparziali.
          L’urgenza di avviare un’indagine approfondita sul fenomeno in Italia, di cui non si nega l’esistenza e a maggior ragione per le cifre prive di riscontri, è stata a più riprese richiamata anche da p. Zollner – al link di seguito – cui è stata affidata la responsabilità di indicare linee operative efficaci per la prevenzione.
          Concludo concordando sul malcostume imperante della facile diffamazione e delle accuse insensate e strumentali mosse però – faccio notare a ragion veduta – non solo sul conto e per danneggiare membri della gerarchia ecclesiale. Taluni sconcertanti episodi del genere, che affondano la propria radice nell’abuso di potere, sono stati montati ad arte proprio da alcuni di essi, ai danni di impotenti malcapitati. Ed altrettanto dicasi in riferimento ad errori non riparati e comportamenti disdicevoli verificatisi in ambienti giudiziari del civile, come confermato dagli scandali scoppiati anche nell’ultimo periodo.
          https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2022/01/21/news/pedofilia_zollner_tra_noi_si_nascondono_criminali_serve_un_inchiesta_anche_in_italia_-2837199/

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Pensavo fosse psicologa perché esiste una sua omonima in quel di Pisa che lo è.
            Qui non si tratta di non fare giustizia per le vittime, qui si tratta di capire – e forse per lei non è facile – che oggi chiunque è considerato vttima per il solo fatto che accusi un prete. Pell docet mi pare.
            Lei forse fa riferimento al caso di don Mauro Galli gestito in modo pessimo da mons. Delpini.
            La mamma in questione ha ragione, ma mi dispiace ugualmente che sia caduta tra le braccia di Francesco Zanardi, il quale altro non è che un cacciatore di taglie, che ha avuto l’improntitudine di mantenere per anni sul suo sito i nomi di persone che erano state assolte, ma che lui considerava colpevoli, perché per il Zanardi è impossibile la falsa accusa. Pessima è anche l’intervista a Zollner in cui si dà fra l’altro una bastonata a Benedetto XVI . Sulla base di quale statistica i preti sarebbero pedofili dal 3 al 5%? A me pare si sparino cifre a caso per compiacere il mondo e ci si affidi non a persone imparziali, ma, come è accaduto in Francia, a commissioni di anticattolici che calcolano i numeri in base alle probabilità, non ai casi realmente emersi. E questo avviene solo con la Chiesa cattolica. Chissà perché.
            Lo scopo, cara Signora, non è la giustizia o la verità, ma far passare l’idea – è in questo Zanardi e quelli come lui sono maestri – che tutti i preti siano pedofili fino a prova contraria, un po’ come quel procuratore di “mani pulite” che diceva che tutti erano ladri fino a prova contraria. A questo si è ridotto il diritto a causa dei furori giustizialisti e, in questo settore, femministi.

        • Ambra ha detto:

          Molti cercano visibilità, cioè fama. E poi anche soldi.

        • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

          @ Don Ettore Barbieri(12:49)
          comprendo le Sue perplessità, che – ribadisco – sono anche le mie.
          Ma quale soluzione propone al problema che, se continua a trascinarsi come fin qui, non può che continuare ad aggravare la crisi in cui versa la Chiesa, anche per questa che è e resta una delle sue cause principali?

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            La Chiesa deve smettere di mendicare una credibilità da parte del mondo, che dice di condannare la pedofilia, ma promuove tante altre porcherie che conosciamo
            Fino a quando uno cerca di essere “credibile”, chiedendo agli altri soluzioni ed eventuali patentini per essere accettato è soltanto uno che striscia. Occorrerebbe un altro Gregorio Magno che metta a posto chi deve essere messo a posto e basta.

  • giovanni ha detto:

    Che schifo, con quale coraggio fanno i sacerdoti ? Sono della sinagoga di satana.