Mons. Viganò Risponde al Rapporto McCarrick della Segreteria di Stato.

24 Novembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ci ha inviato queste severe e puntuali riflessioni sul Rapporto McCarrick reso pubblico di recente dal Vaticano. Buona lettura.

§§§ 

A MARGINE del Rapporto della Segreteria di Stato su Theodore McCarrick

Il Rapporto McCarrick pubblicato dalla Segreteria di Stato il 10 Novembre 2020 è stato oggetto di molteplici commenti: alcuni ne rilevano le lacune, altri lo elogiano come prova della trasparenza di Bergoglio e dell’infondatezza delle mie accuse. Vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che meritano di essere approfonditi, e che non mi riguardano personalmente. Scopo di queste riflessioni non è quindi addurre ulteriori prove circa la falsità delle argomentazioni mosse nei miei confronti, quanto piuttosto evidenziare le incongruenze e i conflitti di interesse che sussistono tra chi giudica e chi è giudicato, tali a mio parere da inficiare l’indagine, il processo e la sentenza.

 

La terzietà dell’organo giudicante

Premetto che, a differenza di un normale processo civile o penale, nelle indagini ecclesiastiche vi è una sorta di diritto implicito alla credibilità nelle testimonianze rese dai chierici. Questo mi pare abbia consentito di considerare come prove anche le testimonianze di Prelati che potrebbero trovarsi in una posizione di complicità nei riguardi di McCarrick e che quindi non avessero alcun interesse a rivelare la verità, anzi ne avrebbero tratto un danno per sé e per la propria immagine. Insomma, per prendere a prestito un’immagine di Collodi, è difficile pensare che il Gatto (Kevin Farrell) possa credibilmente scagionare la Volpe (Theodore McCarrick); eppure questo è avvenuto, così come è stato possibile ingannare Giovanni Paolo II sull’opportunità di nominare McCarrick Cardinale Arcivescovo di Washington, o Benedetto XVI sulla gravità delle accuse che gravavano sul porporato.

 

Si è ormai compreso che questo diritto alla credibilità con l’Argentino è assurto a dogma, forse l’unico che non è possibile mettere in dubbio nella chiesa della misericordia, specialmente quando le interpretazioni alternative della realtà – che i mortali chiamano prosaicamente menzogne – sono formulate proprio da lui.

 

Lascia inoltre sconcertati il fatto che la testimonianza di mons. Farrell in difesa di McCarrick sia stata riportata con enfasi – il Vescovo è addirittura chiamato con il titolo di «Eccellentissimo» – ma che allo stesso tempo la testimonianza di James Grein sia stata completamente omessa, così come prudentemente si è scelto di non far deporre i Segretari di Stato Sodano e Bertone. Né si comprende per quale motivo siano ritenute valide e credibili le parole di Farrell in difesa dell’amico e coinquilino, e non le mie, che pure sono Arcivescovo e Nunzio Apostolico. L’unico motivo che riesco a individuare è che mentre le parole di Farrell confermano la tesi di Bergoglio, le mie la confutano e mostrano che a mentire non è stato solo il Vescovo di Dallas.

 

Andrebbe poi ricordato che il Card. Wuerl, successore di McCarrick sulla cattedra di Washington, si è dimesso il 12 Ottobre 2018 a causa delle pressioni dell’opinione pubblica dopo le sue iterate negazioni di essere stato a conoscenza della condotta depravata del suo confratello. Eppure nel 2004 Wuerl aveva dovuto gestire la denuncia contro McCarrick di Robert Ciolek, un ex sacerdote della Diocesi di Metuchen, inviandola all’allora Nunzio Apostolico mons. Gabriel Montalvo. Nel 2009 fu Wuerl a ordinare il suo trasferimento dal Seminario Redemptoris Mater alla parrocchia di San Tommaso Apostolo a Washington; e nel 2010 fu proprio Wuerl, assieme al Presidente della Conferenza Episcopale, Card. Francis George, a sconsigliare la Segreteria di Stato circa l’invio di un messaggio augurale a McCarrick in occasione del suo ottantesimo compleanno. Nel Rapporto è inoltre citata la corrispondenza tra il Nunzio Sambi e Wuerl concernente il pericolo di scandalo intorno alla persona di McCarrick; lo stesso dicasi per la corrispondenza del Card. Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, nella quale si conferma che Wuerl «ha costantemente favorito McCarrick anche quando non viveva in Seminario». Risulta quindi molto strano che i gravi sospetti che gravavano sul Cardinale prima della mia nomina, ampiamente documentati nel Rapporto, siano considerati motivo di censura nei miei confronti – nonostante li avessi notificati nuovamente alla Segreteria di Stato – ma non nei confronti di Wuerl; il quale, anche dopo le dimissioni da Arcivescovo di Washington, ha mantenuto i propri incarichi nei Dicasteri romani, ivi compresa la Congregazione dei Vescovi, in seno alla quale ha avuto voce in capitolo nella nomina dei Presuli.

 

Non si comprende per quale motivo gli estensori del Rapporto siano così disinvolti nel giudicare Giovanni Paolo II per aver prestato fede alle parole del suo segretario in difesa di McCarrick, e così assolutori nei confronti di Bergoglio, nonostante si accumulassero dossier sul conto di Zio Ted, al quale il predecessore aveva chiesto di «tenere un basso profilo».

 

Credo sia giunto il momento di chiarire una volta per tutte la posizione dell’organo giudicante – rectius: di questoorgano giudicante – rispetto all’imputato.

 

A norma del diritto, un giudice deve essere imparziale, e per essere tale non deve avere alcun interesse o legame con il giudicato. In realtà, questa imparzialità viene meno in uno dei processi più clamorosi della storia della Chiesa, quando gli scandali e i crimini contestati all’imputato sono di tale gravità da avergli meritato la deposizione da Cardinale e la riduzione allo stato laicale.

 

L’assenza di una vera condanna

Occorre sottolineare l’estrema mitezza della condanna inflitta al reo, anzi si potrebbe dire la sua assenza, dal momento che l’imputato è stato solamente privato dello stato clericale con procedura amministrativa dal tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede ratificata come res iudicata da Bergoglio. Eppure sarebbe stato possibile condannarlo ad una pena detentiva, come fu fatto per il Consigliere alla Nunziatura di Washington, condannato nel 2018 a cinque anni di prigione in Vaticano per possesso e diffusione di materiale pedopornografico.

 

In verità, la dimissione dallo stato clericale rivela l’essenza di quel clericalismo – tanto deplorato a parole – che considera lo stato laicale quasi una punizione in sé, mentre dovrebbe essere la premessa per l’erogazione della sanzione penale. Tra l’altro, la mancata reclusione in carcere o quantomeno agli arresti domiciliari permette a McCarrick una totale libertà di movimento e di azione che mantiene inalterata la sua situazione: egli pertanto è in condizione di commettere nuovi reati e di continuare ad esercitare le sue attività criminali tanto in ambito ecclesiale quanto in ambito politico.

 

Infine, va ricordato che il processo canonico non fa venir meno le cause penali contro l’ex-porporato istruite nei tribunali americani, che stranamente languiscono nel massimo riserbo, a ulteriore dimostrazione del potere politico e dell’influenza mediatica di McCarrick non solo in Vaticano ma anche negli Stati Uniti.

 

Conflitti di interessi e omissioni

Risulta difficile guardare al “giudice” di questa causa senza considerare il fatto che egli possa trovarsi in una situazione di debito di riconoscenza verso l’imputato e i suoi complici. Che cioè egli si trovi in un palese conflitto di interessi.

 

Se Jorge Mario Bergoglio deve la propria elezione alla congiura della cosiddetta Mafia di San Gallo, della quale facevano parte Cardinali ultra-progressisti in rapporto costante e assiduo con McCarrick; se gli endorsement di McCarrick al candidato Bergoglio hanno trovato ascolto negli Elettori del Conclave e in coloro che hanno un potere di persuasione in Vaticano, ad esempio il famoso «Italian gentleman» cui alludeva il Cardinale americano in una conferenza alla Villanova University; se la rinuncia di Benedetto XVI è stata in qualche modo provocata o favorita da un’interferenza della deep church e del deep state, è logico supporre che Bergoglio e i suoi collaboratori non abbiano alcuna intenzione di lasciar trapelare nel Rapporto né i nomi dei complici di McCarrick, né quanti lo hanno favorito nel suo cursus honorum ecclesiastico, né soprattutto coloro che dinanzi all’eventualità di una condanna potrebbero in qualche modo vendicarsi, ad esempio rivelando il coinvolgimento di personalità di spicco della Curia Romana, se non dello stesso Bergoglio.

 

In palese contraddizione con la conclamata pretesa di trasparenza, il Rapporto si è ben guardato dal rivelare gli atti del processo amministrativo. Ci si può quindi chiedere se la difesa di McCarrick abbia pattuito la condanna del proprio assistito in cambio di una pena irrisoria, che di fatto lascia il reo di così gravi delitti in totale libertà, evitando che le vittime abbiano a ricusare il “giudice” e ad esigere un giusto risarcimento. Di certo l’anomalia è evidente anche a chi non è esperto di diritto.

 

Cointeressenze tra deep church e deep state

In questa rete di complicità e ricatti si possono evidenziare legami del “giudice” e dell’imputato anche con la politica, in particolare con il Partito Democratico americano, con la Cina comunista e più in generale con i movimenti e partiti globalisti. Il fatto che nel 2004 McCarrick, allora Arcivescovo di Washington, abbia boicottato strenuamente la diffusione della lettera dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Cardinal Ratzinger, all’Episcopato americano a proposito del divieto di amministrare la Comunione ai politici favorevoli all’aborto, rappresenta indubbiamente un assist ai politici Dem sedicenti cattolici, ad iniziare da John Kerry e per finire con Joe Biden. Quest’ultimo, convinto abortista, ha meritato l’appoggio quasi unanime della Gerarchia, potendo così contare sui voti di un elettorato altrimenti destinato a Trump. Strane coincidenze, ad onor del vero: da un lato il deep state ha colpito la Chiesa e Benedetto XVI con l’intento di eleggere Papa un rappresentante della deep church; dall’altro la deep church ha colpito lo Stato e Trump con l’intento di eleggere un rappresentante del deep state. Giudichi il lettore se i piani dei congiurati hanno raggiunto lo scopo prefisso.

 

Questa collusione con la Sinistra mondiale è il necessario corollario di un progetto più vasto, in cui le quinte colonne della dissoluzione penetrate in seno alla Chiesa collaborano attivamente con il deep state seguendo un unico copione (script) sotto un’unica regia (direction): i protagonisti di questa pièce hanno parti diverse ma seguono la medesima trama (plot) sullo stesso palcoscenico.

 

Analogie con la pandemia e i brogli elettorali

A ben vedere, anche la pandemia e i brogli elettorali negli Stati Uniti presentano inquietanti analogie con il caso McCarrick e con quanto avviene nella Chiesa. Chi deve decidere se confinare in casa o obbligare al vaccino l’intera popolazione si avvale di strumenti di rilevazione inaffidabili, proprio perché tramite questi riesce a falsare i dati, con la complicità dei media mainstream. Poco importa se il virus ha una mortalità simile a quella di un’influenza stagionale e se il numero dei decessi è in linea con gli anni precedenti: qualcuno ha deciso che c’è una pandemia e che si deve demolire l’economia mondiale per creare le premesse del Great Reset. Gli argomenti razionali, le valutazioni scientifiche, l’esperienza di scienziati seri impegnati nella cura dei pazienti non valgono nulla, dinanzi al copione che è stato imposto agli attori. Lo stesso avviene per le elezioni negli USA: dinanzi all’evidenza della frode – che va acquisendo i contorni di un vero e proprio colpo di stato da parte di menti criminali – i media si ostinano a presentare Joe Biden come il vincitore, e i leader mondiali – ivi compresa la Santa Sede – si affrettano a riconoscergli la vittoria, a screditare gli avversari Repubblicani, a presentare Trump come un prepotente solitario che sta per esser abbandonato dai suoi e dalla stessa First Lady. Poco importa che su internet si vedano decine e decine di video con le irregolarità commesse durante le operazioni di spoglio, o che vi siano centinaia di testimonianze sui brogli: i Dem, i media e tutto il cast ripetono che Biden è Presidente eletto e che Trump deve farsi da parte. Perché, nel regno della menzogna, se la realtà non corrisponde alla narrazione, è la realtà che va corretta e censurata. Così milioni di persone in piazza per protestare contro il lockdown o contro le frodi elettorali non esistono, per il semplice fatto che il mainstream non li mostra in tv e li censura su internet; e quello che esso denuncia come fake news va acriticamente considerato tale.

 

L’asservimento di parte della Gerarchia

Non stupisce quindi se la Conferenza Episcopale Americana, seguita a ruota da Vatican News e da una telefonata affettuosa di Bergoglio a Biden, si affretta a dare prova di fedeltà al sistema: questi Ecclesiastici sono intrinsecamente coinvolti e devono attenersi scrupolosamente alla parte che è stata loro affidata. Hanno fatto lo stesso, a livello globale, assecondando le restrizioni per il Covid con la chiusura delle chiese, ordinando la sospensione delle celebrazioni e addirittura invitando i fedeli a obbedire alle autorità civili. L’Arcivescovo di Washington si è permesso di criticare la visita ufficiale della coppia presidenziale al Santuario San Giovanni Paolo II e si è espresso, assieme ad altri Vescovi e chierici, a favore dei BLM: tanta abnegazione per la causa gli ha meritato la Sacra Porpora proprio in questi giorni. E non a caso l’adesione all’agenda globalista viene da parte di personaggi ampiamente compromessi nell’appoggiare i movimenti LGBTQ, ad iniziare da Cupich, Tobin, Wuerl, McElroy e Stowe. Ed è significativo l’assordante silenzio della Santa Sede e dell’Episcopato mondiale dinanzi ai problemi etici che pongono i vaccini di imminente distribuzione, nei quali sono presenti cellule di feti umani abortiti. Dio non voglia che la speculazione delle case farmaceutiche sulla pandemia veda anche la deep church destinataria di generose elargizioni, come già accaduto con l’Accordo tra Cina e Vaticano.

 

I vizi e la corruzione trovano accomunati deep church e deep state, in una cloaca di crimini e peccati ripugnanti, dove gli indifesi e i bambini sono le vittime di sfruttamento, violenze e molestie compiuti da personaggi che allo stesso tempo promuovono l’aborto, l’ideologia gender e la libertà sessuale dei minori, ivi compresa quella di cambiare sesso.

 

Anche l’immigrazione clandestina – favorita per destabilizzare le Nazioni e cancellarne l’identità – trova concordi la Sinistra e la chiesa di Bergoglio, nonostante essa sia direttamente connessa al traffico di minori, all’aumento della criminalità e alla distruzione del tessuto sociale. Anzi: proprio per questo motivo la si vuole favorire, così come si vuol favorire lo scontro politico per le elezioni USA, la crisi economica con la gestione criminale della pandemia e possibilmente anche la guerra religiosa con gli attentati di matrice islamica e le profanazioni di chiese in tutta Europa.

 

Necessità di uno sguardo d’insieme

Desta altresì grande sconcerto che, in questo quadro perfettamente coerente, vi siano molti Prelati – se non la quasi totalità – che si limitano ad analizzare gli eventi che toccano la Chiesa Cattolica quasi come fossero a sé stanti, come se non avessero alcuna relazione con gli eventi politici e sociali che si svolgono a livello mondiale. Ci sono Vescovi che formulano qualche timida presa di posizione dinanzi alle parole di Bergoglio per la legalizzazione delle unioni civili, o per le incongruenze e le falsificazioni che emergono nel Rapporto McCarrick; ma nessuno di essi, ancorché animato da buone intenzioni, osa denunciare l’evidenza dei fatti, ossia l’esistenza di un pactum sceleris della parte deviata della Gerarchia – la deep church, appunto – con la parte deviata dello Stato, del mondo della finanza e dell’informazione. Eppure è talmente evidente da esser stata oggetto di analisi da parte di numerosi intellettuali, per lo più laici.

 

La perdita di credibilità

Questo dev’essere denunciato ad alta voce: il Rapporto stilato dalla Segreteria di Stato è un indecoroso e maldestro tentativo di dare una parvenza di credibilità ad un’accolita di pervertiti e corrotti al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. La cosa surreale è che questa operazione di impudente mistificazione non è portata avanti dall’imputato, ma da quanti lo devono giudicare, e con esso dovrebbero giudicare paradossalmente se stessi, i propri confratelli, i propri amici, coloro ai quali essi hanno garantito impunità, promozioni e carriera.

 

Questa credibilità degli estensori del Rapporto dovrebbe esser mostrata nella mite condanna di un Prelato organico al sistema, che lo stesso Bergoglio ha inviato come interlocutore della Santa Sede con la dittatura comunista cinese, e che allo stesso tempo svolgeva incarichi ufficiali per il Dipartimento di Stato americano, frequentava i Clinton, Obama, Biden e i Democratici. Questa credibilità dovrebbe essere confermata dall’avere semplicemente privato della dignità cardinalizia e dello stato clericale un omosessuale corrotto, un molestatore di giovani e fanciulli, un corruttore di chierici e seminaristi, senza alcuna pena detentiva e senza comminargli la scomunica per i delitti di cui si è macchiato, ivi compresa la «sollicitatio ad turpia» in Confessione, uno dei crimini più odiosi che un sacerdote possa commettere. In questo “processo” tanto sommario quanto omissorio, la dimensione spirituale della colpa è totalmente assente: al colpevole non è stata comminata la scomunica, che è sanzione eminentemente medicinale in ordine alla salvezza eterna, né lo si è esortato alla penitenza, alla pubblica ammenda e alla riparazione.

 

Una commissione indipendente

Quando nel dopoguerra venne celebrato il processo di Norimberga contro i crimini del Nazismo, la corte fu presieduta da un giudice russo, incaricato di giudicare l’invasione della Polonia che la Germania, come sappiamo, si spartì proprio con la Russia. Non mi pare vi siano molte differenze con quanto vediamo accadere oggi, nel tentativo di far ricadere le responsabilità del caso McCarrick su Giovanni Paolo II, su Benedetto XVI e sul sottoscritto. L’unico che nella narrazione della Segreteria di Stato non può essere toccato da alcun sospetto, da alcuna accusa anche solo indiretta, da alcuna ombra di insabbiamento dovrebbe ovviamente essere l’Argentino.

 

Sarebbe quantomai opportuno che si costituisse una Commissione indipendente – così come già auspicato dall’Episcopato americano nel novembre del 2018 e come fermamente impedito dalla Congregazione dei Vescovi su ordine di Bergoglio – che indagasse su questo caso senza subire influenze esterne e senza nascondere prove determinanti. Dubito tuttavia che improbabili auspici della Conferenza Episcopale statunitense troverebbero ascolto, dal momento che tra i porporati del prossimo Concistoro vi è l’Arcivescovo di Washington, esecutore degli ordini di Santa Marta, che viene ad aggiungersi ai fedelissimi Cupich e Tobin.

 

Se si facesse davvero luce sull’intera vicenda, crollerebbe il castello di carte costruito in questi anni, e con esso emergerebbero complicità di esponenti della Gerarchia a livelli altissimi, oltre ai legami con i Democratici americani e con la Sinistra mondiale. Si confermerebbe, insomma, quello che molti non osano ancora ammettere, e cioè quale sia il ruolo svolto dalla deep church, sin dall’elezione di Giovanni XXIII, nel creare le premesse teologiche e il clima ecclesiale che consentissero di rendere la Chiesa serva del Nuovo Ordine Mondiale, e di sostituire il Papa con il falso profeta dell’Anticristo. Se questo non è ancora completamente avvenuto, ne dobbiamo rendere grazie soltanto alla Provvidenza.

 

Onestà intellettuale

Immagino che i moderati – oggi tanto silenti dinanzi al Covid quanto nel deplorare i brogli elettorali o la farsa del Rapporto McCarrick – inorridiscano al solo sentir chiamare in causa il Concilio Vaticano II. Inorridiscono anche i Democratici a sentir criticare le leggi grazie alle quali gli Stati Uniti sono giunti a veder sovvertita la volontà degli elettori. Inorridiscono i sedicenti esperti nel veder contestate le loro affermazioni che contrastano con la verità scientifica e con l’evidenza epidemiologica. Inorridiscono i fautori dell’accoglienza dei clandestini, quando si mostrano loro le percentuali di omicidi, stupri, violenze e rapine compiute da immigrati irregolari. Inorridiscono gli esponenti della lobby gay, quando si evidenzia che i reati penali di matrice predatoria compiuti da chierici riguardano una percentuale altissima di omosessuali. In questo generale stracciarsi le vesti, vorrei ricordare che basterebbe avere un po’ di onestà intellettuale e un po’ di giudizio critico per guardare in faccia l’evidenza dei fatti, ancorché dolorosa.

 

Il legame tra eresia e sodomia

Questo legame intrinseco tra deviazione dottrinale e deviazione morale è emerso nella sua evidenza in occasione dello scontro frontale con gli insabbiatori del caso McCarrick: le persone coinvolte sono quasi sempre le stesse, con gli stessi vizi contro la Fede e la Morale. Esse si difendono, si coprono e si promuovono a vicenda, perché fanno parte di una vera e propria «lobby», intesa come gruppo di potere in grado di influenzare a proprio vantaggio l’attività del legislatore e le decisioni del governo o di altri organi dell’amministrazione.

 

In campo ecclesiastico, questa lobby agisce per cancellare la condanna morale della sodomia, e lo fa prima di tutto a proprio vantaggio, essendo composta principalmente da sodomiti. Essa si adegua all’agenda politica nel legittimare le istanze dei movimenti LGBTQ, promosse da politici non meno viziosi. Ed è altresì evidente il ruolo che ha avuto in questi decenni la Chiesa cattolica – o meglio: la sua parte deviata moralmente e dottrinalmente – nell’aprire la finestra di Overton sull’omosessualità, in modo che il peccato contro natura che essa ha sempre condannato fosse in qualche modo sconfessato dall’evidenza degli scandali via via emergenti. Se quarant’anni fa destava orrore apprendere delle molestie compiute da un prete su un ragazzino, da qualche anno la cronaca ci informa dell’irruzione della Gendarmeria vaticana nell’appartamento del segretario del Cardinale Coccopalmerio nel palazzo del Sant’Uffizio, dove si teneva un festino di chierici con droga e prostituti. Da qui a legittimare la pedofilia, come vorrebbero alcuni politici, il passo sarà relativamente breve: le premesse poste dalla teorizzazione di presunti «diritti sessuali» dei minori, l’imposizione dell’educazione sessuale nelle scuole primarie su raccomandazione dell’ONU e i tentativi di legiferare nei Parlamenti per abbassare l’età del consenso vanno tutti nella medesima direzione. Qualche ingenuo – ammesso che di ingenuità ancora si possa parlare – dirà che mai la Chiesa potrà dirsi favorevole alla corruzione dei bambini, perché ciò contraddirebbe l’ininterrotto Magistero cattolico; io mi limito a ricordare ciò che solo qualche anno fa si diceva a proposito dei cosiddetti «matrimoni» omosessuali, o sull’ordinazione delle donne, il celibato ecclesiastico, l’abolizione della pena di morte, e ciò che viceversa si afferma impunemente oggi, col plauso del mondo.

 

La “filiera” di McCarrick

Quello che va segnalato nel Rapporto non è tanto ciò che esso contiene, quanto piuttosto ciò che esso tace e nasconde sotto una montagna di documenti e testimonianze, per quanto raccapriccianti esse siano. Molti giornalisti e moltissimi ecclesiastici erano a conoscenza della vita scandalosa dell’«uomo con il cappello rosso», ma cionondimeno lo consideravano machiavellicamente utile agli interessi del Partito Democratico espressione del deep state e del progressismo cattolico espressione della deep church. Scriveva il Washingtonian nel 2004: «Con un cattolico controverso nella corsa presidenziale [John Kerry], il cardinale è visto da molti come l’uomo del Vaticano a Washington – e potrebbe svolgere un ruolo importante nella selezione del prossimo Papa» (qui). Un ruolo da lui orgogliosamente rivendicato nel discorso tenuto l’11 Ottobre 2013 alla Villanova University e che oggi, con il Card. Farrell assurto a Camerlengo di Santa Romana Chiesa su nomina di Bergoglio, potrebbe riconcretizzarsi. Dati i rapporti di fedeltà che si consolidano tra i membri della «lavender mafia», è quantomeno ragionevole pensare che McCarrick sia ancora in grado di intervenire nell’elezione del Pontefice non solo grazie alla rete di amici e complici, alcuni dei quali Cardinali elettori, ma anche attivamente nelle procedure del Conclave e nella sua stessa preparazione.

 

Potremmo stupirci se, dopo aver constatato i brogli elettorali nell’elezione del Presidente degli Stati Uniti, “qualcuno” cercasse di manipolare anche l’elezione del Sommo Pontefice? Non dimentichiamo che, come già rilevato da più parti, alla quarta votazione del secondo giorno, nell’ultimo Conclave emerse una irregolarità nel computo delle schede, sanata con una nuova votazione in deroga a quanto previsto dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregispromulgata da Giovanni Paolo II nel 1996.

 

È comunque significativo che, se da un lato McCarrick ora è estromesso dalle sue funzioni e risiede in una località segreta (dove peraltro egli può continuare indisturbato la propria attività para-diplomatica per conto del deep state e della deep church nelle anonime vesti di laico), dall’altro sono tutt’ora al loro posto, ed anzi vengono promossi, quanti proprio grazie a McCarrick hanno fatto carriera nella Chiesa: tutti personaggi che egli ha favorito in ragione di un comune stile di vita e di comuni intenti; tutti ricattabili e ricattatori, per via dei segreti dei quali sono venuti a conoscenza grazie alla loro posizione; tutti pronti a tirar fuori nomi e circostanze e date, se solo qualcuno osasse toccarli. Alcuni potrebbero forse essere costretti ad obbedire al signor McCarrick, se questi può tenerli sotto ricatto o corromperli con l’ingente denaro a sua disposizione, anche ora che non è più un Principe della Chiesa.

 

La “filiera” cui questo Cardinale ha dato origine è oggi in grado – come vediamo – di interferire ed operare nella vita della Chiesa e della società, col vantaggio di aver scaricato su un comodo capro espiatorio le colpe dell’intera «lavender mafia» e di poter oggi apparire essa stessa come estranea alle accuse di abusi. Ma basta varcare i cancelli di Porta Angelica per imbattersi in personaggi impresentabili, alcuni dei quali sono stati chiamati in Vaticano per sottrarli alle indagini che pendevano su di loro all’estero; altri sono addirittura assidui di Santa Marta o vi svolgono mansioni dirigenziali, consolidando la rete di connivenze e complicità sotto gli occhi indulgenti del Principe. D’altra parte, l’enfasi sul ruolo moralizzatore di Bergoglio si infrange sulla cruda realtà che nulla è mai davvero cambiato dietro le alte Mura Leonine, vista la protezione di cui godono, tra gli altri, Peña Parra e Zanchetta.

 

La mancata condanna della sodomia

Giustamente alcuni commentatori hanno evidenziato un dato sconsolante: i delitti per i quali McCarrick è stato chiamato in giudizio riguardano solo gli abusi su minori, mentre i rapporti contro natura compiuti con adulti consenzienti sono tranquillamente accettati e tollerati, quasi siano da deplorare non gli atti immorali e sacrileghi della sodomia di un chierico, ma la sua imprudenza nel non averli saputi tenere nel segreto delle mura domestiche. Anche di questo, a suo tempo, si dovrà chiedere conto ai responsabili. Soprattutto in considerazione della sempre più palese volontà di Bergoglio di applicare un approccio pastorale lassista – secondo il metodo sperimentato di Amoris laetitia –in deroga alla condanna morale della sodomia.

 

I colpevoli e le vittime degli scandali 

La cosa paradossale che emerge dagli scandali del Clero è che l’ultima preoccupazione del cerchio magico di Bergoglio è di dare giustizia alle vittime, non solo risarcendole (cosa che peraltro non fanno i colpevoli, ma le Diocesi, con i beni donati dai fedeli) ma anche punendo in modo esemplare i responsabili. E si dovrebbero punire non solo i delitti riconosciuti come crimini penali dalle legislazioni degli Stati, ma anche quelli morali, a causa dei quali persone non minorenni sono state indotte in peccato grave da ministri sacri. Chi sanerà le ferite dell’anima, le macchie alla purezza di tanti giovani, tra i quali anche seminaristi e sacerdoti? Pare invece che si sentano vere vittime coloro che sono stati scoperti ed esposti all’esecrazione pubblica: essi si sentono colpiti nei loro interessi, nei loro traffici, nei loro intrighi; mentre vengono considerati colpevoli coloro che hanno denunciato gli scandali, quelli che chiedono giustizia e verità, ad iniziare dai sacerdoti trasferiti o privati della cura d’anime perché avevano osato informare il loro Vescovo delle perversioni di un loro confratello.

 

La Santa Chiesa è vittima dei crimini dei suoi ministri

Ma c’è un’altra vittima, completamente innocente, di questi scandali: la Santa Chiesa. L’immagine della Sposa di Cristo è stata infangata, oltraggiata, umiliata e screditata, perché chi ha commesso questi delitti ha agito sfruttando la fiducia verso l’abito che indossa, utilizzando il proprio ruolo di sacerdote o di Prelato per irretire e corrompere le anime. Di questo discredito della Chiesa sono responsabili anche quanti in Vaticano, nelle Diocesi, nei conventi, nelle scuole cattoliche e nelle organizzazioni religiose – pensiamo ai Boy Scout – non hanno estirpato sul nascere questa piaga, ma l’hanno anzi nascosta e negata. È ormai evidente che questa invasione di omosessuali e pervertiti è stata programmata e voluta: non si tratta di un evento fortuito che si è verificato solo per l’omissione di controlli, ma di un preciso piano di infiltrazione sistematica della Chiesa per demolirla dall’interno. E di questo risponderanno al Signore coloro ai quali Egli ha affidato il governo della Sua Sposa.

 

In tutto questo, tuttavia, i nostri avversari dimenticano che la Chiesa non è un insieme di persone senza volto che obbediscono ciecamente a mercenari, ma un Corpo vivo con un Capo divino, Nostro Signore Gesù Cristo. Pensare di poter uccidere la Sposa di Cristo senza che lo Sposo intervenga è un delirio che solo Satana può credere possibile. Anzi si accorgerà che proprio nel crocifiggerla, nel coprirla di sputi e di colpi di flagello come duemila anni fa crocifisse il Salvatore, egli sta siglando la propria sconfitta definitiva. O mors, ero mors tua: morsus tuus ero, inferne.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

21 Novembre 2020

Presentazione della Beatissima Vergine Maria

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25 commenti

  • Maria ha detto:

    Reverendo Padre Cardinale Mons. Carlo Maria Viganò.
    Che ne pensa?

    Il vaccino Covid inietta un mRNA, che si integra, si innesta nel nostro DNA e lo muta e lo cambia. Di chi è? Il nostro DNA si adatta e si modifica. E cosa diventiamo? E chi diventiamo?

    Di chi è? E se il RNA, è del loro capo religioso? E noi diventiamo come lui? E noi diventiamo suoi?

    Questo spiega l’ossessione per fare i vaccini a tutto il mondo e spiega il vaccino obbligatorio. Questo spiega il perché hanno levato farmaci che curano (clorochina). Spiega perché hanno intasato la cura domicilio. Spiega perché hanno oscurato tutti gli appelli degli specialisti ad usare l’eparina. Quello che fa morire è l’embolia polmonare acuta. Il virus coagula e crea trombi che intasano i polmoni e formano infezioni polmonari e danni a tutti gli organi. Con l’eparina si sciolgono e non si muore più.

    Ecco perché stanno creando questo clima di terrore. Per farci fare i vaccini.
    Ecco perché hanno abolito la democrazia e ogni diritto. Per imporre i loro vaccini.

    Non è solo l’identità digitale. È molto di più. Non è solo ridurre la popolazione. È molto di più.

    Siamo figli di Dio. Nel nostro DNA ci siamo noi. E c’è il nostro Dio. Che ci ha creato. E nessun altro.
    Siamo solo suoi. E di nessun altro.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Non è cardinale, è arcivescovo.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Osservazioni molto interessanti quanto drammatiche.

      Vuol mettersi in atto una mutazione genetica?

      “E cosa diventiamo? E chi diventiamo?”. Non c’è da scherzare!

      Nn ci resta che subire?

      Mi sa che il “complottismo” non sia poi così da disprezzare.

      E qui stiamo ancora a parlare di McCarrick e Ravasi?

      • Maria ha detto:

        È scientifico. Basta guardare i fatti e metterli insieme.

        Perché hanno impostato i vaccini Covid, che si potevano fare come gli altri vaccini con le proteine, come mai li hanno fatti tutti e sei con un mRNA che modifica il DNA?

        Perché lo vogliono imporre, sapendo quanto è pericoloso, a tutta la popolazione mondiale?
        Perché lo fanno con tanta violenza e con tanta intimidazione?
        Perché lo fanno tutti nello stesso modo. Con gli stessi tempi. Con le stesse parole?
        Perché usano ritorsioni, ricatti, intimidazioni e reclusioni?

        Non si spiega a livello clinico. Il malato psichiatrico non arriva a tanto. Non lo fa nello stesso modo degli altri. Non lo fa nello stesso tempo degli altri. Non usa le stesse parole degli altri. Non è capace di relazione. Non è capace di comunicare con gli altri.

        Si spiega solo con una setta. Sono modalità psicologiche tipiche di una setta. Sono impostati, programmati, manipolati. Suggestionati. Ricattati. Esiste un unico pensiero, un unico linguaggio, un unico sentimento. Se non pensi come loro ti isolano. Ti fanno il lavaggio del cervello. Ti mettono paura. Ti distruggono mentalmente. Ti fanno diventare debole, fragile. Ti levano le cose che ti servono per vivere. Fino a che non ti arrendi.

        Una setta pericolosa. Una setta negativa. Molto negativa. Ci hanno levato Dio. Perché di Dio hanno paura. E perché solo Dio li può fermare.

        Sembrano tanti, ma non sono tanti. La maggioranza siamo noi. Che siamo sani. Che siamo ancora sani.

        Riprendiamoci la nostra dignità. Riprendiamoci il nostro Dio. Rimettiamo al centro Dio. Se c’è lui nessuno ci può toccare. Se c’è lui nessuno ci può fare del male. Riportiamo Dio nel nostro cuore e in quello degli altri.
        Mettiamo una croce sul petto. E affrontiamo tutto. Senza paura. Senza più paura. Nel Signore. Nel nome del Signore. Per il Signore. Nostro Signore e nostro Dio.

  • Duckass ha detto:

    C’era la mafia di san Gallo e il partito del sale della terra del cardinale Ruini. In 2000 anni c’e’ stato, penso, ben di peggio. Se uno viene eletto papa e’ papa. Certo la ciliegia sulla torta e’ che i papi siano due e pure Bergoglio (io sono bergogliano) non pigli il codice canonico E IN DUE RIGHE CHIARE istituisca il papato enerito e le sue facolta’. Cosa che avrebbe dovuto fare pure Ratzinger prima delle dimissioni.
    Ma si/si..no/no, purtroppo o meglio e’ sulla carta. L’abbiamo ben visto con il segreto di fatima, di la salette.
    Gia’ siamo complottisti di natura, ancora si butta benzina….

    Son veramente triste. Sara’ un natale triste. Ma perbne tutti i natali son tristi. Non cambia mai nulla. E in piu bisogna ridere evdire auguri.😜

  • Donna ha detto:

    Grazie mons. Viganò .Le sue parole ardono del fuoco di Verità. Purtroppo è sempre più evidente la volontà di molti di far credere il male come bene e viceversa, in ogni aspetto della vita.
    I servitori dell’anticristo si credono furbi e si crogiolano nell’ombra con i loro deliri di onnipotenza, pensano di poter dominare il mondo con le loro azioni disoneste, ma il tempo di Satana ha i giorni contati, poi sarà schiacciato definitivamente dalla Donna vestita di Sole, e per chi lo ha seguito , senza ravvedersi, sarà “pianto e stridore di denti “

  • silvano ha detto:

    Mons. Viganò: “Eppure sarebbe stato possibile condannarlo ad una pena detentiva”

    Suvvia….

    • Boanerghes ha detto:

      In ambito civile, sono previste gravi sentenze penali. L’essere sacerdote o vescovo è una aggravante.
      Senza considerare la pena del giudizio particolare.
      Ma l’omosessualità oggi è un atto quasi dovuto.
      Allora , come scritto, Dio abbandonerà l’uomo a se stesso, alle sue perversioni ostinate.
      Cosicché si troverà a combattere , per così dire, con le proprie forze contro le potenze invisibili di questo mondo.
      Più che combattimento, è una resa.

  • Iginio ha detto:

    Secondo qualcuno l’Italian Gentleman influente in Vaticano sarebbe Andrea Riccardi.
    Tosatti, può chiedere a Viganò che pensa di Riccardi?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Il Papa del dialogo non ha tempo per dialogare con questi monsignori. Non ha tempo nemmeno per dialogare con mons. Zen venuto dalla Cina per parlare con lui e nemmeno con i cardinali dei dubia che ha lasciato morire senza una risposta. Però in segno del suo grande senso di carità e fratellanza universale e come esempio per tutti noi, guardate un pò chi ha ricevuto in udienza ieri :

    – Il Dottor Carmelo Barbagallo, Presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria;

    – Delegazione di Fairtrade International;

    – Delegazione della National Basketball Players Association.

    Hai capito? Per essere ricevuti in udienza dal Papa bisogna essere giocatori di pallacanestro. Papa Francesco, santo subito!

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Tutta questa degenerazione è in gran parte figlia del così detto REALISMO pastorale, di cui Papa Francesco sembra essere un caposcuola.
    Un “realismo” in cui i PRINCIPI morali e spirituali vengono emarginati e considerati solo come pura teoria, che non tengono conto della realtà concreta e che anzi si oppongono ad essi.
    Ma invece, come i Principi fondamentali della fisica non sono pura teoria, ma toccano la verità più profonda dell’universo, tanto che più si conoscono e si apllicano, più progredisce CONCRETAMENTE la tecnologia, così i principi fondamentali della natura umana, quelli morali e spirituali, non sono affatto un’utopia, ma più si conoscono e più si applicano, più realizzano l’uomo anche umanamente.
    Parola di San Francesco (il vero Poverello) e di tutti i santi

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Le precisazioni di mons. Viganò circa il processo canonico spazzano via ogni ombra di dubbio in chi, riuscendo a sfruttare l’intelligenza – che si perfeziona in intelligenza dell’anima grazie a quel dono dell’ intelletto (uno dei sette) dello Spirito Santo, col sacramento della Cresima – seguendo un filo logico, arriva alla conclusione non certo complicata da riconoscere della mancanza di quel presupposto essenziale nella formulazione di una sentenza “giusta”, cioè l’imparzialità nel giudizio, avendo il collegio giudicante interessi in causa nella questione chiamata a dirimere. Per inciso: se ben ricordo, l’arcivescovo può vantare (non nel senso di esaltarsi) titoli accademici fra cui quello in diritto canonico ed ecclesiastico.
    D’altra parte: lo stesso Rapporto McCarrick, pubblicato dalla Segreteria di Stato vaticana, lo esplicita nel titolo: “sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede”, e il card. Parolin presentandolo ha invitato a fare quasi un atto di fede, chiedendo di non ricercare la verità in una sua parte o nell’altra, ma di leggerlo dalla prima all’ultima pagina. A che pro? Per convincerci della verità raccontata; verità ampiamente anticipata da resoconti giornalistici nel corso soprattutto degli ultimi due anni, a seguito della pubblicazione del memoriale proprio di mons. Viganò.
    Con l’ultimo atto, quello del 10 novembre scorso, si è inteso dichiarare la solenne conclusione di una ricerca che ha messo in fila una serie di fatti, dai quali l’unico dato che sembra apparire incontrovertibile è la riesumazione (e riconoscimento) di “colpe” di soggetti che non possono difendersi perché non più in vita o perché “condannati” a prescindere.
    So che l’indignazione e lo sconcerto, di cui sono portatrice (con molti altri), non interessa a chi di dovere; ma riaffermo che soltanto all’indecenza non c’è limite e che, non per vocazione al pessimismo, non intravedo al momento segnali inconfutabili di un’inversione di tendenza nello stile del clericalismo dominante.
    Continuo, però, a mantenere viva la speranza nell’aiuto del Signore, grazie a quei “maestri” – e testimoni con gesti semplici e concreti della Parola insegnata – che mi hanno aiutato innanzitutto a non lasciarmi rubare, nonostante attacchi feroci, il dono della fede. Fede e speranza, con le lezioni di carità che ho avuto la fortuna di ricevere, sono per me doni che auguro soprattutto alle nuove generazioni di riuscire a salvaguardare, pur nell’inclinazione ad aspirazioni in grande, tenendo i piedi saldamente per terra.
    Tutti abbiamo dei sogni. È umano sognare. Difficile è educare a saper distinguere fra sogno e realtà, fra speranza e illusione… e il sostegno di formatori ben preparati risulta determinante soprattutto nelle fasi più delicate della crescita.

  • Gianfranco ha detto:

    Un fiume in piena, grazie monsignore!
    Una lucida analisi di quanto benevolmente sia stato trattato McCarrick e perché. Una potente luce impietosamente proiettata sul mare di sterco in cui Bergoglio e soci cercano di tenersi a galla “per fas et (…soprattutto) nefas”.
    Detto questo, la premessa “Scopo di queste riflessioni non è quindi addurre ulteriori prove circa la falsità delle argomentazioni mosse nei miei confronti” non è a mio avviso condivisibile.
    Sono persuaso della buona fede del mons. Viganò, Ma egli DEVE, a mio avviso, rispondere in termini esaurienti – magari con qualche “mea culpa”, di cui lo sappiamo capace – all’articolo di Magister dell’11 novembre di cui riporto poche righe:
    “Viganò fu nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011 al 2016 e in tutti quegli anni – in contrasto con quanto aveva scritto nei suoi esigenti “Appunti” del 2006 e del 2008 – manifestò ripetutamente a McCarrick, sia in cerimonie pubbliche che in incontri e scambi di lettere privati, una prossimità a tratti calorosa, con cortesi scambi d’informazione prima e dopo i frequenti viaggi del cardinale.
    Nell’estate del 2012, dopo che Viganò aveva informato il cardinale prefetto della congregazione per i vescovi Marc Ouellet di una nuova accusa circostanziata arrivata contro McCarrick, e dopo che Ouellet gli aveva ordinato di procedere a una immediata verifica dei fatti interrogando sia il cardinale che il suo accusatore e altri testimoni, il nunzio non fece nulla di tutto ciò, né si procurò la connessa documentazione, col risultato – si legge nel “Rapporto” – che “la denuncia civile che descriveva in dettaglio tre episodi sessuali con McCarrick non è stata ricevuta dalla nunziatura o dalla Santa Sede fino alla fine del 2018”, cioè quattro anni dopo e per altre vie.
    Ancora. Si legge nel “Rapporto” che Viganò lasciò all’oscuro i vescovi degli Stati Uniti del “basso profilo” a cui McCarrick avrebbe dovuto attenersi, come confermato dall’arcivescovo Joseph E. Kurtz che presiedette la conferenza episcopale in quegli anni.”.
    Sappiamo bene quanto Magister sia ostile a Viganò; ma dato il seguito (forse immeritato) di cui ancora gode, il Monsignore dovrebbe rispondere.

    • newman ha detto:

      @ GIANFRANCO
      Signor Gianfranco, che ne dice dell’annoso & voluminoso Dossier su McCarrick presso la Congregazione dei Vescovi, cui Viganó si riferisce nel suo breve colloquio con Jorge Bergoglio, e dell’assenza di una qualsiasi reazione della Segreteria di Stato ai suoi ripetuti interventi quale Nunzio Apostolico a Washington? Chi doveva tirare le somme nei confronti del McCarrick? Il Nunzio o la Sacra Congregazione dei Vescovi, la Segreteria di Stato, il Pontefice stesso?
      Tutto si sapeva in Vaticano. Dalla gestazione del Colle
      nasce un timido topolino, cioé le misure dette e non dette di Benedetto XVI, cassate poi, come in diversi altri casi, dal Bergoglio che, da vecchio sornione, tutto sapeva, facendo finta di nulla sapere e svegliandosi di soprassalto e con tanta voglia di fare appena intravista la possibilitá di perdere la faccia nei media. Tirate le somme, di che cosa dovrebbe scusarsi l’arcivescovo Viganó? E presso chi dovrebbe farlo? Presso coloro che non agirono mentre dovevano agire, fino ad oggi?

    • marziam ha detto:

      Cito da lei: “manifestò ripetutamente a McCarrick, sia in cerimonie pubbliche che in incontri e scambi di lettere privati, una prossimità a tratti calorosa,”

      Guardi che mons. Viganò ha già risposto a questa sua (e di altri) obiezione. E se non erro lo ha fatto con risposta riportata anche qui in questo blog.

      E se non erro ulteriormente il trattamento caloroso di cui chiede spiegazione monsignore lo attribuì al comportamento diplomatico che doveva tenere come nunzio, il quale, non lo dimentichi non ha facoltà di agire, fare e dire come gli pare, tipo prendendo a schiaffi McCarrick ,ma rappresenta in toto la santa Sede che sappiamo quale profilo (basso) richiede dai suoi diplomatici

      • Gianfranco ha detto:

        Cita da me? No, da Magister!
        E sta di fatto che , quando ho fatto la stessa osservazione pochi giorni fa ad un altro intervento di Viganò, il buon Tosatti rispose in sostanza che dovevo pazientare, non che le risposte erano già state date. Ma forse lei ne sa più di Tosatti…

        • Aurelio ha detto:

          Le risposte sono note da tempo anche a me, ed esattamente come le ha riportate Marziam. Non è il caso di tirare per la giacchetta Tosatti e Viganò, se scorre indietro il blog dovrebbe poterle trovare.
          Stessa obiezione sollevata da Rusconi in recente dibattito trasmesso in streaming da A. Porfiri e stessa risposta data da A. M. Valli.
          Ovvio che un Nunzio parla sempre in modo ufficiale (e quindi officioso), come se ogni parola che pronuncia debba registrarsi negli archivi vaticani.
          E’ il gioco della diplomazia, per il quale Trump può stringere la mano al nordcoreano Ciccio Kim anche se in cuor loro i due si odiano.

  • Duckass ha detto:

    So’ di deviare un po’ il discorso…Nel brano si cita il falso profeta e l’anticristo (anche se solo una volta). Io non son mai riuscito a capire l’escatologia ultima cattolica.
    Penso che nel brano ci si riferisca all’Apocalisse. Ma ci sono un’infinita’ di studi sulla dottrina della parusia, nei padri ecc. O forse no? Il Signore dice: “nessuno sa’ il giorno e l’ora, solo il Padre”. Ma anche: “guardate i segni dei tempi..quando vedrete l’abominio della desolazione…”.
    Io deduco che il giorno non si capisca ma il periodo si.
    Poi c’e’ sempre questo mistero: fermare l’anticristo. Ma se l’anticristo non arriva…non arriva nemmeno il succedaneo ritorno di Cristo!

    La chiesa dice che il Regno di Dio e’ GIA E NON ANCORA.
    Il gia’ e’ iniziato 2000 anni fa con la resurrezione di Cristo
    Il non ancora si completera’ alla parusia (ritorno di Cristo).

    La fede -che per quanto mi riguarda e’ un dono- pone la base sulla resurrezione di un morto 2000 anni fa.
    Il compimento e’ nel “dies natali” singolo (morte individuale) e universale (Parusia).

    Penso che la chiesa non sappia cosa deve succedere in questa parusia e prima. Non si dovrebbe pregare contro la Parusia, contro la fine del mondo, ma a favore.
    Posso capire che per alcuni sia difficile come e’ difficile gioire per la morte fisica di una persona: ma la pienezza e’ solo OLTRE (la morte, la fine del mondo).

    • Aurelio ha detto:

      Badi però di non scadere in una prospettiva millenaristica.
      (Sulla stessa linea, certi fondamentalisti USA finanziano Israele perché ricostruisca il Tempio sulla spianata della moschea, perché anche questa sarebbe una maniera di accelerare la seconda venuta di Cristo.)
      Resistere all’Anticristo insomma rimane un dovere di ogni credente. Se non sappiamo né il giorno, né l’ora, questo non significa che dobbiamo forzare le cose per farlo arrivare.

  • Briciola ha detto:

    Grazie, monsignore. Ma la sua splendida dissertazione è condotta secondo un ragionamento che risente della cultura della borghesia italiana. Cultura che, purtroppo per tutti noi, è estranea al pensiero di Bergoglio.
    Mi permetto di consigliare a lei e agli amici tutti di stilum curiae un libretto di un professore dell’Alma mater bolognese, Loris Zanatta. Titolare di un insegnamento riguardante la storia dell’America latina. Titolo: il populismo gesuita.
    Perón, Fidel, Bergoglio.