Argentina, l’Aborto Legale è Realtà. Ma si Deve Nascondere la Passività Pontificia.

2 Gennaio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, José Arturo Quarracino ci rende partecipi di come il Vaticano, il Pontefice e i vescovi argentini si siano resi complici dell’approvazione dell’aborto legale in Argentina rinunciando a agire in maniera decisa per impedirlo e limitandosi a un’opposizione di facciata. Buona lettura.

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L’aborto è una realtà in Argentina. Dobbiamo nascondere la passività pontificia

Nell’articolo “Non la censura, ma il silenzio calcolato. 1, pubblicato sul blog Settimo Cielo del 17 dicembre, a cura del vaticano Sandro Magister, abbiamo chiarito che quello che si è cercato di fare nei primi giorni di dicembre, dal Vaticano, è stato quello di presentare papa Bergoglio come censurato dai media quando ha fatto riferimenti all’aborto. Ma in realtà è stata una messa in scena una messa in scena per nascondere la poca o nessuna opposizione del massimo responsabile vaticano al progetto del presidente Alberto Fernandez di legalizzare l’aborto in Argentina.

A metà novembre dello scorso anno, dopo essere stato eletto per occupare l’incarico di maggior rilievo, Alberto Fernández ha dichiarato pubblicamente che una delle sue prime azioni sarebbe stata quella di inviare un disegno di legge al Parlamento per legalizzare l’aborto. Questa affermazione è stata ribadita almeno tre volte nei mesi successivi.

Nonostante ciò, quando è stato ricevuto dal Papa in visita ufficiale in Vaticano, l’argomento non è stato discusso negli incontri che entrambi hanno svolto. Inoltre, monsignor Marcelo Sánchez Sorondo ha celebrato una messa nella cripta dove riposano le spoglie di San Pietro, alla quale hanno partecipato il presidente e tutto il suo entourage. Naturalmente la celebrazione si è svolta con il permesso di Bergoglio. Messa in cui il presidente argentino ha ricevuto la Comunione, nonostante la sua posizione pubblica a favore dell’aborto.

Il 1° marzo di quest’anno il presidente Alberto Fernández ha inaugurato le sessioni parlamentari, annunciando tra l’altro che il progetto di legalizzazione dell’aborto sarebbe stato presto inviato per essere discusso e approvato nel più breve tempo possibile. Ma la crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19 ha costretto Fernandez a frenare il progetto. Il disegno di legge è stato inviato solo il 17 novembre.

Durante tutta questa impasse, da marzo a novembre, né la Santa Sede né la gerarchia locale si sono occupate della questione o di elaborare una strategia di fronte all’intenzione del governo che a un certo punto avrebbe cercato di diventare realtà. Era come se ci fosse stato un patto “lasciamo fare”, affinché il presidente argentino raggiungesse il suo obiettivo. Per quanto possa sembrare incredibile, Papa Bergoglio non si è mai confrontato con la strategia e l’obiettivo del governo.

È stato il giornalista argentino Román Letjman, sempre molto ben informato, a rendere evidente un tale accordo, in modo molto forte: “[…] Alberto Fernández è un amico di Francesco e ha anticipato le sue intenzioni di mantenere le promesse della campagna elettorale. Il Papa è sempre stato rispettoso dell’agenda politica del capo dello Stato, e i due hanno mosso i loro pezzi con una volontà comune: rispettare la logica interna dei loro spazi di potere e impedire che le loro strategie pubbliche e segrete rompessero un’amicizia che si era costruita nel XX secolo”.2

Se c’è una cosa che non manca a papa Bergoglio è la chiaroveggenza politica e l’astuzia: se per otto mesi non ha preparato nessuna azione che dissuadesse il governo argentino dal suo progetto abortivo, è perché tollererebbe, se necessario, la legalizzazione dell’aborto in Argentina, per quanto incredibile possa sembrare.

È stato il leader kirchnerista, oggi deputato nazionale, Eduardo Félix Valdés, ad anticipare un anno fa quello che è successo: la legalizzazione dell’aborto “non sarà motivo di conflitto” tra papa Francesco e Alberto Fernández, perché “Francesco capirà e interpreterà come va il mondo, ma non dirà mai di essere d’accordo” non sarà mai a favore dell’aborto, ma non scomunicherà nessuno. Vedrà che il mondo va avanti, che avanza”, che “la tendenza è che la cessazione legale della gravidanza sia legge””3.

Che queste analisi siano accurate si vede dal fatto che nel suo messaggio natalizio Urbi et Orbi di quest’anno, Papa Bergoglio non ha nemmeno menzionato quella che era già stata delineata come la legalizzazione molto probabile dell’aborto in Argentina, ha praticamente ignorato il suo Paese natale, non l’ha nemmeno menzionato.

Ma questa complicità passiva di Bergoglio rispetto all’iniziativa del governo doveva essere coperta e nascosta. Fu così che lo stesso martedì 29 dicembre, quando stava per iniziare la sessione legislativa per l’approvazione della pena di morte prenatale, apparve monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, uno dei confidenti del Papa e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali del Vaticano, che si rivolse ai senatori del partito al potere, citando le parole di Juan Perón e Néstor Kirchner contro l’aborto e di rifiuto totale di quest’ultimo.

Ma se si analizzano nel dettaglio le parole del presule vaticano, si vede che: a) si rivolge esclusivamente ai senatori; b) in nessun momento e in nessun modo si rivolge al governo, che è il promotore del progetto genocida, esonerandolo da ogni responsabilità.

L’aborto è una realtà in Argentina.Dobbiamo nascondere la passività
Quello stesso martedì 29, papa Bergoglio ha sostenuto in una delle sue udienze che “ogni bambino scartato è figlio di Dio”. In questo senso, di fronte alla minaccia dell’istituzionalizzazione della pena di morte prenatale, papa Bergoglio ha “fatto poesia” senza nemmeno menzionare il presidente Fernandez. Avrebbe potuto dire pubblicamente ciò che ha tenuto in privato, ma “ha fatto l’orso”.

Sia l’arcivescovo Sanchez Sorondo che papa Bergoglio sanno che è inutile fare appello alla coscienza politica degli attivisti dell’aborto o ricorrere a una figura poetica. Solo per travestirsi da “avversari” o “critici” e tollerare che il progetto venga legalizzato, senza mostrare complicità.

Lo stesso atteggiamento di copertura è stato attuato dall’arcivescovo argentino-vaticano, in un’intervista a Elisabetta Piqué, del quotidiano argentino La Nación, pubblicata il 30 dicembre scorso.

In questa intervista il prelato afferma che “è molto triste che con un Papa argentino e quando al governo c’è un partito i cui fondatori e presidenti sono stati contrari all’aborto, si sia approvata una legge incostituzionale, anti-umana e anti-cristiana, lasciandosi colonizzare ideologicamente dal pensiero dominante”. Chi identifica Sánchez Sorondo come responsabile o colpevole di questo tradimento dell’ideologia giustizialista? Nessuno, parla solo di un “si” impersonale. In ogni caso, la responsabilità è dei senatori, ma non del presidente Fernández o della vicepresidente Cristina Kirchner (…) Quello stesso martedì 29, papa Bergoglio ha sostenuto in una delle sue udienze che “ogni bambino scartato è figlio di Dio”.
In questo senso, di fronte alla minaccia dell’istituzionalizzazione della pena di morte prenatale, papa Bergoglio ha “fatto poesia” senza nemmeno menzionare il presidente Fernandez. Avrebbe potuto dire pubblicamente ciò che ha tenuto in privato, ma “ha fatto l’orso”.

Sia l’arcivescovo Sanchez Sorondo che papa Bergoglio sanno che è inutile fare appello alla coscienza politica degli attivisti dell’aborto o ricorrere a una figura poetica. Solo per travestirsi da “avversari” o “critici” e tollerare che il progetto venga legalizzato, senza mostrare complicità.

Lo stesso atteggiamento di copertura è stato attuato dall’arcivescovo argentino-vaticano, in un’intervista a Elisabetta Piqué, del quotidiano argentino La Nación, pubblicata il 30 dicembre scorso.

In questa intervista il prelato afferma che “è molto triste che con un Papa argentino e quando al governo c’è un partito i cui fondatori e presidenti sono stati contrari all’aborto, abbiano approvato una legge incostituzionale, anti-umana e anti-cristiana, lasciandosi colonizzare ideologicamente dal pensiero dominante”. Chi identifica Sánchez Sorondo come responsabile o colpevole di questo tradimento dell’ideologia giustizialista? Nessuno, parla solo di un “han” impersonale. In ogni caso, la responsabilità è dei senatori, ma non del presidente Fernández o della vicepresidente Cristina Kirchner – che papa Bergoglio si è stancato di chiedere di occuparsi di lei – i veri promotori e garanti del successo dell’approvazione di questa legge criminale.

Colpisce che l’intervistatrice abbia sottolineato che Sánchez Sorondo è stato l’unico in Vaticano che ha osato parlare a voce alta e che “quando si è trattato del Paese del Pontefice, nessuno, con nome e cognome, ha osato dire nulla”. Perché tanta riluttanza a parlare a verbale? Perché Bergoglio ha il controllo della parola e nessuno può parlare senza il suo permesso? Perché “la cosa giusta da fare è far parlare solo i vescovi del Paese”? Questo significa che per papa Bergoglio e il suo entourage la legalizzazione dell’aborto è un problema esclusivamente giurisdizionale, non universale? Sanno bene che i loro amici politici del Consiglio per il capitalismo inclusivo hanno già istituzionalizzato un genocidio planetario che ogni anno uccide 54 milioni di persone prima di nascere.

D’altra parte, da fonti ecclesiastiche impegnate nella difesa della vita umana fin dal momento del concepimento abbiamo saputo che in nessun momento l’episcopato argentino ha considerato la necessità di stabilire un impegno comune in difesa dei nascituri, né l’ha considerata una questione da prendere in considerazione. Al contrario, coloro che si sono impegnati nella causa pro-vita si sono trovati soli, senza alcun sostegno personale o istituzionale da parte della gerarchia, con pochissime e onorabili eccezioni.

È chiaro che per il Vescovo di Roma e i suoi collaboratori vaticani e locali i problemi gravi e fondamentali dell’umanità sono le migrazioni, l’ambiente, ma non il genocidio prenatale. Ed è evidente che da quando la minaccia di legalizzarla in Argentina è diventata realtà, la Santa Sede e la gerarchia argentina hanno lasciato che l’ondata genocida avanzasse in Argentina senza alcuna opposizione da parte loro, solo per presentarsi all’ultimo momento – con le carte già distribuite e giocate – come “avversari” del progetto e salvare così la figura pontificia.

L’aborto è già legge in Argentina. Ma la grande domanda è: la “Santa Sede” e l’episcopato argentino lo hanno reso possibile, con la loro complice passività?

 

José Arturo Quarracino

1 http://magister.blogautore.espresso.reppublica.it/2020/12/17/no-censura-sino-silencio-calculado-una-carta-desde-argentina-sobre-el-papa-y-el-aborto/

2 https://www.infobae.com/2020/12/30/alberto-fernandez-jugo-fuerte-a-favor-del-aborto-y-se-anoto-un-triunfo-politico-que-excede-al-frente-de-todos/. Adviértase que el periodista afirma en forma contundente que a) el presidente argentino le hizo saber al Papa su decisión de avanzar en el tema; b) Bergoglio respetó esta decisión; c) evitar la ruptura de su vínculo, más allá de un tema tan conflictivo como el aborto.

 

3 https://www.perfil.com/noticias/politica/eduardo-valdes-el-aborto-va-a-ser-legal-y-el-papa-francisco-lo-va-a-entender.phtml

 

4 En Vaticano: “Es triste: con un Papa argentino, aprobaron una ley anticristiana

 

Vaticano: “Es triste: con un Papa argentino, aprobaron una ley anticris…

El Vaticano, ante el aborto legal: “Es muy triste que con un Papa argentino hayan aprobado una ley antihumana y…

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21 commenti

  • FRANJO ha detto:

    Dispiace che la legalizzazione dell’aborto sia passata in Argentina, dove, sia pur di poco, la maggioranza della popolazione è ancora contraria. Non si è data battaglia, non si sono voluti vedere gli effetti catastrofici che questa svolta avrà su un intero popolo. Come in Italia, ciò che veniva presentato come opzione estrema per casi eccezionali, diventerà, per mera inerzia, diritto intangibile, e subito dopo, principio fondamentale. Ma questo è il lavoro del nemico. E il sale della terra? Ha perso ogni sapore, come per i malati di Covid.

  • M.G. ha detto:

    “…Il Papa è sempre stato rispettoso dell’agenda politica del capo dello Stato, e i due hanno mosso i loro pezzi con una volontà comune: rispettare la logica interna dei loro spazi di potere e impedire che le loro strategie pubbliche e segrete rompessero un’amicizia che si era costruita nel XX secolo”.

    Amica veritas, sed magis amicus Plato!

  • Virro ha detto:

    Poveri bergoglio – parolin!!
    Certamente il popolo non potrà mai sapere tutte le chiacchiere e gli ordini che si decidono, in luoghi segreti, dai padroni del mondo, specialmente come uccidere eserciti di INNOCENTI in ogni Paese del nostro pianeta,
    ma voglio affermare che il VERO DIO che ci ha creati, vi vede e vi chiederà conto di tanti SUOI figli che con il vostro silenzio li avete uccisi.
    Per la politica vi imponente
    Per i 10 comandamenti tacete
    Noi per amore della VERITÀ parleremo.

  • morgana ha detto:

    tutti ad indignarsi per l’Argentina , ma quando in Italia è stato approvato l’aborto quacuno è stato scomunicato? Forse Andreotti che l’ha firmata? E sono stati scomunicati gli Italiani che hanno votato per non abrogare la legge ?

  • Ateo Devoto ha detto:

    Per quanto possa sembrare incredibile, Papa Bergoglio non si è mai confrontato con la strategia e l’obiettivo del governo.

    Per quanto possa sembrare incredibile, ma oramai ho smeso di stupirmi da tempo, papa Francesco fu tra i primi a congratularsi con l’abortista Biden.
    https://www.famigliacristiana.it/articolo/biden-svela-telefonata-del-papa-lavoreremo-insieme-su-poveri-clima-e-migranti.aspx

  • Maria Michela Petti ha detto:

    «Non sarà mai a favore dell’aborto, ma non scomunicherà nessuno».
    Siamo al: sì, no, ma anche; alla “politica dei due forni”.
    Infatti: scrive lettere (di tre si è saputo nel mese di dicembre), parla di Gesù “nato scartato” (ma: sono molteplici i soggetti che rientrano nella categoria degli “scartati”, cui non disdegna di fare martellanti riferimenti) e sono tante le “scomuniche” comminate verbalmente (con linguaggio a volte criptico, a volte con allusioni più o meno velate) a “dissidenti” e presunti oppositori.
    Bergoglio parla, eccome se parla; certo di quello che vuole, quando vuole e con chi vuole.
    «Il tema dell’aborto deve essere trattato scientificamente» ha scritto in una delle recenti tre lettere, la meno pubblicizzata, inviata a padre Pepe (José Maria Di Paola), “uno dei suoi figli amati”, con il quale ha intrattenuto un intenso scambio epistolare proprio a seguito dell’annuncio da parte del presidente argentino di voler avviare in Parlamento l’iter legislativo sull’aborto. Di questa lettera ha informato Alver Metalli, un giornalista che vive a Buenos Aires, amico di padre Pepe, riferendo per di più che la parola “scientificamente” risulta sottolineata.
    Inoltre: il papa non ha fatto altro che ripetere in continuazione: «La questione dell’aborto non è inizialmente un problema religioso. É un problema umano, previo a qualunque opzione religiosa», invocando il risveglio delle coscienze dei legislatori e in nome di un rispetto – alquanto a fisarmonica… – della laicità degli Stati. Insomma: sono altre le tematiche irrinunciabili contemplate da un magistero caratterizzato da un rapporto privilegiato con gli operatori dell’informazione. È di oggi l’ennesima conferma: l’intervista rilasciata al direttore della Gazzetta dello sport, in edicola con una pubblicazione sui temi in materia illustrati da Bergoglio; pubblicazione definita enfaticamente “enciclica laica”.
    Mons. Sánchez Sorondo, in sua vece, «si rivolge esclusivamente ai senatori», esonerando il governo da ogni responsabilità? Ma presidente del Senato non è quella Cristina Kirchner, che è anche vicepresidente dell’Argentina e ha riallacciato i rapporti con Bergoglio proprio dopo la sua elezione al Soglio pontificio?
    Con la quale, precisa nella lettera del mese scorso ha intrattenuto rapporti al tempo, così come con altri governanti. Dunque: non nega, salvo incolpare indefiniti personaggi di accreditarsi come suoi amici e frequentatori.
    Ma non sa che: chi va al mulino s’infarina?

    • : ha detto:

      «Non sarà mai a favore dell’aborto, ma non scomunicherà nessuno»

      Non è necessario che sia Bergoglio a scomunicare, la scomunica è automatica (latae sententiae):

      «2272 La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. “Chi procura l’aborto, ottenendo l’effetto, incorre nella scomunica latae sententiae” [⇒ Codice di Diritto Canonico, 1398]» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2272).

  • MARIO ha detto:

    Probabilmente questo sig. Quarrancino dovrebbe riflettere prima di tutto sulle responsabilità sue e del suo mondo, prima che su quelle del Papa, Vaticano e Vescovi argentini. Troppo facile…

    Le leggi normalmente sono lo specchio (conseguenza) della cultura dominante.
    Così è per l’aborto purtroppo; lo è stato nella ex-cattolicissima Italia (molto prima, 1978 – con un Papa italiano, Palo VI), come in gran parte delle nazioni cosiddette civili.

    La cultura dominante non si combatte e si vince con i proclami, ma con il capovolgimento (con-versione) dei valori (o dis-valori) su cui si fonda.
    In particolare anche le condanne ufficiali della Chiesa cattolica rischiano di sortire, per reazione, l’effetto contrario, visto il livello di indifferenza, astio o addirittura odio nei suoi confronti.

    Pertanto, riguardo all’atteggiamento del Papa, mi chiedo se siano più efficaci:
    – le prese di posizione ufficiali, che rischiano di essere percepite come qualcosa di dovuto (e non si sa quanto sentito), se non anco di ostile;
    – o la testimonianza di un convincimento personale profondo, che arriva a definire “sicari” coloro che praticano o procurano l’aborto.
    Parole più volte ripetute e mai sentite prima, che per quanto si finga di ignorare, non possono che restare scolpite nell’anima di ciascuno.

    Non so onestamente quale delle due posizioni possa smuovere di più le coscienze nel profondo e quindi contribuire più efficacemente a un cambiamento effettivo della mentalità dominante.

    O forse il Papa, dando per scontato il risultato politico (degli organi legislativi) prepara le coscienze per un possibile referendum popolare?

    • ulisse ha detto:

      Mario (mi viene il sospetto che sia un tipo come Spadaro).
      L’appoggio di Bergoglio a Fernandez fu pesante mentre la reazione molto timida tanto per dire come fa lei Mario “io sono contrario”. Magari è vero però una caratteristica di Bergoglio è dire una volta bianco e una volta nero così ognuno pesca quello che vuole trovare. In Fratelli tutti auspica un governo mondiale livellante poi parla delle caratteristiche specifiche dei popoli. Sempre così un colpo al cerchio ed una alla botte.
      Altro che Si si no no c’è anche forse può darsi fate come volete il famoso “chi sono io per giudicare”

      • MARIO ha detto:

        @ Ulisse.

        – Il sottoscritto come Spadaro?
        C’è qualcun altro in questo blog che ama particolarmente le Spade…

        – Reazione molto timida del Papa?
        Vorrei vedere la sua di reazione, se qualcuno le desse del “sicario”…

        – Governo mondiale, promosso dal Papa?
        Lei si appoggia, per l’ermeneutica dei documenti papali, a qualche amico massone?

        – “Chi sono io per giudicare.”?
        Certo, se un omosessuale segue Gesù Cristo. Sai quanti ne troveremo in Paradiso…

        – Sì sì, no no?
        E cosa dire di lei, che sembra aver imparato a dire solo “no”?

        • Enrico Nippo ha detto:

          C’è qualcun altro in questo blog che ama particolarmente le Spade…”

          Verissimo: è Gesù Cristo.

          “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada…”, con tutto il tremendo seguito.

          Ma oggi che vuoi, misericordia di qua, misericordia di là, misericordia di sopra, misericordia di sotto …

  • Marco Matteucci ha detto:

    NON TUTTO È DOLORE PER CHI VIVE INCIAMPANDO NEL PORTARE LA SUA CROCE SULLE SPALLE!
    “Questa generazione sarà ricordata per i suoi gravi peccati, tra i quali la promulgazione di leggi contro il Dono della vita e la loro accettazione da parte degli Erodi attuali che applaudono alla morte degli innocenti.

    Quanti lebbrosi spirituali sono conosciuti per le loro azioni a favore del benessere dei popoli e in questo momento stanno agendo per conto di interessi demoniaci, mentre il Popolo di Dio procede nella religiosità senza che venga istruito.

    SENZA PENSARE CHE IL FATTO DI TOLLERARE O PARTECIPARE IN MODO DIRETTO AD UN ABORTO PREMEDITATO, PORTA DI PER SÉ LA SCOMUNICA.
    L’aborto premeditato è un crimine contro il Dono della vita.

    Dio ha benedetto la creatura umana, la quale ha invece risposto con aberrazioni contro il Dono che ha ricevuto.

    La Parola Divina non viene rispettata, coloro che sono incaricati della guida del Popolo di Dio non sanzionano con la durezza necessaria per fare in modo che questa generazione desista da altre aberrazioni.

    L’ABORTO È UN CRIMINE CHE VIENE TOLLERATO SULLA TERRA E NOI CHE SIAMO IN CIELO, SOFFRIAMO PER QUESTO CRIMINE E PER LA DUREZZA DEL CUORE DEGLI UOMINI….”
    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2021/01/02/non-tutto-e-dolore-per-chi-vive-inciampando-nel-portare-la-sua-croce-sulle-spalle/

  • Silvia ha detto:

    Io sono cresciuta con i papi San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali mi hanno sempre ispirato tenerezza. Soprattutto Benedetto XVI, l’ho sempre definito “tutto tenerino”, mi faceva sciogliere il cuore. Mi piaceva tanto come salutava la folla agitando le dita della mano. Bergoglio, al contrario, mi dà un senso di durezza. Non dimentico mai come ha ripagato quella signora cinese che aveva osato trattenerlo per il braccio (per la serie “porgi l’altra guancia”). Io Bergoglio non riesco a guardarlo, né in foto né in tv, e nemmeno a sentirlo, lo evito proprio, mi fa paura.

    • Guido ha detto:

      “Non dimentico mai come ha ripagato quella signora cinese che aveva osato trattenerlo per il braccio (per la serie “porgi l’altra guancia”). ”

      Sarebbe interessante vedere la reazione della signora Silvia (o di suo marito) se qualcuno le “trattenesse” il braccio come l’esagitata cinese.

      • Raffaella ha detto:

        Non mi sembra che la signora cinese fosse esagitata; lo sguardo di Bergoglio era invece durissimo, la sua reazione è stata esagerata, assolutamente priva di carità.

      • Silvia ha detto:

        Sig. Guido, la questione non riguarda me. Provi a rileggere, nel Vangelo di Marco, il brano dell’Emorroissa, mi sembra illuminante.

  • Speranza ha detto:

    Il male sta dilagando nel mondo con la complicità persino della più alta carica ecclesiastica; un male di ordine morale e fisico di cui non si afferra la reale consistenza: siamo di fronte a un castigo divino che sebbene la stessa chiesa si ostina a negare tenacemente, è ragionevolmente certo.Sta qui la gravità della situazione. Ma la Madonna a Fatima lo ha chiaramente annunciato: “Il mio Cuore Immacolato trionferà”. Come sostiene il Prof. De Mattei, prima ancora dell’avvento dell’ anticristo (che fra l’altro la Vergine non nomina), avverrà il trionfo del Cuore Immacolato. E in tutto questo sarà determinate la conversione della Russia.
    Ricordiamoci che ogni castigo si evita e si supera col pentimento e col ritorno sulla retta via.

    • G.z ha detto:

      Il prof. di cui parla è un ambasciatore del diavolo e dell’Anticristo.

    • Raffaella ha detto:

      Speranza ha ragione, sono d’accordo con lei.
      Eppure prima di Natale, addirittura in Confessione, il sacerdote ha sostenuto con forza che il Signore non castiga MAI e che Fatima non conta nulla, sta molti gradini sotto la Bibbia mi ha detto.
      Per rispetto verso il Sacramento l’ho lasciato parlare e poi me ne sono andata; penso che non mi vedra’ più.

      • : ha detto:

        Evidentemente quel prete non conosce la Bibbia, in particolare i Vangeli (Mt 8, 11-12 ed altri cinque o sei passi simili).