TANTI COMPLICI (INTERESSATI) ALIMENTANO IL REGIME DELLA PAURA.

28 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, l’avvocato Giovanni Formicola prosegue con le sue riflessioni sull’emergenza da Coronavirus, un ragionamento che come vi ricordate è partito dall’esame di alcuni dati ufficiali relativi alle cause di mortalità nel mondo. Buona lettura. I precedenti articoli li potete trovare qui, e anche qui

 

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Concludo il punto 2. del precedente (il secondo) intervento di commento alla ormai nota tabella che comunque riproduco.

Ho detto di scenari da socialismo reale (l’immagine mi viene da un caro amico) – culto pubblico vietato o regolamentato amministrativamente; desolazione urbana; chiusura o grave impedimento dell’economia libera, soprattutto quella piccola che regge quasi tutto; mancanza di libertà e povertà diffusa -, oggettivamente tali, quali che ne siamo le motivazioni o pretesti, instaurati (e questo li rende viepiù socialisti) con provvedimenti illegali, come i famigerati DPCM. E lo dico senza evocare complotti o oscuri disegni all’origine, non avendone le prove (il che non vuol dire che li escluda). E’ sufficiente riflettere come il giro mentale socialista sia egemone, pure senza il nome, anche in soggetti che interpellati direbbero di non essere socialisti, anzi. Esso consiste, oltre che nella teofobia, e in conseguenza di questa, nella filosofia sociale del termitaio. Cerca, quasi istintivamente, solo occasioni per pianificare – loro dicono razionalizzare -, invadere, controllare la vita sociale, di cui detestano la libertà, la multiformità, l’indipendenza, la pluralità, in quanto limite all’ambizione connaturata allo stato moderno e quindi al politico moderno: il potere assoluto e totale. Per il quale, come insegna Aldous Huxley nel suo  Il mondo nuovo, non sono indispensabili i campi di concentramento e una qualsiasi Gestapo. Basta convincere i sudditi che è per il loro bene, quasi fattore di salvezza. E’ una mentalità, una sorta di psicologia, che Solzenicyn coglie in modo quasi perfetto nel pensiero che attribuisce al Lenin che, nel 1917 esule a Zurigo, osserva dall’alto la soggettività sociale di quella città. Pensiero tutt’altro che frutto di fantasia del romanziere, e che ben esprime l’avversione per ciò ch’è libero e molteplice, con l’intenzione di controllare e decidere, soluzione pretesa d’ogni questione sociale.  «Tutta Zurigo, senz’altro un buon quarto di milione di persone, svizzeri o emigrati da tutta Europa, si affollavano laggiù: lavoravano, stipulavano affari, cambiavano denaro, compravano, vendevano, andavano al ristorante, si riunivano attorno a un tavolo, percorrevano le vie a piedi e in carrozza, e si muovevano in tutte le direzioni, sciolta moltitudine di pensieri allo sbando. Mentre lui, in piedi qui sulla montagna, saprebbe ben dirigerli tutti, unificandone volontà e desideri» (Aleksandr I. Solzenicyn [1918-2018], Lenin a Zurigo. Capitoli, trad. it. Mondadori, Milano 1976, pp. 231-232.  Nota dell’autore a p. 287:  «I lettori che avessero a stupirsi delle espressioni di V.I. Lenin, del suo modo di ragionare o di agire potranno utilmente rileggersi quelle sue opere che sono state qui utilizzate». Segue l’elenco).

Di qui, un controllo sociale capillare, mobilitando le forze dell’ordine e forse distogliendole da altri ben più importanti compiti. Ci auguriamo tuttavia che, dopo l’esperimento “pandemia”, esso possa essere ri-convertito contro lo spaccio di droga a cielo aperto. O solo Brumotti ne è capace?

Di qui, l’apologia dell’incremento dell’intervento statalista nella sanità, nell’economia, fino a prospettare quella rapina legale ch’è una “patrimoniale”, cioè appropriarsi di parte del risparmio nazionale, che oltre ad essere il vero motore dell’economia è soprattutto quel che rimane del reddito dopo aver provveduto a sé e alla famiglia (magari con frugalità), e pagato le tasse: il prelievo forzoso è ignobile!

Naturalmente il pretesto solidaristico, la paura che paralizza la mente, l’invidia sociale che rode e corrode, impediranno una seria opposizione, se non una sana resistenza, ma procureranno plauso, specialmente mediatico, all’odiosa misura. Lo stesso avverrà per l’eventuale ulteriore espansione dello stato nella sanità, luogo in cui esso ha dato il peggio di sé in termini d’inefficienze e ruberie: i tagli di bilancio non c’entrano nulla con l’alta mortalità da Covid19 in qualche segmento d’Italia, perché il disservizio della sanità pubblica, salvo poche eccezioni, le è intrinseco. Essa dovrebbe essere solo sussidiaria a quella sociale, che peraltro non è solo imprenditoriale, basti pensare a quale fu, prima di certe leggi, la qualità e la gratuità dell’assistenza sanitaria ecclesiale.

Insomma, l’emergenza sanitaria in atto ha indotto i politici a seguire questa loro inerzia verso l'”unificazione di volontà e desideri” nella società civile, e non di meno la loro tendenza teofobica e cristofobica, dilatando illegalmente il proprio interventismo e i propri poteri. E quindi, non parendo loro vera un’occasione simile, l’hanno colta al volo. Senza tuttavia che si possa escludere il fattore-paura personale che l’emergenza assumesse dimensioni come quelle dell’influenza detta “spagnola”, che secondo qualcuno provocò oltre cinquanta milioni di morti, in una popolazione mondiale minore e fiaccata dall'”inutile strage” della prima Guerra Mondiale.

Comunque, mi vien fatto di pensare che sotto sotto a certi politici e alle virostar forse dispiacerebbe se questo virus, come ritiene il professor Giulio Tarro, fosse stroncato o fortemente indebolito dal caldo. Potrebbero perdere il loro superpotere extracostituzionale e il balconazo di cui ho detto, anzi ha detto Marco Tosatti, i politici; e le comparsate da duemila euri più IVA ogni dieci minuti su skype, le virostar.

E quanto a queste ultime, hanno commesso numerosissimi errori (a cominciare dal “rischio zero” di contagi affermato recisamente da uno di loro, il che però non gli ha causato il discredito universale che avrebbe meritato), e parlano solo pro domo sua, assillando chi non spegne la televisione – anzi l’accende con voluttà – con pareri discordi e spesso fantasiosi, ma sempre prospettando catastrofi o giù di lì, senz’ammettere che, proprio come questa discordia di pareri dimostra, a virus nuovo corrisponde ignoranza degli esperti. Ma ammetterlo comporterebbe un vuoto di cassa e di protagonismo mediatico.

Invece, occorrerebbe riconoscere che la vera misura di contenimento è stato l’eroico prodigarsi e sacrificarsi, fino all’immolazione in tanti casi della vita, da parte di medici, infermieri, volontari in prima linea in quelle zone in cui effettivamente la Covid19 ha colpito ferocemente.

Mentre di taluni politici bisognerebbe ricordare detti e condotte – “Milano non si ferma”, l’aperitivo in piazza ostentato – che se di altri, e non dei democratici Sala e Zingaretti, avrebbero immediatamente indotto qualche procura ad iscriverli nel registro delle indagini per epidemia colposa.

Come ho già detto, a fronte d’un simile disastro non ci sono numeri che lo giustifichino neppure lontanamente. Né vale dire che esso è stato necessario affinché tali numeri rimanessero, come sono rimasti, nell’ordine dello zero virgola, o dello zero virgola zero e qualche unità per cento (nella mia regione i decessi attribuiti a Covid19 sono nell’ordine di otto ogni centomila abitanti, lo 0,008%: quanti saranno i “decessi” sociali, per non dire i suicidi e le malattie per immuno-depressione da povertà e paura del futuro?). E’ un’affermazione non solo non provata in nessun modo, ma – e anche adesso mi ripeto – smentita dai dati provenienti da dove tali scenari da socialismo reale non sono stati aperti, come in Svezia e in generale nel Nord Europa. Infatti, i numeri assoluti dicono poco: è la percentuale sulla popolazione che conta. Così i dati tanto enfatizzati dei contagiati e dei morti che riguardano USA e Brasile – forse c’entrano i rispettivi presidenti, poco amati dall’establishment mediatico? Ma no, che cosa dico! -, vanno espressi in rapporto alla popolazione, il che comporta che per compararli a quelli italiani questi dovrebbero essere moltiplicati rispettivamente per sei e per quattro.

Intanto, non si smette di alimentare la grande paura e, salvo qualche eroica saggia eccezione, troppi uomini di Chiesa sembrano la retroguardia di una marcia verso l’abisso morale e sociale. Ma ne parliamo nel prossimo intervento.

Giovanni Formicola

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10 commenti

  • GMZ ha detto:

    …e poi ci sono tutti i “malati di serie B”; ovvero quelli che, non potendo vantare tamponi positivi ma solo sciocchezzuole quali cardiopatie, tumori e altre amenità del genere, si sono visti ritardare visite e controlli, e tutto questo ha tragiche ricadute.
    Altroché “modello Italia”.

  • stefano raimondo ha detto:

    Alla base della psicosi post-coronavirus c’è il rifiuto dell’idea della morte.

    A Roma, città quasi a zero contagi, qualcuno gira con guanti, mascherina e mascherina di ricambio: ma questi pensano di non morire mai più?

    • Ateo Devoto ha detto:

      Girano con mascherina e mascherina di ricambio…. poi a casa fumano parecchie sigarette al giorno, mangiano cibi spazzatura e pieni di grassi e colesterolo, viaggiano in macchina senza allacciarsi le cinture di sicurezza.
      LOL !!!!

  • Rafael Brotero ha detto:

    Impressionante. Lockdown fino a 90 volte più mortifero del coronavirus:

    https://www.infowars.com/study-lockdown-will-destroy-at-least-seven-times-more-years-of-human-life-than-it-saves/

    Questo negli Stati Uniti. In paesi poveri, il Lockdown sará molto più letale.

    • Cretinetti ha detto:

      L’affermazione che l’isolamento domestico sia più pericoloso del virus, è tutto da dimostrare. Le ricordo che la speranza cristiana è, esattamente il contrario della depressione, speranza che però non può esistere se non c’è fede.

      • Grog ha detto:

        Se é per questo è tutto da dimostrare anche che l’isolamento domestico sia servito a qualcosa (tranne che ad uccidere l’economia, questo invece è ampiamente dimostrato).

        • Anonimo verace ha detto:

          La certezza scientifica era che gli anziani in genere e soprattutto quelli con altre patologie fossero le vittime predilette del virus. Quindi la cosa giusta da fare per prevenire il contagio era quello di mettere loro in isolamento domestico.

          • Grog ha detto:

            Gli anziani sono sempre stati le vittime predilette da qualsiasi virus. Non per questo in passato si è messa sotto chiave un’intera nazione.

      • Rafael Brotero ha detto:

        È vero. La depressione non è cristiana. Forse proprio per questo il lockdown illuminato, che proibisce le messe e rovina la vita dei più piccoli, sta causando una pandemia di depressione e di suicidio in tutto il mondo.
        Cito l’articolo del link, che lei sicuramente ha letto integralmente prima di criticare:

        As we highlighted earlier, psychiatrists wrote 86% more prescriptions for psychotropic drugs, including antidepressants, during the lockdown months of March and April compared to January and February.