Sergio Russo: Benedetto XVI è Ancora Il Papa…Ma Non Solo.

10 Marzo 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, chi di voi naviga in rete si può rendere conto di quanto ancora sia vivo il dibattito sul significato delle parole di Benedetto XVI nella sua “intervista”, se così si può chiamare, al Corriere, e sulla validità o meno delle sue dimissioni. in questo contesto vi offriamo la riflessione che ci ha mandato Sergio Russo, il poliedrico scrittore artigiano, su questo argomento. Buona lettura. 

§§§

BENEDETTO UNICO PAPA! BENEDETTO ULTIMO PAPA!

 

È l’11 febbraio del 2013, quando papa Benedetto XVI rende note al mondo le sue clamorose dimissioni o… almeno così pare!

Tuttavia, prima ancora di esaminare le circostanze di quel fatidico giorno, è necessario specificare esattamente, ma con parole semplici, i concetti basilari che contraddistinguono l’istituzione del papato, venendo così a sapere che esso presenta due aspetti principali che, in termini latini, si è soliti indicare con: munus e ministerium.

Il munus è traducibile con una molteplicità di significati in italiano, noi vogliamo scegliere la parola “dono”, poiché è forse quella che la definisce meglio. Un dono quindi, che discende direttamente da Dio, e che ne fa, del Successore di Pietro, ciò che egli realmente è: Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa universale, ecc.[1]

Mentre il ministerium è invece l’esercizio stesso di quel particolare “dono”, vale a dire ne definisce il servizio, l’ufficio, l’incarico, la funzione ad esercitarlo, e via dicendo.

Benedetto dunque, in quell’undici febbraio, memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes(giorno non scelto a caso, ma volutamente… al fine di mettersi sotto la protezione della Celeste Condottiera!) proclama quella che, agli atti dei documenti vaticani è nota col nome di: Declaratiodell’11 febbraio 2013, in cui Benedetto XVI rinuncia all’esercizio attivo del ministero petrino (notiamolo bene: al ministerium appunto), ma non all’essere papa – a quel famoso munus, come più sopra accennavamo – poiché sarà lui stesso a precisarlo: egli “rimane papa, e per sempre…”,[2]ergo, quasi a dire (stringato ai minimi termini): Benedetto è, e rimane il papa, a tutti gli effetti; mentre Bergoglio, e potremmo affermare ciò molto argutamente: lui invece, soltanto… fa il papa!

E tuttavia quest’ultima è una questione davvero singolare in cui – è proprio il caso di dirlo – la realtà supera, e di gran lunga, la finzione… però la riprenderemo più avanti, quando parleremo della visione del Terzo Segreto di Fatima.

Anche se – dobbiamo pur dirlo, ad onor di cronaca – alcuni vi hanno scorto, in quella medesima Dichiarazione, per via di alcuni palesi errori grammaticali e di sintassi latina, non confacenti all’alto grado di conoscenza e padronanza che Joseph Ratzinger possiede nei riguardi di tale lingua, come dei segnali che egli avrebbe lasciato e quasi voluto inviare dei messaggi un po’ criptici, atti a denotare il suo stato di disagio e persino di coercizione nel compiere ciò…

E tuttavia noi non sposiamo questa tesi, e lo facciamo per due semplici motivi: primo, perché Benedetto, sollecitato appunto su tale questione, ha ripetutamente dichiarato che la sua è stata una: “rinuncia libera e volontaria”, e quindi non avrebbe subito pressioni o costrizioni di sorta; il secondo è un aspetto passato alquanto in sordina, ma che noi riteniamo invece di primaria importanza, ai fini di un inquadramento generale nel solco dei grandi avvenimenti preconizzati dalle Scritture e profetizzati dai mistici.

Una “notizia” a cui, il quotidiano La Repubblica, darà un titolo molto ad effetto: “Ratzinger: «La rinuncia? Me l’ha detto Dio.»!”[3]

E l’articolo continua dicendo: “A sei mesi dall’annuncio che ha sconvolto il mondo, l’ex Pontefice spiega – nel corso di un colloquio riportato dalla testata Zenit – di aver preso la decisione dopo ‘un’esperienza mistica’…  Benedetto ha spiegato poi che non si è trattato di nessun tipo di apparizione o simili fenomeni, ma piuttosto di una ‘esperienza mistica’, nella quale il Signore ha fatto nascere un ‘desiderio assoluto’ di rimanere raccolto nella preghiera solo con Lui. Un’esperienza che si sarebbe protratta per mesi, come testimoniato dalla fonte che preferisce rimanere anonima…”

Ma questo racconto, a sua volta ci fa venire in mente una singolare visione, avuta dal veggente brasiliano Edson Glauber,[4] di Itapiranga,[5] in cui è egli stesso a raccontare che: “Oggi, durante l’apparizione, Nostra Signora [Regina del Rosario e della Pace] non ha dato alcun messaggio, ma mi ha mostrato una visione importante: Ella è apparsa con il Bambino Gesù tra le sue braccia. Nella sua mano destra aveva un rosario che brillava e al suo lato destro c’era San Pietro, con un libro e le chiavi, e al suo lato sinistro c’era San Paolo, che aveva un libro e una spada. Erano avvolti in una luce, ma non così forte come quella che irradiava da Lei e Gesù Bambino. Sotto di loro c’era il globo che rappresenta il mondo intero.

Durante l’apparizione, il Bambino Gesù chiese a San Pietro di riconsegnargli le chiavi e questi obbedì. Dopo aver riconsegnato le chiavi, San Pietro si mise in ginocchio col capo chino in preghiera. Dove stava lui divenne più scuro, perché la luce che irradiava scomparve, restando chiaro solamente dove si trovavano la Vergine con Gesù e San Paolo.

In quel momento, il globo che era sotto di loro fu circondato da una grande corona di spine, che voleva stringerlo tutto. Ho capito che si tratta di tempi difficili che la Chiesa e il mondo dovranno passare: tempi di prove fatti di oscurità spirituale e di grande confusione.

Nostra Signora, vedendo ciò che stava succedendo – in quanto Madre della Chiesa che vorrebbe la salvezza di tutti – abbassò la sua mano destra verso il globo, e il rosario, lentamente, si diresse sul mondo, circondando il globo. Il rosario di Nostra Signora, muovendosi, ruotando intorno al globo, brillava. Ho capito quello che Ella sta facendo con i suoi figli del mondo intero, che credono nelle sue apparizioni e nei suoi messaggi: pregare sempre di più, intercedendo per la Chiesa del suo Divin Figlio e per l’umanità.

Il rosario, più cadeva, più irradiava una fortissima luce, in modo tale da respingere quell’orribile corona di spine dal globo, lasciandola distrutta; rimase solamente il rosario, come segno di vittoria sul male e sui tempi difficili. Fu allora che la Madonna guardò San Paolo e questi capì che doveva mettersi anche lui a pregare in ginocchio con San Pietro, così la luce tornò anche da San Pietro.

Nostra Signora, guardando verso il suo Divin Figlio, pregò in favore della Chiesa e del mondo. Il Bambino Gesù, vedendo che l’umanità si mise a pregare, accolse la richiesta della sua Santissima Madre di dare di nuovo le chiavi a San Pietro; ma il Bambino Gesù mise le chiavi tra le mani di Nostra Signora che, come Madre della Chiesa, le mise in quelle di San Pietro. Ella e il Bambino Gesù ci diedero la loro benedizione e la visione terminò.”

Interessante vero? Beh, non può che lasciare molto esterrefatti l’incredibile parallelismo fra ciò che dichiara Benedetto XVI: «La rinuncia? Me l’ha detto Dio!», e quel che narra il veggente Edson Glauber: “… il Bambino Gesù chiese a San Pietro di riconsegnargli le chiavi, e questi obbedì!”

Ma noi desideriamo ulteriormente approfondire la questione, ponendo un altro collegamento, quando il veggente racconta che: “San Pietro si mise in ginocchio col capo chino in preghiera.” Accostandolo a quanto disse lo stesso Benedetto XVI, nella recita dell’Angelus, il 24 febbraio 2013: «Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione

Ed ancora: “il salire sul monte” richiama senza dubbio alla mente l’analogo episodio di Mosè, il divino legislatore, salito sul monte per ricevere la Legge da Dio, mentre nel frattempo, suo fratello Aronne, sommo sacerdote, acconsente a che il popolo d’Israele si perverta, adorando il vitello d’oro, e compiendo così una tragica apostasia (e con l’avallo del Sommo Sacerdote!).

Andiamo ancora avanti, perché la “cosa” diviene sempre più rilevante…

Benedetto dichiara dunque che le sue dimissioni diverranno operative a partire dalle ore 20 del 28 febbraio 2013.

Ebbene, è cosa certa (poiché da loro stessi dichiarato) che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI abbiano conosciuto il segreto di Fatima nella sua interezza… pertanto, se il Santo Padre desidera adesso fortemente pregare, tuttavia egli non lo farà “salendo sul monte”, ma si dirigerà diritto verso l’Orto degli Ulivi, poiché lui sa benissimo che questo è il tempo del Getsemani della Chiesa, essendo ciò confermato dalle diverse Apparizioni Mariane, sparse ovunque nel mondo, ma più ancora, drammaticamente sottolineato dalle varie “lacrimazioni” – e sono lacrime di sangue! – che Gesù e Maria versano sulla Chiesa e sull’intera umanità.

“La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male che farà discendere dal cielo la sua Sposa. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell’ultimo giudizio dopo l’ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa.”[6]

Pur tuttavia il Signore Gesù, prima di recarsi a pregare nell’Orto degli Ulivi – narrano i Vangeli – si trovava in quel momento a celebrare la Pasqua con i suoi apostoli: “Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà.» I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?» Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò.» E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto.»”

“Allora Gesù andò con essi [i suoi apostoli è vero, ma anche, in una visuale che si protende oltre l’immediato dispiegarsi della storia umana, per “essi” si può pur intendere: i loro successori, vescovi o cardinali che siano] in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare

Benedetto dunque, si trova ora all’interno del “recinto di San Pietro”[7] e, in solitudine, prega silenziosamente…

I Cardinali nel frattempo si riuniscono in conclave, per eleggere il “successore” di Benedetto: lo eleggono alla quinta votazione, del secondo giorno di conclave (13 marzo 2013),[8] ed è questo un fatto, indice d’irregolarità, secondo quanto stabilito dalla Costituzione Apostolica di san Giovanni Paolo II Universi Dominici Gregis, che regolamenta appunto la “vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice”, in cui è raccomandato di non superare le quattro votazioni giornaliere…[9]

E comunque ciò, se vogliamo, potrebbe essere anche cosa di poco conto (considerato però che tutti i Cardinali abbiano acconsentito!), ma è tuttavia di ben altra gravità l’accordo preso – fra l’altro segretamente! – tra alcuni Cardinali fra di loro, per eleggere un proprio candidato favorito:

«Confermando pure le prescrizioni dei Predecessori, proibisco a chiunque, an-che se insignito della dignità del Cardinalato, di contrattare, mentre il Pontefice è in vita e senza averlo consultato, circa l’elezione del suo Successore, o promettere voti, o prendere decisioni a questo riguardo in conventicole private.» (Universi Dominici Gregis, n.79);

«I Cardinali elettori si astengano, inoltre, da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse od altri impegni di qualsiasi genere, che li possano costringere a dare o a negare il voto ad uno o ad alcuni. Se ciò in realtà fosse fatto, sia pure sotto giuramento, decreto che tale impegno sia nullo e invalido e che nessuno sia tenuto ad osservarlo; e fin d’ora commino la scomunica lataesententiae [ad effetto immediato!] ai trasgressori di tale divieto (Id., n.81);

«Parimenti, vieto ai Cardinali di fare, prima dell’elezione, capitolazioni, ossia di prendere impegni di comune accordo, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato.Anche queste promesse, qualora in realtà fossero fatte, sia pure sotto giuramento, le dichiaro nulle e invalide.» (Id., n.82).

Ed infatti, secondo una dichiarazione – finora mai smentita! – del cardinale belga Godfried Dannels, oggi scomparso, ma presente nel suo libro-biografia, che riporta le confidenze del prelato fatte ai giornalisti J. Mettepenningen e K. Schelkens, il suddetto cardinale rivelò loro che un gruppo di cardinali e vescovi (di cui anch’egli faceva parte) avrebbero lavorato per anni a preparare l’elezione di J.M. Bergoglio, essendo tutti costoro dei porporati che si opponevano a Joseph Ratzinger: era infatti un gruppo tenuto segreto, che lo stesso cardinale Danneels ha definito “un club mafia, che portava il nome di San Gallo.”!

Il futuro beato, monsignor Fulton J. Sheen, in una delle sue prediche infuocate, un giorno ebbe a dire: «Ci sarà una chiesa contraffatta: la Chiesa di Cristo è una, ma il falso profeta ne creerà un’altra. Questa falsa chiesa sarà mondana, ecumenica e globale: una federazione di culti. Le religioni formeranno un certo tipo di associazione planetaria. Un parlamento mondiale di tutte le confessioni, che sarà svuotato di ogni contenuto divino, diventando l’emblema del corpo mistico dell’anticristo. La Chiesa sulla terra avrà il suo Giuda Iscariota e sarà appunto il falso profeta. Satana lo recluterà tra i nostri vescovi[10]

Ritorniamo, una volta di più, al “concetto chiave”, di cui abbiamo davvero a cuore che venga ben recepito…

   Uno solo è dunque – e lo deve necessariamente essere! – il Vicario di Cristo, poiché espressione dell’unica Fede, capo visibile (ché capo invisibile lo è solamente il Cristo) del corpo-Chiesa: un corpo che non può assolutamente essere “bicefalo”, come viceversa parrebbe esserlo ai nostri giorni, nell’odierna (nonché inedita) fase della storia bimillenaria della Chiesa. E questa irrinunciabile unicità spiega anche il perché, durante il corso dei secoli, nella Cristianità si sia aspramente lottato, persino in maniera cruenta, per ristabilire sempre e ad ogni costo appunto quella unicità, che il soloed unico Successore di Pietro è conveniente che debba avere.

Come egualmente, per analoghe ragioni, tale corpo-Chiesa non può restare “acefalo” (salvo che in modo provvisorio e per un tempo transitorio), ed ecco spiegato allora perché i Cardinali, fra le loro priorità, abbiano quella di eleggere quanto prima e tanto più celermente, un nuovo ed unico Sommo Pontefice.

Ne consegue che: mai, e poi mai potrà esservi un “papa emerito” – pur se Benedetto XVI, sotto diretta ispirazione di Dio (come abbiamo visto) sia ricorso a tale “stratagemma” – egli lo ha fatto in modo che la Chiesa, sposa di Cristo, non rimanesse privata del suo Katékon…[11]

Ed anche se tale stratagemma, almeno all’inizio ha funzionato, giocando proprio sull’assonanza/congruenza del termine di “vescovo emerito”[12], si rende oggigiorno assolutamente necessario svelare al mondo quale sia il vero ruolo nella Chiesa assunto dai “due personaggi”, al fine di non protrarre oltremisura un’ambiguità che, sebbene in un primo tempo si sia rivelata utile, secondo quanto raccomandato dal Signore, perché «non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa si sradichi anche il buon grano», pur tuttavia ai giorni nostri si è reso necessario fare somma chiarezza, per non confondere oltremodo i “semplici!”.

   Cari Lettori e Lettrici, è oramai prossimo l’Avvertimento… e noi davvero non vorremmo che vi colga impreparati questa singolare “mietitura”, poiché oggi siamo già entrati in quei fatidici giorni in cui Gesù, come nella suddetta parabola, dirà ai mietitori: «Cogliete prima la zizzania [questa, destinata a divenire – ahimè! – coloro che si sono lasciati persuadere dalle forze demoniache,impegnate nel compito di marchiare, quante più persone possibili, nella fronte e sulla mano] e legatela in fastelli per bruciarla; il grano [questo viceversa, sono coloro che si lasciano convincere dalle forze angeliche, anch’esse impegnate ad imprimere, su quante più anime possibili, il sigillo divino sulla loro fronte] invece riponetelo nel mio granaio.»

Proponiamo ora una parte significativa del Terzo Segreto di Fatima (accompagnato da un nostro personale commento), reso pubblico il 26 giugno 2000, in cui i tre pastorelli raccontano che:

«[…] E vedemmo in una luce immensa che è Dio – in questa “luce immensa”, che è Dio, i tre pastorelli adesso vedono (potremmo affermare ciò tranquillamente) con gli stessi “occhi di Dio”, proprio perché illuminati da quella “luce immensa”, e comprendono ora, perfettamente, ogni cosa: essi vedono quindi il futuro ma, nello specifico, vedono quello della Chiesa, di là da venire – “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti.”

   Colui che osserva le cose “allo specchio”, sa perfettamente che le vedrà appunto “speculari”, cioè molto simili alla realtà, e tuttavia per nulla uguali, e di questo fatto noi ce ne accorgiamo specialmente quando guardiamo qualcosa di scritto: non si capisce niente… è tutto alla rovescia!

Ed è proprio in tale ottica che essi scorgono: – un Vescovo vestito di bianco[13]e, colui che è vestito di bianco (poniamo bene attenzione) è semplicemente un Vescovo: Bergoglio, colui che si fa chiamare “Francesco”![14]

Ed è qui adesso, che dobbiamo richiamare alla mente quel che abbiamo appena detto riguardo alle“dimissioni invalide” e alla “elezione invalida”!

“Abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre” – ecco, questo invece è un particolare che forse solo in pochi vi hanno fatto caso: il verbo presentire (e la definizione la prendiamo da uno, fra i tanti dizionari della lingua italiana, aggiungendo inoltre che il significato di tale verbo è pressoché identico pure nella lingua portoghese, la lingua originale del testo in questione), significa esattamente “avvertire nell’animo gli indizi del futuro attuarsi di una possibilità, per lo più non lieta; presagire (le sventure); per esempio: presentiva che stava per succedere (o che sarebbe successa) una disgrazia.”

   Ma… è appunto soltanto un “presentimento” che fosse il Santo Padre, perché in realtà è un Vescovo, ed è proprio Bergoglio! E, a conferma di ciò, nella “scena seguente” i tre pastorelli non hanno più dubbi, ora vedono Benedetto, e cioè “[…] il Santo Padre… attraversare una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregare per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino […]”

Nella “grande città, mezza in rovina”, noi personalmente vi scorgiamo la Chiesa, quella dei nostri tempi, miseramente devastata dai lupi e dai cinghiali, città per la quale oggi si aggirano perlopiù le “anime dei cadaveri”, anime morte a causa del peccato mortale, ed in cui a resistere sono unicamente le umili pecorelle del Piccolo Gregge…[15]

Sergio Russo e Rosanna Boccacci

(tratto dal libro “Cuori chiusi, menti chiuse, chiese chiuse… Cieli aperti!”, d’imminente pubblicazione sulla piattaforma di Amazon)

***

[1] Termini tutti, deducibili dall’Annuario Pontificio, prima che… il nuovo corso della chiesa modernista vi mettesse le mani!

[2] Benedetto XVI, Udienza generale del 27 febbraio 2013.

[3] La Repubblica, 23.08.2013; anticipata però anche da altri siti: Il Sismografo, 20.08.2013; informazione.it,20.08.2013; ed altri.

[4] Visione del 27.06.2015.

[5] Il Vescovo di Itacoatiara (di cui fa parte il villaggio di Itapiranga, in Amazzonia) mons. Carillo Gritti, ha approvato ufficialmente il culto relativo alle apparizioni di Itapiranga (31 gennaio 2010) e ha riconosciuto in più di un’occasione l’origine soprannaturale delle stesse (soprattutto nella prefazione ad un libro di messaggi in cui lo stesso Vescovo concedeva il suo placet per la pubblicazione).

[6] CCC, n. 677.

[7] Benedetto XVI, Udienza generale del 27 febbraio 2013.

[8] “Nel pomeriggio del 13 marzo scorso un incidente di percorso ha fatto sì che la quarta votazione della giornata, la quinta del conclave, iniziato con un primo scrutinio la sera del 12 marzo, venisse annullata. Lo rivela nel suo nuovo libro Francisco, vida y revolución (editorial El Ateneo) la giornalista argentina Elisabetta Piqué, corrispondente de ‘La Nación’.” (La Stampa, 31.10.2013).

[9] “… nei giorni successivi, poi, se l’elezione non s’è avuta al primo scrutinio, si dovranno tenere due votazioni sia al mattino sia al pomeriggio…” (n. 63).

[10] Fulton J. Sheen, Sermone del 26 gennaio 1947, fonte: Martino Mureddu. (Queste parole da noi riportate, sebbene si trovino presenti in molteplici siti, sia in inglese che in italiano, dedicati al famoso vescovo e predicatore americano, non le siamo comunque ancora riuscite ad individuare da quale libro siano state tratte esattamente: saremo quindi grati a chiunque ce ne facesse esplicita menzione. [Per il momento poniamo qui la pubblicazione che a noi pare la più probabile che le contenga, anche se allo stato attuale non possiamo confermarlo: Flynn T & L. Il Tuono di giustizia. Maxkol Communications, Sterling, VA, 1993]).

[11] “Al Papato è legato anche uno dei più enigmatici versetti, presenti nella Sacra Scrittura (in 2 Tes 2,6-7): «… E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione [quella dell’anticristo], che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene [il cosiddetto katéchon]!». Katéchon (o catéchon) è termine greco che significa appunto “ciò che trattiene”, oppure “colui che trattiene”. E tale spirituale “impedimento” (che fa come da “freno” al pieno manifestarsi della figura dell’anticristo) è – secondo gli studi apocalittici ed escatologici più seri e accreditati – proprio ciò (o ancor meglio, colui) che il dragone rosso, verso gli ultimi tempi (e quindi… questi nostri tempi!), cercherà di togliere di mezzo… Eliminandolo? (non vi è però riuscito in duemila anni!), e dunque tenterà allora di trasformarlo, o forse più esattamente, di snaturarlo… tale “ostacolo” che, come avrete cominciato ad intuire, è rappresentato appunto dalla istituzione del Papato, peculiare della sola Chiesa Cattolica!” (Sergio Russo, Sei tu quello, o dobbiamo aspettarne un altro?, p. 41, Selfpublishing, 2018).

[12] Agli “irriducibili” che, viceversa, trovano “normale” il titolo di “papa emerito” facciamo invece notare come, egualmente alla base, venga riproposta quella medesima unicità, che già risiede al vertice, infatti non esiste il “sacerdote emerito”, poiché questi è “sacerdote per sempre…”, traendo egli la sua legittimazione da Gesù Cristo re, profeta e… sacerdote appunto: pertanto, un solo Cristo, un solo sacerdozio/sacerdote (nessun “emerito” quindi), come vi è un solo corpo, un solo capo, una sola Fede, perché… Dio sia tutto in tutti!

[13] Nel suo viaggio a Fatima, avvenuto il 13 maggio 2017, Bergoglio fece una sorprendente “autodichiarazione”: «Como Bispo vestido de branco…», “Come un Vescovo vestito di bianco…” Egli sta parlando in portoghese e si presenta incredibilmente così, appena giunto a Fatima, nel suo discorso inaugurale, davanti a mezzo milione di persone provenienti da tutto il mondo!”

[14] Il giorno della sua elezione J. M. Bergoglio presenta sé stesso con queste precise parole, analizziamole brevemente, perché sono davvero interessanti, oltreché indicative:

«Fratelli e sorelle, buonasera! (S’inizia con un mondano “buonasera”, anziché far erompere la potenza di Dio col più sacrale: “Sia lodato Gesù Cristo!”).

Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. (Il dovere del Conclave è eleggere il Successore di san Pietro, il Supremo Pastore della Chiesa universale.)

Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. (Ciò che dice qui è veramente profetico, pur se alla maniera del profeta Balaam che, volente o nolente, è costretto a dire la verità: egli è arrivato per la fine dei tempi, per la fine di un mondo, preludio alla “nuova terra e cieli nuovi”.

Ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! (E se non lo avessimo ancora capito… egli ce lo ripete di nuovo!)

E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca.» (Benedetto è subito sceso di grado: per Bergoglio già non è più “papa emerito”, bensì un po’ inferiore a lui, ché egli è anzi il “vescovo diocesano”!)

[15] – Davvero considerevole è pure quest’altra riflessione in proposito: “L’espressione ‘come in uno specchio’, suona talmente strana e singolare, che a me personalmente ne richiama un’altra quasi identica! E questa la si ritrova in un messaggio (n. 2505, del 4 aprile 2005) delle Apparizioni Mariane di Anguera, in Brasile, tuttora in corso, riportata dal veggente Pedro Regis: «Cari figli, pregate con il cuore e non allontanatevi dalla verità. Arriverà il     giorno in cui ci sarà disprezzo nella casa di Dio e ciò che è sacro sarà gettato fuori. Uno xino sarà sul trono contrastando molti, ma Dio è il Signore della Verità. Ciò che vi dico adesso non potete comprenderlo, ma un giorno vi sarà rivelato e tutto sarà chiaro per voi. Lo specchio: ecco il mistero. Come bambini, abbiate fiducia. Come servi, siate fedeli. Dio ha tutto sotto controllo. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace».

Ebbene, la chiave di volta è dunque nello: ‘specchio, ecco il mistero!’

Pertanto, anche a noi pare di scorgere il Santo Padre e tuttavia, se osserviamo meglio (cioè, ‘davanti allo specchio’, in quella luce immensa che solo Dio può dare, e di cui ne traggono senz’altro beneficio proprio coloro che onorano ed amano teneramente Sua Madre) vediamo invece ‘passare’ un Vescovo vestito di bianco… che non è il Santo Padre, e pur tuttavia gli somiglia!

E lo stranissimo termine ‘xino’, che significato ha?

Se pertanto metto questa parola davanti allo ‘specchio’, allora vi leggo (specularmente!) ‘onix’: termine latino che in italiano significa ‘onice’… e questa è la ‘pietra nera’ per antonomasia! Oppure forse… sarebbe più appropriato dire: un ‘Pietro nero’?

Vi è un grande esperto delle profezie di san Malachia (ma ora qui è opportuno ricordare, che in quei 112 motti riportati dal nostro santo sui pontefici, vi sono compresi anche alcuni antipapi, per l’esattezza dieci) dunque, tale studioso di nome Olaf Maria Schmeig, in un suo libro intitolato ‘La profezia dell’ultimo papa’ (Edizioni Fazi, 2001) ha scoperto e dimostrato, con documenti alla mano, che bisogna inserire un ulteriore ‘detto’ prima del ‘petrus romanus’, motto che, per ragioni inspiegabili andò perduto, vale a dire quello di: ‘caput nigrum’, che significa: ‘capo nero’!

Pur tuttavia, tale particolare motto, in realtà non si era mai completamente perso nell’immaginario di tanti fedeli, specialmente romani, poiché esso era stato conservato come ‘il papa nero’, tant’è vero che – se voi tutti ben ricordate – c’era molta aspettativa, qualche anno addietro, che sul soglio di Pietro salisse addirittura un cardinale di colore!

Detto questo, nella Chiesa Cattolica vi è comunque un solo personaggio, il quale viene definito appunto “papa nero”, e questi è il Superiore dell’ordine dei Gesuiti.

Infatti Bergoglio è proprio un gesuita, ed è stato inoltre Superiore provinciale (in Argentina) di tale ordine! (S. Russo, op.cit., pp. 47-49).

§§§




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53 commenti

  • Carmela Mastrangelo ha detto:

    Ringrazio il dottor Sergio Russo, per l’articolo chiaro, limpido e convincente. Il Signore ci dia la forza di conservare la retta dottrina insieme alla fede. E preghiamo per la Chiesa, sposa di Cristo.

  • STEFANO ha detto:

    Ha conferma di questo articolo va il messaggio di Gesù (locuzione interiore) alla Sig.ra Sabrina Luraschi:

    https://www.messaggidelsacrocuore.it/2016-09-16-messaggio-sulla-grave-crisi-in-atto-nella-chiesa-e-nel-mondo-contemporaneo

    Cercando nel sito (Bergolgio, Francesco) si trovano altri messaggi relativi a lui.

  • Rosanna Maria ha detto:

    Nelle apparizioni a Garabandal Maria Santissima parlando della Fine dei Tempi dice a Mary-Loli, una delle veggent, che il papa dovrà nascondersi, non vi sembra si stia nascondendo con le false dimissioni?Ecco una parte dell’intervista a Mary Loli del19 ottobre 1982: Domanda fatta a Mary- Loli. Disse la Santissima Vergine che il Santo Padre si vedrà costretto ad andare via da
    Roma quando arriverà l’Avvertimento?
    Risposta di Mary-Loli. No, ma così a me sembrò; forse in quel momento facevo nella mia mente confusione
    tra quello che io vedevo e quello che diceva la Santa Madre, perché sono passati
    tanti anni: fu che nemmeno il Papa avrebbe potuto stare a Roma apertamente, mi
    comprende? Anche lui sarà perseguitato e dovrà nascondersi come tutti gli altri.

    • Garabandal e non solo... ha detto:

      Data l’età di Conchita tra non molti anni potremo trarre le conclusioni su questo profetizzato Avvertimento, che lei dovrebbe annunciare.

      E così su Medjugorje, per via dell’età di padre Ljubcic che dovrebbe annunciare i segreti con Mirjana, e così sulla profezia di Malachia, che lascerebbe intendere, per alcuni, che potrebbe non esserci un ulteriore conclave, e così infine sull’interpretazione letterale che taluni danno del terzo segreto di Fatima, con un Vescovo vestito di bianco (che costoro identificano in Bergoglio)che dovrebbe essere ucciso da soldati (speriamo di no) , e il Santo Padre (da loro identificato in Benedetto) che in parallelo procede con passo tremulo per la città in rovina.

      Tutte queste 4 tematiche hanno la caratteristica in comune – e singolare – che per via delle età anagrafiche di coloro che ne dovrebbero essere protagonisti o annunciatori la verità la si verrà a sapere in un
      periodo concomitante e coincidente proprio con i prossimi anni,
      consentendoci a breve di assistere o archiviare il tutto.

      • Rosanna Maria ha detto:

        Certamente, io a tutto questo aggiungerei anche la profezia di Padre Pio che negli anni sessanta, non ricordo l’anno preciso, disse, guardando i bambini intorno di 8/10 anni ,che loro avrebbero visto il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

  • alessio ha detto:

    Dobbiamo grande riconoscenza a Papa
    Benedetto , il Papa è lui , lo dico con
    la sicurezza degli imbecilli , ma
    arrivo secondo visto i vari paco e
    Don Pietro Paolo .
    Siete grandi scrittori , vediamo se da
    disturbatori seriali diventate
    impiegati pontifici .

  • gaetano2 ha detto:

    Ho trovato su internet uno dei messaggi ad Avola.
    Avola, 30 Maggio 2010
    Madonna: “Il Mio resto fedele segue il Papa attuale, Benedetto XVI, che vogliono eliminare. Continuate a seguirlo e a rimanere fedeli a Lui e all’insegnamento della Mia Chiesa, stabilito dagli Apostoli. Non fatevi sviare dall’apostasia e dalle eresie. Vi dico che il prossimo Papa sarà l’impostore e le forze maligne stanno dietro a questo scisma. Figli Miei, siate preparati, così potete seguire quei sacerdoti fedeli al Papa e all’insegnamento della Chiesa. Preservate i santi messali e i libri della vecchia Santa Messa, perché gli apostati cambieranno le parole drammatiche”.

    Io non so se tali messaggi siano autentici, ma una cosa è ovvia: chi rende culto, tra l’altro pubblicamente, a pachamame ed altre divinità sataniche non è un vero papa, tutt’al più un impostore

  • Acido Prussico ha detto:

    Riassumendo.

    Sergio Russo: 👏
    Paco: 🤮 🤯
    Don Pietro Paolo: 😇 🤫
    Mario: 🤓🤓
    Noi: 😴 🤕 🤒

    • MARIO ha detto:

      Ti sei dimenticato il Moderatore…
      Per favore,fai un altro piccolo sforzo. Grazie!

  • Maria Michela Petti ha detto:

    L’apparizione di Itapiranga messa in relazione alla rinuncia di Benedetto XVI con la motivazione fornita del «‘desiderio assoluto’ di rimanere raccolto nella preghiera solo con Lui», mi ha suggerito il parallelo con il Pietro che, obbediente all’ invito, restituisce “le chiavi” e rimane in atteggiamento inequivocabilmente umile e orante per i bisogni della Chiesa e dell’umanità. In quella visione, come in tante altre – fra quelle approvate e quelle all’esame degli organi competenti ecclesiali – per quanto si sa, la Madonna non fa che insistere sulla necessità di pregare. Allora Paolo colse l’invito e si unì alle intercessioni di Pietro.
    Mi chiedo chi sia oggi il Paolo accanto a Benedetto in preghiera e chi sorregga “verso l’alto” quelle mani “fatte stanche” dal peso degli anni, come avvenne per Mosè. Sì, molti sono i membri del popolo di Dio che intensificano le invocazioni al Padre. Ma mi sembra siano ancora tanti, se non troppi, i discepoli che, invitati a restare svegli e a pregare, se ne restano in uno stato di dormi-veglia…
    E l’eco del “vegliate e pregate” si è perso nel frastuono di appelli per cause, per quanto urgenti, sminuite dall’essere ingabbiate in una prospettiva che guarda a sé stessa e non si eleva ai Cieli Aperti, di cui si è in attesa di godere la bellezza, non alterata da maquillage a chiusure ora condannate ora invocate per quel che riguarda cuori e menti, secondo convenienza, in quello che suona come puro esercizio di retorica. Ma forse sono solo io ad essere condizionata dalle troppe…”chiusure”. Anche di quelle caratteriali che condizionano fortemente “l’esercizio attivo del ministero petrino” con grave danno all’efficacia di quel “dono”…

  • Patrizia ha detto:

    Infinita gratitudine a don Alessandro Maria Minutella che da quattro anni lo grida coraggiosamente senza infingimenti e tergiversazioni pagando con due scomuniche. A lui il merito di aver svelato l’impostura anticristica e risvegliato migliaia di coscienze per la difesa del sano spirito cattolico.
    Il suo amore alla Chiesa e alle anime può solo commuovere. Dio lo benedica e lo ricompensi grandemente!

  • Patrizia ha detto:

    Onore a don Alessandro Maria Minutella che da quattro anni lo grida coraggiosamente senza infingimenti e tergiversazioni pagando con due scomuniche! A lui il merito di aver svelato l’impostura anticristica e risvegliato migliaia di coscienze per la difesa del sano spirito cattolico.
    Il suo amore alla Chiesa e alle anime può solo commuovere. Dio lo benedica e lo ricompensi infinitamente.

  • Manuela ha detto:

    Grazie Sergio di ricordare che tutti noi, popolo di Dio, dovremmo prepararci all’illuminazione delle coscienze, l’Avvertimento di cui tu parli ma che pochi conoscono.
    Non manca molto alla Nuova Pentecoste annunciata da innumerevoli profezie, in quella luce tutto sarà più chiaro!

    • Sergio Russo ha detto:

      Grazie a te, Manuela: che hai compreso… il “succo” della questione!

    • Alberto ha detto:

      Non manca molto all avvertimento dice Lei…mi auguro che sia davvero così,la mia stima per il Signor Sergio Russo.

  • Paco ha detto:

    Questo pateracchio non meriterebbe alcuna risposta, tuttavia mi limito a dire questo: sarebbe meglio che ognuno facesse il suo mestiere, evitasse di parlare di cose che non sa ed avesse l’umiltà di limitarsi ad ascoltare chi le cose le ha studiate. Riguardo alla sciocchezza sesquipedale per cui Ratzinger avrebbe rinunciato all’esercizio del ministero e non ad “essere papa”, basterebbe studiare ciò che dice il vescovo Giuseppe Sciacca, segretario della Segnatura apostolica e uditore generale della Camera Apostolica, “uno del mestiere” (ma voi siete talmente arroganti che sicuramente ne vorrete sapere anche più di lui, dall’alto dei vostri titoli di scienze teologico-ecclesiastiche conseguite all’università della strada):
    «Vorrei cominciare col dire che la distinzione tra munus e ministerium è impossibile nel caso del Papa.
    La distinzione che si trova in Lumen gentium distingue tra munus ed esercizio della potestas in materia di ufficio episcopale. Questa distinzione nell’ufficio episcopale si fonda sulla duplicità della trasmissione del potere: sacramentale, quanto all’ordine sacro e alla consacrazione episcopale che su quello si incardina (munus); giuridica, quanto alla conferimento della missione canonica e la conseguente libertà nel suo esercizio (potestas). Grazie a questa distinzione – che corrisponde, in sostanza, a quella classica, tra potestas derivante dall’ordine sacro e potestas di giurisdizione – si concepisce anche la figura del vescovo titolare che, in forza della consacrazione episcopale, riceve integra la pienezza dei poteri, e non solo quello di santificare, bensì anche gli uffici di insegnare e di governare, attivati, epperò, questi ultimi dalla missio canonica, se e quando conferita dal Pontefice. Ancora, in forza della suddetta distinzione tra potestas ordinis e potestas iurisdictionis, si ammette la figura del vescovo emerito, il quale, perduta la potestas iurisdictionis conserva il munus episcopale che era stato trasmesso per via sacramentale, non più libero tuttavia nell’esercizio dopo l’avvenuta rinuncia. In verità, la ratio che ha motivato la previsione legale del canone 185 del vigente Codice, che istituisce la figura dell’emeritato per chiunque abbia ricoperto nella Chiesa un ufficio, e poi “per raggiunti limiti d’età o per rinuncia accettata lo lascia”, la definirei “personalistica” o “affettiva”, poiché non si vuol “cancellare” o dimenticare quella parte di vita consumata in quel determinato servizio e in qualche maniera vi si rimane legati seppur nominalmente, anche se privi del munus regiminis a quell’ufficio connesso. E comunque il titolo e l’istituto dell’emeritato non mancano di dar vita a una qualche duplicazione o moltiplicazione d’immagine. Il parroco emerito si aggiunge a quello effettivo, e così il vescovo emerito, il professore emerito a quello ordinario, etc. Infatti non è senza significato, parlando del vescovo emerito, che il Codice di diritto canonico preveda la possibilità per lui di conservare l’abitazione nella diocesi, la facoltà di partecipare, con voto deliberativo, ai concili particolari e il diritto ad essere sepolto nella chiesa cattedrale. Tutto ciò non può essere riferito all’ufficio del Pontefice, anzitutto perché la successione petrina, in ragione del potere singolarmente concesso a Pietro da Cristo, è assolutamente e irrinunciabilmente singolare, per divina costituzione della Chiesa. Recita il canone 331: “Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l’ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori…”. Il Pontefice è dunque “successore di Pietro” e non solo, in modo organico, assieme ai vescovi, “successore degli apostoli”. Ciò comporta l’unicità della successione petrina, che non ammette al suo interno alcuna ulteriore distinzione o duplicazione di uffici, seppure non più liberi nell’esercizio. O una denominazione di natura meramente “onorifica” o nominalistica, anche se vien fatto, legittimamente, di dover ricordare come, nell’ordinamento canonico, numquam fit qaestio de meris nominibus, mai si fa questione di meri nomi, corrispondendo infatti sempre il nome a qualcosa (nomen est omen)» L’impossibilità di applicare al Papa la distinzione prevista nel caso del vescovo emerito risulta evidente dalla diversa modalità di trasmissione della successione apostolica per i vescovi, e della successione petrina per il Pontefice. Si legge infatti nel canone 332: “Il Sommo Pontefice ottiene la potestà piena e suprema sulla Chiesa con l’elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale. Di conseguenza l’eletto al sommo pontificato che sia già insignito del carattere episcopale ottiene tale potestà dal momento dell’accettazione. Che se l’eletto fosse privo del carattere episcopale, sia immediatamente ordinato vescovo”. Ciò significa che la modalità della trasmissione della successione petrina è esclusivamente giuridica e conferisce la pienezza della suprema giurisdizione. La norma è di diritto divino, e dunque non soggiace a nessun’altra ermeneutica. All’interno della pienezza della giurisdizione (potestas) non si dà più alcuna ulteriore sottodistinzione tra munus e exercitium muneris, tra il munus e il suo esercizio. Il Vescovo di Roma è individuato nel suo ufficio in ragione della sola elezione in conclave e il suo ufficio non è un “ottavo sacramento” – nel senso di un episcopato speciale, come accennato a suo tempo da Karl Rahner, che comunque lasciò immediatamente cadere siffatta originalissima idea – né è in alcun modo trasmesso per via sacramentale. L’ufficio del romano Pontefice si incardina sul munus episcopale precedentemente e indipendentemente conferito. Nel caso l’eletto non fosse ancora vescovo, è richiesta immediatamente la sua consacrazione.Il munus petrino è solo ed esclusivamente un primato di giurisdizione. Non si può rinunciare al solo esercizio di questo primato, conservando “qualcosa” di residuale, quasi che la potestà pontificia conferisca all’eletto in conclave un qualche carattere sacramentale speciale e permanente anche dopo la rinuncia. Gli rimane il munus episcopale, che aveva a suo tempo ricevuto sacramentalmente quando è stato ordinato vescovo. La rinuncia all’ufficio petrino è lo strumento giuridico che porta alla perdita della giurisdizione pontificia, la quale, come abbiamo visto, per via giuridica era stata conferita. Nessuna distinzione interna a questa rinuncia può essere individuata o argomentata. La rinuncia, se viene posta in essere, riguarda tutta e sola la giurisdizione, e non il munus episcopale, che ovviamente, permane. Si tratta del sacro carattere di cui parlano i concili Tridentino e Vaticano II, indelebilmente impresso con l’ordinazione episcopale. Il Codice di diritto canonico, al canone 332, parla anche di munus petrinum, ma questo non può in alcun modo essere interpretato come una volontà del legislatore di introdurre, in materia di diritto divino, una distinzione tra munus e ministerium petrino. Distinzione che peraltro è impossibile»
    E continua: «L’espressione di “Papa emerito” o “Pontefice emerito” sembrerebbe configurare una sorta di potestà pontificia distinta da un suo ulteriore tipo di esercizio. Un esercizio non individuato, mai definito in alcun documento dottrinale, e di impossibile comprensione, che sarebbe stato oggetto di rinuncia. Argomentando in questo modo, parte della potestà pontificia rimarrebbe all’emerito, anche se, si dice, interdetta nell’esercizio. Ma l’interdizione dall’esercizio di ciò che per sua natura è essenzialmente libero nell’esercizio (potestas) è un nonsenso. Appare perciò evidente l’irrazionalità di questa tesi e i possibili errori interpretativi che ne derivano. Il titolo di “Vescovo emerito di Roma sarebbe una soluzione altrettanto problematica, seppure qualche autorevole canonista l’abbia sostenuta: Papa, Pontefice o Vescovo di Roma sono infatti sostanzialmente sinonimi. Il problema non è il sostantivo, “Papa” o “Vescovo di Roma”, ma l’aggettivo “emerito”, che porta a una sorta di duplicazione dell’immagine papale. Non sono tra quelli che si augurano che la rinuncia al papato diventi una consuetudine. Anzi! Come pura ipotesi di lavoro, se volessimo prefigurare per il Pontefice rinunciante una possibile previsione legislativa per il futuro, la soluzione più congrua mi sembrerebbe quella del conferimento del titolo di “Già Sommo Pontefice”. Oppure quella di prevedere il reinserimento del rinunciante nel collegio cardinalizio, nell’ordine dei vescovi, da parte del nuovo Papa. E per sottolineare la “singolarità” del nuovo titolare, nell’ipotesi in cui tutte le sedi suburbicarie fossero occupate, inserirlo – ad personam – tra i patriarchi orientali che sono membri del collegio cardinalizio. Salvo meliori iudicio, come sempre siamo soliti concludere i pareri che noi consultori diamo ai dicasteri».

    • Marco Tosatti ha detto:

      E meno male che non meritava risposte! Dio solo sa che tome avebbe compilato, secle avesse meritate. Più lungo il commento dell’articolo 😅🤣😂

      • MARIO ha detto:

        Eh…ma se mettiamo in conto anche tutti gli altri articoli strampalati sull’argomento, questo commento (molto illuminante ed istruttivo) fa invece la figura di una bella fragolina sopra un cesto pieno di zucche(!).

    • Enrico Salvi ha detto:

      Però le parole di PACO si limitano alle prime sei righe. Il resto è una “sesquipedale” citazione del vescovo Sciacca, evidentemente allo scopo di chiarire una volta per tutte la questione.

      Anch’io mi auguro che il tormentone del doppio papa, o del papa apparente e del papa occulto, delle dimissioni che non sono un dimettersi e altre amenità contorsionistico-elucubrogene abbia fine.

      Anche perché non serve a niente.

    • marzio ha detto:

      Troppo lunga per un sempliciotto come me. Mi limito all’inizio. Forse Paco non ha colto quello che Russo ha sostenuto con le sue riflessioni tra munus e ministerium. Separabili o meno che siano, nella sua elaborazione, il “dono” (munus) non è semplicemente rigettabile. Resta a prescindere dal fatto che coincida col ministerium o meno. Anzi, meglio – per chi predilige Bergoglio – che siano separabili, in modo che ci possa essere chi “fa” il papa al posto di Benedetto, che si accontenterebbe di “esserlo”. Insomma, se così è, Benedetto ce l’avrebbe ancora il dono. E a conti fatti mi sembra razionale come posizione.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Non c’è cosa più brutta quando uno per negare l’evidenza si intestardisce e di conseguenza le inventa tutte. È come colui che invita a chiudere gli occhi per poi affermare che il sole non c’è. Nonostante l’ emerito abbia detto e ripetuto che il papa è Francesco, qualcuno continua ancora a dire baggianate. Per alcuni è diventata una malattia insanabile, purulenta e cancrenosa. Quanto poi allo scomodare la teologia per avallare la propria posizione errata mi sembra un po’ troppo. il Ministero non è al servizio del Dono, ma è il dono che è al servizio del ministero e che permette a chi lo ha ricevuto di esercitarlo al meglio. Fra l’altro, a differenza dei ministeri sacramentali che provengono direttamente da Dio, anche se conferiti attraverso ministri ordinati, l’ufficio di papa non viene conferito con un sacramento, ma dai cardinali riuniti in conclave. Semmai il Signore conferisce a Colui che è stato eletto a vescovo di Roma, e quindi successore dell’apostolo Pietro, tutti i carismi e doni necessari per espletare il suo ufficio: “Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio” ( S. Bernardino da Siena, discorso 2 su S. Giuseppe, Opera 7, 16). Quindi, l’ufficio di essere papa non è concesso da Dio ma dai cardinali. Diversamente dovremmo desumere che tanti papi indegni del passato sono stati dati alla Chiesa da Dio. Le manovre più o meno lecite di un conclave fino a quando non sono narrate e chiarite dai cardinali presenti, cosa che non è avvenuto con l’elezione di Francesco, sono solo dicerie e quindi da considerare leggende metropolitane. Per quanto riguarda Il papa emerito, anche se ancora non c’è una regola canonica, credo che, come logica impone, una volta rifiutato il ministero pietrino conferitogli dai cardinali, l’emerito perda anche i doni che Dio gli ha concesso quando è diventato Papa. Qualcuno potrà obiettare che i doni di Dio sono irrevocabili (cfr Rm 11,29). Certamente, ma quali e fino a quando? Un vescovo che diventa emerito, o un prete in pensione, è e resta vescovo; perde solo la giurisdizione sulla diocesi che reggeva. Ma un papa che rifiuta il ministero, può anche chiamarsi “Papa emerito”, del resto lo è stato, ma non è più il papa perché di papa ce n’è uno solo. Quindi, dire che ci sono papi che esercitano uno il ministero e uno il dono è solo dire sciocchezze. Per quanto riguarda il cercare conferma alle proprie idee con le rivelazioni private, fra l’altro alcune delle quali altamente dubbie o addirittura false, e interpretarle a proprio uso e consumo è intraprendere una strada forviante e altamente pericolosa

    • Paoletta ha detto:

      Sarà, ma qui siamo di fronte a due tizi vestiti di bianco: uno perchè dovrebbe essere il Papa in carica (Bergoglio), e l’altro che spiega che si veste ancora di bianco perchè “non trova più la tonaca da prete”. Inoltre il primo ha eliminato la dicitura “vicario di Cristo”, cosa che il secondo non avrebbe mai fatto. Non si è mai firmato come Pontifex, porta la Pachamana in Vaticano e fa costruire statue celebrative di Lutero. Le pare che un Papa degno di questo nome possa far costruire statue di Lutero? Ma sa chi è Lutero, e che male ha fatto alla Chiesa Cattolica? Se Bergoglio è Papa, non è che fa molto per confermarlo…

    • MARIO ha detto:

      Bentornato, don Pietro Paolo, nella fossa dei leoni (da tastiera, naturalmente) e ultimamente anche dei fachiri o aspiranti tali. Ma di questi ultimi non si preoccupi… sono pressoché innocui.
      Mi chiedevo che fine avesse fatto…

      • Adriana 1 ha detto:

        Leoni? Fachiri? Deve aver letto troppo Salgari…o magari seguito alla tv. Khabir Bedi e la Perla di Labuan 🙂

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Caro, Mario, in realtà mi sono reso invisibile e questo non perché avessi paura dei “leoni” o di qualche leonessa. Preferisco mantenere la pace interiore che a fatica ogni giorno cerco di non farmi rubare da nessuno. Se adesso mi sono fatto sentire, lo è stato, nel mio piccolo, per evitare che certe castronerie, che non giovano certamente alla Chiesa, possano far presa sugli sprovveduti e scandalizzarsi e di conseguenza ingrossare le file dei già fuoriusciti e dei seguaci dei nuovi “profeti”autoproclamatisi tali. Come vede, neanche l’intervento accurato di Paco è stato tenuto in considerazione. È inutile: quando uno si rende sordo, neanche Dio può farlo sentire. Povera Chiesa! Invece di pregare per Essa, di edificarla e di evitarle scandali, ognuno in nome della sua verità la espone al pubblico ludibrio e ne demolisce un pezzo… è questo forse l’ultimo attacco subdolo del nemico? ma certamente non preverrà

        • massimo trevia ha detto:

          Reverendo Don Pietro Paolo:e’ appurato,cosi’ho letto,che Ratzinger avrebbe detto”di Papa ce ne e’ uno solo”e basta, mentre M.Franco avrebbe aggiunto lui che “ed e’ Francesco”!Se Lei riesce a smentirlo……altrimenti farebbe bene a nascondersi ancora! N.B.:io faccio(facevo?)parte della fraternità’ di CL ma non seguo piu’ anche a causa di persone come Lei che sotto un falso rispetto si arrampicano sugli specchi !Stia “sul pezzo”:se Ratzinger ha detto la frase completa ok…..altrimenti,con rispetto,si informi!!

          • massimo trevia ha detto:

            P.s.:Don P.Paolo,mi scuso(lanotte porta consiglio…..)pero’ per il modo in cui Le ho detto queste cose e La saluto:credo influisca il fatto che sono cresciuto in CL dai 12 anni e con questo Papa ho perso questo cammino:non vengo a patti con la coscienza, che mi ha detto(poi ho analizzato)da quando ho visto per la prima volta Bergoglio:”CHI E’?RISPOSTA:NON E’ IL PAPA…..E’ UNO VESTITO DA PAPA”!!!E questo credo da allora.Poi e’ modernista:eretico.Comunista(o giu’ di li’),anti-italiano(l’Italia e’ la mia terra e a casa mia invita gli invasori…..),filo islamico(con la menzogna che l’islam non e’ un problema….)e magari anche massone?Qui non mi pronuncio ma non lo escludo!!!!!E poi se il codice ASCII e’ giusto il suo cognome corrisponde a 666;infine:perche’ non smentiscono la questione della “Mafia di S. Gallo”?La saluto con rispetto del suo essere sacerdote,ma invece di sviare i discorsi bisogna dare delle risposte,Non come ora,a partire dai miei amici di CL!!!!!!!

      • MASSIMILIANO ha detto:

        E mi scusi Mario, lei come si considera…? Leone fachiro o altro? Saluti.
        Massimiliano

      • Enrico Salvi ha detto:

        Anche tu affetto da fachirite acuta?

        Comunque, dicendo che sono (siamo) “pressoché innocui” ci hai sdoganato.

        Molto bene. Grazie.

        Ora posso (possiamo) fachireggiare in piena libertà.

      • Pompeo ha detto:

        Carissimo Don Pietro Paolo, è “durissimo” far comprendere a chi è “duro” di comprendonio. Chi è più sordo di chi non vuol sentire? O più cieco di chi non vuol vedere? In tutti e due i casi questi brancola “nel buio” e diventa solo autoreferenziale, e si “bea” della proprie “stupidaggini” e “convinzioni”, e se proprio se “false” e prive di ogni logica e “verità” non solo giuridica, ma anche teologica, si “bea” maggiormente e cerca in tutti i modi di convincere e far “deviare dalla sana dottrina”. Di Anticristi esistevano già ai tempi degli Apostoli, e oggi sono più numerosi “in parole” e “in opere”.
        L’articolo di PACO pubblicato, l’avevo, giorni addietro, inserito anch’io sullo stesso argomento (precisamente: “Testo Giuridico di 300 padine…” del 05 marzo 2021). Ma a quanto pare bisogna insistere, perché il buon senso non esiste e perché il fine di “confondere” e “fare proseliti” è più importante della “verità”. Alcuni, da tanto, ripetono, si soffermano e sottolineano che l’ex papa Benedetto XVI è ancora vestito di bianco, e per questo sarebbe ancora papa. Allora, oggi, quanti “papi” abbiamo nel mondo, visto che come l’ex papa, in Africa, ci cono Verscovi e sacerdoti che hanno e vestono la talare bianca? Cosa nota a tutti.
        Nessuno nega che viviamo tempi difficili, perché il mondo è scritianizzato e moltissimi vivono in peccato, o come se Dio non esistesse; ma è forse colpa di papa Francesco, o piuttosto di tutti noi cristiani, che non siamo capaci di vivere il Vangelo, di annunciarlo e testimoniarlo? “Amatatevi gli uni gli altri” è stato il Comando del Signore. Ci riconosceranno se ci amiamo gli uni gli altri, come i primi cristiani; purtroppo, l’evidenza è palese, questo oggi non avviene, anzi, tutt’altro… “scannarsi” e “denigrarsi” è diventato per molti lo sport preferito…
        Che il Signore ci aiuti e ci ponga la Sua mano “sul nostro capo e sul nostro cuore”, affinché con il nostro comportamento non Lo offendiamo e non Lo abbandoniamo. San Filippo Neri diceva: “Sennò Pippo te la fa”. Che la Vergine Maria ci custodisca, ci protegga e ci guidi al suo Figlio Gesù, e ci aiuti a vivere senza tentennamenti e devianze. Inalto i cuori, perchè Cristo è Risorto e ci aiuterà a risorgere!

    • FRANCESCOMARIA ha detto:

      Mi scusi don Paolo, ma quando l’ha detto che il Papa è Bergoglio?
      Nell’intervista si capisce che il Papa è uno e solo uno, no che è Bergoglio. Più di una volta SS Benedetto è andato contro al pensiero di Bergoglio nonostante che avesse detto che si ritirava in preghiera e nel silenzio. Tant’è che scrisse una lettera, da far avere ai vescovi presenti al concilio della famiglia in Vaticano, e che puntalmente fu censurata. Solo per citarne una. Difendere l’indifendibile non le fa onore.
      Per Paco, quando si commenta si può non essere d’accordo e pertanto obiettare con il pensiero di chi scrive, ma mai sentirsi superiori e agressivi, Le chiedo scusa se la ho offesa.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Io non difendo nessuno, né tanto meno mi arrampico sugli specchi. Dico semplicente quello che ritengo giusto e logico.
        Un papa che si dimette, e che rinuncia ad essere il vescovo di Rome e quindi successore di San Pietro, non è più papa. Le stesse parole con le quali Benedetto XVI annunciava le sue dimissioni sono chiare: “Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die XIX aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die XXVIII februarii MMXIII, hora XX, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum NUVUM SUMMUM PONTIFICEM ab his quibus competit convocandum esse” (“Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20.00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà VACANTE e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del NUOVO SOMMO PONTEFICE) (11/02/2013). Recentemente, ha ribadito che è “convintissimo della sua scelta che fu presa in coscienza, coram Domino, davanti a Dio, ed è convinto che era ed è una decisione giusta”. Quindi, se lo dice lui, non capisco perché ancora c’è chi davanti a questa evidenza continui ad affermare testardamente che Benedetto è il vero papa. Inoltre, è irridente dire che in quanto Ratzinger veste una sottana bianca è ancora il papa, come se fosse l’abito a renderlo tale. Giustamente, come scrive Pompeo, ci sono molti cardinali, vescovi e preti che portano la talare bianca. Mi pare che anche qui in Italia un prete, fuori della comunione ecclesiale, indossi la talare bianca ( forse per questo qualcuno che scrive su questo blog lo ha definito “il mio papa”?). A me non disturba che Benedetto abbia scelto di farsi chiamare “papa emerito”. Difatti, essendo stato vescovo di Roma, e per questo papa, essendo ora emerito, e quindi vescovo emerito di Roma, lo si può chiamare papa emerito. Per cui, come ogni vescovo emerito non è più il vescovo titolare della diocesi che reggeva ( e in ogni diocesi di vescovo ce n’è uno solo anche se c’è l’emerito) , altrettanto l’emerito Benedetto non è più il vescovo di Roma e quindi non è più il PAPA. Per quanto mi riguarda, ho grande devozione e affetto per Benedetto XVI. Per questo, credo che chi asserisce che lui è il vero papa gli manchi di rispetto e non gli fa onore in quanto, indirettamente, ingenera l’idea che lo scompiglio e la divisione fra i cattolici siano dovuti al suo presunto silenzio e, di conseguenza , lo si accusa di fellonia e di debolezza di confronti di poteri forti (???) ed altro…, cosa a cui io non credo minimamente.
        Non mi risulta che Benedetto abbia mandato lettere ai vescovi e siano state censurate dal Vaticano. Una simile ipotesi è assurda e degna di un romanzo ambientato nel medioevo., come anche definire l’emerito papa il “prigioniero” del Vaticano.
        Concludo: Non rispondo agli insulti di quanti così facendo dimostrano, non dico il loro grado di cammino spirituale, che già sarebbe tanto, quanto la conoscenza delle buone regole civili.

        • Pompeo ha detto:

          Aggiungo ancora una volta, per tagliare la testa al Toro, basta chiedere sia a Viganò che all’ex Papa Benedetto XVi, se non a lui direttamente lo si può chiedere al suo segretario, se durante la santa Messa recitano il “cum papa Francisco”, così sarà più chiaro ed esplicito. Perché insisto su questo? Altrimenti se non lo dicessero, anche se vescovi, sono ipso fatto scomunicati lataesententiae e scismatici . Date risposta a quanto ho scritto, così si terminerà a “blaterare” inutilmente e penseremo di più a come santificarci. Cristo ci dia Pace.

        • Paoletta ha detto:

          Nemmeno io non difendo nessuno, né tanto meno mi arrampico sugli specchi. Dico semplicente quello che vedo. Un tizio che non vive a San Pietro, non si firma con la doppia P, non si definisce Vicario di Cristo, dice che ci vorrebbe una tutela per le coppie omosessuali quando Ratzinger diceva che le nozze gay sono un segno dell’Anticristo, sembra più interessato ai migranti e all’ambiente che ad evangelizzare.
          Però, da quando questo tipo è in Vaticano, le polemiche sui preti pedofili che con Ratzinger erano all’ordine del giorno si sono di punto in bianco smorzate. Si figuri che Ratzinger rischiava un processo all’Aja per per la presunta complicità delle “gerarchie vaticane” sugli “scandali sessuali” nella Chiesa Usa (tra l’altro dominata dai Gesuiti). Quando si è dimesso, l’eventualità di processarlo è casualmente venuta meno, ma nessuno ha mai pensato a processare il suo successore, che la Chiesa dovrebbe rappresentarla comunque. Questo “Papa”, a differenza del precedente, è chiaramente appoggiato da poteri esterni, e si vede anche dal suo approccio nei confronti di Greta: ma se lo vede un Benedetto che appoggia questa pseudo attivista totalmente manovrata da scaltri burattinai? Bergoglio l’ha subito portata in Vaticano dopo che questa è andata al forum di Davos (non certo un ritrovo di preghiera), e questo è davvero indecente. O si rappresenta la cristianità cattolica, o i poteri forti. Non si possono servire due padroni.

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Tutto vero, ma il problema teologico è questo: se la rinuncia di Benedetto XVI è falsa, significa semplicemente che il papa è ancora lui e che la Santa Sede è impedita a svolgere il proprio compito. Se la rinuncia è vera, il papa è Francesco e il titolo di papa emerito è soltanto una “trovata” di Benedetto XVI. Altre soluzioni del tipo io mantengo un “pezzo” di papato e tu ne prendi un altro sono semplicemente dei nonsensi al di là di quanto può aver detto o dire ora uno dei due personaggi. Nessuno è padrone della Chiesa, né Francesco né Benedetto. Nessuno può inventarsi dottrine che non hanno alcun fondamento nella fede.

          • Paoletta ha detto:

            nessuno vuole inventarsi nessuna dottrina; si constata solo che il Papa è Benedetto e la Santa Sede è ostaggio di altri poteri. Tutto qua.

          • MARIO ha detto:

            Paoletta,

            visto che lei è una di quelle che vogliono “constatare” personalmente, anziché fidarsi delle autorità preposte, le suggerirei di “constatare” anche (come da folgorante illuminazione di POMPEO) se il suo Papa Benedetto, quando celebra la Santa Messa, recita o no la formula canonica “cum Papa Francisco”.

            Semplice no? E con abbondante risparmio di tempo e salute (dell’anima soprattutto).
            Constati bene, constati… E, mi raccomando, ci sappia dire!

          • Paoletta ha detto:

            Non so quanto Benedetto sia libero di effettuare scelte.

          • Paoletta ha detto:

            inoltre delle autorità preposte ci si potrebbe fidare se solo avessero un minimo di autorevolezza. Ma, vista la confusione ormai imperante, non mi pare sia proprio questo il caso. Lei stia bene, insieme alle sue folgoranti illuminazioni.

          • gaetano2 ha detto:

            Paoletta,
            dato che cani e porci, anche se magari profumati, le danno indicazioni, allora ne do anche io, che perlomeno puzzo di pecora.
            Ci sono i fatti. Basta prenderne uno ed è tutto chiaro.
            Bergoglio rende culto, tra l’altro pubblico, a divinità sataniche.
            Anche se perfino pseudo preti inutilmente cercano scuse.
            E se uno come me, grande peccatore ogni volta che ho potuto (e pure con soddisfazione), se ne rende conto, vuol dire che non è difficile rendersene conto. Insomma l’accoglione può essere papa solo dei suoi accoglini.

  • PEDRO ha detto:

    Le parole di Monsignor Fulton Sheen di cui lautore chiede riferimento, possono essere trovate nel libro di Mons Sheen COMMUNISM AND THE CONSCIENCE OF TH WEST. Anche il sermone del 26 Gennaio 1947 si puo ascoltare in https://www.youtube.com/watch?v=LhaCjUGamjk
    Il sermone è anche incluso nel libro LIGHT YOUR LAMPS (National Council of Catholic Me, 1947), https://goo.gl/y7kROm

    • Sergio Russo ha detto:

      Grazie infinite, Pedro!

      • PEDRO ha detto:

        Piacere di poter aiutarLa.
        Nel libro Light Your Lamps, il primo capitolo trascribe il sermone di 26 Gennaio 1947 sulla fine dei tempi e l’Anticristo, con lo stesso titolo del sermone: “The signs of Our Times”,
        Grazie per questo post. Molto interesante, profondo e accurato su un argomento così importante.

  • Enrico Salvi ha detto:

    “Benedetto ha spiegato poi che non si è trattato di nessun tipo di apparizione o simili fenomeni, ma piuttosto di una ‘esperienza mistica’”.

    E con questo? Il mondo è, ed è sempre stato pieno di persone che hanno “esperienze mistiche”.

    Sennonché le esperienze mistiche restano un fatto personale, privato e inverificabile.

    Dunque dovrebbe esservi molta prudenza sia nell’esporle sia nel recepirle.

    Come pure nel comporre un puzzle di esperienze mistiche o rivelazioni private per comprovare le proprie tesi.

    E poi potrebbero esservi – chi lo sa? – delle esperienze mistiche da cui risulta che Benedetto XVI è responsabile in prima persona del caos che hanno provocato le sue (non) dimissioni (??!!). Anche se al riguardo, vista la situazione, non c’è bisogno di alcuna rivelazione privata.

    • Bastian contrario ha detto:

      Caro Enrico nonostante i tuoi tentativi di fachirismo non hai provato esperienze mistiche ? Sei certo allora che queste esperienze ti stiano portando sulla strada giusta?
      Tu , il sottoscritto ed altri partecipanti al blog, tutti insieme stiamo percorrendo una strada di dissenso profondo nei confronti della propaganda dominante. Ora , se non fosse presente in noi tutti la consapevolezza che stiamo cercando di batterci per la verità e la giustizia tutto il nostro discorso sarebbe vano.
      E solo la Parola del Signore e qualche briciola di esperienza mistica ci possono sostenere nelle nostre scelte.

      • Enrico Salvi ha detto:

        Scusami,

        visto che su questo blog sono stati individuati (in base a quali elementi non si sa) dei fachiri a partire dal sottoscritto, ed ora anche tu parli di fachirismo (il contagio è sempre in agguato), vorresti gentilmente chiarire cosa intendi per fachirismo?

        E poi di quali mie esperienze mistiche vai parlando? Non mi sembra di averne mai nemmeno accennato.

        Forse ti riferisci alle intuizioni? Che però non sono assimilabili in tutto e per tutto alle “esperienze mistiche!: due parole, queste ultime che aprono un abisso nel quale si può facilmente cadere.

        • Bastian contrario ha detto:

          Se qualcuno si cimenta in tecniche particolari, con evidenti sforzi ascetico, indicate col nome complessivo di fachirismo, evidentemente lo fa’ per raggiungere uno stato di coscienza superiore.

          • Adriana 1 ha detto:

            Indicate comunemente col nome di fachirismo…”comunemente” da chi? quando?
            Da lei. Ora.
            Un buon dizionario le sarebbe utile…anche per il resto della scrittura.
            Magari la Trec-cagne.

          • Enrico Salvi ha detto:

            Di quali “tecniche particolari” va parlando?

            Il raccoglimento silenzioso non è una “tecnica” e ancor meno “particolare”. Ed è raccomandato tanto dalle tradizioni religiose quanto da quelle filosofiche.

            Il fatto è che in un oceano chiacchierologico e confusionario come quello in cui si annega (e di cui, forse, in fondo in fondo si gode!) il solo accennare a stare zitti e fermi sembrai una follia.

  • Antonio ha detto:

    Onore a tanta dottrina: ma vorrei sommessamente notare che la denuncia del tralignamento e della corruzione in cui versa oggi la Chiesa (cosa ormai evidente a chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale) non necessita affatto di complicate elucubrazioni su dimissioni date-non date e sciarade nascoste in gesti e affermazioni di Benedetto XVI. Di tutto questo non vedo nemmeno uno scopo pratico: la Chiesa è strutturata in modo tale che il papa una volta eletto può essere giudicato solo da se stesso. E mi pare improbabile che Bergoglio ammetta “è vero, la mia elezione era irregolare, mi dimetto”.

    • Cleo ha detto:

      E i Concilii perché esistono ? Non dovrebbero esistere allo scopo di preservare e proclamare la vera dottrina ? Monsignor Viganò dichiara in errore il Concilio Vaticano II perché ha proclamato giusto l’ecumenismo nei confronti dell’islam e dei suoi fedeli. Ha, ovviamente ragione ma non si rende conto che il vero errore sta nel Concilio Vaticano I quando il pontefice viene proclamato infallibile al di sopra del concilio.
      Sia nel primo caso che nel secondo viene infranta la Tradizione bimillenaria della chiesa e si cerca di costruire un nuovo cristianesimo sradicato dalla verità proclamata durante i secoli.
      E lo Spirito, che è spirito di verità, può andare in vacanza, non volendo appoggiare l’errore .
      Mentre può essere vicino a noi se cerchiamo di difendere la verità, con i nostri poveri mezzi di teologi da strada.

  • Chedisastro ha detto:

    Riflessione, questa di Russo, molto articolata e complessa, non certamente da leggere velocemente, ma da esaminare con il dovuto tempo. Qui ogni parola ha bisogno di essere scrutata con profonda attenzione, ogni riga ruminata. Personalmente non ne sento il peso, anzi ne gradisco molto l’opportunità.
    Molte grazie all’autore.