BDV Illustra il DDL Liberticida Zan con una Favola Antica: il Lupo e l’Agnello…

25 Maggio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito ha scavato nelle radici dell’istruzione classica per smascherare i veri obiettivi del DDL liberticida Zan, e per dire un sonoro “no” a questo ennesimo tentativo di stravolgere menti e cuori. Buona lettura. 

§§§

Quando fu tempo, per mio figlio, di scegliere quale liceo frequentare, mio marito e io, entrambi usciti dal classico, facemmo di tutto, nonostante l’onda magna che premeva per lo scientifico (“perché il classico non serve a nulla”, era il mantra, allora, tra i genitori, già un assaggio della “cancel culture”…) che optasse per il classico. A lui, come a noi, non doveva mancare il senso della storia, il cordone che ci lega al passato nostro glorioso. Come andò poi, veramente, nel liceo frequentato dal mio L. è tutta un’altra storia e mica tanto bella, che qui, però, non ha ragione di entrare, ma ricordo bene una signora, che lavorava e lavora alla Banca d’Italia, e anzi ha fatto una brillantissima carriera ed è anche persona deliziosa, che si prodigava, con mole parole, per farmi cambiare idea, lodando le magnifiche arti e progressive delle scienze. Il greco antico, puf, che inutilità e tutto quel latino, poi, a che cosa serve? Nel mondo degli scienziati e della tecnica, molto meglio arrendersi, secondo lei, e scegliere il futuro, cioè quel che qualcun altro ha deciso che sia meglio per te. Con buona  pace di Orazio, Virgilio, Catullo e tutti i lirici greci assieme. Compreso il filosofo Eraclito che, per me, non è affatto oscuro…

Eppure, in me, nonostante le razionali parole di quella signora, che furono spese invano, e di molti altri, qualcosa urlava per resistere alla tentazione. Qualcosa di profondo spinse L e noi genitori verso un liceo romano tra i più rinomati; qualcosa che porta il nome sano e bello, e semplice insieme, di radici. La nostre radici nel mondo classico, ricamato di odi pindariche, allegro dei lazzi di Marziale, forte degli esametri di Virgilio. Esse, le radici, vive e verdi respirano, forti, gagliarde, e formano la trama su cui poi si ricamò l’ordito della cristianità. I classici salvati dai “miei” benedettini e che, pur non illuminati dallo Spirito Santo, recano in sé un triangolino di verità. I classici ai quali tornare, per consolazione, quando, come in questi tempi bui, la menzogna mette la verità, nuda, a gambe all’aria,  e poi alla gogna, come stanno cominciando a fare con i non vaccinati. Dal pass verde alla stella gialla, l’ho già scritto, a passo di minuetto, e poi diritti verso i campi di concentramento per rieducare i “folli”. Han già pronti, uno per regione, i “Rem” che non sono altro che carceri psichiatrici, rivestiti di una “nuova filosofia”. Allegria di naufragi e tante bugie vestite di nuovo.

Così, e torniamo al classico, con questo bagaglio di grandi poeti e scrittori sulle spalle, mio figlio ha cominciato il suo cammino, difficile come è difficile per tutti i ragazzi che si affacciano nel mondo all’incontrario, in cui mestamente viviamo. E mentre lui si fa uomo, tra mille insidie e dubbi e perplessità, e io mi faccio bianca, forte dell’Eterna Legge del Signore, che, stringendo in pugno, il Rosario, intendo difendere fino allo spargimento del sangue,  ho trovato per dire no, centomila volte no, alla legge Zan che uccide  la verità, una favola di Fedro che ben s’adatta alle grandi manovre arcobaleno di chi si oppone all’Eterna Legge di Dio, che ci ha fatti, con gran semplicità, maschi e femmine e così sarà per sempre. Nonostante le leggi zan ((cioè che azzannano) e tutta la sarabanda infernale che accompagna, in gesti e parole sconce, la marcia del male.

Ed eccola qui, la favola del Lupo e dell’Agnello: Un lupo vide un agnello che beveva ad un torrente, sotto di lui, e gli venne voglia di mangiarselo. Così, gli disse che bevendo, sporcava la sua acqua e che non riusciva nemmeno a bere.
“Ma tu sei a monte ed io a valle, è impossibile che bevendo al torrente io sporchi l’acqua che scorre sopra di me!” rispose l’agnello. Venuta meno quella scusa, il lupo ne inventò un’altra: “Tu sei l’agnello che l’anno scorso ha insultato mio padre, povera anima!”. E l’agnello, di nuovo, gli rispose che l’anno prima non era ancora nato, dunque non poteva aver insultato nessuno.
“Sei così bravo a trovare delle scuse per tutto” gli disse il lupo “ma io non posso mica rinunciare a mangiarti!” e saltò addosso al povero agnellino.

Sissignori, tanto per dirlo semplicemente, l’omofobia è tutta una scusa per mangiarci e per divorare i nostri bambini. E’ la semplice applicazione in latinorum e codicilli di un antico modo di fare che a Roma si esprime così “Piagni e frega”, che è un modo di fare assai proficuo in termini di frutti velenosi… Il lupo, meschinello, piange e si lamenta, fa la vittima, poverino, e accusa l’agnello, il cattivone, di intorbidare le acque, cioè di parlare male di lui, e anzi, addirittura, di odiarlo, insultando suo padre. Povero lupo! Ma, cari miei, sono tutte scuse: il lupo, ride sotto i baffi per aver fatto centro, e, mascherato dietro la legge zan che lo fa vittima piangente, ottiene quel che desidera: mangiare noi, infinocchiandoci, e i nostri bambini, insufflandogli tutte le sue disonestà che gridano vendetta, come sa chi è fedele alla Legge del Signore, al Cielo. E, domanda finale, chi è, secondo voi, il lupo della favola di Fedro?

§§§





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28 commenti

  • Anna Maria De Matteis ha detto:

    ” Chi è il lupo?”
    Il lupo è lui: Satana! Satana che si traveste da “agnello” buono, vittima e perseguitato! E’ il male che si traveste da bene; è la falsità, che si traveste di verità; è il ricco e prepotente che si traveste da povero ed indifeso…Il lupo è “il leone ruggente che va in cerca di chi divorare”! Oggi il lupo ha migliaia di “schiavi” davanti a se da sbranare, NE HA L’IMBARAZZO DELLA SCELTA….QUASI PERDE IL GUSTO E L’EBBREZZA DEL RINCORRERE LA PREDA, poichè di vittime alienate ve ne sono a migliaia!!!
    “Chi è il lupo’?”
    Il lupo è Satana e tutti coloro che a lui si prostrano e…lo adorano…….

  • Iginio ha detto:

    Beh, veramente mia madre fece il classico e poi diventò ricercatrice universitaria di chimica. E consigliava il liceo classico a tutti (anche ai somari, povera donna: credeva che tutti avessero voglia di studiare).
    Quindi non è affatto vero che occorra il liceo scientifico per studiare le scienze. Semmai c’è un programma di matematica più ampio di quello del classico, e poi chi farà matematica all’università si troverà in difficoltà all’inizio. Ma il liceo classico è nato per consentire l’accesso a tutte le facoltà universitarie. Anche io da insegnante delle medie lo consigliavo agli alunni più dotati (spesso invano perché i genitori avevano altri piani, oppure genitori di alunni somari pretendevano di iscriverli al liceo classico sperando in chissà quale folgorante avvenire del pargolo).

    Per il resto, come volevasi dimostrare, la platea qui è in gran parte di sommi ignoranti – e fin qui non ci sarebbe niente di male – che pretendono di pontificare su tutto e sui massimi sistemi – e su questo di male ce n’è eccome, anche se si infuriano al farglielo notare.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Certamente non è mai stato detto che per l’accesso a facoltà scientifiche fosse necessario il liceo scientifico. Tutto dipende dalla particolare inclinazione dello studente. Quello che è irritante è l’ostentato senso di superiorità di chi è uscito dal classico rispetto a chi ha frequentato un liceo scientifico, anche se alla fine si è dovuto accontentare di fare l’insegnante di lettere in una scuola media o in un istituto per geometri, mentre quell’altro è diventato direttore generale di una grande azienda o responsabile del Servizio Pianificazione e Sviluppo di un grande gruppo industriale.

      • wisteria ha detto:

        Non mi sento superiore a chi ha fatto il liceo scientifico per il semplice fatto di aver scelto il classico. Attribuisco peraltro il mio bagaglio di cultura, che, grande o piccola che sia, mi ho sostenuto nel lavoro e mi conforta nel pensionamento, al fatto di avere studiato al liceo classico in un’epoca in cui si studiava molto e bene in tutti gli ordini di studi e non c’era bisogno di disprezzare nessuno perché si arrivava alla maturità dopo una lunga scrematura meritocratica.

      • Iginio ha detto:

        Non so quale sarebbe l'”ostentato senso di superiorità” e chi lo mostrerebbe. Di gente con ostentato senso di superiorità ne ho sempre trovata a bizzeffe tra gli ignoranti, i semianalfabeti, i bifolchi, quelli de “la vita vera è un’altra cosa”, quelli del “ci vogliono le palle”, quelli del “devi imparare a vivere”, quelli del “ma va’ a…” e così via. Qualche esemplare appare anche da queste parti, vero?
        Mi sa tanto che sia lei ad avere un complesso di inferiorità, e pure bello grosso.
        Poi, se la cosa può farle piacere, io ho fatto il classico e sono finito a insegnare alle medie, cosa che non avrei mai desiderato di fare. Ma la vita non ce la facciamo noi da soli, checché dica oggi il Pensiero Ufficiale. Nel mio caso, posso ringraziare tutti i somari in cattedra che ho incontrato da studente (anche al liceo classico) e che, anziché valorizzarmi, mi hanno instradato sul binario morto.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Per favore prima di dare genericamente dll’ignorante alla plate di Stilum Curiae abbia la compiacenza di fare un esame di coscienza.

  • elvi ha detto:

    A tale proposito mi viene in mente un detto della saggezza popolare che soleva ripetermi spesso mia nonna paterna: “se pecora ti fai lupo ti mangia”. I lupi c’erano, ci sono e sempre ci saranno se incontrano per strada le pecore da divorare…

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Se posso aggiungerei una annotazione. Se tu sei, nel gregge, una pecora particolarmente sveglia che si accorge per prima dell’arrivo dei lupi e ti metti a belare per avvertire le altre del pericolo, rischi di essere anche sbranata per prima.

  • Il Matto ha detto:

    Io non conosco né il latino né il greco, ed il titolo più alto che ho conseguito è un modesto diploma di ragioneria.

    Sarà per questa mia incultura che mi vien da osservare come sia naturale che il lupo divori l’agnello.

    Ma mi viene anche da sospettare che se l’agnello è buono anche il lupo che se lo mangia lo diventerà.

    • Adriana 1 ha detto:

      Enrico,
      …come disse la tigre zannuta con la pancia piena : ” La crociera sull’Arca era veramente di m°°°a. Però i dessert erano formidabili”. 🙂

    • MARIO ha detto:

      Buono nel senso di gustoso? Perfetto! Così a Pasqua, invece di mangiare l’agnello come lupi rapaci, ci accontenteremo di az-zan-nare e farci una bella abbuffata di lupacchiotti selvatici, liberando al contempo boschi e parlamento. Due piccioni con una fava… e che fava…
      Enrico, spero di aver interpretato correttamente la morale del tuo commento da novello Esopo. D’altronde, conoscendo perfettamente il greco, la mia esegesi non può essere che corretta…

      • Il Matto ha detto:

        Il simbolismo tradizionale (quello valido per ogni tempo) non è a senso unico. Il lupo è generalmente visto nella suo aspetto rapace, deleterio dal punto di vista umano che vede l’agnello come vittima, ma lecito dal punto di vista naturale per il quale il lupo non è il cattivo di turno ma segue l’istinto e non una volontà.

        C’è un aspetto edificante, secondo gli antichi Greci, del lupo = likos e luce = like, cui si associa anche Lycaone, trasformato in lupo per aver cucinato dei fanciulli (in Ovidio, Metamorfosi). La lupa nera simboleggia la Notte, cioè la Sapienza ancora non conosciuta. Nelle nere fauci si scorge la lingua rossa, ossia la luce dell’Alba o Primigenia. Pertanto la Luce lacera le tenebre e sconfigge l’ignoranza.

        Ma c’è anche Cappuccetto Rosso, cioè la luce, l’essere, il bene, divorata dal lupo, cioè dalle tenebre, dal non essere, dal male. Divorata momentaneamente perché poi arriva il Cacciatore …

        Ciao.

  • IlNippo ha detto:

    Io non conosco né il latino né il greco, ed il più alto titolo di studio che ho conseguito è il diploma di ragioniere.

    Sarà per questa mia profonda e a-classica incultura che a me risulta del tutto naturale che il lupo mangi l’agnello.

    E mi vien da sospettare che se l’agnello è buono, anche il lupo che se lo mangia diventerà buono.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ritornando in argomento. Chi è il lupo?
    Il lupo non è uno solo. E’ una parte non del tutto identificabile nelle singole persone dell’ambiente sociale, politico e culturale, che sta tentando in ogni modo di portare avanti un suo piano utopistico in cui tutto ciò che fino ad oggi è stato permesso venga vietato e tutto ciò che fino ad oggi è stato socialmente disapprovato venga esaltato. Zan è solo uno di loro che si è messo in vista più di altri.

  • Nicola Buono ha detto:

    Ultimissime. Dal sito di ByoBlu. LÀ NOTIZIA DELL’ESISTENZA DI UNA VARIANTE INDIANA CHE SI STA DIFFONDENDO NEL MONDO È FALSA. IL GOVERNO INDIANO, TRAMITE UN SUO MINISTERO HA DICHIARATO LA FALSITÀ DELLA NOTIZIE ED HA DIFFIDATO I GOVERNI DAL DIFFONDERLA.

    https://www.byoblu.com/2021/05/25/la-variante-indiana-e-una-notizia-falsa-la-diffida-del-governo-indiano/

  • andrea venturelli ha detto:

    Rettifico: De Vito cita da Esopo (forse era il caso di precisare).

  • andrea venturelli ha detto:

    Sarebbe bene ripassare la favola prima di pontificare: il classico dovrebbe educare anche al rigore.
    Ciò detto, silurare il disegno di legge Zan!

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Riflessione da ignorante. Magari se l’addetto alla manutenzione e controllo della funivia del Mottarone avesse studiato il greco e letto i Dialoghi di Platone, forse il disastro non sarebbe successo.

  • Adriana 1 ha detto:

    ” Temo i Danai anche quando portano doni ” ( Virgilio )
    ” Per me odioso, come le porte dell’Ade, è l’uomo che occulta una cosa nel suo seno e ne dice un’altra ” (Omero).

  • Bruno ha detto:

    La tecnica utilizzata dai sostenitori del disegno di legge Zan è ampiamente diffusa in tutti i movimenti che si oppongono alla legge del Signore. Si è conclusa da poco la guerra tra Hamas e Israele . A leggere i documenti post bellici sembra che tocchi a noi europei pagare i danni di guerra a Gaza.
    Ma la guerra è stata voluta da Hamas che ha lanciato sul territorio di Israele 4300 razzi. Ovvero una buona parte degli aiuti di tutto il mondo ai poveri palestinesi è servita a procurarsi missili e a scavare tunnel sempre con lo stesso scopo : distruggere Israele .
    L’altra parte degli aiuti è finita nelle tasche dei caporioni. Oggi leggevo che la figlia di Arafat è miliardaria e si guarda bene dal vivere nei territori preferendo vivere tra Malta e la Francia facilmente raggiungibili con il jet privato di cui si dice disponga.
    Coloro che sono impropriamente chiamati palestinesi hanno attuato in grande stile la tecnica del chiagne e fxxxx che anche la sinistra nostrana sa mettere in atto molto bene, sia che discenda dalle case del popolo che dalla sinistra democristiana

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    E poi non la racconta nemmeno giusta. Non è vero che il lupo dice che l’agnello ha parlato male di suo padre. Io ho la maturità scientifica ma mi ricordo ancora a memoria che il lupo disse :-Ante hos sex menses male dixisti mihi’- e credo che (senza tanta prosopopea) la traduzione sia:- sei mesi fa tu sparlasti di me-.
    Ad meliora !

    • Adriana 1 ha detto:

      ..e continua: ” equidem natus non eram./ Pater , Hercle, tuus- ille inquit- male dixit mihi”.
      Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
      Che vuoi ? Sono reminiscenze…