Cantique de Nöel, di Adolphe Adam. Commento del M° Porfiri.

4 Gennaio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il maestro Aurelio Porfiri oggi ci parla di un brano famosissimo e adatto particolarmente alla stagione che stiamo vivendo, Cantique de Noël di Adolphe Adam. Vi rivelerò che è una delle canzoni natalizie più amate da chi scrive. Buona lettura, e buon ascolto.

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CANTIQUE DE NÖEL (Adolphe Charles Adam)

Vi sarà sicuramente capitato di ascoltare durante il periodo natalizio, un canto che è divenuto oramai popolarissimo grazie al suo impatto immediato e alla sua aperta cantabilità. Non è un canto popolare, nel senso che tutti lo possono intonare, ma cori parrocchiali e non ci si cimentano spesso e volentieri proprio per il suo appeal sui fedeli che accorrono alle funzioni. È stato anche inciso da grandi cantanti, come Luciano Pavarotti o Placido Domingo e nel campo pop basta pensare soltanto alle versioni di Mariah Carey o Céline Dion. Sto parlando del Cantique de Nöel, composto da Adolphe Charles Adam (1803-1856), compositore francese molto valido ma le cui opere, con l’eccezione probabilmente di un suo balletto, hanno conosciuto una fortuna abbastanza limitata.

Il testo originale in francese (“Minuit, Chretiens”) fu scritto da Placide Cappeau (1808-1877), un rappresentante di vini e poeta a tempi perso che viveva a pochi chilometri da Avignone. Nell’anno 1847, si dice il 3 dicembre (informazioni su questo canto reperite principalmente nel bel sito hymnsandcarolsofchristmas.com), ebbe l’ispirazione per il testo di questo canto, che gli era stato chiesto dal parroco di Roquemaure, don Eugène Nicolas. Questa ispirazione, venne durante un viaggio che dal suo paese lo conduceva a Parigi per affari. Ecco che durante questo viaggio nascevano le parole che avranno in seguito un destino immortale: “Minuit, chrétiens, c’est l’heure solennelle, Où l’Homme-Dieu descendit jusqu’à nous, Pour effacer la tache originelle, Et de son Père arrêter le courroux. Le monde entier tressaille d’espérance, A cette nuit qui lui donne un Sauveur. Peuple, à genoux, attends ta délivrance Noël ! Noël ! Voici le Rédempteur”. (Mezzanotte, cristiani, è l’ora solenne, quando l’Uomo-Dio è sceso fino a noi, per cancellare la macchia originale, e di suo Padre per fermare l’ira. Il mondo intero trasale di speranza, In questa notte che gli dona un Salvatore. Gente, in ginocchio, aspettate la vostra liebrazione! Natale! Natale! Ecco il Redentore). Ecco le parole della prima strofa. Arrivato a Parigi porta al compositore Adolphe Charles Adam, amico di alcune conoscenze di Placide Cappeau in Roquemaure. Adam scriverà la melodia velocemente ed il pezxo fu cantato per la notte di natale del 1847 nella natia Roquemaure.

Ma non fu tutto rose e fiori per questo canto, come ci viene detto in questo testo (sempre reperito e tradotto da hymnsandcarolsofchristmas.com): “Nonostante la sua bellezza intrinseca e il successo iniziale, il canto fu successivamente attaccata dagli ecclesiastici nella nativa Francia di Cappeau. Il motivo non era a causa della natura o del soggetto del canto. Piuttosto, gli attacchi erano basati sulla reputazione del paroliere e del compositore. Verso la fine della sua vita, Cappeau è stato descritto come un radicale sociale, un libero pensatore, un socialista e un non cristiano. In effetti, ha adottato alcune delle visioni politiche e sociali più estreme della sua epoca, come l’opposizione alla disuguaglianza, alla schiavitù, all’ingiustizia e ad altri tipi di oppressione. Nella nostra epoca di pensiero strategico nelle public relations, in cui le persone sono maestri nella comunicazione che non sempre affronta questi problemi, è bene ricordare la carità, la gentilezza e lo stupore descritti in questo canto. Ed è stato falsamente affermato che il compositore, Adolphe Adam, fosse ebreo. Questo, oltre alla sua reputazione di compositore di opere liriche leggere e balletti, è stato ritenuto incompatibile da quegli uomini di chiesa con la composizione di un canto religioso cristiano. Un vescovo francese ha denunciato il canto per la sua “mancanza di gusto musicale e totale assenza di spirito religioso”. Fortunatamente, hanno prevalso prospettive più razionali. Nel 1855, il canto natalizio era stato pubblicato a Londra ed è stato tradotto in molte lingue. La traduzione inglese più conosciuta è “O Holy Night”, scritta da John Sullivan Dwight (1813-1893), un ministro unitario e critico musicale e giornalista americano che ha stabilito la sua residenza presso la comunità trascendentalista di Brook Farm, MA. È stato riferito che questa traduzione fu pubblicata per la prima volta nel 1855 nella sua pagina 1 dall’edizione del 7 ottobre 1954 del Journal of Music “Journal Of Music” di Dwight, e fu ristampata nei libri di canzoni del periodo”. Insomma, anche grazie alla sua traduzione in lingua inglese, questo canto avrà un enorme fortuna fino ai nostri giorni.

Certamente il canto non si trova sugli innari e sui libri di canto per l’assemblea, perché come ho detto in precedenza è un canto che richiede voci professionali per la sua estensione, non è un canto per il popolo. Eppure, proprio per la sua grande popolarità data lì dalle esecuzioni dei grandi cantanti che ho citato in precedenza e molti altri, è sicuramente uno dei favoriti nel periodo natalizio, per la sua melodia così sentita e cantabile e per il crescendo di intensità che viene ben costruito dal compositore fino alla perorazione finale, un momento musicale certamente ben riuscito.

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