Mascarucci: l’Inquietante Tentativo di Riabilitare padre Torres…

29 Aprile 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Americo Mascarucci ci offre questa riflessione inquietante su un personaggio molto controverso Sud America, e cioè il religioso Camillo Torres, un’icona della Teologia della Liberazione più estrema. Buona lettura. 

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Quell’inquietante tentativo di riabilitare padre Torres

Nello scorso mese di febbraio si è avuta una terza ristampa di “Liberazione o Morte”, il libro che raccoglie gli scritti di Padre Camilo Torres Restrepo, il sacerdote colombiano che morì nel 1966 combattendo nelle file dell’Esercito di Liberazione. Il volume era stato già pubblicato nel 1968 dalla casa editrice Feltrinelli e ristampato, nel 2015, dalla Red Star Press di Roma. Il volume è ora tornato in auge con una introduzione curata dal professor Giorgio Barberis, docente di Storia del pensiero politico all’Università del Piemonte Orientale, edito dalla OAKS Editrice di Milano. Un’iniziativa editoriale che sembra inquadrarsi perfettamente nell’ambito di una discutibilissima operazione, ovvero sensibilizzare la Chiesa ad una rivisitazione dell’opera di padre Torres ormai in atto da tempo. Sono molte infatti le iniziative che settori dell’episcopato latino-americano e diversi ambienti del cattolicesimo progressista hanno organizzato nel corso degli ultimi anni rivalutando la figura di Torres, che per la sua decisione di partecipare alla rivoluzione colombiana insieme ai guerriglieri di ispirazione marxista diventando un leader politico, fu sospeso a divinis dall’allora arcivescovo di Bogotà e poi ridotto allo stato laicale. Da quando a capo della Chiesa c’è l’argentino Bergoglio che ha canonizzato monsignor Oscar Romero, ha perdonato e riammesso al sacerdozio i rivoluzionari nicaraguensi Miguel d’Escoto Brockmann ed Ernesto Cardenal, ha annunciato di voler beatificare il vescovo brasiliano Helder Camara, ha elogiato nel suo viaggio in Bolivia il gesuita padre Luis Espinal Camps il principale sostenitore del connubio fra cristianesimo e marxismo (fu lui l’autore del crocifisso a falce e martello donato a papa Francesco da Morales), molti in Colombia auspicano che arrivi al più presto anche una piena riabilitazione di Torres.

I suoi sostenitori, che manco a dirlo sono in larga parte gesuiti, hanno chiesto attraverso eventi commemorativi, convegni, mostre, libri, operazioni culturali di vario genere, che il papa riconosca Torres come “figlio della Chiesa” e non più come uno scomunicato, un traditore del Vangelo, uno che come sosteneva Giovanni Paolo II, aveva confuso l’immagine di Gesù trasformandolo in un rivoluzionario e manipolando le parole contenute nel Vangelo di Matteo “non sono venuto a metter pace ma spada” trasformandole in un richiamo alla lotta armata.

Il tentativo di riabilitare Torres ovviamente non può che essere inserito nella ben più ampia volontà di riconoscere la Teologia della Liberazione, riflessione teologico-politica sviluppatasi nel 1968 nel famigerato Consiglio episcopale di Medellin, come “teologia della Chiesa” battaglia portata avanti negli anni anche in Italia da illustri teologi e intellettuali catto-marxisti, da Ernesto Balducci a David Maria Turoldo. Tentativo però sempre contrastato da Giovanni Paolo II e da Joseph Ratzinger, all’epoca in cui presiedeva la Congregazione per la Dottrina della Fede, che ne hanno contestato le contaminazioni marxiste, oltre alla predominanza della liberazione politica su quella spirituale. Padre Torres morì prima che la Teologia della Liberazione si affermasse in America Latina ma ne fu senza dubbio uno dei precursori e principali ispiratori, al punto da rappresentare per molti un martire del Vangelo, da seguire in virtù del motto, da Torres stesso coniato, “se Gesù oggi fosse vivo sarebbe un guerrigliero”.

Il vero paradosso sta nel tentare di accreditare la Teologia della Liberazione come “teologia della Chiesa” proprio nel momento in cui sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze disastrose che questa dottrina filo marxista ha provocato in America Latina.

Il caso del Nicaragua è il più emblematico, con la Chiesa sistematicamente sotto attacco da parte del regime sandinista di Daniel Ortega, un attacco che si articola sia sul piano politico, con l’attuazione di leggi rivolte a reprimere la libertà religiosa e a silenziare i preti, ma soprattutto sul piano della violenza, come dimostra l’attentato sanguinario dell’agosto di un anno fa nella cattedrale di Managua. Il tutto perché la Chiesa nicaraguense, da quando Ortega è tornato al potere, denuncia la violenta repressione attuata dai sandinisti contro gli oppositori politici, la sempre più drastica limitazione delle libertà democratiche e la crescente violazione dei diritti umani. Peccato che Ortega sia però un prodotto della Teologia della Liberazione visto che la rivoluzione sandinista è stata sostenuta da sacerdoti e religiosi decisi a seguire l’esempio di padre Torres. Alcuni di questi, dopo aver combattuto nel fronte di liberazione sandinista contro il regime filo statunitense di Anastacio Somoza sono entrati nel primo governo marxista come ministri, e per questo sono stati ridotti allo stato laicale da Giovanni Paolo II. Si tratta di Miguel d’Escoto Brockmann e dei fratelli Fernando ed Ernesto Cardenal. La Teologia della Liberazione è dunque servita ai marxisti sandinisti per poter sfruttare la rivoluzione in chiave religiosa e ottenere il consenso dei cattolici, sbandierando la croce come vessillo di riscatto e di lotta alle ingiustizie; ma quando poi la Chiesa è diventata un ostacolo all’affermazione di un autoritarismo di sinistra, uguale e contrario a quello dei precedenti regimi di destra, è stata perseguitata e ridotta al silenzio. Ernesto Cardenal prese le distanze da Ortega accusandolo di aver tradito la rivoluzione e sostenendo l’opposizione al regime, ma ciò nonostante da parte sua non c’è mai stata un’ammissione di responsabilità, né un’autocritica per quelli che sono stati gli errori di valutazione, di prospettiva e di strategia politica, alla base del loro impegno al fianco dei rivoluzionari.

Del resto la Teologia della Liberazione, pensando di interpretare lo spirito innovatore del Concilio Vaticano II nell’affermazione dell’opzione preferenziale per i poveri, ha finito con il diventare invece lo strumento per l’affermazione e il consolidamento del comunismo in America Latina. Ernesto Cardenal non soltanto fino all’ultimo ha rivendicato le sue scelte, diversamente dal fratello Fernando che scelse di riconciliarsi con la Chiesa molto tempo prima abbandonando l’impegno politico, ma addirittura ha continuato a difendere e ad elogiare la contestazione che i sandinisti organizzarono contro Giovanni Paolo II nel corso della sua visita in Nicaragua nel 1983. Il suo rientro nella Chiesa è stato possibile infatti, come anche per d’Escoto Brockmann, soltanto in virtù della “misericordia bergogliana” e delle pessime condizioni di salute in cui entrambi versavano (abbiamo già discusso di come la misericordia bergogliana segua la logica dei due pesi e delle due misure e di come non sia propriamente uguale per tutti, ma lasciamo stare).

Da quando è arrivato Bergoglio, e in Vaticano sono soprattutto venute meno figure come il cardinale Alfonso López Trujillo un vero baluardo contro la Teologia della Liberazione, sostituito da porporati “rossi in tutti i sensi” come il brasiliano Braz de Aviz, ormai più nessuno sembrerebbe in grado di fermare quel processo che gradualmente porterà alla tanto agognata riabilitazione di padre Torres. Nonostante la Teologia della Liberazione, oltre ad essere responsabile del disordine politico portato in America Latina favorendo lo sviluppo di fenomeni come il sandinismo e il chavismo, porti anche il peso della grave crisi del cattolicesimo nel continente di papa Bergoglio. Non è infatti casuale il fatto che, proprio a partire dagli anni settanta in cui la Teologia ha iniziato ad affermarsi, ci sia stato un crescente incremento dei protestanti a scapito dei cattolici. Le stime parlano di un calo della fede cattolica di circa il 30% rispetto agli anni settanta del secolo scorso, cui ha fatto da contraltare un incremento di oltre il 20% delle chiese evangeliche e pentecostali. Il perché è presto detto. La Chiesa cattolica è stata percepita come filo marxista proprio a causa della partecipazione di preti e frati alle rivoluzioni e alle lotte di liberazione, nonostante i tentativi di Giovanni Paolo II di arginare le derive comuniste dell’episcopato latino-americano attraverso la nomina nelle diocesi di vescovi contrari alla Teologia della Liberazione. Ma la partecipazione dei cattolici alle rivoluzioni, l’appoggio dato da autorevoli ecclesiastici (vedi l’aspirante beato Helder Camara e l’ex superiore di Bergoglio nella Compagnia di Gesù Pedro Arrupe) alle rivendicazioni marxiste, seppur non sempre direttamente alla lotta armata, hanno favorito terreno fertile per la saldatura fra l’anticomunismo e il protestantesimo, con gli evangelici che sono di fatto diventati una sorta di braccio propagandistico religioso dei partiti conservatori che hanno conosciuto negli ultimi anni un forte risveglio grazie ai fallimenti e alla corruzione dei regimi figli delle rivoluzioni. E così oggi il successo delle formazioni di destra in Brasile, Costarica, Messico, Paraguay, Colombia, Venezuela ecc. è reso possibile grazie soprattutto alla predicazione dei pastori evangelici e pentecostali che hanno fatto proseliti fra la popolazione e hanno assunto un ruolo sempre più attivo nella società e nella vita politica. Inoltre a favorire l’incremento dei protestanti in un territorio un tempo quasi esclusivamente cattolico, anche certe loro battaglie dal sapore fortemente tradizionalista (la lotta all’aborto in primis e le unioni gay in secondo) contro una Chiesa ormai piegata alle logiche mondialiste, globaliste, laiciste perfettamente assimilabili a quelle dei democratici Usa. E così mentre papa Bergoglio porta avanti le sue crociate sul clima, sull’ambiente, sull’immigrazione, prosegue la sua opera di sincretizzazione della fede in chiave new age, nella sua terra la Chiesa cattolica è perseguitata e abbandonata dai fedeli.

Forse servirebbe una nuova missione evangelizzatrice come quella affidata da Leone XIII a fine ottocento a santa Francesca Cabrini per risvegliare la fede cattolica negli italiani emigrati negli Stati Uniti, e non una riabilitazione di padre Torres e della Teologia della Liberazione.

Ma meglio di tante riflessioni teologiche fanno da perfetta testimonianza a ciò che si è fin qui detto, le testuali parole di un ex seguace della Teologia della Liberazione, risvegliato dal torpore ideologico e dal fervore rivoluzionario, consapevole dei danni che essa ha arrecato. Si tratta di padre Clodovis Boff dei Servi di Maria, sacerdote e teologo che in un’intervista realizzata dal quotidiano “Folha de São Paulo” del 2013 ebbe a dire: «Nei due articoli pubblicati dal card. Ratzinger egli ha difeso il progetto essenziale della teologia della liberazione: l’impegno per i poveri a causa della fede. Allo stesso tempo, ha criticato l’influenza marxista. La Chiesa non può avviare negoziati per quanto riguarda l’essenza della fede: non è come la società civile dove la gente può dire quello che vuole. Siamo legati ad una fede e se qualcuno professa una fede diversa si autoesclude dalla Chiesa. Fin dall’inizio ha avuto chiara l’importanza di mettere Cristo come il fondamento di tutta la teologia. Nel discorso egemonico della teologia della liberazione, tuttavia, ho avvertito che la fede in Cristo appariva solo in background. Il “cristianesimo anonimo” di Karl Rahner era una grande scusa per trascurare Cristo, la preghiera, i sacramenti e la missione, concentrandosi sulla trasformazione delle strutture sociali. Negli anni ’70 il card. Eugenio Sales mi ha ritirato la certificazione per l’insegnamento della teologia presso l’Università Cattolica di Rio. Sales mi ha affabilmente spiegato: “Clodoveo, penso che ti sbagli. Fare del bene non basta per essere cristiani, l’essenziale è confessare la fede..”. Aveva ragione, infatti la Chiesa è diventata irrilevante. E non solo essa, ma Cristo stesso». Che altro aggiungere?

Americo Mascarucci – giornalista e scrittore

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Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


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7 commenti

  • Nice ha detto:

    Ricordavo di aver letto in un libro che possiedo ancora qualcosa riguardante il Nicaragua. Ho così preso il libro, ma una manina, non la mia ha aperto il suddetto libro ad un’altra pagina. Pag.181. Cap. 8 del libro I GESUITI di Malachi Martin, ovvero quel gesuita che era segretario del cardinale Bea, e che, dopo aver letto il terzo segreto di Fatima fuggi negli USA dove sopravvisse in un primo tempo facendo il taxista e successivamente scrivendo libri di un certo successo di cui però, almeno così sembra, non tutti furono tradotti nella nostra lingua.

  • PATER LUIS EDUARDO RODRÍGUEZ RODRÍGUEZ ha detto:

    Non si preoccupi caro AMERICO, per l’inquietante tentativo di riabilitare Torres…altro sintomo di come disperato il demonio sapendo che ha l’ore conttate…chi invece, per esempio sarà riabilitata fra non molti anni sarà SANTA ISABELLA LA CATTOLICA, nata a Madrigal de Las Altas Torres, il 22 aprile 1451, come una settimana esatta fa, celebramo il 670° anniversario. Madre d’ America, la Vera America Cattolica, assieme nostra potente patrona NUESTRA SEÑORA DE GUADALUPE, EMPERATRIZ DE AMÉRICA.

    ET EXPECTO TRIUMPHUM CORDIS IMMACULATI MARIÆ.

  • Iginio ha detto:

    Che altro aggiungere?
    Una bella risata in faccia a questi vecchietti reduci dei “gloriosi” anni Settanta o dei “travolgenti” anni Sessanta, che glorificano un poveretto degli anni Cinquanta fattosi ammazzare in nome di ideali sbagliati.
    Tutta questa roba è VECCHIUME. Bergoglio è portatore di vecchiume, altro che “giovani fate casino”. Questi gesuiti sono vecchiume. La teologia della liberazione è vecchiume. Il mito del Pueblo è vecchiume. Il mito della lotta di classe fatta ora dai cosiddetti migranti è vecchiume.
    Rahner è vecchiume.
    Basta con questo vecchiume soffocante.
    Bergoglio alias papa Francesco: basta. Kasper: basta. Vescovi tedeschi, olandesi, belgi: basta. Domenicani olandesi: basta. Gesuiti tedeschi: basta.
    Siete vecchiume, Basta.

    Ovviamente a questo vecchiume non si replica con altro vecchiume di segno opposto, vedi i vari pliniani, Cipriani eccetera eccetera.

    E poi, tra l’altro, a Cuba con Castro la teologia della liberazione NON c’è mai stata. Segno che era una roba puramente strumentale in vista della presa del potere da parte dei comunisti.

    Riassumendo: basta teologie farlocche che servono interessi politici terreni e basta vecchiume pseudoprogressista.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    E perché i dipendenti della Santa Sede, cardinali compresi, non incorrano in condanne e sanzioni nell’eventualità dovessero accettare regali di valore superiore a 40 euro, macchiandosi in tal caso deli reato di “tradimento” del Vangelo e dei poveri, la “lotta alla corruzione” di Bergoglio passa per il Motu proprio “recante disposizioni sulla trasparenza nella gestione della finanza pubblica”, pubblicato oggi.
    Proprio nel giorno in cui il Comitato di esperti del Consiglio d’Europa (Moneyval) valuta – per eventualmente approvarle – le misure antiriciclaggio adottate finora in Vaticano. Le conclusioni dell’ispezione effettuata negli ultimi giorni, comunque, non saranno rese note che a seguito della revisione da parte della rete Anti Money Laundering/Counter Terrorist Financing (Aml/Cft), guidata dal Financial Action Task Force (Fatf), prevedibilmente non prima della metà di giugno.
    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/04/29/0256/00561.html

    • Milli ha detto:

      Documento interessante, ma come lo faranno figurare il conto personale di Bergoglio in una banca svizzera? E i venti milioni di sterline da quali guadagni onesti provenivano?

      • Maria Michela Petti ha detto:

        C i sarebbe anche da rivedere la posizione, in netto contrasto con quanto stabilito, di qualche prelato che ha conti in sospeso con la giustizia nel proprio Paese e incredibilmente chiamato dal papa ad occupare un posto chiave (creato ad hoc ) in Vaticano…

  • Sherden ha detto:

    “…la Chiesa è diventata irrilevante. E non solo essa, ma Cristo stesso…”

    Sembra la fotografia di oggi. Solo che questa irrilevanza è portata avanti proprio da chi dovrebbe contrastarla.
    Vedi CEI-Zan e dintorni