GAMBER: UN PAPA SAREBBE SCISMATICO SE CAMBIASSE TUTTI I RITI.

5 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un amico del nostro blog ci ha tradotto – e consiglia comunque la lettura in originale – di un articolo interessante apparso sul sito di Rorate Coeli, che sicuramente molti di voi conoscono. Lo ringraziamo per questo dono, e vi auguriamo buona lettura. 

 

§§§

“Un papa sarebbe scismatico … ‘se cambiasse tutti i riti liturgici della Chiesa che sono stati sostenuti dalla tradizione apostolica’”. (Francisco Suárez / Klaus Gamber)

Erano trascorsi solo quattro anni dalla pubblicazione del nuovo Messale quando Papa Paolo VI sorprese il mondo cattolico con un nuovo Ordo Missæ, datato 6 aprile 1969.

La revisione, operata nel 1965, non toccò il rito liturgico tradizionale.

In conformità con il mandato dell’articolo 50 della Costituzione sulla Sacra Liturgia, si era occupata principalmente di rimuovere alcune aggiunte successive all’Ordine della Messa.

La pubblicazione dell’Ordo Missæ del 1969, tuttavia, creò un nuovo rito liturgico. In altre parole, il rito liturgico tradizionale non era stato semplicemente rivisto come previsto dal Concilio. Piuttosto, era stato completamente abolito e, un paio d’anni dopo, il rito liturgico tradizionale era, di fatto, vietato. Tutto ciò porta alla domanda: una riforma così radicale segue la tradizione della Chiesa?

…Si può argomentare che l’autorità del papa di introdurre un nuovo rito liturgico, cioè di farlo senza la decisione di un concilio, può essere derivata dal “pieno e supremo potere” (plena et suprema potestas) che egli ha nella Chiesa, come citato dal Concilio Vaticano I, vale a dire, potere su questioni quæ ad disciplinam et regimen ecclesiæ per totum orbem diffusæ pertinenti (“che riguardano la disciplina e il governo della Chiesa diffusa in tutto il mondo”) (Denzinger, 1831).

Tuttavia, il termine disciplina in nessun modo si applica al rito liturgico della Messa, in particolare alla luce del fatto che i papi hanno più volte osservato che il rito è fondato sulla tradizione apostolica.

Già solo per questo motivo il rito non può rientrare nella categoria della “disciplina e governo della Chiesa”.

A questo si può aggiungere che non esiste un unico documento, compreso il Codex Iuris Canonici , in cui sia precisato che il papa, nella sua funzione di supremo pastore della Chiesa, ha l’autorità di abolire il rito liturgico tradizionale .

In realtà, da nessuna parte è menzionato che il papa abbia l’autorità di cambiare anche un rito liturgico della tradizione locale.

Il fatto che non si faccia menzione di tale autorità rafforza notevolmente la nostra tesi.

Ci sono limiti chiaramente definiti alla plena et suprema potestas (pieni e massimi poteri) del papa. Ad esempio, non c’è dubbio che, anche in materia di dogma, debba seguire la tradizione della Chiesa universale, cioè, come dice Vincenzo di Lerins, ciò che è stato creduto (quod sempre, quod ubique, quod ab omnibus).

In effetti, ci sono diversi autori che affermano in modo abbastanza esplicito che è chiaramente al di fuori della portata dell’autorità del papa abolire il rito tradizionale.

Così, l’eminente teologo Suarez (che morì nel 1617), citando anche autori precedenti come Gaetano (morto nel 1534), prese la posizione che un papa sarebbe scismatico “se lui, come è suo dovere, non fosse pienamente in comunione con il corpo della Chiesa come, ad esempio, se dovesse scomunicare l’intera Chiesa, o se dovesse cambiare tutti i riti liturgici della Chiesa che sono stati sostenuti dalla tradizione apostolica “. [Et hoc secundo modo posset Papa esse schismaticus, si nollet tenere cum toto Ecclesiæ corpore unionem et coniunctionem quam debet, ut si tenat et totem Ecclesiam excommunicare, aut si vellel omnes Ecclesiasticas cæremonias apostolica traditione firmatas evertere.]

Esaminando il problema dell’autorità papale illimitata e come questa si collega all’autorità di cambiare il rito liturgico stabilito, se l’affermazione fatta da Suarez non è ancora del tutto convincente, potrebbe esserlo questo ulteriore ragionamento: è un fatto già assodato che, fino a Papa Paolo VI, non c’è stato un solo papa che abbia introdotto il tipo di cambiamenti fondamentali nelle forme liturgiche di cui ora siamo testimoni.

Klaus Gamber

La riforma della liturgia romana 

( Die Reform der römischen Liturgie: Vorgeschichte und Problematik )

§§§




STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK C’È LA PAGINA

stilumcuriae




SE PENSATE CHE

 STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA

OPPURE CLICKATE QUI 




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina

 

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , , ,

Categoria:

23 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    “La materia e la forma della cresima, come ho già detto, sono l’imposizione delle mani e la crismazione”.

    Mi sa che lei è un po’ in confusione: l’imposizione delle mani non è la materia che invece è il crisma, e la forma sono le parole che accompagnano la materia.

    Stia attento alla foga nel rispondere: non sembra un atteggiamento di uno che ammannisce la sana dottrina.

  • AnnamoBeneMaMoltobene! ha detto:

    Da nemmeno un IOTA a tutto il VOCABOLARIO.
    E quando vi cambieranno tutto il vocabolario direte: finché non ce ne mette uno del tutto diverso davanti…

  • wisteria ha detto:

    Diventa sempre più Chiara la portata distruttiva del CVII e post.
    Non è chiaro però a chi spetta oggi rimuovere il Papa, che è il frutto fi quanto sopra.

    • Gian ha detto:

      Non si può rimuovere. Te lo devi tenere.

    • Stazione Alpha ha detto:

      Arrivati al limite massimo stabilito interverra’ Dio stesso.
      “E dissi: fin qui giungerai e non oltre” (Gb 38,11)
      “(…) e le porte degli inferi non prevarranno su di essa” (Mt 16,18)

    • Guglielmo da Baskerville ha detto:

      @Wisteria
      Sulla situazione della Chiesa consiglio di leggere il terzo ed ultimo messaggio dato da Maria S.ma ad Akita il 13.10.1973 (apparizioni approvate dalla Chiesa).
      Sembra scritto in questi giorni tanto e’ profetico

      Lo trova in fondo a questo link
      https://profezie3m.altervista.org/ptm_akita.htm

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Fuori tema
    Il coraggio dei testimoni di fedeltà e coerenza. In Cina
    http://www.asianews.it/notizie-it/Mons.-Guo-Xijin:-Do-le-dimissioni-perch%C3%A9-incompetente-e-non-al-passo-con-l%E2%80%99epoca-51217.html
    E l’estrema protesta del card. Zen: «Sarò sepolto in un semplice cimitero con ciò che resta del fedele popolo di Dio».
    https://www.ncregister.com/interview/cardinal-zen-on-china-there-is-nothing-more-to-do-other-than-prayer

    • Gian ha detto:

      Che modestia. Dove pensava di dover essere sepolto?

      • Viviana Castelli ha detto:

        Ovviamente la sepoltura prevista per un arcivescovo emerito sarebbe nella cattedrale della sua diocesi.
        Il cardinale sta dicendo che per protesta chiederà di essere seppellito in un cimitero qualunque, invece che insieme agli altri arcivescovi.
        Bastava leggere, invece di fare del sarcasmo gratuito.
        ” I put this in my last will and testament — that my bones shall not be placed in the cathedral, I do not want to be buried with such men. I will be buried in a simple cemetery with what remains of the faithful people of God.”

      • Viviana Castelli ha detto:

        Vescovi e arcivescovi vengono seppelliti nelle loro cattedrali, normalmente. Sua eminenza ha detto che, per protesta, lascerà scritto nel suo testamento che vuole essere seppellito in un comune cimitero tra i comuni cristiani. Dato il rispetto che i cinesi hanno per le consuetudini, questa è una protesta molto forte.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Mai avuto dubbi, ed oggi più che mai, sulla plausibilità dei “poteri illimitati” fatti propri da un papa. E: quanto al regnante, mutatis mutandi, in ogni ambito di azione, senza con ciò – beninteso – volermi riferire ai fatti di attualità.
    Fatta salva l’autorità morale riconosciuta per effetto del ministero esercitato nel rispetto dei canoni ecclesiali, chiaramente ribaditi nell’articolo proposto alla nostra riflessione, la stessa infallibilità papale risulta circoscritta dalla “Pastor Aeternus”.
    In virtù di questa Costituzione, promulgata il 18 luglio 1870, le prerogative attribuite al papa sono vincolate dallo svolgimento del mandato petrino «ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi».
    Ogni infrazione di tali limiti si connota come autoritarismo. Un abuso di potere. È lapalissiano.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Una “chicca” a proposito di modifiche.

    «Anche il sacramento della Cresima è in una situazione identica. Oggi, una formula corrente è la seguente: «Ti segno con la Croce e ricevi lo Spirito Santo». Dovrebbero precisare qual è la grazia speciale del sacramento per il quale si dà lo Spirito Santo. Se non si dicono le parole: «Io ti cresimo in nome del Padre…», non c’è sacramento! Io l’ho detto anche ai cardinali, quando mi hanno detto:

    «Lei dà la Cresima mentre non ha il diritto di farlo!» – «Io lo faccio perché i fedeli hanno paura che i loro figli non ricevano la grazia della Cresima, perché hanno un dubbio sulla validità del sacramento che si amministra oggi nelle chiese. Allora, per avere almeno questa certezza, mi si chiede di conferire la Cresima. Io lo faccio perché mi sembra che non possa rifiutarla a coloro che mi chiedono una Cresima valida, anche se la cosa non è lecita. Perché ci troviamo in un tempo nel quale il diritto divino naturale e soprannaturale ha la precedenza sul diritto positivo ecclesiastico, quando questo vi si oppone invece di esserne il canale.»

    http://www.unavox.it/Documenti/Doc0969_Conferenza_Lefebvre_15.02.1975.html

    • Adriana 1 ha detto:

      Si ripropone la concezione aristotelica di Materia e Forma : la Materia funge da sostrato della Forma che sola può trasformare la sua potenzialità in atto …ma se il pensiero di Aristotele viene buttato nel cestino delle pratiche da “evadere” ,il Sacrificio e la Liturgia perdono la loro essenza e il loro significato . Il Mago di Oz sostituisce la Divinità .

      • Enrico Nippo ha detto:

        “La Materia funge da sostrato della Forma che sola può trasformare la sua potenzialità in atto”.

        Ma siamo sicuri che ai neo pretozzi moderni (sti) venga insegnato questo?😈

        • Adriana 1 ha detto:

          Credo proprio di no .Rahner & co. hanno sostituito Aristotele e, con lui , S. Tommaso .

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Nei seminari cattolici si studia anche la filosofia e la metafisica. Che un teologo possa rifarsi a una filosofia e un altro ad un altro filosofo e un conto. Il pensiero dei Padri compreso quello di S. Agostino si rifaceva a Platone e a Plotino; S. Tommaso e la scolastica in genere, ad Aristotele. Dobbiamo per questo canonizzare Platone, Aristotele o altro? Nel passato L”ipse dixit” era rivolto ai filosofi e ai loro commentatori. Ma non è meglio e più cristiano dire: “Gesù dice,” o “il catechismo dice”. Un conto è il pensiero teologico, un conto sono i Sacramenti istituiti da Gesù Cristo che la Chiesa amministra usando la materia, il gesto e le parole.

          • Adriana 1 ha detto:

            Don PP. ,
            leggere l’ultimo catechismo…prodotto di teologi , leggere e interpretare in diretta i testi sacri … prassi da Protestanti.
            Non c’è bisogno di ” canonizzare ” Platone e Aristotele per riconoscere loro di aver posto i fondamenti del pensiero occidentale e della logica e della grammatica .
            “Ipse dixit ” :una soggezione sbagliata degli epigoni privi di
            autonomia mentale . Sono gli stessi che lo ripetono a proposito di Bergoglio .

        • Adriana 1 ha detto:

          Aggiungo…penso che sia per la loro diffusa “inscientia” che si abbandonano ora alla mozione degli affetti ,ora alla ossessiva cura dell’accoglienza ,ora alle improvvisazioni teatrali , ora al trovarobato degli anatemi spurii…
          Il Sinolo di Materia e Forma ,la Sostanza del Sacro è stata obliata .
          https://www.aldomariavalli.it/2020/07/04/il-dogma-e-lanticristo-il-concilio-vaticano-ii-e-la-maxi-spallata-di-monsignor-vigano/.Articolo di un “severo ma logico ” EnricoMaria Redaelli .

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Enrico Nippo,
      Mi dispiace sempre contraddirla, ma quello che scrive NON È VERO. La formula della cresima È, mentre si riceve la crismazione isulla fronte: ” RICEVI IL SIGILLO DELLO SPIRITO CHE TI È DATO IN DONO. AMEN “Come vede queste parole esprimono meglio della formala “io ti cresimo” il mistero che si celebra. Poi, per noi cattolici, a differenza degli ortodossi che basta solo la crismazione, è necessaria anche l’imposizione delle mani del ministro. Questo gesto è di origine apostolica, mentre l’aggiunta dell’unzione con l’olio deriva dalla Tradizione. Per cui non vedo dove è l’invalidità.

      • Enrico Nippo ha detto:

        A parte che quello che scrivo non lo scrivo io ma mons. Lefebvre, sulla cui cattolicità non ci piove, con buona pace dei denigratori modernisti (che hanno perso il senso del Sacro e dei Sacramenti), mi dispiace avvertirla che è lei ad essere fuori strada.

        La formula che lei cita è quella cambiata (cambiata!) dal Consilium per la Sacra Liturgia, organismo operante dal 1963 al 1970, guarda caso a ridosso del rivoluzionario vaticano II.

        Invece:

        «583. Qual’è la forma del sacramento della Cresima?

        La forma del sacramento della Cresima è questa: Io ti segno col segno della Croce e TI CONFERMO col crisma della salute in nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, così sia».

        Catechismo Maggiore di san Pio X.

        La Cresima è detta (ed è) CONFERMAZIONE, quindi la forma “TI CONFERMO”, cioè “TI CRESIMO” è indispensabile alla validità del sacramento in quanto ne esprime indubitabilmente lo scopo. Ciò che non si può dire della “nuova” formula. E difatti c’è in ballo, anche se viene sottaciuto, l’enorme problema dell’invalidità delle Confermazioni conferite senza la precisa formula: TI CONFERMO, TI CRESIMO.

        • Don Pietro Paolo ha detto:

          Enrico nippo,
          per lei Lefebvre può anche essere Domine Iddio, per me e per moltissimi cattolici è un signor nessuno che si è allontanato dalla Chiesa Cattolica. Non mi meraviglia che lui e i suoi seguaci si autodefiniscono i veri cattolici. Non c’è scismatico o eretico, come per esempio protestanti o ortodossi, che non dicano di essere loro i veri cattolici. La materia e la forma della cresima, come ho già detto, sono l’imposizione delle mani e la crismazione
          La formula non è di origine apostolica, come invece lo è quella del battesimo o della S. Eucarestia, per cui come l’ha formulato la Chiesa , altrettanto la Chiesa può riformularla. La cresima non è il Sacramento solo della riconferma del battesimo, ma con esso si riceve lo Spirito degli apostoli, per cui la formula che la Chiesa oggi usa è molto più opportuna..