Caliari: Pandemonio Pandemico, e il Duro Giudizio che Attende i Potenti.

19 Giugno 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Gian Pietro Caliari – che ringraziamo di cuore – ci offre una disamina magistrale della situazione attuale del mondo e della Chiesa.

§§§

“Iudicium durissimum his qui praesunt fiet.

Potentes potenter tormento interrogabuntur”.

di Gian Pietro Caliari

“Un giudizio severo si compirà contro coloro che stanno in alto. I potenti saranno potentemente interrogati con tormento” (Sapienza 6, 5-6).

Così leggiamo nel Libro della Sapienza nell’attuale traduzione, direttamente derivata dal testo latino della Vulgata.

L’autore del testo sacro è un raffinato ellenista e l’originale greco suona, in realtà, assai più esplicito: “δυνατοὶ δὲ δυνατῶς ἐτασθήσονται” (dunatoì dè dunatῶs etasfésontai), che dovrebbe essere correttamente tradotto così: “Al contrario, i potenti saranno castigati con potenza”.

L’autore, infatti, indica un perfetto parallelismo fra coloro che agiscono con potenza (δυνατοì) e il modo in cui saranno giudicati (δυνατῶς), vale a dire con eguale potenza.

Non si tratta, in realtà, per l’autore sacro di una semplice minaccia, ma della logica conclusione per chi ha rifiutato scientemente l’appello che costituisce l’incipit stesso del Libro della Sapienza: “Ἀγαπήσατε δικαιοσύνην οἱ κρίνοντες”: “Amate la giustizia, voi che governate sulla terra” (1, 1).

Il vocabolo greco δικαιοσύνη (dikaiosùne), che insieme al suo equivalente ebraico  צֶדֶק(tzédek) ricorre 1343 volte nell’Antico Testamento e 92 nel Nuovo, non indica semplicemente il doveroso rispetto della Legge, in primis quella divina, ma la radicale volontà di qualcuno “che vuole essere ed è ciò deve essere” e così “si rende accettabile a Dio ed è da Lui apprezzato”.

Giudizio e castigo sono, infine, così interdipendenti per l’estensore greco dell’ultimo libro dell’Antico Testamento che coniuga il verbo ἐτάζω (etàzω)  nella sua forma medio-passivo, dove assume oltre al senso di “saranno interrogati, investigati, giudicati” anche quello più pregnante di “saranno castigati”.

La stessa Santa Vergine Maria, nel suo Magnificat, fa risuonare questa originale e precisa sapienza biblica, rendendo lode a Dio perché: “καθεῖλεν δυνάστας ἀπὸ θρόνων” (katheìlen dunàstas app thrònωn) “ha rovesciato i potenti dai troni” (Luca 1, 52).

Per l’autore sapienziale è già intellettualmente chiaro allora, così come non lo sembra affatto oggi, che l’esercizio del potere è subordinato alla effettiva ricerca di ciò che non solo è formalmente “giusto”, ma che attua il diritto e l’intelligenza stessa del diritto. Come argomentava, infatti, Sant’Agostino d’Ippona: “Togli il diritto e allora cosa distinguerà lo Stato da una grossa banda di briganti?” (De civitate Dei IV, 4, 1).

Nelle cultura europea, grazie all’imprescindibile radice della riflessione cattolica, assai diversamente tanto dall’Islam quanto dalla teologia politica delle chiese riformate del XVI secolo, “il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato e, men che meno, un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha, invece, considerato la retta ragione e i principi della Legge Naturale quali vere fonti primarie del Diritto. Ha rimandato, poi, allarmonia tra ragione oggettiva e soggettiva, unarmonia che però presuppone lessere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio” (Benedetto XVI, Discorso al Parlamento Tedesco, 22 settembre 2011).

“Sulla base della convinzione circa lesistenza di un Dio creatore” – ribadiva  e continuava Benedetto XVI – “sono state sviluppate lidea dei diritti umani, lidea delluguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dellinviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire” (Ibidem).

A  quasi due anni di distanza dall’inizio del pandemonio pandemico, il credente ha il dovere, in scienza e coscienza, di smascherare, e dunque di esprimere un giudizio sulla Storia.

In particolare, di smascherare quella, che una sana teologia cattolica, indica come l’ultima impostura dell’Anti-Cristo.

“Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento se non al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del regno futuro sotto il nome di millenario, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato intrinsecamente perverso” (Catechismo della Chiesa Cattolica 676).

Un dovere che il Divino Salvatore indica come imprescindibile per il vero discepolo chiamato non solo a saper “διακρίνειν τὰ δὲ σημεῖα τῶν καιρῶν” (diakrìnein tà dè semeìa tn kairn) “giudicare i segni dei tempi” (Matteo 16, 3), ma anche sull’esempio di Gesù a divenire un “σημεῖον ἀντιλεγόμενον” (semeìon antilegòmenon) “un segno di contraddizione” (Luca 2, 34) rispetto a una narrazione corrente, che si è affermata con l’inganno, la menzogna, la frode  e grazie a una diffusa e corrotta rete di complicità, che chiamano in correo intere classi politiche, dirigenti, intellettuali, ma anche – e ancor più gravemente – ecclesiastiche.

Abbiamo capito, in questi ultimi sedici mesi, quello che Hannah Arendt sintetizzava con lucida e cosciente analisi: Improvvisamente si scopre che quanto per millenni la fantasia aveva relegato in un regno al di là della competenza umana può essere realmente prodotto qui sulla terra, che linferno e il purgatorio, e persino un riflesso della loro durata eterna, possono essere instaurati coi più moderni metodi di distruzione e terapia. A tali individui – e in ogni grande città ce ne sono più di quanti vorremmo ammettere – lesperimento totalitario dimostra soltanto che il potere delluomo è maggiore di quanto osassero supporre e che si possono realizzare le fantasie infernali senza che il cielo cada o si spalanchi la terra” (The Origins of Totalitarianism, 1951; Le origini del totalitarismo, tr. it, Einaudi, Torino 2004, p. 611).

La Arendt si riferiva ovviamente all’avvento del totalitarismo nazista del secolo scorso, ma come esimersi da cattolici ad applicare la precisa analisi della filosofa ebrea all’attuale totalitarismo igienico-sanitario imposto con un’inusitata violenza politica, mediatica, economica, poliziesca e che  ha visto persino larga parte delle gerarchie cattoliche, dapprima supinamente allinearsi e poi attivamente cooperare alla “grande impostura anti-cristica sotto la forma politica di un “messianismo secolarizzato intrinsecamente perverso”.

L’attuale pandemonio pandemico non è, poi, che il solo quarto atto – e forse neppure l’ultimo – di una sceneggiatura pandemonica iniziata vent’anni fa in nome di un emergenza costante e ripetuta, brandita come una clava barbarica contro la suprema dignità della persona umana, quale immagine e somiglianza di Dio stesso e, dunque, “dotata di diritti inalienabili, universali, fondamentali, indivisibili, indisponibili e interdipendenti che spettano, senza distinzione alcuna, a ogni individuo in ragione della sua condizione umana“ (cfr. ad esempio: Corte Costituzionale Italiana, Sentenze 183/1973, 13/1984, 170/ 1984, 1146/1988).

L’atto primo, all’inizio di questo secolo, è stata l’emergenza del terrorismo. A questa si è innestata l’emergenza finanziaria nel 2007, poi quella climatica, e infine, da quasi due anni a questa parte quella sanitaria.

Già perversamente si annuncia “l’era delle pandemie”, mentre si scaldano i motori della propaganda mediatica per rispolverare la sempre verde “minaccia aliena”, nel segno di nuove ed eclatanti rivelazioni sugli oggetti volanti non identificati.

Ognuna di queste emergenze, vere o presunte, virali o chimeriche, è stata l’occasione per fare carne da macello degli individui senza ritegno alcuno dei loro inalienabili e naturali diritti personali, sociali, politici ed economici.

In ognuna, il regime della barbarie morale e culturale, alimentato da un’infodemia assillante e assassina, si è associato al regime di una barbarie politica, cui anche la Chiesa Cattolica si è largamente associata con vile disprezzo del suo dover essere semeìon antilegòmenon, segno di contraddizione, rispetto a una “forma politica di un messianismo secolarizzato intrinsecamente perverso”.

Dopo oltre sedici mesi di pandemonio pandemico, sarà impossibile ritrovare sia nelle società civile sia in quella ecclesiastica, un nuovo equilibrio di normalità e di sanità, di verità e di legalità, senza un evento che per effetto storico, politico, psicologico, sociale e finanche giudiziale abbia uguale e corrispondente eccezionalità quale il Processo di Norimberga nei confronti di crimini perpetrati dal Nazismo?

Il tempo è giunto e le condizioni sono ora favorevoli, perché proprio in Italia si apra una serio dibattito sulla necessità di un “nuova Norimberga”.

Solo in Italia sussistono ancora le pur esigue – e senza posa attaccate dalla cultura della democratura sino-democratica-transumana – ma ancora adeguate risorse morali, intellettuali, religiose, culturali e anche di cultura giuridica per porre le basi per tale epocale catarsi.

Sull’Italia, poi, grave la responsabilità storica e morale – non di esser stato in primo Paese occidentale colpito dal virus-chimera – ma di essere stato il primo luogo – come fieramente affermato da Giuseppe Conte per mesi nel suo infame refrain – in cui si è sperimentato “il modello Italia nella lotta alla pandemia cui tutti gli altri guardano”.

L’Italia, in realtà, è stata “l’utile idiota” di una catena di trasmissione di pratiche e operazioni politiche che, non solo hanno permesso che “tutto andasse male”, ma che manco celavano – come scritto da Roberto Speranza nel suo libro Perché guariremo – di sfruttare il pandemonio-pandemico a fini squisitamente partitici e settari.

“Credo che, dopo tanti anni controvento, ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire unegemonia culturale su basi nuove” – scriveva Speranza – e ancora: “Sono convinto che abbiamo unopportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra. Dopo tanti anni controvento, per la sinistra c’è una nuova possibilità (grazie alla pandemia, sintende – ndr) di ricostruire unegemonia culturale».

Ovviamente, quella catto-comunista che ieri guardava con riverenza al modello della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e, oggi, amoreggia con la Repubblica Popolare Cinese.

Proprio gli atti dello storico Processo di Norimberga, al contrario, possono offrirci le motivazioni ideali per questa sfida che, certamente e in primis, deve riguardare l’Italia ma non solo.

Aprendo quel celebre procedimento giudiziario, il Procuratore Generale Robert H. Jackson disse, riguardo alla necessità di un giudizio, che: “Le ingiustizie che cerchiamo di condannare e punire sono state così premeditate, nocive e devastanti che il mondo civilizzato non può tollerare che vengano ignorate, dal momento che non potrebbe sopportare che venissero ripetute”(Dichiarazione dapertura davanti al Tribunale Militare Internazionale, in: Robert H. Jackson,  Il tribunale dell’umanità, Roma, 2015, p. 14).

Le violazioni allo Jus Gentium, ai Diritti e alle Libertà Fondamentali della persona umana, e i crimini perpetrati contro quei principi che lo Statuto della Corte Internazionale di Giustizia definisce qualiprincipi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili” (art. 38, c.), sono stati così palesi, reiterati, prolungati che come disse Jackson: “Il mondo civilizzato non può tollerare che vengano ignorati, dal momento che non potrebbe sopportare che venissero ripetuti”.

Tale monito dovrebbe scuotere le coscienze più libere e le intelligenze più acute, mentre già volteggiano corvi minacciosi che ritengono “essenziale rafforzare il ruolo delle istituzioni multilaterali, nel campo della salute globale e oltre, che ci garantiranno una migliore preparazione per una possibile futura pandemia” (Mario Draghi, Dichiarazione al Global Health Summit, 21 maggio 2021).

Alla indispensabile e necessaria azione invocata da Jackson a Norimberga, il Procuratore francese François de Menthon aggiunse la denuncia di crimine contro lo spirito” scaturito da una dottrina che negando tutti i valori spirituali, razionali o morali sulla base dei quali gli uomini hanno cercato di far progredire la propria condizione, mirava a ricacciare lumanità in una barbarie demoniaca” (cit. in: F. De Fontette, Il processo di Norimberga, Roma, 1997, p. 49).

A nessuno può sfuggire che non solo durante questo pandemonio-pandemico sono stati negati tutti i valori spirituali, razionali e morali, ma anzi la pandemia chimerica è stata utilizzata – proprio mentre si assisteva a un’inusitata compressione delle elementari libertà individuali – per far speditamente avanzare nelle aule parlamentari dei progetti di legge che hanno lo scopo dichiarato di “ricacciare l’umanità in una barbarie demoniaca”.

Solo a titolo di esempio. In Francia, la Procréation Médicalement Assistée (PMA) che consente alle donne eterosessuali, single e coppie lesbiche di accedere alle tecniche di fecondazione eterologa assistita con copertura a carico della sanità pubblica, ma che sarebbe più consono chiamare Paternità Materna Assistita. In Canada e Portogallo, la legge sul suicidio assistito, poi, opportunamente cassata dalla Corte Costituzionale Portoghese. In Nuova Zelanda, l’approvazione dell’aborto al nono mese di gravidanza. E, in Italia, il  famigerato DDL Zan.

Tutte leggi che mirano essenzialmente a cancellare definitivamente i concetti stessi di Legge Naturale e di Ordine impresso all’Umanità da un Dio Creatore!

Nel lontano 1947, presentando il progetto di Costituzione Italiana, il Presidente della Commissione dei Settanta, Meuccio Ruini, si espresse in questi termini: “In momenti come lattuale, dopo loscuramento e la compressione violenta delle più elementari libertà, è inevitabile che, nel grande soffio di liberazione che anima il popolo e trascende il mero tecnicismo delle norme, si senta il bisogno di far risaltare nella costituzione le rivendicazioni della personalità umana e della giustizia sociale. Ed è nello stesso tempo inevitabile che si cerchi di sottrarre le disposizioni più rilevanti per la vita del paese allarbitrio di improvvise modificazioni, collocandole nella rocca della costituzione e sottoponendo la loro revisione a più caute procedure” (Relazione del Presidente della Commissione all’Assemblea Costituente, 6 febbraio 1947, p. 5).

Continuando, poi così, “Nel nostro progetto si delineano in rapida rassegna le libertà essenziali, dalle tre «inviolabilità» della persona, del domicilio e della corrispondenza, e dalle libertà di circolazione, di soggiorno, di emigrazione, ai diritti di riunione, di associazione, di credenza e di confessione religiosa, di stampa. […] Si è cercato di farlo con sobrietà e densità di norme”.

E aggiungeva: “ Alla libertà di coscienza e di fede religiosa si assicura la più ampia sfera di manifestazione. Ciascuno è libero di esprimere il proprio pensiero con la stampa e con ogni mezzo di diffusione. Vietato il regime di censura e di autorizzazione” (Ibidem, p. 6).

Al contrario, proprio in Italia, il pandemonio pandemico chimerico è stata lo strumento propizio, da lungo atteso, invocato e persino annunciato, per il definitivo e irreversibile passaggio dalla democrazia alla post-democrazia dove: “La massa dei cittadini svolge un ruolo passivo, acquiescente, persino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve. A parte lo spettacolo della lotta elettorale, la politica viene decisa in privato dall’integrazione tra i governi eletti e le élite che rappresentano quasi esclusivamente interessi economici” (Colin Crouch, Postdemocrazia, Laterza, Roma-Bari, 2003, p. 6).

Non sarà facile ai futuri emuli di Jackson e di de Moulet – come non fu semplice a Norimberga sintetizzare accadimenti molteplici e complessi in pochi ed essenziali capi di accusa – ma una prima sommaria analisi di alcuni fatti e accadimenti possono già essere prudenzialmente raccolti, per sostanziare i due veri cardini dell’accusa su cui resse il procedimento del 1946.

Il primo fu quella della “cospirazione criminale” finalizzata alla commissione di crimini contro la pace e l’umanità (cfr. G. Marino, La giustizia di Norimberga, Università degli Studi di Palermo, Tesi Dottorale, 2017, pp. 28-39).

E il secondo che  “Il fatto che un soggetto abbia agito in esecuzione di un ordine non lo esime dalla propria personale responsabilità penale internazionale. Parallelamente il subordinato ha il dovere di sottrarsi dall’eseguire ordini riguardanti atti criminali” (Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Risoluzione 95/I, Principi di Norimberga, n. 4).

Il terzo, approfittando dello smarrimento culturale e ideale delle popolazioni dopo decenni di indottrinamento liberista e mondialista, di aver cospirato, secondo la definizione del sociologo francese Michel Maffesoli, per l’imposizione “un regime totalitario dolce”, o meglio di un “biototalitarismo di Stato” (cfr. Compendium: Après la modernité? La conquête du présent, La violence totalitaire, La logique de la domination, Paris, 2008).

Quarto per aver posto, infine, le premesse logiche e pratiche per futuri decenni d’instabilità sociale e politica, che potrebbero essere caratterizzati da violenze sia civili sia internazionali.

Attorno a questi quattro capi d’imputazione sarà necessario seriamente investigare, innanzi tutto, sulla reale origine del virus, giacché l’investigazione congiunta Cina-OMS è priva dei requisiti d’indipendenza, scientificità e trasparenza.

Sarà necessario far luce sulla protervia con cui i governi hanno scoraggiato e persino impedito alle classi mediche di affrontare con tempestività la ricerca e l’applicazione di seri protocolli di cura precoce, nei casi sintomatici.

Si dovrà dimostrare come – caso unico nella Storia medica – alla ricerca della terapia si sia preferito la ricerca della soluzione vaccinale e come questa si sia de facto imposta alle popolazioni in una sorta di sperimentazione di massa.

Si dovrà spiegare perché nei primi mesi dell’epidemia centinaia di corpi siano stati sequestrati e inceneriti.

Sarà indispensabile capire perché negli ultimi dodici mesi, mentre le libertà individuali e collettive di intere popolazioni erano violentemente compresse e si disarticolava il tessuto socio-economico d’intere nazioni, i governi e i parlamenti erano costantemente impegnati non a dare concreto sollievo ai cittadini ma a velocemente approvare leggi in materia di bioetica e di etica in generale tali da ulteriormente destabilizzare l’equilibrio sociale futuro.

Si dovrà, non da meno, far luce sugli aspetti della gestione economica che, oltre a ruberie ormai conclamate, ha visto l’accumularsi e l’accentrarci di enormi capitali nelle solite e note mani.

Si dovranno, non da ultimo, indagare gli oscuri interessi – che non sono solo economici – di coloro che hanno, così facendo smascherandosi in anticipo, predicato “la nuova normalità” e la “finestra d’opportunità” che il pandemonio pandemico, ingenerato ad arte, avrebbe offerto ai Padroni del Caos.

Si dovrà, infine, denunciare senza falsi pudori e pregiudiziali il tentativo di imporre un “green pass” che tanto echeggia l’Ahnenpass, letteralmente “passaporto genealogico”, che il regime nazista impose – dopo le Leggi di Norimberga – per dimostrare di “essere di sangue puro ariano” e così avere accesso ai luoghi pubblici, interdetti invece a chi “non era di puro sangue ariano”.

Giacché, secondo i teorici delle Leggi di Norimberga e dell’Ahnenpass solo i loro titolari non rischiavano d’infettare e contagiare il Reich Millenario.

A corollario e complemento dell’Ahnenpass – il green pass nazista – il regime instaurò la Stella Gialla, così come è stata imposto alle popolazioni l’uso di mascherine – utili per la prevenzione batterica – ma del tutto inutili alla prevenzione virale.

Un dato quest’ultimo acclarato con certezza dallo scambio di email fra il Dr. Antony Fauci e il Keystone Symposia on Mulecular and Cellular Biology del 28 febbraio 2020 (Testo originale: There is no need to wear a face mask if you are well and do not have symptoms – masks protect the sick from spreading germs but will not prevent you from getting sick; trad. Non c’è bisogno di indossare maschere se tu stai bene e non hai sintomi – le maschere proteggono i malati dal diffondere batteri ma non impediscono dall’ammalarsi).

Non crediamo che a questa immane e storica impresa possano bastare le Procure della Repubblica dei singoli Paesi né Commissioni d’Inchiesta Parlamentari, serve uno sforzo epocale senza il quale come disse a Norimberga François de Menthon senza seriamente punire il crimine contro lo spirito … lumanità sarà ricacciata in una barbarie demoniaca” (cit.).

Se tutto ciò vale per la società civile, non da meno analoga azione dovrà essere fatta nel Corpo Ecclesiale, dove l’intero impianto canonico è stato stravolto e dove Vescovi compiacenti, pavidi e collaborazionisti hanno, molti per stoltezza e altri per ignobili aspirazioni di personale carrierismo, svenduto la Libertas Ecclesiae, che non è la semplice libertà di una istituzione umana, ma la Libertas stessa del Corpo Mistico di Cristo.

Invece che vagheggiare, su nefasto impulso dell’Arcivescovo emerito di Buenos Aires, di “cammini sinodali nazionali, continentali e universali”, è oltremodo necessaria una riflessione precisa, libera, globale e che non coinvolga i soliti noti, ma tutti coloro che ancora credono che la Chiesa di Cristo sia ancora “Una, Santa, Cattolica e Apostolica” e che per tale professione sono ancora disposti a professare che Cristo, e Cristo solo, è: “Il Redentore dell’uomo, centro del cosmo e della storia” (Redemptor Hominis, 1).

§§§




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21 commenti

  • acido prussico ha detto:

    Il “piano” (che ha – guarda un po’ – come sinonimo la parola “piallato”) ha funzionato e continuerà a “piallare” la popolazione con nuove emergenze.
    A giorni sarà inaugurato in tutto il mondo – secondo lo schema previsto GLOBALE – il piano di “clemenza” dell’obbligo delle mascherine.
    E questo mi preoccupa molto. Moltissimo.
    Che fine faranno le centinaia di fabbriche produttrici di mascherine?
    Che fine faranno le confezionatrici, i distributori, i commercianti ?
    E che cavolo! Pensiamo solo al nostro “respiro”?
    Raccogliamo -dunque- firme e affacciamoci alle finestre alle ore 20 di ogni giorno per sollecitare i governi ad un piano di risanamento economico di questo settore.
    E – per un azione ancor piú efficace e duratura – che preparino un’altra “ondatina” e variante nuova. Ovviamente programmata e “controllata”.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Non mi meraviglio nel constatare che nella Chiesa ci sia confusione e ci siano chierici che sono più seguaci di Satana che del Cristo. Oltre ad un buon numero di opportunisti e di “don Abbondio”. Ciò avveniva ancora viventi gli Apostoli ed è continuato nel corso dei duemila anni di vita. Sappiamo che quando il generale Napoleone con le truppe giacobine francesi invase alcuni regni dell’Italia di allora, il clero di ogni livello e grado se ne stette tremebondo in disparte. Quando addirittura non si unì ai Giacobini per convenienza, o per fede. Non meravigliamoci quindi se oggi ci sono massoni tra il clero, insieme ad opportunisti e a paurosi. Contro Napoleone ci furono gli “Insorgenti”, gruppi malamente armati di contadini e di artigiani, con capi popolani e con qualche sacerdote che li incoraggiava al grido di “via Maria” e col Rosario in mano, finito fucilato, o morto in battaglia. Quindi, smettiamo di meravigliarci se abbiano un clero piuttosto vile e traditore.
    Non piacerà a qualcuno, ma a me piace ricordare l’insegnamento di Rudolf Steiner, di cui non sono un seguace, ma che mi ha rivelato “chi” c’è sopra al vertice del Potere Mondiale. Steiner ci parla pure da cosa è formata la parte “invisibile” dei vaccini, che sono materialmente visibili. Però qui entriamo nel mondo dell’occulto, che a qualcuno fa venire l’orticaria.
    Steiner era un potentissimo chiaroveggente. Senza questa qualità spinta al massimo, soprattutto per vedere i mondi superiori invisibili con i loro “abitanti” e relative azioni, non avrebbe potuto dire che il Potere mondiale, formato dalle Logge angloamericane e dall’alta finanza, prendeva ordini da quel Satana, che egli identifica in Lucifero e Arimane, che hanno a loro disposizione milioni-miliardi di spiriti lunari per trasmettere il male attraverso l’inconscio collettivo e individuale dei singoli umani. Da ciò possiamo comprendere quella Donna vestita di Sole (identificato come il Sole della Giustizia del Cristo) che ha la Luna sotto i piedi (si tratta della precedente “onda di vita” lunare, detta della Luna, i cui spiriti costruttori non vollero passare nella nuova “onda di vita” solare, detta della Terra, ossia quella iniziata dal Secondo Aspetto del Logos, il Cristo. Lucifero e Arimane furono nemici del Cristo e dei suoi arcangeli e angeli solari e sono qui sopra e nel pianeta Terra per fermare l’evoluzione solare del Cristo, come sostiene Steiner. Attraverso individui, alcuni dei quali sono demoni incarnati, che detengono un enorme potere finanziario, politico ed ideologico.
    Furono le Logge angloamericane a foraggiare Lenin con la rivoluzione bolscevica e tutte le successive rivoluzioni comuniste e i partiti comunisti, fino alla Cina di oggi, che è la formula conclusiva del piano delle Logge: il capital-comunismo.
    La storia finirà come è scritto nell’Apocalisse. Al termine di una intervista di Byoblu, canale 262, il giornalista Maurizio Blondet rivela che tra circa cinque anni i vertici del Potere Mondiale verranno fatti scomparire fisicamente da forze metafisiche. E’ ciò che già sappiamo. Qualcuno ha avuto visioni. La Teosofia parla di ciò… Finiranno nell’inferno dell’Ottava Sfera per “lentamente disintegrarsi in esperienze che è meglio non descrivere.” Così rivelano i grandi teosofi Leadbeater e Powell. Ma si sa come avverrà il procedimento. Ce lo rivela nel suo romanzo fantascientifico “Il Padrone del Mondo” il reverendo Robert Hugh Benson, dove ci descrive la figura e le mansioni dell’Anticristo. Che oggi, non mi sembra, che si sia ancora rivelato. O forse già c’è e non lo riconosciamo. Di sicuro non dovrebbe essere il Papa, che in questo scenario è una ballerina di terza fila. Che non sta al passo con gli ordini del Potere Mondiale, quando accenna a condanne di LGBT, della Civiltà Gender, dell’utero in affitto, e dell’aborto… Poi si defila con l’invito a vaccinarsi…
    Ma i futuri “disintegrati” non sanno quale sarà la loro fine? Sì, la conoscono, dato che stanno alla Sinistra del Trono. Ma non sanno quando ciò avverrà. Poiché sembra che lo sappia solo il Padre. Per intanto si danno da fare per portare con sé all’inferno dell’Ottava Sfera il maggior numero di spiriti umani.
    A quanto scritto sopra non ci credono le Cirinnà, gli Zan e gli altri della neo-civiltà LGBT “senza-dio”. Altrimenti un pensierino di mettersi fuori tiro ce lo farebbero. Perché ritornare allo stato “minerale” disintegrandosi lentamente, non dovrebbe essere piacevole; per poi ricominciare da capo con la prossima evoluzione sotto la direzione di Lucifero e Arimane.
    Nel frattempo che facciamo? Facciamo ciò che abbiamo fatto fino ad oggi: pregare, amare il prossimo, discutere, combattere, confrontarci… Per un ignorante di Scritture come me leggere ciò che scrivete e dibattete mi porta ad una “conoscenza” teologica per la quale non ho più il tempo. Infatti, stanno scorrendo i titoli di coda del film della mia vita… Mi piacerebbe arrivare all’anno indicato dal caro Blondet per vedere se le sue previsioni si avverano. Chi scomparirà già li conosciamo. Si tratterà di vedere se andranno via da soli, o con un bel po’ di gente al seguito, chierici compresi, a popolare l’Ottava Sfera di Lucifero e di Arimane..

    • Bastian contrario ha detto:

      Caro Rapanelli, quello che ci sfugge, dei primi tempi della Chiesa era l’atmosfera impregnata del contatto quotidiano con il divino.
      Le apparizioni di Cristo dopo la Resurrezione, i suoi miracoli, l’Ascensione e quel fenomeno meraviglioso che fu la Pentecoste. E i miracoli di Pietro, la conversione di Paolo. E i miracoli raccontati giorno per giorno dagli Atti degli apostoli. Tutto questo per noi ha perso la sua forza vivificante e si è trasformato in una serie di nomi che ricorrono ogni anno nel Calendario.

  • Virginio ha detto:

    Non credo per niente che l’umanità sia in grado di ravvedersi, usando l’intelligenza e la ragione, per rinsavire e pentirsi, curandosi da sola e correggendo i propri errori. Può anche darsi che un giorno ci sia un’altra Norimberga, che chiarisca in modo più preciso e particolareggiato e nello stesso tempo più esteso e generale, cosa siano stati e come si possano ripresentare in futuro e in forme diverse da quelli già conosciuti i crimini contro l’umanità; visto e considerato che gli attuali nemici del genere umano detengono un potere così esteso, invasivo e pervasivo, ci vorranno prima grandi sommovimenti prima che ciò accada, la nuova Norimberga potrà solo essere un sigillo di conferma di un processo naturale doloroso non governato dagli uomini.

  • Giovanni ha detto:

    Articolo molto efficace sul piano comunicativo. I quesiti a cui dovrebbero rispondere responsabili e collaborazionisti sono molto ben esposti. Speriamo si possa fare come crede l’articolista. Personalmente penso che sia la dimensione planetaria dell’evento quanto la partecipazione attiva e passiva di un numero quasi incalcolabile di persone, prone a tutto questo, lascia molto margine al dubbio sul raggiungimento reale dello scopo. Ovviamente se Dio vorrà succederà oppure dovremo rimandare all’immancabile Giudizio Finale. Ahi loro.

  • Don Ettore Barbieri ha detto:

    Dubito che l’Italia sia stata e sia solamente un’utile idiota. Se ce ne fosse bisogno, un recente libro di Ferruccio Pinotti indaga sul fatto che a livello nazionale ed internazionale tutto sia in mano al potere massonico.
    Ricordo alcuni film quali La congiura (1970), I come Icaro (1979), Sesso e potere (1997), Eyes Wide Shut (1999), che mostrano in modo molto drammatico o ironico/umoristico (Sesso e potere), come dietro le istituzioni vi siano congreghe di ogni tipo (servizi segreti compresi) che fanno il bello e il cattivo tempo e soprattutto come sia facilissimo per questi poteri occulti manipolare i mezzi di informazione e creare “narrazioni” di ogni tipo da far credere a chi “si accontenta” per pigrizia, ignoranza o presupposti ideologici al mainstream.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Il tempo è giunto e le condizioni sono ora favorevoli, perché proprio in Italia si apra una serio dibattito sulla necessità di una ‘nuova Norimberga””.

    Non vorrei passare per disfattista, ma una “nuova Norimberga” non la vedo nemmeno ad un lontanissimo orizzonte.

    “Aprire un serio dibattito”? Da parte di chi? E con quale risonanza?

    E poi Norimberga è stato il tribunale dei vincitori, quelli i cui degni epigoni democratico-rivoluzionari hanno fatto progredire il il mondo verso le disastrose condizioni in cui si trova, ovviamente salvandolo dal nazi-fascismo.

  • : ha detto:

    Mah!… Francamente io mi guarderei bene dal menzionare il Processo di Norimberga come esempio cristallino di giustizia applicata con obiettività ed onestà.

    Nulla da dire ovviamente sul fatto che i crimini di guerra dei Nazisti dovessero essere condannati, e puniti i loro esecutori; ma quel Processo sarebbe stato equo se insieme ai crimini di guerra nazisti fossero stati condannati anche i “loro”, degli Alleati, e puniti i loro artefici: crimini di guerra, per chi non si ferma alla storiografia politicamente corretta, non certo inferiori a quelli dei delinquenti nazisti. Con l’aggravante che furono perpetrati a guerra praticamente finita.

    Per non parlare degl’innumerevoli eccidi compiuti in Italia di inermi civili, e le inutili distruzioni di città e monumenti in un Pese ormai arreso (è inutile linkare siti; si può fare una facile pesca nel web di siti politicamente scorretti – e a volte anche in quelli corretti), un episodio veramente da far accapponare la pelle è quella della distruzione della città di Dresda «nelle ultime settimane di guerra, tra il 13 e il 14 febbraio del 1945, contro una città inerme e quando il Reich ormai agonizzava», leggiamo in un articolo di Messori (link sotto). Una distruzione ed una strage quale mai – credo – sia stata computa a memoria storica (terribili anche quelle di Hiroshima e Nagasaki, soprattutto sotto l’aspetto psicologico , per essere state prodotte con un solo ordigno bellico), non durante un’azione di guerra, perché tale non poteva essere considerata, ma su un nemico disfatto e senza difese, programmato con fredda determinazione e con lo scopo preordinato di distruggere tutto, ma proprio tutto ciò che poteva essere distrutto ed uccidere tutti, ma proprio tutti, coloro che si trovarono in quella disgraziata città. E addirittura inseguire quei pochi superstiti che riuscirono a scampare a quell’inferno di fuoco. Infatti «per convincere davvero ogni tedesco che non c’era per lui alcuno scampo, la notte seguente fu sottoposta a bombardamento a tappeto Chemnitz, la grande città più vicina a Dresda. Da quella trappola [di Dresda], in effetti, qualcuno era riuscito a scappare, rifugiandosi a Chemnitz grazie a una ferrovia che ancora funzionava: anch’egli doveva morire».

    Léggere per credere: http://www.letture.it/jesus03/0209je/0209je80.htm

    “Le ingiustizie che cerchiamo di condannare e punire sono state così premeditate, nocive e devastanti che il mondo civilizzato non può tollerare che vengano ignorate, dal momento che non potrebbe sopportare che venissero ripetute”, disse il Procuratore Generale Robert H. Jackson, all’apertura del Processo di Norimberga. Sembra che stia parlando della distruzione e del massacro di Dresda…

    L’articolo di Messori fa dei riferimenti anche alla distruzione e massacri di Hiroshima e Nagasaki, e all’«l’Italia, dove la distruzione di un terzo degli edifici di Torino e di Milano fu programmata dalla Raf e dalla US Air Force […] quando […] le trattative per l’armistizio erano già cominciate e l’attacco alle popolazioni civili rientrava più nel terrorismo che nelle esigenze militari». Ma nella comune nefandezza in tutti questi episodi, quello di Dresda per la formidabile organizzazione, enormità di mezzi utilizzati, l’accanimento impiegato nel non far sfuggire alcun superstite, gli approfonditi studi per provocare quella “tempesta di fuoco” che avrebbe distrutto tutto e tutti, fa veramente impressione e rende perfettamente l’idea da quali giudici siano stati giudicati gli altrettanto malvagi criminali del fronte opposto.

    Mi si dirà: ma è normale che siano i vincitori a giudicare i vinti!
    Sì, è “normale” (nel senso che è una norma); ma ciò non toglie il senso d’ipocrisia di chi, responsabile di altrettanti crimini – e forse maggiori – parla di «ingiustizie che cerchiamo di condannare e punire [che] sono state così premeditate, nocive e devastanti che il mondo civilizzato non può tollerare che vengano ignorate, dal momento che non potrebbe sopportare che venissero ripetute». Sembra una presa per i fondelli…

    Apprezzo l’articolo del prof Caliari, ma il riferimento al Processo di Norimberga mi pare uno scivolone.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Infatti, Wiston Churchill era contrario a fare il processo perché diceva – forse un po’ furbescamente – : “un domani potrebbe capitare a noi di essere processati”.

      • wisteria ha detto:

        ‘Processo di Norimberga’ è un’espressione alquanto comune a proposuto delle responsabilità del governo nella pandemia, e come tale va presa. Senza entrare nel merito dello storico processo, in merito al quale invece io oso rammentare che non c’è mai stata una Norimberga rossa.

        • : ha detto:

          Se ho capito bene secondo Lei l’espressione “Processo di Norinberga” è un modo di dire che non si riferisce al “vero” P.d.N. Non sono d’accordo perché non vedo in quale occasione sia utile usare una tale espressione senza riferirsi all’evento che lo significa, ma non intendo contestare la sua opinione. Comunque anche se così fosse in altri contesti, qui non lo è affatto, essendo stata riferita quell’ipocrita affermazione del Procuratore Generale Robert H. Jackson, all’apertura del Processo di Norimberga. Quindi un riferimento ben preciso al “vero” Processo di Norimberga.

          Secondo me il Prof. Caliari, nel suo peraltro pregevole articolo, avrebbe fatto bene a riferirsi a qualcos’altro per sviluppare il suo pensiero.

          • wisteria ha detto:

            Mi spiego meglio. Intendevo dire che ho incontrato varie volte questa espressione sui media, giusta o sballata che sia.
            Auspico ovviamente un severo giudizio sui governi e sui poteri che stiamo criticando.

    • Virginio ha detto:

      Se le cause più recenti ed immediate del nazismo si trovano fra la sconfitta della prima guerra mondiale e la crisi economica del 1929, che scatenarono quella che fu una reazione di difesa e rivalsa irrazionale, violenta come non mai, ma nel contempo insufficiente e soprattutto inefficace per contrastare le altre forze che considerava sue nemiche, quelle più profonde si allungano invece ad alcuni decenni prima, a fine ottocento, in quella accelerazione del processo di dissoluzione della società e delle classi dirigenti più antica di alcuni secoli, che perdura ancora accelerando sempre di più. Il nazismo è stato sconfitto, il male maggiore che prima lo generò e che poi lo distrusse, si nasconde dietro di esso, progredendo sempre di più in un vortice di delirio e ffollia. Dovremo necessariamente rileggere e necessariamente riscrivere la Storia, se vogliamo che certi errori ed orrori non si ripetano, individuando bene le radici più lunghe e sottili, dovremo sviluppare soprattutto una vera Memoria, lunga quanto la Storia stessa e non una di soli ottanta anni.

      • : ha detto:

        «Dovremo necessariamente rileggere e necessariamente riscrivere la Storia, se vogliamo che certi errori ed orrori non si ripetano, individuando bene le radici più lunghe e sottili»

        E’ vero. Incominciando da quel «cogito ego sum», forse più (volutamente o meno) male interpretato che intenzionalmente mettente da parte Dio come Autore della “mia” esistenza.

  • Donna ha detto:

    Bell’articolo, grazie per la parresia , rara in questi nefasti tempi.

    Utile anche non dimenticare le parole del grande Giovanni Paolo II:

    Ci alzeremo in piedi ogni volta che
    la vita umana viene minacciata…

    Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita
    viene attaccata prima della nascita

    Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha
    l’autorità di distruggere la vita non nata…

    Ci alzeremo quando un bambino viene visto
    come un peso

    o solo come un mezzo per soddisfare un’emozione
    e grideremo che ogni bambino

    è un dono unico e irripetibile di Dio…

    Ci alzeremo quando l’istituzione del matrimonio
    viene abbandonata all’egoismo umano…

    e affermeremo l’indissolubilità del vincolo coniugale…

    Ci alzeremo quando il valore della famiglia
    è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche…

    e riaffermeremo che la famiglia è necessaria
    non solo per il bene dell’individuo
    ma anche per quello della società…

    Ci alzeremo quando la libertà
    viene usata per dominare i deboli,
    per dissipare le risorse naturali e l’energia
    e per negare i bisogni fondamentali alle persone
    e reclameremo giustizia…

    Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti
    vengono abbandonati in solitudine

    e proclameremo che essi sono degni di amore,
    di cura e di rispetto.

    Ognuno di noi per quello che può è ora si alzi in piedi!

    • Giorgio ha detto:

      Per cortesia, mi dice dove ha trovato questo bellissimo testo di Giovanni Paolo II ?
      Grazie

    • Virginio Francesco Perra ha detto:

      Sembra un sogno ricordare questo appello del papa G. P. II.
      Ma è passato davvero così tanto tempo, che nella società non si avverte più nemmeno l’eco delle sue parole, dimenticate completamente?