BDV: in Ginocchio davanti a Dio, per gli Altri un Inchino Basta e Avanza.

2 Luglio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Benedetta De Vito, dal suo paradiso sardo, coglie echi delle miserie che affliggono noi poveri mortali metropolitani e urbani, fra cui il grave, – e lo è davvero, sotto certi aspetti – problema dell’inginocchiarsi o meno in omaggio al politically correct rappresentato da Black Lives Matter. A cui si potrebbe obiettare che dovrebbero contare anche le vite dei diciotto agenti uccisi da quando BLM hanno cominciato i loro particolari festeggiamenti, ma sarebbe inutile per loro, e per le propaggini locali (leggi sinistri vari). Ma Benedetta ci offre questa riflessione sull’argomento, e noi ve la giriamo debitamente…

§§§

C’era, all’Istituto Mater Dei, in piazza di Spagna –  dove ho fatto le scuole dalla prima elementare al terzo liceo – quel delizioso senso dell’ordine, quell’amor di pulito, che è il cuore stesso del vivere felici. C’era, al mattino appena sveglio, con noialtre in divisa e con il basco in testa, il Rosario quotidiano, che squillava allegro, nei suoi misteri (anche i dolorosi) in viva voce e composita in note argentine di fanciulle in fiore, nella piccola cappella del Buon Pastore dove sono capitata, una mattina di qualche tempo fa, e con la nostalgia a bussarmi all’uscio dell’anima…

C’era, alla fine del Rosario, il rito della genuflessione, cui presiedeva con solerzia e santa serietà, Sister Francis Borgia. Oh, sister Francis! Piccola da metterla in tasca, con due occhi di pepe e nocciola e tanto sale in zucca quanto non ne hanno, messi insieme, certi Azzeccagarbugli di oggi e anche di ieri! Sister Francis ci comandava al battere delle nocche sue sul banco sotto l’altare.

Toc, e noi tutte giù, il ginocchio crudo (ché allora nessuna di noi portava i collant) a batter contro il marmo, e giù tutta una fila di code e trecce e mezze code e chignon con sul cucuzzolo il bel basco blu che, all’interno, custodiva la sua bella fodera amaranto. Toc, e tutte in piedi e via, a razzo, a salire le scale di conchiglia in spirale che portavano alle aule, in piroetta, sotto il cielo, non prima di aver fatto un inchinetto davanti alla Madonnella che brillava nella sua aureola di lumini…

C’era la genuflessione, sì, ma era riservata solo ed esclusivamente a Nostro Signore e si faceva, appunto, in chiesa. Per le persone importanti, invece, c’era l’inchinetto che si faceva mettendo il piede destro incrociato dietro al sinistro e giù appena appena a ginocchia piegate. Questo segno di rispetto si faceva alla sister direttrice (“Goodmorning sister”, squillavamo), ai Monsignori che, di tanto in tanto, venivano a scuola a dire messa per noialtre tutte piccole Agnesi (si, eh…) e ai genitori importanti oppure no delle compagne di classe.

Per i comuni mortali, bianchi, gialli, rossi e neri, non c’era, come deve essere, che un semplice saluto, senza uso di ginocchia, perché in essi, pur essendoci l’anima divina, prevale la carne e il peccatore e nessuno, come ci insegna il nostro Buon Gesù, è superiore a un altro. Solo davanti al Pontefice, che è Vicario di Cristo in terra, o a un Re, che “omnis potestas a Deo”, ci si butta in  ginocchio! Questa è la legge che portiamo scritta nel cuore!

Tutto ciò premesso e in bell’ordine pennellato a tinte di pastello, ecco perché fa semplicemente ridere i polli, ma proprio ridere a ruscello con le faccine che usiamo nei messaggini, la genuflessione che la nostra Nazionale, l’Italia (cioè noi) ha riservato al movimento “Black lives matter”. Ma certo che ci importa delle vite delle persone di colore, o nere (come si dicono loro stessi), semplicemente non c’è bisogno di dirlo, tanto è semplice, evidente, banale.

Tanto meno, ma figuriamoci che pagliacciata, di inginocchiarsi! Non un gesto sacro, ma  semplicemente ridicolo… E come la prendono sul serio i signori giornalisti. Tanto quanto seriamente sono impegnati nel descrivere, per filo e per segno (salvo poi cadere in clamorose e ridicole contraddizioni) il rito della “campagna vaccinale”, cominciata – ma tu guarda che caso – il giorno di Natale e portata avanti da un generale alpino di nome, non riesco quasi a scriverlo per come hanno architettato le cose, Figliuolo…

E ora per finirla con leggerezza, un altro ricordo pescato dall’album della memoria di famiglia, che però s’attaglia perfettamente al risibile oggi. Mio fratello Marco aveva cari al cuore due Gi.Joe (ma mia nonna, che l‘inglese non lo masticava, li chiamava i Giggioni…), che erano l’equivalente maschile della mia Barbie Malibu, e li vestiva da soldati e, a volte, da marinaretti. I gemelli, che erano i suoi persecutori (di Marco, sottinteso) obbligavano – ma senza scherzi, sul serio –  i due malcapitati soldati  di plastica a fare le “vaccinazioni obbligatorie”, pena la mancata partenza per le vacanze con il legittimo proprietario, cioè Marco.

Ed erano, lo giuro, due, una, la prima dose e poi il richiamo… E si concretizzavano, tali punture,  in due cicatrici inferte con un ferro rovente sulla morbida plastica della spalla, che ancora segnano il braccio del povero Giggione superstite. Un giorno, però, Marco si stancò e, impuntandosi come sapeva fare soltanto lui, dichiarò che mai e poi mai avrebbe permesso ai suoi Gi.Joe di subire quell’inutile tortura.

E ora, per concludere, lascio la parola a Marco: “Un giorno davanti al mio rifiuto li trovai tutti impiccati sul letto a castello. A piedi nudi e gli stivali tutti ordinati per terra. Vinsero loro”. Nel senso che non furono vaccinati. Sì, e anche noi, come i Gi.Joe di mio fratello Marco, vinceremo, nonostante tutto, guidati dall’armata celeste e invisibile del nostro generale San Michele! Avanti!

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7 commenti

  • Pater Luis Eduardo Rodríguez Rodríguez ha detto:

    Mi sono inginocchiato molte volte nei loro sepolcri, in lunghe preghiere sia a Madeira che Vienna, perche santi.

    https://www.ricognizioni.it/zita-di-borbone-parma-il-lutto-si-addice-alleuropa/

    Ma pure San Pietro ha detto “non inginocchiarti davanti me, perche sono uomo come te”. Dunque al Beato Giovanni Paolo II mi inchinai profondamente, e baciai sua santa mano, mio vero padre. Tante cose si ripristineranno nel TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO, ma tante non. Inginocchiarsi solo davanti DIO. Quando iniziarono disobbedire il Vero S. Pietro, s’ arrivò alla corruzione fino un Rodrigo Borja, per esempio. Per queste aberrazioni, pure, abbiamo un COLPO DI STATO VATICANO, con l’impostore berORGOGLIO che stimola ogni distruzione.

    ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.

  • acido prussico ha detto:

    “Solo davanti al Pontefice, che è Vicario di Cristo in terra, o a un Re, che “omnis potestas a Deo”, ci si butta in ginocchio!”.

    Questo… questo Pontefice Regnante – che spesso è stato visto non inginocchiarsi davanti al Santissimo – non lo fa perché essendo “Vicario di Cristo”, il “Rappresentante di Cristo in terra” NON PUÒ inginocchiarsi davanti a Se Stesso ?

  • Nicola Buono ha detto:

    La Lega Calcio si inginocchia alla superpotenza LGBT.
    http://www.rinocammilleri.com/2021/06/lega/

    • Zuzz ha detto:

      Ovvero campi estivi per la predicazione dell’odio verso il non islamico ed in particolare verso l’ebreo. Campi di inciviltà.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Il vero obiettivo della lobby lgbt è la Chiesa.
    E gran parte della colpa è dei pastori che hanno taciuto.
    Si è sempre detto che il peccatore è da amare e il peccato da odiare: quanto hanno detto che l’omosessuale è da amare, ma l’omosessualità è da odiare?
    I veri nemici del Concilio Vaticano II, oltre ai tradizionalisti, sono i modernisti.
    Solo che i modernisti sono più pericolosi perché lo vogliono cambiare dall’interno, come in un processo naturale. Un po’ come la lobby lgbt, che si appella a dei diritti naturali per snaturare la natura.
    Il Concilio, ad esempio, mette in evidenza quello che la Chiesa sa fin da quando Gesù ha detto di non giudicare, anche se non sempre è stato applicato: che, cioè, un conto è il peccato, e un conto è il peccatore.
    Il primo va condannato, il secondo salvato. E ha voluto che questa verità fosse una priorità pastorale.
    Ma questa differenziazione tra il peccato e il peccatore non va giù ai modernisti che, per andare “avanti”, sono costretti a tornare “indietro”.
    Cioè: per far passare il matrimonio fra omosessuali come naturale, occorre non separarlo dagli omosessuali.
    Solo che, mentre una volta si tendeva a dare all’omosessuale un giudizio negativo perché l’omosessualità era considerata un disvalore, i modernisti fanno l’opposto: con la scusa della misericordia assolvono preventivamente l’omosessuale e, di conseguenza, voglio che si “assolva” anche l’omosessualità.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Il trucco è semplice: inventare delle emergenze, inventare dei nuovi “diritti” e mettere in un unico pacchetto diritti veri e diritti inventati.
    L’abbiamo già visto con la legge sull’aborto, quando al carro delle giuste rivendicazioni femminili si sono aggiunte l’invenzione di un’emergenza e lo pseudo diritto a una fantomatica libertà.
    E lo vediamo oggi che, se ti inginocchi per protestare contro il razzismo, poi magari scopri che lo hai fatto perché i sodomiti possano convolare e nozze!