Spagna. La Sinistra Vuole Cancellare i Nomi delle sue Vittime da una Chiesa.

24 Maggio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra interessante portare alla vostra attenzione questa notizia che viene dalla Spagna, e che testimonia della guerra infinita che la sinistra scatena contro la memoria e la storia, e contro i morti. Se volete cercare di fermare questo gesto ridicolo, prima che abietto, segno di una cattiva coscienza, potete farlo a questo collegamento. E buona lettura del commento dell’avvocato Giovanni Formicola. 

§§§

C’è un piccolo paese in una delle regioni più aspre dell’Europa mediterranea, l’Estremadura. Il suo nome è un programma, Campanario. In questo borgo sorge una chiesa, dedicata a Nostra Signora dell’Assunzione, sulla cui facciata sono iscritti i nomi di padri e nonni che furono imprigionati, torturati e assassinati dai miliziani repubblicani, cioè rossi, nel 1936.

Ora, ad oltre ottant’anni di distanza, la Diputaciòn di Badajoz intende distruggere quest’ultimo ricordo delle vittime, che le lega ai viventi, pretendendo la cancellazione abrasiva di queste iscrizioni murarie.

Per l’ennesima volta il socialcomunismo spagnolo se la prende con i morti.

Negli anni che precedettero l’insorgencia nacional contro la tirannia repubblicana, e nel corso di essa, gli sgherri del fronte socialcomunista si esercitavano con i cadaveri mummificati di religiose e religiosi, esumati dalle tombe in cui riposavano nelle chiese e nei cimiteri di Spagna, esponendoli al pubblico dileggio e simulandone la fucilazione (che non venne risparmiata al Cristo del Cerro de los Angeles nei pressi di Madrid – dopo aver massacrato cinque eroici ragazzi che s’erano schierati in sua difesa –, e al Sacro Cuore del Tibidabo nei pressi di Barcellona).

Nei giorni nostri, radono al suolo ogni monumento e memoria di chi ha salvato la Spagna dalla tirannia socialcomunista e dalla sorte d’un’Albania. Hanno violato (nella tragica indifferenza – tranne che da parte dell’abate dom Cantera e dei monaci – degli ecclesiastici spagnoli, che fanno finta di non sapere, o non sanno per crassa ignoranza, che senza il generalissimo la Chiesa in Spagna sarebbe ridotta ad una presenza residuale) il sepolcro di Franco nell’abbazia della Santa Croce del Valle de los Caìdos, costringendone le mortali spoglie in luogo più periferico. Ed ora a Campanario oltraggiano la memoria di loro vittime, cercando di cancellarne l’esistenza raschiandone via dai muri della chiesa i nomi. E ciò anche in violazione dell’infame legge sulla Memoria Storica, che è stata ed è il grimaldello voluto dal socialismo zapaterista per fare tabula rasa della storia buona della Spagna, in una cancel culture ante litteram. D’altra parte, se la legge ha questo scopo, non può essere invocata per impedire questa cancellazione violenta, e quindi può essere tranquillamente violata nella lettera, per applicarla nello spirito.

Fu il comunista Béla Kun a ordinare, durante la breve e sanguinaria esperienza della Repubblica sovietica ungherese del 1919, il divieto dell’insegnamento della storia per ridurre il reale a una pagina bianca, azzerando tradizione e anche la più modesta esperienza, su cui scrivere il progetto dell’ideologia, che in quanto tale è contro Dio e contro l’uomo.

Non c’è pietas per i morti (uccisi) e i loro eredi, come non ce ne fu quando proprio a proposito di Badajoz, nel cui distretto è Campanario, un generale rosso ebbe a dire che la repressione franchista fu giustificata da «circostanze speciali». Facile immaginare quali, i cui esiti sono scritti anche sulla facciata della parrocchia di Campanario, e vogliono cancellarli.

Come andrà a finire, è difficile dirlo. Noi speriamo che la resistenza di Hazte oìr risparmi quest’altro oltraggio alle vittime, ai loro eredi, alla pietas e alla verità storica. Perché i nomi che s’intendono raschiare non sono nomi di criminali, ma di martiri, se non tutti della fede, quanto meno della libertà e del bene, non solo della Spagna ma dell’intera Europa.

Infatti – traggo queste riflessioni dal mio librino Difesero la fede, fermarono il comunismo. La Cristiada, 1926-1929. La Cruzada, 1936-1939, edito da Cantagalli, omettendo le note, ma i riferimenti ci sono tutti –, c’è da chiedersi che cosa avrebbe significato per l’Europa dopo la seconda guerra mondiale essere stretta dalla tenaglia di due «cortine di ferro», con l’Armata Rossa anche a sud dei Pirenei – perché non sarebbe finita diversamente se la Repubblica avesse vinto o se non ci fosse stata insorgenza contro la sua incipiente tirannia. Allora, destino certo della Francia, e quindi a cascata dell’Italia e della Germania Occidentale, sarebbe stato la «Cecoslovacchia», cioè l’usurpazione del potere da parte dei comunisti, con l’azione combinata sul piano politico del partito, e sul piano psicologico dei carri armati sovietici dentro le porte.

Emblematico è il caso del cosiddetto «oro de Moscú». L’Unione Sovietica vendette a caro prezzo il suo aiuto militare e logistico alla Repubblica. E a garanzia del pagamento della «solidarietà internazionalistica», costrinse il governo rosso a trasferire in URSS le riserve auree della Banca di Spagna. Così il 25 ottobre 1936 – poco più di tre mesi dopo l’Alzamiento nacional –, salparono dal porto di Cartagena alla volta di Odessa quattro navi sovietiche cariche di cinquecento tonnellate di oro, stipate in ottomila casse. Naturalmente, l’«oro di Mosca», se la Repubblica avesse trionfato, avrebbe garantito all’URSS non tanto le spese sostenute, bensì, insieme con il vincolo ideologico, un ferreo controllo su di essa. Nel caso invece della santa sconfitta, contribuì a sostenere l’impero del male, e magari a finanziare un po’ di rivoluzioni o di terrorismo comunisti nel mondo. Certo, fu sottratto per sempre al popolo di Spagna. Grazie alla Repubblica.

Un’ulteriore nota a margine, anche questa tratta dallo stesso librino, s’impone, perché la letteratura e l’opinione correnti, persino in area cattolica, descrivono la Repubblica e le varie sinistre spagnole del tempo – e anche quelle odierne – come un’accolita di generosi idealisti, innocenti e innocui. Nessuno, invece, ricorda il vero e proprio Terrore rosso nelle città in cui l’Alzamiento non riesce subito, come accadde anche a Campanario. È l’ora delle checas, «carceri improvvisati, dove alle condizioni subumane nelle quali sopravvivono gl’internati si sommano metodi di tortura difficilmente concepibili».

Tra questi – finalizzati a ottenere confessioni e scoprire spie, sabotatori, etc., che sin dal tempo del Terrore giacobino la Rivoluzione cerca per giustificare anzitutto a sé stessa i propri fallimenti, e cioè il mancato avvento del paradiso in terra –, l’enteroclisma di un litro di cemento liquido. In queste checas venivano rinchiusi i nemici
del popolo, che spesso nemmeno sapevano di esserli. Da esse, ogni giorno, i presos venivano deportati in località fuori città per essere fucilati, ovvero tale sorte veniva loro riservata all’alba nei cortili di tali stabilimenti. Per tutti, ricordo i massacri di Paracuellos de Jarama – che venivano comunque commessi in ogni altra zona controllata dai rossi, Campanario compresa – località a pochi chilometri da Madrid. Tra novembre e dicembre 1936 vi furono uccisi in numero non facile da determinare tanti prigionieri, che qualcuno calcola in circa diecimila, di volta in volta prelevati dalle checas repubblicane e fucilati sull’orlo di fosse comuni, come qualche anno dopo sarebbe accaduto a Katyn per gli ufficiali polacchi prigionieri dell’Armata Rossa, secondo uno stile tipicamente comunista. Quegli uomini, d’ogni rango e stato sociale, furono eliminati perché ritenuti incompatibili con la Repubblica: ecclesiastici, militari rebeldes, aristocratici, borghesi, possidenti, semplici cittadini, ma credenti e impegnati nella vita ecclesiale, e/o monarchici, derechistas.

Uno dei colpevoli della mattanza fu Santiago Carrillo Solares, che sarebbe diventato capo dei comunisti spagnoli negli anni 1970, e protagonista della stagione di quell’altro espediente comunista noto come «eurocomunismo», con i capi comunisti italiano e francese, Berlinguer e Marchais. Egli avrebbe poi dichiarato a Oriana Fallaci, in una celebre intervista, «Ho fatto la guerra civile, davvero. Sparando, uccidendo. […] Non so se sono un buon tiratore, però so che miravo con cura: per uccidere. E ho ucciso. […] non mi pento d’averlo fatto». E poiché non era mai stato al fronte, vuol dire che mirava «con cura» «per uccidere» inermi prigionieri.

Scrivono i ricercatori che hanno studiato il fenomeno delle checas, «[…] il tasso di morti per mano dei cekisti fu [nei primi mesi] di venticinque al giorno. Tutto cambiò quando Santiago Carrillo, Margarita Nelken [Mansberger, femminista comunista] e il PCE [Partito Comunista Spagnolo] si occuparono della repressione: la liquidazione fu razionalizzata, secondo lo stile stalinista e nazionalsocialista, e si giunse a episodi come la mattanza di Paracuellos del Jarama […]. Non fu una difesa del regime del 1931, ma l’intenzione evidente di fare la Rivoluzione. […] le checas si diedero all’assassinio sistematico di migliaia e migliaia di prigionieri».

Commentò allora Winston Churchill, «In questa situazione essi [i ministri] presiedettero all’orrenda serie di massacri notturni che hanno tolto al Governo di Madrid tutte le caratteristiche di un potere civile».

Giovanni Formicola

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


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22 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Nell’idea va riconosciuta la nostra vera patria. Non l’essere di una stessa terra o di una stessa lingua, ma l’essere della stessa idea è quel che oggi conta.“.
    Julius Evola, Orientamenti.

    Chissà qual è questa Idea?

  • Slave of JMJ ha detto:

    Dear Marco Tosatti,

    Praise be to Jesus Mary st. Joseph and st. Teresa our only hope. Mr. Tosatti, can you please translate this important article into Italian for your Readers because it is a really important witness to the Faith by father Altman who is being harassed by his own bishop and now asked to step down all because he is being Catholic and standing up against democrats like Biden and he speaks out against abortion all the time. Thank you and May God bless you! I am also trying to get him connected with Archbishop Viganó. Fr. Altman has a supportive secretary who will relay messages (extension 3 on his parish telephone number). His extension no longer works. This is at St James the Less parish in La Crosse WI (United States).
    https://www.tldm.org/news50/fr-altmans-bishop-has-asked-him-to-resign.htm

  • FANTASMA DI FLAMBEAU ha detto:

    Quando si cancella una lavagna è perché si vuole ricominciare a scriverci sopra.
    Le ideologie totalitarie (di qualunque segno, colore e multicolore) sono malattie che vanno combattute ai primi sintomi, prima che i più deboli e indifesi ne facciano le spese.

    Episodio emblematico di ciò di cui sono capaci i resettatori di umanità.
    https://www.edificatisullaroccia.it/2019/02/09/un-esempio-di-nuova-mamma-la-pasionaria-e-i-bambini-spagnoli/
    (Interessante -se ancora sopportate l’odore di Avvenire- leggere questo contraltare, che sembra la brutta copia di un’edizione dell’Unità anni ’50.
    https://www.avvenire.it/agora/pagine/una-volta-orco-comunista-e-divorava-)
    E che non fosse opera di qualche occasionale esaltato ma corollario logico di un pensiero, lo dimostra il bis ancora peggiore avvenuto in Grecia pochi anni dopo.
    https://www.edificatisullaroccia.it/2019/02/23/il-rapimento-e-la-deportazione-dei-bambini-greci/
    Tradotto in un bel film da vedere, di quelli che Hollywood non farà mai più.
    https://en.wikipedia.org/wiki/Eleni_(film)

    Tutto ciò, per evitare fraintendimenti, premesso.
    In punta di penna su terreno minatissimo.
    Distinguere le persone dalle bandiere è l’unicuique suum, il vaccino buono che preserva dalla sindrome di Nietzsche (vedi, anzi, -non- vedi “abisso”).
    Se nell’Italia del peggiore scontro politico e ideologico, quella in cui si rischiava fisicamente per le proprie idee, c’era un anticomunista senza se e senza ma, quello si chiamava Giovanni Guareschi. Padre orgoglioso tanto della vittoria del 18 aprile quanto di don Camillo e Peppone. E di Pepponi che chiamavano “comunismo” (perché solo quel termine avevano, e a questo proposito qualcuno dovrebbe fare un retro-meaculpa bello grosso) la -sacrosanta- richiesta di giustizia sociale, ce n’erano moltissimi. Avversari perché schierati dalla parte sbagliata dell’ideale barricata, che nella vita di tutti i giorni e nelle scelte concrete si dimostravano uomini e ancor più “galantuomini”.

    Venendo all’oggi. Il Tempo del Paradosso.
    Di “papi” che prestano culto pubblico a idoli pagani, e atei che difendono a spada tratta il Bambin Gesù nel presepe e la Croce.
    Di “preti” che benedicono bandiere arcobaleno, e mangiapreti che ergono i loro petti/cervelli davanti agli ultimi baluardi del diritto naturale.
    Di “cattolici” figli spirituali di Luxuria, e comunisti duri e puri (Rizzo) che dicono pane al pane, aberrazione all’utero in affitto, censura alla legge Zan, lavaggio di cervello al gender, interesse dei lavoratori italiani opporsi alla Ue e ai miliardari del Grande Reset.
    Potrei citare il Vangelo (non chi dice Signore, Signore…) o usare qualche metafora suggestiva (una casa che va a fuoco, l’argine che sta cedendo, Lepanto, il Piave, ecc.), ma la sostanza si riassume brutalmente in questo: se vogliamo -almeno- tentare una resistenza contro il Mondo Nuovo, tutto ci possiamo permettere di guardare tranne le etichette. Di chi ci troviamo al fianco. Rosse o nere che siano.
    Senza nulla dimenticare né essere ingenui.

  • Cancel culture ha detto:

    La cancel culture è parte del DNA della sinistra.
    Pensiamo solo ai fatti di questo millennio. Inaugurato col G7 di Genova.
    Quello che i Genovesi sanno è che la città fu devastata per una giornata intera da bande scatenate di rivoltosi. Sappiamo che uno di questi giovani, estremamente problematico e con problemi anche nei confronti dei genitori fu ucciso mentre cercava di lanciare un’estintore contro una camionetta dei carabinieri. La mattina successiva alcuni di questi giovani, quelli che avevano passato la notte nella scuola Diaz vennero fermati dalla polizia .
    Cosa è stato tramandato alla storia ? Che i giovani fermati alla Diaz fossero vittime innocenti mentre i poliziotti che difendevano la città da questi guerriglieri fossero criminali da perseguire penalmente come fu infatti fatto negli anni successivi . E il giovane disadattato che aveva aggredito i carabinieri dentro una Jeep fu considerato un martire e quei genitori che sembra lo avessero cacciato di casa utilizzarono la morte del ragazzo per incrementare la loro carriera politica.
    La devastazione della città nessuno la ricorda.
    Come si può vedere da quel poco che ho scritto la storia è stata capovolta : il bene è diventato male e il male bene. Come voleva la sinistra.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Stamane. Ore 9.
    “Il Papa ha visitato il Dicastero per la Comunicazione: “Ho solo una preoccupazione – ci sono molte ragioni per essere preoccupati per la Radio, per L’Osservatore Romano – ma una che mi tocca il cuore: quanti ascoltano la Radio e quanti leggono L’Osservatore Romano?”
    https://infovaticana.com/2021/05/24/francisco-preocupado-cuantos-leen-losservatore-romano/
    Dr. Tosatti, gli spieghi cosa vogliono ascoltare e leggere i CRISTIANI.

    • Maria Michela Petti ha detto:

      Un pensierino sull’ unica riforma formalmente definita – questa sì – in meno di otto anni e sull’impiego di circa 500 dipendenti “al servizio” della comunicazione, no? Tanto più che riesce a raggiungere lettori ed ascoltatori ad ogni latitudine, proponendo il “suo” messaggio e proponendosi da ogni vetrima mediatica possibile e immaginabile.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Lo faranno… lo faranno… siatene certi. Déjà vu.
    Sul fenomeno “cancellazione della memoria storica cristiana” ci sono tre “visioni”:
    1) La cristiana. Quella che mi è più simpatica. Quella che crede che c’è l’inferno e c’è il diavolo e che costui s’è impadronito ormai di tutto: di quasi tutto il potere civile e di buona parte del clero. Gli adepti di questa “setta” minoritaria credono che gli scassa-lapidi (e i pusillanimi non-difensori dei martiri) finiranno all’inferno e che i martiri – con o senza lapidi terrene – se la stanno godendo in cielo.
    2) La neo-cristiana. La dialogante. Il metodo “cinese”. La setta più numerosa. Costoro dicono: “Non reagire. Rigidità dannosa. Una placca su un muro non la leggono manco i turisti perché non vedono l’ora di andare a gustare “las tapas” del vicino ristorante. Possono cancellare la scritta ma non il “fatto”. Se insistiamo ci dicono che siamo “rigurgiti” dell’Inquisizione. Se reagiamo, anche loro reagiscono e ci tolgono i finanziamenti ai collegi cattolici. Gesú ci ha detto: “Siate prudenti come serpenti…”.
    3) La laica. Il progressismo. Araba Fenicia del comunismo. Il rasoio del passato. La vincente costruttrice del “sol dell’avvenire” (piú o meno verso il 2030).

  • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

    I comunisti, ci sono ancora? Su questo punto conviene chiarirci; e qui dico la mia, almeno sulla realtà italiana. Il principale erede del PCI è il PD, il quale tuttavia è pure erde della sinistra DC (!); ciò è stato possibile perchè i comunisti hanno rinunciato alla (un po’ troppo scomoda) lotta di classe, “essenza” del marxismo; i democristiani al giusnaturalismo, “essenza” della dottrina sociale cattolica. Il risultato, come vogliamo chiamarlo? personalmente, sebbene le attuali istanze anti-famiglia, prr esempio, fossero già del socialismo, prima di Marx, e poi nella di lui dottrina, lascerei il termine “comunista” alle epoche scorse; questi di oggi (forrse il discorso vale pure in Spagna) ai capitalisti non fanno alcuna paura, anzi!

    • Bastian contrario ha detto:

      La lotta di classe si è trasformata, non è scomparsa.
      Se i portuali di Genova o Livorno bloccano un carico di armi destinato ad una zona di guerra decidendo loro chi deve essere armato e chi no è chiaro che stanno facendo lotta di classe.
      Quando i cortei bloccano il traffico di una città quella è lotta di classe.
      Quando un governo giallorosso chiude i bar e i ristoranti e permette la crescita di amazon e di glovo quella è lotta di classe

      • Sherden ha detto:

        E ci sarebbe da aggiungere: quando un (qualsiasi) governo/partito tollera (o consente) che i padroni di multinazionali ricche sfondate, che con il Covid sono diventate incommensurabilmente più ricche, paghino una miseria – lo zerovirgola – di tasse, mentre chiede di tassare ciò che a suo tempo è stato già (tar)tassato, vedi la diatriba sulle tasse di successione dell’ineffabile politeologo Suor Letta (che per inciso, da segretario di partito, incita la Chiesa Cattolica a ordinare le donne-prete, pensa te….) , cosa volete che capiti ancora?

      • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

        Sono certo manifestazioni di conflitti anche a carattere economico, ma non è lotta di classe. Lo sciopero dei portuali non colpisce il capitalismo, né i blocchi stradali danneggiano il sistema di produzione; tali azione hanno scop,i o economici contingenti o politici. Lei ricorda i trattori leghisti dei produttori di latte? oppure i tassisti missini romani?

    • Milli ha detto:

      Sono i comunisti col rolex che fanno la lotta contro il popolo, in primis contro la classe che dicevano di difendere, ridotta alla fame e senza più diritti.

      • Anonimo verace ha detto:

        Non mi sarei mai immaginato di vedere nugoli di giovani o meno giovani pedalare disperati su bici pesanti per far consegne nel minor tempo possibile. I vecchi compagni avrebbero chiamato questo sfruttamento. A me sembra la manifestazione di un nuovo schiavismo. E pensare che credevo che la schiavitù fosse stata abolita.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Nei confronti della storia ci sono due atteggiamenti estremi. C’è chi la vorrebbe cancellare totalmente soprattutto quando è una palese accusa di atti delinquenziali compiuti da determinati gruppi o ideologie, e c’è chi la vorrebbe anteporre a tutto, come se si potesse guidare un’automobile su una strada di montagna piena di salite e di curve con gli occhi fissi allo specchietto retrovisore.
    Entrambi sono atteggiamenti sbagliati. Anche nei confronti della storia ci vuole un atteggiamento equilibrato che ne accetti sia gli aspetti buoni sia quelli cattivi.

    • Antonio Cafazzo ha detto:

      I Governatori civili ( e spirituali ) del mondo d’oggi sembrano essere afflitti da tre ossessioni temporali:
      • abolire il passato
      • costruire il futuro.
      • conservare il LORO presente.

  • Lady Ypsilon ha detto:

    La teoria della informazione, quella inventata da Norbert Wiener, afferma che il rumore, cioè la deformazione del messaggio stesso aumenta all’allontanarsi dalla sorgente.
    Oggi siamo abbastanza lontani dalla guerra civile spagnola e quindi è scoccato il tempo della disinformazione.
    Chi di noi, con una conoscenza approssimativa della storia, si immaginerebbe un numero così elevato di martiri cristiani ?

    • Milli ha detto:

      Ah, io non lo sapevo, l’ho imparato in questo blog.
      A scuola ho imparato che in Spagna c’era il dittatore fascista Franco e niente altro.
      Si figuri che nei miei libri di storia scolastici non erano nominate nemmeno le Foibe.

  • marco brilli ha detto:

    I Comunisti, in Spagna, fino al 1937 non avevano nessun seguito nella popolazione.Iniziarono ad avere peso politico quando l’Unione Sovietica li rese destinatari degli aiuti militari che essa
    destinava loro.L’odio della “sinistra” verso i cattolici e la loro Religione era lo stesso che alimentava lo sterminio dei cattolici in Messico. Odio che nasce in seno alla massoneria europea e americana , alimentato dai liberali-anarchici che sono il vero cuore della sinistra spagnola ( Barcellona lo insegna ). In Spagna i cattolici ebbero la grazia di avere il Caudillo Franco a difenderli in Messico anche la Curia Vaticana commise enormi errori.
    Il problema,oggi, in Spagna e non solo in Spagna è il radicalismo-anrchico-massone- liberale. Quando i cattolici si scontreranno con i loro avversari, perchè prima o poi dovranno scontrarsi con loro, dovranno affrontare questi avversari ,figli di un mondo protestante che dall’una e dall’altra parte dell’Oceano, da sempre odia Roma e quello che rappresenta.
    I Comunisti sono un “ciarpame”che la Storia ha già eleminato, continuare a parlare di loro significa aver paura di parlare apertamente dei veri nemici della Chiesa.

    • Lazzarella ha detto:

      Non concordo con l’ultima affermazione ovvero che i comunisti siano un ciarpame già eliminato dalla storia. Vogliono farlo credere. Sono infatti abili nelle mimetizzazioni e anche in varie forme di trasformismo. Oggi come oggi la loro preoccupazione fondamentale qui in Italia è l’approvazione della legge Zan, approvazione che garantirebbe loro l’egemonia perenne dell’informazione e di conseguenza la possibilità di effettuare ogni possibile cancellazione e/o sostituzione nella descrizione dei fatti e nella definizione dei valori.

    • Giovanni Formicola ha detto:

      Davvero faccio fatica a comprendere come si possa minimizzare il comunismo e ritenerlo meno nemico di altri, annunciandone la scomparsa. E sono sempre più in tanti a cadere in quest’errore.
      Errore di fatto, che nella fattispecie spagnola ignora che fu la deputata comunista Ibarruri (la “pasionaria”) ad annunciare davanti alle Cortes l’assassinio del deputato monarchico Calvo Sotelo, gridandogli – dopo che aveva denunciato le violenze rosse snocciolando dati, fatti, numeri – “cane reazionario hai pronunciato il tuo ultimo discorso”. E così fu. Le guardie rosse lo prelevarono e lo terminarono alla loro maniera. Fu il fatto scatenante dell’Alzamiento. E fu il capo comunista Carrillo, come scrivo nel testo, a dare dimensione organizzata e “scientifica” all’eliminazione di coloro che i comunisti giudicavano nemici del popolo e della Rivoluzione. Altro che 1937! Per non dire del ruolo di Togliatti e dei comunisti nell’Ottobre delle Asturie (1934).

      Errore dottrinale. La componente “operaista” e “sociale” del comunismo è solo quella più sollecitata perché “incontrava”. Ma il senso dell’ideologia è racchiuso anche nella (meno) famosa dichiarazione del Manifesto che esige l’abolizione della famiglia e la distinzione sociale maschio/femmina. Engels nel 1888 scrive la più poderosa definizione del relativismo che la “filosofia” abbia mai conosciuto, anche considerando i giorni nostri. Non si dimentichi Majakovskij. Non si dimentichino i quadri della dissoluzione delineati in letteratura, in architettura, in pittura dalle cosiddette “avanguardie” comuniste del XX secolo. In Italia, senza il ruolo decisivo del Pci (e poi dei suoi “eredi”) mai avremmo avuto divorzio, aborto e tutte le altre porcherie che ci affliggono.
      In realtà, il “più” (il comunismo, che è molto ma molto più d’una proposta di Rivoluzione socio-economica), contiene il “meno” (i “veri nemici della Chiesa” che sono sempre stati e sono amici e servi del comunismo). Non a caso la Madonna a Fàtima ha messo in guardia dal comunismo.

      Il radicalismo di massa è il suo destino ideologico, il resto è solo mezzo e veste esteriore. Altro che “ciarpame”. E’ un po’ come il diavolo: gode quando si dice che non c’è (più).
      Saluti
      Giovanni Formicola

      • Iginio ha detto:

        La Madonna a Fatima non ha parlato di comunismo e la celebre frase sugli “errori della Russia” venne resa nota molto più tardi, alla fine degli anni Venti, da suor Lucia.