Elezioni Europee. Che Fare? Chi Spinge per l’Astensionismo in Italia. Piero Laporta.

6 Maggio 2024 Pubblicato da 38 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta, che ringraziamo di cuore, offfre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla prossima tornata elettorale. Buona lettura e condivisione.

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Chi votare alle europee? A mio avviso le colonne della destra sono: Giorgia Meloni e Roberto Vannacci, confidando che Meloni instauri buoni rapporti con Cateno De Luca, in grado prendere i voti dei meridionalisti più accesi, affinché non siano intercettati dalla filiale italiana di Davos, il Partito Democratico, che punterà sulla falla dell’Autonomia differenziata.

Gli astensionisti? Sono troppi e impazzano. S’io fossi Elly, li finanzierei. Quando Roberto Gualtieri lasciò il Parlamento per il Campidoglio, nell’elezione nel collegio Roma Centro per il suo successore alla Camera, votò il dieci per cento degli aventi diritto e il 38,4 per cento di costoro fu la maggioranza che elesse Paolo Ciani del PD.

Elly rimbrottò Ciani d’essere delegittimato in quanto votato da meno d’un elettore su 4? Nooo, il Partito Democratico, insediato Ciani, guardò avanti. E’ la democrazia, bellezza. Gli astensionisti duri e impuri lo rammentino.

Quanti digerirono il Cossiga Francesco, il Berlinguer Enrico, il Ciampi e poi i Monti Mario, i Letta Enrico, i Renzi Matteo, l’esperto di profumi Fassino Piero, i maestri di trading Dalema Massimo, Occhetto Achille e Berlusconi Silvio, oggi storcono il naso per Giorgia Meloni: “la carciofara”, “non è adeguata”, “non mantiene le promesse”…

Meloni ha passato in rassegna le truppe alla festa dell’Esercito – quello italiano, non quello francese o libico – italiano, su un automezzo militare. Apriti cielo e piovono pietre da opposizioni e astensionisti.

Costoro non videro le genuflessioni dell’Italia e dei suoi politici (al massimo livello di ricattabilità) a Emmanuel Macron, al quale siamo stati sul punto di cedere un pezzo di mare della Sardegna e col quale abbiamo sottoscritto un trattato in ginocchio. La Francia che dà rifugio a terroristi assassini ci dette ceffoni per l’immigrazione da essa stessa fomentata.

Quando Giorgia Meloni impose al presidente francese di rispettare l’Italia – mentre gli insulti parigini non s’udivano dal Quirinale – il presidente del consiglio fu investita di contumelie e invettive, la più leggera delle quali, udita con le mie orecchie: ”volgare missina”. L’odio col pugno chiuso lo capisco; il livore dei rimanenti è imbecillità.

Per comprendere che cos’è accaduto con Meloni a palazzo Chigi, dobbiamo tornare indietro di 46 anni e osservare, dopo la strage di via Mario Fani, le capacità di ricatto e inquinamento del Partito Comunista & C. insieme a quella dei magistrati rossi al legittimo potere democratico, moltiplicate esponenzialmente, anno dopo anno, irradiando capillarmente i servi del consociativismo nella burocrazia dello Stato.

I mutamenti dei rapporti di forza dal 1978 a oggi sono riassumibili in quattro passi: 1) l’assassinio di Aldo Moro lascia il partito dei cattolici e l’Italia senza una guida non ricattabile (proprio per tale ragione uccisa prima che entrasse al Quirinale); 2) finita la Guerra Fredda, Bill Clinton anima il globalismo e l’agenda di Davos viene allo scoperto; 3) 1991-1992, preparandosi all’assalto (poi fallito) alla Russia dopo la fine dell’Unione sovietica, Stati Uniti e Gran Bretagna liquidano per via giudiziaria i politici italiani troppo amici di Mosca e mettono sotto controllo quanti sono tuttora imputabili d’un reato imprescrittibile: concorso nella strage di via Fani; costoro da comunisti duri e puri, miracolo!, si convertono al globalismo più sfrenato con la siringa in mano; 4) la guerra in Ucraina e poi quella di Gaza cancellano il primato anglosassone sul Globo; il Terzo e il Quarto Mondo si risvegliano; il sionismo è contro Joe Biden; il fronte di Davos si sfarina; hanno perduto definitivamente credibilità e carezzano l’idea d’una guerra nucleare pur di galleggiare, invece di cercare un accordo globale.

In questa turbolenza, Giorgia Meloni lanciò la sfida al Partito Democratico e al suo alter, molto alter ego M5S con parole d’ordine contro l’Unione Europea, l’immigrazione selvaggia e più blandamente contro la NATO. Sapeva di mentire? Certamente, ma non aveva scelta. I finanziamenti della sua campagna elettorale dipesero da quelle parole d’ordine; difficile che fossero italiani. La prudenza, chiamiamola così, di Confindustria e delle rimanenti associazioni artigianali e di produttori non finanziava la campagna elettorale di Meloni. Era un momento unico. Se Giorgia avesse accettato la sovranità degli imbecilli di quelle associazioni oggi avremmo il PD a palazzo Chigi con: 1) aumento delle tasse; 2) politiche gender a mitraglia; 3) genuflessione definitiva alla Francia, cessione del mare di Sardegna, apertura all’immigrazione; 4) un altro mezzo secolo di dittatura sinistra. In tre parole: definitiva irrimediabile catastrofe.

Le parole d’ordine elettorali di Meloni indussero a convocare in California due noti “influenzatori” perché formassero un partito, alter molto più alter ego del M5S e del PD. Si strozzarono col panettone. Nostro Signore ci vuole bene ma non dimentichiamo che Davos e le gaie cerchie vaticane spingono tuttora per l’astensionismo in Italia.

Troppi accettarono 50 anni di dittatura sinistra con la quale anche il Berlusconi scese a irriferibili compromessi, come oggi dimostrano le assunzioni in Mediaset, in perfetta consonanza con Davos. Acquiescenti di allora, oggi esigono da Meloni un’inversione di rotta repentina, come se la malcapitata, invece d’un paese disastrato da mezzo secolo, stesse in gita su una barchetta: virata di 180 gradi e via. Non è così in politica, nazionale e internazionale: puoi solo proporti dei piccoli passi, giorno dopo giorno; inevitabilmente commetterai degli errori. La tua abilità è nell’attenuare gli errori più gravi e trarre profitto dai più lievi, tanto più difficile se il tuo partito e i tuoi alleati annoverano poche valide risorse umane. Da un errore marchiano del ministro della Difesa nei confronti del generale Roberto Vannacci, è scaturita una risorsa per la Lega, per Giorgia Meloni e per Antonio Tajani. Dicono che la candidatura Vannacci derivi da un’intesa fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Se fosse vero, sarebbe un ottimo inizio, perché è un modello contrapposto a quelli impostici sinora dai commensali di Sumahoro &C.

Il generale Vannacci testimonia l’Italia del buon senso, della concretezza, della moderazione, formatasi negli istituti militari, grazie alla loro tradizione, nonostante l’acida ostilità della sinistra. Vannacci è uno dei tanti generali poliglotti, in grado di esprimersi in corretto italiano e in altre sei lingue (Inglese, francese, spagnolo e portoghese al massimo livello, come in italiano; rumeno e russo a un buon livello). Può fronteggiare – e ne ha dato prova – delicate questioni amministrative e legali. Ha dimestichezza coi più raffinati sistemi digitali. È persona d’altissima preparazione. Non è una fighetta delle ridondanti università del nulla. Vannacci è l’esito d’un sistema meritocratico e selettivo in grado, pur fra tanti difetti, di scegliere dirigenti con severità. Diventi generale dopo essere stato valutato per venti anni, ogni anno e in tutti gli anni successivi, dentro o fuori. Non c’è alcuna istituzione pubblica o privata che selezioni così severamente la propria dirigenza. L’istituzione statale meno selettiva è la magistratura. Fai un temino, hai un appoggio politico e dal giorno dopo sei su un binario diritto, in discesa fino in Cassazione, sentenziando che quello è colpevole perché è Enzo Tortora e quell’altro è innocente perché delinque per un fine superiore. Diventi ministro e tutti s’accorgono che non vali nulla. Ci sono problemi a destra? Tantissimi, come in Italia ma la soluzione non è il PD, tanto meno Elly o Bonaccini o i Fassino, certamente tifosi dell’astensionismo.

L’unità a destra è il problema. L’autonomia differenziata, strascico del secessionismo davosiano delle logge di Umberto Bossi, marcherà la fine della legislatura. Ecco perché un’intesa realistica e leale con Cateno De Luca sarebbe utile a Giorgia Meloni, a Matteo Salvini, ad Antonio Tajani e al paese nel suo intero. Perché questo avvenga si tengano a bada le ubbie astensioniste, utili per i sogni della figlioccia di Soros e di quanti volevano i due influenzatori coi canditi nel Parlamento. Cristo Vince nonostante i nemici grotteschi, però farebbe prima se non ci si fa gabellare dai vescovi rosa e da Davos.

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38 commenti

  • Sandro Gentili ha detto:

    Caro Piero, sono ammirato per la Tua straordinaria analisi della nostra politica. Certo non si potrà essere d’accordo su tutto e con tutti, però offri ai lettori originali spunti di riflessione. Ben pochi vanno oltre un palmo dal loro naso.
    Ti ringrazio molto per le parole di verità che hai speso per il generale Roberto Vannacci. È l’unico in lizza per le europee che può levare la sua voce in quella assemblea parlando di interessi nazionali e di difesa europea, con cognizione di causa.

  • Piripicchio ha detto:

    Ma, ogni tanto, rilegge i suoi post? Qualcuno ha detto che delira. Io non credo. Ma credo che arrampicarsi sugli specchi all’ infinito non gli faccia fare una buona figura. È questo il residuo della sua esistenza? Che tristezza! Non risponda, per la carità, aggraverebbe quello che in India si chiama karma.

  • Male minore ha detto:

    Come al solito si tratta di scegliere il male minore. Che in questo caso NON è l’area PD, M5S ecc., ma quella melonian-salviniana. Non scegliere è un modo per favorire i progdavosiani d’Italia (Grilloconte, Schwein, Letta, Bonino, Montidraghi e lo stesso Mattarello). Non che nel blocco melonian-salviniano i paradavosiani manchino (Giorgetti, Crosetto, Tajani, ecc.), ma sono presenti in minor numero e tenuti relativamente a freno dai compagni di viaggio. Opzioni alternative non se ne vedono. Gente come Toscano-Rizzo sarà anche benemerita per il lavoro di controinformazione, ma politicamente mi sembra assai brancaleonica.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Cominciavo a temere di essermi espresso proprio male. La Sua sintesi è perfetta e la faccio mia.

      • Male minore ha detto:

        Vede, generale, il problema è che mai come nelle file dei cattolici, specialmente dei cattolici più fondamentalisti, il meglio è nemico del bene. In molti bocciano prassi e programmi della nostra scalcagnata, incolta e affaristica destra di governo a causa delle evidenti mende che tale prassi e tali programmi non cessano di evidenziare. Ma escludendo la maldestra destra e optando per formazioni di nicchia destinate (realisticamente parlando) all’irrilevanza o addirittura optando per il non-voto, avvantaggiano i trinariciuti dem-prog, siano essi piddini, pentastellati, verdi, boniniani o calendiani. Cioè per contestare quel 10, 20, 30 per cento di concessione della destra al disumanesimo davosiano, avvantaggiano la parte che promuove tale disumanesimo al 110 per cento. L’idealismo di questi cattolici è, per usare un eufemismo, una tragica forma di miopia.

  • Luciano M. ha detto:

    Vorrei ricordare al Generale La Porta che astenersi in una votazione democratica è un’opzione perfettamente legittima per chi non si riconosca in nessuna delle proposte disponibili, o per chi non ritenga che nessuna delle forze in campo sia in grado di mantenere, per malafede o per incompetenza, le promesse fatte all’elettorato. Se da ciò possa scaturire una delegittimazione morale del sistema, ininfluente sul piano pratico, non è un problema di colui che decide di astenersi. Ogni interpretazione ideologica è fuorviante.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Non ho mai posto in dubbio la legittimità dell’astensione piuttosto l’opportunità di fronte all’esplicito disegno davosiano di Elly e dei suoi alleati.

    • Palma ha detto:

      Se non piace nessuno c’è pure un’altra possibilità: votare ma rendendo nulla la scheda (nulla, non bianca). Se uno non vuol sporcarsi coi loro programmi, può farglielo sapere così. Chi si astiene non si sa se fosse di dx o di sx. E mi sembra che oggi il loro ‘divide et ìmpera’ sia non più dx/sx, ma piuttosto voto sì/voto no. Perché? Mi sono chiesta che sarebbe accaduto in passato se fossero arrivate alle varie elezioni 25/30 milioni di schede nulle. Nessun programma può piacere in tutto. Ma dare forza ad una parte politica FORSE poi può essere motivo per PRETENDERE da essa il rispetto del programma. Forse sbaglio. Di sicuro mi sto facendo domande ultimamente e penso: saremo qui un domani a parlare di voto se il diritto di voto verrà tolto perché “tanto ormai votano in pochi”?

  • FRANJO ha detto:

    Una piccola annotazione: un tempo l’astensionismo penalizzava il centrodestra, perché la sinistra era molto motivata, inquadrata e militante. Vedeva la possibilità di arrivare al potere. Adesso, prevalgono delusione e disincanto. L’ingresso degli eredi del PCI nella stanza dei bottoni ha fatto dissolvere l’aura della loro presunta “diversità”. Restano quasi solo macerie, Il loro nuovo pantheon valoriale “davosiano” disgusta non poco una larga parte di quell’elettorato.

  • Davide Scarano ha detto:

    Che dire, sono ben consapevole di stare tra l’incudine ed il martello, però dire “colonne della destra”, qualcunque siano, mi pare comunque un azzardo. E’ vero che la Politica è l’arte del possibile, però di fronte all’isteria degli anni del Covid, di fronte alla morte della povera Camilla Canepa ed alle sofferenze di molti dovute ad “vaccino”, tra cui Max del Papa, che ha dichiarato di essersi ammalato di un tumore a causa di detto “vaccino”, di fronte ai quintali di articoli e di prove su ciò che è avvenuto in questi anni come si fa a essere “realisti” e/o a credere nella politica? Nondimeno sono combattuto tra la scelta del “male minore” (il centrodestra) e coloro che, ammesso che vi siano e possano partecipare alle Elezioni, avendo raggiunto il Quorum, possano esprimere il loro no credibile alla guerra insieme al rifiuto dello scambio tra libertà e “vaccini”. Non mi
    mi aiuta nella scelta la consapevolezza che a breve pagheremo sia il “male minore”, cioè ciò che potrà fare il centrodestra per rallentare l’onda globalista ed anti umana pagandone già adesso un prezzo sia che comunque dovremo sopportare il prezzo che è scritto nel libro dell’Apocalisse -confronta “Il Marchio della Bestia”- che la Tecnica sta rendendo possibili in modalità sempre più numerose e pervasive.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Caro amico, non combatta si arrenda senza condizioni al male minore. Se ha dubbi immagini Vladimir Lussuria o la Bonino al ministero della famiglia e il rientro di Speranza.
      La esorto infine a leggere il commento di MALE MINORE

  • piero laporta ha detto:

    Grazie. Paragonare Berlusconi a Merkel è fuori luogo. Il primo ci ha tradito pugnalando Gheddafi cui aveva baciato la mano 4 mesi prima. Ha consentito il colpo a Napolitano un secondo colpo di ,Stato lasciandosi espropriare palazzo Chigi dal Monti Mario. Il Pil è precipitato, la disoccupazione è dilagata: esattamente il contrario di quanto ottenuto da Merkel.
    Berlusconi era ricattabile non solo per il conflitto di interessi.
    Meloni non è ricattabile ma deve arrancare. Non ha esperienza, se la sta formando giorno per giorno. Non ha il controllo degli apparati nei quali il PCI , Prodi, Amato, Napolitano, Cossiga, Agnelli ecc. hanno depositato le loro uova di serpente per 50 anni. Ne occorrono almeno dieci per deviare sensibilmente la rotta.
    Piaccia o meno Meloni è l’ultimo treno. È un miracolo che sopravviva con le mezze calzette nel governo, con rare eccezioni come Leo e Sangiuliano.
    Non si vuole cambiare il volto del parlamento UE? Sì preferisce l’astensionismo? Né Soros né i suoi italici camerieri si strapperanno i capelli.

    • gladio ha detto:

      Ottimo, generale, ottimo , l’ astensionista non fa nient’ altro che firmare una delega in bianco a chi va a votare .
      L’ astensionismo per protesta è una delle cose più sciocche che si possa fare.

      • piero laporta ha detto:

        Grazie. Eppure mi sono giocato tre amicizie di vecchia data su questo punto. Per misteriosi motivi molti, troppi presumo che al di sotto di una certa soglia di votanti (quale? Il 10%, s’è visto non basta) il PD e i rimanenti politici, sentendosi delegittimati se ne andranno. Dove? A casa? In esilio? Secondo me s Parigi o a Londra a festeggiare.

  • Luca antonio ha detto:

    Sono tutti uguali, tutti, servi del Potere.
    Se c’è una cosa di cui vado fiero è di non aver votato Meloni alle ultime elezioni.
    Qualunquismo ?, no realismo, nessuno arriva ad essere candidato se non è un cagnolino ubbidiente.
    Prendiamo il siero magico, tutti quelli con un solo neurone in testa vedevano la forsennata propaganda, nonostante i molteplici dubbi sollevati da tanti scienziati onesti, ma nessuno dell’ intero arco parlamentare si è opposto – vergogna senza redenzione-.
    La guerra in Ucraina?, si fa quello che dice il Padrone – i costi? li pagano gli italiani -;
    Lo scempio di Gaza?, non scherziamo, Israele può fare ogni cosa – compreso lo scegliere in ogni momento e in ogni caso, a seconda delle loro paranoie e dei loro appetiti, il ” nemico” da combattere,rileggersi sul punto il lupo e l’ agnello -.
    Non andrò a votare, non serve a nulla.
    Cristo vince ma non nelle urne truccate, come non ha vinto di fronte alla folla comprata e ai caporioni che lo volevano morto.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Oggi ricorre l’anniversario del bombardamento di Belgrado da parte della nostra Aeronautica Militare, senza mandato ONU né parlamentare. Dov’è vissuto lei finora?
      La esorto a leggere il commento di MALE MINORE.

  • Federico ha detto:

    Lei sa bene che, in casi particolari, vi sono strategie vincenti che prevedono dei sacrifici.
    Dal punto di vista puramente umano ciò non sempre è comprensibile; se lei vede la missione di Gesù dal mero lato umano, essa appare un totale fallimento. Eppure alla luce degli effetti è stata il più grande trionfo di sempre: il male non ha mai più avuto l’ultima parola e la morte è stata sconfitta.
    Anche dal punto di vista politico o militare il discorso è analogo: possono esserci sconfitte parziali che forniscono poi motivazioni speciali di reazione o di riscossa altrimenti impossibili . Non sto qui ad elencare esempi perché la storia ne è piena.
    Vorrei solo far presente che esistono casi in cui sono necessarie decisioni tattiche drastiche e francamente non condivido l’eccessiva semplificazione delle posizioni astensioniste alle elezioni europee.
    Quando le carte sono truccate lei che fa? Continua a giocare cercando di limitare i danni oppure butta all’aria il tavolo? La risposta, a mio avviso, non è così semplice…

  • creazionista ha detto:

    Hasbara

  • Stella stellina ha detto:

    ♤ ♡ ◇ ♧

  • Januensis ha detto:

    Non partecipare ad una assemblea di condominio puo’ essere considerata una mossa strategica per far mancare la maggioranza all’amministratore ma astenersi dall’andare a votare e’ essere suicidi. Quelli che predicano che la politica e’ una cosa sporca sono i primi a coprire col loro lato B ogni poltrona, poltroncina , strapuntino nel raggio di molti chilometri.
    Calenda aveva detto una cosa giusta : a Strasburgo non si devono mandare persone incompetenti. Applausi. Ma poi che fa ? Qui a Genova ti candida Cristina Lodi , una vecchia volpe PD che il PD stesso non avrebbe mai candidato per eccesso di mandati. Una riciclata di lusso insomma.
    Peggio ancora Tajani. Chi ti candida ? Il senatore Luigi Grillo incappato per corruzione nelle magli della giustizia.
    L’ex senatore inoltre ha 82 anni.
    Capisco il suo appoggio al generale Vannacci. Ma il problema sono i soci di Salvini in Europa. Madame Le Pen in Francia e il partito tedesco di estrema destra. Non sono angioletti. Che fare ?

    • piero laporta ha detto:

      Grazie
      Quanto lei afferma è tutto vero.
      Abbiamo altra legna per fare fuoco? Ripeto, immagini l’Italia oggi se Meloni, con tutti i suoi limiti ed evidenti difetti, fosse all’opposizione e il PD al governo. Realismo realismo realismo.

    • gladio ha detto:

      Guardi che sinistra e verdi che vogliono imporre la ” open society” di Soros sono molto, ma molto più pericolosi di Meloni, Salvini e Le Pen messi insieme. Non capire che l’ Europa sta correndo il rischio del proprio annientamento culturale a causa di determinate forze politiche è molto grave.

      • piero laporta ha detto:

        Grazie. Questo pericolo è tanto più grave perché la Chiesa post conciliare, dopo aver asperso Berlinguer, oggi è genuflessa a Davos.

  • Pier Giuseppe Giovannetti ha detto:

    Ho letto con sano interesse.Mi sembrano farneticazioni,forse non ho capito e mi scuso,ma le accetto per quello che volevano dire, seppur non condividendo anche questo.Troppo lungo dire il perche’ .Credo non ne valga la pena.Grazie.

    • piero laporta ha detto:

      Egregio Pier Giuseppe Giovannetti siamo sempre in attesa che lei spieghi perché il suo povero servitore sta farneticando e lei invece ha certamente ragione.
      Coraggio ci spieghi il suo pensiero, siamo davvero curiosi. La saluto con tutto il rispetto che lei merita.

  • Stefano rolando ha detto:

    Completa identità di vedute,vince a man bassa e se cala anche l astensionismo sara’ una sberla memorabile

  • Mario ha detto:

    Bravo generale, però se la Meloni avesse dimostrato un po’ più di attributi a livello internazionale, stile Orban, se non altro in sede di contrattazioni, non ci sarebbe dispiaciuto. Giocare sull’ambiguità, dimostrarsi pappa e ciccia con Biden così come con il “buon” bergoglione, tenere il piede in due o tre o dieci staffe, possono essere necessità di una premier dal peso politico internazionale poco sopra lo zero ma che le hanno ormai alienato masse dei suoi primitivi elettori, che ora giustamente si sentiranno rappresentati da Vannacci e giustamente lo voteranno, mandando in sollucchero Salvini.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. L’importante è votare Meloni o Vannacci,ma votare.
      Non c’è alcuna analogia coi paesi ex Parto di Varsavia che hanno fatto pulizia massiccia dei venduti a Mosca. In Italia, come ho scritto, si è fatto solo lo stretto necessario per asservirla meglio. Meloni ha fatto miracoli in queste sabbie mobili. È stata, solo per dirne una, molto ma molto più italiana di Berlusconi.

      • Januensis ha detto:

        Berlusconi e la Merkel hanno promosso con ardore i commerci con la Russia. Dopo le sanzioni molte delle nostre ditte sono rimaste in Russia.
        Oggi , dopo la nazionalizzazione dell’ Ariston i nostri industriali tremano . E non sono marchi da poco. PIRELLI, Buzzi, Barilla , Parmalat. Buzzi e’ una importantissima multinazionale che ha stabilimenti per la produzione del cemento in tutto il mondo. Ma la sede e’ a casale monferrato.

      • physicus ha detto:

        Non sono proprio convinto, ma voterò probabilmente la lega e, forse, con preferenza a vannacci. Di cui mi fido poco. ma del Gen. Laporta sì.

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