NON TI PAGO. L’ECONOMIA DELLA MUSICA SACRA. IN STREAMING.

14 Novembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’appuntamento domenicale del Maestro Aurelio Porfiri è dedicato questa settimana a un tema misconosciuto, e peraltro drammatico: il declino della musica sacra. Ecco una breve presentazione della puntata di domenica. Buona lettura.

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La Musica Sacra ha conosciuto un grande declino negli ultimi decenni. Questo per alcuni sembra un problema che riguarda soltanto un piccolo numero di persone; ma in realtà dire questo sarebbe un grande errore, in quanto il patrimonio della Musica Sacra è patrimonio di tutti, cattolici e non.

Il fatto che oggi si conosca questo declino deve essere affrontato come problema culturale, artistico e spirituale di tutti.

Aurelio Porfiri, musicista di Chiesa da decenni, nel suo libro “Non ti pago!” identifica uno dei problemi più grandi nella mancanza di rispetto per l’aspetto professionale del musicista di Chiesa, oramai ridotto ad un vago volontariato, ed al travagliato rapporto fra sacro e denaro.

Ne parlano con Aurelio Porfiri l’economista Ettore Gotti Tedeschi e i musicisti Domenico Morgante, Enrico Vercesi e Gabriele Damiani.

Il programma inizierà alle 18 e può essere seguito sul canale You Tube RITORNO A ITACA e sulla fanpage in Facebook di Aurelio Porfiri.

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4 commenti

  • Davide S. ha detto:

    L’aria del rinnovamento conciliare richiede e favorisce lo strimpellio delle chitarre piuttosto che la serena grandezza dell’Organo. Come affermava MC Luhan il mezzo è il messaggio; adesso il messaggio del bello è sempre più lontano dai media, quindi diventa sempre più difficile rimanere “contaminato” dalla musica classica che è base per l’ascolto della musica organistica e sacra. Ricordo che in passato estratti di brani famosi di musica classica erano utilizzati anche come spot pubblicitari, adesso questa tendenza è sempre più rara. Se non cambierà la Scuola -ma sappiamo tutti che gli obiettivi della stessa non sono per lo sviluppo integrale della persona ma lo sviluppo di “competenze professionali”- sarà molto difficile invertire questa tendenza.

    • Dafne ha detto:

      Quando adesso a scuola si propone (gradualmente, con metodo …) l’ascolto di musica classica , i bambini e ragazzi si annoiano e protestano come se fosse un linguaggio di cui si è persa completamente la chiave. È difficile renderla fruibile al loro gusto. Prima non succedeva.
      Ultimamente questa cosa è accaduta persino con il jazz o i musical.
      Tutto ciò è estremamente triste ma non smettiamo di tentare!

      • Davide S. ha detto:

        Se un bambino o un ragazzo non è in grado di comprendere almeno la bellezza dei movimenti più famosi della musica classica (penso ad esempio alla quinta, sesta e Nona sinfonia di Beethoven) o è in crisi lui oppure è in crisi profonda la nostra società. In entrambe i casi bisogna pregare molto per questi disgraziati.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Nell’ottica del materialismo imperante la scala dei valori è fissata in base a criteri funzionali all’utilità e ad un positivo ritorno di immagine.