Mascarucci, 8 Dicembre. I Catto-Progressisti Hanno in Uggia Maria…

5 Dicembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Americo Mascarucci nell’imminenza della celebrazione dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, ci ha inviato questa riflessione sull’ostilità che alcuni ambienti di Chiesa sembrano nutrire nei confronti della Vergine. Buona lettura. 

 

L’Immacolata Concezione, Duns Scoto e l’assalto dei progressisti al culto mariano

L’ 8 dicembre 1854 papa Pio IX proclamava solennemente il dogma dell’Immacolata Concezione, confermando come verità di fede il principio secondo cui la beata Vergine Maria era stata concepita immune dal peccato originale.

Veniva così sancito un principio che per secoli era stato oggetto di un’accesissima controversia che aveva contrapposto i due principali ordini mendicanti della Chiesa, i domenicani e i francescani.

Fra i primi dottori della Chiesa a dichiarare Maria “senza peccato” c’era Sant’Agostino, il quale però aveva lasciato irrisolto il nodo dell’eredità del peccato originale trasmesso da Adamo ed Eva ad ogni essere umano. Come poteva Maria essere quindi senza peccato?

La teologia scolastica di San Tommaso d’Aquino e altri filosofi, cui si richiamavano i domenicani, rispondeva sostenendo che Maria era stata salvata e liberata dal peccato originale con l’incarnazione di Cristo, ma che come tutti gli esseri umani fosse nata essa stessa nel peccato. Tesi questa contestata invece dal teologo francescano Giovanni Duns Scoto, vissuto nella seconda metà del duecento, che elaborò il concetto secondo cui Maria, proprio dovendo dare al mondo Gesù il Salvatore, era stata concepita immune dal peccato. Era stata quindi “pensata, creata e concepita immacolata” e non era stata necessaria in lei nessuna salvezza terrena come sostenuto dai domenicani.

Il beato Duns Scoto era stato docente di teologia in Francia e si era trovato al centro dello scontro che contrappose il re Filippo IV detto “Il Bello” al pontefice Bonifacio VIII. Il papa, seguendo le teorie del teologo francescano conventuale Matteo d’Acquasparta, sosteneva di possedere, in quanto capo della Chiesa e dunque detentore del potere spirituale derivante direttamente da Dio, un’autorità superiore a quella dei sovrani che erano quindi tenuti all’obbedienza nei suoi confronti. In più Bonifacio riteneva il clero dipendente unicamente da Roma e come tale esente dal pagare qualsiasi forma di tributo agli Stati in cui risiedeva. Tesi questa contestata dal re di Francia, che oltre a negare la supremazia del papa, aveva imposto tasse e tributi al clero. I francescani, considerati fedelissimi a Bonifacio VIII e accusati di essere i suoi consiglieri più fidati, furono banditi dalla Francia e anche Duns Scoto, che difendeva in pubblico le prerogative papali, fu costretto a lasciare la cattedra. Fece ritorno in Francia quando, alla morte di Bonifacio, il nuovo papa Benedetto XI sembrò interessato ad una pacificazione con Filippo IV, che in segno di disponibilità permise il rientro dei francescani. Ma Duns Scoto era rimasto un convinto papista e per tale motivo dovette lasciare ancora una volta il Paese in quanto “persona non gradita” al re. Si trasferì a Colonia, in Germania, dove morì nel 1308.

Duns Scoto dunque contestò le tesi degli scolastici, in base al principio secondo cui Maria era stata beneficiaria di una “redenzione preventiva” operata da Cristo stesso su di lei. E Dio non poteva incarnarsi e venire al mondo che attraverso un essere perfetto che non fosse “figlia di Eva”, ma “nuova Eva” colei cioè che avrebbe schiacciato la testa al serpente. “Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te” disse l’angelo Gabriele a Maria, e il suo essere “piena di grazia” derivava proprio dall’aver ricevuto da Dio il privilegio di essere stata concepita immacolata.

Per circa due secoli i teologi domenicani tenteranno di far proclamare eretica la dottrina di Duns Scoto mostrandola come contraria alle sacre scritture, scontrandosi con i teologi francescani che invece la difenderanno. Nel frattempo però il culto dell’Immacolata stava acquistando peso e grande devozione nel popolo, soprattutto a Roma, nonostante le accuse di eresia dei domenicani contro quanti proclamavano di credere alla concezione immacolata di Maria.

Verso la metà del 1400 papa Sisto IV concesse al popolo romano e a quanti avessero voluto, la possibilità di celebrare la festa dell’Immacolata e autorizzò anche la costituzione di confraternite e congregazioni religiose ad essa intitolate, riconoscendo così legittimità al culto, seppur a carattere locale, e senza tuttavia pronunciarsi nel merito della controversia. Però il pontefice, che proveniva dall’ordine francescano, vietò espressamente a francescani e domenicani di darsi battaglia accusandosi reciprocamente di eresia e riconoscendo come legittime nella Chiesa entrambe le posizioni. Sarà poi Clemente XI nel 1708 a rendere universale la Festa dell’Immacolata, senza pronunciarsi a favore della dottrina di Duns Scoto pur essendone un convinto assertore; quasi sicuramente per non entrare in conflitto con i domenicani, fieri alleati del pontefice contro i missionari gesuiti che chiedevano il riconoscimento dei riti cinesi.

Pio IX quindi nel 1854 andò a dogmatizzare una concezione teologica diffusa nella Chiesa e nella tradizione popolare cattolica, un fondamento di fede largamente riconosciuto, nonostante le tante dispute di carattere teologico che il pontefice, con la promulgazione del dogma, andò a chiudere definitivamente; riconoscendo come autentiche le teorie di Duns Scoto rispetto a quelle degli scolastici. Non mancarono le polemiche, soprattutto da parte di chi accusò Pio IX di aver commesso un “abuso” proclamando il dogma sulla base di un’infallibilità papale che in quel momento era ancora fortemente contestata, e sostenendo l’esigenza di far pronunciare sulla questione un concilio, come avvenuto nei secoli passati sulle grandi controversie di fede.

Anche l’Assunzione di Maria al Cielo era oggetto di grande devozione, ma anche qui si dovette attendere il 1950 perché un altro papa, Pio XII, la proclamasse verità di fede.

Dopo la proclamazione del dogma vi fu un fiorire di devozione mariana nel mondo grazie soprattutto alle successive apparizioni di Lourdes, dove Maria si presentò a Bernadette dicendo “Io sono l’Immacolata Concezione”, fra lo stupore di quanti restavano increduli di fronte a quel titolo che la fanciulla, ignorante e quasi analfabeta, non poteva conoscere. E difatti quando il parroco di Lourdes la interrogò, Bernadette ammise di non conoscere minimamente il significato del termine e di averlo dovuto ripetere continuamente durante il ritorno a casa per non dimenticarlo.

In Italia si sviluppò il culto della Madonna del Rosario di Pompei, grazie all’azione del beato Bartolo Longo, un ex satanista convertito dall’apparizione della Vergine che gli indicò nel Rosario la via per la salvezza delle anime. Longo quindi edificò il santuario di Pompei dove è conservato il quadro raffigurante la Vergine del Rosario e scrisse la Supplica a Maria che si recita due volte l’anno, esattamente l’8 maggio, giorno in cui fu posata la prima pietra del santuario di Pompei, e la prima domenica di ottobre.

Dopo Lourdes è stata la volta di Fatima e anche qui la Vergine si è rivelata a tre pastorelli, mostrando loro l’inferno, annunciando grandi sofferenze per la Chiesa provenienti dalla Russia comunista e chiedendo conversione e penitenza.

Poi è arrivato il Concilio Vaticano II e il culto mariano, come tante altre tradizioni della Chiesa, è stato da più parti messo in discussione. Lo stesso Paolo VI non fu mai un grande “mariologo” e anzi non amava affatto le tradizioni popolari basate sul culto delle madonne. Ma era soprattutto lo spirito del Concilio ad essere poco in linea con la mariologia, laddove i cattolici progressisti, ispirati dalla nuova teologia di Karl Rahner, rifiutavano una fede basata sul sovrannaturale, il misticismo, per ricondurre l’esistenza di Dio a parametri storici e razionali.

Da qui quindi lo scetticismo verso il culto mariano che, soprattutto in Italia e in Europa in seguito alle suddette apparizioni di Fatima del 1917, fu considerato dai comunisti uno strumento di lotta politica (le famose madonne piangenti). Non deve stupire quindi l’ostilità con cui i cattolici progressisti come Enzo Bianchi hanno sempre guardato a Fatima, fino a definirla una “montatura anticomunista”.

Ma c’è anche un altro aspetto da considerare: il culto mariano è un culto prevalentemente cattolico e non in linea con l’ecumenismo conciliare, sfociato ai tempi nostri nel “sincretismo bergogliano”. Nelle sue frequenti apparizioni, la Madonna chiede di pregare per il Santo Padre, di fatto riconoscendo nella Chiesa cattolica l’unica, vera e autentica, Chiesa di Cristo. Una Madonna che di fatto pone i teologi allievi di Rahner, in testa a tutti Hans Kung, venerati come profeti da certo cattolicesimo progressista, nell’alveo delle eresie, laddove gli stessi chiedono che la Chiesa cattolica riconosca il valore delle chiese riformate e si apra ad esse fino a mettere in dubbio l’infallibilità papale, l’ordine sacro, il divieto di ordinazione delle donne, e quei dogmi che sono da ostacolo al dialogo con il mondo protestante. Dove Maria è riconosciuta come madre di Cristo e rispettata, ma non venerata.

Ad evidenziare proprio la contrarietà al culto mariano in quanto preminentemente cattolico è stato il teologo domenicano francese Jean Cardonnel, secondo il quale il culto di Maria sarebbe addirittura “razzista” e Fatima ne sarebbe la prova provata; laddove si parlerebbe unicamente dei pericoli provenienti dal comunismo che riguardano la Chiesa, e non si farebbe menzione alcuna del popolo ebreo sterminato dai nazisti. Insomma, Maria per essere ritenuta davvero credibile, a Fatima avrebbe dovuto parlare il linguaggio del politicamente corretto, non avrebbe dovuto usare un linguaggio rigorosamente cattolico e citare il papa come unico rappresentante di Cristo in terra: avrebbe dovuto essere molto più generica forse, riferirsi ai cristiani in modo più neutro e si sarebbe dovuta preoccupare delle sofferenze che in seguito avrebbero interessato gli ebrei. Invece no, Maria ha chiesto conversione e preghiera paventando i rischi di un secondo conflitto mondiale anche peggiore del primo, dentro il quale sono contenute le atrocità del nazismo. Che comunque, rispetto alle tragedie del comunismo, hanno occupato uno spazio minimo, appena un decennio, e non hanno attraversato tutto il novecento con la scia di morti che l’ideologia bolscevica si è trascinata dietro con le sue persecuzione contro la Chiesa. E non avrebbe neanche dovuto parlare del pericolo comunista e degli errori che questo avrebbe seminato nel mondo, delle sofferenze che il papa avrebbe dovuto patire e della conversione della Russia, perché tutto questo sarebbe poi stato in evidente contraddizione con lo spirito conciliare.

Va dato atto a Giovanni Paolo II di aver riportato il culto mariano al centro della Chiesa durante il suo pontificato, anche in seguito all’attentato subito in piazza San Pietro il 13 maggio 1981, anniversario delle apparizioni di Fatima. E Wojtyla ha sempre sostenuto di aver avuto salva la vita grazie all’intercessione della Madonna che apparve ai tre pastorelli nel 1917. Diversamente da Bergoglio che a Fatima, nel maggio del 2017, è sembrato ridurre tutta la questione ad un ennesimo spot per la misericordia e l’accoglienza, quasi smontando tutta la narrazione mariana sull’inferno e la redenzione dell’umanità attraverso la conversione e la preghiera. Dando quasi l’impressione di pensarla alla stregua di Bianchi e Cardonnel, non citando nemmeno la conversione della Russia con la richiesta di consacrazione al “cuore immacolato di Maria”.

Mai, come dopo il Concilio, il culto di Maria è stato in grave pericolo, forse molto di più di come lo fu ai secoli del grande scontro intorno al dogma dell’Immacolata. Mai come dopo il Concilio, la madre di Dio è stata oggetto di attacchi provenienti dall’interno della Chiesa stessa, fino ad essere accusata di oscurare Cristo stesso e di essere oggetto di una venerazione idolatrica. E sotto accusa sono finiti anche i culti popolari legati alla figura della Vergine, raffigurata e venerata sotto varie e diverse forme. Eppure è proprio grazie a Maria se ancora oggi la gente crede e si avvicina alla fede, anche dopo aver ottenuto un miracolo. Perché, piaccia o no a Bianchi e compagni, se tante persone hanno conosciuto Dio, non è stato attraverso la storia o la razionalità, ma proprio perché a Lourdes, a Fatima, a Loreto, a Pompei e in tutti gli altri santuari della devozione mariana, hanno trovato conforto e risposte rispetto a ciò che la tanto decantata razionalità non è stata in grado di spiegare loro.

Americo Mascarucci – giornalista e scrittore

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23 commenti

  • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

    Che peccato che il Signor Mascarucci abbia dimenticato le apparizione dell’Immacolata alla rue du Bac a Parigi, specialmente nella notte tra il 18 ed il 19 luglio del 1830, appena una settimana prima dell’incoronazione come Re di Francia l’assassino di Louis XVI e di Marie Antoinette, la quale incoronazione solennizzò la Rivolzione Francese del 1789, contra il cui naturalismo massonico La Madonna si dichiarò “L’Immacolata”, nella stessa cappella il 27 novembre dello stesso anno 1830 diede a Santa Catherine Labouré “La Medaglia Miracolosa”! Il sig. Mascarucci avrebbe potuto ricordare che nel 2004 la Conferenza Episcopale Tedesca si rifiutò di rinnovare la Consacrazione della Germania all’Immacolata di Fatima che aveva valso loro 50 anni prima nel 1954 il ritorno dalla Unione Sovietica dei prigionieri di guerra e la susseguente riunificazione delle due Germanie per il motivo ESPLICITO di non intralciare l’ecumenismo tra Cattolici e Luterani! Bella gratitudine!

  • Elisa ha detto:

    Scusate ma ad essere sinceri la Madonna a Fatima aveva ben visto l’ascesa del nazifascismo. Ora vi spiegherò, lasciando a voi le conclusioni che possono anche non condividere quanto vi sto per dire, ma io credo fortemente a quanto vi sto per raccontare. Ovviamente vi racconto i fatti attraverso un’articolo. Così capite le parole di Maria Santissima a Fatima.
    Chiedo a lei signor Tosatti e a tutti i lettori di SC, di riflettere bene le parole di questo articolo, così a tutti quelli che si permeteranno di giudicare la Madonna di Fatima se ne staranno zitti.
    Mussolini era direttore dell’Avanti, giusto? perciò in quale ambiente nasce e cresce, e frequenta? Hitler con il suo nazionalsocialismo secondo voi in quale ambiente proviene? Buona lettura
    Da Marx a Mussolini e Hitler, le radici marxiste del nazionalsocialismo.
    Storicamente, l’idea secondo cui sia esistita un’estrema destra e un’estrema sinistra, è errata. I sistemi che convenzionalmente vengono posti ai due estremi politici, il fascismo, il nazismo e il socialismo, hanno tutti origine nel comunismo. Tutti condividono aspetti centrali della dottrina comunista, come il collettivismo, l’economia pianificata e la lotta di classe.
    Questi sistemi non sono altro che diverse interpretazioni del marxismo. Si sono manifestati dopo la Prima Guerra Mondiale, nel momento in cui le previsioni di Karl Marx mostravano i propri limiti e i comunisti sentivano il bisogno di ripartire su altre basi.
    DIFFERENZA TRA SOCIALISMO E COMUNISMO
    Nella teoria dei Cinque stadi della civiltà, Marx definisce la società capitalistica come una società in cui le persone possono commerciare liberamente, e sostiene che dopo il capitalismo ci sarebbe stato lo stadio del socialismo, seguito poi dal comunismo.
    Vladimir Lenin, nello spiegare il socialismo, parlava di ‘monopolio dello Stato-capitalista’, una situazione, cioè, in cui una dittatura ha preso il controllo di tutti i mezzi di produzione.
    In seguito, un regime avrebbe usato il potere assoluto della ‘dittatura del proletariato’ socialista per distruggere tutti i valori, le religioni, le istituzioni e le tradizioni, cosa che avrebbe poi portato alla cosiddetta ‘utopia’ comunista.
    In altre parole: il socialismo è il sistema politico, mentre il comunismo è l’obiettivo ideologico. È per questo che i sostenitori del comunismo affermano che il ‘vero comunismo’ non è mai stato raggiunto. Finora il sistema, infatti, non è stato capace di annientare del tutto la morale umana e il credo spirituale, nonostante abbia ucciso più di 100 milioni di persone negli ultimi cento anni.

    «Prima della Rivoluzione Russa del 1917, socialismo e comunismo erano sinonimi – spiega Bryan Caplan, professore di Economia alla George Mason University, nel capitolo dedicato al comunismo all’interno di The Concise Encyclopedia of Economics – Entrambi si riferivano a sistemi economici in cui il governo possiede i mezzi di produzione. I due sistemi hanno assunto significati diversi per lo più a causa della teoria e della pratica politica di Vladimir Lenin».
    Naturalmente, un altro fattore che ha portato alle diverse interpretazioni del comunismo che sono emerse dopo il primo conflitto mondiale, è stato il fallimento delle previsioni di Marx. Mentre, tra il 1914 e il 1918, il mondo era nel caos, molti comunisti hanno prestato attenzione alle parole del ‘filosofo’ del comunismo, che nel Manifesto del Partito Comunista del 1848 aveva detto: «Proletari di tutto il mondo, unitevi».
    Ma i proletari di tutto il mondo non si sono uniti, o per lo meno non nel modo in cui Marx aveva previsto. Infatti, invece di unirsi nel sostenere il comunismo, hanno sostenuto ognuno i propri re e i propri Paesi.
    Inoltre, le condizioni di vita dei lavoratori sono diventate migliori sotto il capitalismo, contrariamente alle previsioni di Marx. Quindi, quando la rivoluzione comunista ha avuto luogo, non è avvenuta nelle società capitaliste di stadio avanzato, che a quel tempo erano Gran Bretagna e Germania, ma è avvenuta in Russia.
    E la rivoluzione bolscevica, non è stata, al contrario di quanto Marx aveva previsto, guidata dal «proletariato» in opposizione alla «borghesia», ma è stata fatta da intellettuali e militari contrari al sistema zarista.
    Tutti questi eventi sono andati contro le previsioni di Marx e hanno portato i comunisti a doversi reinventare.
    LA NASCITA DELLA ‘DESTRA’ FASCISTA E NAZISTA
    L’interpretazione del comunismo successiva a quella di Lenin è stata quella del socialista Benito Mussolini, che dalla prima guerra mondiale aveva tratto la lezione che il nazionalismo esercitava sui popoli un potere maggiore, rispetto all’idea della rivoluzione dei lavoratori. Mussolini ha rivisto il marxismo producendo la sua versione di dittatura, mediante il principio collettivistico dei ‘fasci’, che si riferisce all’unione dei bastoni che rinforzano il manico di una scure.
    Mussolini ha spiegato questo principio collettivistico nel 1928 nella sua autobiografia: «Il cittadino dello Stato fascista non è più un individuo egoista che gode del diritto anti-sociale alla ribellione contro qualsiasi legge della Collettività».
    Secondo La Russia sotto il regime bolscevico, di Richard Pipes, «Nessun importante socialista europeo, prima della Prima Guerra Mondiale, assomigliava a Lenin più di Benito Mussolini. Come Lenin, era stato a capo dell’ala antirevisionista del partito socialista del proprio Paese; come lui, credeva che il lavoratore non fosse per natura un rivoluzionario, e che invece dovesse essere spronato all’azione radicale da un’elite intellettuale».

    E poco dopo è emerso Adolf Hitler, con il suo nuovo sistema socialista chiamato ‘nazionalsocialismo’.
    Traendo vantaggio dal fatto che i tedeschi erano stati divisi dai nuovi confini nazionali stabiliti dopo l’armistizio, Hitler ha utilizzato lo strumento della politica identitaria per ottenere un seguito.

    Le politiche del Partito Nazista seguivano il modello comunista – come fa notare Dinesh D’Souza nel suo libro The Big Lie: Exposing the Nazi Roots of the American Left – e il programma di 25 punti del Partito includeva sanità e istruzione gratuite, nazionalizzazione delle grandi corporazioni e dei fondi fiduciari, controllo governativo delle banche e del credito, divisione delle grandi proprietà terriere in più piccole unità e così via.
    In più, fa notare lo studioso indiano, «sia Mussolini che Hitler identificavano il socialismo come il centro del Weltanschauung [modo di vivere, ndr] fascista e nazista. Mussolini era la figura a capo del socialismo rivoluzionario italiano e non ha mai rinunciato alla sua appartenenza a esso. Il partito di Hitler affermava di sostenere il ‘nazional-socialismo’».
    Come nel caso degli altri tipi di regimi marxisti, anche quello di Hitler si opponeva fortemente al tradizionale sistema capitalista. Proprio come Lenin incolpava i contadini ricchi, e Mao i proprietari terrieri, Hitler ha incolpato un singolo gruppo di persone: gli ebrei.
    «L’antisemitismo nazista – spiega ancora D’Souza – è derivato dall’odio di Hitler per il capitalismo. Hitler tracciava una distinzione cruciale tra il capitalismo produttivo, che poteva tollerare, e il capitalismo finanziario, che associava agli ebrei».
    Il conflitto che ha poi avuto luogo fra i vari sistemi nella Seconda Guerra Mondiale, non è stata una battaglia tra ideologie opposte, ma una lotta su quale interpretazione del comunismo avrebbe prevalso.
    Secondo La via della schiavitù di F. A. Hayek, «il conflitto tra i partiti fascista o nazional-socialista e i più vecchi partiti socialisti, deve sicuramente essere considerato, in generale, come quel tipo di conflitto che è inevitabile si scateni tra fazioni socialiste rivali».

    È poi grazie al revisionismo storico e a notevoli acrobazie mentali, che l’attuale idea dominante predica che il socialismo sia tutt’altro rispetto al nazismo e al fascismo. O che il socialismo stesso si sia staccato dalle sue origini comuniste.
    Secondo D’Souza, queste interpetazioni moderne dei legami tra questi sistemi sono dovute a quello che Sigmund Freud chiamava «transfert» (o traslazione). Secondo Freud, le persone che commettono atti orribili spesso trasferiscono la colpa su altri, accusando gli altri (o persino le loro stesse vittime) di essere quello che, in realtà, sono loro stessi.
    Il punto di vista espresso in questo articolo è quello dell’autore e non riflette necessariamente quello di Epoch Times.

    • Astore da Cerquapalmata ha detto:

      Ottima interpretazione.
      Da questa prospettiva il nazismo risulta essere uno degli errori diffusi dalla Russia

      • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

        Eccellente analisi. Tuttavia, non dimentichiamo che dietro il Comunismo (Socialismo Internazionale) ed il Nazismo (Socialismo Nazione) ci stava la Massoneria, e alla radice della Massoneria Specolattiva del 1717 ci sta il Talmudismo. La lotta tra l’Immacolata (Gen. 3, 15; Apoc. 12, 1-2) e la Sinagoga di Satana (Apoc. 2, 9) continua ancora oggi e addirittura dentro la Chiesa, cambiando la pelle ma non il vizio, come la Madonna del Buon Successo disse a Quito 400 anni fa e di nuovo a La Salette nel 1846 ed a Fatima nel 1917. Guarda caso: Mussolini uscì dal liceo salesiano Faenza come Comunista, fuggendo in Svizzera, mentre diversi anni più tardi salì dall’Ambasciata Francese di Roma come Fascista. Come mai? Perchè il Gran Oriente de Francia gli disse che l’Italia era ancora troppo cattolica per convertirsi al Comunismo. Addirittura, Lenin stesso, il copo del Socialismo Internazionale lo incoraggiò a fomentare il Socialismo Nazionale come passo verso il sogno Talmudico del Socialismo UNIVERSALE, second quanto dice Ps. 40/41, 6: “Quando morirà (il Cristo) ed scomparirà il suo nome?”
        Le 4 parole ebraiche di questo versetto danno: “Jeshù”, con cui il Talmud elimina il nome di Gesù, “Jeshuah”! Paolo mette in guardia contra l’ecumenismo con il demonio (2 Cor. 6, 15) e Pietro, a dispetto dello “spirito del concilio (Vat II)”, invita gli Ebrei, di cui la straggrande maggioranza sono degli Chasari, di convertirsi dall’Israele della carne all'”Israele di Dio”di Gal. 6, 16 (Atti 2, 36-38.
        Che l’Immacolata ci il Buon Successo di questo trionfo promesso!

  • nipass39 ha detto:

    Dr Tosatti,
    è sconveniente dire che oggi nella chiesa fa carriera solo chi mette in dubbio la veridicità del Vangelo (Vedi il Generale dei Gesuiti con la battuta che ai tempi di Gesù non c’era il registratore), chi sostiene che la chiesa ha esagerato nel culto alla Madonna (Vedi il neo cardinale Cantalamessa), chi avanza l’ipotesi che Gesù non sapesse scrivere (Vedi il cardinale Ravasi in un’intervista al Corriere della Sera)?
    C’è da chiedersi, invece, con non poca preoccupazione, qual è lo scopo di queste continue stilettate, dove vogliono parare, e perchè nessun membro delle alte gerarchie (papa, cardinali, vescovi, monsignori vari) osa confutare simili idiozie.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Maria a Fatima non nominò il Comunismo, ma parlò degli errori che la Russia avrebbe sparso.
    Il Comunismo è stato uno strumento, ma il virus erano il materialismo e l’ateismo.
    Il Comunismo è come un individuo infettato dal virus che i medici non sono riusciti a sconfiggere perché hanno sbagliato il protocollo.
    Al contrario del covid, che dicono essere terribile, per molti il Comunismo era innocuo, era come una leggera influenza stagionale.
    Come fa a fare danni chi parla di uguaglianza?
    Il fatto che l’uguaglianza del Comunismo non faceva leva sul concetto di dignità della persona, totalmente sconosciuto ad esso.
    Il virus materialista così si è sparso nel mondo grazie alle ideologie post comuniste.
    Post comuniste quanto a dottrine spicce, ma portatrici dello stesso virus materialista.
    La Madonna a Fatima aveva ragione: il Nazismo è stato un grande male, ma non ha sparso i suoi errori nel mondo.
    Il Nazismo non era un virus nascosto: quello che era era chiaro, c’era poco da ingannare. Scofitto Hitler, l’ideologia nazista è confinata in pochi squilibrati cervelli, totalmente incapace di affascinare e ingannare l’umanità

  • Chedisastro ha detto:

    Come va di moda questo sottolineare l’inferiorità di Maria rispetto al Suo Figliolo… Sembra quasi che i sostenitori di questa condizione ne provino un malcelato gusto. Eppure i Sacri Cuori di Gesù e di Maria battono all’unisono e in tal modo sono venerati. Guarda caso che compaiono insieme nella Medaglia Miracolosa e chissà perché contemporaneamente è riconosciuta la corredenzione della Madonna, una profondità teologica che a molti nella chiesa fa storcere il naso, a cominciare dal volontariamente ex vicario di Cristo. Eppure sarà Lei, “umile e alta più che creatura” a schiacciargli il capo all’essere infernale che tanto La odia e La teme, soprattutto attraverso quelli che ritengono esagerata la devozione verso di Lei.
    Viva Maria ora e sempre!

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Tanto per riportarci in carreggiata, da tutt’altro che bergogliano sono andato a recuperare la preghiera che ha pronunciato l’8 /12 dell’anno scorso in Piazza di Spagna.
    Non so cosa pensarne. Giudicate voi. Qui il link:
    http://www.vatican.va/content/francesco/it/prayers/documents/papa-francesco_preghiere_20191208_immacolata.html

  • er ha detto:

    Dato che il Papa – dicono per evitare assembramenti a causa del lockdown – quest’anno non Le renderà pubblico omaggio in piazza di Spagna, riporto qui un buon consiglio, rivolto ai fedeli romani, letto sul blog Chiesa e post concilio:

    “Vorrei proporre a tutte le pecorelle sparse di portare l’omaggio pubblico alla Immacolata di Piazza di Spagna. Come? In silenzio e alla spicciolata, senza un appuntamento predefinito, chi può porti ai piedi della colonna un mazzo di fiori e lasci una preghiera di lode. Se per la defunta Diana Spencer hanno riempito i marciapiedi… a maggior ragione dovremmo farlo per la vivente Madre di Dio !”

    Per chi abita fuori Roma, può fare altrettanto offrendo fiori, accendendo un cero o recitando una preghiera davanti ad una statua o a un quadro di Maria Santissima in una chiesa a lui vicina

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Che nella Chiesa ci siano e ci siano state due correnti circa il culto e la visione teologica della Beata Vergine Maria, è una verità incontestabile. La corrente “massimalista” ha posto Maria esageratamente nell’ambito del divino dimenticando che. pur essendo la Tuttasanta, l’immacolata Madre di Dio, la Semprevergine, la Mediatrice di ogni grazia, resta sempre una creatura di Dio anche se è la più eccelsa. La corrente “minimalista” che, pur riconoscendo in Lei il manifestarsi delle opere più grandi opere di Dio come l’Incarnazione, la vede come una Santa particolare e niente di più. Una Santa da imitare. A mio parere, credo che le esagerazioni da qualunque vengono non siano da accettare. Maria non è una creatura qualunque. Dio l’ha voluta per Madre del suo Figlio e l’ha adornata di Grazie, di carismi e di doni singolari che lei, con la sua fedeltà, collaborazione ed operosità ha fatto fruttificare in modo esponenziale ed unico. Tuttasanta, sia perché l’ha voluta così Dio fin dal suo concepimento sia perché ha risposto sempre fedelmente al Signore che l’aveva prescelta. Lei è modello perfetto della Chiesa e, sebbene irraggiungibile, è icona da imitare per ogni Cristiano. È la Madre tuttasanta e immacolata di Dio per cui merita il culto di iperdulia. Ma non è una dea. Quindi il culto non può mai essere uguagliato a quello dato a Dio, Uno e Trino, e alla Sacra umanità del Verbo incarnato.
    La seguente frase del Mascarucci, “Lo stesso Paolo VI non fu mai un grande “mariologo” e anzi non amava affatto le tradizioni popolari basate sul culto delle madonne”, è infondata e , quindi, per niente condivisibile. Spigolando un po’ qua e un po’ la’, ho trovato più di 320 discorsi ortodossi, sulla linea della tradizione Cattolica, di S. Paolo VI sulla Madonna. Per motivi di spazio e di tempo, voglio riportare qui solo le indicazioni di alcuni che ritengo tra i più significativi: 1^ radiomessaggio al mondo, dove lui affida a Maria il suo pontificato (22-6-1963); Allocuzione per l’apertura della 2^ sessione del Concilio, dove il papa chiede l’assistenza a Maria (29-9- 1963); l’Enciclica Ecclesiam Sudamerica, nella quale dice che il culto a Maria è fonte di insegnamenti evangelici (6-8-1964); nell’Allucuzione ai Padri del Conc., Maria Madre della Chiesa (22-11-1964); Nell’Enciclica Mysterium Fidel, Maria ottenga che il culto Eucaristico vigoreggi la perfetta unità di Comunione fra tutti i cristiani (3-9-1965); nel’Esort. Ap. Postrema sessio, Uniti a Maria per invocare una nuova Pentecoste (4-11-1965); Esor. Ap., Signum Magnum,, Maria madre della Chiesa, modello di virtù (13-5-1967); Nella lett. enciclica, Sacerdotalis caelibatus, invocazione a Maria per il celibato dei preti (24-6-1967); Esort. Ap., Recurrens mesis October, il Rosario arma di pace (7-10-1969); All’episc.italiano, Maria è accanto );per fecondo ministero (17-6-1972); l’ Esort. Ap., Marialis Cultus (2-2-1974); con la lettera Ap. Apostolorum lumina, affida l’Anno Santo a Maria (23-5-1974); con l’Esor. Ap. Paterna cum benevolentia, affida la riconciliazione a Maria (8-12-1974); nella Es. Ap. , Gaudete in Domino, Maria la prima a gustare la vera gioia)…..

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Un conto è essere o fare il mariologo, altro conto è essere devoto di Maria Vergine.
      Paolo Vi fu certamente un devoto di Maria. Ricordo una sua frase detta raccomandando il Rosario: il Rosario è il Salterio dei poveri.
      Mi piacerebbe sapere invece dove sono finite le Misericordine e le Misericordine plus fatte distribuire da Papa Francesco ai fedeli in Piazza San Pietro. Avranno fatto la fine dei sigari donati da Vittorio Emanuele III ai soldati in trincea portati a casa come ricordo : sigaro donato dal Re, questo non si fuma.

    • Americo Mascarucci ha detto:

      Don Pietro Paolo io non ho detto che Paolo VI non credesse a Maria o non ne fosse devoto….ho detto una cosa diversa ossia che non era un “mariologo” e non amava i movimenti mariani. Quando era arcivescovo di Milano scrisse una serie di riflessioni su Maria poi raccolte da René Laurentin nel libro: “Sulla Madonna, Discorsi e scritti fra il 1955 e il 1963”. Se legge il libro scoprirà che Montini non amava i culti mariani, non Maria e per esempio era contro le feste mariane o i titoli dati a Maria tipo “Madonna delle Grazie”, “Madonna della Salute”, “Madonna del ruscello” ecc……Amava Maria ma non la mariologia…..spero di essere stato più chiaro

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Egr. Mascarucci,
        Non ho letto il libro di Laurentin e credo che mi sarà difficile reperirlo. Ovviamente c’è differenza tra essere “mariano” ed essere “mariologo” perché si può essere l’uno senza essere l’altro. Meglio se tutt’e e due. In ogni caso, Paolo VI come tutti i figli della Chiesa ha dimostrato di essere mariano, prova ne è che pur essendo avversato ha proclamato Maria Madre della Chiesa. Poi, in quanto papa, pur non avendo i titoli acccademici che fanno di una persona un mariologo, è stato un Pontefice che ha scritto parecchio sulla Madonna. Più mariologo di un papa che per il suo magistero scrive, insegna e indirizza i cristiani a come rapportarsi o venerare Maria, credo non ce ne possa essere. Ripeto: non ho letto il libro che mi ha indicato, e non so che cosa abbia detto durante il suo servizio pastorale a Milano ma, per quanto riguarda i titoli. leggo Al n. 62 del CAP. VIII della LG. : “Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, Mediatrice. Ciò però va inteso in modo che nulla sia detratto o aggiunto alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore”. Mi pare che di titoli qui ne vengono citati e la LG è stata promulgata dal Concilio e ratificata da S. Paolo VI. Con cordialità

    • Antonio ha detto:

      Concordo in pieno con quanto detto da Don Pietro Paolo, mi ha rubato le parole di bocca.

    • Gaetano2 ha detto:

      “…dimenticando che. pur essendo la Tuttasanta, l’immacolata Madre di Dio, la Semprevergine, la Mediatrice di ogni grazia, resta sempre una creatura di Dio anche se è la più eccelsa.”

      E chi lo avrebbe dimenticato?
      Una fesseria del genere nemmeno, nei tempi di devozione più intensi si è vista. ricordo i nostri vecchi che avevano ben chiaro cosa fosse la devozione alla Santa Vergine, eppure avevano l’insegnamento del solo catechismo e la guida di veri preti.

      Invece, proprio l’essere “la Tuttasanta, l’immacolata Madre di Dio, la Semprevergine, la Mediatrice di ogni grazia” conduce ad una devozione a Lei che può intercedere per noi. E’ chiarissimo!

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Se Pietro è la “pietra” su cui è stata edificata la “sua” Chiesa, Maria è stata eletta da Cristo madre di tutti i viventi, nell’ora in cui calò il buio sulla terra, come ad oscurare Lui e l’estremo sacrificio per la salvezza dei Suoi figli.
    Fu in quel momento che Cristo stesso pose la Sua Mamma – la corredentrice prescelta per il medesimo piano – nella giusta luce, che non Gli faceva affatto ombra.

  • nipass39 ha detto:

    Intanto, però, chi cerca di sminuire la figura della Madonna viene premiato da Bergoglio con la porpora cardinalizia. E il vecchietto rimbambito se ne bea, alla faccia del confratello Duns Scoto.

  • : ha detto:

    A proposito di Bianchi (perdonate il fuori tema), chi sa come mai dal “quasi cardinalato” al quale sembrava fosse salito, è precipitato nel dimenticatoio? Cosa ha combinato?

    • Donna ha detto:

      chiediamoci anche che fine hanno fatto le voci dei pastori “dispersi”Sarah,Burke,Brandmuller, Schneider ecc.

      • Colombano ha detto:

        Non dobbiamo fare un minestrone. Non mettiamo insieme pastori fedeli alla tradizione e innovatori di diversa specie.
        Bianchi nelle sue conferenze in tutta Italia ha diffuso una dottrina che, proprio qui, avete dimostrato contraria alla tradizione, ma questo non diminuisce il lavoro fatto dai monaci di Bose su molti Padri della Chiesa e su molti aspetti del cristianesimo ortodosso.
        Certo nel loro entusiasmo Ecumenico hanno messo nel loro calendario anche festività del tutto estranee al cristianesimo: ma il loro entusiasmo Ecumenico poteva e doveva essere ridimensionato senza distruggere i frutti buoni dell’albero.
        Il cardinale Cantalamessa , se ricordo bene, anni fa aveva incoraggiato e protetto una comunità che si diceva essere religiosa, ma che aveva tra i suoi obiettivi quello di vendere un sarchiapone, del tutto inutile.

      • : ha detto:

        La fine di questi non meravigliano certo, conoscendo l’attuale occupante del soglio di Pietro. Meraviglia invece quella del Bianchi col quale lo steso sembrava essere (è un modo di dire e quindi non è un’irriverenza) “culo e camicia”.

  • Emma ha detto:

    chi ha in uggia ,Maria Immacolata, è Bergoglio . Perchè la teme , perchè sa che al momento opportuno ci penserà Lei . Lei non perde battaglie….