BDV: a Piazza del Popolo Ieri Eravamo in Tanti. Non Credete ai Giornali.

29 Luglio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito è tornato al suo vecchio amore di cronista, ed ha partecipato alla manifestazione di ieri a piazza del Popolo contro l’istituzione del Greenpass, strumento inutile, stupido e pericoloso di controllo sociale da parte di questo Governo sulla cui legittimazione ci sarebbe molto da discutere. Buona lettura. 

§§§

Dolce è la notte romana e cammino svelta, sognando il 117 che non arriva, per arrivare, pedibus calcantibus, a Piazza del Popolo, dove si sono dati convegno, ieri sera, quanti, come me, credono che la libertà di scelta (fare o no un  vaccino), in una democrazia, sia il brodo primordiale del buon vivere civile e non debba essere la mannaia che ti impedisce, casomai fossi contraria, di andare al ristorante o prendere un treno. Senza marchio verde, niente, a casa, puniti, come bambini cattivi, a letto senza cena… Dolce è la notte romana e mentre cammino m’accorgo che, quando il tabarro nero della sera scende sereno a coprire le vergogne dei peccatori, le mascherine, flap flap, volano via come colombi bianchi e finalmente posso vedere le bocche morbide o tirate, i bei nasi adunchi, quelli alla francese, il sorriso e anche qualche grugno. Dolce è la sera e m’accorgo che i tavoli dei ristoranti, perché oramai ogni locale ha una penisola di ombrelloni e tavolini all’aperto, sono pieni e che c’è un’Italia nuova che non conosco. Un ragazzo, seduto a mangiare, sembra abbronzato e invece ha il viso tutto scarabocchiato di tatuaggi e le braccia idem, una ragazza, invece, porta con gusto una strana mascherina, che le trasforma la bazza nel muso di un gattino…

Eccomi arrivata ed entro in un altrove. Che succede, mi chiedo e mi pare di sognare perché, con un salto all’indietro, come entrata nella macchina del tempo, mi ritrovo, punto e a capo, nell’Italia in cui vivevo prima del covid, quando le persone sorridevano, normali, e, tutte contente difendevano le loro idee, standosene a naso all’aria, fieri di esserci. E si abbracciano. Ci sono tanti cani. Un alano, grande così, attira l’attenzione di tutti e anche quella di un molossetto nero e subito uno contro l’altro ad abbaiarsi. Ma dura poco e avanti. Ci sono tanti bambini con i genitori e alcuni di loro si fan fotografie con cartelli che urlano: “Libertà di scelta”, oppure “Io non ci sto”. Cammino, faccio fotografie dei tanti cartelli che raccontano il malessere accumulato da più di un anno di vessazioni, violenze, sofferenza. E siccome questa sarebbe una fiaccolata (ma c’è troppa luce perché si possa sentir la malia dei moccoletti come usava nell’antico carnevale romano), c’è chi, come due belle signore in lunghe vesti nere come antiche vestali, recano in mano una lunga fiaccola e chi, più semplicemente, si è portato da casa una candela. Alla fine le fiammelle si spengono perché nessuno vuole imbrattar la piazza di cera…

Comunque, anche se i giornaloni scrivono che eravamo quattro gatti e anche cattivi (tante parolacce), siamo in tantissimi perché ci vuole parecchia buona volontà e forza d’animo a uscir di casa per venir fin qua, tra tanta polizia che pare di stare in Cile durante un colpo di Stato, e il processo mediatico continuo che ti aggredisce anche attraverso persone un tempo amiche… Ci sono anche dei politici. Io vedo Matteo Borghi della Lega e tutt’intorno un crocchio. Lo riprendono e lui parla, parla, parla. Non riesco a sentir niente e mi chiedo qual è, allora,  la posizione della Lega che sta al governo e approva tutto quanto e poi in piazza dice il contrario… Ah già, è la Lega di lotta e di governo che già si comportava così ai tempi del tandem Berlusconi-Bossi. E sia, ma mi lascia basita e interdetta.

Va bene, ho fatto il pieno di comunanza e di fotografie, devo tornare a casa perché il sonno mi chiama e anche le persone a me care che m’aspettano per il dopocena. Mi avvicino all’imbocco di Via del Babbuino e m’accorgo, piombando a piedi uniti nell’orrido oggi in cui ci hanno precipitato, che un cordone armato di poliziotti , con tanto di scudi antiproiettile, impedisce di entrare e di uscire. Guardo l’’orologio, sono le 21 e 15. E la manifestazione è cominciata alle 20 e 30 e mettiamoci pure, alla romana, il quarto d’ora accademico, vuol dire che dopo mezz’ora nessuno più può entrare a fare numero in piazza e che, casomai volesse farlo, deve salire su fino alla Trinità dei Monti per scendere, costeggiando il Pincio, fino alla Piazza del Popolo (che per chi non lo sapesse è piazza dei pioppi…). Parlo con i poliziotti, per nulla amichevoli. “Posso passare, devo tornare a casa?”. “NO signora!”,  mi risponde, in maiuscolo, un tipo smilzo, con il bavaglio nero sul muso e non è affatto amichevole anche se mi fa un bel complimento dicendomi, e chissà poi perché, che sono intelligente. Ma che mi importa di essere intelligente (ammesso che lo sia), io voglio tornare a casa! Rispondo. Niente. Non si entra e non si esce. Né a Via del Babbuino, né a Via del Corso e neppure a Ripetta. Il Tridente è bloccato e anche l’uscita, in fondo, che porta al Lungotevere che consentirebbe, tramite le viuzze che conosco bene, di tornare a casa senza salir su per il Pincio.

E mentre, rassegnata, mi appresto alla salita in quest’ora tarda che chiama al sonno, un pensiero mi illumina. Ma come non hai capito? Certo, certo, è lo stesso principio che ci ha condotto al vaccino! Via del Corso chiusa: no alle cure alternative promosse da tanti bravi medici di base che hanno rispettato il giuramento di Ippocrate. Via del Babbuino sprangata: solo vigile attesa, cari miei. Via di Ripetta vietata: in ospedale ti intubano anche se l’ossigeno sparato nei polmoni malati li brucia come, non rispondendomi, mi ha risposto una cara amica medico alla quale ho chiesto lumi e conferme. L’unica via d’uscita è salire su al Pincio, come dire, c’è solo il vaccino e il marchio verde. Infatti il Pincio è verde di alberi e di fronde e io respiro come nel bosco. Essi, non so chi (o forse lo so nel silenzio della mia anima in infusione con il Signore che è Vita e Verità), scrivono la sceneggiatura e gli italiani, almeno la gran parte, suonano le parti dell’orchestra. Ora c’è anche il corno inglese, ossia lo hate speech conto chi non si vaccina. E ci sono gran professionisti pronti a sciorinare tutta la loro bile. Gli stessi che, fino a pochi mesi fa, se la prendevano con gli haters di professione…

Dolce è la notte mentre cammino verso casa. Splende, stupenda, la Trinità dei Monti, chiesa dei minimi di San Francesco di Paola, dove sono andata, tempo addietro, per una visita guidata molto speciale, scoprendo che nel refettorio, il pittore gesuita  Andrea Pozzo ha realizzato splendidi affreschi delle nozze di Cana ed ecco perché, nel corridoio, si trova un San Giovanni a Patmos (mi pare). Soltanto nel vangelo di Giovanni, infatti, si racconta del banchetto di matrimonio in cui Gesù cambiò l’acqua in vino ed ecco i perché del mistero che tanti studiosi di storia dell’arte si sono cimentati a risolvere. Bè, almeno secondo me.

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7 commenti

  • LUCIO CORNELIO SILLA ha detto:

    La lista di proscrizione si arricchisce di un altro nome: Marcello Sorgi, che senza un briciolo di pietà e, anzi, in tono derisorio ha sentenziato che il dottor De Donno si è tolto la vita per “fallimento professionale”. Tempo al tempo: arriverà anche l’ora di Sorgi!

  • Marco Matteucci ha detto:

    APPELLO DI GESÙ SACRAMENTATO AL SUO POPOLO FEDELE | Messaggio a Enoch, Mercoledì 28 Luglio 2021

    AMATI FIGLI, IL POTERE DEL MIO GLORIOSO SANGUE E DELLE MIE PIAGHE, È IL MIGLIOR ANTIDOTO A QUALSIASI VIRUS, PESTE O PANDEMIA; PREGATE IL MIO SANGUE GIORNO E NOTTE, INSIEME ALLE VOSTRE FAMIGLIE; VI ASSICURO CHE SE LO FATE CON FEDE, NESSUN VIRUS, PESTE O PANDEMIA, POTRÀ RECAR DANNO…

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.com/2021/07/29/il-potere-del-mio-glorioso-sangue-e-delle-mie-piaghe-e-il-miglior-antidoto-a-qualsiasi-virus-peste-o-pandemia/

  • Chedisastro ha detto:

    Beata lei, Benedetta, che ha potuto camminare così tanto, andare in salita e attraversare le viuzze che conosce in una Roma che immagino splendida e misteriosa di notte. Lo ha fatto per uno scopo preciso e così dovrebbe essere ogni nostro andare: per uno scopo preciso, che quando è giusto vale anche la pena di qualche sofferenza.

  • Giulia ha detto:

    Ricordiamoci, per favore che l’attuale ministro degli interni ci è stato regalato dal precedente governo Conte. La competente signora, così come il suo capo, avv. Prof. Conte non sono mai stati eletti da nessuno.
    E neppure l’ideatore del cosiddetto movimento 5 stelle si è mai sottoposto all’esame dell’elettorato.

    • alessandro ds ha detto:

      Draghi mi sta sullo stomaco anche a me, ma sta dicendo una cosa inesatta. Purtroppo giuridicamente parlando dal momento che il popolo ha votato i suoi rappresentanti in Parlamento, votandoli li ha scelti e delegati a prendere decisioni per loro. Il Parlamento che ha la legittimità di rappresentanza del popolo italiano che lo ha votato ha il potere di scegliere il Premier, quindi se il Parlamento ha votato che Draghi Premier andava bene, è legale.
      Se lei delega una persona per rappresentarla per andare a votare alla riunione di condominio , il voto di quella persona è come se lo ha dato lei stessa.
      Il vero punto è che finché in Italia esistono milioni di beoti che continuano a votare PD o M5S non ne usciremo mai.
      Purtroppo la politica è diventata come i tifosi delle squadre di calcio, sia nel bene o nel male si continua ad essere dello stesso partito per ideologia, per senso di appartenenza. Finché non si educa il popolo a capire che non sono i colori politici a contare, ma sono le buone idee che esulano dal colore, non ne usciamo fuori.

      • Davide Scarano ha detto:

        Caro Alessandro DS, si potrebbe pensare: a che serve votare se poi su certe decisioni, dall’Euro al Governo Draghi, c’è quasi l’unanimità? Ci hanno ingannati e ci siamo ingannati seguendo false priorità. Siamo arrivati al punto in cui ad un malato è dato il permesso di ammazzarsi (basta espatriare) e siamo precipitati in uno stato di polizia sanitaria, tutto nel nome della parola “libertà”. Ecco, nel nome del sogno di poter essere capaci di sconfiggere la morte, con i lockdown ed il distanziamento sociale, abbiamo negato la vita. Probabilmente abbiamo perso la coscienza, cioè quel retto pensare ispirato dalla Legge naturale e dal Vangelo, sostituendola con la verità transeunte del virologo e del narratore di turno.

  • paolo deotto ha detto:

    Grazie Benedetta! Una testimonianza molto utile e viva, fresca, come sono sempre le tue pagine (e come immagino che sia anche tu).