DDL OMOTRANSFOBIA. SE LA CENSURA È PROGRESSISTA TUTTO OK…

13 Giugno 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre si sta svolgendo la battaglia per far passare un disegno di legge liberticida, probabilmente incostituzionale (vedi art. 21) e di sostanziale censura grazie al grimaldello di una presunta discriminazione nei confronti degli omosessuali (ché ormai se discriminazione esiste, è rivolta a chi esprime pareri non conformi sull’argomento, specie nel campo dell’arte e della cultura) Luca Del Pozzo ci illustra come questo ennesimo tentativo liberticida di un governo e di una maggioranza parlamentare che non rispondono più al Paese faccia parte di un panorama più vasto di attacco alla nostra civiltà. I neretti dell’articolo sono nostri. Buona lettura. 

§§§

Che anche in Italia sia in atto, e non da oggi, una guerra ideologica condotta dai volenterosi gender-mi dell’omosessualismo, è un dato di fatto che solo un cieco potrebbe non vedere (e spiace dirlo, ma pur plaudendo alla nota della Cei, per quanto forse tardiva, di ciechi che non vedono o fanno finta di non vedere in nome di una malintesa accoglienza o, peggio, misericordia, ce ne sono parecchi anche tra i cattolici).

E i vari disegni di legge in discussione in parlamento che vorrebbero sanzionare l’omotransfobia sono solo una tappa ulteriore, certo non l’ultima, di un disegno più ampio, una lotta senza quartiere i cui teatri sono principalmente tre: i parlamenti, appunto, per imporre leggi e norme; le scuole e le università, per plasmare i cervelli; i mezzi di comunicazione, le arti e lo spettacolo, per diffondere e consolidare usi e costumi dell’uomo nuovo.

Con un obiettivo comune, in primis culturale, ossia cambiare la percezione sociale dell’omosessualità, che puntualmente e quotidianamente viene perseguito manu militari nelle scuole, nei giornali, al cinema, in tv, nella pubblicità, nella moda, nella musica, nell’arte, eccetera eccetera, al punto che non esiste ambito o attività umana che non sia presidiato da avamposti samesex (e questo, sia detto en passant, con buona pace del fatto che i gay sarebbero discriminati; forse un tempo, ma ora di sicuro non più. Che, anzi, se possibile si sta imponendo a tutti i livelli una discriminazione di segno contrario, il che rende oltremodo indigeribile questa solfa dell’omofobia).

Basta ricordare quanto accaduto neanche tanto tempo fa nelle scuole di Trieste, Roma, Milano, Venezia, Bologna, Treviso, Perugia, ecc., con gli episodi di “educazione sessuale” che in realtà erano tentativi di indottrinamento gender, tutti ampiamente documentati; o dare un’occhiata anche svogliata ai volumi della casa editrice “Lo Stampatello” (ma ce ne sono molte altre), specializzata in testi scolastici, tipo: “Perché hai due papà?” oppure “Piccola storia di una famiglia … perché hai due mamme?”; e gli  gli opuscoli “Educare alla diversità a scuola”, prodotti dall’Istituto Beck su incarico dell’Unar (ovvero Dipartimento Pari Opportunità, ovvero Governo) diffusi alla chetichella a febbraio 2014 per poi essere ritirati in fretta e furia dopo che si scoprì chi c’era dietro, ovvero 29 associazioni Lgbt?

Oppure ancora il documento “Standard di educazione sessuale nelle scuole”, diffuso dalla sezione europea dell’OMS a novembre 2013, che per i bambini da 0 a 4 anni prevede il “diritto di esplorare le diverse identità di genere” e di essere informati “sul piacere nel toccare il proprio corpo e sulla masturbazione precoce” (leggi bene: ma-stur-ba-zio-ne-pre-co-ce, per bambini da 0 a 4 anni). E potremmo continuare a lungo. Pochi esempi che stanno lì a dimostrare come dietro a concetti come “contrasto al bullismo”, “lotta contro l’omofobia”, “educazione alla diversità” – tutti nobili e condivisibilissimi ma che vengono usati a mo’ di “scudi umani” dal politically correct – si celi un’ideologia che punta a riscrivere la grammatica sessuale e di genere prescindendo dal dato di natura, operazione che fa tutt’uno con il tentativo, in parte già riuscito, di scardinare e soppiantare l’antropologia classica con una radicalmente irreligiosa.

Per questo ben vengano la note della Cei, e meglio ancora le dichiarazioni del vescovo di Ventimiglia-San Remo che con vera parresìa ha chiamato le cose per nome. Ma non basta. Tra l’altro, si tratta di una battaglia di civiltà che riguarda tutti, nessuno escluso; chiunque, infatti, laico o cattolico o di qualunque altro credo, abbia a cuore la libertà di parola e di pensiero dovrebbe alzarsi e protestare, opportune et inopportune, contro un disegno liberticida e con un pungente retrogusto totalitario che spalencherebbe le porte ad uno stato di polizia-pulizia del pensiero.

E per difendere e tutelare innanzitutto coloro che rischiano di essere le vere vittime di questa follia: i nostri figli. Chiudo con le parole di un intellettuale che in questa come in altre circostanze di certo non si sarebbe accodato alla vulgata mainstream; parole oltretutto quanto mai attuali anche per altre questioni, come l’antirazzismo ideologico distinto e separato da quello giusto e sacrosanto, o la damnatio memoriae nei confronti di monumenti libri film e chi più ne ha più ne metta, tutti fenomeni accomunati dall’essere esempi diversi di un’unica realtà, il fatto cioè che nel mondo si sta imponendo – curioso no? – una sorta di Dito Medio del politicamente corretto al cui confronto il tanto vituperato Indice dei libri era acqua fresca.

Non solo. Ma fintanto che era la Chiesa a proibire, dagli a quei puzzoni, retrogradi e ottusi dei cattolici; se sono invece lorsignori progressisti a mettere al bando, a censurare pensieri parole e opere (verrà anche il tempo delle omissioni, tranquilli), a imporre linguaggi e costumi, a dirti quello che puoi dire e come , e quello che non puoi dire e come, beh in questo caso è diverso, vuoi mettere? Anzi siamo finalmente giunti all’alba di una nuova era, un’era di libertà, di fratellanza, di tolleranza…

Ecco, il testo che segue è dedicato giustappunto a ultras, seguaci, sacerdoti e sacerdotesse della tolleranza, buona lettura.  “La tolleranza – sappilo – è solo e sempre puramente nominale…E questo perché una «tolleranza reale» sarebbe una contraddizione in termini. Il fatto che si «tolleri» qualcuno è lo stesso che lo si «condanni». La tolleranza è anzi una forma di condanna più raffinata. Infatti al «tollerato» – mettiamo al negro… – si dice di fare quello che vuole,…che il suo appartenere ad una minoranza non significa affatto inferiorità…Ma la sua «diversità» – o meglio la sua «colpa» di essere diverso – resta identica sia davanti a chi abbia deciso di tollerarla, sia davanti a chi abbia deciso di condannarla”. Ah, ho dimenticato l’autore: si chiamava Pier Paolo Pasolini.

Luca Del Pozzo

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14 commenti

  • Stefano ha detto:

    La foto pubblicata a corredo dell’ articolo è largamente esaustiva circa il reale grado mentale e culturale dei promotori e sostenitori di tale proposta di legge. Ogni ulteriore considerazione è semplicemente superflua. Fermo restando l’assoluta necessità di opporsi in tutti i modi a simili corrotti,farabutti e depravati.

  • don Sandro ha detto:

    Gentile Sig. Tosatti, mi scuso se questo mio scritto non è propriamente un commento all’articolo letto, ma non saprei come mettermi in contatto, se non, appunto, con la rubrica commenti!
    Le scrivo ancora una volta, perché c’è un argomento che mi sta molto a cuore e, purtroppo, credo sia un po’ alla base dei nostri rapporti umani.
    Mi riferisco all’incapacità di dialogare.
    Credo che tutti ci rendiamo ben conto che, quasi sempre, quando si incontrano due o più persone per discutere su qualche cosa, a meno che non siano della stessa identica idea (qualche volta anche troppo!), si crea una cortina impenetrabile tra gli interlocutori.
    Io dico una cosa e l’altro ne dice un’altra. Mentre lui parla io penso già a quello che gli devo “contestare”, senza davvero cercare di “ascoltare” i suoi argomenti.
    Non si tratta, logicamente, di dover sempre accettare l’opinione degli altri: a volte magari sì, perché se in qualche occasione riesco ad aprire le orecchie e il cuore a quello che dice l’altro e mi accorgo che ha ragione, posso cambiare idea senza per questo sentirmi o essere tacciato di essere una banderuola.
    Ma il punto che vorrei centrare non è tanto il fatto di avere ragione io o l’altro!
    C’è qualcosa a monte, qualcosa che, se non accetto, senza alcun dubbio non si giungerà a scoprire la verità, mai! E questo “qualcosa” è, appunto, la capacità di ascoltare l’altro.
    Guardate i politici: sono l’esempio classico di come sia inutile il confronto!
    Il politico A dice la sua idea. Il politico B, che ne ha una completamente diversa, parte dal preconcetto (perché tale è), che A sia un perfetto imbecille e anche se dovesse dire che la terra
    è rotonda, per principio, sta sbagliando!
    Quando B ribatte ad A, non lo fa nel tentativo di capire, insieme, dove sta la verità: vuole semplicemente demolire la tesi di A che, nel frattempo, con lo stesso meccanismo, non ascolta neanche quello che B sta dicendo: tanto è sicuramente sbagliato.
    È un serpente che si mangia la coda!
    A me è capitato spesso di cercare un confronto dialettico con altre persone e sempre ho la sensazione, per non dire la certezza, che tutti siamo prevenuti, da una parte e dall’altra!
    Il più delle volte, quando alla fine di un mio discorso mi dicono: “Hai torto” (mai in questa forma e con questa educazione), giustificano questa affermazione, con il fatto che “io mi sto arrampicando sui vetri e mi dimostro testardo”.
    Potrà anche essere vero, accidenti, ma perché io non devo dire la mia se è quello che penso? Perché dovrei adattarmi a fare cose che vogliono gli altri o dire cose che vogliono sentire, solo perché “loro la pensano così?” e sempre loro “sono nel giusto”?
    Altro argomento principe è “la pensano tutti così, tu solo no”.
    Benissimo (anche se fosse vero, ma non ne sarei così persuaso): ammettendo pure che tutti pensino in una maniera e io diversamente, perché dovrebbe per forza essere sbagliata la mia idea? Forse perché l’unione fa la forza?
    Anche Galileo affermava che la terra gira attorno al sole e non viceversa ed era il solo a farlo o per lo meno uno dei pochi ad avere il coraggio di dirlo apertamente: poco ci mancò che lo mandassero al rogo!
    Per fare un esempio: anche se non sono un grande amante della carne da mangiare, e spesso non capisco proprio i vegetariani e meno ancora i vegani, non riesco proprio a capire quelli che
    li criticano. Se uno ha le sue idee e vive coerentemente, perché lo devo mettere in croce?
    Magari mi lamento perché se ne invito uno a casa mia, non so come preparargli qualcosa che “faccia colpo” ma questo dipende dal fatto che vogliamo sempre fare bella figura e un misero (per noi) piatto di cereali, ci sembra un insulto alla ragione. Ma per lui, quel piatto è come per me una lasagna al forno!
    Voltaire diceva questa bellissima frase: Non sono d’accordo con quello che dici, ma sarei pronto a morire per lasciartelo dire” (la citazione è a senso, non ricordo le esatte parole)!
    Che bello! Che indice di apertura mentale e grandezza d’animo!
    Proviamo, ve ne prego, a metterci comodamente seduti ad ascoltare qualcuno che ha idee diverse dalle nostre. Ripeto: non è che alla fine mi devo essere convinto per forza che quello che dice è vero e giusto! Ma devo imparare ad ascoltare e capire quello che l’altro vuole dirmi, anche se poi rimarrò della mia idea!
    Si eviterebbero così tanti conflitti e, forse, anche tanti mal di pancia!

    • Enrico ha detto:

      Caro don Sandro,

      “dialogo”, “confronto” … termini sessantottardi che circolano da decenni e i risultati si vedono.

      Quaratant’anni addietro frequentavo l’allora mia parrocchia in cui c’era un giovane animatore con look marxista che dirigeva il bollettino parrocchiale intitolato “Il confronto”. Stendo un velo pietoso sulle baggianate con cui lo riempiva (con l’acquiescenza del parroco).

      Che vuol dire “trovare insieme dove sta la verità”?

      Ha visto cosa hanno provocato in seno alla Chiesa il “dialogo” e il “confronto”?

      Lei dimentica che c’è, almeno nella Chies,a un Magistero bimillenario che non può essere oggetto di “dialogo” e di “confronto” bensì solo di insegnamento e approfondimento, parola, quest’ultima, causa di sfacelo grazie al vaticano II, che grazie alla pastorale l’ha trasformata in “cambiamento”.

      E poi che fa? Il volterriano? A parte che è dubbio che la frase da lei citata sia proprio di Voltaire.

      Da quello che scrive Lei sembra essere un ammiratore degli enciclopedisti illuministi. Forse anche ammiratore del Terrorista Robespierre.

      E allora, visto che Lei è per il “dialogo” e il “confronto”, e dato che l’ho ascoltata (letta) molto attentamente, Le dico che , secondo il mio … democratico parere, Lei, come don, è completamente fuori strada.

    • Diana ha detto:

      Voltaire quella frase non l’ha mai detta padre, anzi era solito ripetere “écreasez l’infame”, schiacciate l’infame, intendendo con l’infame la Santa Chiesa e lo stesso Signore Gesù Cristo.
      Questa fissazione che avete dal Vat II sul “dialogo”, perdoni la franchezza, è un feticcio. Dialogare con l’altro con la carità che lei giustamente raccomanda è utile se gli interlocutori hanno per obiettivo la Verità, altrimenti è pura retorica, pura ideologia di cui, spiace dirlo riempite pile di documenti usciti fuori da sinodi, conferenze episcopali, commissioni teologiche ecc mentre la gente (e molti preti) non conosce più il catechismo.

      • Diana ha detto:

        E quanto a Galileo, che fu condannato non perché la terra gira attorno al sole, ma perché diffuse al grande pubblico questa sua TEORIA, che sarà provata soltanto con Newton, e che all’epoca avrebbe scosso la fede di molti, come lo sarebbe per noi la scoperta di altri pianeti abitati, non rischiò mai il rogo. La sua pena furono tre mesi di domiciliari a casa di Piccolomini, un suo amico, e la recita dei salmi penitenziale, che egli delegò alla figlia claustrale, com’era d’uso.

    • Maria Cristina ha detto:

      Proviamo a metterci tranquillamente seduti ed ad ascoltare chi ha idee diverse dalle nostre…si eviterebbero così tanti conflitti! dice don Sandro. Certo, potrebbe andare bene nelle discussioni filosofiche astratte o anche politiche.
      Ma sulla morale? Sinceramente io mai mi metterei tranquilla o pacifica a dialogare con chi sostiene la liceita’ di cose come pedofilia, incesto, cannibalismo.o anche per rimanere a cose meno estreme con chi sostiene l’utero in affitto.
      Ci sono delle verita’ morali su cui il dialogo non puo’che portare a un compromesso ma il compromesso e’peggio della sincera contrapposizione. Gesu’non si sedette comodamente a dialogare e a fare dialettica con gli scribi e i farisei, su questioni di morale .Non scanso’il conflitto anche aspro! Loro lo volevano uccidere ,lui li definiva sepolcri imbiancati !
      Loro avevano della morale una loro idea, che era semplicemente sbagliata.Gesu’ tento:di riportarli alla verita’.
      Così oggi i sacerdoti caro don Sandro invece di dialogare dovrebbero comportarsi come il Divino Maestro:insegnare la Verita’ ed essere disposti a dare la vita per essa.
      O forse don Sandro molti sacerdoti oggi non credono piu’che esiste la Verita’ ma solo l’Opinione e ogni opinione vale l’altra?E quindi basta stare comodamente seduti ed evitare conflitti?

    • Elton ha detto:

      Caro Don Sandro !

      Mi hanno bastato 5 minuti per trovare la phrase su Internet :” je ne suis pas d’accord avec ce que vous dites, mais je me battrai jusqu’au bout pour que vous puissiez le dire”. Ci vienne spiegato che non è di Voltaire ma di Evelyn Beatrice Hall, che disse questa phrase per esprimere il pensiero di Voltaire.
      In democrazia, anche se per Aristotele era la forma corrotta della Repubblica, esiste un “diritto” che mi ha sempre stupito: quello di essere ignoranti e orgogliosi di esserlo.
      Bella l’idea di confronto e di dialogo, ma questa soltanto se viene fatta per esaurire un argomento, non per rifare il mondo per ogni santa generazione che viene, e che crede ormai senza fare il sforzo di leggere un po’, che la verità è il suo vissuto o quello che lui crede che lo sia. Personalmente non mi batterei mai, perché un tale possa dirle. Ma anche come lo fa notare lei, neanche due vegetariani non sarebbero d’accordo tra di loro secondo che uno è alpino o della valle, riguardando una ricetta ideale. E non parliamo di vegetariani, vegani e vegetaliani per non fare scoppiare una guerra. Il fatto è che per la gente la verità non è estatica, ma credono che siano loro la mesura della verità.
      Le indico subito padre, uno che ha le idee sue e che vive coerentemente : il diavolo. Non credo che lei abbia voglia ne tollerarlo ne dialogare con lui.
      Ma per farla breve padre, secondo la sua argomentazione, è meglio che per trovare insieme la verità, in modo che tutti credono in Dio, Gesù venga ogni generazione per farsi crocifiggere, e se possibile che tutti noi, discepoli degni di San Tommaso, mettere le ditta nelle sue piaghe. Perché lei in tanto che prete cattolico, 2000 anni dopo, non può affermare che dice la verità perché semplicemente non può provarlo, perché come lei sa benissimo non c’erano i registratori e anchor’ meno i filmati.
      Lo sa perché lei ha torto e perché non è nel giusto ? Perché è la legge che dice ormai che cos’è il vero e il giusto. E molto presto padre verrà per lei o per tutti che verrano dopo di lei, il tempo di non poter dire quello che pensa vero ne giusto, e che nessuno combatterà al suo posto. Sarà un tempo di preghiera et di nascondimento.

  • Enrico ha detto:

    La nostra cara Italia in mano agli zoticoni del Pensiero Unico.

    Intanto, comsoliamoci.

    http://blog.messainlatino.it/2020/06/il-presidente-polacco-afferma-che.html

  • anonimo verace ha detto:

    Ottimo articolo, completo, chiaro ed esauriente.
    Resta la domanda : che fare ? pregare il Signore è ovviamente la prima cosa. Purtroppo però i nemici dello sviluppo sereno e felice dei nostri piccini hanno i numeri in Parlamento per approvare questa legge.
    Come sappiamo, dopo l’approvazione di una legge si può iniziare a raccogliere le firme per fare un referendum abrogativo. ma i due referendum abrogativi più importati della nostra storia , ovvero quelli sul divorzio prima e sull’aborto poi, invece di cancellare queste leggi, le hanno rinforzate. Non solo sono state approvate dal Parlamento, ma si è dimostrato che la volontà del legislatore coincideva con la volontà del popolo.
    Diciamo però che la nostra legge sul referendum sembra sia stata studiata da un Super Azzeccagarbugli, per cui devi ricordarti che se vuoi che la legge resti in vigore devi votare no, mentre se vuoi cancellare la legge devi votare sì. Un capolavoro di logica !!!
    Devo però ricordare al nostro avvocato che sembra anche essere un bravo papà, preoccupato per la sorte dei suoi piccini, che le sinistre hanno potuto affermare nella società il loro peso e diventare una forza dominante, andando in Tribunale ad ogni stormir di foglia, ovvero sommergendo i Tribunali di una mare di pratiche. Certo esiste il gratuito patrocinio, ma quanti avvocati non di sinistra lo utilizzano ?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ma siamo ancora a questo punto nel XXI secolo d.C. ?
    Persino i Camuni del V – IV millenio a.C. (millenio neh, non secolo) avevano capito che maschi e femmine erano diversi. Tant’è che nelle incisioni rupestri della Val Camonica usarono due simboli diversi. Gli uomini avevano una specie di J nel punto d’incontro degli arti inferiori, le donne no. Chissà mai perchè. 🙂

  • Adriana ha detto:

    ” Quello che per anni è stato definito Pensiero Unico sta diventando Potere Unico – grazie all’elaborazione di una nuova religione ” preterintenzionale ” . Questo Potere Unico prevede tre sostituzioni : la fede medica progressista al posto della Fede in Dio ,sacra e trascendente ; la popolazione mobile dei migranti al posto di popoli e nazioni restanti ; il Postumano secondo scienza e volontà al posto dell’uomo secondo natura e procreazione ” .( “La Verità “,12/06/2020 , Marcello Veneziani ).

  • Luigi Bonini ha detto:

    Su questo argomento ne approfitto per segnalare anche le critiche puntuali, fatte da una prospettiva peraltro non cattolica, in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=_H6AcdUOEic

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    OT all’amico Tosatti. A volte temo di ripetermi ma non ho la possibilità di verificare se un certo pensiero l’ho già espresso oppure no, se non con una impossibile ricerca in un archivio di oltre 200 pagine. Nei forum di Forumfree c’era la possibilità di fare una ricerca di questo genere semplicemente digitando in un’apposita casella un determinato nick. Non sarebbe possibile farlo anche qui? o magari c’è già e sono io che non ne sono a conoscenza ?
    Grazie se mi risponderà.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Metto i tag apposta, in modo che digitando la ricerca di un nome o di un argomento si può facilitare la ricerca.