Traditionis Custodes, i Dubia. Quanto in Basso Può Scendere la Curia di Bergoglio?

28 Dicembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò in relazione al motu proprio Traditionis Custodes e ai “Dubia” a cui ha risposto la  Congregazione per il Culto divino. Buona lettura.

§§§

 

§§§

« REDDE RATIONEM VILLICATIONIS TUÆ »

A proposito dei “Responsa ad Dubia”

di Traditionis Custodes

 

 

Vos estis qui justificatis vos coram hominibus :

Deus autem novit corda vestra :

quia quod hominibus altum est,

abominatio est ante Deum.

 

Lc 16, 15

 

 

Nel leggere i Responsa ad Dubia pubblicati recentemente dalla Congregazione per il Culto Divino viene da chiedersi a quali infimi livelli sia potuta scendere la Curia Romana, per dover assecondare Bergoglio con tale servilismo, in una guerra crudele e spietata contro la parte più docile e fedele della Chiesa. Mai, negli ultimi decenni di gravissima crisi nella Chiesa, l’autorità ecclesiastica si è mostrata così determinata e severa: non l’ha fatto con i teologi eretici che infestano gli Atenei pontifici e i Seminari; non l’ha fatto con chierici e Prelati fornicatori; non l’ha fatto nel punire esemplarmente gli scandali di Vescovi e Cardinali. Ma contro i fedeli, i sacerdoti e i religiosi che chiedono solo di poter celebrare la Santa Messa tridentina, nessuna pietà, nessuna misericordia, nessuna inclusività. Fratelli tutti?

Mai come sotto questo “pontificato” è stato percepibile l’abuso di potere da parte dell’autorità, nemmeno quando duemila anni di lex orandi sono stati immolati da Paolo VI sull’altare del Vaticano II, imponendo alla Chiesa un rito tanto equivoco quanto ipocrita. Quell’imposizione, a cui corrispose la proibizione di celebrare nell’antico rito e la persecuzione dei dissenzienti, aveva almeno l’alibi dell’illusione che un cambiamento avrebbe forse risollevato le sorti del Cattolicesimo dinanzi a un mondo sempre più secolarizzato. Oggi, dopo cinquant’anni di disastri immani e quattordici anni di Summorum Pontificum, quella labile giustificazione non solo non è più valida, ma è sconfessata nella sua inconsistenza dall’evidenza dei fatti. Tutto ciò che il Concilio ha portato di nuovo si è rivelato dannoso, ha svuotato chiese, seminari e conventi, ha distrutto le vocazioni ecclesiastiche e religiose, ha prosciugato ogni slancio spirituale, culturale e civile dei Cattolici, ha umiliato la Chiesa di Cristo e l’ha confinata ai margini della società, rendendola patetica nel suo tentativo maldestro di piacere al mondo. E viceversa, da quando Benedetto XVI ha cercato di sanare quel vulnus riconoscendo pieni diritti alla liturgia tradizionale, le comunità legate alla Messa di San Pio V si sono moltiplicate, i seminari degli Istituti Ecclesia Dei sono cresciuti, le vocazioni aumentate, la frequenza dei fedeli incrementata, la vita spirituale di tanti giovani e di tante famiglie ha trovato uno slancio insperato.

Quale lezione si sarebbe dovuta trarre da questa “esperienza della Tradizione” invocata a suo tempo anche da mons. Marcel Lefebvre? Quella più evidente e allo stesso tempo più semplice: quello che Dio ha dato alla Chiesa è destinato al successo, e quello che vi aggiunge l’uomo crolla miseramente. Un’anima non accecata dal furore ideologico avrebbe ammesso l’errore compiuto, cercando di riparare ai danni e di ricostruire quello che era stato nel frattempo distrutto, di restaurare quanto era stato abbandonato. Ma questo richiede umiltà, uno sguardo soprannaturale e una fiducia nel provvidente intervento di Dio. Questo richiede anche la consapevolezza da parte dei Pastori di essere amministratori dei beni del Signore, e non padroni: essi non hanno il diritto né di alienarne i beni, né di nasconderli o di sostituirli con loro invenzioni; essi devono limitarsi a custodirli e a renderli disponibili ai fedeli, sine glossa, e con il pensiero costante di dover rispondere dinanzi a Dio per ogni pecorella e ogni agnello del Suo gregge. Ammonisce l’Apostolo: « Hic jam quæritur inter dispensatores, ut fidelis quis inveniatur» (I Cor 4, 2), «quanto si richiede negli amministratori è che siano fedeli».

I Responsa ad Dubia sono coerenti con Traditionis custodes, ed esplicitano l’indole eversiva di questo “pontificato”, in cui il potere supremo della Chiesa è usurpato per ottenere uno scopo diametralmente opposto a quello per il quale Nostro Signore ha costituito in autorità i Sacri Pastori e il Suo Vicario in terra. Un potere indocile e ribelle a Colui che lo ha istituito e che lo legittima, un potere che si crede fide solutus, per così dire, secondo un principio intrinsecamente rivoluzionario e quindi eretico. Non dimentichiamolo: la Rivoluzione rivendica a sé un potere che si giustifica per il solo fatto di essere rivoluzionario, eversivo, cospiratorio e antitetico al potere legittimo che intende abbattere; e che appena giunge a ricoprire ruoli istituzionali viene esercitato con autoritarismo tirannico, proprio perché non è ratificato né da Dio né dal popolo.

Mi sia permesso sottolineare un parallelo tra due situazioni apparentemente scollegate. Come in presenza della pandemia sono negate le cure efficaci, con l’imposizione di un “vaccino” inutile, anzi dannoso e perfino letale; così la Santa Messa tridentina, vera medicina dell’anima in un momento di gravissima pestilenza morale, viene negata colpevolmente ai fedeli, sostituendole il Novus Ordo. I medici del corpo vengono meno al proprio dovere, pur in presenza di terapie, e impongono tanto ai malati quanto ai sani un siero sperimentale, e si ostinano a somministrarlo nonostante l’evidenza della totale inefficacia e degli effetti avversi. Analogamente i sacerdoti, medici dell’anima, tradiscono il proprio mandato, pur in presenza di un farmaco infallibile testato per oltre duemila anni, e fanno di tutto per impedire che quanti ne hanno sperimentato l’efficacia possano usarlo per guarire dal peccato. Nel primo caso le difese immunitarie del corpo sono indebolite o annullate per creare dei malati cronici in balia delle case farmaceutiche; nel secondo caso le difese immunitarie dell’anima sono compromesse da una mentalità mondana e dalla cancellazione della dimensione soprannaturale e trascendente, in modo da lasciare le anime indifese dinanzi agli assalti del demonio. E questo valga come risposta a coloro che pretendono di affrontare la crisi religiosa senza considerare in parallelo la crisi sociale e politica, perché è proprio questa duplicità di attacco che lo rende così tremendo e che ne svela l’unica mente criminale.

Non voglio entrare nel merito dei deliri dei Responsa: basta conoscere la ratio legis per respingere Traditionis custodescome un documento ideologico e fazioso, redatto da persone vendicative e intolleranti, pieno di velleità e di grossolani errori canonici, con l’intenzione di proibire un rito canonizzato da duemila anni di Santi e Pontefici e imporne uno spurio, copiato dai luterani e raffazzonato dai modernisti, che in cinquant’anni ha causato un immane disastro al corpo ecclesiale e che, proprio per questa sua efficacia devastatrice, non deve conoscere deroga. Non c’è solo la colpa: c’è anche il dolo e il duplice tradimento del divino Legislatore e dei fedeli.

Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici si trovano ancora una volta a dover compiere una scelta di campo: o con la Chiesa Cattolica e la sua dottrina bimillenaria e immutabile, o con la chiesa conciliare e bergogliana, con i suoi errori e i suoi riti secolarizzati. E questo avviene in una situazione paradossale in cui la Chiesa cattolica e la sua contraffazione coincidono nella medesima Gerarchia, alla quale i fedeli sentono di dover obbedire in quanto espressione dell’autorità di Dio e contemporaneamente di dover disobbedire in quanto traditrice e ribelle.

Certo, non è semplice disobbedire al tiranno: le sue reazioni sono spietate e crudeli; ma persecuzioni ben peggiori furono quelle che dovettero patire nel corso dei secoli i Cattolici che si trovarono a dover affrontare l’arianesimo, l’iconoclastia, l’eresia luterana, lo scisma anglicano, il puritanesimo di Cromwell, il laicismo massonico della Francia e del Messico, il comunismo sovietico, della Spagna, della Cambogia, della Cina… Quanti vescovi e sacerdoti martirizzati, imprigionati, esiliati. Quanti religiosi massacrati, quante chiese profanate, quanti altari distrutti. E tutto questo perché? Perché i Sacri Ministri non hanno voluto rinunziare al tesoro più prezioso che Nostro Signore ci ha donato: la Santa Messa. La Messa che Egli ha insegnato a celebrare agli Apostoli, che gli Apostoli hanno trasmesso ai loro Successori, che i Papi hanno custodito e restaurato e che da sempre è al centro dell’odio infernale dei nemici di Cristo e della Chiesa. Pensare che quella Santa Messa, per la quale i missionari inviati in terre protestanti o i sacerdoti prigionieri dei gulag rischiavano la propria vita, sia oggi proibita dalla Santa Sede è motivo di dolore e di scandalo, oltre che un’offesa ai Martiri che quella Messa hanno difeso fino all’ultimo respiro. Ma queste cose le può capire solo chi crede, chi ama, chi spera. Solo a chi vive di Dio.

Chi si limita ad esprimere riserve o critiche a Traditionis custodes e ai Responsa cade nel tranello dell’avversario, perché riconosce legittimità ad una legge illegittima e invalida, voluta e promulgata per umiliare la Chiesa e i suoi fedeli, per fare un dispetto ai “tradizionalisti” che osano nientemeno che avversare dottrine eterodosse condannate fino al Vaticano II, da esso fatte proprie e oggi assurte a cifra del pontificato bergogliano. Traditionis custodes e Responsavanno semplicemente ignorati, respinti al mittente. Vanno ignorati perché è chiara la volontà di punire i Cattolici rimasti fedeli, di disperderli, di farli scomparire.

Rimango sgomento dinanzi al servilismo di tanti Cardinali e Vescovi, che per compiacere Bergoglio calpestano i diritti di Dio e delle anime loro affidate e che si fanno un merito di mostrare la propria avversione per la Liturgia “preconciliare”, considerandosi meritevoli del pubblico encomio e dell’approvazione vaticana. A costoro sono rivolte le parole del Signore: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio» (Lc 16, 15).

La risposta coerente e coraggiosa dinanzi a un gesto tirannico dell’autorità ecclesiastica deve essere la resistenza e la disobbedienza a un ordine irricevibile. Rassegnarsi ad accettare questa ennesima sopraffazione significa aggiungere un altro precedente alla lunga serie di abusi sinora tollerati, e con la propria obbedienza servile rendersi responsabili del mantenimento di un potere fine a se stesso.

Occorre che i Vescovi, Successori degli Apostoli, esercitino la propria sacra autorità, nell’obbedienza e nella fedeltà al Capo del Corpo Mistico, per porre fine a questo colpo di stato ecclesiastico che si è consumato sotto i nostri occhi. Lo richiede l’onore del Papato, oggi esposto al discredito e all’umiliazione da colui che occupa il Soglio di Pietro. Lo richiede il bene delle anime, la cui salvezza è suprema lex della Chiesa. Lo richiede la gloria di Dio, rispetto alla quale nessun compromesso è tollerabile.

L’Arcivescovo polacco mons. Jan Paweł Lenga ha detto che è il momento di una controrivoluzione cattolica, se non vogliamo vedere la Chiesa sprofondare sotto le eresie e i vizi dei mercenari e dei traditori. La promessa del Non prævalebunt non esclude minimamente, anzi chiede e pretende una azione ferma e coraggiosa non solo da parte dei Vescovi e dei sacerdoti, ma anche dei laici, che mai come oggi sono trattati come sudditi, nonostante i fatui appelli alla actuosa participatio e al loro ruolo nella Chiesa. Prendiamone atto: il clericalismo ha raggiunto il proprio apice sotto il “pontificato” di chi ipocritamente non fa altro che stigmatizzarlo.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

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26 commenti

  • unaopinione ha detto:

    Trovo giustissimo tutto quello che il monsignor Viganó ha affermato nell´articolo, ma vorrei dire qualcosa a proposito delle seguenti affermazioni:
    “… ; così la Santa Messa tridentina, vera medicina dell’anima in un momento di gravissima pestilenza morale, viene negata colpevolmente ai fedeli (…) i sacerdoti, medici dell’anima, tradiscono il proprio mandato, pur in presenza di un farmaco infallibile testato per oltre duemila anni, e fanno di tutto per impedire che quanti ne hanno sperimentato l’efficacia possano usarlo per guarire dal peccato (…) le difese immunitarie dell’anima sono compromesse da una mentalità mondana e dalla cancellazione della dimensione soprannaturale e trascendente, in modo da lasciare le anime indifese dinanzi agli assalti del demonio.”
    Ma siamo sicuri che in mancanza della Messa tridentina (che naturalmente si deve tentare di conservare a tutti i costi) “le difese immunitarie dell´anima sono (“definitivamente” mia aggiunta) compromesse (…) in modo da lasciare le anime indifese dianzi agli assalti del demonio”?
    … e vi starete giá chiedendo: “Ma questo qui dove vuole arrivare?”
    Io rispondo cosí: non avete mai pensato che esistono le Acque miracolose (e potabili) di Fatima, di Lourdes, di S. Maria Maggiore in Milano (ancora potabile?), di San Damiano, di Montichiari ed altre sparse un pochino per tutto il mondo (laddove la Madre di Dio é apparsa e ha fatto scaturire Acqua), che a suo tempo hanno procurato guarigioni inspiegabili (leggasi:miracoli) e che erano segni (per me certi) per il guarito di aver riceuto il perdono da Dio (e naturalmente per chi pecca poco o niente, quello di avvicinarlo ancora di piú a Lui)?
    E mi viene in mente (pensiero a dire il vero non originarimante mio): se immergendosi nell´Acqua di Lourdes si possono ricevere miracoli, perché non potrebbe avvenire la stessa cosa semplicemente se la si beve? E questo lo si puó fare tranquillamente a casa … mica si deve stare per forza a Lourdes (naturalmente si deve avere lo stesso proposito costante ed ardente di ricevere il perdono di Dio e pregare, pregare, pregare – inoltre a casa propria non vi é quella atmosfera di trasporto collettivo verso Dio che riempie tutto il luogo di pellegrinaggio).
    Chi ha una bottiglietta dell´Acqua di Fatima o Lourdes (o ha conservato a casa dell´acqua dalle fonti sopra elencate) a casa ha a dir poco un tesoro …divino.
    Forse S.E. Mons. Viganó si ricorda qualcosa a proposito (o anche qualcuno dei lettori di marcotosatti.com)? E se anche a suo tempo ha giudicato la cosa una “fantasia/curiositá”, forse potrebbe valutare se sia opportuno,magari anche per il tramite di altre persone qualificate, dedicare in futuro alcune parole sulla questione per far comprendere a chi vuole stare attento ai “segni” che Dio ha mandato in passato sulla Terra di cosa si trattava/tratta? Perché se la cosa fosse vera (e io ne sono pienamente convinto), allora non ci sarebbe neanche piú bisogno dei dottori della “moderna medicina” per guarire il corpo, ma basterebbe questa “Acqua” per guarire non solo l´anima ma anche il corpo (ma qua il discorso sarebbe un poco lungo).
    Del resto … mi parrebbe veramente strano che Dio, avendo previsto una situazione di questo genere e che si sta attualmente delineando (diversamente non puó essere), non abbia messo preventivamente a disposizione dell´umanitá almeno una efficace “difesa immunitaria casalinga dell´anima” per sfuggire al Diavolo.
    Nota: naturalmente qui si tratta di qualcosa che ha piú a che fare con la fede che con la scienza (e che fuziona empiricamente e che soprattutto se ne frega di dimostrare la propria “scientificitá”). Per cui mi aspetto giá la solita persona argutissima ed informatissima che dice: “Ma bisogna dimostrarlo scientificamente”, cosí dimostrando allo stesso tempo che non ha assolutamente un minimo di fede in Dio e che quindi sta perdendo il suo tempo nel sito sbagliato (salvo che vi stia di proposito per disturbare).
    Ebbene io rispondo: anche con l´omeopatia non é dimostrato niente scientificamente – anzi … é dimostrato scientificamente il contrario, perché arrivati ad un certo punto di diluizione non dovrebbe essere presente neache una molecola del composto che viene ripetutamente diluito (“soluto”) e che, solamente, dal punto di vista “scientifico” dovrebbe guarire (l´acqua, secondo questo modo di ragionare, non giocherebbe nessun ruolo salvo quello di “diluente”); ma ció nonostante la “moderna medicina” di fronte al fatto che funzioni sta tentando da tempo di “appropriarsene” (il che e´impossibile, perché ognuno si puó fare il proprio medicinale omeopatico a casa, salvo che per l´amore per l´ambiente che é fiorita improvvisamente in Loro e per “salvare Gaia” dall´uomo (naturalmente quello non “vaccinato” a dovere), la “Democrazia” dichiari qualsiasi goccia d´acqua, cosí come tutte le piante sulla Terra, di sua esclusiva proprietá). Strano modo di credere che l´omeopatia non funzioni (e qui si tratta sempre di “acqua” che farebbe delle cose anomale).

  • Iginio ha detto:

    Temo invece che a fare il gioco dell’avversario o a cadere nel suo tranello siano proprio discorsi come questo.
    Sostenere che tutto ciò che viene dopo il Concilio Vaticano II sia da buttare è semplicemente ingiusto. Ingiusto verso tanti veri credenti che testimoniano la fede anche senza frequentare le messe VO.
    Né si può pretendere di obbedire alla Gerarchia solo quando essa dice ciò che ci fa comodo.
    Altro sarebbe il dire che quel concilio va collocato nel suo tempo e quindi ha fatto il suo tempo (che peraltro non ha saputo leggere fino in fondo, contrariamente a quanto dicono i suoi fanatici nostalgici), sicché è ridicolo citarlo oggi come dogma da non discutere o da cui partire, obliando tutto ciò che c’era prima col ridicolo aggettivo “preconciliare” che non significa niente.
    In sintesi: più fede e meno Lefebvre.
    E un po’ più di ironia, verso il papetto e i suoi corifei, come ho tante volte raccomandato. I cosiddetti progressisti amano le luci della ribalta per farsi applaudire: ebbene, cominciamo a fischiarli o meglio cominciamo a non prenderli sul serio mettendo in mostra le loro contraddizioni.

  • Gaetano2 ha detto:

    “Gerarchia, alla quale i fedeli sentono di dover obbedire in quanto espressione dell’autorità di Dio e contemporaneamente di dover disobbedire in quanto traditrice e ribelle.”

    Se “traditrice e ribelle”, non può essere “espressione dell’autorità di Dio”.

  • Maria Antonietta Gaziano ha detto:

    Monsignore, perché non prende MAI in considerazione l’ipotesi che B sia un antipapa? Non sarebbe nemmeno una novità, nella storia ce ne sono già stati una quarantina. Se ciò fosse dimostrato si aprirebbero certo enormi problemi ma almeno per i poveri cattolici se ne risolverebbe uno: quello dell’obbedienza.

  • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

    Apprezzavo le parole di Benedetto XVI, poi… per tanto tempo ho volutamente ignorato Bergoglio, come se non esistesse. Poi, la pandemia e i vaccini. È solo con l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò che ho finalmente udito la voce della Chiesa.
    La vera Chiesa non può scomparire. Organizziamo un incontro di preghiera ad Assisi, città di San Francesco, per implorare a Dio la grazia della riparazione della sua casa!

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    il nepostismo, le lettere di fedeltà al e o del parroco per poter far carriere, gli scemi ma obbedienti. Mancano i canonisti bravi o penso male?

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Mons. Viganò, lei giustamente afferma:

    ▪️ “.. Occorre che i vescovi, successori degli apostoli, esercitino la propria Sacra Autorità, nell’obbedienza e nella FEDELTÀ al “CAPO” del Corpo Mistico, per porre fine a questo colpo di stato ecclesiastico, che si è consumato sotto i nostri occhi.
    ◾Lo richiede l’onore del “PAPATO”, oggi esposto all’umiliazione e al discredito da colui che occupa il soglio di Pietro;
    ◾Lo richiede il bene delle anime, la cui salvezza è suprema lex della Chiesa;
    ◾Lo richiede la gloria di Dio, rispetto alla quale nessun compromesso è tollerabile…….. https://youtu.be/a0u-zfJvcIc

    Dunque Eccellenza, quando lei esorta i vescovi ad ‘OBBEDIRE al “CAPO ” del Corpo Mistico della Chiesa…◾chi intende per “CAPO” ?

    Perché per la DOTTRINA CRISTIANA il CAPO VISIBILE della Chiesa è il Papa (legittimo).
    👇
    ◾192. Il Papa, che noi chiamiamo pure il Sommo Pontefice, o Romano Pontefice, è il successore di san Pietro nella Cattedra di Roma, il VICARIO di Gesù Cristo sulla terra e il “CAPO VISIBILE della Chiesa.
    ◾195. Il Romano Pontefice è il “CAPO VISIBILE” della Chiesa, perché egli la regge VISIBILMENTE coll’ AUTORITÀ medesima di Gesù Cristo, che ne è il “CAPO INVISIBILE” .
    ——

    PIETRO infatti, in forza del PRIMATO, non è altro che il VICARIO di CRISTO, e in tal guisa si ha di questo Corpo un SOLO CAPO PRINCIPALE, cioè CRISTO, il quale, pur continuando a GOVERNARE in modo arcano LA CHIESA direttamente da sé, VISIBILMENTE però LA DIRIGE ATTRAVERSO “COLUI” che RAPPRESENTA la Sua PERSONA, poiché, dopo la sua gloriosa ascensione in cielo, non la lasciò edificata soltanto in sé, ma anche in *PIETRO, quale “FONDAMENTO VISIBILE”.

    🔴 Che CRISTO e il “SUO VICARIO” COSTITUISCONO “un solo CAPO”, lo spiegò solennemente il Nostro Predecessore Bonifazio VIII d’immortale memoria con la sua Lettera Apostolica “UNAM SANCTAM “…

    🌟🌟🌟 SI TROVANO QUINDI IN UN PERICOLOSO ERRORE COLORO I QUALI RITENGONO di POTER ADERIRE a CRISTO, “CAPO” della Chiesa, pur NON ADERENDO FEDELMENTE al “SUO VICARIO” in TERRA.

    ▪️Sottratto infatti questo VISIBILE CAPO e spezzati i visibili vincoli DELL’UNITÀ, essi oscurano e deformano talmente il CORPO MISTICO del REDENTORE, da non potersi più né scorgere né raggiungere il porto della SALUTE eterna….

    “Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943) | PIO XII”* http://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi.html

    ▪️ E al n. 154 la DOTTRINA CRISTIANA insegna pure che chi NON RICONOSCE il papa stabilito da Cristo È FUORI DELLA CHIESA.

    E che tra i due oggi, è il CAPO della Chiesa, se non COLUI che tutt’ora detiene il MUNUS INFALLIBILE DI SUCCESSORE DI PIETRO ricevuto da Cristo?
    👇
    https://youtu.be/-6zVkmfeJSA

    Eccellenza, la prego di avere la carità di darmi una risposta.
    Grazie di cuore.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Sicuramente monsignore le darà una risposta, ma poi non si lamenti né faccia la vittima.

    • La verità vi farà liberi ha detto:

      “Capo del corpo mistico” credo sia di facile interpretazione poiché chi è il capo del corpo mistico, cioè della “comunione dei santi” se non Gesù Cristo stesso? Monsignore infatti intende esortare ad obbedire ed essere fedeli a Cristo. Mi si corregga se sbaglio.

      • Federico ha detto:

        Ovvio; purtroppo sig.ra Gabriela da quell’orecchio proprio non vuol sentire…

      • Gabriela Danieli ha detto:

        SI TROVANO QUINDI IN UN PERICOLOSO ERRORE COLORO I QUALI RITENGONO di POTER ADERIRE a CRISTO, “CAPO” della Chiesa, pur NON ADERENDO FEDELMENTE al “SUO VICARIO” in TERRA.

        ▪️Sottratto infatti questo VISIBILE CAPO e spezzati i visibili vincoli DELL’UNITÀ, essi oscurano e deformano talmente il CORPO MISTICO del REDENTORE, da non potersi più né scorgere né raggiungere il porto della SALUTE eterna….

        “Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943) | PIO XII”*

  • Forum Coscienza Maschile ha detto:

    Che si riferisca al Card. Sarah, probabile futuro Papa?

    “Rimango sgomento dinanzi al servilismo di tanti Cardinali e Vescovi, che per compiacere Bergoglio calpestano i diritti di Dio e delle anime loro affidate e che si fanno un merito di mostrare la propria avversione per la Liturgia “preconciliare”, considerandosi meritevoli del pubblico encomio e dell’approvazione vaticana.”

    Mi chiedo fino a che punto si potrà mandare avanti la farsa di voler a tutti i costi salvare riti e dottrine di sapore protestante che hanno causato guasti incalcolabili, mentre lupi neppure più travestiti da egnelli ci tolgono indsturbati il terreno sotto i piedi.
    Come ho già detto, Concilio e postconcilio saranno salvi ma non resterà più un cattolico né un occidentale in Europa.

    Meglio non fare altri nomi, tanto sono legione:
    “A costoro sono rivolte le parole del Signore: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio» (Lc 16, 15).”

  • acido prussico ha detto:

    Specola su Infovaticana.com scrive (pero Attenzione! oggi 28 dicembre in Spagna è il giorno delle burle – il nostro 1° aprile):
    “Forse a causa di tutto questo, chissà, le voci di dimissioni di Papa Francesco stanno aumentando e si sta addirittura fissando una data. La sua apparizione con le labbra gonfie, soprattutto quella superiore, all’ultimo Angelus ha aumentato il nervosismo nei sacri palazzi. Le telecamere hanno costantemente evitato i primi piani con inquadrature a lunga distanza, ufficialmente silenzio. C’è chi già prevede una destinazione per Papa Emerito Francesco e lo colloca nella Certosa di San José de Cordoba nella sua amata Argentina. Conoscendo le sue debolezze, avrebbe optato per il silenzio dei certosini. Il giorno previsto per l’annuncio sarebbe la domenica delle Palme. Il Giovedì Santo, un giorno di celebrazioni speciali per Papa Francesco, l’anno scorso nella cappella privata di Becciu, si terrebbe una celebrazione in San Pietro secondo il rito tradizionale. Si parla di tutto il triduo, con sedia gestatoria e tiara. Prima di allora, avremmo nuovi cardinali: suonano molto i nomi di Schneider e Viganò. Con Papa Francesco non si sa mai, ma le labbra sono gonfie, sì sono proprio gonfie.”
    (https://infovaticana.com/blogs/specola/el-papa-francisco-se-hace-cartujo-el-naufragio-del-siglo-en-vaticano-la-fe-extraterrestre-la-mochila-notre-dame-desacralizada-los-inocentes/)

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Meglio non stappare la bottiglia prima del tempo: Bergoglio l’abbiamo già visto cadere, con occhi neri e altri acciacchi ma è sempre lì a far danni. Giovanni Paolo II era dato per morto con dieci anni di anticipo e stava molto peggio.
      Bergoglio non si dimetterà fino a quando non sarà certo (meglio: chi gli sta dietro non sarà certo) che verrà eletto uno peggiore di lui. Il tempo stringe, non vogliono mica ripetere la battuta d’arresto di Ratzinger.
      Oppure se ne andrà quando Dio, come scrive l’Aquinate, “ce lo toglierà di mezzo” ma comunque non spianerà la strada a Cardinali conservatori, tanto più ora che ha blindato il Conclave.
      Le vie del Signore sono imperscrutabili e forse (ripeto forse) il tentativo di sopprimere la Messa tridentina è stata la proverbiale “goccia” che ha colmato la coppa dell’ira Divina.

    • ex : ha detto:

      «si terrebbe una celebrazione in San Pietro secondo il rito tradizionale. Si parla di tutto il triduo, con sedia gestatoria e tiara. Prima di allora, avremmo nuovi cardinali: suonano molto i nomi di Schneider e Viganò»

      Beh!… più Primo Aprile di così!?… (o 28 Dicembre per gli Spagnoli)

  • acido prussico ha detto:

    dal Vocabolario Treccani.
    “solluchero”: sensazione e stato di grande soddisfazione, compiacimento e godimento.
    – andare in solluchero
    – andare in brodo di giuggiole
    – essere al settimo cielo
    – estasiarsi
    – gongolare
    – toccare il cielo con un dito.
    Questo è ciò che provo quando leggo l’Intrepido Mons. Viganò.
    Questo è ciò che provo quando penso al sicuro travaso di bile di Bergoglio, dei bergoglioschi e bergoglioti suoi servi ed ammiratori quando leggono gli scritti dell’Intrepido Mons. Viganò.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      Per Bergoglio e sodali Mons. Viganò è poco più di una zanzara, come i loro omologhi civili col pass procedono a tappe forzate nella distruzione degli ultimi resti di civiltà cristiana.
      Forse uno scisma gli farebbe persino comodo, lo stesso Bergoglio ha detto che non lo teme e non se ne preoccupa.
      La parte modernista della Chiesa deve epurare gli ultimi elementi di cattolicesimo per agire indistrubata nella devastazione finale, proibendo ai cattolici persino l’uso delle chiese.

      • ex : ha detto:

        Una zanzara è molto fastidiosa e fa perdere la pazienza (come dimostra la tragica – per loro – gaffe di Corrispondenza Romana). Una, anche se poco, «più di una zanzara», oltre alla pazienza può far perdere qualcos’altro.

  • Alberto Ramón Althaus ha detto:

    El cuento ha salido con demasiados errores que ha generado la traducción. Le pido que lo borre. Limitaré mis comentarios en el sitio porque los errores no ayudan a la lectura de textos largos. Gracias por todo Marco Tosatti

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Io so solo che uscendo da una messa vetus ordo non ci si ricorda nemmeno il proprio nome e che uscendo da una messa novus ordo non si ricorda più chi è Dio.

    Ma fino a quando i cardinali non cacceranno a pedate l’impostore, la situazione non potrà che peggiorare

  • gianni ha detto:

    Parole di un uomo illuminato dalla Fede e dall’amore per Cristo e la sua Chiesa. Non è un caso che in questo tempo di apostasia, Nostro Signore ci dà guide come queste. Non si può non prendere atto che il CVII ha finalmente mostrato il suo vero volto, anche agli illusi che hanno preteso fosse opera dello Spirito Santo, come lo sia parimenti stata l’elezione degli ultimi Papi. Ben opera dunque lo Spirito Santo: per protestantizzare la Chiesa Cattolica, per svuotare i Seminari, per distruggere il rito Antico. E guarda che strano, esso si serve dell’opera di tecnici come teologi eretici, ebrei, protestanti, forse che Egli pensa che gli ordinati non siano degni di operare all’interno di questa particolare chiesa.
    Ma il fedele pavido e finto umile che non vuole vedere quello che è sotto gli ogghi di tutti, non fa altro che fare il gioco del nemico assecondando con la sua ignavia la mano della Setta massonica, il cui primo scopo è da sempre (e lo era chiaramente scritto nel pamphlet ritrovato nella Loggia di Parigi a fine ottocento) la distruzione della Chiesa Cattolica e la soppressione della Santa Messa. E allora intendevano riferirsi alla S. Messa, non certo al Nuovus Ordo che è loro creazione.

    • Forum Coscienza Maschile ha detto:

      L’ignavia non è solo dei semplici fedeli.
      La Chiesa non si riprenderà fino a che la condanna dell’errore non diventerà inevitabile:
      “Non si può non prendere atto che il CVII ha finalmente mostrato il suo vero volto”.
      Secondo Don Brunero Gherardini (e altri) il Concilio non è infallibile, ma al di là dei singoli punti ha un taglio ideologico e di linguaggio che, tra un compromesso e l’altro, sembra segnare una rottura con la tradizione viva della Chiesa.
      Il principale male della Chiesa è proprio il compromesso, come ha detto la stessa Madonna ad Akita e Romano Amerio, secondo cui non c’è più un’autorità nella Chiesa perché non si condanna più l’errore.

      • gianni ha detto:

        Per non dissertare senza capire le motivazioni e i fini Le consiglio la lettura di un libro: Nichitaroncalli, controvita di un Papa – F. Bellegrandi, ed Eiles

    • anonimo ha detto:

      Chapeau, caro Gianni, chapeau! non avrei saputo essere più preciso e chiaro di lei. Da Roncalli in poi la Chiesa non è più cattolica, ma infiltrata dalla setta massonica, ed è sempre andata di male in peggio: immanenza anziché trascendenza, materialismo anziché spirito, antropocentrica anziché Cristocentrica, poi le eresie condannate dalla Chiesa preconciliare, dai supoi papi, dai suoi santi e martiri: ecumensimo suicida, filovcomunismo, filoprotestantesimo, aperto connubio cona la setta massonica, filotalmudismo (Fratelli maggiori? l’ebraismo talmudista si salva ancje senza convertirsia Cristo? ma quando mai si nsono udite follie simili in nduenmillenni di Cristianesimo? richieste di perdono per ciò di cui la Chiesa preconcilaire amava gòloriarsi ?macchina del fango)., dialogo sterile ed infruttuoso, a senso unico. Adesso lo schifo è arrivato all’apice, da qui in poi non può che iniziare la discesa, il motus in fine velocior vero Portae Inferi; buon viaggio a lorwsignori !

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Ritengo improbabile – e Dio solo sa quanto gradirei essere smentita dai fatti – che la nota conclusiva della Dichiarazione-Appello di mons. Viganò sia presa nella dovuta considerazione da chi si ostina a voltare le spalle allo squallore dello stato dell’arte che, in tutta sincerità, a tratti risulta difficile a credersi persino da una come me che è stata costretta a prenderne atto nel peggiore (e inimmaginabile) dei modi… e a trarne le debite, sofferte, conseguenze.
    Con la sola invocazione nel cuore e nella mente: «O Dio, vieni in mio aiuto; Signore, vieni presto ad aiutarmi». (Sal 69,2).