Faria: Coprifuoco o non Coprifuoco, si Celebri la Veglia Pasquale come Dio Vuole.

27 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, l’Abate Faria – che buon per lui ha meno frequenza di contatti con la realtà civile ed ecclesiale di questo sventurato Paese, è rimasto sbalordito dalle recenti genuflessioni della gerarchia ecclesiastica italiana nei confronti del Potere politico. Leggiamo perché…

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Caro Tosatti,

com’era ampiamente prevedibile stanno già facendo discutere gli orientamenti diramati dalla Cei nei giorni scorsi in merito alle celebrazioni della Settimana santa.

Per quanto riguarda in particolare la Veglia pasquale, che com’è noto è il fulcro di tutto l’anno liturgico, le indicazioni sono che “potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco”.

Il che vorrebbe dire, per non andare oltre le 21.30 dovendo consentire alla gente di tornare a casa, iniziare la Veglia nel tardo pomeriggio o in ogni caso quando ancora vi sarebbe parecchia luce anche considerando l’ora legale (a meno, ovvio, di iniziare più tardi accorciando però la liturgia, che però verrebbe snaturata). E una roba così dovremmo chiamarla “veglia”, quando le stesse norme liturgiche dicono che deve svolgersi di notte, o cominciando dopo l’inizio della notte o terminando alle prime luci dell’alba?

Anche quest’anno la Chiesa italiana abdicherà al sacrosanto diritto di autoregolarsi, delegando allo Stato l’ultima parola così, senza battere ciglio?

Se i fedeli possono stare in chiesa, distanziati e sanificati e mascherati ecc., fino alle 22.00, dopo tale ora il virus è più letale? Tanto più poi durante una liturgia in cui si celebra la vittoria di Cristo sulla morte?

Suvvia, siamo seri. Bene rispettare le norme e le prescrizioni. Ma, up to a point. E fermo restando che oltre ai doveri verso Cesare ci sono anche, e primariamente nella fattispecie, i doveri verso Dio.

Ergo, coprifuoco o non coprifuoco si celebri la Veglia pasquale come Dio comanda.

A Cesare andrà bene lo stesso.

Abate Faria

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10 commenti

  • Per Antonio ha detto:

    Un liturgista di valore, mancato nel 1975, e la cui opera fondamentale fu ristampata nel 2005, affermava che molte delle istruzioni liturgiche della Chiesa primitiva molto probabilmente risalgono alle istruzioni affidate da Cristo ai suoi discepoli nei 40 giorni tra la Pasqua di Resurrezione e l’Ascensione. Sosteneva infatti che le celebrazioni liturgiche in luoghi distanti tra loro ed anche distanti poco tempo dai giorni della vita terrena di Cristo erano troppo simili per non derivare da un unico modello comune a tutti.

    • Antonio ha detto:

      Mario Righetti, I presume. Grandissimo liturgista. Ma attenzione: Righetti si riferisce ai fondamenti della liturgia, il battesimo, la frazione del pane, l’unzione con olio, l’imposizione delle mani… Qui è giusto supporre che la fonte primaria siano gli insegnamenti di Cristo in persona. Se parliamo ad esempio di calendario liturgico le cose stanno un po’ diversamente. La stessa data della celebrazione della Pasqua fu oggetto di controversie fino al concilio di Nicea: figuriamoci se c’era una prassi comune per la veglia pasquale! In generale la tesi “del ritorno alla liturgia dei primi cristiani” è stata spesso l’Alka Seltzer con cui si sono fatto digerire innovazioni fantasiose (e la distruzione di tradizioni molto antiche). Nel caso della veglia pasquale peraltro l’innovazione non era inaccettabile: in sostanza la creazione di un parallelismo con la Messa della notte di Natale, e ci può anche stare. Personalmente non sono contro le innovazioni, se sono intelligenti e mirate.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Per la celebrazione dei riti della prossima Settimana Santa restano valide le disposizioni del Decreto emesso dalla Congregazione per il Culto Divino il 20 marzo 2020, “su mandato del Santo Padre”, Lo si è ribadito con una Nota pubblicata dalla stessa Congregazione il 17 febbraio scorso.
    http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20210217_settimanasanta-2021_it.html

  • antonio cafazzo ha detto:

    Zone “rosse, arancione e gialle”, Quaresima e Settimana Santa.
    Le gerarchie ecclesiastiche inflessibili imporranno a Cesare – per la regola del do-ut-des e per tutta la Quaresima – il passare tutta l’Italia al colore penitenziale VIOLA.

  • giovanni ha detto:

    L’obiettivo di costoro e’ noto, inutile girarci attorno. Faranno di tutto per evitare la veglia. Con l’acquiescenza di un clero che nelle sfere piu’ alte e non solo, e’ particolarmente obbediente quando si tratta di non onorare Dio.

  • Antonio ha detto:

    La veglia pasquale “notturna” è una novità introdotta negli anni Cinquanta del Novecento (riforma della Settimana Santa del 1955, antesignana delle “riforme liturgiche” del decennio successivo, che avranno lo stesso autore, mons. Annibale Bugnini): causa Covid dunque adesso ci si riavvicinerebbe, ma guarda un po’, agli usi antichi…

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Già gli usi antichi….. Grande processione del Venerdì Santo, blocco delle campane fino al meggiogiorno del sabato. Niente messa vespertina, ma grande festa e migliaia di confessioni in vista della Comunione pasquale. Comunque sia la Veglia Pasquale è bella e ricca di simbolismo…. l’importante è non essere prevenuti.

      • Antonio ha detto:

        “Fu un ritorno agli usi liturgici dei primi secoli cristiani”, “un ritorno all’uso antico prima del IV secolo”… Ma voi davvero pensate che prima del IV secolo ci fossero usi liturgici codificati e comuni??? E credete che ciò che si fa nelle chiese la domenica sia l’uso liturgico dei primi cristiani restituitoci dalla bontà di Bugnini??? Decio Cavallo nel famoso sketch di Totò alla fontana di Trevi era un volpone in confronto.

    • Michaela ha detto:

      La riforma della Veglia è del 1951. Nel ’55 tutta la Settimana Santa. Non fu una “novità”, ma un ritorno all’uso antico in vigore fino al IV secolo. Comunque il fatto che si tornerà all’uso della veglia pomeridiana o mattutina del vostro amato messale tridentino, dovrebbe far sì che non ci fracasserete le scatole come avete fatto per la Messa di Natale😄

      • Minidiscepolo ha detto:

        Concordo con quanto afferma Michaela. Quella che voi chiamate Riforma (e di cui attribuite il merito a Bugnini) fu un ritorno agli usi liturgici dei primi secoli cristiani, basati non sull’opinione di Bugnini , ma sugli studi di insigni liturgisti.