Vaccini, Efficacia, Aborto. Pamela Acker Risponde a Emmanuele Barbieri.

18 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae un amico del nostro blog ci ha inviato la traduzione in italiano della risposta che Pamela Acker ha pubblicato su LifeSiteNews a un articolo apparso nel nostro Paese in merito ai vaccini e all’uso di cellule provenienti da feti abortiti volontariamente. Ringraziamo Stefano Dal Lago, autore della traduzione. Buona lettura. 

§§§

Verità scientifiche, errori logici e accettazione del male: risposta a Emmanuele Barbieri
di Pamela Acker

 

Mi hanno chiesto in molti di replicare a un recente articolo di Emmanuele Barbieri1 intitolato Verità scientifiche e fake news sui vaccini anti-Covid-19. Mi sorprende che l’articolo abbia avuto un certo seguito fra persone ragionevoli, dal momento che inizia con una classica argomentazione ad hominem, termina delegittimando l’interlocutore ed in molti punti fornisce una rappresentazione distorta delle questioni sul tappeto o contiene veri e propri errori. Il tono generale mira a far leva sulle emozioni e a intimidire allo stesso tempo, perché l’autore in più occasioni suggerisce – o addirittura afferma a chiare lettere – che quanti dissentono con la sua tesi sono sprovveduti o in mala fede. A fronte di ciò, trascura volutamente la realtà del collegamento tra aborto e scienza biomedica – abbondantemente documentata dagli stessi ricercatori – contribuendo ad aumentare la confusione sugli attuali vaccini contro il coronavirus, frutto di una tecnologia sperimentale dalle dubbie basi etiche2 che viene imposta alla popolazione su una scala inconcepibile fino a un anno fa.

Purtroppo questa replica prenderà decisamente più spazio dell’articolo originale, perché bisogna spendere sempre più parole per fondare in maniera seria un ragionamento di quante ne servano per imbastire una polemica.

Problemi fin dall’inizio

Nonostante il titolo promettente e il tentativo dichiarato di fare chiarezza sulla differenza tra vera scienza e “fake news”, l’articolo di Barbieri contiene alcune affermazioni del tutto scorrette sulla storia delle linee cellulari provenienti da feti abortiti e sulle evidenze scientifiche che le riguardano; eccone alcune:

  • Le prove degli aborti eseguiti con taglio cesareo si riducono più che altro ai video girati da David Daleiden; in realtà, si trovano nella letteratura scientifica,3 4 5 in particolare in diversi articoli in cui si descrive lo sviluppo dei vaccini antipolio.6
  • La sperimentazione su tessuti fetali era vietata prima della legalizzazione dell’aborto; in realtà, sperimentazioni di questo tipo sono state condotte a partire dagli anni ‘30 del novecento e per tutto il periodo che va dagli anni ‘50 ai ‘707 ci sono stati addirittura rivenditori internazionali di tessuti di feti abortiti (in particolare il Karolinska Institutet) che

continuano ancor oggi a fornire materiale per la ricerca.

  • Nessuna sperimentazione su tessuti fetali è stata condotta con l’intenzione di produrre

vaccini; in realtà, lo sviluppo del vaccino antipolio ha stimolato la ricerca sulle linee cellulari da feti abortiti8 9 10 e quello della rosolia11 è stato prodotto utilizzando virus ottenuti da feti abortiti12, mentre sarebbe stato sufficiente effettuare un semplice tampone nasale su un bambino infetto (come si è fatto in Giappone). La storia degli intrecci tra vaccini e aborto risale a molto indietro nel tempo.

  • La quantità di DNA fetale che rimane nei vaccini è trascurabile, secondo tre studi (dello stesso autore) basati su ipotesi statistiche; in realtà, i dati sperimentali mostrano come la quantità e le dimensioni dei residui di DNA fetale presenti nei vaccini costituiscano un problema serio e possano superare di più di 200 volte i limiti di sicurezza fissati dall’OMS.13

La ricerca sui vaccini e una carriera rovinata

Sebbene questo mio intervento intenda affrontare in primo luogo la questione dei rapporti tra ricerca con feti abortiti e vaccini, conviene occuparsi brevemente del fatto che Barbieri inizia il suo intervento liquidandomi come persona non titolata a trattare di vaccini in quanto “senza alcuna competenza specifica”. L’accusa si basa principalmente sull’assenza di pubblicazioni scientifiche a mio nome. C’è una ragione molto semplice e diretta per la quale non ho pubblicato in nessuna rivista scientifica i risultati del mio lavoro nel campo dello sviluppo dei vaccini. Il progetto in cui ero impegnata riguardava un vaccino per l’HIV che utilizzava linee cellulari HEK-293. Le ricerche di cui mi occupavo venivano condotte impiegando linee cellulari non problematiche da un punto di vista etico (cellule di cavie, topi e cellule umane cancerose); l’obiettivo era trovare il modo di sfruttare peptidi segnale di piccole dimensioni per rendere il vettore del vaccino (di tipo virale, simile a quello utilizzato dai vaccini anti-Covid di Johnson & Johnson e AstraZeneca) captabile dalle cellule dendritiche, attori importanti nel processo di attivazione di un’efficace risposta immunitaria. Ho lasciato il laboratorio in cui lavoravo dopo dieci mesi, quando ho scoperto che gli antigeni che sarebbero stati usati nel prodotto finale provenivano da cellule di feti abortiti; una decisione, la mia, in linea con i doveri del ricercatore tratteggiati nella Dignitas personae,14 in particolare ai paragrafi 34 e 35. Se fossi comparsa tra gli estensori di uno qualsiasi degli studi pubblicati (tutti disponibili sul sito del dottor Venigalla Rao15), il mio nome sarebbe stato associato nella letteratura scientifica alle cellule di feti abortiti e la mia credibilità ne sarebbe risultata irrimediabilmente compromessa.

Per quanto riguarda i commenti di Barbieri sul mio libro, li riporto per esteso in originale (ringraziando un amico italiano che ha provveduto per me alla traduzione in inglese):

“Entrando più nello specifico, l’unica pubblicazione di Pamela Acker di cui si ha traccia, Vaccination: A Catholic Perspective, pubblicato dal Kolbe Center for the Study of Creation, non tocca che incidentalmente il caso dei vaccini anti-Covid (pp. 73-77, ovvero 5 su 85 pagine), ma è dedicato a rifiutare qualsiasi tipo di vaccinazione. La sua tesi (“Good Health”, pp. 80-83) è che tutti i vaccini siano nocivi alla salute e che bisognerebbe sostituirli con la vita fisica all’aria aperta, una corretta alimentazione e rimedi tratti dalla natura. Pamela Acker ha scoperto che scienziati come Edward Jenner, Louis Pasteur o Robert Koch non avrebbero portato alcun beneficio all’umanità e vuole convincere i suoi lettori che abbiano perso tempo, senza fornire alcuna seria prova in merito.”

Secondo Barbieri la mia tesi sarebbe che tutti vaccini andrebbero sostituiti con la vita fisica all’aria aperta, una corretta alimentazione e rimedi tratti dalla natura; ma si tratta di un’accusa inconsistente nella migliore delle ipotesi (nel libro arrivo a mettere in guardia il buon cattolico nei confronti di certi rimedi naturali) e di una semplificazione strumentale della mia vera posizione: ossia, che invece di affrontare la malattia intervenendo in maniera inefficace e artificiosa, addirittura prima del contatto con l’agente patogeno, si dovrebbe acquisire una conoscenza adeguata del funzionamento del sistema immunitario e del modo in cui sia possibile sostenerlo nel compito che il progetto divino gli ha affidato, che è quello di proteggerci contro un ampio spettro di potenziali rischi per la salute, non soltanto quelli contro i quali normalmente ci vacciniamo. È fondamentale non fare confusione: il ragionamento che Barbieri mi attribuisce si può smontare molto più facilmente di quello che io sviluppo nella realtà.

Quanto alle prove, il mio libro contiene 85 pagine di argomentazioni con 379 note a piè di pagina in cui si riportano, oltre a diversi altri fatti importanti, i seguenti dati:

  • Gli esperimenti di Jenner non furono di natura sistematica, produssero un aumento dell’incidenza delle malattie congenite tra i vaccinati e causarono la morte precoce dei primi due volontari (il figlio dello stesso Jenner e un ragazzo del vicinato): morirono entrambi di tubercolosi, contratta molto probabilmente attraverso la vaccinazione.
  • Il crollo della mortalità causata da certe malattie che si registrò quando vennero introdotte le vaccinazioni è imputabile in misura assai maggiore al miglioramento delle condizioni igieniche e del tenore di vita che ai provvedimenti sanitari adottati all’epoca.
  • Il successo dell’ipotesi anticorpale si è fondato su esperimenti viziati da errori, condotti con due tipi di organismi patogeni che si comportano in maniera del tutto diversa da tutto ciò contro cui ci vacciniamo oggi.
  • I vaccini possono essere e sono talvolta inefficaci, con una frequenza tale da rendere il raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso la vaccinazione impossibile sul piano teorico.
  • I vaccini innescano una sequenza anomala di reazioni immunitarie che porta all’attivazione di cellule autoreattive. Certi individui arrivano a sviluppare vere e proprie patologie autoimmuni, in altri si possono manifestare forme allergiche croniche quando il vaccino sensibilizza le cellule del sistema immunitario nei confronti di sostanze innocue.
  • Tutti i vaccini presentano controindicazioni (in particolari condizioni possono risultare addirittura letali per certi individui) di cui non si tiene conto prima di somministrarli durante le consuete campagne vaccinali per l’infanzia.
  • La vaccinazione di massa dà origine a nuovi ceppi di organismi patogeni (un fenomeno analogo a quello della resistenza che i batteri sviluppano agli antibiotici) e può provocare l’esposizione alla malattia di fasce di popolazione più vulnerabili.
  • Il passaggio attraverso il normale ciclo di malattie dell’infanzia col conseguente sviluppo di una risposta immunitaria adeguata può costituire un fattore protettivo contro le patologie croniche in tarda età, comprese quelle di origine autoimmune e il cancro.

In breve, la stimolazione di una risposta immunitaria per mezzo della vaccinazione è un atto artificioso, ha un effetto temporaneo e un’efficacia inferiore rispetto all’immunità acquisita per vie naturali, oltre ad essere decisamente rischiosa per un numero crescente di individui. Il sistema immunitario è immensamente più complesso di quanto si pensasse nell’ottocento e si basa su molecole e processi di cui i primi inventori e procacciatori di vaccini non potevano nemmeno lontanamente immaginare l’esistenza. Non ha quindi molto senso continuare a far uso in maniera indiscriminata di un dispositivo medico obsoleto, messo a punto in un’epoca in cui si ignorava totalmente questa incredibile complessità.

Aborto e vaccini

Passiamo ora al vero oggetto del contendere: che relazione c’è tra aborto e industria dei vaccini e come ha influito sugli attuali vaccini anti-Covid? E perché la questione è importante?

La tesi di Barbieri, a quanto pare, è che non solo l’uso di vaccini derivati da feti abortiti, compresi i recenti anti-Covid, è lecito per i cattolici anche sul piano morale, ma quanti vorrebbero combattere l’aborto vietando l’impiego di tessuti fetali nella ricerca biomedica sono del tutto fuori strada. Partiamo dalla prima affermazione, che sembra basarsi su due premesse (lasciamo perdere gli errori evidenziati più sopra in questo articolo): che gli aborti da cui sono derivati i tessuti per le linee cellulari non sono stati fatti con l’obiettivo di sviluppare i vaccini e che i vaccini stessi non contengono resti di cellule fetali o altro materiale biologico in misura significativa.

Tra le linee cellulari attualmente impiegate nello sviluppo dei vaccini anti-Covid ci sono la HEK-293 e la PER C6.16 Barbieri ha ragione a sostenere che nessuna delle due è stata creata espressamente per lo sviluppo dei vaccini: la HEK-293 aveva come obiettivo la ricerca di base, mentre la PER C6 doveva servire per la produzione di vettori virali per adenovirus.17 Ma questa seconda linea, sviluppata nel 1995,18 era comunque orientata specificamente alla ricerca in campo biomedicale. Secondo il dottor Van Der Eb “la linea PER C6 è stata creata con l’unico obiettivo di produrre vettori per adenovirus”.19

In ogni caso, anche se entrambe le linee cellulari fossero state create con un fine diverso dallo sviluppo di vaccini o medicinali, la chiesa si è espressa molto chiaramente nella Dignitas personae20 riguardo all’illiceità di ricorrere a linee cellulari che abbiano una qualche correlazione con aborti:

“Una fattispecie diversa viene a configurarsi quando i ricercatori impiegano “materiale biologico” di origine illecita che è stato prodotto fuori dal loro centro di ricerca o che si trova in commercio. L’Istruzione Donum vitae ha formulato il principio generale che in questi casi deve essere osservato: «I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani. In particolare non possono essere oggetto di mutilazioni o autopsie se la loro morte non è stata accertata e senza il consenso dei genitori o della madre. Inoltre va sempre fatta salva l’esigenza morale che non vi sia stata complicità alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandalo».

A tale proposito è insufficiente il criterio dell’indipendenza formulato da alcuni comitati etici, vale a dire, affermare che sarebbe eticamente lecito l’utilizzo di “materiale biologico” di illecita provenienza, sempre che esista una chiara separazione tra coloro che da una parte producono, congelano e fanno morire gli embrioni e dall’altra i ricercatori che sviluppano la sperimentazione scientifica. Il criterio di indipendenza non basta a evitare una contraddizione nell’atteggiamento di chi afferma di non approvare l’ingiustizia commessa da altri, ma nel contempo accetta per il proprio lavoro il “materiale biologico” che altri ottengono mediante tale ingiustizia. Quando l’illecito è avallato dalle leggi che regolano il sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non dare l’impressione di una certa tolleranza o accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste.

Talvolta si obietta che le considerazioni precedenti sembrano presupporre che i ricercatori di buona coscienza avrebbero il dovere di opporsi attivamente a tutte le azioni illecite realizzate in ambito medico, allargando così la loro responsabilità etica in modo eccessivo. Il dovere di evitare la cooperazione al male e lo scandalo, in realtà, riguarda la loro attività professionale ordinaria, che devono impostare rettamente e mediante la quale devono testimoniare il valore della vita, opponendosi anche alle leggi gravemente ingiuste. Va pertanto precisato che [esiste] il dovere di rifiutare quel “materiale biologico” – anche in assenza di una qualche connessione prossima dei ricercatori con le azioni dei tecnici della procreazione artificiale o con quella di quanti hanno procurato l’aborto, e in assenza di un previo accordo con i centri di procreazione artificiale.” [sottolineature in originale]

Si comprende dunque come il fatto che le linee cellulari in oggetto non siano state espressamente sviluppate per l’impiego nei vaccini non abbia alcuna rilevanza ai fini del dibattito sulla liceità del loro uso. La loro origine da sola è sufficiente a renderne illecito l’utilizzo in qualsiasi vaccino.

Il ricorso a “test di convalida” per i vaccini Pfizer e Moderna

C’è un’altra questione sul tappeto che riguarda gli attuali vaccini anti-Covid. Si è fatto un gran parlare di “test di convalida” con l’intenzione di minimizzare gli scrupoli di natura etica sull’uso di cellule di feti abortiti nello sviluppo di vaccini ad mRNA sintetico. Ma le cellule in oggetto non sono state impiegate soltanto a scopo di convalida nella fase post-vendita, come l’espressione in questione e il modo in cui la si intende normalmente suggeriscono; al contrario, sono state usate in più fasi del processo di sviluppo21 sia per il vaccino Pfizer che per il Moderna. La letteratura scientifica mette le cose in chiaro:

  1. Un test fondamentale, parte integrante della progettazione sia nel caso Pfizer22 che Moderna,23 è stato eseguito su cellule di feti abortiti. La proteina “spike” originale separata dal resto del virus risultava instabile, così gli sviluppatori hanno inserito nella sequenza un certo numero di mutazioni (insieme ad altre necessarie a stabilizzare l’mRNA e a rallentarne la decomposizione all’interno del corpo a vaccinazione eseguita). Bisognava accertarsi che la nuova sequenza di mRNA sintetico generasse esattamente la struttura tridimensionale che ci si attendeva. A questo scopo si sono modificate geneticamente alcune cellule umane per far loro produrre la proteina “spike” mutata ed estrarla. La proteina è stata sintetizzata in cellule della linea HEK-293 (più specificamente, Pfizer ha utilizzato cellule della linea Expi293F derivata dall’originale HEK-293).24
  2. Cellule della linea HEK-293 sono state impiegate per verificare l’espressione dell’mRNA. I ricercatori hanno messo l’mRNA sviluppato per il vaccino in un terreno di coltura assieme a cellule umane e ad alcune sostanze chimiche che facilitano l’assorbimento dell’informazione genetica. Poi hanno misurato la quantità di proteina “spike” prodotta dalle cellule. Nel processo sono state usate, sia per Pfizer25 che per Moderna26, cellule di feti abortiti.
  3. Ancora cellule della linea HEK-293 sono state utilizzate per convalidare il meccanismo di trasporto del vaccino basato su una nuova tecnologia che fa uso di nanoparticelle lipidiche. I ricercatori dovevano accertarsi che fosse possibile far entrare l’mRNA nelle cellule inserendolo all’interno delle nanoparticelle, perché questo è l’unico modo per introdurlo nelle cellule di una persona vivente. Si tratta di un processo molto simile a quello descritto sopra, con la differenza che in questo caso si racchiude l’mRNA in una particella lipidica e non c’è bisogno di ricorrere a particolari composti chimici. A tale scopo per il vaccino Moderna sono state usate cellule di feti abortiti .27
  4. Cellule della linea HEK-293T caratterizzate da una sovraespressione del gene ACE-2 sono state impiegate per creare pseudovirus usati nel corso di esperimenti di neutralizzazione finalizzati a rilevare la presenza di anticorpi. Ciò vuol dire che agli sviluppatori del vaccino servivano alcuni virus non infettivi per stabilire se i vaccinati avrebbero prodotto anticorpi in grado di legarsi al virus reale. Questi pseudovirus (capaci di esprimere le proteine “spike” ma non di infettare gli esseri umani) sono stati cresciuti in cellule di feti abortiti e poi raccolti. Sia Pfizer28 che Moderna29 hanno fatto ricorso per questi test alla linea HEK-293.

Tutto questo dimostra che il ruolo svolto dalle linee cellulari provenienti da feti abortiti nello sviluppo dei vaccini è molto maggiore di quanto alcune recenti dichiarazioni sulla loro presunta moralità vogliano far credere. Questo solo fatto giustificherebbe di per sé la richiesta di riconsiderare certe affermazioni, che partono evidentemente da una base di conoscenza inadeguata. Si tratta peraltro di questioni di estrema rilevanza nell’ambito del dibattito sulla cooperazione remota al male, di cui ci occuperemo più avanti.

Le conseguenze della violazione delle leggi di natura

Anche riguardo alla seconda ragione addotta da Barbieri per giustificare l’uso di vaccini derivati da feti abortiti, l’idea cioè che non contengano resti di cellule fetali o altro materiale biologico in concentrazioni significative, occorre fare una chiara distinzione. È certamente vero che c’è una probabilità piuttosto bassa che i vaccini prodotti in questo modo contengano al loro interno cellule umane intatte. Infatti, perché le sostanze prodotte all’interno delle cellule diventino utilizzabili le cellule stesse devono essere sottoposte a lisi (frantumate) e il loro contenuto dev’essere purificato per rimuovere la maggior quantità possibile di detriti cellulari. A prima vista suona rassicurante. Tuttavia, come qualunque scienziato che abbia lavorato alla purificazione di materiale molecolare sa bene, nessun procedimento, per quanto rigoroso, sarà mai in grado di garantire la purezza assoluta dei preparati finali. Rimarrà sempre una certa quantità di detriti.

Diversamente dal dottor Paul Offit, che non si perita di rilasciare dichiarazioni frettolose e imprecise sulla sicurezza dei vaccini e la credibilità di quanti la mettono in dubbio, la dottoressa Theresa Deisher e i suoi colleghi del Sound Choice Pharmaceuticals hanno misurato la quantità effettiva di DNA fetale residuo presente nei vaccini. Il limite di sicurezza fissato dall’OMS, che è cresciuto di un fattore 1000 dalla sua prima introduzione nel 1980, è pari a 10 ng [nanogrammi] di DNA per dose.30 Purtroppo non esiste al momento alcun organismo di vigilanza che imponga alle aziende produttrici di attenersi a queste linee guida; ci si limita a suggerire che venga “accertato il rischio” correlato a ciascun vaccino.31 A causa di questa mancanza di controlli vengono prodotti vaccini che contengono quantità molto maggiori di DNA residuale: 150 ng/dose nel vaccino della rosolia, 300 ng/dose in quello dell’epatite A e ben 2000 ng/dose in quello della varicella32 (una concentrazione doppia rispetto a quella del principio attivo). Di solito questi frammenti di DNA sono piccoli (per via del processo di lisi cellulare, cui può seguire anche la digestione del DNA), ma ciò non riduce il rischio connesso. Al contrario, frammenti di lunghezza contenuta sono l’ideale per favorire l’inserzione di mutazioni nella cellula ospite.33 Le mutazioni per inserzione non sono correlate soltanto al rischio di cancro, ma anche a una pluralità di disturbi del neurosviluppo tra cui schizofrenia infantile, disordine bipolare e autismo.34 È anche possibile che il DNA fetale umano presente nel vaccino induca una reazione autoimmune del bambino nei confronti del suo stesso DNA, particolarmente nel caso del vaccino della varicella in cui la concentrazione è particolarmente alta. I cattolici non dovrebbero sorprendersi troppo delle conseguenze di una plateale violazione delle leggi di natura come quella perpetrata per la produzione dei vaccini, contaminati dai frutti di un crimine come l’aborto; dovrebbero aspettarsi, anzi, che simili trasgressioni generino qualche effetto nefasto sul piano naturale.

 

 

Cooperazione al male e causa grave

Una volta stabilita l’origine illecita delle linee cellulari e l’inammissibilità del loro impiego da parte dei ricercatori, il lettore potrebbe ancora chiedersi: e il fatto che l’aborto originale sia per me un evento remoto? Devo comunque preoccuparmi della liceità di questi vaccini per uso personale, specialmente alla luce dei recenti pronunciamenti del Vaticano35 e della Conferenza Episcopale Americana36?

È evidente che il paziente che riceve il vaccino ha un livello di prossimità al male diverso dal ricercatore che partecipa attivamente a sperimentazioni che fanno uso di linee cellulari fetali. Persino un tecnico di laboratorio della Pfizer, che contribuisce a sviluppare il vaccino ma non ha voce in capitolo sulle modalità con cui viene prodotto, è meno colpevole del capo del team di ricerca da cui è partita la decisione di utilizzare linee cellulari provenienti da feti abortiti. Facciamo però chiarezza su quel che insegna davvero il magistero: deve sussistere una ragione proporzionalmente grave perché l’impiego dei vaccini in questione sia giustificato. Di questo si parla esplicitamente alla fine del paragrafo 35 della Dignitas personae:

“Naturalmente all’interno di questo quadro generale esistono responsabilità differenziate, e ragioni gravi potrebbero essere moralmente proporzionate per giustificare l’utilizzo del suddetto “materiale biologico”. Così, per esempio, il pericolo per la salute dei bambini può autorizzare i loro genitori a utilizzare un vaccino nella cui preparazione sono state utilizzate linee cellulari di origine illecita, fermo restando il dovere da parte di tutti di manifestare il proprio disaccordo al riguardo e di chiedere che i sistemi sanitari mettano a disposizione altri tipi di vaccini. D’altra parte, occorre tener presente che nelle imprese che utilizzano linee cellulari di origine illecita non è identica la responsabilità di coloro che decidono dell’orientamento della produzione rispetto a coloro che non hanno alcun potere di decisione.” [sottolineature in originale]

Un recente articolo scritto da un bravo sacerdote37 spiega in maniera molto chiara che nel caso del coronavirus SARS-CoV-2 non si può parlare di circostanze gravi e quindi il permesso condizionato di usare vaccini connessi a pratiche abortive non si applica: “si può accettare sul piano morale l’impiego di dispositivi terapeutici connessi a pratiche abortive come i vaccini allo scopo di scongiurare un potenziale pericolo per la salute se si verificano tutte le seguenti condizioni:

  1. Non sono disponibili dispositivi terapeutici moralmente irreprensibili atti a scongiurare il pericolo per la salute che si va prospettando.
  2. Per utilizzare dispositivi terapeutici connessi con pratiche abortive deve sussistere una causa proporzionale alla gravità dei rischi che si corrono.
  3. Deve presentarsi un’effettiva grave minaccia per la salute propria o degli altri nel caso in cui ci si astenga dal ricorrere ai dispositivi terapeutici connessi a pratiche abortive che vengono proposti.
  4. Si deve dichiarare la propria contrarietà al fatto che i dispositivi terapeutici in questione siano correlati a pratiche abortive.

 

L’autore prosegue spiegando che nell’attuale contingenza legata al coronavirus solo il quarto criterio può essere soddisfatto. Sarebbe a dire che invocare la “causa grave” nel dibattito in corso sui vaccini è del tutto inappropriato. Non è il caso qui di riportare tutte le argomentazioni contenute nell’articolo, che il lettore interessato potrà trovare nel testo originale.

Purtroppo la questione della causa grave non è nuova per quanti seguono da vicino le discussioni su vaccini, aborto e cooperazione al male. Persino il caso della sindrome da rosolia congenita (SRC), utilizzato in passato come causa grave per giustificare l’impiego di vaccini derivati da feti abortiti38, risulta discutibile come base di partenza ai fini della discussione sulla liceità morale della cooperazione al male. I casi di SRC non sono diminuiti per effetto della vaccinazione ma a seguito della legalizzazione dell’aborto e del crollo del tasso di fertilità39, mentre il ricorso ai vaccini non ha praticamente influito sull’immunità di gregge.40 Invece di costituire un fattore di protezione, la vaccinazione di massa contro la rosolia (con un vaccino il cui sviluppo ha richiesto almeno 99 diversi aborti)41 ha incrementato in una prima fase l’incidenza della SRC rendendo poi le donne incinte più esposte alla malattia a causa del rapido venir meno dell’immunità indotta.42

L’appropriazione del male

Quand’anche la prossimità all’aborto originale fosse sufficientemente remota da rendere tollerabile la cooperazione, è utile ricordare che usando questo tipo di vaccini non si può evitare ciò che i teologi moralisti chiamano “appropriazione del male”. Si tratta di una precisazione importante in riferimento agli attuali vaccini anti-covid.

“La natura degli atti afferenti alla fattispecie della cooperazione e a quella dell’appropriazione è fondamentalmente la stessa. In entrambi i casi, un attore compie un’azione ausiliaria che facilita in qualche misura o rende possibile il compimento dell’azione principale da parte di un altro attore. La differenza risiede nell’identità di chi deve decidere se compiere o meno un atto moralmente discutibile e di chi ha già risolto di procedere in tal senso. In sostanza, nel caso della cooperazione l’attore ausiliario è colui si pone il problema di coscienza di che cosa fare di fronte all’eventualità che la sua azione possa contribuire al male compiuto dall’attore principale. Nel caso della appropriazione, i ruoli sono invertiti. Ora a porsi il problema di coscienza è l’attore principale, che deve decidere se far uso dei frutti o dei sottoprodotti di un atto moralmente riprovevole compiuto dall’attore ausiliario.

Nel caso della cooperazione, l’atto questionabile si situa nel futuro e l’azione di chi coopera contribuisce sul piano causale al suo compimento da parte dell’attore principale. Dal punto di vista degli effetti esteriori dell’azione umana, il problema della cooperazione è palese: l’atto di chi coopera fomenta chiaramente quello orientato al male di un altro attore. Ma in questa prospettiva il rischio morale dell’appropriazione passa inosservato. Chi si appropria dei frutti o dei sottoprodotti di un’azione immorale non contribuisce sul piano causale alla sua esecuzione; generalmente (ma non sempre), nel momento in cui deve prendere una decisione il male è stato già compiuto da qualcun altro. L’effetto di una tale decisione è quindi interno; scegliendo di legare il proprio agire al male compiuto da un altro, si incide sul proprio carattere in un modo che può non avere un riscontro immediato e tangibile nel mondo esterno. In altre parole, la decisione di appropriarsi dell’atto illecito di un’altra persona tocca nel profondo l’interiorità di chi la prende alterandone il carattere.43

Non si può liquidare questo problema a suon di proclami sull’immunità di gregge o la pandemia, la maggior parte dei quali non trovano riscontro nella realtà. È anzi importante che i paladini della liceità della cooperazione si rendano conto di questo fatto: mentre la cooperazione al male può essere ammissibile in circostanze proporzionalmente gravi, di fatto non è mai richiesta ai fedeli cattolici.44 Chi sceglie di prendere le distanze da un simile atteggiamento e incoraggia gli altri a fare altrettanto non viola alcun sano precetto morale.

In conclusione

Barbieri termina il suo articolo asserendo apoditticamente che “chi afferma pertinacemente che l’aborto esiste solo in funzione di tali industrie o mente sapendo di mentire oppure, più semplicemente, ignora la reale origine della cultura abortista”. Non si capisce come si possa affermare in buona fede una cosa del genere, dal momento che chi depreca il legame tra aborto e industrie farmaceutiche non sostiene che l’aborto esista solo in funzione della ricerca biomedicale (mi spingo a dire che quanti condividono questa posizione sono sufficientemente consapevoli della realtà del peccato originale da riconoscere che l’aborto esiste in funzione del desiderio egoistico dell’uomo di violare liberamente il sesto e il nono comandamento) ma insiste anzi – e con ragione – sul fatto che l’accettazione passiva della presenza di cellule di feti abortiti nei vaccini ha contribuito all’approvazione sempre più diffusa non solo dell’aborto ma anche della ricerca sulle cellule staminali embrionali, ripetutamente condannata dalla chiesa. A questo si aggiunga che la ricerca sui tessuti di feti abortiti è degenerata in una serie di pratiche barbare e grottesche che richiedono un continuo rifornimento di tessuti freschi. Spesso la giustificazione per il proseguimento di simili pratiche, che comportano la creazione e l’immediata distruzione di vite umane, è che dopo tutto i vaccini di cui ci serviamo sono stati sviluppati in tessuti fetali. Non si tratta di una questione di poco conto, ma di un aspetto grandemente sottovalutato di una battaglia che va combattuta su più fronti per sconfiggere l’anticultura della morte e ripristinare la dignità della persona umana.

Una nota finale: polemizzando con chi esprime preoccupazione per l’uso di linee cellulari da feti abortiti nei vaccini, Barbieri giudica “disinvolto” il collegamento con la questione dei feti estratti con parto cesareo. Mi permetto di dissentire. La nostra cultura è diventata a tal punto insensibile di fronte alla realtà dell’aborto, del suo orrore e dei suoi intrecci con quei principi gnostici occulti che Barbieri stesso menziona, che diventa un obbligo morale cercare di restituire alle sue vittime una dimensione umana. Tutto ciò non ha nulla a che fare col sensazionalismo. Dar voce ai bambini abortiti descrivendo la loro agonia non è un espediente a buon mercato per attrarre l’attenzione del pubblico. Piuttosto, è un modo di far riflettere su quanto ci siamo assuefatti ai vantaggi apparenti della nostra cooperazione al male.

 

 

1 http://www.corrispondenzaromana.it/verita-scientifiche-e-fake-news-sui-vaccini-anti-covid-19/

2 http://portal.unesco.org/en/ev.php-URL_ID=31058&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html

3 Albert B Sabin, Peter K. Olitsky, Proceedings of the Society for Experimental Biology and medicine, Cultivation of Poliomyelitis Virus in vitro in human embryonic tissue. Proc Soc Exp Biol Med 1936, 34:357-359. 4 Joan C. Thicke, Darline Duncan, William Wood, A. E. Franklin and A. J. Rhodes; Cultivation of Poliomyelitis Virus in Tissue Culture; Growth of the Lansing Strain in Human Embryonic Tissue, Canadian Journal of Medical Science, 1952; 30: 231-245.

5 Thomas H. Weller, John F. Enders, Frederick C. Robbins and Marguerite B. Stoddard; Studies on the Cultivation of Poliomyelitis Viruses in Tissue Culture : I. The Propagation of Poliomyelitis Viruses in Suspended Cell Cultures of Various Human Tissue; J Immunol 1952; 69: 645-671.

6 http://cogforlife.org/2012/06/13/polioperversion/

7 http://cogforlife.org/2012/06/13/polioperversion/

 

8 Albert B Sabin, Peter K. Olitsky, Proceedings of the Society for Experimental Biology and medicine,

Cultivation of Poliomyelitis Virus in vitro in human embryonic tissue. Proc Soc Exp Biol Med 1936, 34:357-359.

9 Joan C. Thicke, Darline Duncan, William Wood, A. E. Franklin and A. J. Rhodes; Cultivation of Poliomyelitis

Virus in Tissue Culture; Growth of the Lansing Strain in Human Embryonic Tissue, Canadian Journal of

Medical Science, 1952; 30: 231-245.

10 Thomas H. Weller, John F. Enders, Frederick C. Robbins and Marguerite B. Stoddard; Studies on the

Cultivation of Poliomyelitis Viruses in Tissue Culture : I. The Propagation of Poliomyelitis Viruses in

Suspended Cell Cultures of Various Human Tissue; J Immunol 1952; 69: 645-671.

11 Plotkin S, et al. Attenuation of RA27/3 Rubella Virus in WI-38 Human Diploid Cell, Amer J Dis of Children,

1969; 118: 178-179.

12 http://cogforlife.org/vaccines-abortions/

13 Deisher TA, et al. Impact of environmental factors on the prevalence of autistic disorder after 1979. J Pub

Health Epidem, 2014; 6(9): 271-286. 14

http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20081208_dignitas-per sonae_en.html

15 Le pubblicazioni del Rao Lab sono disponibili qui: http://www.t4lab.net/Publications.htm. Quelle che riguardano l’uso delle cellule HEK-293 cells hanno una relazione diretta con lo sviluppo del vaccino per l’HIV.

16 Secondo il sito Children of God for Life per i vaccini AstraZeneca si usa la linea MRC-5; di ciò però non ho trovato alcun riscontro nella letteratura citata.

17 FDA, Center for Biologics and Evaluation of Research. Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee, Meeting, 26 March 2001. https://wayback.archive-it.org/7993/20170404095417/https:/www.fda.gov/ohrms/dockets/ac/01/transcripts/375 0t1_01.pdf

18 https://cogforlife.org/per-c6-hek-293/

19 Ibid.

20 https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20081208_dignitas-p ersonae_en.html

 

21 https://cogforlife.org/guidance/

22 Vogel LB, et al. A prefusion SARS-CoV-2 spike RNA vaccine is highly immunogenic and prevents lung infection in non-human primates. bioRxiv 2020.09.08.280818; doi: https://doi.org/10.1101/2020.09.08.280818 23 Wrapp D, et al. Cryo-EM structure of the 2019-nCoV spike in the prefusion conformation. Science; 13 Mar 2020 : 1260-1263.

24 https://biomedpharmajournal.org/vol11no2/the-scattered-twelve-tribes-of-hek293/

25 Vogel LB, et al. A prefusion SARS-CoV-2 spike RNA vaccine is highly immunogenic and prevents lung infection in non-human primates. bioRxiv 2020.09.08.280818; doi: https://doi.org/10.1101/2020.09.08.280818 26 Corbett, K.S., Edwards, D.K., Leist, S.R. et al. SARS-CoV-2 mRNA vaccine design enabled by prototype pathogen preparedness. Nature 586, 567–571 (2020).https://doi.org/10.1038/s41586-020-2622-0

27 Moderna. US Patent 10,583,203. 10 Mar 2020. http://patft.uspto.gov/netacgi/nph-Parser?Sect1=PTO1&Sect2=HITOFF&d=PALL&p=1&u=%2Fnetahtml%2FP TO%2Fsrchnum.htm&r=1&f=G&l=50&s1=10,583,203.PN.&OS=PN/10,583,203&RS=PN/10,583,203

28 Vogel LB, et al. A prefusion SARS-CoV-2 spike RNA vaccine is highly immunogenic and prevents lung infection in non-human primates. bioRxiv 2020.09.08.280818; doi: https://doi.org/10.1101/2020.09.08.280818 29 Jackson LA, et al. An mRNA Vaccine against SARS-CoV -2 — Preliminary Report. N Engl J Med 12 Nov 2020; 383:1920-1931

30 Yang H. Establishing Acceptable Limits of Residual DNA. PDA JPST, 2013; 67(2): 155-163.

31 Ibid.

32 Jarzyna P, Doan NV, Deisher TA. Insertional Mutagenesis and Autoimmunity Induced Disease Caused by Human Fetal and Retrovial Residual Toxins in Vaccines. Issues in Law & Medicine, 2001; 31(2): 221-234. 33 Ibid.

34 Ibid.

35

https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20201221_nota-vacci ni-anticovid_en.html

36 https://www.usccb.org/moral-considerations-covid-vaccines

37 https://www.lifesitenews.com/opinion/on-abortion-tainted-vaccines

38 https://cogforlife.org/wp-content/uploads/2012/04/vaticanresponse.pdf

39 Ravitz J. Before Zika: The virus that helped legalize abortion in the US. CNN, 11 Aug 2016. https://www.cnn.com/2016/08/09/health/rubella-abortion-zika/index.html. Sito visitato il 21 April 2020.

40 Diodati CJM. Immunization: History, Ethics, Law and Health. Ontario, CN: Integral Aspects Incorporated, 1999, p. 18.

41 https://cogforlife.org/2019/05/20/vaccinetruth/

42 Ibid.

43 Kaveny, MC. Appropriation of Evil: Cooperation’s Mirror Image, Theological Studies, Jun 2000; 61: 284-286.

44 https://www.bitchute.com/video/a4eJhjenkjaY/

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12 commenti

  • Chiamatemi pure Torquemada. Me ne farò una ragione ha detto:

    Non sono SCIENTISTA, ma sono un umile uomo di scienza.
    Non sono abortista. Ho perso pazienti per non aver contribuito neanche indirettamente alla pratica dell’aborto. E sono un arrabbiato antiabortista.

    Non ho mai prescritto la pillola del giorno dopo. E per questo ho perso decine di pazienti, subendo anche commenti sarcastici e umilianti.

    Cerco di curare le persone con amore e pazienza senza mai pensare all’eutanasia.
    Una paziente che in punto di morte mi chiedeva di porre fine alla sua vita mi ha fatto piangere.

    NON SONO PERFETTO, anzi sono un grande peccatore e lo dico con vergogna.

    Leggendo lo scritto della dottoressa Acker rimango sbalordito, ma sbalordito per l’ignoranza che questo medico dimostra.
    Questo delirio è una delle ragioni per cui ho vergogna di dover essere un collega di tali medici.
    Mi fa paura la confusione che certi pseudomedici diffondono. Queste sono terribili fake news.
    Mi astengo dal commentare le notizie sul COVID …
    So che molti riterranno questa “scienziata” un idolo. Ma attenzione a non fare come gli ebrei nel deserto che hanno eretto un idolo, pensando che DIO li avesse abbandonati.

    Scusatemi, ma preferisco confrontarmi indegnamente con SANTI MEDICI come don GIUSEPPE MOSCATI o anche Albert Schweitzer (che non era cattolico ma è stato un grande comunque!)

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    La mia opinione sui vaccini è quella di questo esperto:

  • giovanni ha detto:

    Stanno dimostrando molto piu’ coraggio e determinazione i laici cattolici o magari non, che coloro che per scelta hanno abbracciato il sacerdozio. Seppur prive di pastori, le pecore stanno facendo fronte contro i lupi. Il Buon Pastore Celeste che non le abbandonera’ mai , elargisce sapienza e grazia.

  • Francesca ha detto:

    Ieri notte verso l’una ho ascoltato Padre Livio Fonzaga che al microfono di Radio Maria ha detto qualcosa per me di terribile, cioe’ che pur ammettendo che I vaccini siano composti con cellule di feti abortiti siccome non c’e’ alternativa allora risulta moralmente lecito farsi il vaccino.Per me una cosa di questa e’ orribile per un cattolico.Bisogna ricordare I martiri che hanno dato la vita per Gesu’ Cristo, secondo il ragionamento di Fonzaga, siccome I martiri non avevano alternativa alla morte se non abiuravano, allora per non morire era moralmente lecito abiurare e rinnegare Gesu’ Cristo.Per me non funziona cosi’

    • Donna ha detto:

      L’ho sentito anche io (registrazione da YouTube ) e sono rimasta basita. Per quanto mi riguarda questa volta non posso assolutamente condividere il pensiero del direttore di Radio Maria, e spero legga questo illuminante e magistrale articolo, sopratutto le risposte della Acker, e rifletta.

    • Gabriela Danieli ha detto:

      Ringrazio anch’io di cuore la Dott.ssa Pamela Acker per la limpida esposizione dei fatti della ricerca scientifica e per aver messo in luce la Dottrina del vero Magistero della Chiesa Cattolica.
      Un grazie anche a Tosatti per averlo pubblicato sul suo sito.
      Cara Francesca,concordo con te, e spero tanto che qualcuno possa ammonire Padre Livio, esortandolo a seguire l’esempio di questa dottoressa che ha ribatito con coraggio la VERITÀ.
      Purtroppo, viviamo in un periodo di grande confusione nella Chiesa, dove troppi sono i sacerdoti vittime dell’errore che diffondono una DOTTRINA DIVERSA da quella di Cristo, fino a far passare per moralmente leciti questi pseudo-vaccini contaminati dal peccato dell’aborto.
      Come cristiana e come militante del movimento “Con Cristo Per la Vita”, chiedo cortesemente il permesso di rivogere a tutti i pastori della Chiesa Cattolica questo mio accorato appello:

      “Cari Pastori, sulla questione dei vaccini illeciti, perché mRNA, perché non testati, perché contaminati dall’aborto e perché sono solo il primo passo verso il marchio della bestia, vi esorto caldamente a porre attenzione al Vero Magistero della Chiesa ribadito più volte da papa Benedetto XVI, con documenti come “DIGNITAS PERSONAE o DONUM VITAE”, o col suo importante DISCORSO rivolto agli OPERATORI SANITARI PER LA PASTORALE DELLA SALUTE il 17 novembre 2012.
      Perché permettete a tanti lupi rapaci, vestiti da agnelli, di introdursi fra il gregge a portare morte e distruzione?
      O Pastori della santa Chiesa di Dio, quant’è grande la vostra responsabilità!
      Perché continuate sulla strada della divisione dall’unico Papa legittimo, che il 27-2-2013, ha DICHIARATO UFFICIALMENTE di ESSERE ANCORA LUI IL PAPA LEGITTIMO, IN QUANTO L’UNICO DETENTORE del MUNUS PETRINO MAI REVOCATO? (min.14)
      https://youtu.be/dLiGTk3YunY

      Nell’ odierna oscurità scesa sul mondo e sulla Chiesa, non ci si dovrebbe orientare verso la Verità del Vangelo che Gesù Cristo ha affidato alla CHIESA GERARCHICA, cioè al PAPA LEGITTIMO e ai Vescovi uniti con lui?
      Gesù non ha affidato il deposito infallibile della fede ai teologi o ai singoli Sacerdoti o ai singoli Vescovi.
      Ma solo ai Sacerdoti e ai Vescovi uniti col SUCCESSORE DI PIETRO.

      Cari sacerdoti e vescovi, perché ancora oggi, vi ostinate a non riconoscere e a non ubbidire al VICARIO di CRISTO (Benedetto), ma piuttosto ascoltate e diffondete una Dottrina contraria al Vangelo di Cristo, trascinando un grande numero di fedeli sulla strada dell’ERRORE?
      🔵 Voi dovete proclamare a tutti che Gesù ha costituito UN SOLO PIETRO quale FONDAMENTO della sua CHIESA e CUSTODE INFALLIBILE della VERITÀ.
      Perché chi non è col Papa NON PUÒ RESTARE NELLA VERITÀ.
      Le seduzioni del Maligno sono diventate così insidiose e pericolose che riescono a ingannare chiunque.
      Vi cadono anche i buoni.
      Vi cadono anche i teologi, i maestri e i sapienti.
      Vi cadono i Sacerdoti e anche i Vescovi.
      🔴 NON CADRANNO MAI quelli che riconoscono il Papa INFALLIBILE STABILITO DA GESÙ CRISTO, e obbediscono a lui e SOLO ai SACERDOTI e VESCOVI a lui uniti!

      Coraggio dunque cari vescovi e sacerdoti fedeli al vangelo di Cristo! Uscite allo scoperto!
      E non abbiate timore di nulla.
      La Madonna vi chiama a raduno per la grande battaglia finale.
      Lei è la condottiera di questo piccolo esercito a Lei consacrato.
      E siate pieni di gioia, perché il trionfo del Suo Cuore Immacolato è già in voi incominciato!

  • GMZ ha detto:

    Circa l’aborto,
    Mi permetto di segnalare il recente, triste caso della giovane radicale argentina che è deceduta a seguito di un aborto (primo caso registrato dopo la legalizzazione della nefanda pratica in Argentina):
    https://www.lifesitenews.com/news/young-pregnant-pro-abortion-leader-in-argentina-dies-after-legal-abortion

    C’è proprio da chiedersi se qualcuno dei suoi sodali di partito si sia fatto l’esame di coscienza, a questo punto…
    Ossequi.

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Mi permetto di pubblicare qui, a vantaggio di chi si sentisse obbligato dal datore di lavoro a fare il vaccino, questo testo pratico messo in rete dal professor Citro.

    Fatene uso e diffondete.

    IMPORTANTE!!!! DIFFONDETE
    Leggete con estrema attenzione: messaggio del dottore Citro per evitare vaccini Obbligatori. Riguarda tutti. Non solo medici

    Cari Colleghi,

    in merito al Decreto Legge del 1/4/21, art. 4 sulle vaccinazioni, ho sentito il gruppo di Avvocati “Libera Scelta 2021” che consigliano quanto segue.

    Qualunque avviso vi arrivi per essere vaccinati deve avvenire per PEC o per raccomandata (si consiglia di ritirarla al 28° giorno per prendere tempo). Non date risposta a messaggi o telefonate. Prendete in considerazione solo PEC o raccomandate. La strategia è agire solo quando si è chiamati e prendere più tempo possibile.

    Se siete dipendenti USL o convenzionati con USL, non fate niente finché non arriva una richiesta formale. Una volta esaminata la richiesta, rispondete che prima di essere vaccinati è vostro dovere eseguire tutti gli accertamenti per escludere un “pericolo per la salute” (art. 4. comma 2), che può essere ad esempio una patologia autoimmune o una predisposizione alla trombosi. Questo è per prendere tempo (considerate che se il decreto viene convertito in legge non sarà prima di giugno) e che tutto scade comunque al 31 dicembre, quindi più si va in là, meglio è.

    Fra gli accertamenti generali (più ne fate e più tempo prendiamo), chiedete anche la sierologia per SARS-CoV-2 quantitativa (non solo qualitativa) e il sequenziamento del virus nelle feci (indispensabile per escludere la cronicizzazione, anche se non può escludere l’eventuale integrazione virale nel DNA). Fate anche la sierologia completa (IgG quantitative) per: EBV (EBNA e VCA), CMV, VZV, HSV 1 e 2, HHV6, Morbillo, Parotite, Rosolia, HBV, HCV, HIV. Può esserci interferenza virale fra loro e il vaccino. Ricordate che un virus è riattivato se le IgG superano di almeno 10 volte il cutoff.

    Non ci si può appellare alla privacy dei dati, dei quali la USL è già in possesso.

    Chi ha già disordini del sistema immunitario (allergie, autoimmunità, tumori, leucemie e quant’altro) si farà fare l’esenzione dal Collega della Mutua.

    Se siete liberi professionisti, aspettate che l’Ordine richiami, a quel punto si farà la diffida preventiva sui dati personali. Poi si chiederanno gli accertamenti clinici di cui sopra.

    Per tutti: nessuno deve firmare il consenso libero e informato (senza il quale non si può essere vaccinati) perché, essendo soggetti a costrizione, non è più libero e firmarlo sarebbe un falso. Quindi, gli Avvocati stanno preparando un documento da far firmare a chi deve iniettare il vaccino (che egli dovrà sottoscrivere) che dovrà garantire che al vaccinato non capiterà nulla di patologico nell’immediato e nei prossimi dieci anni. Il vaccinante dovrà spiegare perché il vaccino è ritenuto sicuro e allegare studi pubblicati a sostegno della sua tesi (studi che nel frattempo saranno esaminati anche dal convocato, per escludere conflitti d’interesse che li inficiano). Il vaccinante si assume la responsabilità civile dell’eventuale risarcimento (lo scudo è solo penale, non civile).

    Se si è obbligati dal datore di lavoro (USL o privato), gli Avvocati comunicheranno all’interessato che sta violando l’art. 610 del c.p. e che, insistendo, sarà denunciato in penale per violenza privata.

    Nel caso in cui venga attivata la procedura di cui all’art. 4 comma 6 e ss, gli Avvocati avvieranno la procedura d’urgenza ex art 700 cpc.

    Siete comunque assistiti passo a passo dai nostri Avvocati. Per qualsiasi comunicazione: liberascelta2021@libero.it

    Appena avrò altre notizie, le comunicherò a tutti.

    Cari saluti

    Massimo Citro

  • Gigione ha detto:

    Grazie di cuore alla Dott.ssa Pamela Acker per la limpida esposizione dei fatti della ricerca scientifica ed il collegamento con la dottrina della Teologia Morale ed a Tosatti per averlo pubblicato sul suo sito.
    Trovo che sia un esempio di carità verso gli uomini che sono alla ricerca della Verità.
    Sono nella fascia di età dei prossimi vaccinandi (i miei coetanei ed amici di lunga data stanno tutti correndo a prenotarsi) e le mie perplessità scientifiche e morali sono state risolte in maniera definitiva da questo articolo.
    Aggiungo che questo correre a vaccinarsi ora mi appare come un “cadere in tentazione”

  • Veronica Cireneo ha detto:

    Saputo del fatto che i vaccini sono coltivati su tessuti di feti abortiti vivi al 5′ mese, a cui vengono estratti gli organi senza anestesia, contorcendosi dal dolore, il dilemma, fare non fare il vaccino, almeno per un cristiano non dovrebbe più porsi, anche tralasciando tutti gli altri infiniti motivi che fanno credere al non senso della sua presunta utilità.

    Eppure si sa di molti di loro che lo hanno già fatto.
    Che non lo sappiano?

    Ben venga quindi la massima diffusione di queste informazioni.

    E se lo sanno e sono incerti, si pongano la domanda:”Farebbe Gesù su di sé un vaccino contenente feti abortiti?
    Grazie dottor Tosatti

    • norma ha detto:

      non trovo più vari commenti a questo articolo e ne trovo solo due. Comunque in un commento veniva spiegato come trovare nel buggiardino dei vaccini Astrazeneca e Pfizer lindicazione che contengono questi feti sopracitati. Io ho cercato nei bugiardini ma non trovo l’esatta denominazione. Sarei grata se qualcuno me lo indicasse. Grazie dottor Tosatti

      • Veronica Cireneo ha detto:

        Purtroppo qui non si possono allegare screenshot.
        Ma ascolta questo video.
        Questa ragazza, bugiardino alla mano, lo descrive.

        Guarda “Foglietto illustrativo vaccino ASTRAZENECA, Prodotto in cellule humana da un bambino abortito ,OGM” su YouTube
        https://youtu.be/8GUMYS6cd_A