Benedetta De Vito. Nostalgia di Roma, di Chiesa, di Pastori. Della Fede di Sisto V.

1 Dicembre 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra BDV, Benedetta De Vito, ci offre una riflessione piena di bellezza e nostalgia su Roma, la Chiesa, e i Pastori. Ah, i Pastori, a cominciare dal Gran Piero, che se uno la paragona a Sisto V…ma leggete. 

§§§

 

Quando stufa del teletam-tam del mondo al contrario, che sprizza odio da ogni dove, aprendo una voragine tra i “nazivax” e i “novax”, categorie create dal mago di Oz, che  vuole inoculare siero e ansietà insieme e dividere per “imperare”, il cuore, in palpito, mi spinge a uscire nell’aria fresca, sempre lei, meravigliosamente uguale a se stessa.

Fatti pochi passi da casa, nel bel Rione Monti (che era un tempo pieno di laboriosi artigiani e ora è tutto ristoranti e bar)  mi ritrovo, condotta per mano dallo Spirito Santo in una via laterale monticiana che pare ritagliata nella campagna romana.  Siedo  sugli scalini di un convento muto. Alti sono i muraglioni che difendono la vera vita dal mondo e chiuso sempre il portone. Non un convento, ma un fortilizio e silenzio intorno. Io, cullata dal dolce scorrere d’acqua di un nasone, tiro fuori il mio Santo Rosario e comincio a sgranare le perle dei  misteri mentre tutto scolora intorno a me e si fa viva presenza la Chiesa invisibile che, tra quelle mura, si nasconde dopo che il pastore del Vaticano (dove abitavano in viva letizia), ha intronizzato un idolo pagano, ha cambiato le parole del Pater noster, e ha risposto che non sa perché Nostro Signore è morto in Croce…

Via, via e qui, mentre recito le mie Ave Maria, mi s’accosta ora uno ora un altro Santo e in dolce compagnia mi par di essere felice, pur nel disturbo di vita in cui siamo stati condannati a vivere. Con le minacce continue, le emergenze che si fanno quotidiano e tutto il brodo nero al quale ci hanno abituati negli anni, due, tolti alla vita vera e sacrificati al diavolo che li possiede, avido e molesto. In quel mio “aoristo” (cioè tempo fermo in un presente che è passato e futuro insieme), l’anima, cinta dall’armatura d’oro che è vestito dell’esercito di San Michele, mi dona la forza di andar incontro alla giornata, nel mio piccolo vivere di moglie, madre e casalinga, senza por l’orecchio alle fanfaluche e alla paura condita di ansietà che si rincorrono su tutti i media. In quel centro che è cuore a cuore con il Creatore, tutto riesce bene, in Lui, e anche s’aprono squarci di rivelazione.

Ad esempio, per una combinazione d’eventi che non sto a raccontare e che han per principio regolatore la casa dove abito, ho avuto tra le mani un libro bello che si intitola “La nepote di Sisto V” e che racconta la storia di Vittoria Accoramboni (della quale ha scritto anche Stendhal, come mi dice mio marito).

Ma a me della Vittoria, francamente, poco importa e molto di più di Sisto, il “gran frate” che è tra i Papi miei più cari. Un po’ perché ha disegnato Roma nella bellezza, un po’ per i suoi modi spicci e soprattutto per la stupenda fanciulla dormiente con “perette” che è una delle quattro fontane al crocicchio tra la via, appunto, delle Quattro Fontane e via XX settembre (che si chiamava via Pia…). E un po’ per l’arguzia con la quale scelse il suo nome: Sisto Quinto, certamente l’ultimo dei Sisti… Io, quando passeggio per le strade della Roma mia che amo e che conosco come le mie saccocce, mi fermo sempre un pochino ad ammirarla e mi chiedo a chi si ispirò il cardinal Montalto – poi Sisto V – per farla disegnar tanto graziosa, pensosa nell’appoggio della man con il suo cagnolino e le piccole pere del cognome Peretti… Sisto V, un gran Papa.

E vien da ammusarsi al paragonarlo alla miseria di oggi. Sisto, pur con il suo carattere duro, da contadino, e anche bisbetico, amava così tanto il Signore , che volle render bellissima la Città Santa, l’Urbe sempiterna. Riportò l’acqua ai colli più alti, facendo zampillar le fontane in festa, compresa quella dei Catecumeni che è nel mio Rione Monti.

E poi, fece piazza pulita, certo, con modi un poco spicci, dei briganti che infestavano le campagne romane. Mise gli obelischi (e che lavoro fu erigerli, come racconterebbe l’architetto Domenico Fontana!) nei punti importanti della Città, come grandi indici puntati al suolo a dire qui, qui si onora il Creatore. Il più maestoso, in piazza San Pietro, davanti alla Basilica eretta sulla tomba del grande apostolo. E ora lascio la parola all’autore del libro, Brigante Colonna (un giornalista molto famoso ai suoi tempi e ora dimenticato): “Sulla cima dell’obelisco, in luogo della palla, fu messa una croce. Sul piedistallo, incise a grandi caratteri due epigrafi esultanti: “Ecce Crux Domini. Fugite partes adversas. Vincit Leo de Tribu Juda”. “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat. Christus ab omni malo plebem suam defendat”.

Non credo servano le traduzioni per sentir la forza del messaggio. Il cuore danza in petto, vola in alto, si unisce al coro degli angeli in gloria, mentre il vero Pastore sembra ancora vivo e guida, con il suo vincastro, le sue pecorelle, Felice di nome e felice per aver anche concluso i lavori del Cupolone. Io, pecorella, a petto a Lui, tra le altre.

Quanta nostalgia per un vero Pastore! Mancano i pastori, tutti, dal piccolo della parrocchia, all’alto del Soglio petrino, nel soffocante miasma in cui versa la Chiesa Romana oramai inchinata al mondo. La Santa Chiesa sembra condotta al baratro da un pastore che ogni giorno scandalizza, con il suo parlare oscuro, le sue pecorelle, un pastore che non le ama. Sì, gli danno noia, le devozione, per lui, puzza. E sotto il vello bianco, io scorgo le zanne di un lupo. Avanti, nel Signore, senza guardarlo. Pregando ancora il mio Rosario torno verso casa, con la speranza che un giorno il Signore tornerà in trionfo a riportar nel mondo la sua Eterna Luce.

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11 commenti

  • Alberto Ramón Althaus ha detto:

    Es evidente que hay palabras que utilizan los papas para enviar mensajes Juan Pablo I que para muchos era un revolucionario dijo “Dios los perdone por lo que habéis hecho” murió a los 33 días en el Vaticano y pretendía profundizar el camino del CVII, el que se hizo llamar papa Francisco I dijo las mismas palabras “Dios los perdone por lo que habéis hecho” y buscó respaldo y apoyo en Santa Marta. Los dos tomaron muy similares medidas. Es evidente que Bergoglio enviaba una información clave al obispado y a los sacerdotes en el sentido de que estaban no frente a un papa como había existido siempre sino frente a otro nuevo Luciani, un nuevo Juan Pablo I y que continuaría las políticas del grupo de Sant Galles y del NOM. Así que muchos obispos sabían hacia dónde se dirigía Bergoglio basta con mirar las primeras medidas de Juan Pablo I y lo dejaron actuar sin oponer resistencias.

  • ex : ha detto:

    “Nazivax”, mi piace!… Quelli che vengono ingiustamente definiti “Novax”, dovrebbero risponder loro chiamandoli – giustamente – così: “Nazivax”.

  • daouda ha detto:

    perché piangere se Paolo ha profetato che la Chiesa avrebbe apostatato e che sul trono del suo tempio si sarebbe assiso l’Empio?
    Protestiamo contro la Rivelazione di DIO?

    • GIOPAV ha detto:

      NO.
      Non protesto contro la Rivelazione di DIO, ma piango per
      le anime che il PASTORE IDOLO, pretendendo una FALSA
      obbedienza dai consacrati, porta moltissime anime all’inferno
      con sé.

      • daouda ha detto:

        La preghiera per chi rifiuta DIO è ad un tempo aumento di pena qualora non si ravvede, e implorazioe di Grazia qualora si ravveda.
        Da come parli sembri quasi scontento di veder bruciare all’inferno complici e carnefici…

        • Enrico Nippo ha detto:

          Invece dovrebbe essere contento?

          • daouda ha detto:

            Come pé ogni cosa de sta vita, no, ma nell’eternità sì. Chi per attaccare la corruzione della Santa Chiesa dà sfogo a certi sfoggi, non sà rispondere alla tua domanda. Facci caso.

  • Chedisastro ha detto:

    A piazza di Spagna (lo sa di certo la signora Benedetta) per l’Immacolata anche quest’anno vietato al popolo omaggiare la Madonna, ché gran pericolo produce poi l’assembramento. Ma il gran pastor in compenso, si mostrerà lì ad occhio di telecamere.
    In compenso stadi pieni, però.

  • GIOPAV ha detto:

    Questa mattina, a messa, è stato letto il vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Naturalmente il sacerdote
    NON ha fatto notare che GESU’ ha fatto compiere il miracolo
    ai discepoli, i quali ricevuti i pezzetti dei pani e dei pesciolini
    li hanno distribuiti e tutti si sono saziati e ne sono ancora
    avanzati. Poi ha paragonato l’ostia consacrata a quel pane
    distribuito dai discepoli. Oggi, che senza ritegno viene dato
    GESU’ nelle mani non consacrate, ma debitamente sporcacciate dei fedeli, e non in bocca, ho avuto l’impressione di aver sentito una bestemmia “luterana”. Quale consacrato crede ancora nella presenza reale di GESU’ CRISTO nell’ostia?

    • FRANCESCOMARIA ha detto:

      Due cose:
      1) se il sacerdote ha detto che GESÙ ha fatto compiere il miracolo ai discepoli è una inesattezza paurosa. il testo dice:
      ” 18 Ed egli disse: «Portatemeli qua». 19 E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. (Mt14,18-19).
      Pertanto è Gesù che chiede al Padre, in quanto umile per eccellenza e non perché non capace, di compiere il miracolo e non i discepoli che in quel momento non erano ancora pronti a capire. Anzi mi meraviglierei se non ne rimasero “sconvolti”.
      2) E’ vero che non si può parlare di Eucarestia in quel fatto, ma è anche vero, però, che ne è l’anticipazione.
      “26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Mt26,26
      “Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Lc.22,19
      Sia Lodato Gesù Cristo

  • Milly ha detto:

    “Aoristo”.. ..non conoscevo questa parola ma il suo significato è sublime.
    Mi ha riportato indietro nel tempo quando prendevo il mio motorino Ciao e nelle giornate limpide, mi inerpicavo nelle stradine che da piazzale Michelangelo portano a Pian dei Giullari in quel di Firenze. E lì seduta su un muretto di sassi osservavo la stupenda campagna Toscana, in un tempo fermo, presente e futuro, proprio come ha descritto sapientemente Benedetta.
    Grazie per questo dolce ricordo!