Lo Scisma Strisciante Tedesco, e il Complesso Anti-Romano. Porfiri.

28 Maggio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Aurelio Porfiri ci offre una riflessione molto attuale su quanto sta avvenendo nella Chiesa tedesca – e in generale nella Chiesa germanofona – e non solo…Buona lettura.

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Marie-Dominique Chenu, Hans Küng e il complesso anti romano

Di questi tempi si parla molto dei venti di rivolta che provengono dalla Germania nei confronti delle dottrine tradizionali provenienti da quello che loro percepiscono come il centro di potere, Roma, il Vaticano. Certo non è sbagliato pensarla in questo modo visto che vi si trova il Sommo Pontefice, il Papa, successore di Pietro e vicario di Cristo.

Certo negli ultimi anni abbiamo assistito ad un continuo tentativo di decentramento, dal giubileo ai recenti pronunciamenti sulla sinodalità, che ha probabilmente incoraggiato questi movimenti verso l’esterno.

Parliamoci chiaro, la Chiesa è universale e come tale è certo che un cattolico in Africa ha gli stessi diritti e doveri di uno a Roma ed è considerato uguale agli occhi di Dio. Pur vero è che non fu casuale la scelta dell’apostolo Pietro di venire a Roma e di fondare su questa città la cattolicità della Chiesa.

Nessuno può far finta di non vedere come Roma ha un significato storico e, direi, metafisico, del tutto speciale, essendo stata sede del più grande impero che la storia ricordi che si è poi trasmutato nell’unica Chiesa di Cristo, la Chiesa cattolica. San Pietro e san Paolo versarono il loro sangue in Roma e in essa piantarono quella semente che doveva poi essere sparsa in tutto il mondo.

È giusto avere cura ed attenzione per le periferie, ma esse si definiscono quando ben sappiamo dove è il centro. Certamente di Roma spesso vediamo gli intrighi, gli scandali, gli intrallazzi e questi ci disturbano, giustamente. Ma se la Chiesa fosse solo questo, sarei il primo a dire che faremmo bene a impiegare il nostro tempo in altro modo. La parte umana è fallace, ma lo sarebbe ovunque si fosse trovata la sede di una organizzazione come la Chiesa, sicuramente non è da meno Washington per quello che riguarda il governo americano.

Eppure questo complesso anti romano ha sedimentato fortemente, specie nei paesi del nord Europa come, appunto, la Germania. Basterebbe pensare che questa fu dove si originò la riforma luterana. Martin Lutero arrivò a nutrire un profondo odio per Roma e per il Papa, definito “questo porco del diavolo”. Quel sentimento non si limitò al mondo protestante ma lo vediamo a volte trasbordare in ambito cattolico.

Due teologi importanti come Marie-Dominique Chenu e Hans Küng ci offrono esempi di come queste idee sono state ben vive nelle élites teologiche del secolo passato. E qui parliamo di due sacerdoti e intellettuali cattolici di primissimo piano, non certo di figure di contorno.

Questi sentimenti anti romani si manifestano per esempio nel disprezzo per le liturgie papali. Marie-Dominique Chenu (1895-1990), domenicano, nel diario che tenne per il Concilio, fece varie osservazioni a riguardo della liturgia papale al suo tempo, per esempio quando osservava (11 ottobre 1962) che la liturgia aveva “buona musica sacra, buon sistema di amplificazione ma, nel complesso, nello stile di Leone XIII”. Insomma, Roma cattolica prigioniera del suo passato. E questo è espresso da Chenu in un altro passo, dove si rivolge direttamente in preghiera al Padre: “Mio Dio, che mi hai portato qui per vie che non ho scelto, mi offro a te per essere, se vuoi, lo strumento del tuo Vangelo in questo evento della vita della Chiesa, che io amo, ma mi piacerebbe che sia meno “rinascimentale”! meno costantiniana …”. Cioè, c’era bisogno di rompere con la tradizione per cercare una nuova identità.

Ma quando a volte si perde l’identità si rischia di perdere sé stessi. E Roma ha certamente un posto importante nell’identità cattolica e lo splendore delle cerimonie liturgiche nelle Chiese romane era al cuore di tutto questo. In un altro punto ancora Chenu dice: “Non credo che ci fosse bisogno della magnifica solennità delle cerimonie, piuttosto più semplicità. Le grandi correnti cominciano a ribollire tra i padri conciliari. Le persone parlano liberamente e con molta speranza. La gente pregava profondamente, ma la liturgia non era sufficientemente comunitaria, troppo teatro o un concerto. La Chiesa deve sbarazzarsi di alcuni anacronismi ed essere più chiaramente povera nel suo Capo, più evangelica. Penso alla nostra povera gente [a casa] che non ha nemmeno una cappella per la preghiera domenicale, mentre qui a Roma c’è una sovrabbondanza di edifici e di lusso anche nella Chiesa. La Chiesa delle Missioni deve parlare. La Chiesa cattolica ha bisogno di “cattolicizzare” se stessa. La collegialità missionaria dei vescovi deve “diventare una realtà”.

È ancora troppo teorico o comunque troppo timido nella realtà. Roma deve cattolicizzare se stessa secondo Chenu, cioè rinunciare allo splendore delle sue cerimonie e chiese (gli edifici di lusso?) per adottare la logica della “Chiesa missionaria”, cioè non il centro che si estende per beneficiare la periferia ma questa che invade il centro. Ora, come detto prima, è vero che a volte non vediamo che il male che esiste in certi luoghi di potere, ma se la Chiesa fosse solo quello, come detto, meglio pensare ad altro.

Il teologo svizzero Hans Küng (1928-1921), una star della teologia degli ultimi decenni, nel suo libro Di fronte al Papa ci offre anche materiale per una riflessione. In un punto, parlando in un paragrafo dell’”’idra romana”, afferma: “Già nel 1937 Congar a proposito di questo «sistema ecclesiastico e clericale in cui le coscienze vengono asservite, mentre i rapporti dell’anima con Dio sembrano guidati e deviati», affermava che si tratta di una «religione per procura (procuration) a tutto vantaggio del clero, un imperialismo ecclesiale il cui autocrate è il papa»”. Certo non una visione positiva della curia romana. Parlando di Pio XII dava questo giudizio spregiativo: “E per quanto riguarda gli ebrei, già da cardinale egli non considerava più Gerusalemme e il suo popolo come la città e il popolo di Dio. No. Per lui, romano, la nuova Sion era Roma – non i romani, ma Roma e per sempre Roma – e romano per lui era ogni popolo che vive la fede romana. In questo senso medievale-antiebraico Pacelli era cattolico-romano”. Anche lui si unisce a Chenu nel giudizio negativo sulla liturgia di apertura del Concilio: “Questi milioni di persone, oltre a molte cose commoventi, vedono anche da vicino lo sfarzo barocco, assolutamente anacronistico, di questa cerimonia. E come me, parecchi ne sono disgustati, cristiani e non: quanta vuota pompa, quanto pathos religioso insulso; in latino oltretutto, incomprensibile ai più. Anche molti vescovi, non solo dell’Europa centrale, lo trovano triste: evidentemente, i cerimonieri papali non hanno ancora percepito nemmeno un soffio dell’aria di rinnovamento liturgico che spira nella Chiesa”.

Nel giudizio negativo viene incluso anche papa Paolo VI, che da molti viene invece visto come un alfiere di una certa Chiesa aperta al nuovo. Küng dice: “Contemporaneamente a significativi passi in avanti riguardo al Terzo mondo e alla politica dello sviluppo, tuttavia, questo papa guarda all’indietro: al passato, ma non al Nuovo Testamento e alla Chiesa del primo millennio.

Piuttosto, ai principi della Riforma gregoriana dell’XI secolo che lui – non avendo una formazione esegetica e storico-critica – non coglie fino in fondo. Solo a queste condizioni è scusabile, infatti, se mai lo è, la sua fissazione sul papato e su Roma. Non comprende che la «Roma eterna» che intende lui è di fatto la Roma medievale, quella del sistema romano. Il sistema medievale romano deve rimanere intatto, neanche a parlarne di serie riforme di politica interna della struttura di potere vigente. Perciò, subito dopo il suo ritorno da New York, tiene nell’aula conciliare un discorso di stampo tradizionale in latino (!) e poco più tardi annuncia la beatificazione non solo di Giovanni XXIII, ma anche di Pio XII. Soltanto verso l’esterno il papa si mostra moderno, sociale, liberale. In seno alla Chiesa ha smesso di comportarsi come un papa liberale o anche solo collegiale. No, purtroppo va detto, papa Montini diventa sempre più un papa curiale in tutto e per tutto”. Curiale, cioè romano, cioè corrotto, Questa è l’equazione che ci presenta Küng.

Certo, tutto quello che abbiamo letto è così diverso da quanto la Chiesa aveva sempre affermato su Roma e la sua grandezza, sullo splendore necessario delle sue cerimonie. Per esempio Pio XII: “Non resta altro, o diletti figli, che sollecitarvi con paterna esortazione a venire a Roma in gran numero durante l’anno di espiazione; a Roma che per ogni fedele di ogni Nazione è come la seconda patria; perché qui è il luogo venerando dove fu sepolto il Principe degli Apostoli dopo il suo martirio; qui i sacri ipogei dei martiri, le celebri basiliche, i monumenti della fede avita e dell’avita pietà; qui il Padre che li attende con tenero affetto, a braccia aperte” (Iubilaeummaximum 1949). Roma attendeva i figli cattolici per abbracciarli con il tenero affetto della sua sollecitudine e per farli abbeverare alle sorgenti della sua pietà cristiana.

Certo si spiegano i venti di rivolta come un tentativo di estirpare quel senso cattolico e apostolico, e quindi romano, per instaurare una nuova Chiesa fondata sul globalismo mondano imposto dai poteri terreni, da forze che da sempre si scontrano con la Chiesa e che da sempre intendono abbatterne i confini per conquistarla ai propri fini perversi.

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9 commenti

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    Piano con le eccessive generalizzazioni; i cattolici tedeschi, nei secoli sedicesimo e diciassettesimo, sopratutto, ma pure dopo, hanno fatto barriera nei confronti di un protestantesimo in espansione (quando il luteranesimo ha incominciato a morire, i cattolici, proprio allora, si son fatti protestanti !). Per il Novecento, cito solo, tra i tanti, per la filosofia Pieper, per il diritto Rommen, per la politica Adenauer; tre grandi tedeschi, tre grandi cattolici, tre grandi cives romani honoris causa !

  • newman ha detto:

    Sappiamo dove la “volontá di potenza” (“Wille zur Macht”) ha condotto i tedeschi. Non ne hanno avuto abbastanza?
    Al fasto romano non preferisco lo “striminzitismo” nordico e bergogliano o il “piccolo-borghesismo” svizzero. Gli abituati a pensare dall’orizzonte del proprio villaggio trovano innaturale il pensare dall’orizzonte dell'”urbe”. Ma questo é stato un problema costante nella storia della Chiesa Cattolica e Romana.

  • Iginio ha detto:

    Premesso che il prossimo che si lagna di Chiesa costantiniana, rinascimentale (oltretutto due cose completamente diverse! Ma Chenu la storia la conosceva?) eccetera, lo prendo a botte, fosse anche prete, vescovo, papa o papetto (vabbe’, dai, diciamo che lo prendo a calci e lo butto fuori);
    mi chiedo:
    è vero che spesso lo sfarzo può coprire il vuoto; ma chi ci dice che il minimalismo non sia ugualmente indice di vuoto interiore? O di simulazione e ipocrisia?
    Al teologo non garbavano le liturgie solenni: e allora? A me non garbano quelle minimaliste. Che facciamo? Ci prendiamo a botte? Ma questa gente era capace di ragionare o semplicemente esprimeva i propri capricci infantili?

    Liturgie “del tempo di Leone XIII”: e allora? Che male c’era? Forse che sono meglio quelle attuali rimaste ferme “al tempo di Paolo VI” con in più le inserzioni teatrali di balletti, pedalate, canzoni di musica leggera (tutta roba, per inciso, che Paolo VI . pur con tutti i suoi limiti – non avrebbe permesso)?

    L’altro aspetto irritante è che costoro si lagnavano dello sfarzo in un’epoca in cui invece cominciava a dilagare il benessere di massa con le sue pacchianate vistose. Ma contro quello si limitano a borbottare auspicando una sorta di comunismo da sacrestia: troppo scomodo prendersela con la gente comune, che ti manda facilmente a quel paese e se ne va.

    • Cristiano ha detto:

      Condivido in toto e anzi mi chiedo: ma questi erano i pensieri delle “punte di diamante”, dei teologi importanti, dei nomi famosi? Quanta piccineria, in tealtà. Ragionamenti imbarazzanti per chi, pure !, li metteva per iscritto…

  • Donna ha detto:

    “a Roma che per ogni fedele di ogni Nazione è come la seconda patria; perché qui è il luogo venerando dove fu sepolto il Principe degli Apostoli dopo il suo martirio; qui i sacri ipogei dei martiri, le celebri basiliche, i monumenti della fede avita e dell’avita pietà; qui il Padre che li attende con tenero affetto, a braccia aperte”

    Ho letto che ci sarebbe una seria ricerca che affermerebbe che le spoglie di San Pietro di troverebbero nella catacomba dove c’è il mausoleo di S Elena a Torpignattara…. (Vedi articolo di Socci) sarà un caso che questo salti fuori ora?….permettete la battuta: evidentemente nemmeno al principe degli apostoli piace il clima che si respira in Vaticano!

  • Marco Matteucci ha detto:

    NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA – REGINA DELLA PACE
    Messaggio 5.130 | Giovedì 27 Maggio 2021

    “Cari figli, il bastone verrà spezzato (il vincastro, detto anche pastorale o ferula è un bastone simbolico, dall’estremità ricurva e spesso riccamente decorata, usato dal papa o dal vescovo nei pontificali e nelle cerimonie più solenni ndr.) e le pecore si disperderanno.

    Pregate! Pregate! Pregate!

    Io Sono la vostra Madre Dolorosa e soffro per quello che vi attende. Siate fedeli al Mio Gesù. Egli è il Buon Pastore che si prenderà cura del suo Gregge. Coraggio. Restate con il Signore e sarete vittoriosi.”

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.com/2021/05/28/nostra-signora-di-anguera-regina-della-pace-236/

  • Il Matto ha detto:

    “Roma nostra vedrai. La vedrai da’ suoi colli:
    dal Quirinale fulgido al Gianicolo,
    da l’Aventino al Pincio più fulgida ancor ne l’estremo
    vespero, miracol sommo, irraggiare i cieli…
    Nulla è più grande e sacro. Ha in sé la luce d’un astro.
    Non i suoi cieli irraggia solo, ma il mondo, Roma”.
    (Gabriele D’Annunzio)

    Questi possenti versi aiutano a capire cosa significhi “dalle stelle alle stalle”.

    Roma: “nulla è più grande e sacro”. Un cattolico che, ovunque si trovi, non nutra un profondo amore per Roma è completamente fuori strada.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Ottimo!

    Roma è il Centro, e se il centro viene meno o è ignorato, tutto il resto va carte 48.

  • massimo trevia ha detto:

    io ho simpatia per i tedeschi e i “nordici”in genere….ma probabilmente specie ai tedeschi brucia il fatto che, guarda un po’,sia stata scelta l’Italia Da Dio!E siccome questa cosa l’ha decisa Dio,stavolta non ci possono fare nulla, usando la loro volontà’ di potenza!!Diventano matti, ah ah ah!