L’Eroe Dimenticato di quel 18 Aprile della Nostra Libertà. Luigi Gedda.

18 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, l’avvocato Giovanni Formicola offre alla nostra memoria e riflessione questo ricordo di un 18 aprile di molti anni fa, che sancì l’ingresso del nostro Paese in un reale regime di democrazia e di libertà. Quella stessa di cui veniamo privati, ormai quotidianamente, da piccoli golpe successivi compiuti da quello che dovrebbe essere il garante della Costituzione, sotto vari pretesti, e dall’invasione di campo, ormai senza limiti né pudori da parte della casta della magistratura, onnipotente al di là di ogni controllo, nel campo della politica. Povero, sventurato Paese nato dal quel 18 aprile. Buona lettura.

 

§§§

 

Dimenticato. Soprattutto da chi ne ha beneficiato guadagnandosi una rendita politica pluridecennale, spesa e poi dissipata nel modo più indegno e infame. Il 18 aprile non è mai stato festeggiato, mentre tra sette giorni sarà di nuovo celebrato (per fortuna stancamente) il divisivo 25 aprile, da sempre matrice di violenze.
Per non dimenticare e provare a celebrare, da “Lo stradario ideale”di Maurizio Brunetti, un breve ritratto di Luigi GEDDA, l’artefice del 18 aprile 1948, quando l’Italia con un’insorgenza civile “elettorale” respinse il socialcomunismo che già a pochi metri dall’Italia, ai confini con Trieste, massacrava, impoveriva, imprigionava.

“Luigi Gedda, […] non è retorico affermare che ci troviamo dinanzi a un uomo dalla statura morale gigantesca.

“Nato a Venezia nel 1902, medico esperto di genetica e autorità internazionale nel campo della gemellologia, fu il principale artefice dei Comitati Civici fondati due mesi prima delle elezioni del 18 Aprile 1948. Fu grazie a questi che si riuscì a battere il Fronte Popolare guidato dal Partito Comunista Italiano. Non ci si può fare illusioni: l’Italia sarebbe oggi in compagnia dei paesi dell’Est a leccarsi le ferite dovute a vari decenni di regime comunista, se non fosse stato per quei cinque milioni di voti che si riversarono nel 1948 sulla DC grazie alla mobilitazione capillare del mondo cattolico da parte dei Comitati Civici di Luigi Gedda.

“Qualche lettore tra i più giovani, pur ammettendo di dovere forse a Gedda la libertà che ha oggi di leggere questo quotidiano, potrebbe storcere il naso scambiando Luigi Gedda per un connivente di quella cricca di potenti che nel corso di cinquanta anni non hanno neanche tentato di arginare né la scristianizzazione dell’Italia sancita emblematicamente dalla legalizzazione del divorzio e dell’aborto, né l’occupazione dei centri di potere culturale da parte della sinistra.

“No: Luigi Gedda rifiutò la candidatura al Senato che la DC volle offrirgli. Leggiamo dalle sue Memorie che gli sembrava «più opportuno guidare una struttura politica non partitica capace di garantire una efficiente presenza e controllo dei cattolici sulla moralità della vita politica».

“Come andò a finire? Molti esponenti democristiani – preoccupati per l’esistenza di uno strumento che avrebbe potuto ostacolare e controllare l’attività del partito – si diedero da fare per i ridurre i Comitati Civici a mero comitato pre-elettorale, di cui peraltro a partire dal 1954 la DC di Amintore Fanfani non sentì più la necessità.

“È illuminante la testimonianza di Luigi Gedda, che spiegava: «Fra i Comitati Civici e la DC c’era una divergenza di fondo». L’anticomunismo – imperativo morale per i primi – era ritenuto perdente dalla seconda: «La dirigenza DC credeva che il comunismo avrebbe ineluttabilmente conquistato il potere e che il problema era dunque quello di cercare fin da subito forme di coesistenza col futuro vincitore»”.
Una conferma da parte dei ripudiatori della grande vittoria del 18 aprile.

«Il modernismo non ha creato “ordini religiosi” ma un partito politico, la democrazia cristiana» (A. Gramsci, Quaderni del carcere, cit., vol. II, p. 1384), cioè, «modernismo significa politicamente democrazia cristiana» (ibid., p. 1305). «Il cattolicismo democratico fa ciò che il comunismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida. […] Perciò non fa paura ai socialisti l’avanzata impetuosa dei popolari […]. I popolari stanno ai socialisti come Kerensky [Alexander (1881-1970)] a Lenin» (A. Gramsci, I popolari, in L’Ordine Nuovo, anno I, n. 24, 1-11-1919, in L’Ordine Nuovo. 1919-1920, Einaudi, Torino 1954, p. 286). Commento a questo giudizio di Gramsci è in un’intervista rilasciata dall’on. Ciriaco De Mita al Corriere della Sera (23-8-1999), nella quale l’autorevole esponente democristiano, facendo eco quasi letterale, non so quanto consapevolmente, alla tesi di un vecchio democristiano francese, Georges Bidault (1899-1983), dichiara che «quando gli storici si occuperanno di fatti e non solo di propaganda spiegheranno che il grande merito della DC è stato quello di avere educato un elettorato che era naturalmente su posizioni conservatrici se non reazionarie a concorrere alla crescita della democrazia. La DC prendeva i voti a destra e li trasferiva sul piano politico a sinistra». Qualche anno dopo, un noto intellettuale cattolico-democratico, il professor Pietro Scoppola (1926-2007), in un intervento a margine della trascrizione e pubblicazione del colloquio che aveva avuto nel 1984, insieme con Leopoldo Elia, con Giuseppe Dossetti e Giuseppe Lazzati, avrebbe ulteriormente – ed autorevolmente – confermato questa tesi sull’azione e l’identità politica autentiche della DC: «In sostanza, la Dc ha sempre raccolto un elettorato prevalentemente moderato, che è stato tuttavia coinvolto in una politica prevalentemente diretta (tranne alcune parentesi) ad un ampliamento verso sinistra delle basi di consenso alla democrazia e alla funzione di governo» (P. Scoppola, Dossetti dalla crisi della Democrazia cristiana alla riforma religiosa, in A colloquio con Dossetti e Lazzati, cit., pp. 115-135 [p. 132]).

Io non dimentico.
Salute a voi

§§§




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK

cercate

seguite

Marco Tosatti




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , ,

Categoria:

10 commenti

  • Iginio ha detto:

    Premesso che io Gedda l’ho conosciuto personalmente quando lui era novantenne e io venticinquenne, nell’articolo ci sono due imprecisioni:
    1. la democrazia cristiana di cui parlava Gramsci non c’entrava niente con quella nata negli anni Quaranta; e non è vero che tutta la DC fosse per l’alleanza coi comunisti;
    2. Bidault poi venne detestato dalle sinistre sia perché nel 1948 appoggiò la DC italiana contro il Fronte Popolare socialcomunista, sia più tardi perché nel 1962 fu contro l’indipendenza dell’Algeria (e quindi si scontrò con De Gaulle – peraltro anch’egli bestia nera delle sinistre sia pure per altri motivi – al punto da finire in esilio, in certi periodi perfino in clandestinità).

  • 👀 ha detto:

    passatemi questa cattiveria,
    on. De Mita/James Martin S.J,🤢 ma
    😁😁😁
    Dott. Gedda/Papa Bergoglio😇 ma
    😕😕😕

  • ulisse ha detto:

    Le elezioni del 1948 furono decisive per l’Italia, si trattava di decidere da che parte stare.
    Ci fu una mobilitazione da parte di papa Pio XII e naturalmente del dott. Gedda e i Comitati Civici, anche l’Azione Cattolica, vescovi e parroci.
    Ricordo il manifesto con la scritta NELLA CABINA DIO TI VEDE STALIN NO!
    Fondamentale fu l’apporto dei Gesuiti in particolare di padre Riccardo Lombardi che fu detto IL MICROFONO DI DIO ma anche tanti altri gesuiti si impegnarono per salvare l’Italia dal comunismo e ci riuscirono.
    Ora è curioso che padre Federico Lombardi che è nipote del Riccardo succitato e del giurista Gabrio Lombardi, nonno il senatore del Regno Luigi. Perbacco, ma in effetti la signorilità di padre Federico è stata sempre evidente, aveva la stima di tutti gli addetti stampa.
    Da gran signore non ha mai detto una parola ma dopo aver così bene servito Benedetto XVI avrebbe dovuto essere ancora più felice di servire un papa confratello ed invece ha preferito tornare a servire la Fondazione Joseph Ratzinger Benedetto XVI. Laureato in matematica, interessante.
    L’Italia sconfitta in guerra è distrutta dai bombardamenti e peggio ancora dilaniata da un lotta civile tra Italiani fu salvata dalla azione concorde di Alcide De Gasperi e del ministro del Tesoro e poi Governatore della Banca d’Italia Luigi Einaudi e poi Presidente della Repubblica con le benedizioni del papa Pio XII.

    Sapete cosa mi intriga nella situazione attuale?
    Mario Draghi nel ruolo di De Gasperi, Sergio Mattarella nel ruolo di Einaudi, la ministra della giustizia Marta Cartabia hanno dimostrato di essere in ottimi rapporti personali con i Gesuiti, il ministro della Economia altro dicastero fondamentale del veneto Daniele Franco da Bankitalia quindi mi ricorda anche lui Einaudi ecco mi sembra che di nuovo si tratti di ricostruire l’Italia dai bombardamenti del virus, questa similitudine mi fa sperare.
    Vi è però una differenza che mentre allora il papa Pio XII li benediva ed appoggiava ora mi sembra che il papa attuale si sia estraniato e non supporti con convinzione il loro operato. Qualche dubbio anche sul Generale dei Gesuiti padre Arturo Sosa Abascal nato a Caracas che mi sembra piuttosto assente come sembra anche assente dalla situazione disastrosa della sua stessa patria Venezuela a meno che preferisca agire prudentemente in silenzio sotto traccia.
    Conosco e stimo, anzi sono molto affezionato a tanti gesuiti e pure amicizie con persone nate o residenti a Caracas spero che anche questo abbia un significato positivo.
    Sperare non costa e fa vivere meglio.

  • Marco ha detto:

    Ricordo da giovane che c era un prete singolare che noi ragazzi ,frequentanti il circolo di azione cattolica, provocavamo con battute ad effetto sulla situazione politica degli anni ’70 notoriamenti egemonizzati dalla cultura marxista e ricordo che spesso diceva se volete eliminare il partito comunista, ovviamente in senso metaforico ,bisogna eliminare la.democrazia cristiana (elettoralmente) e questo lo ripeteva anche nella stessa sezione della DC che spesso frequentava per via del televisore tanto che alla fine gli consegnarono un biglietto in cui lo invitarono a non
    frequentare piu la sezione essendo persona sgradita.
    Questo prete si chiamava.Don Vincenzo morto ultranovantenne . Se tra i frequentatori del blog c e qualcuno che conosce questa storia me l ho puo attestare.
    Grazie all avvocato formicola col suo articola mi ha riportato alla mente questo simpatico personaggio della mia giovinezza che noi ragazzi facevamo oggetto dei nostri lazzi scherzosi giovanili.

  • Chedisastro ha detto:

    L’articolo mi ha fatto ricordare le riunioni di mio padre al Comitato Civico, un particolare che avevo quasi dimenticato.
    Povero papà, votava DC perché fieramente anticomunista…

  • greg ha detto:

    Grande Gedda. Grande quanto ha fatto. Ma da quanto scrive l’Avvocato Formicola emerge con chiarezza che la visione di Gedda e quella dei cosiddetti dirigenti DC era diametralmente opposta. Gedda credeva nella democrazia e nel voto popolare, mentre la cosiddetta DC intendeva formare una nomenclatura che fosse di riferimento a se stessa, considerando il voto popolare come una formalità da evitare come la peste. Nomenclatura che ha sempre ammirato i regimi totalitari, perché, anche se formalmente democratici, normalmente considerano ininfluente il voto popolare.

  • Enrico Nippo ha detto:

    De Mita/Bidault:

    “Il grande merito della DC è stato quello di avere educato un elettorato che era naturalmente su posizioni conservatrici se non reazionarie a concorrere alla crescita della democrazia”.

    Forse sarebbe il caso di correggere: il grande demerito del DC et. etc.

    E dire che si sono ancora schiere di cristiani non convinti che lo schifo in cui siamo impanati non sia un prodotto della democrazia.

    • Enrico Nippo ha detto:

      non convinti che lo schifo in cui siamo impantanati sia un prodotto della democrazia.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    È l’eterno cruccio – e magra consolazione – che accomuna i comuni mortali, di ogni epoca, che non si rassegnano allo strapotere di “nani” che si reputano statisti di rilevanza storica e dalla “statura morale gigantesca “: vivere confidando nell’obiettivo giudizio di storici dei tempi futuri ( e maturi) circa i fatti reali e non la propaganda a proprio uso e consumo portata avanti da mezzecalzette e mistificatori.