Big Tech all’Attacco di Chi Difende la Vita. YouTube Cancella LifeSiteNews.

11 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, non è solo Donald Trump il bersaglio della censura che i signori del mondo digitale vogliono esercitare sulla libertà di espressione e di pensiero. Abbiamo ricevuto fa John  Henry Westen, fondatore e direttore di quel sito fondamentale che è LifeSiteNews, era Ignacio Arsuaga, di CitzenGo, queste due mail, che sottoponiamo alla vostra attenzione. Giusto per non dimenticare che siamo in mezzo a una costante battaglia, e che ogni voce contraria alle menzogne dominanti – in particolare per ciò che concerne la vita e la famiglia – viene messa a tacere. Buona lettura.

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Da John Henry Westen, LIfeSiteNews:

YouTube ha appena rimosso completamente il canale YouTube di LifeSiteNews. Questo non è un divieto, ogni singolo nostro video è completamente sparito.

Fortunatamente, abbiamo dei backup di tutti i nostri video, ma questo significa che centinaia di migliaia di persone hanno perso l’accesso ai nostri contenuti che dicono la verità.

Puoi guardare i nostri video attuali su Rumble, qui: https://rumble.com/user/LifeSiteNews

O sul nostro canale LifeSiteNews Catholic Rumble, qui: https://rumble.com/user/LifeSiteNewsCatholic

Puoi anche iscriverti per ricevere avvisi via e-mail sui nostri video recenti qui: https://bit.ly/LifeSiteVideoSub

Essere completamente rimossi da YouTube significa che abbiamo perso l’accesso a più di 300.000 seguaci. Per favore, aiutaci a costruire Rumble e le nostre altre piattaforme alternative donando attraverso il nostro link sicuro: https://give.lifesitenews.com/

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E questo invece è il messaggio di CitizenGo:

 

Ciao Marco,

I Big Tech e le loro piattaforme sono definitivamente entrati a far parte della nostra vita quotidiana, soprattutto durante la pandemia.

 Facebook, Twitter, YouTube, Google, Apple, Amazon, Pinterest e decine di aziende meno conosciute controllano il modo in cui parliamo, il modo con cui ci relazioniamo, con cui compriamo e vendiamo sulle loro piattaforme digitali. E ogni giorno mettono a tacere coloro che, secondo i loro parametri, hanno “opinioni sbagliate”.

E la maggior parte delle voci messe a tacere appartengono a coloro che, come te e me, difendono la vita, la famiglia naturale e la libertà di parola.

 Come avevo previsto, CitizenGO ha ricevuto il suo primo attacco (dalla più grande compagnia specializzata in bonifici bancari). Temo che ce ne saranno altri, soprattutto perché CitizenGO non si piegherà e non rimarrà in silenzio, ma continuerà a stare orgogliosamente in piedi per dare voce a chi non ha voce.

Ho preso provvedimenti affinché questo primo tentativo di sabotaggio diventi un problema gestibile (ti spiegherò meglio tra un momento), ma oggi devo chiederti un grande favore…

Affrontiamo i fatti: i Big Tech sono impegnati in una crociata mondiale per censurare persone come me e te.

Vogliono mettere a tacere la nostra voce.

Amazon, Google e Apple hanno cooperato per affossare l’applicazione di social media di orientamento conservatore Parler.

Donald Trump è stato bandito da Facebook, Twitter e YouTube.

Il nascente partito conservatore pro-vita in Spagna, VOX, è stato bandito da Twitter durante la campagna elettorale.

 La National Organization for Marriage, organizzazione statunitense pro-famiglia, è stata privata del suo portale di raccolta fondi online.

Potrei continuare all’infinito.

Ma i colpi più letali e silenziosi stanno per arrivare.

Proprio come le grandi aziende tecnologiche cercano di impedire che le nostre campagne vengano condivise, allo stesso modo stanno cercando di impedire di farci arrivare le tue donazioni, vitali per le nostre battaglie.

Solo 10 giorni fa, CitizenGO è stata informata che il nostro account di TransferWise (la più grande società di tecnologia finanziaria specializzata in trasferimenti di denaro) è stato chiuso. Non abbiamo violato nessuna legge e nessun codice di condotta. Quando abbiamo chiesto spiegazioni, ci è stato detto in maniera molto semplice che la società non è più intenzionata a sostenere la nostra attività. Queste sono state le loro precise parole:

“Sappiate che questa è la nostra decisione finale… Tuttavia, ci teniamo a sottolineare che i motivi che ci spingono ad escludervi dai nostri servizi non fanno capo ad azioni illegali o attività illegittime che vi riguardano. Semplicemente, reputiamo che la natura delle vostre attività rappresenti qualcosa che non possiamo più sostenere”

Hanno sfacciatamente ammesso di averci fatto chiudere perché siamo una fondazione pro-vita e pro-famiglia.

Abbiamo usufruito di TransferWise per diversi anni, utilizzando i suoi servizi per spostare le donazioni di tutto il mondo dove c’era più bisogno. Finché non troveremo un sostituto, il nostro lavoro ne risentiràmoltissimo.

E so che questo sarà solo il primo di una serie di colpi che riceveremo in questa guerra.

Data l’efficacia con cui CitizenGO contrasta la cultura della morte, la follia dell’agenda LGBTQ e l’indottrinamento gender per bambini, il prossimo attacco potrebbe arrivare in qualsiasi momento.

È oramai evidente che coloro che sono al potere dei Big Tech pensano di poter usare il loro controllo oligarchico sulle interazioni online per fare quello che vogliono.

Dobbiamo combatterli e trovare valide alternative.

Ma soprattutto, dobbiamo portare avanti le nostre battaglie.

Ecco perché il tuo contributo oggi è più importante che mai.

In questo momento, queste piattaforme sono alcuni dei più preziosi strumenti di advocacy di CitizenGO, con i nostri sostenitori che condividono le nostre campagne giornalmente.

Le piattaforme sono state un ottimo veicolo per unire CitizenGO ai suoi 15 milioni di membri nel lanciare e supportare importanti campagne, tra le quali:

Difendere la nostra attivista inglese, Caroline Farrow, da pesanti ed infondate accuse legali, con le quali ha rischiato di essere arrestata solo per aver difeso i valori tradizionali della famiglia;

La petizione e i video di sensibilizzazione con cui siamo riusciti a sostenere il governo polacco nel bandire l’aborto eugenetico in Polonia;

Opporsi ai colossi aziendali come Disney e Netflix che insistono nel promuovere l’ideologia anticristiana e LGBTQ, anche verso i bambini molto piccoli;

Smascherare i lobbisti dell’ONU che hanno cercato di obbligare i governi pro-vita in Africa a sostenere l’aborto ricattandoli tramite aiuti internazionali essenziali; e

Salvando la piccola Tafida da burocrati senza cuore che cercavano di negarle cure mediche salvavita

E queste campagne sono solo una piccola parte di ciò che la nostra presenza online ci ha permesso di realizzare.

 

Con tutto quello che c’è in gioco, io non rimarrò in silenzio sperando che mi sia dato il permesso di parlare.

 

Sappiamo che questi giganti della tecnologia non sono così invincibili come vorrebbero farci credere. Con il giusto piano e le giuste risorse, so che CitizenGO sarà in grado di resistere a qualsiasi attacco.

Se tu ed io ci opponiamo a questi bulli dei Big Tech, possiamo mostrare loro cosa significhi perdere il supporto popolare, e non solo: cosa significhi perdere miliardi di euro di profitto e vivere subendo una marea di sanzioni legali.

Il profitto è l’unica lingua che comprendono e rappresenta il loro punto debole più grande.

Quindi ti chiedo di fare una generosa donazione oggi stesso, così da aiutare CitizenGO a prepararsi alla battaglia contro la censura dei Big Tech. Sappiamo che sarà una lotta in salita, ma dobbiamo resistere. In gioco c’è la nostra libertà.

Come disse il padre fondatore americano Benjamin Franklin:

“Dobbiamo restare tutti insieme, o sicuramente saremo tutti impiccati separatamente.”

George Soros, i globalisti radicali alle Nazioni Unite e i Big Tech sono determinati a tapparci la bocca… e a distruggere quei valori che noi riconosciamo come valori umani fondamentali: vita, famiglia e libertà.

Non mi tirerò indietro, e conto su di te e sui cittadini attivi di tutto il mondo. Uniti, saremo in grado di combattere l’arroganza e la censura dei Big Tech.

Cordialmente,

Ignacio Arsuaga e tutto il team di CitizenGO

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8 commenti

  • Milli ha detto:

    Scusi dott.Tosatti, ha un canale su Telegram?
    Potrebbe indicare il link? Grazie

  • Nicola Buono ha detto:

    Dott Tosatti, mi permetto un semplice consiglio. Faccia ( come hanno fatto alla Nuova Bussola ed al Timone) l’atto di affidamento alla Santissima Vergine Maria del suo blog, meglio se in una ricorrenza mariana e lo rinnovi ogni anno. Un caro saluto, Nicola.

  • cesarino mariani ha detto:

    Caro Sig. Tosatti, La seguo sempre con grande interesse ma qui voglio riferirmi a quanto scrive il Sig.Ignacio Artuaga: “Come disse il padre fondatore americano Benjamin Franklin:
    “Dobbiamo restare tutti insieme, o sicuramente saremo tutti impiccati separatamente.”. Appunto.
    Ho appena terminato di leggere “La Rivoluzione Francese” (Pierre Gaxotte” e consiglio di leggere quello che scrive a proposito di Benjamin Franklin alla fine del terzo capitolo da : “In quel momento arrivò a Parigi Benjamin Franklin…. “tutto in lui (scrive un giornalista) annunciava la semplicità e l’innocenza degli antichi costumi”…….e continua a scrivere.. “Quest’ormone scaltro era uno dei massimi dignitari della massoneria americana. …. “assicurò il trionfo degli elementi progressiste nelle logge……La sua casa di Passy diviene tosto il quartier generale degli agitatori”…..”diventa il gran sacerdote dei filosofi……implorano i suoi consigli” Sappiamo cosa ha portato la rivoluzione francese “Vedi inizio VERREMO TUTTI IMPICCATI”…SE quello che scrive “Pierre Gaxotte” è vero sarebbe il caso di non citarlo perchè è dalla Rivoluzione Francese che si comincia a manipolare notizie e a chiudere giornali che erano contrari alla rivoluzione stessa e questo grazie a Franklin e Robespierre ecc. sempre Gaxotte scrive: “I giornali di destra vennero soppressi e le loro attrezzature vennero distribuite ai giornali di sinistra”…. Il Paese imbavagliato, non potè far sentire la sua voce……”
    Grazie per lo spazio

  • Sherden ha detto:

    Caro Tosatti, glielo avevo detto un’altra volta e glielo ripeto con rammarico: la vedo brutta anche per Stilum Curiae…

    • EquesFidus ha detto:

      C’è da dire che WordPress, a differenza di Blogger (di proprietà di Google), non è direttamente di proprietà dei “Big Tech” liberal-socalisti (di cui Microsoft, Google, Facebook, Apple e Amazon sono i capisaldi): in effetti, la piattaforma WordPress, allo stato attuale, è una delle migliori per la costruzione di siti Internet e di contenuti online attualmente in circolazione. Però, è anche vero che tra leggi e leggine (vedi la presunta “omofobia”) e le pressioni da parte di partner (come, ad esempio, Google), sono possibili pesanti interferenze nella libertà di espressione e di culto anche su piattaforme virtuali non direttamente collegati ai magheggi dell’oligarchia tecno-politica (fintamente democratica) di sinistra.
      Detto questo, la soluzione migliore, secondo me, è pensare in generale a dei veri e propri network, cioè “differenziare l’offerta” per evitare oscuramenti e cancellazioni improvvise con perdita degli archivi: anziché preferire una sola piattaforma, per quanto buona, con il rischio che pressioni politiche e commerciali possano farla chiudere o, in alternativa, modificare le “condizioni di uso” per eliminare tutti coloro che non sono simpatici a liberal-socialisti, compagnucci e cicisbei vari, sarebbe meglio creare delle vere e proprie “reti”, per cui in caso di chiusura di una piattaforma i contenuti possono essere ancora tranquillamente disponibili e fruibili su altri mezzi. Siccome oggigiorno esiste la possibilità di programmare gli articoli e di poter pubblicare su più piattaforme contemporaneamente, l’idea di appoggiarsi a delle “piattaforme satellite” (che ovviamente devono rispondere a determinati criteri, a partire dal fatto che siano realmente fornitori di servizi, anche a pagamento, e non editori nemmeno troppo mascherati), in vista di un’eventuale censura del blog non sarebbe un’idea sciocca, come pure sfruttare i gruppi Telegram e Signal per avvisare gli utenti della pubblicazione di nuovi articoli e diffonderne il contenuto. Secondo me, sarebbe una strategia valida (per quanto onerosa finanziariamente, ma ripeto, una raccolta fondi per ampliare Stilum Curiae e permetter di potersi appoggiare su piattaforme alternative vita natural durante, come pure duplicarvi gli archivi, non credo resterebbe inascoltata…) per aggirare i limiti ed i divieti del regime liberal-socialista, in attesa (purtroppo temo vana) di risoluzioni politiche a noi favorevoli in tal senso.

  • EquesFidus ha detto:

    Dobbiamo prendere la consapevolezza, come cattolici e cittadini, che:
    1) I social network, le piattaforme in rete e buona parte, in generale, dei mezzi di informazione (sia classici che non) sono, direttamente o indirettamente, sotto il dominio del demonio e lavorano apertamente per instaurare il regno dell’Anticristo e la nuova, spietata, dittatura mondiale in cui non ci sarà posto per il cattolicesimo (quello vero, autentico, non quello comunisteggiante e sostanzialmente materialista post-vaticansecondino). Bisogna essere consapevoli di questo, ed è necessario un movimento popolare e di opinione (come sta avvenendo in Polonia) che imponga ai gestori dei servizi online di comportarsi come tali e non da editori, pena l’oscuramento ed accuse penali. La differenza, infatti, tra un gestore di un servizio ed un editore è che il primo non ha controllo dei contenuti che vengono divulgati o dell’informazione che viene trasmessa sulla propria piattaforma (a patto, ovviamente, che non sia illegale: una pagina, per esempio, che vende droga è illegale e deve essere bandita a prescindere, non in quanto viola delle farlocche “regole della comunità” ma perché è illegale per la legge dello Stato italiano, per quanto anche questo possa essere problematico qualora si sia in presenza di leggi ingiuste – vedi, per esempio, l’imminente legge sull’”omofobia”), mentre l’editore, dicevo, decide cosa pubblicare e cosa no ed è penalmente responsabile per i contenuti che decide, o meno, di pubblicare. Questo non è un dettaglio irrilevante, dato che i fornitori di servizi in rete attualmente hanno (ingiustamente, dato che si tratta anzitutto di concorrenza sleale) la botte piena e la moglie ubriaca, dato che si dichiarano fornitori di servizi (come quelli, per esempio, quelli telefonici o quello dei pubblici servizi: a nessuno verrebbe mai in mente, per esempio e giustamente, di fare causa ad un fornitore di servizi telefonici se due terroristi usano la sua rete mobile per pianificare un attentato) ma al contempo agiscono come editori, con la complicità di governi, partiti e movimenti liberal-socialisti che chiudono non uno, ma due occhi su questi atteggiamenti aggressivi e scorretti (ma che fanno loro comodo, dato che sono loro consustanziali e che sono utili per la loro propaganda satanica). Ecco, coloro (come Facebook, Twitter, Instagram, Youtube) che si comportano così devono essere trattati come editori: volete censurare chi non la pensa come voi, legittimamente come e più di voi peraltro? Benissimo, allora dovete essere anche penalmente responsabili per ogni contenuto venga pubblicato sulle vostre piattaforme. Non solo: se voi non mi pubblicate un contenuto in base ad un vostro arbitrio o per collusioni politiche, io devo poter ricorrere a questa vostra decisione, a costo anche di chiedere un cospicuo risarcimento. Lo ripeto, l’unico sistema, purtroppo (purtroppo perché, con un popolo purtroppo sempre più rintronato e debole come il nostro, sarà difficile), sarà un movimento popolare che imponga alla politica (la quale tuttavia è sempre più in combutta, in molti Paesi, con questi signori, specie a sinistra, e che sta assumendo sfumature sempre più dittatoriali ed anticristiane in modo preoccupante) di imporre a questi signori di comportarsi come fornitori di servizi; se non lo faranno, dovranno essere trattati come degli editori, con tutti i risvolti civili e penali del caso.
    2) Allo stesso modo, bisogna essere consapevoli che alla politica di sinistra (sia quella liberale che quella di matrice socialista) il mito di un Internet “libero” fa molto comodo, tanto è vero che oggigiorno si trova di tutto e di più in rete tranne le cose utili all’anima, spesso soffocate da montagne di sterco, arroganza e violenza anticristiana ed anticristica. Uno su tutti, per esempio, il fenomeno della pornografia online, liberamente accessibile anche a minorenni (quando vi sono fior di studi su quello che provoca alla psiche ed allo sviluppo fisico dei bambini e dei ragazzi), che non viene non dico bandita ma nemmeno limitata dai vari governi con la scusa di una “libertà”, che altro non è se non liceità e barbarie. Al contempo, certe persone, certe opinioni, certe verità scomode (che non sono le mattane di chi dice che la Terra è piatta, ma di chi asserisce per esempio, in una maniera così logica e ovvia da lasciare senza fiato confrontarsi con i peones del potere che asseriscono il contrario, che l’aborto è un omicidio) sono censurate, eliminate, cancellate, riprovate, in un mondo alla rovescia dove la libertà non è più la possibilità di poter scegliere il bene a discapito del male bensì il suo opposto.
    3) Noi cattolici dobbiamo essere consapevoli che l’apostolato e la coordinazione in rete dovrà spostarsi sempre più su canali alternativi e veri e propri fornitori di servizi, ovverosia quei canali che permettano il libero scambio di contenuti e di opinioni “di destra”, autenticamente cattoliche e libere. A tal proposito, sottolineo l’esistenza di social network e piattaforme “alternative” (ovviamente, proprio per questo, infamati in ogni modo dai media mainstream come covi di pericolosi estremisti nazifascisti), su cui l’apostolato, la propagazione delle verità di fede ed il coordinamento delle iniziative cattoliche dovrà necessariamente ed in modo progressivo spostarsi. Alcuni esempi di queste piattaforme (spesso, giustamente, almeno in parte in abbonamento, dato che così facendo possono garantirsi i loro introiti senza dover vendere, ad esempio, i dati degli utilizzatori) sono Sfero (un social etico italiano, gratuito ma con i video sopra una certa dimensione disponibile solo tramite pagamento di un abbonamento), Rumbe (piattaforma alternativa a Youtube) e Gab (social di blogging che a me personalmente piace moltissimo, libero e gratuito, con la possibilità però di poter pagare per avere un account premium che consente, per esempio, di pianificare gli articoli, modificare i font di carattere e così via, persino con la possibilità di abbonamento a vita!), oltre a Telegram e Signal (servizi di messaggistica istantanea gratuiti e, a differenza di Whatsapp, liberi): tutte ottime alternative e, almeno allo stato attuale delle cose, realmente fornitori di servizi (ed intenzionati a rimanere tali…) e non editori liberal-comunisti travestiti.
    A tal proposito, vorrei proporre a Stilum Curiae una colletta: perché non organizzare una raccolta fondi tra gli utenti per aprire una pagina Gab libera che rimandi al blog e su cui anche postare gli articoli? In questo modo, potremmo essere tranquilli ed al riparo da eventuali “censure” su altri social; peraltro, questi mezzi “alternativi” sono in continua espansione (dopo le censure di Twitter e Facebook al presidente uscente Donald Trump, ad esempio, il numero di utenti su Gab, preoccuapati dal regime di sinistra ed anticristiano che sta montando, è aumentato di quasi nove volte nell’arco di un mese) e stanno uscendo dalla nicchia, anche grazie alla fetta di mercato in continua espansione che possono opporre ai social di Zuckenberg e sodali.