Il Vergognoso Linciaggio Mediatico di una Preside di Liceo a Roma.

25 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra opportuno riportare le reazioni – anche di parlamentari – al linciaggio mediatico compiuto soprattutto da Repubblica nei confronti della preside del liceo Giulio Cesare di Roma, attaccata per aver giustamente rifiutato alcune proposte di un collettivo studentesco particolarmente politicizzato. Qui riportiamo quanto scrive International Family News, che si è occupata del caso, e più sotto prese di posizioni di parlamentari, e l’annuncio di un’interrogazione parlamentare da parte del senatore Maurizio Gasparri. Buona lettura. 

La ramanzina sul rispetto delle regole è un sottofondo che ci accompagna dall’inizio della pandemia. È così che l’innata esuberanza dei giovani, ogni qual volta è trascesa in episodi come le risse su appuntamento, è stata prontamente stigmatizzata da giornali e opinionisti vari. Tuttavia, quando la riluttanza alle norme riguarda determinati temi, molti di quegli stessi moralisti si trasformano in libertari. Proverbiale in tal senso la scia di polemiche seguita a quanto successo nei giorni scorsi al liceo romano “Giulio Cesare”.

Il fatto

Dal 9 febbraio si è tenuta la «Settimana dello studente», esperienza didattica alternativa che ha visto gli alunni organizzare dibattiti sui temi più disparati. Non va confusa con l’occupazione: si tratta di incontri in orario scolastico, la cui approvazione deve prima passare per la dirigenza e per il Collegio docenti. Durante uno dei colloqui preliminari con i ragazzi, la preside, la prof.ssa Paola Senesi, ha posto «alcune perplessità» su titoli e contenuti di tre proposte e ha invitato i proponenti a «riformularle». I dubbi riguardavano un incontro sull’aborto affidato alla ginecologa Silvia Agatone, uno sull’identità di genere affidato allo psichiatra Stefano Corvino e infine un corso sulla questione balcanica con lo storico Davide Conti. Sia quest’ultimo, troppo simile nel tema a un’altra proposta inerente al Giorno del Ricordo, che gli altri due sono stati espunti dagli stessi studenti nell’ultima versione del programma.

La difesa della preside

Sembrava allora che la questione si fosse chiusa. E invece, dopo pochi giorni di quiete, è sopraggiunta una tempesta mediatica che ha tentato di travolgere la preside, la quale si è ritrovata addosso l’etichetta di oscurantista e censoria. Particolarmente solerte è apparsa la Repubblica, che ha dedicato alla vicenda diversi articoli. La prof.ssa Senesi, che ha alle spalle un curriculum robusto, dopo una fase iniziale di sorpresa non s’è persa d’animo e ha impugnato carta e penna per spiegare la propria versione dei fatti.

Riguardo alla proposta di parlare di aborto, la preside aveva rilevato che «non dovesse concentrarsi solo su una dimensione socio-sanitaria, ma dovesse acquisire una maggiore rilevanza comprendendo anche altri aspetti essenziali della tematica, del resto principi fondanti della legge 194». Quanto invece il corso gender, la prof.ssa Senesi ha spiegato di aver assunto le sue prerogative di responsabilità rimandando alla Nota del ministero dell’Istruzione n. 1972 del 15 settembre 2015. E cosa dice questo documento? Che «tra i diritti e i doveri e le conoscenza da trasmettere non rientrano in nessun modo né “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo».

La solidarietà

Ma spiegare di aver osservato le leggi dello Stato non l’ha messa al riparo dall’eco mediatica. Nei giorni scorsi la Repubblica ha ospitato una lettera con la quale alcuni docenti del “Giulio Cesare” (40, secondo quanto si legge nel sottotitolo) si dissociano dalla posizione della preside. Gli stessi hanno ricevuto il sostegno della Flc Cgil. Si registra inoltre una presa di posizione contro la preside di alcuni rappresentanti istituzionali locali. A fare da contraltare la solidarietà alla prof.ssa Senesi espressa dall’associazionismo familiare (Scienza & Vita, il prof. Massimo Gandolfini, Articolo 26 e Pro Vita & Famiglia) e da esponenti politici quali Paola Binetti, Paola Frassinetti, Carmela Bucalo, Isabella Rauti, Lucio Malan, Enrico Aimi, Maurizio Gasparri e Simone Pillon (questi tre hanno presentato due interrogazioni parlamentari sul tema). Inoltre, la dirigente del “Giulio Cesare” ha ricevuto l’appoggio di decine di genitori che hanno rivendicato il rispetto del «consenso informato» quando si trattano argomenti sensibili.

La versione degli studenti

Sono inoltre usciti due comunicati: uno dei rappresentanti degli studenti che sposerebbe sostanzialmente la versione dei fatti della preside e uno della lista Factotum, un cui rappresentante è eletto tra i quattro del Comitato studentesco. «Intendiamo […] condividere con voi il nostro sdegno in merito alle strumentalizzazioni politiche e giornalistiche alle quali abbiamo assistito negli ultimi giorni», scrivono gli studenti di Factotum. Che aggiungono: «Ci impegneremo personalmente ad organizzare corsi su temi etici e sociali, invitando sempre le due controparti per fare in modo di informare gli studenti in maniera oggettiva, come abbiamo sempre fatto». Ma, come lascerebbe supporre qualche articolo, gli insegnanti si sono schierati contro la preside? Per rispondere è d’uopo segnalare che mercoledì 17 febbraio si è tenuto il Collegio dei docenti, dove la versione dei fatti della preside è stata votata a larga maggioranza. Chissà se questo episodio scriverà la parola fine.

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Atto n. 4-04920

Pubblicato il 24 febbraio 2021, nella seduta n. 299

PILLON , MALAN – Al Ministro dell’istruzione. –

Premesso che:

è notizia di questi giorni la polemica che ha riguardato il liceo classico “Giulio Cesare” di Roma, con riferimento alle iniziative organizzate in occasione della “settimana dello studente”, un momento di aggregazione e confronto in cui i ragazzi propongono dibattiti su diverse tematiche;

nello specifico, risulta che una delle associazioni studentesche, il collettivo “Zero Alibi”, tramite la sua rappresentante studentesca, abbia proposto alla dirigenza un incontro sull’interruzione volontaria di gravidanza, incentrato principalmente sull’aspetto socio-sanitario, cui la preside, Paola Senesi, avrebbe opportunamente contrapposto l’incompatibilità dell’argomento con il piano dell’offerta formativa della scuola, suggerendo una rimodulazione della proposta, che ricomprendesse altri aspetti, come quello culturale ed emotivo, o altri aspetti fondanti della legge n. 194 del 1978, come la tutela della maternità;

inoltre, lo stesso collettivo avrebbe proposto un incontro su tematiche inerenti all’identità di genere, cui la preside avrebbe risposto ricordando che, ai sensi della circolare ministeriale n. 1972 del 2015, “tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo” le “ideologie gender”;

infine, il collettivo avrebbe proposto un dibattito sulla “occupazione fascista dei Balcani”, che la preside avrebbe accolto con riserva, visto che nel programma era già stato inserito un evento inerente alla giornata del ricordo delle foibe;

alla luce dei rilievi sollevati, la questione è stata discussa dai rappresentanti degli studenti che hanno presentato una nuova versione del programma modificata, poi approvata dal collegio docenti dopo ampia discussione;

tuttavia, in seguito, i membri del collettivo “Zero Alibi” hanno pubblicato, a mezzo di social media, una nota indirizzata agli studenti dell’istituto, nella quale accusavano la preside di aver censurato le loro proposte, attribuendole “convinzioni inaudite” e pregiudizi ideologici, con l’auspicio che gli altri studenti condividessero la loro indignazione;

la questione è, quindi, finita sulla stampa locale e nazionale e sulla preside sono piovute critiche diffamatorie, anche da parte di associazioni di studenti e non, con accuse di censura e di ritorno al Medioevo, ponendo l’attenzione persino sugli eventi pubblici cui la preside aveva partecipato in passato, al fine di sondarne le idee e le convinzioni;

considerato che:

il comportamento tenuto dalla preside appare conforme alla normativa in vigore, in quanto per affrontare progetti d’insegnamento extracurricolari occorre il requisito fondamentale del coinvolgimento o consenso dei genitori, anche alla luce delle linee guida ministeriali (art. 1, comma 16, legge n. 107 del 2015 e circolare ministeriale n. 19534/18);

nel programma è stato comunque inserito un dibattito sul genere nelle culture non occidentali, circostanza difficilmente conciliabile con l’esposta accusa di censura;

lo storico che avrebbe dovuto affrontare il tema della “occupazione fascista dei Balcani” ha potuto comunque tenere una relazione in altra data su altro argomento storico e politicamente sensibile, come la strage di piazza Fontana: sintomo di una decisione presa, appunto, per ragioni di opportunità, non certo per preclusione ideologica, e comunque nel pieno rispetto del pluralismo,

si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di garantire anche ai dirigenti scolastici di svolgere il proprio dovere nell’osservanza delle leggi e nel rispetto del dettato dell’articolo 30 della Costituzione in ordine alla libertà educativa, senza per questo essere sottoposti a indebite pressioni di carattere ideologico.

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SCUOLA. GASPARRI (FI): INACCETTABILE LINCIAGGIO PRESIDE DEL GIULIO CESARE, PORTERO’ VICENDA IN PARLAMENTO
“Continua l’attacco mediatico contro la preside del liceo Giulio Cesare, Paola Senesi “colpevole” soltanto di aver fatto prevalere correttezza e buon senso. Non riteniamo accettabile il linciaggio di questa valente docente e riteniamo che si debba passare alle azioni penali nei confronti di quanti la minacciano e la aggrediscono attraverso i social e non solo. Rincresce che anche sui giornali ci siano persone che si uniscono a questo coro. Paola Senesi ha ragione. Paola Senesi è intoccabile. Paola Senesi va lasciata in pace. Porterò in Parlamento la vicenda perché è intollerabile questa aggressione ed è gravissimo che alcuni direttori di giornali lascino briglia sciolta ai propri redattori per partecipare a un’opera di mistificazione e di negazione della verità e delle norme che regolano la vita della scuola”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

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15 commenti

  • Adriana 1 ha detto:

    Pare di assistere alla ennesima proiezione della “Corazzata Potemkin” al circolo ARCI., e, come disse l’esausto Fantozzi, ormai è solo :” una ca**ta pazzesca”.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Il ’68 non solo non è a passato ma attualissimo.

    E’ un bubbone che non smette di sbottare.

  • Giovanni ha detto:

    Una volta c’era chi sacrificava la propria vita per il prossimo, per la patria, per la fede. Oggi c’è chi lo fa solo per svolgere onestamente il proprio lavoro. Una telefonata ad una simile eroina da parte del Presidente della Repubblica o del Papa, sarebbe un segnale prezioso. In questa società marcia e davvero oscurantista (altro che il luminoso Medioevo) non arriverà mai.

  • Anna Maria De Matteis ha detto:

    Avere l’ardire di controbattere una Preside, nell’esercizio delle sue funzioni, con falsità, calunnie, da parte di studenti e professori, è conseguenza della perdita del valore dell’AUTORITA’ !!! L’autorità non è più ritenuta necessaria, utile, spendibile, è considerata un “blocco” al puro egoismo ed egocentrismo: “Solo io posso decidere e giudicare cosa è bene per me! Nessuno può impedirmi nulla in nome di una FUNZIONE, di un RUOLO! E’ questo il vero dramma della nuova società, della cultura dominante: non esiste niente e nessuno che può “permettersi” di impormi o impedirmi ciò che a me piace!!! Prima ancora della perdita del valore dell’autorità, vi è la perdita del valore della paternità: non è più riconosciuto come valore il ruolo del PADRE!!! E’ il valore della paternità che è in discussione, o meglio, è assolutamente tramontata, agli occhi dei padri stessi e della società!!! Non vi è un padre = non vi è autorità = non vi è legge !!!

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Tanto per capire quanto siano mutati i costumi anche in Italia.
      Tra i miei dipendenti c’era un tecnico più anziano di me che aveva combattuto la seconda guerra mondiale come sommergibilista, perito industriale di origine veneta. Quando lo chiamavo si metteva sull’attenti e mi diceva :- Comandi!- A compito eseguito, tornava da me e sempre sull’attenti diceva:- Fatto, ingegnere!- Tutto come oggi, insomma, che se non ti mandano a c……are poco ci manca!

  • Luca Antonio ha detto:

    Tutti lo stesso, condivisibile al 100 % , commento,cioe’ ” niente di nuovo sotto al sole”…..ma la domanda e’ : come fermare questi serpenti?.
    Sfruttano i medesimi “clik” psicologici da sempre – dalla folla che urlava Barabba ! e anche prima – , e funziona sempre.
    Che fare?.
    Si cercano soluzioni…..ogni proposta e’gradita.

  • paolo deotto ha detto:

    Quando frequentavo il quint’anno del Liceo Scientifico a Milano, iniziava la “radiosa” stagione del “sessantotto”, che in Italia sembra non morire mai. La solfa è sempre la stessa: pochi studenti, da altri indirizzati, anzi direi istigati, si auto-eleggono democratici e depositari del verbo e naturalmente vogliono zittire chi vuole usare la propria testa e il buon senso e chi magari arriva a pretendere il rispetto della legge. E un po’ di professori pavidi coccola i giovani tanto “democratici”…
    Ricordo che il mio Preside, che faceva parte di quei professori che consideravano ancora la scuola un luogo educativo e non un circo equestre, un giorno mi disse: “Sai, Deotto, quando leggo su ‘L’Unità’ degli articoli che mi attaccano, almeno so di avere agito bene”.
    Oggi non abbiamo più “L’Unità” – Deo gratias – ma abbiamo Repubblica, nuova Bibbia degli illuminati, che distribuiscono, a loro insindacabile giudizio, patenti di democraticità.
    Vorrei quindi dire alla signora Preside: essere attaccati da Repubblica è un onore. Perché vuol dire che si è agito bene.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Francamente stento a capire. L’organizzazione sociale di un paese civile è basata su un sistema di ruoli, cui competono determinate responsabilità, doveri e diritti. Se una preside non può più fare la preside, a che serve avere una preside?

    • Davide S ha detto:

      “Non riesco a capacitarmi”, Ecco, provo a tracciare il percorso che ci ha portato all’Oggi.
      “Tesi, antitesi e sintesi” da Hegel, il materialismo storico di Marx, la dittatura del proletariato di Lenin, la diffusione del comunismo, la profezia di Del Noce sulla sinistra che sarebbe divenuta “partito radicale di massa”, fenomeno plasticamente dimostrato:
      a) dal successo del quotidiano “Repubblica”,
      dal successo delle “battaglie” radicali che in una cinquantina d’anni hanno portato alla distruzione della tutela giuridica della Famiglia e quindi del suo ruolo sociale e culturale.
      Quindi: che fare? Cercare di resistere, sulla base delle circostanze, talvolta con forza, in altri con astuzia piegandosi come la canna al vento, sapendo che, prima o poi, il vento finirà.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Continuo a domandarmi, ma non trovo la risposta, come fa una robusta parte del mondo cattolico a sostenere con pervicacia e, quando è il momento con il voto, gli Illuminati di Repubblica, il PD (che è una costola di Repubblica) e compagnia cantante.
    Ragazzi, qui si tratta di aborto e di ideologia gender secondo la quale il sesso è un’opinione.

  • Maura ha detto:

    Ma che commento vuoi fare ? Ogni scusa è buona per andare contro ….contro chi ? Contro cosa ? Forse solo contro il buon senso . Siamo alla farsa . Solidarietà alla Preside !

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Come da prassi decennale, senza più un Partito forte e credibile come il PCI, che li controllava sottotraccia, questi studenti politicizzati, insieme ai centri sociali e alle “sardine”, forti della stampa di regime, come La Repubblica, cercano visibilità e nuova verginità attaccandosi ai comandi democratici d’oltre Oceano per una civiltà LGBT. Ignari, volutamente, che i genitori – salvo menti psichiatrizzate dei geniteori ideologizzati – non vogliono ingerenze nel campo da essi dato nella educazione dei figli. E soprattutto non vogliono la manipolazione mentale a fini sessuali e omosessuali dei figli col Gender nelle scuole.
    Meglio non tentare una contrapposizione all’interno delle scuole, che non sarebbe solo dialettica, ma fisica. Hanno bisogno del “nemico” da combattere, per potere esistere e stornare l’attenzione alle loro magagne. Questi studenti prendono ordini dalle famose Logge angloamericane e dall’alta finanza, gli Illuminati padroni del mondo, come storicamente dimostrato. La risposta si deve dare, giustamente, nelle aule parlamentari. Cercando di stare all’interno della stanza dei bottoni. In cui ci perderà solo il centrosinistra, se ancora vogliamo dare una antica connotazione politica a queste bande sparse di apprendisti stregoni..

  • Briciola ha detto:

    Abbiamo un nuovo governo, per così dire di (quasi) unità nazionale. Non si può certo dire che a detto governo appartengano gli esponenti migliori dei post-comunisti. I veri post-comunisti occupano i loro posti di potere, ben retribuiti e più sicuri dei posti in parlamento. Un paio di esempi : il professor Gozzini a Siena ed il professor Guido Alpa a Roma. Entrambi vendono quella che loro chiamano cultura, ma che forse tale non è per il resto del paese che ha autentici interessi culturali ben diversi dalla storia del partito comunista o dall’ideologia gender.
    I fatti descritti dall’articolo in discussione, non sono altro che le vecchie, anzi ormai stantie, rivendicazioni, che avvelenano il lavoro scolastico dalla ormai lontana primavera del 1969 quando il ministro democristiano dell’epoca pensò bene di distruggere il vecchio esame di maturità, togliendo così ogni autorità al corpo docente di ogni ordine di scuola pubblica.
    Compatti, gli insegnanti CGIL sono scesi in campo a favore degli studenti e contro la preside. Vecchio copione.
    Questo però indica una sola cosa : che , il governo Draghi non è gradito alle sinistre. Quindi, forse, è migliore dei due governi che lo hanno preceduto in questa legislatura.

    • Briciola ha detto:

      La contemporanea resurrezione delle sardine e l’apparizione del faccione di Prodi sulla prima pagina dei quotidiani, fa capire inoltre che i vecchi, sporchi mezzi sono stati rispolverati nella prospettiva di una seria campagna elettorale per l’ascesa di Prodi al colle. Ovvero l’ipotesi fatta nei giorni scorsi di una presidenza Draghi non è gradita a una certa sinistra.
      Ci potrebbe essere una terza opzione ?