Libero Arbitrio? Macché, Algoritmi. Le Tossiche Menzogne del dott. Harari.

27 Luglio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Agostino Nobile ci offre una critica lucida e impietosa al “pensiero” di quello che viene considerato uno dei maitre a pénser della cultura dominante, quella del mainstream, degli Zuckerberg e dei Bill Gates. Buona lettura.

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LIBERO ARBITRIO? MACCHÈ, ALGORITMI

Per un certo tempo ho seguito le interviste fatte a Yuval Noah Harari, professore di storia presso il Dipartimento di storia all’Hebrew University of Jerusalem. Come spesso accade ai personaggi che raggiungono un certo successo, è perfettamente sincronizzato con tutte le sfumature del pensiero stabilito dell’establishment. 

Ho acquistato il primo libro Harari, ma nonostante l’impegno e abbia imposto una certa forma di masochismo al buon senso non sono riuscito a terminarlo. A un certo punto mi sono chiesto se Harari è davvero un professore di storia. Ma le cose più esilaranti sono le sue analisi. Come quando parla di gorilla e umani. Secondo lui i gorilla non si sono evoluti perché non hanno cooperato come invece hanno fatto gli umani. Ma ne parliamo più avanti.

Come scrivevo in un articolo sul collega italiano Alessandro Barbero, il professore israeliano legge la storia esattamente come viene insegnata nelle scuole. Non approfondisce le cause che producono gli eventi. Per esempio, non ha mai detto, almeno sulle decine di articoli e video che ho seguito, sul ruolo della massoneria nella Rivoluzione francese e della finanza nelle dittature del XX secolo. Sul Covid-19 accoglie come verità incontestabile il mainstream, e non dice una parola sulle infinite ambiguità e incongruenze diffuse dai media e dai politici. Le sue contraddizioni sono numerose, come quando, pur definendosi nazionalista moderato, promuove la politica delle frontiere aperte criticando violentemente Trump per l’edificazione del muro tra Messico e USA. Non dice che il muro ha iniziato a erigerlo Bill Clinton seguito da Obama. Nemmeno sembra capire che l’invasione di migranti illegali rappresenta un mercato milionario di bande di schiavisti che ricordano i negrieri dei secoli scorsi. Fa finta di ignorare che tali schiavisti sono sostenuti dai governi ospitanti a suon di milioni di euro presi dalle tasche degli autoctoni.

Vediamo adesso le certezze (trascritte in corsivo) sul libero arbitrio che Yuval Noah Harari sbandiera sui libri e nei suoi interventi.

  «Il libero arbitrio non è una realtà scientifica. È un mito ereditato dalla teologia cristiana. I teologi hanno sviluppato l’idea del libero arbitrio per spiegare perché Dio è giusto punire i peccatori per le loro cattive scelte e premiare i santi per le loro buone scelte. Se le nostre scelte non sono fatte liberamente, perché Dio dovrebbe punirci o premiarci per esse?»

In realtà, se è pur vero che la teologia cristiana ha approfondito come nessun’altra religione e filosofia il concetto di libero arbitrio (soprattutto sant’Agostino d’Ippona e san Tommaso d’Aquino), la punizione per chi arreca male, proprio perché è considerato deliberato, è presente sia nelle religioni trascendentali che nelle filosofie panteiste e ideologie atee: l’inferno, la rinascita e la pena terrena. Forse al professor Harari è sfuggito il pensiero di Aristotele (vissuto quasi quattro secoli prima di Cristo), il quale commenta: “Come le virtù così anche i vizi sono volontari perchè dipende da noi compiere atti buoni o cattivi. L’uomo è principio dei suoi atti e genera i suoi atti come genera i suoi figli”. 

Quindi tutte le culture di tutti i tempi condannano il crimine come atto volontario, cosa che non hanno mai fatto le scimmie antropomorfe. Le religioni trascendentali cercano di cambiare il cuore dell’uomo prima che faccia il danno. Quelle atee sbattono in galera o eliminano il malcapitato. Harari, dunque, dice una fesseria quando afferma che il libero arbitrio “è un mito ereditato dalla teologia cristiana”.

«L’umanesimo oggi sta affrontando una grande sfida dai laboratori, i quali ci dicono che il libero arbitrio è un concetto falso. Per la scienza  il libero arbitrio è un mito e i sentimenti non riflettono il libero arbitrio. I sentimenti sono algoritmi biochimici, e i data possono capire i miei sentimenti meglio di me stesso, perché sono misurabili. La grande idea della nostra era è sostenuta dal fatto che gli organismi sono algoritmi, e questi possono rilevare chiaramente gli organismi».

Cosa c’entrano i sentimenti col libero arbitrio?

Harari afferma che la sua teoria si basa sugli esperimenti di Benjamin Libet. Nato negli Stati Uniti nel 1916, Libet era un rinomato neurologo i cui primi lavori si sono concentrati sullo studio delle risposte sinaptiche (giunzione tra fibre e cellule nervose o tra fibre ed effettori nervosi) e post-sinaptiche. Nel 1977, attraverso i suoi esperimenti cercò di capire se un movimento considerato libero e volontario è preceduto o anticipato da una serie di cambiamenti elettrici nel cervello e, dunque, se il movimento inizia consciamente o meno. Libet e i suoi collaboratori ripresero gli studi di Hans Helmut Kornhuber e Lüder Deecke avvenuti nel 1965 che definirono potenziale di preparazione o disposizione. Nel 2008 John-Dylan Haynes realizzò una serie di esperimenti più sofisticati che confermerebbero le teorie di Libet.  

A questo punto ho fatto una breve ricerca per capire come si sono svolti i test che avrebbero stabilito l’inesistenza del libero arbitrio. 

Il ricercatore Libet si servì di elettroencefalografo ed elettromiografo per misurare l’attività elettrica del cervello e dei muscoli, dotandosi di un oscilloscopio appositamente modificato. I partecipanti avevano in una mano un orologio che potevano bloccare con l’impulso volontario di un dito; quando i soggetti sentivano la necessità di muovere le dita della mano libera e lo volevano fare, dovevano bloccare l’orologio. L’esperimento fu disegnato in modo tale da poter conoscere la relazione temporale che vi era tra il potenziale di preparazione, la coscienza della decisione da attuare e l’esecuzione del movimento. Tutto mirava a conoscere quando “appare” il desiderio cosciente o intenzione di portare a compimento un’azione. I risultati confermano che esistono dei potenziali corticali di preparazione che precedono di circa 350millisecondi l’azione cosciente che realizza il movimento volontario. Chi vuole vedere l’esperimento, può cliccare sul sito Youtube: Neuroscienze ed esperimento di Libet.

A parte questi ricercatori che ogni tanto perdono il lume della ragione, il professor Harari è davvero convinto che la coscienza si trovi nel dito? Non è per caso che si trova nella scatola cranica? È il cervello che manda segnali al corpo, quindi il libero arbitrio e la coscienza si trovano nel cervello, non nel dito. È il cervello che manda il segnale al dito che riceve dopo 350millisecondi, non viceversa. La vista, in questo caso è il principale attore, che manda il segnale al cervello, il quale rilancia al dito. Se Tizo non vede un tipo posizionato dietro le sue spalle che sta per colpirlo col martello, il cervello non manda nessun segnale in anticipo. Tizio è spacciato.

Con l’esperimento di Libit, dunque, bisogna parlare di movimenti istintivi e non di coscienza e libero arbitrio. Se attraverso gli algoritmi possiamo quantificare l’amore e provare che il cervello anticipa la carezza non significa che l’amore non esiste. Vuol dire solo che è misurabile.Tra l’altro sembra che lo stesso ricercatore, Benjamin Libet, in un momento di lucidità avesse ammesso che il concetto di libero arbitrio continua ad esistere, poiché la persona conserva, per l’appunto, il potere cosciente di interrompere volontariamente e liberamente il movimento. 

              Per fortuna, almeno fino ad oggi, i legislatori  distinguono i crimini tra quelli dolosi (meditati), colposi (per negligenza, imprudenza) e preterintenzionali (in cui l’evento dannoso è andato oltre l’intenzione dell’autore). Se avessero dato retta a questi esperimenti i penitenziari sarebbero vuoti e le sale operatorie piene di cervelli da mutilare.

Allora, perché il professore israeliano cerca di convincere i suoi lettori che il libero arbitrio non esiste? L’ho scritto più volte. L’essere umano, a partire dai filosofi fino all’ultimo essere pensante, difende le proprie tendenze ideologiche e sessuali. Qualsiasi religione, ideologia e filosofia che punta il dito contro le sue tendenze dev’essere attaccata, distrutta, annientata, anche ricamando menzogne che si scontrano col buon senso. Vi garantisco che se il cristianesimo predicasse il sesso libero, gli stessi demonizzatori ne diventerebbero profeti.

Hahari, come molti signorini che litigano con sé stessi nonostante il congruo conto in banca, è un adepto buddista che da vent’anni pratica il Vipassana della scuola di Narayan Goenka. La meditazione vipassana riguarda il momento presente e prevedere il rimanere nel qui e ora il più a lungo possibile. Consiste nell’osservare il corpo e la mente con attenzione. La concentrazione è raggiunta attraverso la consapevolezza della respirazione. Non sorprende dunque che lo storico israeliano consideri la vita un’illusione e che “la storia della vita umana è che non c’è una storia”. In pratica, il tutto si riduce nel suo conto in banca. 

Tornando al libero arbitrio, le scelte di una persona possono essere influenzate dall’ambiente e dalle mode. In questi casi, come dimostrano ampiamente i mezzi di comunicazione e la scuola, la libera scelta va a farsi benedire. Per i credenti, Gesù Cristo è chiaro come il sole: “la verità vi farà liberi”. Chi non cerca la Verità non può possedere coscienza della realtà e di sé stesso. È schiavo dell’imbroglio, degli istinti, della moda, dell’ambiente e, al limite, di chi gli racconta che dormire a testa in giù fa bene alla salute.

Secondo Harari, tra gli esseri viventi l’uomo è l’unico in grado di immaginare e di vivere nella finzione. Le due peculiarità lo avrebbero reso diverso dai macachi, diventando quello che è oggi. Attraverso la finzione l’uomo ha creato le religioni, i miti e le ideologie che, a differenza degli altri animali, gli hanno dato la capacità di immaginare collettivamente e di formare imperi e nazioni.  

Seguendo questa tesi i grandi pensatori degli ultimi 2500 anni erano  fabbricatori di immagini e di finzioni. A noi sembra, invece, che erano grandi ricercatori dell’animo umano, delle scienze e della medicina. Gli imperi e gli stati si sono formati, non perché la comunità collaborava, ma perché uomini capaci hanno stabilito i valori etici e i disvalori. Sapevano che senza un ordine costituito crolla anche il piccolo nucleo famigliare. A differenza di Harari i veri pensatori distinguono le abitudini e le tendenze personali da quelle sociali. Ovvero, uno a casa propria fa quello che vuole, ma la comunità, per non sprofondare nel caos, necessita valori e leggi. Le religioni e le filosofie, false o meno, erano dunque stabilite per la sopravvivenza della società. 

La scienza moderna, per esempio è nata in Europa, non perché i popoli erano più intelligenti, ma grazie alla fede nell’Assoluto. Per il cristiano, Dio non è caos né finzione ma Entità perfetta, dunque la Sua opera è intelligibile e può essere studiata attraverso la ricerca e il giudizio che solo l’uomo possiede. Questa è la chiave di lettura per descrivere, per esempio, le motivazioni che hanno dato all’occidente uno sviluppo in tutti i campi del sapere. Neanche le culture più antiche di cinque secoli e oltre, come quella cinese e indiana, hanno posseduto il concetto di sviluppo. Sulla finzione e l’immaginazione Harari può avere ragione solo se non accomuna le altre religioni, filosofie e ideologie con il cristianesimo, perché attraverso lo sviluppo in tutti i campi del sapere e la bellezza delle arti ha dimostrato di non essere una finzione, ma realtà tangibile sotto tutti gli aspetti. 

Senza la compassione e il senso del Bene comune (cosa che i buddisti non possiedono) i monaci cristiani non avrebbero creato le scuole, gli ospedali, e nessuno avrebbe accolto i poveri, le vedove, i bambini abbandonati. I religiosi e le religiose non avrebbero rischiato la vita – e non la rischierebbero ancora oggi – nei luoghi più remoti della Terra per liberare dall’ignoranza più profonda esseri umani condannati alla schiavitù per motivi tribali, divini o politici. Per il cristiano, la compassione non ha niente a che vedere col pietismo o con l’assistenzialismo. Significa condivisione, solidarietà, fratellanza, mettersi a disposizione, senso di giustizia. Non abbiamo mai visto buddisti, induisti, musulmani, ateisti che hanno speso la propria vita per poveri più poveri. La fede ha dato all’Europa uomini che hanno arricchito l’umanità, come Dante, Michelangelo, Palladio, Shakespeare, Copernico, Galilei, Beethoven Mozart, ecc. Non pensavano di concentrarsi sul proprio respiro per raggiungere la pace interiore, ma a rendere la vita degli esseri umani più vivibile e gratificante.

La cooperazione umana, di cui parla Harari, ha dato senz’altro una mano allo sviluppo, ma non è la causa costitutiva. Sono state le grandi menti che hanno plasmato le società. Non perché, come afferma lo storico israeliano, facevano parte di una certa comunità o perché hanno ricevuto particolari geni dai genitori. Nella storia abbiamo personaggi che, nati schiavi o nella povertà assoluta e in ambienti poco stimolanti, si sono distinti in tutti i campi del sapere e dell’arte. Magari hanno inventato cose che milioni di laureati vissuti in ambienti stimolanti non si sono nemmeno sognati. Tanto per fare un esempio, per niente a caso, Leonardo da Vinci non nacque in una città dove incontrava in ogni angolo straordinari ingegneri, trattatisti, pittori, matematici, astronomi, inventori, ecc.  Venne alla luce nel piccolo borgo di Anchiano, frazione di Vinci, un paese insignificante abitato da contadini, concepito da una relazione illegittima tra un notaio e una donna d’estrazione sociale assai modesta. Non sono stati gli algoritmi, la comunità o i geni familiari a plasmare un uomo come Leonardo, ma l’innata curiosità, una rarissima sensibilità e un desiderio straripante di comprendere. Il geniaccio toscano non si guardava l’ombelico ascoltando il proprio respiro. Non rifuggiva il mondo. L’ha cambiato, migliorandolo.

Isaac Newton, che nacque in una famiglia di allevatori, nel suo trattato sull’Apocalisse, scrive: «E se Dio fu così adirato con gli Ebrei perché non avevano esaminato più diligentemente le profezie che egli aveva dato loro per riconoscere Cristo, perché dovremmo pensare che ci scuserà se non esamineremo le profezie che ci ha dato per riconoscere l’Anticristo? Poiché certamente aderire all’Anticristo deve essere per i cristiani un errore tanto pericoloso e tanto facile quanto lo fu per gli Ebrei rifiutare Cristo. E perciò è tanto nostro dovere sforzarci di essere in grado di riconoscerlo, noi che possiamo evitarlo, quanto lo fu il loro di riconoscere Cristo che potevano seguire».     Se questo commento l’avesse scritto un famoso cristiano, Harari & C. lo avrebbero ridicolizzato e sepolto di improperi. Ma è difficile bacchettare uno dei più grandi scienziati della storia planetaria. Meglio non parlare della sua grande fede. Cristiana, per l’appunto. 

A conti fatti, Yuval Harari è un vero soldato del mainstream. Con le sue nozioni approssimative e apparenza bonaria, grazie a una pubblicità da star di hollywoodiana, sta avvelenando la mente di milioni di ingenui lettori. Basti dire che è stato invitato a Davos, al Parlamento europeo e nelle più rinomate istituzioni del mainstream. Personaggi come Bill Gates e il patron di Facebook Mark Zuckerberg lo adorano, tanto che quest’ultimo lo ha intervistato, vedi: Zuckerberg Harari interview. Chi parla inglese si renderà conto che siamo davanti a individui di una limitatezza intellettuale sbalorditiva. Se Harari dimostra perlomeno una superficiale conoscenza storica, Zuckerberg è il classico parvenu. Ascoltando gli altri CEO dei Big tech (Google, Apple, Amazon, Microsoft), i valori EQ non cambiano.   

 Gli atei narcisi come Bill Gates, i CEO delle Big tech, al contrario dei giganti della scienza infusi di cultura cristiana, stanno creando la dittatura più aberrante della storia. Sulle loro piattaforme digitali oscurano i commenti e i video non allineati al mainstream, defraudandoli economicamente e dei loro diritti costituzionali. Nel mondo centinaia di blogger vengono metodicamente minacciati e oscurati perché non sono allineati alla valanga di menzogne diffuse dai fumi velenosi del mainstream. Per fare un esempio tra tanti, ricordiamo la scrittrice di Harry Potter, J. K. Rowling, è stata attaccata  per avere ribadito che solo la donna ha le mestruazioni. In Gran Bretagna, Lynsey McCarthy-Calvert, portavoce dell’associazione nazionale levatrici e assistenti materne Doula Uk è stata costretta a dimettersi, perché in un suo post su Facebook scriveva “Solo le donne partoriscono”.

Da veri mascalzoni impenitenti questi miliardari rifiutano la scienza, la biologia e sopprimono il buon senso senza batter ciglio. Fanno lavaggi di cervello disumanizzanti, vedi il Covid-19, le mascherine, i lockdown e i vaccini. Per non far mancare nulla alla loro follia antivita e antilibertà hanno deciso di annichilire il libero arbitrio, riducendo gli esseri umani in inconsapevoli algoritmi. Bel lavoro professor Harari. Lei è la prova vivente che sotto le ali dell’establishment si può vendere veleno come torte della nonna.

Agostino Nobile

 

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Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 

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13 commenti

  • Sergio Russo ha detto:

    Bravo Agostino! Un bell’articolo documentato come non pochi, ma soprattutto pervaso da una sottile ironia e da un gustosissimo humor…

  • Dafne ha detto:

    Questo articolo mi ha fatto ricordare il testo di una Invalsi di V elementare di quest’anno, ai bambini era stata sottoposta una comprensione dove si descriveva un esperimento: psicologi americani degli anni ’60 chiudevano bambini in una stanza con un vassoio di dolci per capire i “meccanismi” coinvolti nella decisione di cedere alla pulsione o meno, facendo una previsione sul loro futuro da adulti. Aberrante che sia stato fatto, che sia stato dato da leggere obbligatoriamente a ragazzi di 10 anni, inquietante che siano ideologie che cercano di propinarci già da piccoli.

  • Informazione (s)corretta ha detto:

    Visto che il professore in questione è di nazionalità israeliana mi sono domandato se i filoisraeliani di informazionecorretta.com lo apprezzassero o lo disprezzassero. Se non avessi trovato nulla nel sito sarebbe stato chiaro che lo disprezzavano, mettendo in atto ciò che dice un salmo: Il malvagio lo ignoro.
    Ma di articoli a cui si arriva digitando Harari ne ho trovato parecchi. Quando Sapiens, il primo libro del professore fu pubblicato in italiano, ecco un articoloo laudativo.
    Qualche anno dopo ecco un’articolo di Eric Zemmour pubblicato su le Figaro e ripreso dal foglio.il titolo dell’articolo è interessante:
    HARARI , IL GURU DELLA SOCIETÀ FLUIDA
    dopo un pistolotto elogiativo iniziano le disanime. Il nostro cioè Harari ha reso popolari e divulgati gli studi accademici sulla storiografia contemporanea che privilegia le storie del mondo a scapito dei vecchi ROMANZI NAZIONALI. Afferma Zemmour che questa moda intellettuale non è arrivata per caso : è il prodotto di un’ideologia che fa parte dei campus californiani e conquista le università occidentali da Parigi a Berlino, da Ottawa a Tel Aviv. …
    Harari prende in giro le STORIE nazionali e religiose senza rendersi conto che ha usato un’altra storia quella delle minoranze etniche, religiose, femministe e LGBT che spadroneggiano nel corso degli anni nei popoli occidentali.
    Conosciamo il ritornello. C’è solo un umanità e una civiltà. La guerra di civiltà è un mito. Tutti gli uomini oggi hanno gli stessi medici e lo stesso dollaro.

    :

  • Robert K. ha detto:

    io ho letto un libro di sto Harari ( sui grandi cambiamenti del XXI secolo ) ,Tutto semi scopiazzato da documenti pubblicati da società i consulenza americane (tipo McK o BCG) . Mia impressione che sia persona irrilevante ,ma spinta o cooptata dagli ambienti cui fa riferimento . Ma di che meravigliarsi ? Se si leggono libri di saggistica o articoli , dal Corriere ( Abravanel) , a La Verità (Pelanda ) che disegnano modelli , prospettive , scenari , che si vorrebbero imporre , si capisce chi sono questi profetuncoli . Trascrivono “VELINE” ricevute dall’ “estero” , diciamo così.

  • Januensis ha detto:

    Questo professor Harari di cui stiamo parlando può essere collocato in un insieme di studi che vengono compiuti da circa mezzo secolo anche qui in Italia.
    Per saperne di più andate sul sito Cnr.it e successivamente cercate Istituto di Biofisica.
    Troverete che le sedi di detto istituto sono in 5 città italiane di cui una è appunto Genova.
    Ma qui casca l’asino: dato l’esame di cibernetica e teoria dell’informazione con il professor Borsellino non mi sono più interessato della faccenda. Ero rimasto ai totani, pardon calamari giganti pescati a Camogli e sottoposti freschissimi alle sperimentazioni dei fisici genovesi. Si erano scelti i calamari giganti per l:esistenza all’interno di un unico neurone (l’avrò detta giusta ? ) di dimensioni abbastanza notevoli per poter fare le misure elettriche.
    Non so chi siano gli studiosi coinvolti ma soprattutto non mi risulta che siano passati dalle misurazioni sui totani ( pardon calamari giganti) alle discussioni sul libero arbitrio.
    Dalle lezioni del professor Borsellino (Antonino non Paolo caro correttore automatico) sono passati 50 anni
    Ma sono io che faccio concorrenza al professor Harari : mi permetto di applicare la teoria dell’informazione alla storia e di conseguenza ne faccio un supporto per la mia fede.
    Accetto quindi con gioia la Bibbia, la Patristica e i Concilli. I primi 7 quelli della Chiesa indivisa.
    Può bastare come antidoto al professor Harari ?

    • Robert K. ha detto:

      anche troppo , bravo Januensis.

      • Januensis ha detto:

        Grazie mille, Robert. Ma per completare il discorso bisogna aggiungere che i fisici fanno le misurazioni, ma poi si tratta di elaborare matematicamente la mole di dati raccolti.
        Per questo servono computer e algoritmi che 50 anni fa erano una cosa ben diversa da quelli di oggi. Non si scandalizzi quindi dottor Nobile.
        Utilizzare gli algoritmi cioè i programmi di calcolo per elaborare i dati fa parte della normale vita dei fisici.

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Il serpente che si morde la coda.
    Ovvero gli -apparenti- estremi uniti in un cappio mortale.
    Sonagli di “spiritualità” a irretire e denti velenosi a iniettare la negazione dello spirito umano.

    Negare il libero arbitrio equivale a dire che l’uomo è nient’altro -nient’altro- che un artefatto culturale e sociale. Del quale gli artefici, i padroni della fabbrica e del potere come arbitrio (buono e vero, quello) sono autorizzati a fare ciò che vogliono.
    La scuola filosofica di Gigi e Andrea: io ti ho fatto e io ti disfo. Ci sarebbe quasi da riderne, se simil personaggi non avessero contribuito in prima persona a riempire di morti gli abissi della storia. Dalla quale hanno imparato solo come scavarne di nuovi più profondi.

    Uomo oggetto non soggetto. Quindi progettabile a tavolino (ingegneria genetica), assemblabile in catena di montaggio (utero artificiale), upgradabile come ogni prodotto (fusione uomo-macchina, abbattimento della “frontiera del corpo”), programmabile a piacimento (algoritmi). Con la dichiarata intenzione di ri-farlo a immagine e somiglianza -in una inversione luciferina da specchio oscuro- del vero modello della post-modernità/umanità: il robot. Con il quale è obbligato a competere in “efficienza”. Parola d’ordine -fateci caso- mai abbastanza ripetuta.
    Chi ha detto che la fantascienza è il ventriloquo della profezia in tempi di scetticismo?
    https://it.wikipedia.org/wiki/L%27ascesa_dei_Cyberuomini#Trama
    I “pensatori” al cui genere il nostro appartiene sono soltanto l’ultima incarnazione, la più squallida peraltro perché la più presuntuosamente ipocrita, di quell’eterna maschera della commedia del potere che va sotto il nome di “cortigiano”. La cui unica dote sta in una specie di sesto senso nel capire quali sono interessi, pulsioni e vizi del padrone. E servirglieli su un piatto d’argento di parole forbite.

    Sulla lapide già posta sulla fossa dell’uomo vecchio/cantiere del Mondo Nuovo c’è scritto “transumanesimo”.
    Quali strumenti e pretesti stanno usando a mò di pala e piccone, a ciascuno -dotato di intelligenza e libero arbitrio- vederlo e agire di conseguenza (suggerimento: provate a contare quante volte al giorno, in quali ambiti, e collegate a cosa, sentite parole che iniziano in “trans”).

  • Paoletta ha detto:

    comunque il personaggio è diversamente etero, vegano, pratica yoga ed è ambientalista…un condensato degli stereotipi contemporanei.

  • Paoletta ha detto:

    “sorgeranno molti falsi profeti….” forse lui è uno di questi

  • Enrico Nippo ha detto:

    Azzardo qualche domanda:

    che farebbe il cervello senza i “messaggi” che gli vengono dai sensi? Perciò i sensi sono già una forma di coscienza?

    La coscienza è un “incontro” di cervello e sensi?

    Per riprendere l’esempio del dito: una martellata produce la coscienza del dolore soltanto nel cervello o tale coscienza è prima ne dito?

    Dove comincia la coscienza del cervello e dove quella del corpo attraverso i sensi?

    Non ha da esserci una certa omologia fra messaggio sensoriale e cervello? E non è questa omologia che rende la coscienza del cervello adeguata al messaggio della coscienza corporeo-sensoriale?

  • gretel ha detto:

    Saprà caro Nobile che Harari appartiene ad una “casta ” o lobby , che se passa la Lex Zan è irriferibile ?

    • Claudius ha detto:

      A dire il vero questo signorino appartiene anche a un’altra ‘casta” o lobby che, con o senza la legge zan, e’ gia’ adesso irriferibile.