Il Papa in Nuova Guinea, e i Vescovi che non Vogliono più Evangelizzare i Pagani. Bernardino Montejano.

3 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul viaggio del pontefice regnante in Papua Nuova Guinea, e sul rapporto fra vescovi ed evangelizzazione dei pagani. Buona lettura e condivisione.

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PAPUA NUOVA GUINEA

Papa Francesco sbarcherà quest’anno in Papua Nuova Guinea, Paese dell’Oceania, con poco più di 10 milioni di abitanti, la stragrande maggioranza dei quali cristiani, dove incontrerà i connazionali dell’Istituto del Verbo Incarnato, che è lì dal 1997 e anche i Servi del Signore e della Vergine di Matará, arrivati ​​in queste terre il 24 marzo del 2002, per unirsi alla missione.

Pensiamo che dentro di lui accadrà qualcosa di analogo a quello che deve provare ogni giorno quando parla con i sacerdoti dell’IVE responsabili dell’unica chiesa cattolica di Gaza. L’opera che avrebbe voluto distruggere e non ha potuto, l’opera che ha ancora commissionato sotto la tirannia di un certo Santos y Abril, nel suo ramo maschile, lo accoglierà senza risentimento, come lo  tiene informato ogni giorno di ciò che accade in Gaza, che soffre in piena guerra.

Ma sarà accolto anche dai membri della conferenza episcopale con i quali è d’accordo nel difendere una laicità “positiva” ed è a questo che vogliamo riferirci.

In occasione di una prevista riforma costituzionale, la Conferenza episcopale della Papua Nuova Guinea ha indirizzato una lettera al presidente della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, su come affrontare la religione nella società.

Di fronte alle proposte avanzate da singoli cristiani riguardo alla fonte dell’autorità politica, al nome del Paese e alla promozione dei principi cristiani, i vescovi sollevano le loro obiezioni.

La proposta è la classica dei nemici del cristianesimo e ricorda i dibattiti sulla religione nella vita pubblica sorti in Argentina in occasione dell’ultima riforma costituzionale.

Dopo di ciò, Dio rimane come “fonte di ogni ragione e giustizia” nel preambolo, con il quale godiamo ancora di una costituzione teocentrica. In Papua Nuova Guinea, invece, il riferimento al Dio trinitario come fonte ultima dell’autorità politica è contestato dai vescovi cattolici, perché ne farebbe un Paese confessionale. Questo ci ricorda il preambolo della Costituzione irlandese del 1937 che inizia: “Nel nome della Santissima Trinità, da cui deriva ogni autorità e alla quale, quanto al nostro fine, devono riferirsi tutte le azioni degli uomini e degli Stati” e questo non ha mai disturbato un non cattolico.

Nel 1994, nel nostro Paese, le clausole religiose sono scomparse dalla Costituzione, fatta eccezione per “il sostegno del culto apostolico cattolico romano” (art. 2), ma l’elemento più interessante nel dibattito è la questione indigena, poiché nel testo del 1853 la Costituzione ha affidato al Congresso il compito di “prendersi cura della conversione degli indiani insieme alla loro pacificazione”.

Ciò che ha dell’incredibile è il documento del nostro episcopato preparato da una commissione presieduta dal cardinale Raúl Primatesta, secondo il quale “bisogna sopprimere il paragrafo 15 dell’articolo 67, poiché oggi è offensivo nei confronti dei popoli indigeni, della Chiesa cattolica e anche del Congresso Nazionale “.

Ciò che nel 1853 era caritatevole, compassionevole, misericordioso, oggi è offensivo, cioè provocatorio, aggravante, calunnioso. A che punto siamo in questo paese di pazzi?

Diversa è l’interpretazione di Santiago de Estrada: “Notevole ascendenza di questa clausola costituzionale! Attraverso di essa l’opera della Repubblica si lega alla missione affidata dai Papi ai Re Cattolici” e nel 1988 criticava l’opportunità di cancellare la clausola “quando il Cristianesimo si prepara a celebrare il mezzo millennio dell’inizio dell’America, è una dichiarazione di apostasia, che nessun argentino dotato di senso dell’onore potrebbe sopportare” in “La Chiesa e la Costituzione”, Gladius, 1988; quel senso che i nostri vescovi, in generale, avevano già perso allora.

Ora, è offensivo predicare e convertire? Cristo non ha specificato la missione ai suoi discepoli? Non ha ordinato nel suo addio: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Matteo, 28, 19/20); “Andate in tutto il mondo e proclamate la Buona Novella a tutta la creazione. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, chi non crederà sarà condannato” (Marco, 16, 15/16).

Purtroppo, i vescovi della Papua Nuova Guinea non capiscono che, in un ambiente retto da principi cristiani, che non si impongono a nessuno, ma che vigono e si mettono in pratica, che sono radicati nei costumi, è più facile predicare e convertire coloro che praticano le religioni tradizionali, l’animismo o il sincretismo. È Cristo che comanda che la Buona Novella sia annunciata a tutti.

È incredibile che oggi ci siano cristiani, anche vescovi, nemici dell’evangelizzazione dei pagani di questo tempo, simili a quelli di cui parla il Libro della Sapienza: “a causa della considerazione delle opere, non sono riusciti a conoscere la artigiano. Al contrario, consideravano come divinità dominanti dell’universo il fuoco, il vento, l’aria o il cerchio delle stelle, l’acqua impetuosa o le luci del cielo” (13, ly 2).

La risposta a chi non comprende il significato ascendente che va dalle opere all’Artefice, poiché “i cieli e la terra, cantano la gloria di Dio, manifestano il Creatore, è data da un indiano Wichí che vive nel nord del Salta, provincia argentina, Cornelio Segundo, capo de “La Curvita”, che risponde ad un giornalista curioso: “Non esiste nessuna strega. Devi solo credere in Dio. Prima la gente pensava che dovessimo parlare con il padre dei pesci affinché possa darci dei pesci. Altri dicono che la montagna ha il suo proprietario. Ogni uccello aveva il suo capo. Lo stesso con gli alberi. Ora che siamo più svegli, è chiaro che Dio è il padre di tutte le cose” (“Clarín” 9/1/2001).

Questo indiano, grazie all’evangelizzazione, è più sveglio di certi pastori dormienti, anche se si occupano di pastorale indigena.

Buenos Aires, 27 aprile 2024.

Bernardino Montejano

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4 commenti

  • Giovanni ha detto:

    Bisogna capirli nell’ottica della istituenda nuova religione mondiale. Col vat 2 hanno buttato via tutto il passato. A tempo debito Cristo , equiparato ad altri ” profeti ” ( budda, Maometto, Confucio etc. ) finirà nel calderone della storia verso l’oblio e l’insignificanza della Sua morte. La Messa si trasformerà in un rito propiziatorio comunitario per coloro che vorranno ancora crederci. Siamo a buon punto.

  • nuccioviglietti ha detto:

    Più che evangelizzare sparute tribali popolazioni in iperuranio.. sarebbe opportuno rievangelizzare coloro che solo più teoricamente risultano come evangelizzati in Europa ed Americhe!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

  • Enrico66 ha detto:

    Articolo complesso e interessante.
    Una considerazione: una Chiesa che non evangelizza e non converte non adempie al mandato di Cristo.
    È quindi una chiesa vuota ed inutile

    • Catholicus ha detto:

      Vescovi che non vogliono più evangelizzare? cioè conquistate anime a Cristo ? vescovi del piffero, allora, mia nonna era più cattolica di tutti loro messi assieme : che mala genia di chierici sono venuti su dopo il cosidetto Concilio;
      se questi sono i frutti, hanno ragioni coloro che considerano il Vaticano II una rivoluzione ( massonica) nella Chuesa-istituzione. Con la fissa del dialogo, sterile e infruttuoso ( solo assistenza materiale, come una qualsiasi Ong o Onlus), con l’ ecumenismo ideologico calabraghe, hanno gettato alle ortiche il comandamento di Cristo ” andate ed annunciate la Buona Novella a tutti, fino ai confini del mondo, battezzando nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo : chi accetterà sarà salvato, ma chi rifiuterà sarà condannato”, perché, aggiunge Cristo ” nessuno va al Padre se non per mezzo del Figlio”. Questo è Vangelo, questo è Cristianesimo.. Il loro Concilio ha rinnegato questo compito, la missionari età, ormai sono come il sale che ha perduto il suo sapore, e a nulla serve più, se non ad essere gettato a terra e calpestato dagli uomini ( dal Vangelo secondo….)