Del Pozzo: Oggi Dante Alighieri Difficilmente Troverebbe un Editore….

27 Marzo 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Luca Del Pozzo compie una riflessione molto interessante e politicamente scorretta sul tradimento di Dante perpetrato nel giorno in cui si voleva ricordarlo. Buona lettura.

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Doveva succedere, prima o poi. Ed è puntualmente accaduto. Parliamo della notizia relativa all’ultima (per ora) vittima della cancel culture cosiddetta: nientemeno che il Sommo Poeta. Già perché anche Dante – lo ha raccontato da par suo Tempi (e pochi altri)  – è finito nel mirino dei gendarmi del politicamente corretto ben acquartierati ormai praticamente ovunque.
E non solo in Olanda e Belgio, dove nella nuova traduzione dell’Inferno Maometto non compare più in ossequio all’islam (e fin qui, transeat; per altro dopo decenni di martellamento che l’inferno è vuoto – tranne ovviamente che per i fabbricanti di armi, i capitalisti avidi, i banchieri famelici e, in cima alla lista, chi non rispetta l’ambiente –  aveva senso che ci restasse Maometto? Eddai …); ma anche dove meno te l’aspetti, cioè nella sua patria (nemo profeta…).
Basta dare un’occhiata a come Repubblica e Corriere della Sera (per citare i due maggiori quotidiani) hanno apparecchiato le celebrazioni in occasione del Dantedi’, nel secondo caso addirittura con un’intervistona al presidente della Repubblica francamente deboluccia; per tacere del trattamento riservato all’Alighieri da attori e gente di spettacolo a vario titolo, nani e ballerine che (stra)parlano in tv o sui social.
Tutti dimenticando o facendo finta di dimenticare (buona la seconda, direi) che Dante era l’esatto contrario di certe raffigurazioni sdolcinate e mielose buone al massimo per qualche santino, posto che oggi probabilmente anzi sicuramente farebbe fatica anche solo a trovare un editore disposto a pubblicarlo tanto “scorretta” era la sua visione del mondo e della vita che oggi verrebbe tacciato in un colpo solo di essere islamofobo, omofobo, monarchico teocratico e, peggio mi sento, un cattolico retrogrado e ottuso.
Ma, appunto, era la sua visione del mondo, che va inquadrata e compresa nel contesto storico in cui è vissuto, il glorioso Medioevo (ripeto, glorioso Medioevo, comprese le crociate), la cui cifra essenziale era l’impossibilità di scindere vita e fede (poi è arrivato Lutero, e sappiamo com’è andata a finire).
E a proposito di fede: il fatto stesso che Dante abbia tripartito la Commedia in Inferno, Purgatorio e Paradiso la dice lunga anche su quanto debba suonare “scorretto” alle orecchie di certa omiletica e narrativa ecclesiale (tacciamo della teologia) che vanno oggi per la maggiore, attente come sono alle cose di quaggiù più che a quelle di lassù. Tanto è vero che i Novissimi sono praticamente spariti dai radar della chiesa della misericordia cosiddetta, lasciando il posto a migranti, ambiente, giustizia, poveri. Tematiche senza dubbio importanti, intendiamoci; che però sono tematiche squisitamente politiche, e in quanto tali secondarie (leggi bene: secondarie, non assenti) rispetto al proprium dell’annuncio cristiano. Insomma prima il cielo, poi la terra. O smetti di essere chiesa per diventare una realtà umana e basta come tante.
Oggi come ieri e come domani la domanda – e la Pasqua che si avvicina è un’ottima occasione per rifletterci sopra – resta la stessa: Cristo ha patito quello che ha patito lasciandosi letteralmente maciullare così, giusto per essere un po’ più umani, più solidali, più uniti in un afflato universale, più giusti, più rispettosi della natura, ecc.; o non piuttosto perché dopo la morte esiste sul serio qualcosa di veramente orribile, come reale possibilità per ogni uomo?
Di certo Dante non avrebbe avuto dubbi su cosa rispondere. E la sua opera immortale ne è una fulgida testimonianza. Ecco perché, come recita in chiusura la recente Lettera apostolica “Candor lucis aeternae” (la cui eco tuttavia sembra essere già scemata), “la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere, finché il nostro cuore non avrà trovato la vera pace e la vera gioia, finché non arriveremo alla meta ultima di tutta l’umanità, «l’amor che move il sole e l’altre stelle» (Par. XXXIII, 145).”.
Luca Del Pozzo

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11 commenti

  • renato ha detto:

    Certo che dante non troverebbe alcun editore che, in base al politicamente corretto , publicherebbe la Divina commedia ai nostri dì in cui ogni vagito celebra l’ assolutezza dell’ Io e della sua incondizionata libertà autoreferenziantesi. In dante non si celebra l’uomo ma lo si segue nelle fasi di peccatore .di purificazione e ai vari gradi di beatitudine espresso a seguire nelle tre diverse cantiche dantesche. A dante non interessa, come lo si evince dalla lettura dell’ inferno, condannare il peccatore , nei confronti del quale dimostra humanitas e pietas ( brunetto Latini, corso Donati, Paolo e francesca , ma il peccato che oggi si ha tendenza a deteologizzare .

  • Sergio Russo ha detto:

    Non gli rimarrebbe che pubblicare su Amazon: è gratuito, decide tutto lui, titolo e prezzo, e non dovrebbe rendere conto a nessuno…

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Temo che se si trovasse a vivere oggi, con questi chiari di luna, rischierebbe la scomunica…

  • alessio ha detto:

    Dante ci dà grande speranza , perché
    se è in paradiso Cunizza da Romano ,
    ce la possiamo fare proprio tutti .

  • RobinHood ha detto:

    L’editore lo troverebbe , è il distributore ,tipo Amazon, che non troverebbe . Chiedete a Silvana deMari…

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ormai tutto cambia. Anche le Opere di Misericordia, non solo la Divina Commedia ( che tutto sommato sarebbe il meno male). Ma se “Infirmum visitare ; mortuum sepelire” è diventato “Vivum vaccinare; mortuum cremare” che di peggio possiamo aspettarci?????

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro S.Curiale Emerito,
      non sarebbe il male minore perchè Dante ci aveva avvisato per tempo dei guai che sarebbero derivati dal desiderio dell’oro ( compresi quelli da te indicati ):
      ” La gente nova e i sùbiti guadagni orgoglio a dismisura han generato…” (Div.Com. canto XVI Inferno).
      Naturalmente si rivolgeva a Firenze, oggi si rivolgerebbe all’EU che spaccia i vaccini per elisir di lunga o eterna vita e
      che alle onoranze funebri preferisce la soluzione “ecologica” del ” compost”.

  • gionata ha detto:

    poichè conosco Dante e la Divina Commedia , ben immaginando CHI metterebbe oggi all’inferno il divin poeta , faticherebbe a trovare un editore , senza dubbio.

  • CaioMario ha detto:

    scusi , Dante Alighieri è quel poeta che ha plagiato le opere del sommo Roberto Benigni ?

  • EGT ha detto:

    guardi , un editore lo troverebbe senza dubbio : FEDE &CULTURA di Giovanni Zenone , EGT