CONTRO IL DDL LIBERTICIDA ZAN, DOMANI IN PIAZZA DA MILANO A PALERMO.

10 Luglio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ben volentieri pubblichiamo il comunicato di Pro Vita e Famiglia relativo al primo giorno di mobilitazione contro il Disegno di Legge liberticida San-Scalfarotto sulla omotransfobia in discussione in Parlamento. Buona lettura. 

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Omofobia, Pro Vita e Famiglia: “Al grido di #Restiamoliberi, domani tutti in piazza: da Milano passando per Bologna fino a Palermo”

“Ci siamo. Da domani 11 Luglio i cittadini italiani scenderanno in piazza contro il pdl Zan Scalfarotto sull’omotransfobia al grido di #Restiamoliberi! Nonostante il weekend estivo e il caldo torrido, da Milano a Bologna fino a Palermo migliaia di persone si mobiliteranno nelle principali piazze delle loro città contro il bavaglio imposto da questa legge liberticida e incostituzionale” hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus.

“Un NO chiaro e netto contro il tentativo di imbavagliare associazioni, milioni di persone tra cui cattolici, pentacostali e non solo. La legge Zan-Scalfarotto sull’omofobia politicamente è un obbrobrio, giuridicamente abolisce lo Stato di diritto e moralmente è inaccettabile. Una dittatura arcobaleno che alla faccia di combattere le discriminazioni, discriminerà tutte le opinioni ‘dissidenti’” hanno continuato Brandi e Coghe.

“Per vedere le piazze che domani, 11 luglio, si mobiliteranno (fino al 25 luglio) si può consultare il link https://www.restiamoliberi.it/elenco-citta/. Si va da Piazza San Carlo al Corso a Milano dove la manifestazione è prevista per le ore 16 fino alla città di Bologna alle ore 19.30 che vedrà protagonista piazza San Domenico. Poi ci sono piazza San Lorenzo a Firenze alle ore 21, piazza Berlinguer a Napoli alle ore 11, piazza Verdi a Palermo alle ore 17 e a Cagliari alle ore 19 la manifestazione sarà al Bastione di San Remy. Ma è solo per citare alcune piazze. Liberi di manifestare il nostro pensiero, liberi di pensare diversamente dall’indottrinamento che  ci vogliono imporre, liberi di dire la nostra. Poi 16 il luglio a piazza Montecitorio anche la Capitale alzerà la testa” hanno concluso Brandi e Coghe

Roma, 10-07-2020

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4 commenti

  • EquesFidus ha detto:

    Nel frattempo, lo sciagurato governicchio liberal-comunista che governa questo Paese, sempre più martoriato, ha trovato la soluzione: prorogare lo stato di emergenza a tempo indefinito. Loro dichiarano fino al 31 dicembre (ancora 5 mesi!), ovviamente questi saranno prorogabili a loro volta qualora dovesse esserci ancora qualche focolaio e così via. L’obiettivo, affatto nascosto, non è quello di ripristinare il più presto possibile il tessuto sociale e produttivo del Paese, quanto tenere in piedi il governo fino al 2022, cioè fino a quando potranno blindare le elezioni di un nuovo Presidente della Repubblica: a quel punto, si potrà andare alle elezioni, tanto un governo di destra, qualora dovesse vincere e riuscire ad affermarsi, si troverebbe di fronte a dei pesanti ostacoli che renderebbero il Paese ingovernabile, costringendolo a tornare ad elezioni.
    Il più importante ostacolo, ovviamente, sarebbe l’elezione di un Presidente della Repubblica dichiaratamente di sinistra, anzi: più è di sinistra, possibilmente rivoluzionaria ed ammanicata coi partiti di sinistra al potere, meglio è. Dopo Napolitano, dovremmo sorbirci un altro avanzo del PCI, del PD, del PSI o derivati. Poi, nel fortunato caso in cui gli odiati “sovranisti” riuscissero a vincere le elezioni, si troverebbero dinanzi ad un Paese nello sfacelo: non è un caso, infatti, se l’Unione Europea non vuole elargire aiuti sicuramente fino al 2021, probabilmente fino al 2023. Qualunque forza di destra (per davvero, non i liberali alla Berlusconi che, infatti, stanno amoreggiando col PD) andasse al governo in quel periodo si troverebbe tra l’incudine di un presidente dichiaratamente ostile, che farebbe di tutto per ostacolarla, ed il martello, cioè un Paese ormai fallito e sull’orlo della bancarotta, con la troika che ha preso de facto il potere. Lo scopo, d’altra parte, è questo: si gioca sulla pelle degli italiani e si ostacola la ripresa con l’obiettivo di blindare il Paese fino al 2030 con governi liberal-comunisti, forse anche dopo.
    L’ho detto mesi fa: questa epidemia (ora chiamata “pandemia” perché suona più minaccioso) è stata benedetta da grillini e piddini. Un partito liberale (il primo) in caduta netta ha così potuto recuperare consensi, ed un partito comunista (il secondo) ha potuto andare a governare pur non avendo i numeri. In tutto questo si infila Italia Viva, la via di mezzo renziana e politicamente corretta asservita all’insaziabile sete di potere del suo fondatore. Tutti questi soggetti, ed altri minori ma della stessa area politica e satelliti degli stessi partiti (vedi i fallimentari +Europa e similari), stanno ringraziando in ginocchio per quanto avvenuto in questi mesi, ne godono perché ha permesso loro di instaurare una dittatura de facto, la cui fine avverrà quando decideranno loro (quindi, nelle loro intenzioni, non prima del 2022). In realtà, pregano che il vaccino arrivi più tardi possibile, quantomeno quanto basta per iniziare il controllo di massa dei cittadini, fare accordi vantaggiosi (per loro) con la Cina e, se possibile, riuscire ad arrivare perlomeno alle elezioni del Presidente della Repubblica. Il tutto, ovviamente, promuovendo tutte le leggi per ciò che loro reputano un reato, di cui l’oscena proposta di legge Zan-Scalfarotto è solo la punta dell’iceberg.
    Dobbiamo combattere virilmente, non c’è altro modo: smettiamola, noi cattolici, di dividerci! Smettiamola, noi cattolici tradizionali (quindi realmente tali) di dividerci: divisi possiamo essere facilmente annientati e distrutti uno ad uno, possiamo farcela solo se restiamo uniti e facciamo quadrato. Non devono più esistere le fazioni e gli schieramenti in lotta fra loro: quando qualcuno propone o persegue un’iniziativa contro queste leggi e le deformità legislative che stanno portando a rapidi passi questo Paese verso la dittatura, dobbiamo ingoiare i rospi e mettere da parte gli interessi personali ed avanzare come un sol uomo, indipendentemente da chi propone certe cose! Questo liberali e comunisti lo hanno capito, perché noi no? Perché ci devono essere mille fazioni (i pliniani, i dematteinani ecc…) e non si riesce mai ad unirsi? Possibile che non capiamo che, per quanto possano essere diversi i nostri interessi, il nostro unico scopo deve essere il Ripristino, il primato della carità nella verità? Possibile che non si capisca che a volte bisogna ingoiare i rospi ed associarsi anche a persone che ci stanno personalmente antipatici, e non ci si ricorda che la Carità è paziente e benigna? Se non riusciremo ad unirci ed a fare quadrato, a denunciare le storture ed a fare fronte comune, denunciando questi soggetti nelle sedi istituzionali appropriate, combattendoli nelle strade, manifestando, facendo ostruzionismo alle loro iniziative ed alle loro leggi pelose e liberticide, alla fine non avremo nemmeno le catacombe dove ritirarci, perché riusciranno a tracciarci anche lì! Cominciamo in questi giorni, andando nelle piazze, facendo quadrato contro la Zan-Scalfarotto: non ci piace Azione Cattolica? Bene, non piace nemmeno a me, ma ci andrò! Non m’interessa, perché questa battaglia è più grande delle mie antipatie, motivate o meno che siano!

  • Creazionista ha detto:

    Caro dott. Tosatti,
    Che ne direbbe di promuovere una campagna di telegrammi al presidente della repubblica con la frase “no alla dittatura LGBTQ”?
    Come reagirebbe se ne ricevesse qualche milione? Forse sarebbe meglio che un raduno tipo family day, oggi improponibile.
    Peraltro ricordo che una quarantina di anni fa lessi che c’era una legge che consentiva di inviare gratis un telegramma al pdr, ma non ne presi nota. Forse è stata soppressa, o forse solo dimenticata, qualche avvocato potrebbe confermare.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Nulla di più razzista dell’antirazzismo della sinistra: strumentalizza i popoli africani, di cultura fortemente e orgogliosamente omofoba, legandone i diritti all’ideologia gender