Il Blocco Orientale e le Divisioni nel Blocco Occidentale. Matteo Castagna.

11 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla situazione geopolitica. Buona lettura e condivisione.

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di Matteo Castagna
La CNN ha dato la notizia secondo cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha licenziato il capo dell’agenzia responsabile della sua protezione dopo che due dei suoi funzionari sono stati arrestati per un presunto complotto contro di lui.

Il licenziamento del capo del Servizio della Guardia di Stato (UDO), Serhii Rud, è stato rivelato in un decreto pubblicato sul sito presidenziale. Non è stata fornita alcuna motivazione per il licenziamento. Secondo il media statale ucraino Ukrinform, Rud fu nominato capo delle guardie del corpo di Zelensky nell’ottobre 2019. Non c’è ancora un sostituto. E’ l’ennesimo silurato dal Presidente ucraino, che appare sempre più preoccupato per la sua incolumità.

L’ UDO ha il compito di garantire la sicurezza del presidente dell’Ucraina e degli alti funzionari statali, nonché la protezione degli edifici amministrativi. All’inizio di questa settimana, è emerso che l’Ucraina aveva arrestato due funzionari della sicurezza, presumibilmente coinvolti in un complotto russo per assassinare Zelensky. Due colonnelli dell’ UDO sono stati accusati di aver svolto “attività sovversive contro l’Ucraina in cambio di denaro”, ha detto martedì l’ufficio del procuratore generale ucraino.

Entrambi i colonnelli sono stati accusati di tradimento; uno è stato accusato di aver preparato un attentato terroristico. Il servizio di sicurezza statale di Kiev (SBU) ha affermato di aver “sventato” i piani per assassinare Zelensky e altri alti funzionari ucraini, tra cui il capo della SBU, Vasyl Maliuk, e il capo dell’intelligence della difesa dell’Ucraina, Kyrylo Budanov. Ma non è stata fornita, ufficialmente, alcuna prova di quanto sarebbe avvenuto.

Sempre la CNN racconta che il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che le sue forze armate sono “sempre pronte” a combattere le minacce esterne, mentre si rivolgeva alla folla riunita nella Piazza Rossa di Mosca, giovedì, per celebrare la vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale.
Il Giorno della Vittoria quest’anno arriva con la Russia che avanza in prima linea in Ucraina. Putin ha tenuto il suo discorso dopo aver osservato la tradizionale esposizione di carri armati e colonne di truppe che sfilavano lungo le vie della capitale. “La Russia farà di tutto per impedire che inizi uno scontro globale”, ha detto Putin, aggiungendo: “Ma non permetteremo a nessuno di minacciarci, le nostre forze strategiche sono sempre pronte”.

“Cari amici, la Russia sta attraversando un periodo difficile”, ha continuato il leader russo, affermando che “la lotta della nostra madrepatria dipende da ognuno di noi”. “Oggi, nel Giorno della Vittoria, ce ne rendiamo conto ancora di più”, concludendo il suo intervento con un minuto di silenzio. Durante la seconda guerra mondiale morirono circa 27 milioni di persone nell’Unione Sovietica, più che in qualsiasi altro Paese.

Sono stati invitati diversi leader mondiali. Erano presenti: Alexander Lukashenko della Bielorussia, Kassym-Jomart Tokayev del Kazakistan, Emomali Rahmon del Tagikistan, Serdar Berdimuhamedow del Turkmenistan, Miguel Diaz-Canel di Cuba, Thonglor Si Soulith del Laos e Umaro Sissoco Embaló della Guinea-Bissau.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato alla TASS che i “paesi ostili” non sono stati invitati per il terzo Giorno della Vittoria dall’inizio della guerra in Ucraina. “Stanno perseguendo una politica aggressiva nei confronti del nostro Paese” ha detto Zakharova.

Erica L. Green, reporter da Washington per The New York Times, ha scritto che, ieri, venerdì, un portavoce della Casa Bianca ha difeso la decisione degli Stati Uniti di opporsi a una risoluzione delle Nazioni Unite che dichiara il sostegno allo Stato palestinese, affermando che tale misura dovrebbe essere negoziata in Medio Oriente.

Gli Stati Uniti sono stati tra una manciata di opposizioni quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato a stragrande maggioranza una risoluzione che dichiarava che i palestinesi avevano i requisiti per diventare membri a pieno titolo delle Nazioni Unite. Il voto è stato ampiamente visto come un rimprovero nei confronti di Israele e degli Stati Uniti, mentre cresce l’indignazione globale per la guerra tra Israele e Hamas.

John F. Kirby, portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha affermato che il presidente Biden è rimasto “pienamente e fermamente impegnato” a favore di uno Stato palestinese, ma la risoluzione delle Nazioni Unite non è il modo per istituirlo.

“Continuiamo a credere nel potere e nella promessa di una soluzione a due Stati e di uno Stato indipendente per il popolo palestinese”, ha detto Kirby ai giornalisti. “Crediamo anche che il modo migliore per farlo, sia attraverso negoziati diretti con le parti e non attraverso un voto delle Nazioni Unite di questo tipo”. Il voto di venerdì arriva mentre i legami tra gli Stati Uniti e Israele, il suo più stretto alleato in Medio Oriente, vengono messi alla prova dalla guerra a Gaza. Continua The New York Times: “più di 34.000 persone sono morte a Gaza, fra combattenti che civili, e il direttore del Programma alimentare mondiale ha affermato che alcune parti della Striscia di Gaza stanno attraversando una “carestia in piena regola”.

Gli Stati Uniti sono il più grande fornitore di armi a Israele, e Biden spera di usare questa leva per convincere il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a rinunciare ad un’invasione a lungo minacciata di Rafah, la città meridionale di Gaza dove vivono più di un milione di palestinesi.

Biden ha bloccato la spedizione di bombe a Israele e ha detto che ritirerebbe anche l’artiglieria se Israele avanzasse a Rafah. Ma gli israeliani sostengono che è necessario andare a Rafah per concludere la distruzione di Hamas, che ha ucciso 1.200 persone, nell’attacco terroristico del 7 ottobre, contro Israele.

“La risoluzione delle Nazioni Unite non istituisce uno Stato palestinese, ma riconosce alla Palestina lo status di membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. La sua adesione dovrà essere approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che comprende gli Stati Uniti. Gli USA hanno ripetutamente esercitato il proprio potere di veto sul Consiglio per bloccare le risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedevano il cessate il fuoco a Gaza” – prosegue il NYT.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione di venerdì, dopo che gli Stati Uniti avevano posto il veto in aprile su una risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza che avrebbe riconosciuto la piena adesione di uno Stato palestinese, considerato uno “Stato osservatore, non membro”.

La risoluzione approvata venerdì estenderebbe ai palestinesi nuovi privilegi, come sedersi tra gli Stati membri in ordine alfabetico, parlare alle riunioni di qualsiasi argomento, invece di limitarsi agli affari palestinesi, nonché presentare proposte ed emendamenti.

La risoluzione è stata preparata dagli Emirati Arabi Uniti, attuale presidente del Gruppo Arabo delle Nazioni Unite, e sponsorizzata da 70 paesi. Dichiara che “lo Stato di Palestina è qualificato per diventare membro delle Nazioni Unite” secondo le regole della sua Carta e raccomanda al Consiglio di Sicurezza di riconsiderare la questione con un esito favorevole”. L’adozione della risoluzione ha suscitato grandi applausi.

Bloomberg riferisce come il viaggio di Xi Jinping in Europa abbia causato divisioni nel Continente. Ora, il governo cinese può aggiungere la Serbia all’elenco dei Paesi che sostengono la sua visione dell’ordine globale; da ricordare le relazioni sempre più tese tra l’Ungheria e l’Unione Europea. L’Europa orientale, di fatto, sembrerebbe essere alquanto in disaccordo, se non in aperta ostilità, con quella occidentale, ricordando i tempi della Guerra Fredda. La Serbia ha stipulato con la Cina accordi commerciali e finanziari che entreranno in vigore il 1 luglio 2024 e parte delle sue riserve valutarie saranno in yuan.
In Ungheria, Xi ha elogiato la politica estera “indipendente” di Orban e ha invitato Budapest a guidare le relazioni della regione con la Cina. Ha, poi, annunciato nuovi investimenti nel Paese magiaro, promuovendo l’Ungheria del Primo Ministro Viktor Orban come modello di come potrebbero essere le relazioni dell’UE con la seconda economia mondiale. Rapporto molto più formale e freddo, quello avuto in Francia, ove, probabilmente, Xi è riuscito nell’intenzione di far desistere Macron dall’invio di truppe in Ucraina.
Quanto a noi, negli ultimi due anni il Governo italiano ha speso circa 32 milioni di euro per la manutenzione degli yacht sequestrati, nell’ambito delle sanzioni, ai miliardari russi. Tutti i costi di manutenzione, comprese le spese del molo, sono ricaduti sul Ministero delle Finanze, riferisce France24. Probabilmente sarebbe necessario rivedere la posizione in merito, per dirottare questi fondi per le infrastrutture, le pensioni, il sociale, la sanità, che sono in evidente sofferenza.

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