Coronavirus e Vita Spirituale. Riflessione di un Monaco Ortodosso.

18 Dicembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il Monaco Massimo, del Patriarcato di Mosca, ci offre – e lo ringraziamo di cuore – questa riflessione spirituale sui tempi che stiamo vivendo. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

Coronavirus e vita spirituale: ritornare a saper “osservare” e saper “conoscere”.

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Quest’anno e così pure il 2020 stanno segnando la vita sociale e spirituale delle persone in modo significativo. Secondo la osservazione comune, l’impatto che i Governi hanno dato alla lotta contro il virus Covid 19 ha pesantemente influenzato l’esistenza della stessa vita liturgica e la partecipazione sacramentale da parte dei fedeli in vari Paesi. In Italia, nella cui espressione geografica è presente al suo interno lo Stato del Vaticano, pare si sia sperimentato un modo incisivo di lotta al Covid-19 prevedendo misure di carattere non solo sanitario ma di pubblica sicurezza. Queste ultime hanno preso di mira anche le celebrazioni religiose.

Chi segue la televisione o la carta stampata e frequenta Internet non solo è stato aggiornato sui fatti relativi alla crisi sanitaria ma è stato letteralmente bombardato da vere e proprie “fatwa” espresse da studiosi ed esperti a vario titolo che hanno letteralmente creato un unico circuito di informazione 24 ore al giorno per 7 giorni su 7 fatto di interviste e valutazioni prognostiche, creando una ansia permanente fra la gente comune, già preoccupata per la situazione generale ed ora ancora più confusa a causa della discordanza di tutte le voci ascoltate.

E’ bene rilevare che alle dichiarazioni pubbliche ad opera di questi improvvisati profeti laici non si accompagna mai una qualche assunzione di responsabilità.

Molti si sono vaccinati pensando di risolvere un problema, facendo cioè un sacrificio basato su di un rischio ipotizzato a fronte di una ritrovata libertà, altri hanno deciso di non sottoporsi a ciò è che è considerata una terapia sperimentale non immunizzante e dagli effetti non conosciuti. L’Autorità Civile pare stia puntando tutto su di una campagna vaccinale che fin dall’inizio ha presentato delle criticità, ponendo in secondo piano lo sviluppo della prevenzione territoriale e legittimando una crescente stigmatizzazione in carico di coloro che non sono vaccinati, costruendo l’idea che vi siano due categorie di cittadini, i vaccinati-virtuosi ed i non vaccinati-non virtuosi e potenzialmente nocivi sotto il profilo della pubblica sicurezza/ordine pubblico. Questa idea trova il sostegno continuo da parte delle più alte cariche dello Stato ed è diventata regolativa anche per la condizione lavorativa. Molti studi hanno dimostrati i limiti di questo approccio ideologico che con la tutela della salute poco ha a che fare e molti intellettuali hanno indicato pure una chiara deriva autoritaria ed allo stesso tempo antigiuridica di alcune scelte legislative ed amministrative in capo al Governo e a quello precedente.

L’Autorità della Chiesa (sia cattolica che ortodossa) aveva il compito di elevare la sua voce sopra le molte altre, nella prospettiva non solo di consolare il popolo di Dio ma di indicare una strada che consenta di attraversare il deserto spirituale di cui facciamo esperienza. Spesso abbiamo invece assistito ad una specie di ripiegamento, ad una specie di “arretramento spirituale” da parte di alcune istituzioni religiose, quasi che il ridispiegamento tattico in questa circostanza consenta di “mantenere la posizione” in attesa di tempi migliori. Da un punto di vista spirituale – che è l’unico punto di vista vero – il ripiegamento – soprattutto in assenza di una strategia giusta (cioè l’agonismo spirituale) è invece una doppia sconfitta. E’ segno di acedia e cioè mancanza di tono ed è allo stesso tempo un chiaro sintomo di una vera e propria debolezza che l’intelligenza avversaria (le forze spirituali che dominano il mondo) non esita a sfruttare. E’ prova di mancanza di adesione alla scienza spirituale (theognosia) che da millenni si è sempre manifestata come una scienza esatta e come tale dalla Chiesa è stata ricevuta e trasmessa tanto in Oriente che in Occidente.

Quando nella storia d’Egitto il Faraone scelse Giuseppe l’Ebreo per contrastare la carestia che avrebbe imperversato sulla terra (Genesi 41,1 e ss) motivò la sua scelta perché il giovane figlio di Giacobbe aveva “lo Spirito di Dio” (Genesi 41,38) ed era stato valutato come “il più saggio” ed “il più intelligente”. Si badi bene alla dinamica del contesto e cioè che il talento di Giuseppe non evitò affatto il sorgere e l’espandersi della carestia, la devastazione dei raccolti e la invincibile crisi economica susseguente (la gente arrivò a vendere la terra al Faraone per garantirsi gli alimenti) ma permise di organizzare, pensando al futuro, la tenuta del Paese, garantendo con la sua azione la stessa legittimità del Faraone come istituzione. Il beneficio spirituale della lettura è immediato: la figura di Giuseppe è un typos, rappresenta la figura ideale di colui che rettamente amministra nella condizione storica e politica che gli è posta innanzi. Oggi noi dovremmo chiederci se questa figura è rintracciabile fra i nostri amministratori e se questa figura sia stata almeno cercata. La politica è infatti anche questo: la continua adozione di misure anche nella previsione di eventi successivi, avendo come obiettivo il bene comune.

Nel mondo ortodosso (specialmente in Serbia, Montenegro, Romania e Grecia) le Autorità Religiose hanno inizialmente evitato di prendere posizioni in accordo con le Autorità Civili sulla questione Covid-19, eludendo anche misure di prudenza elementari e basate sul buon senso. A causa del virus sono morti molti monaci, monache, sacerdoti, alcuni Vescovi ed il Patriarca serbo Irinej. Memoria eterna di loro! Oggi il mondo ortodosso è diviso sulla liceità ed efficacia vaccinale anche se le Autorità Civili di alcuni di questi Paesi hanno emanato delle regole simili o superiori rispetto a quelle viste all’interno della Unione Europea, andando non solo a colmare quel ritardo accumulato in due anni ma superando molti stati UE con misure persino più draconiane. Tutto ciò avente un solo beneficiario, la industria farmaceutica, dato che non è chiaro il motivo per cui da un lato le condizioni per la vendita dei prodotti vaccinali sia basato su clausole secretate unite a clausole limitative di responsabilità in favore della impresa produttrice, mentre i beneficiari finali – cioè la gente, magari in buona salute oppure guarita dal virus – debbano firmare assunzioni di responsabilità in assenza di qualsivoglia garanzia, sottoponendosi ad un processo di somministrazione presentato inizialmente con alcune caratteristiche poi modificate a più riprese senza che qualcuno sia in grado di fornire delle spiegazioni.

In questo orizzonte generale della società (basato spesso sul “gusto smodato di questa vita” 1Gv 16) quale è il compito della Chiesa? Se “tutta la nostra vita nel mondo, dalla nascita all’ultimo respiro, apparirà al termine come un unico atto” ed “il suo contenuto e spessore saranno visti alla pari di un flash” (San Sofronio di Essex) quale è il modo giusto di “osservare” e di “conoscere”?

San Giovanni Climaco, autore del testo spirituale più importante per la vita spirituale orientale (“La Scala” o “Tavole spirituali” VI sec.) ci insegna che l’umanità è divisa in cinque categorie secondo il loro stato spirituale. Ci sono gli amici di Dio, i servi fedeli, i servi inutili, gli estranei e gli avversari. Ad uno sguardo attento la categoria più rappresentata sono i servi inutili e gli estranei, alcuni sono servi fedeli, alcuni sono avversari e pochi i veri amici.

Oggi la Chiesa dovrebbe essere alla ricerca nel suo interno di questi ultimi, per invertire la rotta, andare controcorrente, senza rischiare di sbandare o naufragare. Siamo tutti consapevoli che la trasmissione della fede da una generazione all’altra attraversa un periodo delicatissimo. Esserne consapevoli è già indice di retta osservazione, porvi rimedio è segno di amore per Dio e sicuro guadagno spirituale. Ogni uomo e donna innamorati di Dio possono in qualsiasi luogo e tempo condurre delle azioni, adottare un comportamento e manifestare senza dicotomia fra il dire ed il fare la “visione” che la scena di questo mondo passa e che vivere da uomo e donna spirituali trasfigura (la metamorfosi) le esistenze sempre. Segni, miracoli e prodigi hanno accompagnato la comunità degli Apostoli da subito, questi tre elementi di interazione fra cielo e terra sono presenti anche oggi, fra di noi. Chi è cieco non vede e la cecità di cui parliamo è una malattia dello spirito. Chi guarisce dalla cecità diventa a sua volta guida per gli altri e desidera che anche altri guariscano. La guarigione dell’occhio spirituale oggi è di necessità come lo è sempre stata, la vista dell’uomo sulla propria esistenza è sfocata, perde di vista l’obiettivo, dimentica la propria origine e si illude di un eterno presente. Siamo come “coloro che vagano da Occidente ad Oriente alla ricerca della Parola di Dio” e che “non la trovano” (Amos).

Si dice che solo chi è stato un buon discepolo può essere un buon maestro. La Chiesa insegna fin dal tempo primordiale a saper spiritualmente “osservare” il luogo ed il tempo in cui uno costruisce la propria esistenza e per poter spiritualmente “conoscere” serve avere una istruzione.

L’istruzione spirituale è impartita da un maestro spirituale che si intrattiene con Dio, cresce nella scienza spirituale, si nutre della parola spirituale (Feuerbach ha ragione quando scrive: l’uomo è ciò che mangia!) come il “Padre Nostro” ci insegna: dacci oggi il pane sovasostanziale!

Chi è il maestro spirituale? Lo dovrebbe essere ogni vero sacerdote ed ogni vero teologo.

Già una trentina di anni fa, proveniente dalla diaspora greca negli Stati Uniti, padre Ioannis Romanidis intravedeva distintamente che la Chiesa nel secolo attuale avrebbe dovuto suo malgrado affrontare tre condizioni per la sua sopravvivenza futura come istituzione umano-divina: l’ecumenismo sincretista, la deificazione dei diritti umani ed il conflitto fra fede e la scienza nella sua connessione con la tecnica.

In un periodo in cui il bazar psichedelico sociale, l’irrilevanza di ogni tradizione e l’avanzata della tecnologia sono le avanguardie del turbocapitalismo, la scienza spirituale cristiana è antidoto e cura. Esistono i testi su cui studiare, esiste sulla terra una istituzione misto umano-divina voluta dalla benevolenza celeste e portata fino ai confini della terra dai primi amici di Dio, affinchè Cristo sia tutto in tutti. Lo scoraggiamento (athymia) che colpiva i malati di peste durante l’epidemia di Atene del IV sec a.C. oggi colpisce tutti noi. A volte ci colpisce anche all’interno della stessa Chiesa. Non dobbiamo avere paura delle sfide anche se possono apparire impossibili da affrontare ma solo dei nostri peccati. Al termine di ogni umano ragionamento, nonostante la desolazione del tempo e la mediocrità spirituale in esso contenuta, non c’è veramente povertà, afflizione, malattia, separazione, dolore, morte che possano separarci da Cristo e Cristo è di Dio e Cristo è Dio.

§§§




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6 commenti

  • miserere mei ha detto:

    Grazie per alcuni spunti che cercherò di tenere presenti:

    -stiamo facendo un’esperienza di deserto spirituale e abbiamo bisogno di guide per attraversarlo, non della diserzione che ripiega in un “arretramento spirituale” che azzera l’agonismo spirituale.

    -è segno di accidia e sintomo di una debolezza che l’intelligenza avversaria (le forze spirituali che dominano il mondo) non esita a sfruttare; è prova di mancanza di adesione alla scienza spirituale che da millenni si è sempre manifestata come una scienza per la Chiesa.

    -è privo dello Spirito di Dio che il Faraone riconobbe in Giuseppe affidandogli la gestione della carestia. La figura di Giuseppe è un typos, rappresenta la figura ideale di colui che rettamente amministra nella condizione storica e politica che gli è posta innanzi.

    -l’umanità è divisa in cinque categorie secondo il loro stato spirituale: gli amici di Dio, i servi fedeli, i servi inutili, gli estranei e gli avversari. La categoria più numerosa sono i servi inutili e gli estranei, alcuni sono servi fedeli, alcuni sono avversari e pochi i veri amici.

    -la Chiesa dovrebbe essere alla ricerca nel suo interno di questi ultimi, per invertire la rotta e andare controcorrente.

    -segni, miracoli e prodigi hanno accompagnato la comunità degli Apostoli da subito, questi tre elementi di interazione fra cielo e terra sono presenti anche oggi, fra di noi. Chi è cieco non vede e la cecità di cui parliamo è una malattia dello spirito. Chi guarisce dalla cecità diventa a sua volta guida per gli altri e desidera che anche altri guariscano. La guarigione dell’occhio spirituale oggi è una necessità.

    -la Chiesa insegna fin dal tempo primordiale a saper spiritualmente “osservare” il luogo ed il tempo in cui uno costruisce la propria esistenza e per poter spiritualmente “conoscere” serve avere un’istruzione. L’istruzione spirituale è impartita da un maestro spirituale che si intrattiene con Dio, cresce nella scienza spirituale, si nutre della parola spirituale, come il “Padre Nostro” ci insegna: il pane sovrasostanziale!

    -la scienza spirituale cristiana è antidoto e cura. Lo scoraggiamento (athymia) che colpiva i malati di peste durante l’epidemia di Atene del IV sec a.C. oggi colpisce tutti noi.

    -non dobbiamo avere paura delle sfide anche se possono apparire impossibili da affrontare ma solo dei nostri peccati. Non c’è veramente povertà, afflizione, malattia, separazione, dolore, morte che possano separarci da Cristo e Cristo è di Dio e Cristo è Dio.

    Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

  • Nicola Buono ha detto:

    Posto l’ultimo intervento di Monsignor Carlo Maria Viganò

    https://youtu.be/fpmGDQI—w

  • alessio ha detto:

    Gentile Monaco Massimo ,
    sono contento che parli dell’ opera
    di Giovanni Climaco ,la scala del
    Paradiso , che non solo ai Monaci ,
    ma anche a noi laici ,insegna a
    fare della nostra casa una grotta
    dove incontrare Dio , e il mio
    motto preferito tra tutti i libri
    che ho mai letto è questo :

    È meglio rattristare i propri
    genitori piuttosto che il Signore ,
    perché il Signore ci ha plasmati e
    salvati ,mentre i genitori spesso
    portano alla perdizione e
    consegnano al castigo quelli
    che amano.
    ( la scala del Paradiso ,terzo gradino ) .
    Quando il pontefice cattolico
    ultimamente è stato in visita a
    Cipro ,nella parte Ortodossa ,
    con sullo sfondo una enorme
    bandiera turca che copriva
    una collina intera , ha detto
    di fare ponti e non muri ,
    mentre con noi tradizionalisti
    è sempre duro e vendicativo
    ed ha già posto il divieto di
    celebrare la Messa Antica
    di San Pio V.
    Vorrei sapere se lo inviterete
    in Russia o aspetterete un
    Papa più Ortodosso che abbia
    a cuore la Salute delle Anime .
    Per quanto riguarda i vaccini ,
    che vaccini non sono , io non
    mi farò iniettare un siero
    genico dagli effetti incerti
    solo perché lo chiede lo
    stato , che è ormai la falange
    dell’ unione europea .

  • Legionario Romano ha detto:

    SPETTACOLARE !

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Linee guide ponderate che, dall’analisi obiettiva della situazione attuale, indicano l’unica via di uscita dal groviglio in cui siamo avviluppati, muovendo dal passo decisivo che consiste nel prendere coscienza del problema che è all’origine e insieme concausa dello stallo emergenziale: la crisi spirituale che ha fatto emergere falsi profeti, “guide” che ostentano una superiorità fasulla sul Maestro di cui dovrebbero essere umili discepoli per acquisire la preparazione idonea a far di loro fedeli portavoce e autentici testimoni.
    Invece: la cecità, che impedisce loro di avere contezza delle precise attribuzioni del ruolo chiamati a ricoprire, oltre che della trave nel proprio occhio, complica l’attraversamento del “deserto spirituale” e impedisce al gregge, che pretendono di guidare da “illuminati”, di recuperare la dimensione verticale dell’esistenza, appiattita su quella orizzontale in cui sono arretrati in primis i ciechi alla guida di altri ciechi.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Non dobbiamo aver paura delle sfide, anche se possono apparire impossibili da affrontare ma solo dei nostri peccati. Tutto l ‘articolo è molto bello, spira rigore, equilibrio, fede. Ho estrapolato la frase che mi ha particolarmente colpita perché mi sembra avere carattere di universalità. Le sfide, piccole medie e grandi ci sono sempre nella vita, ed i peccati pure, ma sembra che abbiamo rovesciato i termini della questione, e così dei nostri peccati non abbiamo più paura. Manco li vediamo e così chiediamo a Dio, più che altro, di salvarci dalla sfida !