Lettera al Papa, e ai Vescovi: Pensate alla Comunità dei Cristiani

20 Marzo 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, da un amico fedele del blog, Vitantonio Marasciulo, direttore de Il Borgo Mensile, di Monopoli, riceviamo questo contributo appassionato, sotto forma di lettera al Pontefice e ai vescovi. Buona lettura. 

§§§

Bergoglio contro il clericalismo?

La chiesa non troverà mai la quadra se non porrà in primo piano la comunità dei cristiani

 

Lo dico subito senza mezzi termini. La crisi che vive la chiesa non è una crisi è la madre delle crisi. Cosa si può fare di radicale? Lo dico altrettanto subito. Occorre ritornare alle verità delle prime chiese cristiane, la cui comunità aveva un ruolo di primo piano, salvo l’amministrazione dei sacramenti. La crisi della comunità dei cristiani è oggi più che mai evidente e viene da lontano. I valori che il politicamente corretto, come la ribellione per tutto ciò che riguarda Cristo e la chiesa, sono una realtà ormai consolidata.  In questo disorientamento generale è normale che il parroco o il vescovo non reggano la pressione di una umanità fuori di sé.  Fanno fatica a sopperire i tanti vuoti e soprattutto a colmare un secolare errore, d’ aver relegato la comunità di Cristo a ruolo marginale. I fedeli (sì) sono tenuti in considerazione, ma per lo più sulla carta, i fatti invece stentano a decollare per il clericalismo.  Non vi è insomma contatto vivo con il popolo dei sofferenti, dei giovani, dei deboli, degli scartati, degli anziani, delle famiglie in crisi, e se c’è, è circoscritto a pochi. Gli Atti degli Apostoli sono lettera morta.

La missionarietà e la chiesa in uscita tanta cara a Bergoglio, sono concetti che apparecchiano per lo più la lingua. I parroci sono diventati, loro malgrado, dei funzionari del sacramento, autoreferenziali, non per vocazione, ma spesso per autodifesa. Eppure sanno che senza la comunità di Cristo la chiesa che amministrano non avrebbe senso.

Sul banco degli imputati è l’impostazione che il sistema organizzativo ecclesiale si è dato: verticistica, gerarchica, burocratica, politica. La virtù della “sussidiarietà circolare” fa solo capolino nell’eccezione. Perché se solo ci fosse vi sarebbero comunità parrocchiali più animate di Spirito Santo, più unite, più pronte al sacrificio e dunque protagoniste senza tornaconti nell’organizzazione parrocchiale. Tra l’altro la responsabilità dei laici è prevista dal Concilio Vaticano II, ma lungo gli anni si è sviluppata una chiesa – potere.

Credo che la chiesa così come è burocratizzata e verticistica, non troverà mai la quadra, se continuerà a snobbare la comunità dei cristiani.  Succede che coloro che hanno il coraggio di affrontare i parroci o il vescovo, sapete che trattamento ricevono? Sono indesiderati perché sono d’inciampo. Questo è potere clericale.  Al primo Concilio di Gerusalemme, Paolo non le mandò a dire a Pietro e a Giacomo. Eppure in quel consesso si trovò la quadra per organizzare la chiesa in uscita e annunciare la salvezza non solo ai Giudei, ma anche ai Gentili.  Ci fu insomma la virtù della sussidiarietà circolare e dunque l’operosità dello Spirito Santo, ciò che manca oggi nelle parrocchie.

Il vescovo, mons. Giuseppe Favale della diocesi di Conversano-Monopoli e i parroci di Monopoli, sanno che nelle chiese la partecipazione dei fedeli è in buona percentuale concepita come una partita di calcio. C’è agonismo, uno sgomitarsi per la visibilità. Si vuole fare Goool con la presenza nelle letture, nel servizio, nelle assemblee. Finanche nelle preghiere. Tutti vogliono apparire, presenziare, servire. Questa energia non è un male in sé, ma diventa tale in un contesto in cui la chiesa burocratizzata si fa sistema di potere, venato di cultura modernista-progressista volta a incoraggiare gli agonismi fra di loro, fra le parrocchie e fra i fedeli.

Signor Vescovo Giuseppe Favale, signor mons. Vito Fusillo, 78 anni, Vicario Generale della diocesi, è vero o non è vero che i parroci, non tutti per carità, presi come sono nelle faccende interne, non hanno più il tempo di ascoltare i fedeli? Sapete che la comunità dei cristiani non vive più la chiesa, ma va verso altre chiese e soprattutto vive le “chiese” rappresentate dalla liturgia di internet, instagram, facebook, youtube, tik tok, chat, cellulari.  Alla luce di ciò un cambio di passo per combattere il clericalismo nella sua diocesi e favorire maggiore forza organizzativa alla comunità dei cristiani è quanto mai cosa buona e giusta. Che cosa afferma a riguardo?

Vi è un’altra realtà che non torna. Il Vicario Generale della diocesi amministra l’ufficio legato all’organizzazione dei sacerdoti e dei beni mobili e immobili.  Non so se il monsignore 78 enne abbia amministrato con giustizia, so solo che il suo operato è discusso. Signor vescovo Favale mi permetta, si parla tanto di clericalismo. Non le pare che Monopoli e la diocesi meriti un nuovo Vicario Generale che sia in linea con la chiesa di Bergoglio, più povera e in uscita – missionaria…? In sintonia con lo Spirito Santo sceso su di lei nel momento della consacrazione episcopale.  Personalmente ho pregato quel giorno, partecipando alla liturgia. L’ho fatto perché potessi riconoscere in lei l’autorità che viene dall’alto (Episcopus), rifacendomi all’esperienza di Natanaele che rimase confuso quando Gesù gli disse “Bisogna rinascere dall’alto”.

Quanto fin qui detto sono premesse e al tempo stesso i motivi per i quali il pontefice argentino ha indetto il Sinodo dei Vescovi Italiani per l’ottobre 2022.  Francesco ha colto e non da oggi, la crisi al suo interno, che viene da lontano. L’ha indetto per combattere come detto il clericalismo e dar vita alla chiesa in uscita. Dopo tanti messaggi di contenuto spirituale-missionario ha colto che c’è bisogno di una nuova organizzazione ecclesiale. Che la chiesa non può essere questa, ma col grembiule come direbbe la buonanima di quel santo uomo di Dio, mons. Tonino Bello, come tante volte, tra l’altro, proclamato dallo stesso mons. Favale, ma a conti fatti, sono parole al vento.

Vi è una domanda da fare: potrà il Sinodo dei Vescovi sciogliere i nodi della crisi della chiesa?

Personalmente ho delle perplessità. Tuttavia le premesse di preparazione al Sinodo lasciano sperare, ma al tempo stesso procurano zone di riserva. Speranza, perché ultimamente il papa ha fatto una reprimenda sia alla destra che alla sinistra ecclesiastica, affermando a chiare lettere che lo spirito del Sinodo è quello del Concilio Vaticano II, che non va negoziato, chiudendo la strada alle interpretazioni, sebbene lo stesso pontefice sudamericano abbia tendenze progressiste, vedi aperture alle Unioni Civili e il presunto sostegno a Biden a danno di Trump. Ancora, l’ambiguità dell’ecologia integrale. Il riferimento è all’idolo amazzonico Pachamama ricevuto in Vaticano in pompa magna, che striderebbe con quanto riportato nella lettera enciclica “Laudato Si”. (leggesi articolo a pag. 3 dal titolo “Chi sono i fautori del male”). A parte quanto riguardante l’amministrazione della Curia Romana.

In tutti i modi c’è aria di rivoluzione per la chiesa italiana. Che non sia però un monolitico progressista. Ma che trionfi l’onestà dello Spirito Santo, spirito creativo di comunione e non spirito interpretativo, razionale.

L’altra speranza, si ascrive al fatto che papa Bergoglio tempo fa ha affermato: “Che questo è il tempo per essere artigiani di comunità aperte che sanno valorizzare i talenti di ciascuno. È il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate, che non cerchino rilevanza e tornaconti, ma percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è al margine. È il tempo di comunità che guardino negli occhi i giovani delusi, che accolgano i forestieri e diano speranza agli sfiduciati. È il tempo di comunità che dialoghino senza paura con chi ha idee diverse”. E perché, Santità, lei usa ancora il linguaggio scomunica?

Caro Papa come puoi realizzare questo progetto se è la stessa chiesa burocratica e autoreferenziale a foraggiare lo scollamento fra i parroci e la comunità dei fedeli.  Sua Santità, mi permetta, occorre avere il coraggio di dire a chiare lettere che la comunità dei cristiani deve prendere in mano, non l’amministrazione dei sacramenti, ma l’amministrazione e l’organizzazione della chiesa stessa, in cui tutti sono partecipi, senza classificazioni di ruoli e per ciò stesso il problema dell’apertura alle donne, apertura qui, apertura lì, non avrebbe una ragione d’esistere. Perché è fondamentale rispettare i carismi.

Sua Santità, abbi il coraggio di capovolgere la piramide se vuole combattere il clericalismo e purificare la chiesa. Si decida, perché i tempi sono maturi, tempi di prove, tempi dei segreti di Medjugorje. La chiesa deve trovarsi pronta alle prove che l’umanità dovrà affrontare. Santità, si rifaccia al pensiero creativo di Dio, che ha voluto l’incarnazione di Cristo.

Sua santità metta fine alla voce delle entrate riguardanti le offerte per le messe. La messa è sacrificio di Cristo non sacrificio umano e per ciò stesso non è da sottomettere a offerta. Semmai quell’offerta abbia una destinazione precisa: Caritas, allestimento nuovi laboratori o fondo per le migliorie strutturali del patrimonio ecclesiale al servizio della comunità.

Santo Padre, metta in soffitta questo discutibile modello legato all’economia umana e non all’economia di Cristo.

Le perplessità, invece, si sintetizzano nelle dichiarazioni del prof. Giovanni Zenone, direttore della rivista “Fede & Cultura” e docente di religione, rimosso tempo fa dal suo incarico, perché era d’inciampo. Cosa dice il professionista? Afferma “che il peggio che si possa fare in mezzo a questo clima di confusione e di scontri fra destra e sinistra ecclesiale, è insistere con un metodo, quello dei Sinodi, ovvero dei documenti, delle risme di carta scritta, che sono una frenesia isterica che scaturisce da un vero vuoto di spiritualità”.

Zenone cita alcuni passi del libro “Christus vincit” di mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare Maria Santissima in Astana:  “L’intera crisi nella Chiesa, così come si vede dopo il Concilio, si è manifestata in un’incredibile inflazione di frenetica attività umana per riempire il vuoto o il vacuum di preghiera e adorazione; per riempire il vuoto creato dall’abbandono del soprannaturale… ci si prodiga in sforzi per colmarlo, per esempio, nei continui raduni e incontri ecclesiali a vari livelli e in varie modalità, sinodi continui. Si tratta spesso di un affaccendarsi indossando una maschera di devozione. È uno spreco di denaro, uno spreco di tempo che si potrebbe impiegare per la preghiera e per l’evangelizzazione diretta…”.

La sottolineatura avanti riportata ci rimanda all’esortazione dello stesso pontefice a rifarci allo Spirito del Concilio. Perché si dimentica che lo Spirito Santo ha voluto come primo documento “Sacrosanctum Concilium” sulla liturgia, testo che ha voluto risaltare la sacralità dell’Eucaristia e porre al centro di tutto Cristo morto e risorto e unico Pastore della Chiesa?  Infatti solo Cristo può dire: “Io sono la via, la verità e la vita”.

 

A proposito dell’affermazione di papa Francesco riguardante “ il Concilio Vaticano II non va negoziato”, il prof. Zenone è netto nei giudizi:  “Affermare che ‘Chi non segue il Concilio è fuori dalla Chiesa’ è una sciocchezza. Il Concilio Vaticano II è solo uno fra i molti che la Chiesa ha fatto, non è l’unico e soprattutto non è il più importante. Ha voluto essere un Concilio “pastorale”, quindi non dogmatico, definitorio. La “pastorale” ha un valore limitato nel tempo perché cambia con i tempi. Solo chi non segue il Vangelo e Gesù Cristo è fuori dalla Chiesa! Non possiamo ipostatizzare, assolutizzare e quasi divinizzare il Vaticano II. Certo che si tratta di magistero, ma di un magistero che risente di problemi di linguaggio (troppe parole e ambiguità) e del clima culturale anni sessanta in maniera importante…”.

 

Conclude: “Se una cosa di buono ha detto l’ultimo Concilio è l’affermazione della universale chiamata alla santità e in particolare il coinvolgimento dei laici. Ma appena i laici alzano la voce per dire che questi continui cambi liturgici, pastorali e dottrinali sono contrari alla nostra fede e li rifiutiamo, ecco il solito ritornello che ‘devono obbedire e sottometterci ai pastori che hanno lo Spirito Santo’. Questo puzza di quel clericalismo che Francesco a parole dice di voler contrastare. La soluzione, dunque, risiede nell’ortodossia dottrinale. E un Sinodo per alcuni cattolici, non è necessario”.

Staremo a vedere dove Bergoglio porterà la chiesa. Non è un fatto di chiesa progressista o tradizionalista. La chiesa appartiene a Cristo e Cristo non ha opzioni politiche, ma è la VERITA’. E dunque, rivalutiamo la comunità dei cristiani.

 

   Vitantonio Marasciulo 

                                                                                                                                           

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19 commenti

  • MARASCIULO VITANTONIO ha detto:

    Dispiace, dalle vostre legittime osservazioni non colgo nessun spiraglio a far crescere in me la luce e dunque vivere la fede in Gesù Cristo, morto e risorto. Vi allego il messaggio Madonna di Medjugorje che parla di far vivere la spiritualità interna (,,,)
    GRAZIE!
    Messaggio annuale del 18 Marzo 2021 rivolto al resto del Mondo attraverso la veggente Mirjana di Medjugorje.
    “Cari figli!
    Maternamente vi invito a ritornare alla gioia e alla verità del Vangelo.
    A ritornare all’amore di mio Figlio, poiché Lui vi attende a braccia aperte.
    Affinché tutto ciò che fate nella vita lo facciate con mio Figlio, con amore.
    Affinché siate benedetti. Affinché la vostra spiritualità sia interiore, e non solo esteriore.
    Solo in questo modo sarete umili, generosi, colmi di amore e gioiosi.
    E il mio cuore materno gioirà con voi.
    Vi ringrazio.”

  • EquesFidus ha detto:

    Mi dispiace, ma io non sono per niente d’accordo con l’autore del pezzo; questo perché offre una lettura sociologica e liberale di una crisi che ha proprio nel liberalismo e nella sostituzione della fede con la sociologia le sue radici.
    Il problema, reale, è stata la clericalizzazione del laicato e la laicalizzazione del clero, proprio in base ad una presunta “actuosa partecipatio” che altro non era che il pretesto per modificare la vita della Chiesa, a partire dalla liturgia. In realtà, forze che non esito a definire sataniche hanno brigato per mescolare questi ruoli, per impedire ai sacerdoti di poter vivere la loro vocazione proprio a partire dalla liturgia.
    Chiunque abbia partecipato ad un “Consiglio pastorale parrocchiale” sa di cosa parlo: questa invenzione post-Sessantottina sostituisce quello che era il “consiglio”, non ufficiale, nelle parrocchie ante-Vaticano II. In quest’ultimo, il parroco chiedeva agli uomini più influenti e ricchi del paese (signorotti locali, farmacisti, professori, sindaco se c’era) i soldi per gli interventi di manutenzione della parrocchia; ora invece la situazione s’è ribaltata, coi laici che ordinano al parroco (che è il responsabile, il governante della parrocchia e non un insignificante primus inter pares, proprio a partire dalla sua ordinazione). Spesso si giudicano (male) i consacrati, ma non si possono ignorare la bella fetta di responsabilità dei laici e, soprattutto, di quel virus che sono stati, e sono, i “movimenti laicali”, infelice altra invenzione post-Vaticano II e che ha solo portato settarismo, arbitrarietà liturgica ed ulteriore confusione.
    Il problema, che non si vuole capire, è che non è una questione di ministeri, ma di fede. Manca la fede, sia tra i laici che tra i chierici: i seminari sono vuoti non perché bisogna coinvolgere di più i fedeli, abbassare l’asticella della morale ecc…, bensì perché mai un ragazzo dovrebbe farsi prete se è l’equivalente ecclesiastico dell’assistente sociale? Perché uno dovrebbe rinunciare ad avere mogli, figli, vivere nel secolo se poi l’”offerta“ è una miserabile parodia di un assistente sociale, con una liturgia ormai svuotata, sottoposta a periodiche “revisioni” (che altro non sono che ulteriori vandalismi), che non permette di esprimere fino in fondo la propria vocazione sacerdotale?
    Certo, le responsabilità sono da ambo le parti, e le colpe probabilmente partono da “infiltrati” (più o meno consapevoli) che hanno portato dottrine mondane e scomunicate come il liberalismo ed il socialismo in seno alla Chiesa, ma dobbiamo essere consci che questa è una crisi da cui non si potrà uscire se non tramite la fede, l’educazione, la celebrazione della Messa autenticamente cattolica. Tutto il resto non è altro che affrontare il problema con gli stessi mezzi che lo hanno generato, aggravandolo ancor di più.
    Si dice che il servizio dei laici è un problema: orbene, lo è quando i preti, vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza di fede, vuoi per sincera preoccupazione (come evidenziato nell’articolo) di apparire “antichi” (colpa che, nella “chiesa di Bergoglio”, equivale ad una condanna a morte) rinunciano ad esercitare la loro legittima potestà sui fedeli. I fedeli laici hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di ordinare le cose temporali a Dio, di essere istruiti nella fede e di avere un rapporto col sacro sincero ed autenticamente cattolico. Per contro, questo non implica essere degli implacabili giudici dei preti, né in un senso né in un altro, o di mettere bocca sulla liturgia (spesso in modo abusivo). Dobbiamo renderci conto che la separazione tra “Chiesa docente” (i vescovi) e “Chiesa discente” (tutti gli altri) ha precise radici cristologiche ed ecclesiologiche, e non è una semplice divisione dei poteri ma una vera e propria diversità di carismi. Negare questo vuol dire, molto semplicemente, essere clericali.
    Non desidero entrare nel merito del Concilio Vaticano II (che, se un giorno, nelle numerose parti non dogmatiche e definitorie sarà abrogata sarà solo un bene), ma per cortesia, smettiamola di usare categorie sociologiche: la Chiesa non è un’associazione umana, un’ONG, ma il Corpo Mistico di Cristo di cui facciamo indegnamente parte. Pretendere di curare i problemi della Chiesa aumentando i fondi alla Caritas (quando, per esempio, essa stessa è parte del problema, dato che non parla più di Cristo ma solo di assistenzialismo filantropico) è come pretendere di potersi sollevare tirandosi per i lacci delle scarpe: è una visione orizzontale, immanente, protestante infine della Chiesa. Solo riconoscendo che la Chiesa, in sé, potrà uscire da questa crisi solo guardando di nuovo verso l’Alto, ripristinando la Divina Liturgia cattolica, rimettendo di nuovo al centro (nella Messa come nella vita quotidiana di laici e, soprattutto, consacrati) Cristo se ne potrà uscire: altrimenti, si farà solo il gioco del demonio, continuando a sprofondare nel pantano in cui ci si trova.

  • VITMARR ha detto:

    Pio XII soleva dire che se la Chiesa non sono riusciti a distruggerla i preti vuol dire che essa è indistruttibile ed in effetti storicamente nei momenti più critici della Chiesa sono state le comunità dei fedeli a salvarla . In quei tempi lo Spirito Santo non albergava più nella gerarchia ma era forte e saldo nel popolo di Dio. Ora in questo articolo si sostiene che per risolvere la crisi di fede della Chiesa che , come è bene illustrato in questo articolo, è crisi soprattutto dei suoi vertici , si vorrebbe che a porre le basi della sua rinascita siano i vertici stessi cioè papa e vescovi col dare più voce alle comunità dei fedeli così da correggere gli errori in cui sono caduti i vertici stessi . La contraddizione è evidente perché la Chiesa Modernista si è sempre volutamente e con insistenza spesa per cambiare l’approccio dei fedeli con il motto “ meno preghiere e più fatti concreti nei bisogni del prossimo” con l’ intento trasformare la Chiesa in una grande ONLUS rivolta alla soluzione dei bisogni corporali come se Cristo non fosse più il Celesto Medico dei corpi e delle anime , colui cioè che con le sue ferite guarisce le ferite del corpo e dell’ anima dell’uomo che in tutti i tempi si rivolge a lui. La soluzione dei problemi di fede della Chiesa deve quindi partire dai fedeli che ,animati dallo Spirito Santo che li avvicina a Cristo, debbono con forza denunciare i limiti ed errori di questa Chiesa Modernista prendendo esempio da Santa Caterina da Siena e dagli altri grandi Santi che in passato hanno denunciato con forza gli errori dei vertici costringendoli alla loro correzione.

    • MARASCIULO VITANTONIO ha detto:

      La ringrazio. Riscontro che Lei ha letto con attenzione la riflessione. Il tempo è galantuomo. La Provvidenza farà pulizia e si coglierà da che parte sta la Chiesa.

  • Modestia ha detto:

    Concordo con La Porta. Non è vero che chi contesta il Convilio Vat. Secondo è fuori dalla Chiesa Cattolica Romana, ma il contrario. La Chiesa Cattolica Romana non abita dove si applica detto Concilio. Che non sarà eretico, ma certamente ‘di sinistra” è.

    • Adriana 1 ha detto:

      Invito a seguire a Vox Italia Tv l’intervento di Francesco Lamendola :” Siamo al centro di una guerra spirituale mascherata da emergenza sanitaria”

  • Enrico Salvi ha detto:

    Dentro la Chiesa … fuori la Chiesa … eresie … gnosticismi … Concilio si … Concilio no … papi si … papi no … spiriti santi di quà e di là (al plurale dato che ognuno lo tira per la giacchetta) … infallibilità … magisteri (anche questi al plurale per il medesimo motivo) …

    Mamma mia!

    Meglio il Santo Silenzio dove tutto questo bailamme sparisce e si può sperare di avvicinarsi (almeno avvicinarsi, se non unirsi) a Dio!

    La Pace sia con voi.

  • Partiamo dalle basi ha detto:

    Iniziamo ad imparare che Chiesa si scrive maiuscolo; la chiesa minuscola è l’edificio.

    • MARASCIULO VITANTONIO ha detto:

      Non so chi sia, ma grazie dell’osservazione. la chiesa in minuscolo è voluta a significare che alza i muri…

  • silvio esposito ha detto:

    Quante parole per dire una sola cosa: “I vescovi, i sacerdoti, i diaconi, le suore, i consacrati devono incontrare le famiglie, evangelizzarle, aiutarle, farle conoscere tra loro, condurle alla frequenza dei sacramenti, delle adorazioni, del rosario. Messa e funzioni devono essere celebrate con massima preparazione e fede profonda. Basta con prediche senza ardore , senza preparazione e senza meditazione dei testi biblici. Le encicliche prodotte in questi tempi sono politicizzate e solo ad uso propaganda. I nostri pastori hanno chiuso le chiese, torniamo alla chiesa delle catacombe.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Il bello della Lettera aperta è che almeno trova l’attenzione di qualche lettore… e l’autore non avrà sprecato tempo in un tentativo altrimenti inutile.
    Per il resto: non mi sembra che il parlare dei laici a nuora perché suocera intenda abbia sortito finora l’effetto sperato. La suocera sorda non conosce il L.I.S. e – notoriamente – la nuora nulla le può imporre, altrimenti per lei finisce male, molto male.
    Mi ha piacevolmente sorpreso leggere che le chiese della diocesi di appartenenza del sig. Marasciulo registrino la presenza “rumorosa” di fedeli. Da quelle del resto del Vecchio Continente, soprattutto, arrivano soltanto le…note del silenzio, non attraverso un qualche strumento musicale, però…tanto per intenderci. Vuoto e silenzio, nel senso etimologico delle parole.

  • Slave of JMJ ha detto:

    https://www.tldm.org/news2/comingevents.htm

    According to Smwa.org President Michael Mangan, the second coming will come in our lifetime.

    Here is the unfolding of events according to the Bayside Propheises.

    May God truly defend and protect you!

  • Iginio ha detto:

    Sarà divertente vedere se adesso certi signori commentatori strilleranno contro costui e lo copriranno di vituperio accusandolo di essere bergogliano. In parte lo è. Ma probabilmente non strilleranno poiché non sanno chi egli sia e temono sia una persona importante, se no Tosatti non lo avrebbe fatto pubblicare qui.

    Vediamo di fare chiarezza.
    Premesso che al Papa ci si rivolge chiamandolo “Santità”, non “Sua Santità” (che non è il vocativo, anche se in inglese si dice così in ogni caso), osservo:
    -preti indaffarati ce ne sono dappertutto, non solo a Monopoli: in un’altra cittadina pugliese mi raccontavano di un parroco che non andava a trovare i malati e voleva soldi per portare i sacramenti dicendo che servivano per la benzina;
    – bisogna distinguere tra preti che non fanno il loro dovere e preti troppo impegnati perché non hanno nessuno che li aiuti; anche il fatto dei fedeli laici che vogliono farsi avanti non sarebbe negativo, dato che c’è bisogno di gente che si dia da fare, a patto ovviamente che lo facciano per devozione e non per opportunismo;
    – l’abuso dei sinodi serve a intorbidare le acque per introdurre idee sbagliate o eretiche, spacciandole per necessità volute dalla gente che soffre;
    – non serve a nulla continuare col ritornello del “concilio pastorale e non dogmatico”: innanzitutto perché non è vero che il CVII non sia stato dogmatico;
    occorre invece chiarire il seguente punto: il CVII risentiva dell’epoca in cui fu svolto, come del resto qualsiasi concilio, e come tale ha parti caduche e occorre dunque andare oltre anche il CVII non nel senso piagnucoloso dei progressisti (“allora i cattivoni reazionari non ci hanno fatto fare tutto, adesso sì che finalmente possiamo”) bensì nel senso che il CVII non risponde più alla situazione attuale, che è quella di una secolarizzazione ormai dilagante anche all’interno del cosiddetto mondo cattolico.
    Ovviamente per chi ritiene che la secolarizzazione sia un male. Ma purtroppo esistono fior di preti e vescovi convinti che l’epoca attuale sia il meglio del meglio e che il passato fosse brutto e cattivo. A costoro si risponde non col vituperio retorico o con le sparate o con le ideologie alla pliniana, ma con la cultura, la serietà e la coerenza di fede.

    • Enrico Salvi ha detto:

      Sarebbe divertente, invece, vivere questa vita già abbastanza purgante, con uno spirito sereno, in pace, senza arrovellarsi le cervella con una marea di considerazioni che approdano al nulla.

      Ma davvero si crede che varcata la soglia fatale si verrà interrogati su chi era il papa?

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Concordo con lei, Iginio, e aggiungo che il buon cattolico, se si ritiene tale, non può combattere un Concilio della Chiesa. Se alcune parti “sono caduche” e non più al passo con il nostro oggi e altre bisognose di essere chiarite (come è avvenuto ad esempio per il rapporto con le altre religioni con con la Dominus Iesus), resta vero che chi è contro il Vat. II, come chi rigetta qualunque altro Concilio, È’ FUORI DELLA CHIESA CATTOLICA ROMANA. Se ne faccia ragione chi la pensa diversamente. Come si può pretendere di essere ancora nella Chiesa quando si rifiuta di seguire quanto il Magistero in modo così solenne ha espresso? Ricordo che anche i semplici sinodi romani, solo perché presieduti dal Sommo Pontefice, hanno avuto sempre valore vincolante per tutta la Chiesa, figuriamoci un Concilio, o sinodo che si vuole, che vede riuniti quasi all’unanimità tutti i vescovi con e sotto il papa. Poi, non venitemi a raccontare dei cattivi maestri che hanno stilato e turlupinato i vescovi per le finali ambigue decisioni. Sarà vero?.. . o è solo sospetto. Non importa. io da buon cattolico credo nello Spirito Santo e la teologia di sempre ci insegna la sua assistenza e, per gli aspetti dogmatici, l’infallibilità. Lo stesso Vigano’, al di là delle sue contraddittorie considerazioni sul Concilio, ha scritto che il Vat. II non è eretico. Ammettendo pure influenze di teologi non propriamente ortodossi, alcune dichiarazioni del Concilio, anche se sembrano somigliare a queste, non sono per niente le stesse di quelle di questi teologi. Un precedente lo si trova Nel Concilio di Nicea dove la Chiesa non disdegnò di far proprio un termine gnostico, homoousion, “consustanziale” , e quindi già bollato come eretico, caricandolo di un significato prettamente ortodosso. Poi, dire Che la crisi della Chiesa inizia col Concilio Vat. II, come se ne fosse la causa scatenante, è semplicemente assurdo e pretestuoso e credo che ciò offenda lo Spirito Santo. Almeno che non si dica che Dio abbia ceduto al maligno la potestà sulla Chiesa ( pensiero alquanto blasfemo) che indicendo un proprio Concilio con questo abbia inaugurato la demolizione della Casa di Dio. Parlare di crisi della Chiesa mi sembra improprio. È l’uomo moderno che, bombardato dai mezzi di comunicazione che veicolano le ideologie più disparate, ma tutte edoniste, materialiste e luciferine, rifiutando i valori umani e cristiani , vive una spaventosa crisi esistenziale. E Poiché la Chiesa, ministri e laici, è formata da uomini, nessuna meraviglia che dei battezzati vivano secondo il mondo e tentano di portare lo spirito del mondo all’interno del Tempio. In modi diversi è stato sempre così: il buon grano, che cresce insieme alla zizzania, non si faccia soffocare da questa erbaccia.

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    LA CRISI DELLA CHIESA PRECEDE IL 1968 E INIZIA COL CONCILIO VATICANO II
    NON CREDO OCCORRA AGGIUNGERE ALTRO:
    “Affermare che ‘Chi non segue il Concilio è fuori dalla Chiesa’ è una sciocchezza. Il Concilio Vaticano II è solo uno fra i molti che la Chiesa ha fatto, non è l’unico e soprattutto non è il più importante. Ha voluto essere un Concilio “pastorale”, quindi non dogmatico, definitorio. La “pastorale” ha un valore limitato nel tempo perché cambia con i tempi. Solo chi non segue il Vangelo e Gesù Cristo è fuori dalla Chiesa! Non possiamo ipostatizzare, assolutizzare e quasi divinizzare il Vaticano II. Certo che si tratta di magistero, ma di un magistero che risente di problemi di linguaggio (troppe parole e ambiguità) e del clima culturale anni sessanta in maniera importante…”.

    • EquesFidus ha detto:

      Non sono sempre d’accordo con Lei, generale (specie su Draghi e sodali, che per me sono e rimarranno il peggio del peggio), però devo dire che condivido questo commento. Mi dispiace per coloro che non sono disposti a riconoscere questi fatti, ma restano reali ed impietosi: se è vero che la crisi nella Chiesa ha radici addirittura almeno dal Settecento (con la nascita del virus liberale), è anche vero che il tracollo di vocazioni e matrimoni religiosi comincia proprio a partire dal 1969 (anno, guarda caso, in cui viene varata la Messa rivoluzionaria di Bugnini). Poi se ne può discutere quanto si vuole, ma è un fatto che i documenti stessi del Vaticano II sono contraddittori e volutamente “pastorali” (vedasi Costituzioni dogmatiche che dicono esplicitamente di non esserlo, almeno in molte parti, senza specificare però quali).
      Purtroppo, siamo sempre lì: l’impostazione sociologica (socialista?) che vede in una “Chiesa democratica” la soluzione ai problemi, quando questa è solo in una “Chiesa cristocentrica”, non può essere la soluzione: casomai, è parte del problema.