Gotti Tedeschi: la Proprietà Privata è Diritto Naturale Primario, non Secondario.

11 Dicembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il por. Ettore Gotti Tedeschi ci ha scritto questo messaggio, che ben volentieri portiamo alla vostra attenzione. Questo, per chi legge l’inglese, è il collegamento all’articolo citato dal prof. Gotti Tedeschi.  Buona lettura, e riflessione.

§§§

 

Caro dottor Tosatti, le allego un articolo, pubblicato sulla prestigiosa ed influente rivista americana di economia Forbes, scritto da un mio amico argentino Alejandro Chafuen, cattolico ed economista, direttore internazionale dell’Acton Institute.

L’Acton Institute (il nome è riferito allo storico e politico inglese Lord John Acton) è il maggior think-tank americano, fondato da father Robert Sirico, la cui missione è quella di promuovere una società libera e virtuosa fondata sulla libertà individuale e ispirata a principi cattolici.

In questo articolo Chafuen spiega il pensiero di un grande gesuita di fine ‘800, padre Matteo Liberatore SJ, il quale contribuì alla stesura dell’Enciclica Rerum Novarum del grande Papa Leone XIII (1891).

In questo articolo Chafuen spiega la irrinunciabile priorità della proprietà privata, per il bene comune, come diritto secondo natura e perciò primario, non secondario e derogabile. Come invece viene insegnato nell’Enciclica Fratelli Tutti, negando il pensiero persino di San Tommaso d’Aquino.

Ricorda Chafuen che padre Liberatore fu anche un fondatore della Civiltà Cattolica nel 1850. Nel suo libro “Principi di politica economica” (1891) scrive che <proprietà significa esclusivo possesso di un bene con il potere di disporne secondo sua volontà>. Evidentemente lo scrisse quale sfida alle teorie socialiste dell’epoca che lui considerava, stretto senso, <contronatura>.

Padre Liberatore considerava la proprietà privata necessaria per assicurare la pace, il benessere proprio e quello futuro dei figli. Disporne significa poter realizzare la vera solidarietà personale e fraterna verso il prossimo bisognoso, solidarietà che è anzitutto privata, altrimenti non è solidarietà cristiana.

Aggiunge che ciò che giustifica la volontà di cancellare la proprietà privata è la volontà di rendere l’uomo debole, indifeso e vulnerabile.

Non solo, io aggiungo la volontà di rendere sterile il suo lavoro, e inutile per esercitare vera carità cristiana nei fatti.

Per p. Liberatore il maggior problema socioeconomico è piuttosto dare troppo potere allo Stato.

Chafuen pertanto critica l’Enciclica Fratelli Tutti dove è scritto che la proprietà privata può solo esser considerata un diritto naturale secondario che deriva dalla destinazione naturale dei beni creati.

Questa differente visione del tema proprietà privata, secondo Chafuen, sta nel fatto che p. Liberatore, a differenza dall’attuale pontefice, conosceva bene l’economia e i pericoli del socialismo.

Considerare la proprietà privata secondaria è errato e pericoloso, essendo la conseguenza naturale del lavoro dell’uomo.

Amen.

§§§




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34 commenti

  • anonimo ha detto:

    La situazione attuale, politica, economica, sanitaria, ecclesiastica, dell’Occidente euroatlantico ? ce la descrive sinteticamente e magistralmente Roberto Pecchioli, ricorrendo aduna frase presa dal “Re Lear” di William Shakespeare “un mondo in cui per davvero i pazzi guidano i ciechi”.
    Che definizione azzeccata; tutti in fila a farsi sottoporre alla roulette russa, e se il colpo parte…pace all’ anima, ha dato il consenso! Ma chi lo estorce, il consenso, fa parte del club dei pazzi che vogliono guidare l’ umanità, spopolare il pianeta, robotizzarne la parte rimanente. Veramente dovrebbero riaprire la famosa “Clinica dei pazzi” di quel vecchio film di Totò, e rinchiuderceli tutti dentro a chiave..
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4292_Pecchioli_Premiata_Impresa_Funebre_Occidente.html

  • Nicola Buono ha detto:

    Per tutti i cattolici è stata lanciata l’iniziativa ITALIA PREGA ( il Santo Rosario).

    https://www.maurizioblondet.it/iniziativa-italia-prega/

  • Aristarco ha detto:

    Il problema è l’accumulo smodato. Non è accettabile che un singolo individuo sia privato possessore di beni e capitali superiori a quelli di intere nazioni o a quelli della collettività cui appartiene. Fosse anche il frutto del suo lavoro, non è accettabile che un singolo accumuli patrimoni tali da poter decidere, o influenzare sostanzialmente, le sorti di intere società civili. Questa anomalia è alla radice di molti mali, incluso quello che sta pervadendo il mondo in questi ultimi anni. *** Occorre imporre limiti ragionevoli. E individuare la misura della ragionevolezza è molto meno difficile di quanto potrebbe sembrare, perché il divario tra i super-ricchi (almeno da Gates, Bezos, Musk ecc. in su, ci siamo capiti) e il resto delle popolazioni è veramente abissale. *** Nei riguardi di tali accumuli patrimoniali fuori misura occorre procedere all’esproprio e alla redistribuzione.

    • Giovanni B. ha detto:

      Non so quanto l’ “esproprio” e la “redistribuzione” potrebbero servire a risolvere davvero la questione senza produrre qualcosa di addirittura peggiore. Lo scandalo però è reale. Un tempo il ricco negli stessi States si sentiva tenuto ad iniziative filantropiche, ospedali, scuole, università, ricerca, istituzioni caritative, non poteva sottrarsi pena la perdita di stima pubblica. Un tempo. Oggi i super-ricchi sperperano cifre enormi in iniziative stravaganti (il turismo spaziale…) oppure finanziano progetti mondiali utopistici, privi di aggancio alla realtà. Sembrano adolescenti desiderosi di realizzare le proprie, a volte inquietanti, fantasie. Adolescenti dotati di mezzi debordanti.

  • Giovanni B. ha detto:

    Già. Bisognerebbe però conoscere e amare San Tommaso, la Tradizione della Chiesa, la sua Dottrina, amare la Chiesa stessa.
    Temo che per l’inquilino di Casa Santa Marta tutto ciò sia, come dire, piuttosto ostico.

  • Alberto Ramón Althaus ha detto:

    Fasta: «En cuanto al vigor y fuerza imperativa de estos preceptos y conclusiones, los teólogos los
    dividen en dos clases:
    • primaria: a esta clase pertenecen aquellos que deben observarse, bajo todas
    circunstancias, si se ha de mantener el orden moral esencial.
    • secundaria: son aquellos cuya observancia contribuye al bien público y privado y se
    requieren para la perfección del desarrollo moral, pero no son tan absolutamente
    necesarios a la racionalidad de conducta que no puedan ser legalmente omitidos
    bajo algunas condiciones especiales.»
    Según la DSI la propiedad privada no es un derecho absoluto pues cede cuando hay abuso de derecho y cede en cuanto a que hay bienes que deben ser del Estado respetando el principio de subsidiaridad.
    No se necesita a Chaufen ni a un jesuita para salvar la propiedad privada Bergoglio no es un genio sino que la gente es ignorante y se hace mal al recurrir a un liberal y no a los tomistas, a los Padres y doctores de la Iglesia.
    Por lo tanto está desparramando buscando en el liberalismo una solución que está en la doctrina de siempre de esa manera confunde a muchos el autor y más si suprime los comentarios importantes y reincide en el error y lo mantiene de confundir como hace Bergoglio secundario que en el derecho natural se refiere a los números de orden o números ordinarios primero, segundo, tercero con secundario como no fundamental o no importante porque siempre los derechos naturales primarios y secundarios formaron parte del derecho natural y de la ley natural con lo cuál no sólo confirma el error de Bergoglio sino que lo amplía al clasificar como derecho natural primario la propiedad privada lo que puede hacer un liberal pero no un tomista y menos un católico. Como nadie les dice nada y todos mienten entonces hasta los buenos pierden lo bueno que tienen su respeto por la verdad en el periodismo.

  • alessandro ds ha detto:

    Bisogna distinguere, le proprietà private non sono tutte uguali.
    Già parlare di proprietà privata senza sottolineare la differenza fra le sue varie forme non è onestamente intellettuale.
    Qui non stiamo parlando della casa di proprietà dove si vive o del pezzetto di terra dove si coltiviamo.
    Qui si parla di ben altre proprietà private, di cose che dovrebbero essere gestite dallo Stato. Come le banche, come le multinazionali degli alimenti e delle medicine.
    Di magnati che hanno miliardi di euro sui conti correnti.
    Si parla di ben altri tipi di proprietà privataprivata, mettere tutto sotto lo stesso piano è un pò una mistificazione.

  • massimo trevia ha detto:

    un altro aspetto e’ questo:io ad esempio vivo in comodato (per ora)nella casa che il mio bisnonno eredito’ intorno al ‘900(suppongo) e attualmente di mio papa’:e ci sono sempre stato affezionato.ha una seppur modesta storia:credo che si vogliano tagliare queste radici…..e a catena le radici dei popoli con le loro patrie, facendoci vivere da sradicati!!!!!

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Se LorSignori governatori intendessero abolire la proprietà privata, così a metà partita, ci restituiscano quanto abbiamo sudato e speso per possederla.
    Mica esistono solo i ladri sulla terra!

    Secondo: dicano apertamente che hanno abolito anche la proprietà pubblica, visto che dopo secoli di tasse pagate per averli, i servizi pubblici ci sono censurati. 😡

  • Giovanni B. ha detto:

    San Tommaso d’Aquino? E chi sarebbe costui? La Tradizione della Chiesa? Non pervenuta. Ecco, detto in sintesi.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    In totale le parole diritto al singolare e diritti al plurale ricorrono 170 vollte. Tolti i casi in cui diritto ha il significato di non storto, col termine diritto si intende ciò che ad ognuno spetta. Tra questi spiccano il diritto di proprietà e di successione. Non vi è alcun dubbio.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Concordo coi concetti espressi, ma va fatta qualche precisazione.
    La proprietà privata deve valere per tutti, perché deve essere un modo concreto perché tutti possano godere dei beni del creato.
    E’ un modo per essere liberi e la libertà è certamente un bene primario, ma la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri.
    Anzi, in certo modo la mia libertà anche comincia dove comincia quella degli altri, perché noi siamo liberi in relazione agli altri. Liberi tra liberi.
    Così la proprietà privata va regolata dallo stato in modo tale che l’accrescimento deve ricadere sulla società.
    Lo stato non deve essere invadente, ma deve essere FORTE. Più dei privato. Soprattutto dei potenti.
    Lo stato non serve tanto per i forti, ma per i deboli, e deve fare gli interessi dei deboli, senza certo ammazzare la libera iniziativa, che è un bene sociale.
    In definitiva il liberalismo è come il comunismo: materialista.

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Non mi rivolgo certo al prof. Gotti Tedeschi.
    In un post o in un articolo più di tanto non si riesce a dire. Però, vista la confusione imperante, e considerato quanti sono convinti di essere ancora ai tempi di Peppone e don Camillo (magari), qualche puntino sulle “i” del quaderno di terza elementare va messo.
    “Proprietà privata” è un très vaste concept. Che va da villetta a schiera e bottega dell’artigiano, o anche dalla ferriera dell’intraprenditore -vero- che ci mette rischio e lavoro e si alza la mattina prima dei suoi operai, fino al manutengolo nostrano delle autostrade e alle Sette Sorelle nelle loro evoluzioni paccottiglia-delivery, tech, fin-tech e bio-tech, le quali pretendono di mettere il trademark letteralmente sulla nostra carne. Che già (fecondazioni e gestazioni varie e assortite) viene venduta a libbre al mercato h24 su cui non tramonta mai il Sole.

    Secondo la dottrina cattolica di sempre (“corporativismo”, se ben inteso come valorizzazione dei corpi intermedi, non è affatto una parolaccia; abusum Ventenniale a parte) la prima declinazione, quella che mette al centro il lavoro, la dignità delle persone (operai/collaboratori compresi) e delle famiglie, contribuendo alla prosperità della comunità tutta (“funzione/destinazione sociale dei beni terreni”), è assolutamente sacrosanta e intangibile. Anzi, è la base senza cui una società libera, giusta ed equilibrata è impossibile. Come gli esempi del passato e del presente stanno a dimostrare.
    La seconda invece, il parassitismo che lucra diritti senza doveri e si presenta oggi in forma di libera/l dittatura -etimologico: “dettatura delle leggi”- sui mezzi di produzione socialmente essenziali (es. dalla più pura tradizione cattolica: il prestito a interesse/usura padre ig-nobile della moderna Finanza), è sempre -sottolineo: sempre- stata condannata. Con termini che, del tutto casualmente, più torniamo indietro nel tempo più somigliano a quelli del barbuto passeggiatore sulla riva sinistra del Tamigi. Semplice constatazione oggettiva senza secondi “ismi”. E ovviamente storico velo pietoso stendendo sulla prassi.

    Dare per scontati questi -cattolicissimi- presupposti, e partire lancia in resta contro i nefasti “collettivismi” statali, significa oggi portare acqua in sovrappiù al mulino dei Padroni del mondo. Fare consapevolmente o meno il loro gioco, non distinguendo tra Stato “pubblico” (vedi, anzi, ricordi “democrazia”?), principio d’ordine che fa gli interessi della società nel suo complesso senza nulla togliere al valore del singolo, e burocrazia para-privata maschera di carnevale del Popolo Grasso (vedasi il fiorire di “aziende”, “produttività” e americanizzazione confindustriale dei programmi scolastici; leggere e scrivere -inglese- e stringere bulloni: cervelli riportati all’ammasso delle bobine).

    L’acqua viene limpido esempio definitivo: il sovrano popolo italiano (Costituzione docebat) ha detto e ripetuto e deliberato in tutte le forme possibili e immaginabili di volere che il più primario di tutti i beni resti pubblico. E invece, di riffa o di raffa, di consorzio e di “partecipazione”, perché “Deus (l’Europa/i Mercati/???) lo volt”, in nome dello spirito santo liberista alias Efficienza o di madonna Greta per evitare il peccato mortale di “spreco”, manca pochissimo che l’acqua del rubinetto faccia la fine di energia elettrica, gas, autostrade, ferrovie, ecc. Di tutto ciò insomma di cui non possiamo letteralmente fare a meno per vivere (ogni rif. ai liberalissimi -senza virgolette- pass è voluto) e sopravvivere. E che però sarebbe “statalista” e “innaturale” non lasciare allo sfruttamento e alla rendita del più forte/ipocrita. Che in tal modo esercita sul popolo né più né meno che un potere di tirannia. Sul quale san Tommaso è fin troppo chiaro.

    “Dare da bere agli assetati” era invece barbarie, di quando gli strozzini -qualche volta perfino quelli di alto rango- venivano messi ai remi delle galere. Di quando papi e facenti-funzioni almeno evitavano di fingersi rivoluzionari anabattisti mentre imponevano le corone ai regnanti di turno.

    (With a heartfelt dedication a tutti gli Epuloni con ville e magazzini strapieni di “roba”.)
    https://online.scuola.zanichelli.it/letterautori-files/volume-2/pdf-verde/letterautori_verde_volume2_T14.pdf

  • Giovanni B. ha detto:

    Già. Lo sgangherato ideologo che impera oltretevere però non fa riferimento alla Tradizione della Chiesa quanto a certa subcultura ribellista in circolazione dal ’68 in Europa, la quale, rivelatasi fallimentare nel luogo di origine, è finita nelle discariche ideologiche del Terzo Mondo dove trova ancora qualcuno capace di entusiasmarsene. Che uno di costoro sia proprio il Pontefice regnante non può che destare un senso di viva costernazione.

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Grazie professor Gotti Tedeschi.

  • Adriana 1 ha detto:

    Perbacco! E’ la prima volta che sono d’accordo con Bergoglio. Ho già contattato un amico con un capiente furgone per portarmi a casa qualche ” pezzo pregiato ” dei Musei Vaticani. ( Ma non sono avida: le icone della Pachamama e di Lutero le lascio al fratello Bergoglio che, da fine intenditore, ne apprezza il valore estetico e morale con mucho gusto ).

  • Carlo Tommasi ha detto:

    Grazie per il suo contributo,
    prof.,
    ma è indubbio:

    la proprietà è Sacra!

    È DIO Stesso che sancisce
    la sua inviolabilità
    al 10° Comandamento:

    《Non desiderare la roba d’altri》!

    L’𝗜𝗻𝗳𝗲𝗿𝗻𝗼:
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2017/09/linferno.html

    𝑮𝒖𝒂𝒊 𝒂 𝒄𝒐𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒅𝒂𝒊 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒊
    𝒊𝒍 𝑭𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒖𝒐𝒎𝒐
    𝒗𝒊𝒆𝒏𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒊𝒕𝒐!
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2021/11/guai-coloro-dai-quali-il-figlio.html

    𝑵𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑪𝒊𝒕𝒕𝒂`𝒅𝒊 𝑫𝑰𝑶:
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2018/10/la-citta-di-dio.html

    Con stima, in CRISTO,
    la saluto.

  • Domanda ha detto:

    Non chiaro: se è sbagliato dire che la proprietà privata è secondaria rispetto alla destinazione universale dei beni, allora bisogna dire che la destinazione universale dei beni è secondaria rispetto alla proprietà privata?

  • Alberto Ramón Althaus ha detto:

    A ver existe un mal uso que hizo Bergoglio de la palabra “secundario” en los derechos naturales, desde siempre se ha sabido que existen tres clases de derechos naturales los de orden primario, los de orden secundario y los de orden terciario y sólo los de orden terciario que son conclusiones lejanas de los derechos naturales de orden primario y secundario sólo los de orden terciario no obligan ni a los gobiernos ni a los particulares porque son deducciones lejanas del derecho natural en las cuáles pueden existir errores en su conocimiento y aplicación, así que el término derecho natural secundario aplicado a la propiedad privada no dice nada en contra de la propiedad privada sino que dice por el contrario dice mucho a favor en el sentido de que los derechos naturales secundarios son de cumplimiento obligatorio para los gobiernos y los particulares.
    Con lo que Bergoglio ha utilizado el término “secundario” en un sentido equívoco (como el “gato” en castellano designa el animal y el instrumento para levantar el auto) porque en los derechos naturales el término secundario se refiere a los números ordinales que son primero, segundo, tercero, etc., números de orden, en cambio el término “secundario” lo ha usado Bergoglio no en ese sentido sino en el sentido de “sin importancia fundamental” y aquí es donde está el grave error en que caen muchos porque no se trata de solucionar este error en la confusión de lo que significa el término “secundario” aplicado a los derechos naturales equivocadamente tratando de poner como derecho natural primario la propiedad y confundirla con la posesión que es el derecho natural primario del cual se deriva de manera obligatoria y necesaria el derecho natural secundario de la propiedad privada que obliga tanto como el primario con lo que al error de Bergoglio se contesta con otro error modificando la correcta doctrina tomista y es grave que se recurra a una interpretación que no se corresponde con la realidad de lo que el tomismo ha enseñado en cuanto a importancia de los derechos naturales primarios y secundarios para un sistema jurídico justo y para la existencia de un bien común político porque, además, de alterar la enseñanza tomista no se la mejora con estas correcciones sino que se introducen errores innecesarios que pueden no interesar a los fines prácticos inmediatos pero que vician la comprensión de cómo de derechos naturales primarios los seres humanos pueden deducir la existencia de derechos naturales secundarios que son tan importantes como los primarios y se afecta la comprensión de la realidad por ignorancia pero está la posibilidad de comentarios y rectificaciones de lo escrito por comentaristas y eso le agradecemos al propietario del sitio aunque sabemos que no es suficiente porque se publican los errores como artículos que es lo que lee la mayoría y las verdades como comentarios que quedan casi ocultos pero esta época es así bastante chata y no es culpa del propietario del sitio que no tiene por qué saber todo sino la baja calidad de la inteligencia católica en general, agradecemos que se nos permita estas rectificaciones a los errores mencionados. Saludos y gracias

  • miserere mei ha detto:

    San Giuseppe è l’uomo giusto per antonomasia, un uomo la cui giustizia resta in umile ascolto di Dio, lasciandosene istruire dai messaggeri angelici anche mentre dorme.

    E’ uomo del lavoro praticato con impegno e insegnato al suo figliolo. Uomo inserito nella tradizione di Israele e nella dinastia davidica. Uomo giusto per le appartenenze che vive con fedeltà e che non cessa di onorare nei suoi affetti e nei suoi doveri di stato.

    Ave Giuseppe, figlio di Davide, uomo giusto e verginale, la Sapienza è con te. Tu sei benedetto fra tutti gli uomini e benedetto è Gesù, il frutto di Maria tua sposa fedele.
    San Giuseppe, degno Padre e protettore di Gesù Cristo e della Santa Chiesa, prega per noi peccatori e ottienici da Dio la divina Sapienza, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen! (San Luigi Maria Grignion de Monfort)

    E’ giusto affidare a San Giuseppe il lavoro minacciato dai green pass, la casa minacciata da cervellotici progetti venati di tecnocrazia, l’esistenza vincolata ad autocelebrativi censimenti di autorità estranee, la chiesa minacciata da pastori ormai compromessi con il mondo, la vita corporale minacciata dalle gelosie di infelici erodi con manie d’onnipotenza, la fede costretta nell’insignificanza di vuoti riti senza spessore, la vita spirituale incapace di ascoltare le voci degli angeli…

    E’ giusto affidare a lui l’umile bisogno di ricevere dalla divina provvidenza la capacità di reggere agli eventi restando al posto che chiede l’obbedienza a Dio.
    E stargli accanto nella capacità di meritare e onorare, da capofamiglia, la compagnia della Beata Vergine Maria e di Gesù, vero uomo e vero Dio.

  • Alberto Ramón Althaus ha detto:

    A ver existe un mal uso que hizo Bergoglio de la palabra “secundario” en los derechos naturales, desde siempre se ha sabido que existen tres clases de derechos naturales los de orden primario, los de orden secundario y los de orden terciario y sólo los de orden terciario que son conclusiones lejanas de los derechos naturales de orden primario y secundario sólo los de orden terciario no obligan ni a los gobiernos ni a los particulares porque son deducciones lejanas del derecho natural en las cuáles pueden existir errores en su conocimiento y aplicación, así que el término derecho natural secundario aplicado a la propiedad privada no dice nada en contra de la propiedad privada sino que dice por el contrario dice mucho a favor en el sentido de que los derechos naturales secundarios son de cumplimiento obligatorio para los gobiernos y los particulares. Con lo que Bergoglio ha utilizado el término “secundario” en un sentido equívoco (como se “gato” en castellano designa el animal y el instrumento para levantar el auto) porque en los derechos naturales el término secundario se refiere a los números ordinales que son primero, segundo, tercero, etc., números de orden, en cambio el término “secundario” lo ha usado Bergoglio no en ese sentido sino en el sentido de “sin importancia fundamental” y aquí es donde está el grave error en que caen muchos porque no se trata de solucionar este error en la confusión de lo que significa el término “secundario” aplicado a los derechos naturales sino equivocadamente de poner como derecho natural primario la propiedad y confundirla con la posesión que es el derecho natural primario del cuál se deriva de manera obligatoria y necesaria el derecho natural secundario de la propiedad privada que obliga tanto como el primario con lo que al error de Bergoglio se contesta con otro error modificando la correcta doctrina tomista y es grave que se recurra a una interpretación que no se corresponde con la realidad de lo que el tomismo ha enseñado en cuanto a importancia de los derechos naturales primarios y secundarios para un sistema jurídico justo y para la existencia de un bien común político porque además de alterar la enseñanza tomista no se la mejora con estas correcciones sino que se introducen errores innecesarios que pueden no interesar a los fines prácticos inmediatos pero que vician la comprensión de cómo de derechos naturales primarios los seres humanos pueden deducir la existencia de derechos naturales secundarios que son tan importantes como los primarios y se afecta la comprensión de la realidad por ignorancia pero está la posibilidad de comentarios y rectificaciones de lo escrito por comentaristas y eso le agradecemos al propietario del sitio aunque sabemos que no es suficiente porque se publican los errores como artículos que es lo que lee la mayoría y las verdades como comentarios que quedan casi ocultos pero esta época es así bastante chata y no es culpa del propietario del sitio que no tiene por que saber todo sino de la baja calidad de la inteligencia católica en general, agradecemos que se nos permita estas rectificaciones a los errores mencionados. Saludos y gracias

    • acido prussico ha detto:

      Lo siento, don Alberto. No quiero ser “maestro sabiondo” pero creo que es necesario un pequeño apunte para entender adecuadamente su glosa.
      En su comentario di 525 palabras Ud. ha puesto solo 2 puntos. Resultado: un rompecabezas.
      Mi padre me decía que para que me comprendieran tenia que escribir “telegráfico”: poner un punto cada 4-5 palabras.
      No se inquiete. Feliz Navidad.

      • Alberto Ramón Althaus ha detto:

        Se lo resumo el derecho a la propiedad privada es secundario no porque sea inferior, o sea, secundario en el sentido de no fundamental sino secundario según los números ordinales: primero, segundo y tercero.
        Si no entiende que la palabra “secundario” puede tener dos sentidos uno de “orden” y otro de “no fundamental, no importante y no exigible” no puede entenderse mi explicación..
        “Equívoco” es un término o palabra que se usa para designar dos cosas que no tienen nada en común, por ejemplo:
        Gato (el animal y el artefacto mecánico)
        Cólera (enfermedad e ira)
        Sierra (elevación del terreno y artefacto para la construcción)
        Calle (conjugación de «callar» y carretera de cemento)
        Lista (conjunto ordenado y mujer inteligente)
        Muñeca (juguete y parte del cuerpo) esto está en Internet y puede encontrar qué son las palabras análogas, unívocas y equívocas en Internet.
        Secundario es utilizado por Bergoglio, Tedeschi, Chaufén y entendido por mucha gente en el sentido incorrecto desde el punto de vista en que fue utilizado en la teoría de los derechos naturales de “no fundamental” pero ese no es el sentido en que lo utiliza la doctrina del derecho natural que habla de derechos naturales primarios, secundarios y terciarios.
        Bergoglio, Chaufen, Tedeschi y muchos lectores entienden el término “secundario” en relación a los derechos naturales en uno de los sentidos equívocos que no aquel en el que fue usado por la doctrina del derecho natural que lo usó a los fines de designar un orden pero no de transformar en “no fundamentales o no importantes” a los derechos naturales secundarios o preceptos secundarios de la ley natural.
        O sea, el derecho de propiedad es secundario porque hay un derecho natural primario, secundario y terciario y, en ese sentido de número de orden, el derecho natural no pierde nada con que sea secundario pues los derechos naturales primarios y secundarios son exigibles a las personas y a los gobiernos.
        No sucede lo mismo con el derecho natural terciario que son conclusiones más lejanas del derecho natural primario y en las cuáles puede haber errores y pueden ser dejados de lado por las leyes positivas de los Estados.
        Con lo que Bergoglio, Tedeschi, Chaufen y los lectores confunden el término “secundario” como número de orden con el otro significado de la palabra “secundario” que es “no fundamental o no importante o que puede ser dejado de lado” y, en ese aspecto agravan y confirman el error de Bergoglio porque no utilizan las palabras en el sentido en que se las usó en la teoría de los derechos naturales sino en otro sentido que no es el correcto.
        Y se ponen a buscarle una solución a un problema que no existe y que no se debe más que a la ignorancia sobre el sentido que tiene la palabra “secundario” en la teoría de los derechos naturales.
        Usa Bergoglio, Tedeschi, Chaufen y muchos lectores el término “secundario” en otro sentido al que se usó siempre en la doctrina del derecho natural con lo cuál desparraman generando y manteniendo un error que se debe exclusivamente a la ignorancia de los hombres porque los derechos naturales primarios y secundarios son fundamentales y forman parte de lo exigido a los hombres y a los gobiernos.
        En cuanto a frases cortas que es como se enseña a escribir ahora antes se hacía de otra forma que me gusta más.
        Pero gracias por su sugerencia como ve la voy a aplicar en la medida de mis posibilidades porque esto bastante viejo para ciertos cambios y me falta tiempo para pulir los comentarios.
        Pero es muy importante su crítica como ve para mejorar la explicación que había realizado y hacerla más inteligible. Gracias.

  • Mimma ha detto:

    Sono assolutamente d’accordo con l’assunto di padre Liberatore.
    Ma ovviamente questo è funzionale a una società di liberi.
    In una comunità di schiavi , per giunta cibernetici, governata da autocrati folli che si credono dèi , è superfluo e dannoso.
    Possiamo e dobbiamo solo pregare.
    Grazie, dottor Tedeschi per i suoi interventi illuminanti.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Non mi stupisce che nella libera interpretazione della dottrina e del Magistero, riveduti e corretti in base a concetti personali e soggettivi, anche il diritto primario alla proprietà privata subisca un attacco per ora verbale, là dove altri diritti umani fondamentali – universalmente riconosciuti tali – siano ripetutamente violati, nell’indifferenza generale, nonostante i proclami ufficiali in loro difesa, risuonati ancora ieri (nella giornata mondiale celebrativa della Dichiarazione adottata dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948), nel discorso ai Membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
    È tipico di chi propugna e attua idee rivoluzionarie, compiacendosene, non considerare quanto di inalienabile sia stato lasciato in eredità persino dai membri della propria famiglia e non prestare ascolto alla controparte virtuale di programmi venduti sotto etichette ammiccanti di interesse comunitario.
    È perdita di tempo rivolgere appelli e parole a chi non vuole sentire, per quanto si propone (si impone, con subdole teorie) come uomo e maestro di ascolto e dialogo.
    Chi ha voluto capire, ha capito. Nella confusione che regna sovrana, a mio modesto avviso, sarà molto difficile tentare con relativo successo di ristabilire un po’ di ordine nel disordine globale, in mancanza di predisposizione a mettere in discussione idee confuse di tuttologi che si ritengono depositari di scienza infusa.
    Ritengo non sufficiente la fiducia (spesso professata passivamente) nel “Non praevalebunt”, senza intensificare la preghiera allo Spirito Santo, perché mandi – una buona volta! – “dal Cielo un raggio” di luce: la Sua Luce. Perché: lavi “ciò che è sordido”, bagni “ciò che è arido”, sani “ciò che sanguina”. Pieghi “ciò che è rigido”, scaldi “ciò che è gelido”, drizzi “ciò ch’è sviato”. E: soprattutto, doni ai fedeli che “solo” in Lui confidano i Suoi “santi doni”.

  • Davide Scarano ha detto:

    L’attuale contesto potrebbe essere tradotto con questa relazione:
    “Proprietà individuale : lavoro individuale = Proprietà collettiva : Reddito universale (senza lavoro)”.

    Sembra chiaro dove vogliono andare LORO. E’ però evidente che senza proprietà inviduale, meglio senza la concreta possibilità di agire, non vi è nè libertà, nè dignità, nè, infine coscienza, cioè effettiva possibilità di scelta.

  • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

    Torno a chiedere, che male sarebbe se dott. Tosatti si facesse fotografre all’ombra di una croce che portasse l’identità ed il capo di accusa del crocifisso, INRI? Dopo tutto, come chiesi ad un parroco di Brest-Litovsk, dato che ci furono ben tre croci sul Calvario, come possiamo sapere quale era quella del Redentore, Gesù Cristo-Re dei Giudei?

  • Federico ha detto:

    Riflessione molto acuta e condivisibile, per cui mi permetto soltanto di mettere in particolare evidenza una frase ivi contenuta: “ciò che giustifica la volontà di cancellare la proprietà privata è la volontà di rendere l’uomo debole, indifeso e vulnerabile”.
    Tutto il castello ideologico del comunismo (guarda caso affiancato sul punto da tutte le concezioni assolutistiche del potere centrale) è finalizzato a questo: rendere l’individuo inerme, totalmente succube, indifeso e dipendente dal potere di vertice, che può essere, di volta in volta, il sovrano assoluto, il partito, il leader, il dittatore, ecc.
    In questo, risulta evidente la strategia costantemente adottata anche dalla sinistra italiana con il pretesto della maggiore giustizia sociale: anzitutto costante incremento della tassazione, con la promessa di sussidi ai fedeli sostenitori bisognosi, e al contempo incremento della burocrazia e del controllo delle persone: in pratica, creare nuovi poveri per poi ergersi a loro benefattori.
    Il risultato è la creazione di nuovi dipendenti dalle sovvenzioni statali e dagli “aiuti” pubblici, con martellamento e schiacciamento delle libere ed autonome attività, costantemente tacciate dell’infamia di evasione fiscale e del dissesto delle finanze pubbliche (mentre si fanno passare in secondo piano gli spaventosi ed ingiustificati costi del pubblico apparato, della scandalosa corruzione e dell’inefficienza dello stesso).
    Nell’Apocalisse di S. Giovanni questi aspetti sono rimarcati con grande attenzione, laddove la Bestia (che rappresenta il potere politico innalzatosi con orgoglio al posto del Creatore) dispone della vita e della morte degli uomini, ed il marchio della Bestia viene apposto con lo scopo di impedire, a chi non si sottomette, di vendere e acquistare (cioè di vivere).
    Estremamente grave è oggi lo spettacolo del vertice delle gerarchie ecclesiastiche, totalmente asservito all’ideologia disumana ed anticristiana del potere politico, a sua volta asservito al potere finanziario, ad un livello mai registrato prima.

  • Stefano ha detto:

    Mi permetto di osservare che se si confonde il comunismo con la subordinazione della proprietà privata al principio di destinazione universale dei beni, o non si hanno competenze di analisi o si fa solo propaganda. Gotti Tedeschi in quale categoria va collocato?

  • Stefano ha detto:

    Mi permetto di osservare che se si confonde il comunismo con la subordinazione della proprietà privata al principio di destinazione universale dei beni, o non si hanno competenze di analisi o si fa solo propaganda. Gotti Tedeschi in quale categoria va collocato?

  • Creazionista ha detto:

    Non rubare
    Non desiderare la roba d’altri.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Sono totalmente a digiuno dell’argomento.

    C’è qualcuno che voglia riassuntivamente spiegarmi quando e come nasce la proprietà privata?

    Grazie.