Agostino Nobile: è Lecito Ribellarsi ai Tiranni? E il Tirannicidio?

11 Novembre 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Agostino Nobile ci offre un problema e una riflessione particolarmente grave pregnanti, e che hanno sfidato nel corso dei secoli l’acume la saggezza di molti pensatori. Buona lettura.

§§§

 

È LECITO IL TIRANNICIDIO?

L’anno scorso ho pubblicato uno scambio di vedute via chat con Lucilio, riportato poi in un articolo su SC. In questi tempi di Covid pass, emergenze varie e manifestazioni, mi sembra opportuno trascrivere un’altra chat avuta recentemente col giovane amico. Per farla breve trascrivo solo le parti essenziali.

Lucilio: «Il V Comandamento, Non uccidere, non  lascerebbe dubbi. Ma – e questa è la domanda che pongo a un credente come lei – è lecito uccidere un tiranno?»

«La questione è stata affrontata dai filosofi pagani e credenti, e mi sembra che tutti, o quasi, concordino con quello che riassume Tommaso d’Aquino: “Il regime tirannico non è giusto: perché non è ordinato al bene comune, ma al bene personale di chi governa […]. Perciò scuotere tale regime non ha natura di sedizione: a meno che non si turbi talmente codesto regime, da procurare al popolo un danno maggiore di quello sofferto col regime tirannico. Anzi, si può dire che è sedizioso il tiranno, il quale provoca nel popolo sottoposto discordie e sedizioni, per dominare con più sicurezza. Infatti questo è un modo di agire tirannico, essendo ordinato al bene di chi comanda, con danno del popolo.”»

«Pazzesco, sembra scritto oggi! (pausa) Ma il tirannicidio?»                                                                                                                «L’Aquinate arriva alle stesse conclusioni di Cicerone e di tutti filosofi: “Colui che allo scopo di liberare la patria uccide il tiranno viene lodato e premiato quando il tiranno stesso usurpa il potere con la forza contro il volere dei sudditi, oppure quando i sudditi sono costretti al consenso. E tutto ciò, quando non è possibile il ricorso ad una istanza superiore, costituisce una lode per colui che uccide il tiranno.” Il vescovo britannico Giovanni di Salisbury, sul diritto di tirannicidio è dello stesso avviso: “Non soltanto è permesso ma è anche equo e giusto uccidere i tiranni. E in quanto immagine di malvagità, il più delle volte va addirittura ucciso. […] È dunque possibile considerare come se fosse una legittima difesa personale.”»

«Dato che l’ho letto e non ricordo, a questo punto dovrebbe dirmi cosa dice a tal proposito Cicerone.»

«Il filosofo romano è più tagliente poiché, essendo anche politico, conosceva i suoi polli affermando che “chi sfugge alla giustizia nei tribunali deve attendersi di trovarla nelle strade” aggiungendo “facciamo la guerra a coloro contro cui nulla può la legge.” 

Per venire più vicini a noi il poeta e tragediografo Vittorio Alfieri, scrive: “Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d’impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.”

«Il principio espresso dai filosofi potremmo applicarlo oggi?»

«Mah… i tiranni non sono tutti uguali, così come le ingiustizie che fanno contro i popoli. Quindi sarei cauto con l’omicidio e, comunque, con la pena di morte applicata dall’ordinamento giustiziario. Sono contro la pena capitale.»

«Allora?»

«Dal mio punto di vista, ribellarsi a un despota che pensa ai propri interessi (anche se sostiene il contrario) a danno dei popoli, è un dovere. Se non è possibile con le armi democratiche, e se non si può fermare con le buone, è lecito uccidere. Lo so, a noi cresciuti nei diritti democratici e coccolati nel buonismo farà storcere il naso.  Ma se non esistono altre vie, per fernare le mattanze, che possono essere anche di natura psicologica, economica e morale, bisogna decidere tra la vita dei tuoi cari e quella dell’aguzzino. I nostri avi insegnano: Mors tua vita mea.»

«Chiaro. (pausa) Benjamin Franklin affermava che “Ribellarsi ai tiranni significa obbedire a Dio”. Lei è d’accordo?»

«Si.» 

«Perché?»

«L’affermazione del padre fondatore degli Stati Uniti penso che dobbiamo leggerla considerando il libero arbitrio donatoci da Dio. Il despota che utilizza la paura e il terrore per soffocare la libertà di parola, di muoversi e di agire pacificamente si oppone a Dio. Probabilmente questo è il significato sotteso alla frase di Benjamin Franklin.»

Dopo un breve silenzio, Lucilio continuò: «E si può uccidere senza fare peccato?»

«Se uccidi un tiranno che si è macchiato di crimini contro chi avrebbe dovuto proteggere, non solo non pecchi, probabilmente vai in paradiso.»

«Ah, ah, ah! So che lei ama il paradosso e…»

«Non è una provocazione. San Michele Arcangelo, per esempio, non viene raffigurato con un ramoscello d’ulivo in mano, ma con una spada. Non sono pochi i soldati santificati. La più conosciuta è forse la Pulzella d’Orleans, Santa Giovanna D’Arco.»

«E cosa dice il Catechismo della Chiesa cattolica?»

«La legittima difesa appropriata all’offesa è un dovere. La guerra per difendere il proprio paese dall’aggressore straniero è lecita. Se l’aggressione viene da chi dovrebbe difenderti, la difesa è ancora più legittima. Se un criminale cerca di uccidere la tua famiglia o comunque la sua aggressività ti fa pensare che arriverebbe a uccidere, è tuo dovere ucciderlo. Quindi, se un tiranno e i suoi seguaci tentano di distruggere economicamente il tuo paese portando alla disperazione e alla morte bambini, donne, uomini e ammalati, il popolo ha il diritto di fermarli e, come conferma l’Aquinate, nel caso la legge fosse dalla parte dei tiranni, passare all’azione. Magari, nei limiti del possibile, evitando vendette e inutili spargimenti di sangue. Se viene ristabilita la Costituzione trovo più sensato processare i responsabili e, se ritenuti colpevoli, sbatterli in galera, svuotare i loro conti in banca e donarli alle vittime della loro politica criminale. Il bene comune, come afferma l’Aquinate, dovrebbe essere sempre al primo posto.»

Agostino Nobile

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13 commenti

  • Milli ha detto:

    Io penso che invece di inneggiare al tirannicidio bisogna considerare anche le conseguenze. Facile citare Cicerone, ma lui non è cristiano.
    Vediamo, ammettiamo di ammazzare il capo del governo (o simile) che pensate succederebbe? Pensate che tornerebbe tutto come prima, al 2019?
    Penso invece che si scatenerebbe la guerra civile, quella vera, a far massacri di chi si ribella. Intanto una nuova testa di legno prenderebbe il posto di quella eliminata e probabilmente cadremmo in una dittatura militare, con l’esercito per le strade.
    Se ci fanno ancora manifestare è perché la gente è pacifica, i dittatori non vedono l’ora che muoia qualcuno per spazzarci via definitivamente.
    Gandhi ha scacciato gli inglesi con la non violenza, come c’è riuscito?
    Sì ai tribunali, no alla violenza.

  • Carlo Tommasi ha detto:

    L’uomo (o donna)
    è veramente uomo secondo 𝐃𝐈𝐎
    solo se dimora in 𝐂𝐑𝐈𝐒𝐓𝐎
    e 𝐂𝐑𝐈𝐒𝐓𝐎 in lui,
    altrimenti si effemina o si mascolinizza,
    si perverte in proporzione all’abisso
    che lo separa dal 𝐒𝐈𝐆𝐍𝐎𝐑𝐄.

    𝐆𝐄𝐒𝐔’ è esplicito
    nei confronti dei malvagi
    che tiranneggiano i Suoi piccoli,
    le famiglie, gli orfani e le vedove,
    quelli che credono in 𝐃𝐈𝐎
    – che credono in LUI -,
    quando dichiara:

    《Chi invece scandalizza
    anche uno solo di questi piccoli
    che credono in me,
    sarebbe meglio per lui
    che gli fosse appesa al collo
    una macina girata da asino,
    e fosse gettato
    negli abissi del mare.》
    (Matteo 18, 6)

    𝙇’𝗜𝗻𝗳𝗲𝗿𝗻𝗼:
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2017/09/linferno.html

    𝐌𝐨𝐥𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐭𝐢,
    𝐦𝐚 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢 𝐞𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢!
    https://carlotommasi-natipercredere.blogspot.com/2021/10/blog-post_14.html

  • g.vigni ha detto:

    La traduzione corretta è non assassinare. Non non ammazzare. Vangelo Lc : Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe»

    G.Vigni

  • paolo deotto ha detto:

    La Chiesa (quella cattolica, intendo. Lasciamo perdere Bergoglio & c.) ha sempre ammesso la pena di morte, naturalmente circoscritta a situazioni particolari, nelle quali la Società non abbia altri modi per difendersi dal criminale.
    Ora, il dittatore che agisce contro il bene del popolo ha già perso l’autorità e senza dubbio non è doveroso obbedirgli, anzi è doveroso combatterlo. In più, il dittatore ha distrutto, con la sua azione, lo Stato di diritto e quindi in dittatura c’è una mancanza di autorità legittima. Accadono circostanze che impongono anche ai “privati cittadini” di esercitare quella “Autorità” tradita dal dittatore.
    Se vogliamo guardare alle vicende dell’Est europeo, quando si sfaldò l’impero comunista, notiamo che in tutti i Paesi dell’Est europeo i governi comunisti caddero senza spargimento di sangue. Ci fu però l’eccezione della Romania, dove il dittatore Ceausescu e sua moglie furono fucilati dopo un processo sommario. In Romania la situazione era molto particolare: le Forze Armate erano divise tra ribelli e fedeli a Ceausescu e si sparava per le strade delle principali città. Chi ordinò la fucilazione della coppia Ceausescu, dichiarò in seguito che non c’era altro da fare per far cessare la guerra civile che di fatto già dilagava. In effetti, con la morte del dittatore le forze a lui fedeli si sfaldarono. La fucilazione dei coniugi Ceausescu fu giusta o sbagliata? Questo lo giudicherà la Storia e lo ha già giudicato il Buon Dio. Personalmente, non mi sento di sbilanciarmi, ma nemmeno mi rifugio dietro a una generica “condanna” della pena di morte.
    Ricordo questo per dire che ogni situazione richiede un esame a sé. I Cristeros furono ribelli assassini o legittimi rivoltosi contro una dittatura ferocemente anticristiana?
    La nostra situazione attuale è molto difficile. Personalmente credo che le forze del male che sono attualmente al governo si disferanno da sole, per la loro intrinseca inconsistenza e anche perché – per quanto poco se ne parli – nelle Forze armate e di polizia c’è sempre più scontento. Ma dobbiamo vedere come si evolveranno le cose e niente ci autorizza ora ad escludere assolutamente anche la necessità del tirannicidio.

  • cattolico ha detto:

    a me il vangelo ha insegnato che non si combatte il male con il male!

    • Agostino Nobile ha detto:

      Gentile Cattolico so che alcuni cattolici, forse troppi, la pensano come lei. Non me ne voglia se le rispondo in maniera, diciamo, pungente e senza fronzoli. Purtroppo la mentalità masochiosta è talmente radicata tra i cattolici che non ho altra scelta.
      Lei è libero di stare a guardare il soffitto mentre dei criminali sterminano la sua famiglia che lo supplica di aiutarla. Per quanto riguarda il suo commento sul Vangelo, penso che dovremmo dare più ascolto ai santi come quelli mezionati che hanno certamente interpretato le Sacre Scritture un po’ più realisticamente dei sognatori. Il Cristo non si è ribellato perché attraverso il Suo sacrificio ha realizzato il volere del Padre. San Paolo implicitamente rileva il motivo della sua crocifissione: “Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede”. Chiaro? Quindi smettiamola di nascondere la vigliaccheria dietro i vangeli.

  • MARIA MICHELA PETTI ha detto:

    Se il Catechismo della Chiesa cattolica, summa dei principi della dottrina, riformula al condizionale l’insegnamento di Sant’Agostino sul tema – «Il bene comune dovrebbe essere al primo posto» – in definitiva ci ritroviamo a commentare un auspicio, una probabilità che presuppone il realizzarsi di una o più condizioni sufficiente/i, se non indispensabile/i, allo scopo.
    Lecita ogni reazione a violenze di vario genere. In teoria. In pratica: difficile veder riconosciuta la legittimità di una ribellione generalmente circoscritta alla fase verbale. Forse che la realtà in cui siamo immersi e ci agitiamo lasci un margine plausibile al dissenso, espresso persino senza dare in escandescenza? Per di più: per combattere alla pari, la pattuglia degli irriducibilmente avversi al dispotismo (spesso sotto mentite spoglie) – per inciso: realisticamente esigua rispetto alle “unità” operative al servizio-soldo dell’autorità precostituita – dovrebbe almeno trovare voce su media e social media, oggi invece assoggettati al “potere”. Come abbiamo modo di riflettere costantemente su questo blog, a seguito di articoli pubblicati grazie al coraggio di un audace condottiero e di pochi altri compagni di avventura.
    E poi: magari restasse al livello di impassibile e innocua non curanza, come l’apparenza tende ad accreditare, la ricezione della protesta che a ben vedere viene sedata con… il classico pugno di ferro in guanto di velluto! E: giù con il killeraggio mediatico nei confronti delle vittime di ingiustizie e soprusi che osano lamentarsi. Uccise due volte! con il concorso dei militanti in servizio permanente effettivo…
    E: il carrozzone va … andrà… Al seguito di un Re nudo che solo la voce di un bimbo inascoltato è riuscito ad additare nel suo essere ricoperto di “niente”…

  • Davide Scarano ha detto:

    Anzitutto mi complimento con l’autore per la ricchezza, la completezza ed, insieme per la brevità delle sue citazioni che fanno, almeno per chi ha avuto la ventura di giungere a questo blog, piazza pulita di tante chiacchere che ci sono state ammansite da politici e da molta dottrina cattolica, specie quella uscita dal concilio vaticano II.
    A ben vedere la questione del tirannicidio deriva da una domanda ancora più semplice: esiste il Male, anzi esiste Satana, che, in vari modi e con diversi gradi di intensità, ispira l’Uomo a compiere il male? Se esiste allora le nostre democrazie, anzi le nostre forme democratiche possono poco; esse possono essere paragonate ad un contenitore, ma se il contenuto è marcio, la scatola può ben poco per togliere il fetore.
    E’ evidente a ciascuno di noi che esistono tiranni, pensiamo solo ad Hitler ed a Stalin; ed è altrettanto evidente che essi sono saliti al potere attraverso l’inganno e la violenza, senza disdegnare le forme democratiche e la promessa di pace, se funzionale ai propri obiettivi (pensiamo solo al trattato Molotov -Ribbentrop). Ecco: il rischio che la Storia si ripeta, pur in forme diverse, dovrebbe trasformare ciascuno di noi da elettore distratto a custode attento e coraggioso della propria civiltà che non consiste solo nel suffragio elettorale, che, purtroppo, come illustrato da molte autorevoli voci, anche in questa sede, sta divenendo sempre più irrilevante.

  • Milly ha detto:

    Si, è lecito, se il tiranno di turno, ti impedisce di lavorare e portare a casa il necessario per sfamare la famiglia. Si tratta del diritto-dovere di difesa della propria vita e di quella dei propri cari.

  • Maria Grazia ha detto:

    Ritengo che sia sempre lecito ribellarsi ai tiranni anche perchè , in tale maniera, si pone un argine alla sua violenza che altrimenti si allargherebbe sempre più. Diverso, secondo me, è il tirannicidio in quanto implica la soppressione di una vita per eliminare, tout court, un problema. La vita è sacra, è stata donata da Dio, è lui il padrone della vita e della morte di una persona: uccidendo si arroga a se stessi un potere che non ci appartiene. Il tiranno può essere isolato, vinto, reso impotente ma non eliminato.

    • nicoletta ha detto:

      Belle parole: e tu come faresti a neutralizzarlo lasciandolo in vita?
      Occorre essere pratici e non fumosi e inconcludenti.

      • Maria Grazia ha detto:

        @ NICOLETTA – La storia è ricca di esempi di regimi tirannici abbattuti rendendoli impotenti. Basta vedere come si sia sfaldato il regime sovietico e per andare più indietro, nell’Ottocento, il regime napoleonico, di per sè tirannico, è stato risolto costringendo l’Imperatore a vivere nell’isola di Sant’Elena. Concordo sul fatto che ammazzare il tiranno …. sarebbe più semplice ed immediato!

  • Nuccio Viglietti ha detto:

    A la guerre comme à la guerre!… dopodiché rimangono sempre pentimento e confessione…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/