VIGANÒ: MONS. LEFEBVRE? UN ESEMPLARE CONFESSORE DELLA FEDE.

2 Settembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ci ha inviato il testo italiano della sua risposta a Catholic Family News, un sito americano cattolico molto diffuso e seguito. In cui chiarisce alcuni aspetti del dibattito emerso nelle passate settimane sul Concilio Vaticano II.  Un testo di grandissima importanza e profondità, per capire che cosa fare e come i cattolici possono agire. Buona lettura.

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Caro dott. Kokx,

ho letto con vivo interesse un Suo articolo dal titolo «Domande per Viganò: Sua Eccellenza ha ragione sul Vaticano II, ma cosa pensa che dovrebbero fare i cattolici ora?», apparso su Catholic Family News lo scorso 22 Agosto (qui). Trattandosi di questioni molto importanti per i fedeli, rispondo volentieri alle Sue domande.

Ella mi chiede: «Cosa significa “separarsi” dalla chiesa conciliare secondo l’Arcivescovo Viganò?». Le rispondo a mia volta con una domanda: «Cosa significa separarsi dalla Chiesa cattolica secondo i fautori del Concilio?» Pur essendo evidente che non è possibile alcuna commistione con coloro che propongono dottrine adulterate del manifesto ideologico conciliare, occorre precisare che il semplice fatto di essere battezzati e membra vive della Chiesa di Cristo non implica l’adesione alla compagine conciliare; questo vale anzitutto per i semplici fedeli e per i chierici secolari e regolari che, per varie ragioni, si considerano sinceramente Cattolici e che riconoscono la Gerarchia.

Andrebbe invece chiarita la posizione di quanti, dichiarandosi Cattolici, abbracciano le dottrine eterodosse che si sono diffuse in questi decenni, con la consapevolezza che esse rappresentano una rottura con il Magistero precedente. In questo caso è lecito mettere in dubbio la loro reale appartenenza alla Chiesa Cattolica, nella quale tuttavia essi ricoprono ruoli ufficiali che conferiscono loro autorità. Un’autorità esercitata illecitamente, se lo scopo che si prefigge è di obbligare i fedeli ad accettare la rivoluzione imposta da dopo il Concilio.

Una volta chiarito questo punto, risulta evidente che non sono i fedeli tradizionalisti – ossia i Cattolici veri, secondo le parole di San Pio X – che devono abbandonare la Chiesa nella quale hanno pieno diritto di rimanere e dalla quale sarebbe sciagurato separarsi; ma i Modernisti, i quali usurpano il nome cattolico proprio perché esso è l’unico burocratico elemento che consente loro di non essere considerati al pari di qualsiasi setta eretica. Questa loro pretesa serve infatti ad evitare di finire tra le centinaia di movimenti ereticali che nel corso dei secoli hanno creduto di poter riformare la Chiesa a proprio piacimento, anteponendo il proprio orgoglio all’umile custodia dell’insegnamento di Nostro Signore. Ma come non è possibile rivendicare la cittadinanza di una Patria di cui non si condivide la lingua, il diritto, la fede e la tradizione; così è impossibile che chi non condivide la fede, la morale, la liturgia e la disciplina della Chiesa Cattolica possa arrogarsi il diritto di rimanere al suo interno e addirittura di ascendere i gradi della Gerarchia.

Non cediamo quindi alla tentazione di abbandonare – pur con giustificato sdegno – la Chiesa Cattolica, col pretesto che essa è invasa da eretici e fornicatori: sono costoro che vanno cacciati dal sacro recinto, in un’opera di purificazione e di penitenza che deve partire da ciascuno di noi.

È altresì evidente che vi sono casi molto diffusi in cui il fedele incontra gravi problemi nel frequentare la parrocchia, così come sono ancora poco numerose le chiese in cui si celebra la Santa Messa nel Rito Cattolico. Gli orrori che dilagano da decenni in molte nostre parrocchie e santuari rendono impossibile anche solo assistere ad una «eucarestia» senza essere turbati e mettere a rischio la propria Fede. Così come è molto difficile assicurare a sé e ai propri figli un’istruzione cattolica, Sacramenti celebrati degnamente e una guida spirituale solida. In questi casi i fedeli laici hanno il diritto e il dovere di cercare sacerdoti, comunità e istituti che siano fedeli al Magistero di sempre. E che alla lodevole celebrazione della liturgia in Rito Antico sappiano accompagnare la fedele adesione alla dottrina e alla morale, senza alcun cedimento sul fronte del Concilio.

La situazione è certamente più complessa per i chierici, che dipendono gerarchicamente dal proprio Vescovo o dal Superiore religioso, ma che allo stesso tempo hanno il diritto sacrosanto di rimanere cattolici e di poter celebrare secondo il Rito Cattolico. Se da un lato i laici hanno più libertà di movimento nello scegliere la comunità alla quale rivolgersi per la Messa, i Sacramenti e l’istruzione religiosa, ma meno autonomia per il fatto di dover comunque dipendere da un sacerdote; dall’altro lato i chierici hanno meno libertà di movimento, essendo incardinati nella Diocesi o nell’Ordine e sottoposti all’autorità ecclesiastica, ma più autonomia per il fatto di poter legittimamente decidere di celebrare la Messa e amministrare i Sacramenti nel Rito Tridentino e di predicare conformemente alla sana dottrina. Il Motu Proprio Summorum Pontificum ha ribadito che fedeli e sacerdoti hanno il diritto inalienabile – che non può essere loro negato – di avvalersi della liturgia che più perfettamente esprime la nostra Fede. Ma questo diritto va oggi usato non solo e non tanto per conservare la forma straordinaria del rito, ma per testimoniare l’adesione a quel depositum fidei che solo nel Rito Antico trova perfetta corrispondenza.

Ricevo quotidianamente lettere accorate di sacerdoti e di religiosi che vengono emarginati o trasferiti o ostracizzati a causa della loro fedeltà alla Chiesa: la tentazione di trovare un ubi consistam lontano dallo strepito dei Novatori è forte, ma dobbiamo trarre esempio dalle persecuzioni che subirono molti Santi, tra i quali Sant’Atanasio, che ci offrono un modello di come comportarci dinanzi all’eresia dilagante e alla furia persecutoria. Come ha ricordato più volte il mio venerato Confratello, Mons. Athanasius Schneider, l’Arianesimo che afflisse la Chiesa all’epoca del Santo Dottore di Alessandria d’Egitto era talmente diffuso tra i Vescovi, da lasciar quasi credere che l’ortodossia cattolica fosse completamente scomparsa. Ma fu grazie alla fedeltà e all’eroica testimonianza dei pochi Vescovi rimasti fedeli, che la Chiesa seppe risollevarsi. Senza quella testimonianza, l’Arianesimo non sarebbe stato sconfitto: senza la nostra testimonianza odierna, non verrà sconfitto il Modernismo e l’apostasia globalista di questo Pontificato.

Non è quindi questione di lavorare dall’interno o dall’esterno: i vignaioli sono chiamati a lavorare nella Vigna del Signore, ed è che devono rimanere anche a costo della vita; i pastori sono chiamati a pascere il Gregge del Signore, a tenere lontani i lupi rapaci e a scacciare i mercenari che non si preoccupano per la salvezza delle pecore e degli agnelli.

Quest’opera spesso silenziosa e nascosta è stata compiuta dalla Fraternità San Pio X, alla quale va riconosciuto il merito di non aver lasciato spegnere la fiamma della Tradizione, in un momento in cui celebrare la Messa antica era considerato sovversivo e motivo di scomunica. I suoi sacerdoti sono stati una salutare spina nel fianco nel Corpo ecclesiale, considerati come un insopportabile termine di paragone per i fedeli, un rimprovero costante al tradimento compiuto ai danni del popolo di Dio, un’alternativa inammissibile al nuovo corso conciliare. E se la loro fedeltà ha reso inevitabile la disobbedienza al Papa con le Consacrazioni Episcopali, grazie ad esse la Fraternità ha potuto proteggersi dall’attacco furioso dei Novatori e ha permesso, con la sua stessa esistenza, di rendere possibile la liberalizzazione del Rito Antico, fino ad allora proibito. Così come ha consentito di far emergere le contraddizioni e gli errori della setta conciliare, sempre ammiccante nei confronti degli eretici e degli idolatri, ma implacabilmente rigida e intollerante nei confronti della Verità cattolica.

Considero Monsignor Lefebvre un esemplare Confessore della Fede e penso sia ormai evidente quanto la sua denuncia del Concilio e dell’apostasia modernista sia fondata e quanto mai attuale. Non va dimenticato che la persecuzione di cui Mons. Lefebvre è stato oggetto da parte della Santa Sede e dell’Episcopato mondiale è servita anzitutto come deterrente per i Cattolici refrattari alla rivoluzione conciliare.

Concordo parimenti con quanto osservato da S.E. Mons. Bernard Tissier de Mallerais, circa la compresenza di due entità in Roma: la Chiesa di Cristo è occupata ed eclissata dalla compagine modernista conciliare, la quale si è imposta nella stessa gerarchia ed usa l’autorità dei suoi Ministri per prevalere sulla Sposa di Cristo e Madre nostra.

La Chiesa di Cristo – che non solo sussiste nella Chiesa Cattolica, ma è a titolo esclusivo la Chiesa Cattolica – è solooscurata, eclissata da una strana chiesa, stravagante insediatasi in Roma, secondo la visione della Beata Anna Katharina Emmerick. Essa convive, come il grano con la zizzania, nella Curia Romana, nelle Diocesi, nelle parrocchie. Non possiamo giudicare i nostri Pastori per le loro intenzioni, né supporre che tutti siano corrotti nella fede e nella morale; al contrario, possiamo sperare che molti di loro, finora rimasti intimiditi e silenti, comprendano, col dilagare della confusione e dell’apostasia, l’inganno di cui sono stati oggetto e si scuotano finalmente dal loro torpore. Numerosisono i laici che stanno alzando la loro voce; altri seguiranno necessariamente, assieme a buoni sacerdoti, certamente presenti in ogni diocesi. Questo risveglio della Chiesa militante – oserei chiamarla quasi una resurrezione – è necessario, improrogabile e inevitabile: nessun figlio tollera che la propria madre sia oltraggiata dai servitori, né che il padre sia tiranneggiato dagli amministratori dei suoi beni. Il Signore ci offre, in questi dolorosi frangenti, la possibilità di essere Suoi alleati e di combattere questa santa battaglia sotto il Suo vessillo: il Re vincitore dell’errore e della morte ci permette di condividere l’onore della vittoria trionfale e il premio eterno che ne deriva, dopo avere con Lui sopportato e sofferto.

Ma per meritare la gloria immortale del Cielo siamo chiamati a riscoprire – in un’epoca svirilizzata e priva di valori quali l’onore, la fedeltà alla parola data, l’eroismo – un aspetto fondamentale per ogni battezzato: la vita cristiana è una militia, e con il Sacramento della Confermazione siamo chiamati ad essere soldati di Cristo, sotto le cui insegne dobbiamo combattere. Certo, nella maggior parte dei casi si tratta di un combattimento essenzialmente spirituale; ma nel corso della Storia abbiamo visto quanto spesso, dinanzi alla violazione dei diritti sovrani di Dio e delle libertà della Chiesa, sia stato necessario anche prendere le armi: ce lo insegna la strenua resistenza per respingere le invasioni islamiche a Lepanto e alle porte di Vienna, la persecuzione dei Cristeros in Messico, dei Cattolici in Spagna, ed ancor oggi la guerra crudele ai Cristiani di tutto il mondo. Mai come oggi possiamo comprendere l’odio teologico dei nemici di Dio, ispirati da Satana: l’attacco a tutto ciò che ricorda la Croce di Cristo – la Virtù, il Bene e il Bello, la purezza – ci deve spronare ad alzarci, in un sussulto di fierezza, per rivendicare il nostro diritto non solo a non esser perseguitati dai nemici esterni, ma anche e soprattutto ad avere dei Pastori forti e coraggiosi, santi e timorati di Dio, che facciano esattamente quello che i loro predecessori hanno fatto per secoli: predicare il Vangelo di Cristo, convertire i singoli e le nazioni, espandere in tutto il mondo il Regno del Dio Vivo e Vero.

Siamo tutti chiamati a compiere un gesto di Fortezza – virtù cardinale dimenticata, che non a caso in greco richiama la forza virile, ἀνδρεία – nel saper resistere ai Modernisti: una resistenza che si radica nella Carità e nella Verità, attributi di Dio.

Se celebrate solo la Messa tridentina e predicate la sana dottrina senza menzionare il Concilio, cosa potranno mai farvi? cacciarvi dalle vostre chiese, forse, e poi? nessuno potrà mai impedirvi di rinnovare il Santo Sacrificio anche su un altare di fortuna in una cantina o in una soffitta, come i preti refrattari durante la Rivoluzione Francese, o come ancor oggi avviene in Cina. E se proveranno ad allontanarvi, resistete: la legge canonica serve per garantire il governo della Chiesa nel perseguimento delle sue finalità principali, non per demolirla. Smettiamola di temere che la colpa dello scisma sia di chi lo denuncia, e non di chi lo compie: sono scismatici ed eretici coloro che feriscono e crocifiggono il Corpo Mistico di Cristo, non coloro che lo difendono denunciando i carnefici!

I laici possono pretendere dai loro Ministri di comportarsi come tali, preferendo quanti danno prova di non esser contaminati dagli errori presenti. Se una Messa diventa un’occasione di tortura per il fedele, se egli è costretto ad assistere a sacrilegi o a sopportare eresie e farneticamenti indegni della Casa del Signore, è mille volte preferibile recarsi in una chiesa in cui il sacerdote celebri degnamente il Santo Sacrificio, nel rito che la Tradizione ci ha consegnato, e predichi conformemente alla sana dottrina. Quando i parroci e i Vescovi si accorgeranno, che il popolo cristiano pretende il pane della Fede e non le pietre o gli scorpioni della neo-chiesa, metteranno da parte le proprie paure e asseconderanno le legittime richieste dei fedeli; gli altri, veri mercenari, si mostreranno per quello che sono e sapranno raccogliere intorno a sé solo quanti condividono i loro errori e perversioni. Si estingueranno da soli: il Signore secca la palude e rende arida la terra su cui crescono i rovi; spegne le vocazioni nei Seminari corrotti e nei conventi ribelli alla Regola.

I fedeli laici hanno oggi un compito sacro: confortare i buoni sacerdoti e i buoni Vescovi, stringendosi attorno a loro come le pecore al loro pastore. Ospitarli, aiutarli, consolarli nelle tribolazioni. Creare comunità in cui non domini la mormorazione e la divisione, ma la Carità fraterna nel vincolo della Fede. E poiché nell’ordine stabilito da Dio – κόσμος – i sudditi devono obbedienza all’autorità e non possono far altro che resisterle quando abusa del proprio potere, nessuna colpa sarà ad essi imputata per l’infedeltà dei suoi capi, sui quali invece pesa la responsabilità gravissima del modo in cui esercitano il potere vicario che è stato loro dato. Non dobbiamo ribellarci, ma opporci; non dobbiamo compiacerci degli errori dei nostri Pastori, ma pregare per loro e ammonirli con rispetto; non dobbiamo mettere in discussione la loro autorità, ma il modo in cui essi la usano.

Sono certo, di una certezza che mi viene dalla Fede, che il Signore non mancherà di ricompensare la nostra fedeltà, dopo averci punito per le colpe degli uomini di Chiesa, concedendoci santi sacerdoti, santi Vescovi, santi Cardinali e soprattutto un santo Papa. Ma questi santi sorgeranno dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità, dalle nostre chiese: famiglie, comunità e chiese in cui la Grazia di Dio dev’esser coltivata con la preghiera costante, con la frequenza della Santa Messa e dei Sacramenti, con l’offerta di sacrifici e penitenze che la Comunione dei Santi ci permette di offrire alla divina Maestà per espiare i nostri peccati e quelli dei nostri fratelli, anche di quelli costituiti in autorità. I laici hanno in questo un ruolo fondamentale: custodire la Fede all’interno della famiglia, in modo che i giovani che sono educati nell’amore e nel timore di Dio possano un giorno esser padri e madri responsabili, ma anche degni Ministri del Signore, suoi araldi negli Ordini religiosi maschili e femminili, suoi apostoli nella società civile.

La cura contro la ribellione è l’obbedienza. La cura contro l’eresia è la fedeltà all’insegnamento della Tradizione. La cura contro lo scisma è la filiale devozione per i Sacri Pastori. La cura contro l’apostasia è l’amore di Dio e della Sua Santissima Madre. La cura contro il vizio è la pratica umile della virtù. La cura contro la corruttela dei costumi è vivere costantemente alla presenza di Dio. Ma l’obbedienza non può pervertirsi in servilismo stolido; il rispetto dell’autorità non può pervertirsi in cortigianeria. E non dimentichiamo che se è dovere dei laici obbedire ai loro Pastori, è ancor più grave dovere dei Pastori obbedire a Dio, usque ad effusionem sanguinis.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

1º Settembre 2020

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111 commenti

  • don Floriano ha detto:

    rispondo a Mgr Viganò
    Il signore Koky chiede : «Cosa significa “separarsi” dalla chiesa conciliare secondo l’Arcivescovo Viganò?» e «….cosa pensa che dovrebbero fare i cattolici ora?» Mgr Viganò risponde con una controdomanda toccando tante tematiche: il concetto di Chiesa e contro chiesa, il concetto di appartenenza alla Chiesa cattolica, la questione dell’autorità ecclesiastica e del suo esercizio, la distinzione fra chiesa docente e insegnata, i doveri/diritti del clero e dei fedeli, la distinzione fra l’aspetto visibile e invisibile dell’istituzione divina della Chiesa, l’ingiudicabile intenzione del singolo suo membro e l’intenzione palesata giudicabile. Ma l’evocazione di queste tematiche, con riferimento alla parabola del grano e della zizzania, alla vita spirituale e alla storia della chiesa, senza le dovute spiegazioni e distinzioni, più che aiutare il signore Koky nella sua perplessità sul da farsi lo getta nelle mani del nemico. Distinguiamo il grano dalla zizzania. In una prima parte riportiamo il grano della lettera, nella seconda la zizzania.
    Prima parte: il grano
    1. Mgr. Viganò non risparmia il Concilio vaticano II.
    “…non è possibile alcuna commistione con coloro che propongono dottrine adulterate del manifesto ideologico conciliare…”Parla di coloro che: “… dichiarandosi Cattolici, abbracciano le dottrine eterodosse che si sono diffuse in questi decenni, con la consapevolezza che esse rappresentano una rottura con il Magistero precedente…”
    2. Per Mgr Viganò è dubbia l’appartenenza alla Chiesa cattolica di chi aderisce al Concilio.
    Aggiunge alla citazione precedente: “In questo caso è lecito mettere in dubbio la loro reale appartenenza alla Chiesa Cattolica”
    3. Mgr Viganò non riconosce loro il diritto di rimanere nella Chiesa e ascendere nei suoi gradi.
    “…è impossibile che chi non condivide la fede, la morale, la liturgia e la disciplina della Chiesa Cattolica possa arrogarsi il diritto di rimanere al suo interno e addirittura di ascendere i gradi della Gerarchia.”, “… devono abbandonare la Chiesa … i Modernisti, i quali usurpano il nome cattolico …”
    4. Chiede inoltre che siano cacciati.
    “…la Chiesa Cattolica, …. è invasa da eretici ……: sono costoro che vanno cacciati dal sacro recinto…”
    5. Per Vigano il pesce ‘puzza dalla testa’
    riserva all’operato di Bergoglio l’espressione seguente: “…l’apostasia globalista di questo Pontificato”
    6. Vigano afferma che ci sono due chiese.
    “La Chiesa di Cristo – che non solo sussiste nella Chiesa Cattolica, ma è a titolo esclusivo la Chiesa Cattolica – è solo oscurata, eclissata da una strana chiesa, stravagante insediatasi in Roma, secondo la visione della Beata Anna Catharina Emmerick. Essa convive, come il grano con la zizzania …”
    “Concordo parimenti con quanto osservato da S.E. Mons. Bernard Tissier de Mallerais, circa la compresenza di due entità in Roma: la Chiesa di Cristo è occupata ed eclissata dalla compagine modernista conciliare …..”
    Seconda parte: la zizzania
    1. “il semplice fatto di essere battezzati e membra vive della Chiesa di Cristo non implica l’adesione alla compagine conciliare; questo vale anzitutto per i semplici fedeli e per i chierici secolari e regolari che, per varie ragioni, si considerano sinceramente Cattolici e che riconoscono la Gerarchia
    È vero che ‘tutti i validamente battezzati in stato di grazia sono membri vivi della Chiesa di Cristo’. Perché Viganò scrive Chiesa di Cristo e non Chiesa cattolica? Lui stesso afferma che la Chiesa di Cristo sussiste -‘subsistit in’- solamente nella Chiesa cattolica. Evita il termine Chiesa cattolica per non dovere rispondere a Koky che deve abbandonare la compagine conciliare come il protestante, l’ortodosso scismatico e l’eretico lo devono fare.
    Viganò vuole rassicurare Koky dell’eventuale innocenza personale di cuore di chi si trova nella compagine conciliare. Questa innocenza personale di cuore, però, può esistere anche in colui che con l’uso limitato della ragione è stato battezzato validamente, per esempio in una chiesa scismatica orientale o in una setta protestante o appunto anche nella compagine conciliare. Per tutti questi non vi è responsabilità di implicazione nelle rispettive compagini protestanti, scismatiche o conciliari. Il signor Koky non si consola con chi senza colpa personale, non è implicato nella compagine conciliare. Come il protestante o l’ortodosso che scopre la visibile appartenenza alla rispettiva compagine settaria eretica e scismatica, così anche il Koky realizza s’interroga sul da farsi rispetto alla compagine visibile conciliare. Se Koky fosse in quel stato di innocenza paventaogli da Viganò, appunto la domanda non sfiorerebbe la sua mente.
    La zizzania sta nell’omissione da parte di Viganò della distinzione dell’ambito dell’intenzione del singolo membro e della compagine appunto visibile ed esterna di quella strana chiesa stravagante.
    L’innocenza personale cessa una volta preso coscienza della compagine conciliare e subentra l’obbligo grave di abbandonare fisicamente la compagine visibile della chiesa apostata.
    Per i semplici fedele, per il clero, Mgr Viganò compreso, vi è l’obbligo di abbandonare la compagine visibile conciliare. Altrimenti corrono sì il rischio di abbandonare la compagine visibile della vera Chiesa di Cristo per aderire alla chiesa conciliare che oltre la dottrina ha anche perso come gli anglicani il sacerdozio.
    2. “In questo caso è lecito mettere in dubbio la loro reale appartenenza alla Chiesa Cattolica, nella quale tuttavia essi ricoprono ruoli ufficiali che conferiscono loro autorità. Un’autorità esercitata illecitamente, se lo scopo che si prefigge è di obbligare i fedeli ad accettare la rivoluzione imposta da dopo il Concilio.

    In questo passaggio la zizzania si mescola col grano in quanto Viganò, dopo avere giustamente messo in dubbio l’appartenenza alla Chiesa cattolica di coloro che consapevolmente promuovono il manifesto ideologico conciliare, invece di almeno mettere in dubbio la loro autorità, non esita di affermare contro il diritto canonico e la sana dottrina, che questa gerarchia da lui chiamata ‘apostata’, eretica, ricopre ruoli che conferiscono loro autorità. Questa affermazione è direttamente opposta alla promessa di Nostro Signore: NON PRAEVALEBUNT. Il signore Koky deve sapere che in virtù di questa promessa è metafisicamente escluso che un eretico eserciti sia membro visibile della Chiesa e eserciti un ruolo qualsiasi. Nel momento stesso che professa l’eresia si autoesclude dal corpo visibile della Chiesa.
    3. “ma i Modernisti, i quali usurpano il nome cattolico proprio perché esso è l’unico burocratico elemento che consente loro di non essere considerati al pari di qualsiasi setta eretica.
    La zizzania sta nel nascondere dietro un ‘elemento burocratico’ il dovere di ogni battezzato e cresimato, di smascherare, denunciare ed evitare la compagine conciliare quale setta eretica.
    4. ” Non cediamo quindi alla tentazione di abbandonare – pur con giustificato sdegno – la Chiesa Cattolica, col pretesto che essa è invasa da eretici e fornicatori: sono costoro che vanno cacciati dal sacro recinto, in un’opera di purificazione e di penitenza che deve partire da ciascuno di noi.
    La zizzania sta nel confondere la Chiesa cattolica con la compagine conciliare e nel confondere il fornicatore con l’eretico e di conseguenza applicare all’eretico e al fornicatore gli stessi criteri di appartenenza alla Chiesa. Sbagliatissimo. Il fornicatore va ‘cacciato’ in carcere mentre l’eretico se ne è andato da solo. L’autorità poi viene a confermare con un atto ufficiale questa auto-esclusione dell’eretico. Guai al fedele o al chierico che pensa poter/dover portare sottomissione filiale a ‘superiori’ eretici apostati solo perché un Pio XIII non li ha ancora dichiarati tali. Il fornicatore in carcere è membro visibile della Chiesa mentre l’eretico non lo è più.
    Viganò non spiega cosa è la visibilità della Chiesa cattolica e cosa mi rende formalmente partecipe o mi esclude dalla compagine visibile della Chiesa cattolica. Se avesse spiegato al signore Koky che la professione pubblica di una fede differente da quella cattolica esclude, mentre la professione pubblica dalla fede cattolica dà accesso alla compagine visibile della Chiesa cattolica, Viganò avrebbe incoraggiato Koky di abbandonare la compagine conciliare senza sì e ma.
    L’errore di Viganò sul concetto di Chiesa e mondo eretico e apostata sembra risalire ad un fraintendimento della parabola del grano e della zizzania. S. Agostino insiste nel distinguere questa parabola da quella dei pesci buoni/cattivi nella rete immersa nel mare. S. Agostino contrariamente a Viganò non pone la zizzania e il grano n e l l a Chiesa, nella diocesi e nella parrocchia perché spiega appunto che la zizzania n o n essendo il grano, non è membro visibile appartenente alla Chiesa. Infatti alla differenza della rete che significa la compagine visibile della Chiesa che contiene pesci cioè membri buoni e cattivi, il campo è il mondo e non la compagine visibile della Chiesa.
    Ecco che gli esempi dei santi come S. Atanasio gettano una luce differente sulla odierna situazione. Infatti S.Atanasio considerava i semiariani d’un lato ‘fuori dalla chiesa visibile’ dall’atro lato cercava di colloquiare con loro per chiarire una terminologia all’epoca non ancora chiara. Oggi invece dopo che il magistero nei secoli ha ben chiarito i concetti c’è Ratzinger che afferma: non ci sono limiti visibili di appartenenza alla Chiesa. Mai S.Atanasio avrebbe consigliato al signore Koky di stare nella diocesi ariana cercando un ‘prete bravo’ considerando il grano e la zizzania sotto lo stesso tetto della Chiesa di Cristo. Spero che Mgr Viganò non continui questa diabolica confusione Ratzingeriana, ma, come ci sembrava stesse per avvenire, risorga al cattolicesimo e esca insieme al signor Koky dalla compagine conciliaria. Coraggio eccellenza!

    • Gian ha detto:

      Don Floriano la prego si metta in contatto con Mons. Viganò e ne parli con lui, mi sembra importante questa sua riflessione. Non crede, caro dottor Tosatti che questo pensiero meriterebbe un nuovo articolo?

    • Don Floriano ha detto:

      Intendo attraverso questo sito del dr Marco Tosatti essermi messo in contatto con Mgr Viganò. Non è possibile trovare una Sua mail.
      SLGC
      dF

  • Enrico Nippo ha detto:

    Boanerghes,

    lasci perdere Giovanni Paolo II, il papa adesso è Francesco: gli obbedisce in tutto e per tutto?

    Visto che lei è fissato (fissato!) sull’obbedienza cieca, non può rimproverare i lefebvriani per il peccato che lei invece commette.

    La domanda è chiara: lei obbedisce in tutto e per tutto a papa Francesco?

    Non svicoli com’è suo solito.

  • Alvaro ha detto:

    Un laico cattolico non dovrebbe mai obbedire a un prete, un vescovo o un papa che non obbedisce a Cristo. Ogni esercizio del potere ecclesiale di ordine e giurisdizione che contraddica la Scrittura, la Tradizione e il Magistero bimillenario è nullo ex tunc, ipso iure e ipso facto. E se va contro un dogma di fede o di verità divinamente rivelata, egli è un eretico scomunicato latae sententiae non declarata, essendo tutto il suo esercizio dei poteri di ordine e di giurisdizione limitato all’esistenza di una “giusta causa” (canone 1335).

    Ciò implica, come dice Viganò, che il cattolico, in virtù della conferma, è un soldato che difende la fede cattolica contro ogni male, sia esso sacerdote, vescovo o papa, con ex tunc nullità, disobbedienza, opposizione e resistenza diretta contro le proposizioni contrarie alle verità della fede divinamente rivelata, definitiva della dottrina cattolica e certa non pericolosa, né erronea né sconsiderata. Contro tutto, erga omnes, visto in bianco o nero, senza considerazione.

    Il cristiano, soldato di Cristo per conferma, dirà “sì sì sì no no” ad ogni proposta sbagliata, da qualunque parte provenga, da un prete, da un vescovo o da un papa.

    Contro la setta conciliare, ogni cristiano deve dire di sì a ogni persona consacrata e a ogni sacerdote, sia esso sacerdote, vescovo o papa:

    – Non licet (San Giovanni Battista ad Erode)
    – Non possumus (martiri di Abitinia)
    – Non praevalerunt (l’inferno e l’eresia non prevarranno mai sulla Chiesa)
    – Non nobis (Non nobis, Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam: Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome, dai gloria)

  • Marcello ha detto:

    Il discorso fatto da Mons. Viganò è molto chiaro e al quanto ricco di verità di Fede, a parte qualche dettaglio sparso, solo i cattivi cristiani (cit. Santa Bernadette), i cattivi pastori e i mercenari che hanno commentato non sono in grado di capire il discorso a causa della loro superbia e della cetitas cordis ed ebetudo mentis che li colpisce perchè seguaci di un falso messianismo che nulla ha a che vedere con il Cristianesimo insegnato da Nostro Signore Gesù Cristo e tramandato nella tradizione bimillenaria della Chiesa.

  • Marcolino no censura please ha detto:

    Questi sono i veri santi. I “separati”. Son contento che i sicari inviati da Bergoglio e dal NWO non lo trovino. Esiste uno stato ancora impermeabile che protegge i suoi residenti?
    So’ che il principato di Monaco e’ cattolico (l aborto vietato). Forse e’ l’ora di una nuova cattivita’ “avignonese”.

  • wisteria ha detto:

    Chi ha visto una volta la luce, non può tornare nell’ombra. Chi ha intuto la verità non può tornare consapevolmente a vivere nella menzogna. Non oso dire che Bergoglio non sia Papa, ma certamente non è un buon Papa. Se la Chiesa di Roma ha preso un cammino che so essere sbagliato, non la seguirò. Si abbracciano musulmani ed eretici, e poi eretico e scismatico sarei io?

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    – – Quella dì Mons. Vigano’ è una lettera che è difficile commentare non tanto per il contenuto, quanto per la grande quantità di domande che suscita. Ma, per quanto possibile, cercherò di farlo. Una lettera che se da una parte manda in visibilio i lefebvriani, per aver ritrovato un nuovo campione della loro fede, dall’altra delude i “veri cattolici”, che certamente non sono i lefebvriani, cioè quanti, proprio per quella Tradizione di cui si vantano i seguaci di Lefebvre di esserne i difensori ma che di fatto infrangono, rimangono sulla salda Roccia di Pietro. È veramente deludente che un vescovo come lui, sul quale molti avevano posti gli occhi e la speranza di aver trovato un uomo libero, si possa rendere dotto sostenitore della defezione dei lefebvriani, non “allontanati dalla Chiesa” ma resisi scomunicati Latae sententiae. Definirli poi “i veri cattolici” solo perché celebrano la S. Messa secondo il Vetus Ordo, non rende giustizia non solo a quelli che come me celebrano secondo il Nuovo, ma a tutti quei cristiani che con Rito proprio sono a tutti gli effetti cattolici e figli della Chiesa Cattolica Romana, bizantini, copti armeni….Se l’avesse dimenticato, questi sono in piena comunione con la Sede di Pietro secoli prima del VAT. II. Ce ne vuole di coraggio nel sostenere che il “Rito cattolico”, indicando con l’aggettivo “cattolico” solo coloro che celebrano in latino, sia celebrato solo in alcune Chiese. Mi chiedo: ma io finora con quale Rito di quale fantomatica Chiesa ho celebrato? Scrive inoltre che sono poco numerose “le Chiese dove si celebra la Santa Messa nel Rito Cattolico”. Allora io non solo non ho mai celebrato nel Rito Cattolico e neanche mai vi ho partecipato. Davanti a tali “provocazioni”, non ho ragione da vendere a stizzirmi, come penso con me la stragrande maggioranza dei sacerdoti ? Non si può misurare la vita della Chiesa solo attenendosi strettamente alle norme dei papi del passato, valevoli per i loro tempi e non più oggi perché mutati dai papi successivi. La sua critica sviluppa l’idea che gli usi e costumi dei lefebvriani siano l’unica norma valida e impegnativa per tutta la Chiesa per tutti i cattolici. Questa idea dista quanto il cielo dalla terra. Se la Chiesa è Cattolica è perché la stessa fede è vissuta su ogni popolo e nazione e si esprime secondo i loro usi e cultura. Il suo porsi ambiguo e il sospetto di eresie di alcuni papi e dello stesso Concilio, non solo attacca l’ordinamento della Chiesa ma potrebbe insinuare dubbi sulla legittimità delle Ordinazioni sacramentali della Chiesa compresa la sua . Ci sono tante guerre contro la Chiesa e nella Chiesa che noi cattolici dobbiamo affrontare, e purtroppo non ultima contro quella che hanno scatenato i lefebvriani con la loro “chiesa” . Una piccola correzione a Mons. Vigano’: non può chiamare la Chiesa Cattolica “setta”, per poi definire la “setta” dei lefebvriani “Chiesa”. Loro, i lefebvriani, credono che la loro è Chiesa buona, perfetta, pulita e Santa….la Chiesa degli eletti tanto da darsi una continuità con ordinazioni episcopali; definendo la MIA, la Cattolica romana, la Chiesa degli “eretici e dei fornicatori” io dovrei stare zitto? Di eretici e fornicatori ce ne sono stati purtroppo sempre nella Chiesa e presumo che ce ne siano anche tra i lefebvriani perché anche essi sono figli di Adamo. La Grande Chiesa raccoglie tutti, come una grande rete raccoglie pesci buoni e pesci cattivi. La poca esperienza che ho dei lefebvriani, mi posso sbagliare, mi porta a pensare che siano per la maggior parte nobili decaduti, qualcuno anche con una cultura elevata, in ogni caso persone che non avendo più il loro ruolo di prestigio o di potere all’interno della società e della Chiesa, trovano un modo come trovare ristoro per la nostalgia di un passato che fu. Noto anche l’introfulamento di persone che sfruttano questo disagio di gruppi contrapposti semplicemente per interesse di schieramento politico. Completamente, poi, inaccettabile, e mi rincresce che sia un vescovo a scriverlo, che “essere battezzati e membra vive della Chiesa di Cristo non implica l’adesione alla compagine conciliare”. Forse sta parlando di qualche altra “chiesa” che si definisce di Cristo, e c’è ne sono tante, ma non certamente della Chiesa Cattolica romana. I Concili indetti e presieduti dai papi, o da un loro delegato, e da loro promulgati, se dogmatici hanno il valore di infallibilità. Anche se il Vat. II è stato un Concilio pastorale, è un altissimo momento di Magistero ordinario supremo a cui tutti i cattolici debbono rispettarlo e seguirlo. Mi chiedo: che cosa c’è nel Nuovo Rito che non trova perfetta corrispondenza al depositum fidei? Di grazia: qualcuno dica dove contrasta la fede! Se Almeno queste espressioni fossero presentate come opinioni personali… ! così invece sono del tutto inaccettabili e portatrici di sofferenza interiore. Poi, come si può dire e dimostrare che sia stata la fraternità di S. Pio X a tenere lontano lupi rapaci e cacciare mercenari dalla salvezza dalle pecore? No! Cara Ecc.. questo lo hanno fatto e lo fanno continuamente alcuni vescovi DIOCESANI, quelli che provengono dall’esercizio pastorale fatto nelle parrocchie, e tantissimi parroci e preti sparsi nell’orbe cattolico. Parla di combattimento spirituale, ma di quale? L’unico combattimento con cui i lefebvriani accesamente e fanaticamente battagliano è la difesa spietata del Vetus Ordo, che fra l’altro nessuno glielo vuole togliere, e il disprezzo del Nuovo, oggetto della mia difesa, e accolto con amore da milioni e milioni di persone. La chiamata ai preti tradizionalisti alle catacombe mi sembra esagerata perché nessuno vuole impedire il Vecchio Rito. L’uso , però, di altari di fortuna, delle cantine o delle soffitte, mi lascia un po’ perplesso nella coerenza. È vero che necessità impone, ma dov’è il rispetto della liturgia sulla quale i “tradizionalisti” tanto si battono? Ha detto bene che “scismatici ed eretici sono coloro che feriscono e crocifigge il Corpo Mistico di Cristo”, è quello che con i miei interventi non voglio che accada. Ma, non pensa l’ex Nunzio ap. che agendo in questo con tutti i suoi protetti, anziché curare, ferisce ancor di più e crocifigge mortalmente la Chiesa? In tutta la lettera di Mons. Vigano’ la mia più grande sorpresa che mi lascia allibito e il proclamare Lefebvre confessore della fede. Ma di quale fede? Non certamente della fede della Chiesa. Che i suoi seguaci lo chiamino Santo, non mi meraviglia. Faccio notare che le cronache raccontano che anche Eutiche era considerato un sant’uomo, ma ciò non gli valse la condanna; difatti fu definito eretico quale realmente era. Un uomo che divide la Chiesa, uno scismatico, non potrà mai essere un confessore della fede.
    – Preferisco Mons. Vigano nell’ultima parte della lettera. Qui esce fuori il suo essere vero pastore, guida e Maestro spirituale. Se solo applicasse a se tutti questi bei consigli ….
    Don Pietro Paolo, un prete che non è né tradizionalista ne’ modernista. È solo un prete cattolico

    • Enrico Nippo ha detto:

      Caro don Pietro Paolo,

      posso capire che mons. Lefebvre rischi di diventare, o forse lo è già diventato, il suo spauracchio, visto che, volenti o non volenti i “veri cattolici” come lei, la sua ombra sta riemergendo dall’oblio in cui moltissimi misericordiosi (compreso lei) lo vorrebbero seppellito.

      Posso anche capire che i lefebvriani possano apparire ai suoi occhi come dei brutti ceffi oscurantisti
      che non vogliono raccogliere i frutti della “primavera del concilio”, della quale perfino Paolo VI ebbe a dire:

      “Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza”.Omelia del giugno 1972,

      però se ne deve fare una ragione. Non saranno né la sua presa di posizione né quella di qualsiasi altro, tradizionalista o modernista che sia, ad impedire, se è nella volontà di Dio, il riaffermarsi della Tradizione Cattolica nella sua Pura Dottrina e Sacra Liturgia.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Enrico Nippo,
        si ricordi che, secondo quello che scrive sotto M. Berthoud, riportando le parole di Lefebvre, anche il Vat. II è Tradizione vivente della Chiesa. Inoltre, la storia ci ricorda che dopo ogni Concilio la Chiesa ha avuto un periodo burrascoso ad opera di persone … indefinibili

        • XXX ha detto:

          ” Inoltre, la storia ci ricorda che dopo ogni Concilio la Chiesa ha avuto un periodo burrascoso ad opera di persone … indefinibili”

          Sarà che dopo tutti i Concili gli eretici hanno preso posto nella gerarchia della Chiesa, come dopo il Concilio Vaticano II? Quale altro Concilio ha avuto due ermeneutiche?

          È noto che ha messo la Pachamama non è una persona indefinibile. Forse, anche lei sia favorevole alla Pachamama.

        • Giovanni ha detto:

          “Loro, i lefebvriani, credono che la loro è Chiesa buona, perfetta, pulita e Santa….la Chiesa degli eletti tanto da darsi una continuità con ordinazioni episcopali; definendo la MIA, la Cattolica romana, la Chiesa degli “eretici e dei fornicatori” io dovrei stare zitto?”

          Né mons. Lefebvre e né i lefebvriani difendono tale assurdità. Un’accusa del genere può essere mossa solo da qualcuno privo di onestà intellettuale, che pensa di servire Dio mentendo. Questo non è il ruolo di un uomo, ma di un codardo !!! Sii un uomo di Don Pietro Paolo, non taccere veramente! Inviaci materiale con la tua analisi della Pachamama, degli incontri di Assisi e una risposta al Breve Esame Critico dei Cardinali Ottaviani e Bacci. E inviaci critiche razionali a mons. Lefebvre e lefebvriani, false accuse mostrano solo la loro disonestà intellettuale.

    • Boanerghes ha detto:

      Don Pietro Paolo
      Lei è semplicemente un buon prete, onesto cattolico e molto disponibile con i suoi fedeli.
      Condivido le sue osservazioni, che sono evidente frutto di una certa meditazione.
      È comunque ora di finirla con il disprezzo assoluto ed indiscriminato della liturgia Novus Ordo.
      Il rito antico non esclude l’altra e viceversa.
      Chi lo fa non è cattolico ed in malafede.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Boanarghes,
        Concordo pienamente con lei. Credo che quanto lei scrive l’ho detto in tutte le salse e, nonostante questo, dall’altra parte si ricevono solo strali

      • Marcello ha detto:

        Arrivato un altro giudice che decreta chi non è cattolico e in mala fede secondo le proprie convinzioni erroneee, sentire uno che segue un falso messianismo dire agli altri che non sono cattolici e proprio paradossale, poi il tuo amico donnon ti ha insegnato che le intenzioni delle persone non si possono giudicare senza compiere peccato? Seconda cosa, che hanno in comune la Santa Messa Tradizionale e unica gradita a Dio con il novus horror? Si vuole paragonare la Vera Santa Messa a una paraliturgia che è stata scritta da un massone? Piena zeppa di contaminazioni protestanti volute da satana in persona (confermato in vari esorcismi), rifiutata da San Pio da Pietrelcina e sgradita a Dio, poichè illecita e perciò profana e sacrilega nella maggior parte dei casi, tanto che lo conferma il fatto evidente della scarsità di Grazie che ha portato il desrto nelle chiese e nei seminari e che ha ridotto i pochi sedicenti cristiani nelle pessime condizioni in cui si trovano adesso.

        • Boanerghes ha detto:

          Rifiutata da P. Pio?
          S. Padre Pio è stato obbediente fino alla fine.
          Non come Lefebre ed i suoi seguaci.
          Abbiate un minimo di onestà intellettuale.
          E lasciate stare Padre Pio, non strumentalizzatelo per le vostre idee.
          Anzi, lasciate stare i santi, perché appartengono alla Chiesa cattolica, non a voi.

    • Antonio Cafazzo ha detto:

      XVIII secolo. Un cavalier servente francese scrisse ad una nobildonna una lunga lettera per manifestarle la sua tenacia e il suo desiderio nel volerla servire e farle compagnia.
      Poi si accorse di averla fatta lunga ed allora chiuse la lettera con un poscritto:

      “Excusez-moi, madame, pour cette longue lettre. Je n’ai pas eu le temps de le raccourcir”.
      (Madame, perdoni questa lettera troppo lunga. Non ho avuto tempo di farla più corta).

    • Marcolino ha detto:

      @ don Pietro Paolo

      I protestanti americani danno TROPPO peso agli errori. Per cui chi non e’ attendibile una volta, non lo e’ mai.
      Qui siamo il contrario. Si continua a sparare nel mucchio, dibattendosi come un pesce nella rete e venendo smentiti quasi sempre.

      RIPETO SE BEEGOGLIO PRENDESSE UN provvedimento o rispondesse farebbe il suo gioco. E’ atroce vedere come lascia il personaggio invischiarsi in cose inverosimi. Ha buon gioco Bergoglio.

    • Speranza ha detto:

      Ha ragionissima, don Pietro e Paolo a domandarsi: “ma io finora con quale Rito di quale fantomatica Chiesa ho celebrato?” Se la rivolga spesso questa domanda e ci rifletta.

  • Michel Berthoud ha detto:

    “… Bisogna che si dica di noi di quei cattolici che siamo; io non amo il termine cattolici tradizionalisti, perché non vedo cosa possa essere un cattolico che non sia tradizionalista, dato che la Chiesa è una Tradizione; e d’altronde che sarebbero degli uomini che non fossero nella Tradizione? Non potrebbero vivere: noi abbiamo ricevuto la vita dai nostri genitori, abbiamo ricevuto l’educazione da quelli che c’erano prima di noi, noi siamo una tradizione. Il buon Dio ha voluto così. Il buon Dio ha voluto che delle tradizioni passassero da generazione a generazione, sia per le cose umane sia per le cose divine. Di conseguenza, non essere tradizionali, non essere tradizionalisti significa la distruzione di noi stessi: è un suicidio; ed è perché siamo cattolici che continuiamo a rimanere cattolici; vi dicevo che non devono esserci divisioni tra noi. Proprio perché siamo cattolici, noi siamo nell’unità della Chiesa, l’unità della Chiesa che è nella Fede.”
    Un estratto di un’omelia di Sua Ecc.za Mons. Marcel Lefebvre.
    Qui la versione integrale: https://bit.ly/2QS0byo

  • Alessandro ds ha detto:

    Ma perché continuate a nascondere la verita?
    Perché alla gente che frequenta il blog non fate vedere i documenti della chiesa sui Lefevbriani e la loro posizione canonica? Perché state “spacciando i Lefevbriani come parte integrante della chiesa cattolica?”
    La gente leggendo ciò che viene detto da Mons. Viganò e da qualche commentatore furbetto, sta iniziando a credere che i Lefevbriani sono un prolungamento della Chiesa Cattolica Romana, non è vero!! Smettetela di ingannare la gente!!

    La chiesa Cattolica sui Lefevbriani afferma che non possono celebrare i sacramenti, sono tutti sospesi, se celebrano i sacramenti lo fanno in modo sacrilego, tuttavia valido, però anche se valido per il fedele che lo riceve loro commettono sacrilegio, lo dice chiaramente i documenti della chiesa cattolica a riguardo.
    Quello che segue sono stralci di docunenti della chiesa riguardo:
    1) – Non fanno parte della Chiesa Cattolica Romana, sono roconosciuti come sono riconosciuti gli Ortosossi, come “un altra chiesa di successione apostolica” esattamente come gli ortodossi.
    2) – Al momento il dialogo fra la chiesa Cattolica di Roma e i Lefevbriani è interrotto.
    3) – I loro sacramenti sono un sacrilegio, tuttavia valido, ma pur sempre sacrilegio. Lo dice la chiesa, non dico io. Gli è stato riconosciuto solamente di poter confessare in caso di vera necessità.
    Come possono fare anche i sacerdoti scomunicati, in caso di necessità possono amministrare sacramenti anche se sono scomunicati CIC Can. 1335.

    MOTU PROPRIO ECCLESIAE UNITATEM di Benedetto XVI 2009
    – Il 2 luglio 2009 papa Benedetto XVI torna sulla questione della posizione canonica della fraternità, con il motu proprio ECCLESIAE UNITATEM : dopo aver ricostruito il processo di parziale riavvicinamento, il pontefice sostiene che «le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, LA FRATERNITÀ NON HA UNO STATUTI CANONICO NELLA CHIESA E I SUOI MINISTRI NON POSSONO ESERCITARE IN MODO LEGITTIMO ALCUN MINISTERO»[51].

    La partecipazione dei fedeli alle celebrazioni della FSSPX è stata considerata illecita e ammessa solo in casi di vera necessità. Pertanto chi vi partecipava occasionalmente e senza condividere formalmente le posizioni della comunità lefebvriana nei riguardi del papa non incorreva nella pena della scomunica.

    La pontificia commissione “Ecclesia Dei” affermava, in due lettere datate 18 gennaio 2003 e 5 settembre 2005, che i fedeli, che assistono alle messe della fraternità sacerdotale San Pio X, non sono scomunicati, come non lo sono nemmeno i sacerdoti che celebrano, che invece sono sospesi. I fedeli possono assolvere all’obbligo domenicale assistendo ad una messa celebrata da un prete della fraternità sacerdotale San Pio X e contribuire alla questua, non commettono peccato coloro che prendono parte ad atti ecclesiali lefebvriani senza condividere lo spirito scismatico del movimento.[50]

    • Enrico Nippo ha detto:

      Freni, Alessandro, freniiiiiiiiiii!!!!!
      Si fermiiiiiiii!!!!

      E poi sa cosa le dico? Meglio un sacrilegio valido che un florilegio ecumenico!

    • Gian ha detto:

      Se ne avessi la possibilità parteciperei quotidianamente alla Santa Messa celebrata da un sacerdote della comunità di San Pio X, l’identico rito che si celebrava in tutte le chiese cattoliche prima della riforma di Paolo VI. Non uno iota è mai stato cambiato da allora, non si spiega perché d’imperio da un giorno all’altro quella Messa fu proibita per compiacere chissà chi e chissà a quale scopo. Abbiamo visto con quale risultato…

      • Alessandro ds ha detto:

        Cosa piace a voi 2 e la verità Cattolica sono 2 questioni differenti, non vi costringe nessuno a essere Cattolici.
        Come disse il dott. Tosatti nella sua recente intervista rilasciata: se si è cattolici è come appartenere a un club di golf, si seguone le regole del golf, non le regole del tennis.
        Se si è cattolici si seguono le regole cattoliche, nessuno vi costringe a essere Cattolici, rispettiano le vostre opinioni, ma noi in quanto cattolici abbiamo delle regole, regole che voi non volete seguire e quindi non fate parte del club del golf, perche voi volete giocare a tennis.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Freni e si svegli.

          Col vaticano II e la relativa funesta pastorale è avvenuto esattamente il contrario di quello che va fantasticando lei.

          Freni e si svegli.

          • Alessandro ds ha detto:

            Io posso rosponderle che prima dei Lefebriani ci sono stati gli ortodossi a separarsi da Roma e anche loro reclamano la vera fede.
            Prima di loro anche i Copti, i Bizantini, i Nestoriani.
            Tutti questi reclamavano la vera fede, dopo otni Concilio c’è stato uno scisma e tutti quanti reclamavano la vera fede.
            Allora cosa fa pensare a voi Lefevbriani di essere nella verità?
            Se volete parlare di verità dobbiamo partire come minimo allo scisma d’oriente di 1000 anni fa, fra ortosossi e cattolici.
            Poi partendo da quel periodo si renderà conto che voi Lefevbriani siete in torto marcio su ogni punto.
            Perché allora dovevate diventare Ortodossi se pensavate che i cattolici non rappresentavano più la vera fede.
            Invece vi siete fatti la setta.

          • Enrico Nippo ha detto:

            “Vera fede … vera fede … vera fede … verità … verità … vera fede”.

            Un delirio.

        • Adriana ha detto:

          Alessandro DS ,
          ah , ecco ! Finalmente ho compreso la sua dottrina-rietà .
          Era tutta questione di palle .

  • boanerghes ha detto:

    Ecc. rev.ma Mons. Viganò
    dopo aver letto questo suo intervento ho provato subito un forte dispiacere, che poi ha lasciato il passo ad un senso di per così dire di liberazione, simile a quello che provai quando scoprii finalmente chi era nella realtà mons. Milingo. Deve sapere che andando , purtroppo, ma era un favore che stavo facendo, a Zagarolo da mons. Milingo, non è che ne fossi poi così contento, poichè diverse cose non ritornavano.
    Ed ecco, una domenica, col Santissimo esposto, il monsignore espone una colossale menzogna ed errore teologico: siccome per la sua esperienza di esorcista nel mondo aveva constatato che quasi tutti i posseduti erano uomini, tra coloro che comandano, in futuro i nati di donna avrebbero avuto il sangue al 100% dalla donna. E non parlava in senso figurato, ma reale. Mi chiedo se avesse incontrato tanti capi di governo posseduti di sesso femminile, cosa ne avrebbe dedotto.
    Comunque in quel preciso momento ho esclamato: ecco la prova dell’inganno e in me è subentrata la pace al turbamento. Sorvolo infatti su quello che incontravo in quelle giornate.

    Ora, sia pur con le dovute disuguaglianze del caso, quando ho letto ..”la loro fedeltà (FSSPX) ha reso inevitabile la disobbedienza al Papa con le consacrazioni episcopali” ho pensato: eh no, non ci siamo proprio.
    Monsignore, ma quando mai la disobbedienza, e nel caso specifico quella posta da Giovanni Paolo II era giusta e richiedibile, quando mai la disobbedienza è giusta?
    Si sta abusando della famosa frase di Pietro: è meglio obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.
    Non c’era di mezzo la pachamama, non la dichiarazione di Abu Dhabi, non la comunione ai divorziati risposati e altro ancora già tristemente noto.
    Per carità, può anche chiamare mons. Lefebre confessore della fede, ma è stato e rimane un disobbediente al Papa di allora e quindi a Cristo.
    Tutto il suo intervento poi va contro il rito novus ordo, come se fosse la causa di tutti i mali, mentre solo “nel rito antico si trova perfetta corrispondenza”
    Al solito il riferimento a S. Attanasio, in modo da confermare e suscitare gli osanna di coloro che la seguono e vedono in lei la speranza di rovesciare il Pontefice regnante e la sua cricca, dimenticando che comunque per quanto poco apprezzato e giustamente discutibile, è ancora Lui il Papa a cui si deve obbedienza. E questa, mi creda, è una grossa prova.
    Riguardo alle ” centinaia di movimenti ereticali che nel corso dei secoli hanno creduto di poter riformare la Chiesa a proprio piacimento, anteponendo il proprio orgoglio all’umile custodia dell’insegnamento di nostro Signore, Le ricordo che ai tempi di S. Francesco vi erano diversi ordini mendicanti, ma solo in S. Francesco è brillata in modo straordinario l’obbedienza alla Santa Madre Chiesa e per questo il suo ordine è realmente stato il sostegno che il Signore gli aveva profetizzato dicendo : và e ripara la mia Chiesa.
    La disobbedienza non è mai un merito, ma causa di tutti i mali e va fatta in tutto ciò che non è peccato.
    Cordialmente la saluto

    • Enrico Nippo ha detto:

      Boanerghes,

      ma lei è proprio sicuro di essere obbediente in tutto eper tutto a Bergoglio?

      Ne è proprio sicuro?

      O sotto sotto non se l’aggiusta pure lei?

      • Boanerghes ha detto:

        Se legge attentamente il mio intervento, non ho detto di obbedire a riti di pachamama, adesione ad Abu Dhabi e altro.
        Il punto centrale e che ho sottolineato è l’obbedienza a Giovanni Paolo II che doveva essere resa
        Poi Lefebre ha fatto quello che ha fatto, i lefebriani fanno e pensano quello che credono.
        Noi cattolici continuiamo per la nostra strada.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Quindi anche lei è un disobbediente.

          E perché la sua disobbedienza è valida mentre quella di Lefebvre no?

          Lei è un arrampicatore sugli specchi formidabile.

          • Boanerghes ha detto:

            Giovanni Paolo II non ha imposto una adorazione alla pachamama o altro.
            Ha richiesto di non ordinare i vescovi.
            Nella sostanza sono due cose diverse.
            Ma lei non vuole capire. Parte dal suo punto di vista ed in base a quello giudica tutto e tutti.
            Se un lefebriano dicesse una cavolata, lei lo giustificherebbe, proprio per la sua impostazione mentale.
            Io non faccio così.
            Saluti

        • Gian ha detto:

          @BOANERGHES.
          Ho capito perché Mons. Lefebvre non ha ubbidito al Papa ed ha “varcato il Rubicone” procedendo con l’ordinazione non di un solo vescovo, ma ben quattro! Mons. Lefebvre sapeva di essere prossimo alla morte e lo sapevano anche in Vaticano. Proprio per questo la tiravano lunga, nei contatti tesi ad una riappacificazione, che si protraevano con continui rinvii da parte del Vaticano.
          Quando davanti all’ennesimo strumentale rinvio Mons. Lefebvre capì che la prosecuzione della Fraternità di S.PioX da lui fondata era in pericolo, non disponendo di vescovi che avrebbero potuto ordinare altri sacerdoti dopo la sua morte, e che quello era l’obiettivo del Vaticano (lo spiegò molto bene in una intervista che mi è capitato di ascoltare dalla sua viva voce “Ma perché continuare a rinviare, prima settembre, poi dicembre… cosa vogliono aspettare, che io muoia?”) decise di procedere con l’ordinazione. Era il 1988.
          Oggi, senza quella “santa disubbidienza” la FFSPX sarebbe quasi estinta e senza nuove ordinazioni non avrebbe potuto conoscere un futuro.
          Grazie a Mons. Lefebvre nulla della Tradizione è andato perduto.

          • Boanerghes ha detto:

            E quindi anche la disobbedienza di Adamo ed Eva è da considerare santa?
            La disobbedienza non è mai santa.
            Questo è un pensiero diabolico.

          • Gian ha detto:

            Diabolico era tentare di distruggere la FFSPX, diabolico è baciare il corano, tante cose sono diaboliche, come ad esempio ubbidire agli eretici, pur conoscendo gli insegnamenti della Chiesa e della Dottrina.

  • Antonella ha detto:

    Non è una semplice lettera questa di Viganò, ma una “lettera testamento” che bisognerà fare propria per fortificare la nostra fede in questo tempo difficile, che sfida a perseverare e quanto più esposti all’errore. La “prova” che sigilla l’appartenenza, malgrado le cadute cui andremo umanamente incontro, si riscopre proprio nella forza della “milizia” unta di Cristo e nella sua sequela, per cui si dovrà ricercare in ogni modo di piacerGli senza barattare noi stessi con le false promesse della Babele travestita di sacro. La Chiesa sacramentale e la centralità della Messa salvata dalle false correnti del modernismo è costata infatti la persecuzione, ma è riscattata nella sua forma migliore perché si faccia ancora nutrimento per tanti di noi anche quando costretti al buio di una cantina…..
    Ringrazio Viganò per la Chiesa che continua a testimoniarmi e per la Parola che da Buon Pastore non manca di consegnare al suo Popolo, che non mancherà di ascoltarlo confermandogli la preghiera.

  • Agostino Nobile ha detto:

    Leggendo le parole chiare e forti dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò i credenti dovrebbero sentirsi sollevati e spronati a non arrendersi. La lettera dell’arcivescovo Viganò al dott. Kokx è da incorniciare e da tenere stretta nel cuore e nella mente. E invece alcuni lettori (bergogliani?) cercano di fare le pulci a un grande uomo di chiesa. Evidentemente la boria annulla il buon senso e la sensibilità. Ma soprattutto è decisamente ridicola.

    • Boanerghes ha detto:

      EGR. sig. Nobile
      Io non sono un bergogliano, né penso di essere pieno di boria.
      Ma anche non penso che Mons. Viganò sia un grande uomo di Chiesa, vedendo la sua deriva lefebriana che già si era capita negli interventi precedenti.
      Ho anzi detto più volte che il pontefice regnante sta tradendo il suo mandato.
      Ma non diventerò mai un seguace di Lefebre, lascio questo a voi.
      La mia linea era e rimane quella detta dal sig. Tosatti nell’ultima intervista a Radio Roma libera , e cioè che durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non c’erano e non erano in programma i cambiamenti voluti dal Papa attuale.
      Poi se questa linea non è più valida, preferisco ritirarmi, in quanto non più rappresentato in quella resistenza a questa deriva e abbandono del patrimonio di fede e morale trasmesso.
      Agganciarsi a chi ha gravemente disobbedito, è un atto di disobbedienza morale

  • domanda ha detto:

    In questo scritto Viganò identifica il rito tridentino con il rito cattolico tout court. Essendo egli stato consacrato vescovo nel corso di un rito post conciliare e dunque non cattolico, sarà egli vescovo?

    • Enrico Nippo ha detto:

      Cavolo! Una bella domanda! E questo vale necessariamente anche per tutti i vescovi e i sacerdoti consacrati col medesimo rito post-conciliare.
      Cavolo! Anni e anni di sacramenti ammministrati da vescovi non vescovi e da sacerdoti non sacerdoti!

    • : ha detto:

      «In questo scritto Viganò identifica il rito tridentino con il rito cattolico tout court»

      Se intende dire che Viganò neghi la validità della liturgia N.O. nella Messa… deve leggere e capire bene. I riferimenti alla Messa nel discorso di Viganò sono i seguenti:

      «Gli orrori che dilagano da decenni in molte nostre parrocchie e santuari rendono impossibile anche solo assistere ad una «eucarestia» senza essere turbati e mettere a rischio la propria Fede».

      Sfido chiunque a negare che «in molte nostre parrocchie e santuari» (quindi non ovunque) durante la celebrazione dell’«eucarestia» (N.O.) non dilaghino orrori. Basterebbe riferirsi alle testimonianze segnalate in vari topic in questo blog da numerosi utenti.

      «Il Motu Proprio Summorum Pontificum ha ribadito che fedeli e sacerdoti hanno il diritto inalienabi-le – che non può essere loro negato – di avvalersi della liturgia che più perfettamente esprime la nostra Fede»

      «[…] che più perfettamente esprime la nostra Fede». E’ un’ammissione della validità della N.O., che però non esprime altrettanto perfettamente la nostra Fede.

      «Se una Messa diventa un’occasione di tortura per il fedele, se egli è costretto ad assistere a sacrilegi o a sopportare eresie e farneticamenti indegni della Casa del Signore […]»

      Che non infrequentemente assistere a una Messa N.O. è «un’occasione di tortura» per il fedele non è una novità. Insieme a tortura alle volte produce anche irritazione, che non è un sentimento che dovrebbe suscitare nel fedele la celebrazione della Messa.
      In quanto a «sacrilegi», «eresie» e «farneticamenti», non ha mai sentito parlare di sacerdoti che al momento del «Credo» dicono: «Non recitiamo il “Credo” perché io al “Credo” non ci credo», suscitando perfino le risate tra le sue pecorelle, e mi fermo qui ma ce ne sarebbero da produrne a bizzeffe?
      E comunque Viganò non ha detto che questi sacrilegi, eresie, ecc. sono comprese “nella” Messa, ma che da essa sono occasionate, naturalmente da preti malvagi, non da tutti.

      • P ha detto:

        “non ha mai sentito parlare di sacerdoti che al momento del «Credo» dicono: «Non recitiamo il “Credo” perché io al “Credo” non ci credo», suscitando perfino le risate tra le sue pecorelle, e mi fermo qui ma ce ne sarebbero da produrne a bizzeffe”

        E secondo lei in duemila anni, prima del NO, non c’è mai stato altro prete che abbia detto boiate in latino? Guardi che Satana insidia l’uomo da quando esiste l’uomo e la Chiesa da quando esiste la Chiesa. Non dagli anni sessanta come credono i beoti dell’anticonciliarismo.

    • Alessandro ds ha detto:

      I riti li stabilisce il Papa, in quanto il Papa ha il potere di “Legare e sciogliere in cielo e sulla terra” il famoso dogma delle chiavi di Pietro.
      Se il Papa stabilisce che da domani le ordinazioni episcopali si fanno dicendo – ziguli’ ziguli’ – per quanto strano sia il rito , quelle ordinazioni sono validissime.
      Il vero problema nasce se:
      1 si cambiano le parole del rito, basta anche 1 sola parola diversa e il rito non è più valido.
      2 si usa un rito non appravato dalla chiesa oppure non piùin vigore, che la chiesa ha abolito.
      Avete sentito ultimamente il problema dei Battesimi vero? Che se il Sacerdote dice “NOI ti battezziamo” inveve di dire “IO ti battezzo” il battesimo non è valido, lo avete letto il decreto vero?
      E che c’è un mare di gente che pensa di essere battezzata, ma in realtà i loro battesimi non sono validi, lo sapete o ve lo siete perso?
      La vera domanda è: le ordinazioni fatte dai Lefebriani, sono valide? Che rito hanno usato? Che parole hanno usato? Era un vero Vescovo chi ha Ordinato gli altri sacerdoti?

      • Enrico Nippo ha detto:

        Quindi se invece di “ziguli’ ziguli’ si dice “zigulò zigulò”, ovvero sostituendo una boiata con un altra si è … fuori della Chiesa! 😂

        Alessandro DS, lei non si smentisce mai!

        Mi sono permesso già di suggerirglielo: studiare troppo fa male!

        Può darsi che ci sia un papa che invece di legare e sciogliere debba essere lui legato e non più sciolto 🤣

      • Gian ha detto:

        Dici di essere seminarista e mi chiedo cosa tu stia studiando per diventare prete, alla luce di quanto trovi il tempo di scrivere.
        Ho imparato che se “il Papa ha il potere di legare e sciogliere…” ha prima di tutto il dovere di confermare i fratelli nella fede, senza intaccare il Magistero.
        Il Papa non può fare come il dittatore che fa ciò che gli pare e piace, essendo prima di tutto “servo dei servi”.

      • Alessandro ds ha detto:

        Studiate signori, studiate…Ma sopratutto leggete i decreti della congregazione della dottrina per la fede.
        Sui battesimi non validi perché la frase della formula non è corretta. Ora la vera domanda è questa: I Lefevbriani hanno fatto dei riti riconosciuti dalla Chiesa? Hanno detto la formula corretta oppure per non menzionare il nome del Papa hanno cambiato formula? Riflettete gente…riflettete…
        https://www.google.com/amp/s/amp.ilgiornale.it/news/politica/papa-cancella-plurale-nei-battesimi-1882013.html

        https://www.repubblica.it/vaticano/2020/08/06/news/papa_basta_con_i_battesimi_a_formula_creativa_non_sono_validi-263910731/

        • Enrico Nippo ha detto:

          Studiare, studiare … per entrare nel loop alessandriano? 🥴

        • Gian ha detto:

          Nella Messa VO non mi pare si debba precisare il nome del Papa, né tantomeno quello del vescovo.

          • Alessandro ds ha detto:

            Si, nella Vetus Ordo di dovrebbe pronunciare “Una Cum Papa Benedicto o Francesco”.
            Bisognerebbe approfondire il diritto canonico e i Concili, e vedere se la messa senza la comunione con il Papa è valida.
            Questo non l’ho mai approfondito.

    • wisteria ha detto:

      Tutti coloro che per ragioni anagrafiche hanno ricevuto i sacramenti in era postconciliare qualche dubbio potrebbero averlo…
      Personalmente nutro certezza solo fino alla cresima…per il resto mi devo fidare.
      In questo senso forse torna buono il detto (apocrifo!) “Dio riconoscerà i suoi”.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Chiesa conciliare & Lefebvriani.

    Marciapiede centrale. Animali domestici di alto pedigree lo hanno disseminato di “bisognini”.
    Alla sua sinistra un’ampia strada rotabile trafficatissima di auto, pullman e tir.
    Alla sua destra un viottolo non consigliato dalla guida rosso/verde Michelin.

    Camminanti percorrendo il marciapiede maleodorante.

    – I più – camminando sul bordo “sinistro” – cadono nel traffico intenso e vengono arrotati dalle auto. Fine passeggio. Esequie civili.

    – Molti – turandosi il naso – continuano sul marciapiedi ma – frettolosi – calpestano i regalini degli animali domestici, s’imbrattano i pantaloni e si trascinano un odorino sgradevole. Il “distanziamento sociale” di quelli che vanno dietro di loro è automatico e non imposto.

    – Altri – pochi, vedenti le trappoline – prendono il sentiero sterrato a destra. Raccogliendo fragoline e le more dei roveti, passo dopo passo arrivano al capolinea. Impolverati ma odorosi.

  • Iginio ha detto:

    Vaticano, CEI, Bassetti, vescovi siciliani e non solo, Caritas, Sant’Egidio leggete qui:
    https://www.ilgiornale.it/news/roma/mettiti-mascherina-nigeriano-aggredisce-e-abusa-capotreno-1887132.html

  • Iginio ha detto:

    Forza, agire:

    Si terrà sabato 5 settembre a Montefiascone (VT) la XV Edizione del Forum dell’Informazione Cattolica per la Custodia del Creato. L’incontro rappresenterà l’occasione per discutere del rapporto tra l’essere umano e la natura, in particolare per analizzare quanto, in tale ambito, le nostre abitudini siano mutate nel confronto con la pandemia e su cosa questa ci abbia insegnato, il tutto in rapporto ai guasti e alle debolezze dell’attuale sistema economico e sociale fonte di un uso distorto delle risorse.

    Dopo cinque anni dalla pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco «Laudato si’», il nucleo centrale delle riflessioni e delle azioni verterà infatti su come fondare un “Nuovo Umanesimo”, pianificando il futuro degli esseri viventi sulla base delle esigenze di rigenerazione della natura e su una maggiore equità sociale, che deve essere capace di creare benessere utilizzando, però, meno risorse.

    L’evento, che si terrà presso la Rocca dei Papi, in Piazza Urbano V, si articolerà in due sessioni: una mattutina, dal titolo «Indietro non si torna! Un nuovo umanesimo alla luce della Laudato si’», e un’altra pomeridiana, dedicata a «L’ecologia integrale e la novità della Laudato si’».

  • Gian ha detto:

    Chi non perde occasione per screditare Mons. Marcel Lefebvre e la sua opera non ne conosce la storia e gli avvenimenti. Condivido in toto il pensiero e l’insegnamento di Mons. Carlo Maria Viganò e ringrazio Dio di averci donato Mons. Lefebvre, che in futuro riceverà sicuramente il giusto riconoscimento che gli è dovuto.

    • Ludo ha detto:

      In futuro riceverà gli onori, forse. Al momento, visto come è morto e data la quantità di sacramenti ricevuti e amministrativi in istato di scomunica, penso stia ricevendo ben altro.

      • Enrico Nippo ha detto:

        “Penso stia ricevendo altro”.

        Potrebbe non essere come pensa LUDO.

        O no?

        • Marcolino ha detto:

          A Enrico nippo

          Certo che potrebbe essere il contrario. Grazie al cielo e’ il Signore che giudica sulle dannazioni o purgatori. E’ provvidenziale che la chiesa possa proclamare santi ma non dannati, secondo me.

    • Michel Berthoud ha detto:

      Grande Gian 😉

  • Adriana ha detto:

    Pare proprio che Mons.Viganò stavolta sbugiardi completamente le tesi del diavolo Berlicche -esposte con tanto ” missericordioso impegno ” al nipotino suo,
    Malacoda -.Secondo zio “BER-licche ” la “migliore ” tentazione per l’uomo è quella di indurlo a non voler essere ” unicamente cristiano” ,ma a perseguire :” il Cristianesimo e la crisi , il Cristianesimo e la nuova psicologia ,il Cristianesimo e l’Ordine Nuovo ,il Cristianesimo e la ricerca psichica , il Cristianesimo e il vegetarianesimo ” ( aggiungiamo : il Covidismo ,il Lgbitismo ,il climatismo e il migrantismo) . Perchè ,” se gli uomini devono essere cristiani , siano almeno cristiani con una differenza ! Malacoda : sostituisci alla Fede qualche moda con una tinta cristiana ! “.
    (- Le lettere di Berlicche-; -Il brindisi di Berlicche (tenuto alla Scuola Superiore di tentazione per Giovani Demoni)- . Clive Staples Lewis ) .

  • Iginio ha detto:

    Il titolo non rende giustizia al testo, che va oltre la stucchevole diatriba Lefebvre sì/no.
    Detto questo, mi sembra che il discorso di Viganò contenga punti in contraddizione.
    Evitate di chiedermi provocatoriamente quali: rileggetelo bene e li troverete.
    Sul possibile prevalere di un pensiero non conforme alla dottrina della Chiesa, quindi altro dalla Chiesa, parlò anche Paolo VI a suo tempo.
    Quindi non c’è bisogno di spacciarsi per cattolici e poi insultare i papi.
    I “buoni” cerchino ciò che unisce, non ciò che divide, e in spirito di carità, non di contesa.
    A difendere il vecchio rito furono anche ben altri che non Lefebvre e sono stati loro, in comunione con Roma, a mantenerlo vivo. Non certo chi voleva farsi la setta a sua immagine e somiglianza.
    Indulti prima e permessi poi vennero concessi dai papi non perché pretesi da Lefebvre, ma proprio per evitare che il tema venisse strumentalizzato da chi non si peritava dal dividere la Chiesa.
    E la Chiesa è una, non un insieme di sette ognuna col suo pseudoprofeta: non “io sono di Apollo, io sono di Paolo, io sono di Cefa”, ma “io sono di Cristo!”.

    • emma ha detto:

      Vede Iginio, anche questa chiesa sta cercando di proporre quello che può unire i cattolici e i cattolici con le altre religioni. Ma il cattolicesimo è una religione nata per dividere ( padre da figlio…) lo dice Gesù stesso nei Vangeli Perchè divide ? perchè è assolutista nella Verità proposta , e lo deve essere perche la Verità è stata rivelata da Cristo stesso.
      Cosa invece potrebbe unire ? La cura della -casa comune – ,la cura dell’ambiente , che appartiene a tutti. Così nasce l’enfasi tenebrosa sulla distruzione dell’ambiente .Dalle balene sofficate dalle bottigliette di plastica , alle emissioni di Co2 che sciolgono i ghiacciai. Sostituire la fede in Cristo con la fede in Pachamama , è un compito che prima spettava ai filosofi gnostici. Oggi spetta alla chiesa stessa.

    • XXX ha detto:

      “Sul possibile prevalere di un pensiero non conforme alla dottrina della Chiesa, quindi altro dalla Chiesa, parlò anche Paolo VI a suo tempo”.

      Parlo, ma che cosa ha fatto? È da ricordare le sue parole:

      «Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva»

      Allora, San Pio X ha fatto tutto in suo potere per liberare la Chiesa del modernismo, per questo è stato lui ha salvare la Chiesa del modernismo o appena ha collaborato con Nostro Signore per salvarla? Queste parole di Paolo VI mostrano che questo Papa non aveva nessuna coscienza di essere il Vicario di Cristo sulla terra. Sembra che qui già esisteva la distinzione tra un Papato attivo e altro contemplativo che Benedetto XVI ha parlato nella sua rinuncia. Un Papa che afferma essere chiamato a soffrire per la Chiesa senza fare niente è un Papa che esercita il potere di modo passivo o contemplativo. È un Papa che parla di uno pensiero non cattolico all’interno della Chiesa ma non fa nulla, come ha detto, preferisce soffrire qualcosa per la Chiesa.

      La deposizione della Tiara papale sull’altare di San Pietro fatta da lui non è stato appena un gesto simbolico. Non poteva aspettare obbedienza dei vescovi con la Humanae Vitae un Papa che non ha voluto usare la corona. Peggio ancora è stata la Lettera Enciclica Ecclesiam Suam dove riduce il mandato apostolico di insegnare al dialogo. Ora, come se stabilisce il dialogo come insegnamento e se vuole esercitare il modo tradizionale di insegno del Magistero?

      Purtroppo Paolo VI invece di fare qualcosa solo ha parlato, in quanto San Pio X ha parlato e ha fatto…

    • Hierro1973 ha detto:

      La setta non è di sicuro quella di Lefebvre ma quella che adora la pachamama semmai….

  • Rafael Brotero ha detto:

    Curioso, neolefebvriani e boffiani sono d’accordo contro il cardinale Ratzinger nell’ interpretazione del subsistit.
    Infatti, è proprio questa unione tra “tradizionalisti” e modernisti che ha reso impossibile il pontificato di Benedetto XVI.

    • Iginio ha detto:

      Esatto. Provocano danni e pretendono anche di essere ringraziati.

    • giobbe ha detto:

      non lo direi così . Direi che i veri nemici della chiesa son riusciti a mettere uni contro altri.

    • XXX ha detto:

      Curiosa è la tua ciechera: il modernismo è la sintese di tutte l’eresie, non è paragonabile in nessuno modo al tradizionalismo. Sul modernismo ha detto l’allora cardinale Ratzinger:

      “[l’Istruzione “Donum Veritatis”] afferma – forse per la prima volta con questa chiarezza – che ci sono delle decisioni del magistero che non possono essere un’ultima parola sulla materia in quanto tale, ma sono in un ancoraggio sostanziale nel problema,innanzitutto anche un’espressione di prudenza pastorale, una specie di disposizione provvisoria. Il loro nocciolo resta valido, ma i singoli particolari sui quali hanno influito le circostanze dei tempi, possono aver bisogno di ulteriori rettifiche. Al riguardo si può pensare sia alle dichiarazioni dei Papi del secolo scorso sulla libertà religiosa, come anche alle decisioni antimodernistiche dell’inizio del secolo”. (Osservatore Romano, 27 giugno 1990, p. 6 )”

      Considerando le parole del cardinale: è ancora il modernismo un’eresia?

      In qualche modo può essere un’eresia affermare che la Chiesa di Cristo sussiste in tutte le chiese come afferma Leonardo Boff, ma non può essere eresia affermare che la Chiesa di Cristo è la Chiesa Cattolica, perchè essa era la dottrina sulla Chiesa prima del fallito Concílio Vaticano II. Inoltre a questo l’ermeneutica della rottura sarebbe la summa eresia, ma la Chiesa con il Concilio ha abbandonato i concetti di eresia, eterodossia e ortodossia.

      Ancora sul Leonardo Boff, lui è stato alunno di Joseph Ratzinger, lui ha pagato i suoi studi. Boff mai è stato condannato per eresia, come mai ha ricevuto questa condanna la Teologia della liberazione e oggi è al potere con Papa Francesco. Credo che possiamo domandare:

      Giustizia o misericordia:
      l’eresia si condanna o si corregge?
      http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3224_Falcometa_Giustizia_o_misericordia.html

      • Rafael Brotero ha detto:

        Subsistit nel senso tomistico forte. Come in Ipsum Esse subsistens. Ecco il primo senso della parola in teologia cattolica.

        • XXX ha detto:

          “La parola [subsistit in] è insolita e dopo quarant’anni cercano ancora di spiegarla. In quella conferenza il cardinale Ratzinger ha proseguito dicendo: “La parola ‘subsistit’ deriva dalla filosofia antica, sviluppata successivamente nella scolastica”. Ancora più insolito, perché il Concilio ha accuratamente evitato di usare un linguaggio scolastico e sembra strano che, proprio con l’intento modernissimo di aprire la via ecumenica, gli venga l’idea di prendere a prestito questa sofisticata espressione.

          Il verbo “sussistere” isolato, senza “in”, non presenta maggiori difficoltà nel suo significato; appartiene a sostanze che esistono da sole e non in nient’altro, a differenza delle qualità delle cose, come il bianco, che sono realtà che esistono in qualcos’altro. La filosofia antica contrappone la “sussistenza” della sostanza all ‘”essere in” (inesse) o “inesistenza” degli incidenti.

          La cosa difficile è capire l’espressione “sussistere in”, che ad Aristotele sarebbe sembrata contraddittoria, perché – come abbiamo appena detto – ciò che sussiste, non c’è sussistenza “in” altro”. D. Alvaro Calderón, La Santa Sede ha correto il “subsistit in”?

        • Enrico Nippo ha detto:

          E’ talmente chiaro che il “SUSSISTE IN” sovverte (sovverte!) l’ “È”, che starne ancora a discutere è davvero stomachevole. Il “sussiste in “ è chiarissimamente ecumenico mentre l’ “è” è cattolico.
          Se la Chiesa di Cristo NON È la Chiesa Cattolica ma SUSSISTE IN essa, vuol dire che occorre realizzare l’unità dei Cristiani in una Chiesa non più soltanto cattolica ma ecumenica!

          Ecco perché gli ecumenisti) si stanno lambiccando il cervello per trovare una nuova “forma” che esprima l’unità dei Cristiani e che, evidentemente, deve trascendere la Chiesa cattolica, per l’affermarsi definitivamente come Chiesa ecumenica.

          Su questo non ci piove.

  • Michel Berthoud ha detto:

    Eccellenza Reverendissima, grazie per queste chiarificazioni attinenti al Concilio Vaticano II di cui anche noi Stilumcuriali abbiamo dibattuto recentemente. Le esprimo tutta la mia ammirazione per la lucida e precisa analisi sulla condizione attuale nella Chiesa. Enfin voici le risposte esaustive a due domande che ci poniamo costantemente; cosa possono fare i fedeli laici per aiutare i buoni ecclesiastici nel contesto attuale e la posizione dei tradizionalisti FSSPX nella Chiesa conciliare.
    “I fedeli laici hanno oggi un compito sacro: confortare i buoni sacerdoti e i buoni Vescovi, stringendosi attorno a loro come le pecore al loro pastore. Ospitarli, aiutarli, consolarli nelle tribolazioni. Creare comunità in cui non domini la mormorazione e la divisione, ma la Carità fraterna nel vincolo della Fede.”
    “…risulta evidente che non sono i fedeli tradizionalisti – ossia i Cattolici veri, secondo le parole di San Pio X – che devono abbandonare la Chiesa nella quale hanno pieno diritto di rimanere e dalla quale sarebbe sciagurato separarsi; ma i Modernisti, i quali usurpano il nome cattolico proprio perché esso è l’unico burocratico elemento che consente loro di non essere considerati al pari di qualsiasi setta eretica.” Che Dio la benedica e la protegga.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Dottore mi lasci vivere per quel poco che mi resta di libertà

  • Alda ha detto:

    Beccati questa caro rombo di tuono!!!!

    • Boanerghes ha detto:

      Non ho capito se si riferisce a me.
      Boanerghes significa figli del tuono.
      Rombo di tuono è invece:
      1 il soprannome dato al grande attaccante del Cagliari e della nazionale Gigi Riva
      2 un film il cui protagonista è il famoso Chuck Norris, conosciuto come Ranger Walker nella famosa serie 🙂

  • Dino Brighenti ha detto:

    fra pochissimo i ” bergogliani “per portare fuori il “culo ” dal vaticano dovranno chiedere il permesso ad allah

  • LORIS ha detto:

    Mamma mia che chiarezza e freschezza in queste parole di mons. Viganò! Un articolo davvero importante che pone le basi per una “resurrezione”, come dice lui, della vera Chiesa! Grazie

  • Lorenzo ha detto:

    Una risposta dotta, esaustiva e ampiamente soddisfacente a molti quesiti che mi stavo ponendo.. questo scritto è una Grazia del Signore.. non ho parole per esprimere la mia gratitudine, è confortante apprendere che non si è soli in questa lotta, per riformare la Chiesa dall’interno, senza mettere in discussione l’autorità, ma il” modo in cui essa viene esercitata”.

  • Enrico Nippo ha detto:

    LETTERA APERTA AI CATTOLICI ANTI-LEFEBVRIANI

    «Tutti i papi che si sono succeduti dopo il Concilio hanno mostrato un cuore aperto alla causa ecumenica e tra loro c’è stata grande continuità e coerenza. Durante i dialoghi nella carità, è diventato sempre più evidente che ciò che ci unisce è più grande di ciò che ci separa, e l’ecumenismo spirituale, cioè l’adesione profonda e concorde di tutti i fedeli alla preghiera sacerdotale di Gesù -“che tutti siano uno”- va ricordato come aspetto fondamentale. Questa preghiera mantiene sveglia in noi la consapevolezza che l’unità della Chiesa corrisponde alla volontà del Signore”. “Una delle sfide più grandi di oggi è proprio la mancanza di un consenso veramente solido sull’obiettivo dell’ecumenismo. C’è accordo sulla necessità di unità, non c’è ancora accordo su quale forma dovrebbe assumere. Abbiamo bisogno di una visione comune, è essenziale per l’unità della Chiesa. I prossimi passi possono essere intrapresi solo se abbiamo in mente un obiettivo chiaro».
    (cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, intervista a Vatican News il 5 giugno 2020).

    Qualcuno saprebbe trarre qualcosa di sensato dal nulla delle parole del cardinale di … una delle chiese cristiane che cercano “l’unità”? E già, perché la Chiesa UNA, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana è ancora da realizzare, dice l’ecumenismo inventato dal vaticano II.

    E non si capisce cosa sia questo “ciò che unisce che è più grande di ciò che ci separa”. O, piuttosto, chi non ha il lardo sugli occhi lo capisce benissimo: fumo, aria fritta, evanescenza, labilità, inconsistenza.

    Capito cari cattolici anti-lefebvriani?🙂 Voi, ancora non siete integrati nell’unità voluta da Cristo. Quindi datevi da fare e obbedite al cardinale contribuendo alla ricerca della “forma” che dovrebbe assumere questa “unità”.

    Attenti! Fino a che non sarete “uniti” ai fratelli delle altre chiese cristiane, è dubbio che quando fate la Comunione siate davvero uniti a Cristo. Come si fa ad unirsi a Cristo senza essere uniti a tutti i fratelli in Cristo? Lo dice Lui, mica io: «Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta».

    E mò che fate?🙂 Obbedite o disobbedite? Guardate che se disobbedite al cardinale disobbedite pure a Giovanni XXIII, a Paolo VI, a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI e a papa Francesco, tutti pontefici assolutamente favorevoli all’applicazione del vaticano II, quindi dell’ecumenismo, del “dialogo” con le altre chiese cristiane per cercare l’unità.

    Con sincera simpatia

    • SEI SIMPATICO, MA.... ha detto:

      Guarda che se, invece dei deliri lefebvristi, ti leggi il decreto conciliare sull’ecumenismo, vedi da te che il concilio non considera la Chiesa Cattolica disunita, ma considera i cristiani non cattolici fuori dall’unità cristiana e che lo scopo è quello di ricondurre loro nell’aveo della piena comunione con Roma e non Roma a realizzare anche per sé stessa una unità:

      “i fratelli da noi separati, sia essi individualmente, sia le loro comunità e Chiese, non godono di quella unità, che Gesù Cristo ha voluto elargire a tutti quelli che ha rigenerato e vivificato insieme per formare un solo corpo in vista di una vita nuova, unità attestata dalle sacre Scritture e dalla veneranda tradizione della Chiesa. Infatti solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è il mezzo generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà noi crediamo che al solo Collegio apostolico con a capo Pietro il Signore ha affidato tutti i tesori della Nuova Alleanza, al fine di costituire l’unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio”.

      Tu mi sei simpatico e molto; ma occorre che ti documenti meglio, altrimenti la simpatia finisce col diventare demenzialità.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Ti ringrazio molto per la simpatia che nutri per me. Veramente! Di questi tempi (ma anche da molto tempo, diciamo all’incirca 40 anni) i tipacci come me vengono schizzati via come appestati e anatemizzati in tutte le salse, oltre che considerati come deliranti e demenziali 🙂. Ma che importa? E’ il destino moderno del samurai, figura totalmente incomprensibile alle menti infarcite del nuovo umanesimo pacifista. E poi, l’importante è combattere senza stare a preoccuparsi della vittoria o della sconfitta che sono nelle mani di Dio (l’ordalia! meravigliosa prova di fede! roba da luminoso Medioevo!).

        Ora, però, permettimi di farti notare che mi rimproveri ingiustamente poiché ho iniziato la mia lettera aperta proprio con un documento, ovvero l’intervista ad un cardinale, e non ad uno qualsiasi, bensì al presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

        Non puoi non esserti accorto, e se no t’invito a rileggerlo, che tra il testo che hai citato (e che già conoscevo perché sono abbastanza documentato🙂) e ciò che dice il cardinale corre un abisso. Come ho scritto, non si capisce cosa sia questo “ciò che unisce che è più grande di ciò che ci separa”. Permettimi di consigliarti di riflettere bene sull’insidia di questo “mantra” e del quale, bada bene, il cardinale dice che “ancora non c’è accordo su quale forma dovrebbe assumere”. A quale fantomatica “forma” allude? La Chiesa cattolica ESSENDO la Chiesa di Cristo non è già completa di forma e contenuto? Che cosa stanno cincischiando gli ecumenisti?

        Molto cordialmente ti saluto e grazie ancora.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Una cosa è mgr. Lefebvre, un’altra cosa sono i neolefebvriani.
    Hanno un rapporto perverso col papato:
    – Ok, tu sei il vicario di Cristo sulla terra, ma lasciami coltivare il mio piccolo giardino in pace.
    Come Candide.
    Mi spiace, ma questo non è e non sarà mai cattolico.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Scusi, Rafael,
      ma se il Vicario di Cristo è il primo a non essere cattolico e preferisce essere ecumenista?

      • Rafael Brotero ha detto:

        Allora devi fare come don Minutella e don Roncaglia e dire con tutte le lettere: Bergoglio NON è Papa.
        Si si, no no.
        Due cose che i cattolici devono reimparare: che la menzogna è peccato e che un Cattolicesimo senza martirio è una contraddizione nei termini.

        • Michele ha detto:

          Bergoglio potrebbe anche essere papa. Potrebbe.
          Qualunque essere umano mantiene il suo libero arbitrio e non è obbligato a vivere da virtuoso o da peccatore.

          Se San Paolo ha scritto, ispirato da Dio,: “Se anche un angelo o uno di noi (collegio apostolico con San Pietro papa) vi portasse un Vangelo diverso, per voi sia anatema”, avrà avuto dei validi motivi in previsione di tempi futuri in cui tale ammonimento sarebbe stato provvidenziale.

          Ammesso che Bergoglio sia stato eletto validamente (non lo posso escludere), rimane libero di essere un fedele e umile servitore della vigna oppure un superbo consacrato che idolatra sé stesso e il mondo.
          Dio ha rispetto assoluto delle sue libere scelte; sono sicuro del fallimento del pontificato (basti vedere il crollo delle presenze alle sue udienze o la calante considerazione dei non credenti, dei commentatori laici più attenti o dei mass media), ma addolorato per le anime che si perdono per causa sua e per le ferite al Corpo Mistico di Cristo.

          Personalmente tutte le volte -troppe- in cui non ci ha ha confermato nella fede, ma ha ci ha proposto un vangelo diverso (minuscolo dovuto) ho seguito l’ammonimento certo di San Paolo e le Verità di sempre in tutta serenità.
          Non è necessario scadere dell’insulto personale (come per chiunque), basta ignorarlo quando dice e compie eresie macroscopiche: “Amoris Laetitia “, Dichiarazione di Abu Dhabi, pachamama, immigrazionismo, Lgbt-ismo, Maria “solo discepola ” senza titoli e meriti riconosciuti da secoli, misericordismo senza Giustizia…

          Conversione personale, preghiera, penitenza e adempimento cristiano dei propri doveri secondo la propria vocazione e il proprio ruolo.
          Molto impegnativo, ma, con la Grazia e l’intercessione di Maria, ce la possiamo fare.

        • Marcolino ha detto:

          …..a Brothers

          ….e poi dirci chi sarebbe il papa.

          Tosatti ma chi era quello che ha chiesto la mia radiazione dal blog? 😜

    • Adriana ha detto:

      ” Come Candide “…posso ridere ? O come Pangloss ?

      • Rafael Brotero ha detto:

        Que je sache, “il faut cultiver notre jardin” sont les derniers mots de Candide, ouvrage et personnage.
        Mais le rire est libre, bien sûr.
        ;))

        • Adriana ha detto:

          Rafael ,
          vuole farmi capire che l’ha letto ? Très bien . Ma l’ha compreso ? Oppure le piace ,o le conviene adattarlo ai casi suoi ?.
          In ogni modo …grazie per la Liberalità del riso, dato che oggi :
          ” Cortesia, Cortesia, Cortesia vo’ chiamando e da niuna parte mi risponde “…

    • Michel Berthoud ha detto:

      Buongiorno RAFAEL BROTERO,
      I neolefebvriani non esistono, ci sono i lefebriani tout court e non ce nessun rapporto perverso col papato, tutto è scritto ed è stato detto.
      P.S.
      Il racconto filosofico di Voltaire non è attinente.

      • Rafael Brotero ha detto:

        Mgr. Marcel Lefebvre non accetterebbe mai una alleanza con Bergoglio, come i neolefebvriani che, quando sentono qualcuno dire che il mentecatto pampero non è Papa, mandano cantare un Tu es Petrus nel principio della messa. Incredibile ma vero.

  • Speranza ha detto:

    Concordo pienamente sull’apprezzamento di Mons. Lefebvre (e mi fa piacere che lo esprima S.E. Mons. Viganò) e credo che la FSSPX sia ormai l’unica diga capace di resistere e respingere l’avanzata incontrollabile dell’eresia dilagante all’interno della Santa Chiesa. Cacciare i demoni, però, richiede sì preghiere, ma soprattutto potenti esorcismi. Chiediamoci perché mai in quell’infausto 26 settembre del ’64 dal Vaticano venne il oerentorio ordine di sopprimere le preghiere leoniane.

  • Hierro1973 ha detto:

    E’ triste accorgersi solo nel 2020 che Lefebvre aveva ragione su tutta la linea già da 40/45 anni fa….

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Hierro 1973, si può considerare triste da una parte, ma dopo una prima tristezza di può benissimo provare tanta gioia e gratitudine perché la fsspx esiste. Perché il Signore l’ha suscitata, sostenuta e fatta crescere. È una prova vivente, all’interno del Suo Corpo, di quanto grande sia l’amore Dio per la Sua Chiesa. E anche della Sua giustizia. Della Sua eterna preveggenza e provvidenza, perché arriviamo a conoscere che Egli tutto dispone per mantenere le Sue promesse, compresa quella per cui le porte dell’inferno non prevarranno. Ripeto, gioisca e non si preoccupi, chi ora non capisce, o non vuole, avra’ tempo per capire.

    • Marcolino ha detto:

      C’e’ da sperare lo elevino a papa. Annullera’ il concilio Vaticano II e aprira’ gli archivi sulla Orlandi.