Chiesa Cattolica, la Decadenza dell’Europa, e la Gioia che Viene dall’Africa. Montejano.

4 Giugno 2024 Pubblicato da 2 Commenti

 Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla Chiesa d’Africa, così vitale e feconda, e la Chiesa d’Europa, in decadenza come il Continente che la ospita. Buona lettura e condivisione.

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ANCORA LA GIOIA VIENE DALL’AFRICA

Lo spirito buono è contagioso. E ancora arriva dall’Africa, ora con la collaborazione di un buon nunzio in Kenya, l’olandese Humbertus van Megen, un’altra prova del risveglio cattolico nei Paesi Bassi, dopo aver toccato il fondo durante il freddo inverno post-conciliare.

Mons. van Megen non ci pensa troppo e denuncia le cause del declino della Chiesa in Europa, sottolineando che “gli insegnamenti della società occidentale sull’aborto, l’eutanasia, la teoria del genere, sono chiari sintomi di una società che ha perso la sua bussola interiore e galleggia impotente nel mare tempestoso dei desideri umani, scossa e indebolita in tutti i suoi aspetti” (Commento alla consacrazione episcopale di monsignor John Kiplino Lelei, vescovo ausiliare della diocesi di Eldorel, in Kenya).

Il nunzio evidenzia che “è evidente per tutti vedere l’Occidente come una società laica. Ha perso vigore ed è sempre più egocentrica” e ha aggiunto che la società occidentale non è più la luce delle nazioni, ma mette la lampada sotto il moggio, “la sua luce è sempre più fioca”. Al contrario, la Chiesa in Africa “è sempre più forte”.

E i numeri confermano le sue parole. Secondo le statistiche vaticane, mentre il numero dei cattolici continua a diminuire in Europa, l’Africa ha registrato la maggiore crescita della sua popolazione cattolica nel 2021 e ha aggiunto 8.300.000 nuovi cattolici. E i 236 milioni di cattolici africani rappresentano circa il 20% della popolazione cattolica mondiale.

Il nunzio, con un linguaggio cristocentrico, oggi assente su tante bocche episcopali, afferma chiaramente: «Gli insegnamenti di Cristo sono indispensabili; Sono l’unica misura accettabile per tutti gli esseri umani, poiché la bussola è l’unico strumento affidabile e indispensabile affinché un capitano possa orientarsi attraverso mari oscuri e tumultuosi.

Le sue parole fanno venire in mente un testo di Saint-Exupéry che ha il sapore del mare e che rivendica fermezza e perseveranza, rispetto “alla prua di una nave, che nonostante la follia del mare, ritorna inesorabilmente alla sua stella”. (“Cittadella”, LXX).

Rivolgendosi al nuovo vescovo, il nunzio lo ha avvertito: “sarai criticato in tanti modi e la gente cercherà di distruggerti per il semplice motivo che difendi gli insegnamenti di Cristo” e gli ha insegnato che “sulla roccia di Cristo è il nostro orgoglio”. schiacciato, si rivela la nostra vanità. La gente fa fatica ad accettarla… oggi si parla tanto di umiltà, ma pochissimi sono capaci di viverla. “Gli insegnamenti di Cristo sono per molti una pietra d’inciampo invece che una luce per le nazioni”.

Padre Stan Chu Llo, ricercatore presso la DePaul University, sostiene una cosa importante: “L’Africa non è semplicemente il futuro della Chiesa cattolica; “Ora è il volto del cristianesimo.”

E aggiunge: “Si può dire che la fede sta crescendo non solo in termini numerici, ma anche in influenza in Africa e altrove nei settori dell’educazione cattolica, della sanità, della spiritualità e della giustizia sociale. Al di fuori del continente africano esiste un numero significativo di sacerdoti e religiosi cattolici che sono missionari in altre parti del mondo, principalmente in Europa e Nord America e, in misura minore, in Asia. I cattolici in Africa stanno cominciando a reinventare il cattolicesimo nella celebrazione unica della sacra liturgia, nell’arte e nella musica, così come nella produzione teologica.

Il Catholic info report (31/05/2024), da cui abbiamo tratto i dati, contiene alcuni commenti succosi: uno di Zarcos: “La bussola di cui parli è impazzita con il Concilio Vaticano II. Da allora non ha più smesso di circolare, da qui la decadenza morale della società occidentale”; di Fernando Cavanillas, che si chiede perché la Chiesa occidentale ha perso vigore? Per «un’amnesia di origine sociologica e tecnologica che fa dimenticare il peccato, l’inferno e la dottrina tradizionale della Chiesa» e del Generalife: «Sale insapore, lievito trasformato in pasta. Voglia di ridurre, diluire, addolcire. Si raccoglie ciò che si semina.”

Nella Liturgia delle Ore di questi giorni troviamo un paio di testi che sembrano descrivere cose che stanno accadendo oggi in Europa. Il primo è tratto dalla lettera dell’apostolo Giacomo, indirizzata a tutti noi, ma sembra soprattutto a papa Francesco: “Ogni uomo sia rapido nell’ascoltare, lento nel parlare, lento nell’adirarsi… riceva la parola di Dio con docilità… metta in pratica la parola… chi ascolta la parola e non la mette in pratica è come colui che si guarda allo specchio e, appena si è guardato, si volta dall’altra parte e dimentica il suo aspetto… Chi pensa di servire Dio e non tiene a freno la propria lingua inganna se stesso”.

Il secondo testo è di San Paolo, dalla seconda lettera ai Corinzi, in cui esprime la sua paura perché “non vi troverò come vorrei”. È come se ora si proponesse di visitare l’Europa decadente. Per questo scrive loro: «Temo che vi saranno liti, invidie, animosità, rivalità, denigrazioni, mormorii, insolenze, disordini».

Non vediamo tutto questo oggi nella Chiesa occidentale, senza vigore, indebolita, caotica?

Che Dio e l’esempio della Chiesa d’Africa ci aiutino.

Buenos Aires, 1 giugno 2024

Bernardino Montejano

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2 commenti

  • Balqis ha detto:

    L’articolo, pur se in chiave antipapale (trascurando peraltro l’aspetto a mio avviso più significativo di questo pontificato, cioè l’attenzione alle “periferie”), reca una buona buonissima e bellissima notizia: la Chiesa d’Africa che sta crescendo (come, credo, anche quella asiatica), confermando il mio auspicio sulla necessità di abbandonare il perdurante ma fuorviante sguardo insistentemente eurocentrico.

    Inoltre, l’articolo riporta anche – e sempre in chiave antipapale – due brani, rispettivamente tratti dalla lettera dell’apostolo Giacomo e dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinzi, che in realtà potrebbero essere indirizzati a quanti si dedicano, per motivi tutti da chiarire, alla sistematica e martellante delegittimazione dell’attuale pontefice, spargendo odio attraverso i social media senza riflettere sui gravi danni che tutto ciò produce.

    “Ogni uomo sia rapido nell’ascoltare, LENTO NEL PARLARE, LENTO NELL’ADIRARSI… riceva la parola di Dio con docilità… METTA IN PRATICA LA PAROLA… chi ascolta la parola e non la mette in pratica è come colui che si guarda allo specchio e, appena si è guardato, si volta dall’altra parte e dimentica il suo aspetto… Chi pensa di servire Dio e NON TIENE A FRENO LA PROPRIA LINGUA inganna se stesso”.

    “Temo che vi saranno LITI, invidie, ANIMOSITA’, rivalità, DENIGRAZIONI, mormorii, insolenze, DISORDINI”.

  • laura cadenasso ha detto:

    BENE

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