DANIEL MITSUI: SATANA È PIÙ RAFFINATO DI NOI. LA CHIESA È DEBOLE.

1 Febbraio 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilum curiali, un lettore e amico del sito mi ha mandato, tradotto, un articolo di un sito web sempre molto interessante, https://caminante-wanderer.blogspot.com/ scritto da un artista, Daniel Mitsui. “Le invio la sua traduzione perché è un testo veramente speciale, attuale e confortante, brillante. Lo pubblichi – se vuole – perché credo che possa essere di beneficio per tutti i suoi lettori ‘alquanto’ inquieti”.

E noi ben volentieri assecondiamo questa proposta. Su internet c’è questa nota sull’autore:

“L’artista Daniel Mitsui è nato in Georgia, USA, nel 1982, ed è cresciuto in Illinois. I suoi disegni a inchiostro meticolosamente dettagliati, realizzati interamente a mano su carta o pergamena di vitello, sono conservati in collezioni di tutto il mondo. Dal suo battesimo nel 2004, la maggior parte delle sue opere d’arte è stata di argomento religioso. Daniel vive nel nord-ovest dell’Indiana con la moglie Michelle (cantante classica e direttrice del coro) e i loro quattro figli. (http://www.danielmitsui.com/)”.

§§§

…Tra certi cattolici c’è una sorta di facile ottimismo sul prossimo futuro della Chiesa: l’aspettativa che se le cose si mettono male, Dio ci darà nuovi santi e nuovi eroi e geni per rendere tutto di nuovo buono. È un’aspettativa che ciò avvenga naturalmente.

Ma la promessa contro le porte dell’inferno era solo una promessa di vittoria finale, non di stabilità e di conforto nel nostro tempo. Se la Chiesa deve sopravvivere, sopravviverà occasionalmente come nelle catacombe romane, nelle grotte del Libano, nei pozzi dei dissenzienti inglesi o nelle isole Goto. A volte sopravvive nonostante le impressionanti defezioni materiali in circostanze disperate. La speranza non sarebbe una virtù se fosse facile.

Agli ottimisti piace citare un capitolo dell’Eterno Uomo di Chesterton sulle cinque morti della Fede e sulla sua inspiegabile resurrezione ogni volta. L’implicazione, naturalmente, è che questo è ciò che accade sempre. Non ho mai pensato che questo fosse uno degli argomenti più convincenti di Chesterton; se fosse stato un assiro e non un inglese, avrebbe corretto il capitolo, perché in Assiria la fede è morta cinque volte senza mai tornare in vita.

Comunque dire questo non è esattamente giusto; alcuni fedeli assiri esistono ancora oggi, e alcuni buoni cristiani sono esistiti in ogni epoca di morte indicata da Chesterton. Quando parla di una morte della Fede, non ha mai voluto dire che essa sia scomparsa, ma che abbia cessato di essere sana, vibrante e influente. Non è stata una crisi del cristianesimo, ma della civiltà cristiana.

Inoltre, non ci è mai stato promesso che le porte dell’inferno non avrebbero prevalso contro la civiltà cristiana. In Europa la civiltà cristiana è risorta cinque volte; non c’è la promessa di una sesta. Il cristianesimo potrebbe aver bisogno di sopravvivere senza una civiltà cristiana, come qualcosa di brutalmente perseguitato, internamente in conflitto e socialmente irrilevante. Questa, infatti, è la situazione normale del cristianesimo.

C’è, sia tra i cattolici che tra gli ortodossi, un desiderio apertamente espresso di tornare agli inizi del cristianesimo del primo millennio. È un desiderio che condivido in quanto credo che la continuità con i Padri della Chiesa sia assolutamente indispensabile, e che la Chiesa romana e quella bizantina debbano essere una sola. Ma questo desiderio non deve ingannarci su ciò che la grande Chiesa del primo millennio è stata veramente.

Nel corso dei primi due secoli di legalizzazione del cristianesimo, la grande Chiesa ha perso due degli antichi patriarcati; nei secoli successivi ha perso gran parte del suo territorio e del suo popolo a favore dei maomettani, e non ne ha mai recuperato gran parte. La storia del cristianesimo nel primo millennio è una storia di continuo fallimento e logoramento; la Chiesa ha sofferto per eresie cristologiche e trinitarie in continua successione, e pur essendo così facile allontanare la Chiesa da esse una volta letti gli anatemi, tutte queste eresie sono rimaste all’interno della Chiesa. C’è stato un tempo, prima che gli anatemi fossero letti e quando ogni eresia non era ancora stata condannata, che esse venivano professate apertamente a tutti i livelli della Chiesa.

Vivere da cristiano nel primo millennio, soprattutto in uno qualsiasi dei patriarcati orientali, significava spesso avere vescovi e sacerdoti eretici, e la maggior parte dei fedeli professavano essi stessi gli errori o erano troppo codardi o indifferenti per opporsi ad essi.

Nei sessantun anni successivi al secondo Concilio di Nicea, e ancora più tardi per altri 28 anni, la Chiesa di Bisanzio fu governata da imperatori iconoclasti e da sicofanti che riuscirono a collocare nella sede patriarcale; immagini scolorite, monaci torturati e uccisi, reliquie gettate in mare, devozioni sante soppresse. È stata la distruzione della tradizione più violenta mai avvenuta all’interno della Chiesa stessa; è sopravvissuto solo un piccolissimo residuo di icone pre-crisi, la maggior parte delle quali sotto la relativa sicurezza del governo maomettano. C’è una parte ammirevole della memoria storica del cristianesimo bizantino che la maggior parte dei suoi ammiratori e convertiti occidentali non conosce ancora. L’iconoclastia incombe nelle loro menti, e questo può temperare il loro vanto, perché c’è stato un tempo in cui anche l’Ortodossia orientale ha perso tutto.

C’è una verità dietro a tutto questo che è così semplice e che spesso dimentichiamo: Satana è più raffinato di noi. Ed è più forte di noi e più paziente di noi. Se non lo fosse, non avremmo bisogno di un Salvatore. Non ci è stato promesso un paradiso in questa vita, ma un continuo assalto fino all’avvento del Regno.

Satana distruggerebbe, dividerebbe e degraderebbe la Chiesa in ogni modo possibile. Lo farebbe attraverso l’eresia, lo scisma, la guerra, le orde di barbari predoni e la cospirazione di società segrete. Lavorerebbe attraverso l’avidità dei principi, la lussuria dei re, l’orgoglio degli imperatori e la stupidità dei papi. Consiglierebbe le cattive idee all’orecchio degli uomini di buona volontà. Egli avrebbe portato terremoti, fuoco e peste; avrebbe sottoposto alla sua manipolazione ciò che poteva della buona terra di Dio. Egli avrebbe rovinato la Chiesa dall’interno e dall’esterno. Lavorerebbe in momenti orribili e in secoli di impercettibile degrado.

Satana odia la Chiesa e vuole che anche noi la odiamo. Ed è abbastanza sottile, forte e paziente da rovinare tutto ciò che ci rende facile amare la Chiesa. Era abbastanza sottile da rovinare l’apparentemente immortale Medioevo, quindi è certamente abbastanza sottile da rovinare il fragile movimento tradizionalista di oggi.

Ed è abbastanza sottile da rovinare l’ortoprassi e la stabilità teologica dell’Oriente cristiano. Se questo non fosse ovvio come fatto teologico, dovrebbe essere ovvio come fatto storico: è già avvenuto in passato.

E’ abbastanza astuto da rovinare anche la patristica-medievale ortodossa latina nella quale vorrei che diventasse il cattolicesimo romano, e alla quale dedicherò tutta la mia vita.

Questo è ciò che devono ricordare coloro che cercano rifugio dal modernismo nel cattolicesimo romano o nell’ortodossia orientale o nelle proprie fantasie storicistiche di entrambi. Non c’è rifugio nella Chiesa militante. Se una Chiesa sembra aver sconfitto il Modernismo, significa semplicemente che Satana spera di affliggerla con qualche altro errore il prima possibile. Le antiche Chiese sono vulnerabili e lo sono sempre state.

Esaminandole portano tutte le cicatrici permanenti dell’attacco del nemico; le perdite, le rotture e i tradimenti di antica tradizione. Se ci fosse una chiesa senza cicatrici non avrebbe alcuna pretesa credibile di essere la vera chiesa; sarebbe così poco minacciosa per il principato di Satana che non si preoccuperebbe nemmeno di prestarvi attenzione. Una Chiesa che non è permanentemente danneggiata non è il Corpo di Cristo.

Gli apostoli lo capirono e vissero sempre come se l’eschaton fosse imminente e il nemico fosse vicino. Dubito che qualcuno di loro si aspettasse che la società di interi continenti vivesse orientata al Cielo per migliaia di anni. Sarebbe qualcosa di molto meglio di quanto avessero il diritto di aspettarsi.

La civiltà cristiana e tutti i suoi tesori sono stati un dono, un dono immeritato e troppo generoso. Quando un bambino riceve un dono prezioso dal suo amato padre, lo custodisce e lo protegge, ricordando sempre la generosità di chi glielo ha dato. Solo la più spregevole ingratitudine gli farebbe trascurare, sfigurare, decidere che non gli piace più e buttarlo via, o trasformarlo in qualcos’altro. Questo è ciò che gli apologeti del nuovo cattolicesimo dimenticano, che affermano costantemente la sua validità sacramentale come se fosse l’unica cosa che conta. Il problema della nuova liturgia, della musica banale, delle chiese vuote non è che parlano male di Dio, ma piuttosto che parlano male di noi.

Ma qualcosa di diverso viene dimenticato dai tradizionalisti che si lamentano incessantemente che i problemi non vengono risolti abbastanza velocemente, o che minacciano di lasciare la Chiesa fino a quando non saranno risolti. Se il regalo è rotto, il bambino non ha il diritto di brontolare e di chiedere al padre di aggiustarlo o di comprargliene uno nuovo immediatamente. Perché non se lo meritava nemmeno in primo luogo. Il padre ha tutto il diritto di trattenere la sua generosità fino a quando il bambino non impara la lezione, o di dire al bambino di rimediare da solo. Non è nostra prerogativa chiedere che i problemi della Chiesa siano risolti a nostro piacimento. Questi problemi non devono essere necessariamente risolti da qualcun altro.

Dio ha affidato all’umanità la cura della sua Chiesa in questo mondo fino alla Parusia. È costruendola nel territorio del nemico che partecipiamo all’azione della Provvidenza nella storia, e che ci santifichiamo. Dio può certamente aiutarci in modi straordinari; il notevole vigore della Chiesa a volte può essere spiegato solo con l’intervento divino. Ma nulla nella giustizia richiede che Dio ci dia un nuovo gruppo di santi, eroi e saggi per sistemare le cose come se nulla fosse accaduto.

Quando la Chiesa ha bisogno di santi, di eroi e di saggi, non ha nessuno tranne noi. E la maggior parte di noi è troppo dannatamente orgogliosa della nostra falsa umiltà per tentare anche solo la santità eroica.

Lo stato della vita cristiana oggi, come sempre, è quello di pregare tra le rovine; di rastrellare tra le macerie di una chiesa distrutta da tempo in cerca di pezzi che possiamo riconoscere; di aggrapparsi ad esse e farne tesoro in un modo che gli uomini che le hanno godute nel loro splendore non hanno mai fatto. Adorare questi pezzi di macerie e studiarli per darci un’idea di come si incastrano e del significato che avevano un tempo. Indurre ciò che possiamo dai metodi di costruzione dimenticati e dal linguaggio del simbolismo anch’esso dimenticato, e ricostruire ciò che possiamo nel tempo che ci viene dato. Costruire qualcosa di bello per Dio, affinché il ricordo della vecchia fede possa sopravvivere per la prossima generazione, finché le forze del male non distruggano, brucino e seppelliscano i nostri edifici.

E farlo nella convinzione, nonostante tutte le tentazioni della disperazione, che la vittoria è già stata conquistata, e che la liberazione è vicina. Ci è stato affidato il compito di trovare in esso il nostro scopo, la nostra gioia e la nostra santità. E perseverando, erediteremo un nuovo cielo e una nuova terra, in cui costruire in modo permanente ciò che abbiamo costruito a povera imitazione in questo mondo lacerato.

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21 commenti

  • PG ha detto:

    con Bergoglio, ricordato nella storia come “il collerico manesco”, è una certezza!

  • stefano raimondo ha detto:

    Comunque “satana” nell’AT non è un’entità, non è un nome proprio, rappresenta una posizione, una funzione, solitamente quella dell’accusa (la parola è preceduta dall’articolo: “il satan”). Addirittura in certi casi questo compito, del satan, è svolto da un malakhim, da un angelo insomma. È un compito un po’ sgradevole ma autorizzato da Jahvè.

  • Giancarlo Belli ha detto:

    Solo per chiedere: ma le apparizioni della Madonna che ruolo giocano in tutto questo?

  • Boanerghes ha detto:

    Nota: nella celebrazione in S. Pietro della S. Messa, giornata della vita consacrata, ho voluto osservate se il Papa si genufletteva alla consacrazione.
    Ebbene, tutte e due le volte al momento della genuflessione la regia ha stornato l’inquadratura dal papa all’assemblea o ai consacrati. Così non si è potuto vedere nulla.
    Casualità o atto voluto?

    • PG ha detto:

      Bergoglio non si inginocchia davanti al SS Sacramento perché non crede, non parla di trascendenza, di escatologia (non ne sa probabilmente nulla), è povero spiritualmente ma collerico (cfr le sue banalità rispetto a Giovanni Paolo II, Benedetto). SEi mesi di adorazione nel silenzio in clausura dai trappisti sarebbe una buona medicina purificatrice di tanta confusione e svarioni dottriinali. Prima di agire bisogna attivare il cervello! Infine , un consiglio per il bene dl gregge ormai disperso:
      “Guardare alle cose di lassù!”

  • Adriana ha detto:

    Stilumcuriale Emerito ,
    fortunato quel Saul ! Oggi dovrebbe farsi sollevare l’animo
    non da Davide ma da San Scemo che gli pesterà i Cally .

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    W. il Papa!
    In una coreografia curata nei minimi particolari si è celebrata in San Pietro la solennità della Presentazione del Signore al tempio con i membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica per la XXIV Giornata Mondiale della Vita Consacrata.
    http://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2020/2/1/presentazione-signore.html
    Spicca in modo particolare in tutta la celebrazione il volto giovane, radioso, amorevole, gioiosamente misericordioso di S.S. Papa Francesco. Commovente.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    La faccenda relativa ai demoni è molto, molto antica. A parte il serpente malvagio tentatore di Eva …. Qui siamo nel primo libro di Samuele ( 1Sam 16, 14.15.23)
    Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore.
    Allora i servi di Saul gli dissero: “Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti turba.”
    Quando dunque lo spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.

    Ne è passato del tempo. Sono cambiati i suonatori ma la musica è sempre la stessa.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Come sapevano i tridentini, lo studio è una forma di preghiera, perché sempre che si dice la verità chi parla è lo Spirito Santo. E insegnare la vera fede ai più semplici è il più difficile. I tridentini ne erano maestri, e questa non è l’ultima ragione per studiarli.

  • Anna ha detto:

    (Mt 17,19-21).

    Per approfondire la questione sul perché Gesù abbia affermato che un determinato tipo di demòni non lo si possa scacciare se non con la preghiera e il digiuno, dobbiamo prima di tutto chiarire un altro punto: non tutti i demoni sono uguali.

    Quando Gesù dice ai discepoli che un certo tipo di demoni lo si scaccia solo con la preghiera e il digiuno, in realtà gli sta spiegando che per scacciare questo tipo di demoni – i demoni più “forti” – bisogna dotarsi di un’arma in più (in aggiunta alla preghiera): il digiuno.
    Chissà perché quasi più nessun Sacerdote cita il “digiuno” e il brano del Vangelo in cui è espressamente raccomandato e i motori di ricerca su internet, anche scrivendo: Matteo 17, 19-21, fanno di tutto, anche invertendo i numeri, pur di non citare esattamente le parole di Gesù!

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Don’t forget :
    Ed egli disse loro: “Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”.
    (Marco 9,29)

  • stefano raimondo ha detto:

    A mio modesto avviso non bisogna restare a guardare i bergogliani che distruggono la Chiesa, bisogna reagire il più presto possibile, in maniera energica ed eclatante. Almeno vendiamo cara la pelle… A forza di dire “tanto la Chiesa ha le promesse divine” rischiamo di rimanere inerti, e non credo che a Dio piacciano i rammolliti, non dimentichiamo che Gesù ha dato la vita (oggi di Gesù si dà una interpretazione devirilizzata ma in realtà è stato una persona forte, non un hippie senza spina dorsale). Dobbiamo convincerci che la preghiera non basta più, io recito il rosario tutti i giorni ma a questo deve seguire un’azione correlata.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Mah mah. Apprezzo sia l’articolo sia alcuni commenti però vorrei ricordare a tutti che la Chiesa non è solo degli eruditi e degli intellettuali (in contrapposizione alla Chiesa di Bergoglio che appartiene solo agli straccioni e agli ignoranti): la Chiesa è di Dio per tutti gli uomini e per questo deve saper parlare anche il linguaggio dei semplici. Cerchiamo di parlare sempre il linguaggio dei semplici anche quando annunciamo le verità più difficili. Sarà più facile essere capiti e Dio, che a questo ha chiamato i suoi eletti, ce ne sarà immensamente grato.

  • Rafael Brotero ha detto:

    …rastrellare tra le macerie di una chiesa distrutta da tempo in cerca di pezzi che possiamo riconoscere; di aggrapparsi ad esse e farne tesoro in un modo che gli uomini che le hanno godute nel loro splendore non hanno mai fatto. Adorare questi pezzi di macerie e studiarli per darci un’idea di come si incastrano e del significato che avevano un tempo.

    Lo Spirito Santo soffia più che mai nelle vecchie biblioteche monastiche ( quelle che sopravvivono e non sono finite nelle aste di eBay). Due pagine qualsiasi di spiritualità tridentina nutrono l’anima per mesi.

  • Antonella ha detto:

    Bellissimo articolo, letto col piacere di immergersi in una catechesi di vita cristiana oltre che di storia rivisitata in una visione di profonda spiritualità. Insegna che è impossibile parlare di cristianesimo senza averlo vissuto, ed è vero che la Chiesa Apostolica delle Origini rimane il nostro punto fermo per ogni lotta o Babele si possa presentare nel tempo; concordo, la vera Unità compete la Chiesa d’Oriente e d’Occidente piuttosto che le Eresie con cui si è dovuta confrontare in secoli di Storia, e ancora di meno con le sponde panteistiche di cui da’ saggio l’ecumenismo attuale, riproposto in chiave idolatrica per compiacere false teologie raccomandate da ambienti di orientamento massonico.
    Non conoscevo Daniel Mitsui, un grande artista di cui si scopre la bellezza delle sue opere, ma anche un raffinato teologo, impegnato a scalfire l’anima cristiana come quando intarsia le icone.
    Grazie per averlo condiviso.

  • Maria Cristina ha detto:

    Io vedo due tipi di cattolici fedeli( o dobbiamo dire tradizionalisti ma tradizionalisti vuol dire semplicemente cattolici) oggi : quelli che sperano nell’ uomo e quelli che sperano in Dio.
    Nell’ uomo: quelli che sperano che la dittatura relativista instaurata dai gesuiti al potere e dai cardinali modernisti sia
    sbarrata e sconfitta da altri prelati e cardinali e vescovi fedeli alla Tradizione e anti-modernisti che si re-impossessino del potere nella Chiesa.
    In Dio: quelli che sperano e credono che anche perdenti umanamente, anche discriminato e perseguitati, i fedeli cattolici riusciranno a sussistere in piccole comunita’ . L’ Opzione Benedetto. La Verita’ , il Seme custodito, dara’ frutti A suo tempo, anche se oggi umanamente perdente.
    Tutti i combattenti per la fede cattolica sono Benedetti.
    Ma non sempre la via della potenza umana e’ possibile.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    “Adorare questi pezzi di macerie e studiarli per darci un’idea di come si incastrano e del significato che avevano un tempo”.

    Bella metafora. Vedremo cosa potremo fare quando a breve uscirà il dispositivo amazzonico sui viri probati, celibato.

  • Iginio ha detto:

    Perfetto.
    Tra l’altro è una implicita smentita anche alle letture pliniane della storia, non solo a quelle moderniste.

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    la parola di Gesù è…”succo che nutre,fa crescere e portare frutto”…
    http://www.scrittivaltorta.altervista.org/10/10635.pdf

    22 aprile 1947,in queste 9 paginette Il Redentore,prima di ascendere al Cielo,spiega ad apostoli e discepoli i SACRAMENTI e predice i tempi ultimi della Chiesa…sembra, pari par,riferito a oggi.

  • Paolo Pagliaro ha detto:

    Molto saggio, anzi: di più.
    Cristo ci ha promesso la Salvezza (non la tranquillità, né il benessere), e questo sulla via della Croce.

    Sia chiaro per tutti, noi laici come i sacerdoti, vescovi inclusi.

  • Sconsolata ha detto:

    L’ottimismo e l’interpretazione a proprio uso e consumo di fatti e segni dei tempi, con particolare indulgenza verso il passato e la censura di errori altrui, tradiscono la dipendenza da un oppiaceo che tranquillizza coscienze perse nell’ irresponsabilità e aiutano a sopravvivere… di rendita.