Israele, Gaza, e l’Ucraina. Comunque Vada, Xi Jinping Ha già Vinto. Laporta.

29 Aprile 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il generale Piero Laporta offre alla vostra attenzione queste riflessioni su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Cpme già accaduto diverse volte in passato (il caso Draghi è l’esempio più eclatante) possono esserci (e ci sono) divergenze di valutazione con quello che scrive il generale, ma ci sembra giusto ospitare il suo intervento. Buona lettura.

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Troppi seguono il conflitto a Gaza come fosse una partita di calcio: la squadra del cuore contro gli avversari storici, un Milan-Inter o una Lazio-Roma con la medesima visceralità. È invece una guerra e lo Stato di Israele ha il pieno diritto di combatterla perché ha il pieno diritto di esistere.

Israele ha commesso errori? Sì.

Israele ha commesso orrori? Sì.

Non di meno ha il pieno diritto di esistere, perché se lo conquistò con la guerra del 1948-1949, mossagli dai paesi musulmani del circondario che non accettarono la decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, per la costituzione di uno Stato ebraico e uno stato arabo.

«Gli Stati nascono e muoiono con la guerra» osservò Charles De Gaulle. Israele vinse la guerra e le quattro successive. Essa ha dunque diritto di esistere. Ciò non di meno Israele potrebbe scomparire se perdesse una sola guerra, quantunque contro una Palestina mai esistita [leggi qui] prima che i Rothschild e la City di Londra se la inventassero. Chi dubiti rifletta: il Jerusalem Post è figlio del Palestinian Post, messo in piedi dai sionisti. Quando nacque lo stato ebraico i servizi sovietici ebbero buon giorno ad appropriarsi del lemma “Palestina” per dare un’identità ai nativi, che si affidarono ai sovietici e ai mussulmani, perdendo tutte le guerre.

«Gli Stati nascono e muoiono con la guerra», anche lo Stato del Vaticano, dal quale giustamente lanciano accorate esortazioni alla pace, è a sua volta l’esito d’innumerevoli guerre.

Un’altra legge, valida da sempre: «Gli imperi si sgonfiano, col trascorrere degli anni e crollano». Sì, insomma, più durevoli d’un soufflé, gli imperi sono tuttavia destinati a sgonfiarsi. Panta Rei, tutto passa dopo tutto, anche gli imperi, quelli decadenti prima dei rimanenti.

È necessario definire che cosa è un impero e che cosa è la guerra. Diamo per intuitivo il “dominio”. L’impero è il dominio su una pluralità di nazioni. La nazione è individuata da un popolo, dal territorio e dalle sue tradizioni, dall’interesse nazionale (vedremo cos’è).

“La guerra” secondo Carl von Clausewitz è ”la prosecuzione della politica con altri mezzi.” Lenin invertì i termini: “La politica è la prosecuzione della guerra con altri mezzi”. Questa è la scuola dalla quale proviene Vladimir Putin, occorre ricordarlo prima di santificarlo.

Conclusa la 2^GM, per gli Stati Uniti valse la norma: “La politica è la prosecuzione del business con altri mezzi”. Uccisi i due fratelli Kennedy (chissà perché se ne ricorda usualmente solo uno), dimenticarono l’ammonimento del generale e presidente Dwight D. Eisenhower: “Ogni arma da fuoco prodotta, ogni nave da guerra varata, ogni missile lanciato significa, in ultima analisi, un furto ai danni di coloro che sono affamati e non sono nutriti, di coloro che hanno freddo e non sono vestiti”.

Oggi per Joe Biden e i suoi predecessori a partire dai Bush (padre e figlio): “La guerra è la prosecuzione del business con altri mezzi”.

L’impero più improbabile? L’Unione Europea: disarmata, priva di personalità giuridica statale internazionale, dominata da un’oligarchia non eletta; la sua moneta, l’Euro, è in vita finché gli Stati Uniti e la Germania lo vorranno per opposte ragioni. L’UE oltre 200 gruppi etnici, impossibili da amalgamare. La cultura ebraico-cristiana avrebbe potuto darle l’amalgama: l’hanno rifiutata aspramente; oggi celebrano il Ramadan, suicidio.

La Cina è l’impero più solido. Dominato da una dittatura compatta e piramidale; moderno, ricco di cultura, mano d’opera e d’ingegno scientifico e tecnico. Manca di materie prime, procurandosele ovunque riesca ad arrivare.

Ha solo 12 gruppi etnici: 1) gli Han, la grande maggioranza della popolazione totale della Cina; 2) gli Zhuang, della famiglia linguistica tai-kadai; 3) i Manciù, di origine tungusa; 4) gli Hui, cinesi musulmani; 5) i Miao, di lingua hmong-mien; 6) Uiguri, di lingua turca; 7) i Tujia, di lingua cinese; 8) gli Yi, di lingua cinese; 9) i Mongoli cinesi; 10) i Tibetani; 11) gli Hakka; 12) gli Hui.

Il controllo dell’immenso territorio è ferreo, articolato, capillare a tenere d’occhio 1.425.267.780 abitanti. Per assicurare ogni giorno 100 grammi di riso a ogni cinese, sono necessarie – ogni giorno – 15.000.000 di tonnellate di riso, sette milioni di tonnellate di acqua per cuocerlo, innumerevoli tonnellate di gas, ogni giorno.

D’altronde se questo miliardo e mezzo di persone fossero lasciate a se stesse, morirebbero di fame perché per raccogliere, rendere disponibile e cuocere 15 milioni di tonnellate di riso – ogni giorno – occorre un’organizzazione più precisa e puntuale di quella elvetica, più spietata d’ogni altra nella storia. Insomma, o riso o democrazia. Secondo voi che cosa preferisce il popolo? Il Vaticano fa bene a rinnovare l’accordo con Pechino: bene o male, lì è il futuro con cui misurarsi.

La Federazione Russa è un impero con grossi problemi economici e sociali, non di meno è coeso, nonostante i numerosi assalti subito dopo la fine dell’Unione sovietica, scioltasi la notte del nostro Santo Natale del 1991.

Il 79,83% della sua popolazione è di russi. Altri gruppi etnici: 1) Tatari (3,83%); 2) Ucraini (2,03%); 3) Baschiri (1,15%); 4) Ciuvasci (1,13%); 5) Ceceni (0,94%); 6) Armeni (0,78%). Vi sono altri 190 piccoli gruppi etnici riconosciuti ufficialmente, senza problemi di amalgama.

La Russia ha 144 milioni di abitanti. È il paese più popoloso d’Europa ma la densità è di solo 8,5 abitanti per chilometro quadrato. Ha in comune con la Cina 4mila chilometri di confine. Se schierasse un carro armato per ogni chilometro, un filo di seta dal punto di vista militare, dovrebbe disporre di 4mila carri armati che non ha. D’altronde è una potenza nucleare e militare di primo livello. La Cina ha numerosi uomini alle armi ma non dispone delle forze nucleari strategiche della Russia, la quale ha invece le materie prime che necessitano a Pechino. La loro alleanza è quindi scritta nelle stelle.

L’impero statunitense è quello più in crisi. Ha 340 milioni di abitanti sul suo territorio, estremamente diversificati nelle etnie e nelle razze. L’estensione effettiva è globale e avvolge Russia e Cina. Vorrebbe soffocarle ma non ha più le energie necessarie. La posizione di punta statunitense nello schieramento europeo e anglosassone (con Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda e, a latere, il Giappone) è molto meno brillante d’un tempo. La guerra in Ucraina e a Gaza, nonché lo scontro tra Donald Trump e Joe Biden (dietro al quale opera il World Economic Forum di Davose, dietro molte cortine, la casa reale inglese, oggi preda del cancro), hanno reso inutilizzabile la NATO per la proiezione di potenza, con o senza mandato delle Nazioni Unite, com’è invece avvenuto in Iraq, nei Balcani e in Kosovo, in Afghanistan, nelle “primavere arabe”, in Libia, in Egitto, Tunisia.

In questa pentola di pece in ebollizione di imperi senza prospettive di lungo termine, a parte la Cina, si vuole costringere la popolazione israeliana di 9 milioni di abitanti su un territorio equivalente alle Puglie e al Molise, sui quali vi sono solo 4 milioni di abitanti.

Il 73,2% della popolazione israeliana (7.208.000 persone) sono ebrei; il 21,1% (2.080.000 persone) sono arabi. Sarebbe un piccolo impero con solo due etnie e due nazioni ma del tutto incompatibili, non amalgamabili. La maggioranza della minoranza vuole la fine di Israele. Incompatibili.

L’errore di Israele nel 1948 fu non procedere a una radicale pulizia etnica com’è sempre avvenuto a seguito delle guerre. Chi dubiti chieda agli istriani, ai curdi, agli armeni, ai nativi americani e ausrtaliani. Dopo quanto è avvenuto il 7 ottobre, Israele non ha scelta, quali che siano le ragioni delle due parti: deve garantire il proprio interesse nazionale oppure scomparire. L’interesse nazionale è la somma di quanto concorre alla sicurezza economica, del territorio e sociale. Gaza è contro tutte le sicurezze di Israele.

Nessuno dei quattro imperi (USA, CINA, Russia, UE) può garantire la sicurezza di Israele. Hanno i loro grattacapi e non possono impegnarsi più di tanto. Gli Stati Uniti stanno subendo lacerazioni interne profondissime a causa della diffusa ostilità verso Israele.

Se smettessimo di guardare il mondo come fosse composto di due opposti schieramenti, i buoni e i cattivi, ci accorgeremmo che le politiche dissennate degli imperi e il sionismo hanno portato Israele al punto di non ritorno: deve assaltare Rafah, sterminare Hamas e bombardare anche il sud del Libano per dare un segnale chiaro a Hezbollah e all’Iran, dietro ai quali sogghignano Russia e Cina. Comunque vada la guerra in Ucraina, comunque vada a Gaza, Xi Jinping ha vinto. Questo è il dato da tenere d’occhio.

Mentre scriviamo, si ha notizia d’imponenti manifestazioni ad Amburgo per chiedere la fine delle politiche anti-islamiche (?) e l’instaurazione del Califfato. È un caso? Il Califfato, in questo momento? La fine delle politiche anti islamiche mentre le chiese si svuotano e i musulmani pregano in massa davanti ad esse?

Non tutto va male. E’ infatti importante la frantumazione del fronte di Davos e anti cristiano. Netanyahu, sionista e dovosiano, contro Biden, radicale e davosiano, ambedue contro i musulmani, ai quali Davos strizza l’occhio da decenni in contrapposizione ai cristiani. Un caos una volta tanto consolatorio.

Israele è un baluardo, non il sionismo, Israele, ricordiamocene ogni giorno. Altra cosa è il sionismo che sta a Israele come la tenia nel corpo umano. Se Israele perdesse la guerra, perderebbe il diritto di esistere. Poi toccherebbe a noi. Restiamo a guardare mentre gli altri s’azzannano e teniamo d’occhio il nostro interesse nazionale: sicurezza economica, sicurezza del territorio, sicurezza sociale. Nessuno dei 4 imperi garantisce queste sicurezze a noi. Rimaniamo quindi cauti osservatori delle guerre altrui, senza cadere nel sentimentalismo, fratello scemo dell’odio. Cristo Vince nonostante la guerra.

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47 commenti

  • Antonio ha detto:

    Generale, mi sembra molto confuso.

  • Antonio ha detto:

    https://youtu.be/qaUHV4fEytM?si=Iy3kKu8LhlpSlvQG
    Mi trovo più d’accordo col professor D’Amico

    • piero laporta ha detto:

      Io no, non sono affatto d’accordo col professor D’Amico. Egli parte dal presupposto che lo stato Palestinese sia legittimo e d esistente. Non è vero. Non è mail esistito e quando ha avuto la possibilità di esserlo legittimamente attraverso le NU l’ha rifiutata facendo conto sulla guerra. L’ho spiegato e provato in tutte le salse. Poi si sono dedicati al terrorismo per conto dell’Urss adesso sono al servizio dell’Iran, che impicca i dissidenti e sodomizza le prigioniere. Solo Marcio Travaglio può vedere le virtù dell’Iran e anche i nostri servizi segreti che a suo tempo assoldarono un agente iraniano. Come ho già detto innumerevoli volte, oggi vogliono convince che su un territorio che starebbe stretto a 5milioni di persone possano convivere due stati di 10mioni, un terzo del quali vogliono la morte di Israele.
      A Nereo Rocco un giorno augurarono “Vinca il migliore” e lui rispose “Speriamo di no”.
      Scelga lei chi è il migliore ma non mi gabelli le chiacchiere di D’Amico.

  • Propaganda e Confusione ha detto:

    Sbalorditivo come Laporta passi dalla denuncia delle trame sioniste sul mondo a una presunta difesa dell’ebraismo che sarebbe attaccato dopo il criminale comportamento dello Stato terrorista guidato da Netanyahu e soci. Direi che sarebbe opportuna una certa coerenza se non di pensiero di espressioni. Perché mescolare due elementi evidentemente diversi, l’immigrazione islamica in occidente, voluta da elites di cui stranamente fanno parte non pochi ebrei e uno Stato creato in maniera artificiale da poteri politici e finanziari? Di che cosa sarebbe il baluardo? L’invasione dell’occidente segue vie non militari. L’articolo appare un esempio grave di confusione mentale e di uso di pezzi di propaganda sionista. Mi stupisco che Stilum Curiae, possa ospitarlo.

    • piero laporta ha detto:

      Ogni volta che mi attaccano personalmente sono più tranquillo: significa che non hanno argomenti contro i miei.
      Questo è il classico caso.
      Il popolo di Israele è come qualunque altro, composto di gente che si alza al mattino per portare la minestra in tavola. Oggi sono in guerra per sopravvivere. Le Nazioni Unite avrebbero potuto scegliere altri posti dove inviare quanto ne rimaneva dopo la 2GM. Per esempio un pezzo di Germania sarebbe stato adeguato visto che il problema era nato lì. La Germania pagò ben 7 dollari a testa per ognuno dei 6 milioni usciti per il camino, dopo di che volse il capo dall’altra parte.
      Il gioco ritorno in Terra Santa, proprio dove Stalin aveva iniziato a mandare gli spartachisti immediatamente dopo la rivoluzione sovietica, cioè venti anni prima, con l’evidente intento di mettere il cappello sul Mediterraneo. Le cose come sempre cambiano. I Rothschild e la casa reale inglese hanno visto un’opportunità per i loro tentacoli. Se i nativi fossero stati saggi e ben guidati, si sarebbero alleati coi nuovi venuti e avrebbero preteso più terra, magari il deserto della Giordania che non ha né gas e petrolio. Invece no, hanno preferito le armi, il terrorismo, il servilismo ai servizi sovietici e oggi all’Iran. Israele ha tuttavia diritto di sopravvivere. Netanyahu è un criminale? Sì. Ma non nemici così imbecilli, dentro, fuori dai confini e sui giornali, ha vita lunga e felice.

  • Previsioni ha detto:

    Generale, ma da militare di carriera qual è la sua previsione sugli esiti finali dello scontro in atto in Terrasanta?

    • piero laporta ha detto:

      Un militare non fa previsioni, semmai analisi. Non c’è nulla che additi una possibile fine del conflitto.

  • piero laporta ha detto:

    Ma no, lasciamoli sfogare, altrimenti picchiano i bambini.😂

  • piero laporta ha detto:

    A no, lasciamoli sfogare, altrimenti picchiano i bambini.😂

  • ex : ha detto:

    E. C. – «di non ricevere» (di non ricevano)

  • Subsahariano ha detto:

    La sua breve analisi è in parte condivisibile. Ma andrebbero aggiunti diversi elementi.

    Uno, semplice, è la reciproca di “la guerra è la prosecuzione del business è la prosecuzione con altri mezzi”, e cioè: “il business è la prosecuzione della guerra con altri mezzi”, cosa che è ben presente nella concezione anglo del business.

    Sulla Cina e sull’accordo del Vaticano con Pechino, si può convenire. Il futuro è (anche, probabilmente soprattutto) lì, in Cina, e in generale nell’Asia, di cui la Cina è ormai potenza egemone. E bene fa il Vaticano. a trovare una via d’intesa, anche a tutela dei numerosi cattolici che vivono in quel paese, dove in cristianesimo (per la verità più quello protestante che quello cattolico) avanza a grandi falcate.

    Nessuno santifica Putin, ma a molti è chiaro che Putin si può considerarte uno statista con la maiuscola, molto più preparato, accorto e abile di qualsiasi leader occidentale, inclusi i davosiani. Putin ha, soprattutto, visione. Ha cioè ben chiaro che cosa è la Russia e quale può e deve essere il futuro del paese. Questa visione è dell’unico tipo che funziona, quello che affonda le radici nell’identità di un paese, vale a dire nella sua storia. Lo ha compreso anche la Cina.

    Nel cosiddetto blocco occidentale l’unico granfr paese che ha ben chiara l’importanza di una visione fondata sull’identità e su un senso identitario del destino comune è il Giappone. Quanto all’Occidente angloprog, non ha né identità né una visione che non sia di tipo “rivoluzionario”: la società aperta popperiansorosiana è la rimozione dell’identità e la negazione di qualsiasi visione fondata su quest’ultima.

    L’affermazione secondo cui “l’errore di Israele nel 1948 fu non procedere a una radicale pulizia etnica com’è sempre avvenuto a seguito delle guerre” è tecnicamente corretta (da questo punto di vista potrebbe valere anche per l’Alto Adige), ma moralmente riprovevole e indegna di un cristiano. Le sarà certamente chiaro che qui non è questione di sentimentalismi.

    Molto condivisibile è ciò che lei scrive riguardo alla degenerazione calcistica nell’osservazione dei conflitti in corso. Lo spirito del tifoso non è il modo più sereno per leggere gli eventi geopolitici in atto. Ma è anche onesto ammettere che tutti noi, chi più chi meno, ne siamo portatori. E molto evidentemente anche lei, che propone analisi argomentate ma non esenti da partigianeria. Una certa faziosità è inevitabile, perché ciascuno di noi si augura che prevalga una parte piuttosto che un’altra e che di conseguenza il mondo prenda, almeno in prima battuta, una certa direzione piuttosto che un’altra.

    Seppure non in tutto condivisibili, i suoi contributi sono sempre stimolanti. La saluto.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. Le sue puntualizzazioni completano quanto ho scritto. Devo tuttavia puntualizzare a mia volta. Putin è certamente uno statista ma, come Churchill, lo è a vantaggio del suo paese non del nostro.
      Quando evoco la pulizia etnica, non significa che l’approvi, affermo che certe guerre o si concludono così o sono interminabili, come di fatto sono.

      • Anonimo verace ha detto:

        A mio modesto parere quella che viene chiamata visione di Putin e’ sostanzialmente una costruzione immaginaria che puo’ essere diffusa con i mezzi di propaganda consueti cioe’ discorsi , libri , video , film ma non certo muovendo i carri armati, i droni , i missili ecc.
        Anche qui da noi ci sono i propagandisti della visione di Putin. Uno di questi e’ Nicolai Lilin che ha scritto un libro per dimostrare che l’ Ucraina non e’ mai esistita.
        Un socio di Putin e’ anche il suo vecchio amico d’infanzia , il figlio del sacerdote che aveva battezzato Vladimir Vladimirovic e che attualmente noi conosciamo come il Patriarca Kirill. Preoccupante la versione di Kirill della visione di Putin. Di recente il cosiddetto patriarca ha incluso nei paesi che dovrebbero ritornare alla Russia anche la Moldavia. Il che implica un allargamento del conflitto. E questa sarebbe una visione condivisibile ?

        • piero laporta ha detto:

          Grazie. Le sue considerazioni e preoccupazioni sono pienamente condivisibili e realistiche.

  • piero laporta ha detto:

    Non risponderò ad alcuno fra quanti insultano, solo a quanti porteranno fatti e argomenti. Mai discutere con gli imbecilli, il mondo potrebbe confonderti con essi.

    • Diritto e rovescio ha detto:

      Ecco un argomento: se “Israele ha il pieno diritto di esistere perché se lo conquistò con la guerra del 1948-1949”, a parte la forza delle armi cosa vieta che perda tale diritto? Non sono poche le nazioni che hanno conquistato sul campo il diritto di esistere in forma di Stato, ma nemmeno quelle che lo hanno perso.

      • piero laporta ha detto:

        Grazie. E’ proprio così. Israele, una serie di circostanze, impongono di non poter perdere neppure una guerra.

    • ex : ha detto:

      Forse gl’imbecilli, prima ancora di non ricevano risposta da Lei, farebbe bene il dott. Tosatti a bandirli (“bannarli” in puro Italiano…). Ma ho detto “forse”. Il dott. Tosatti è il padrone di casa e quindi sta a lui stabilire incontestabilmente i criteri di accettazione degl’interventi nella sezione “Commenti”.

      • Turiferario ha detto:

        Fortunatamente Tosatti dà voce anche agli imbecilli, persino a quelli che invocano la censura. Lascia blaterare i seminatori di maiuscole e quadratini, gente che scaglia quotidianamente i soliti inani anatemi contro il pulcinella venuto dall’altro emisfero e minacciano di terribili punizioni divine chi non lo riconosce come un antipapaereticoscismaticoanticristico. Marco Tosatti ha sempre avuto l’intelligenza di capire che distribuendo mordacchie non solo non si ottiene nulla, ma si perde anche quel poco che il libero confronto dialettico, con tutti i suoi registri, i suoi argomenti e le sue amenità, è in grado di portare. Di dispensatori di mordacchie ce ne sono in giro fin troppi. Basta pensare alla gestione mediatica di crisi pandemica, crisi ucraina e crisi palestinese.

        • ex : ha detto:

          «Fortunatamente Tosatti dà voce anche agli imbecilli, persino a quelli che invocano la censura»

          Che il dott. Tosatti dia voce anche agl’imbecilli – l’ho già scritto – è una sua insindacabile prerogativa. Che sia una fortuna… questa fortuna la lascio volentieri a Lei.

          La censura è necessaria per moderare gl’interventi in un blog, ed infatti il dott. Tosatti la pratica, sempre secondo i suoi insindacabili criteri.

          Deprecabile invece è la maleducazione – che è anche intolleranza – di chi senza entrare nel merito del tema esposto da un articolista (ma anche da un commentatore), dà dei giudizi sintetici, tranchant senza argomentare la sua opposizione, spesso offensivi o con dei motti che solo a lui sembrano spiritosi. Ed anche ammesso che lo siano sono, nella circostanza, villani.

  • Fabio ha detto:

    Mamma mia! Ha bevuto qualcosa che le ha fatto male Generale?

  • Nice. ha detto:

    Non mi sembra che lo Stato della Citta’ del Vaticano sia nato in seguito ad una guerra. E’ nato in seguito ad una trattativa tra il governo italiano , presieduto da Mussolini , e il cardinale Pietro Gasparri , originario di un paese delle Marche da molti decenni ormai parte del Regno d’Italia.
    A meno che non si pensi come guerra la cosiddetta breccia di Porta Pia cioe’ l’arrivo a Roma dell’esercito italiàno.
    Ma il vero problema di oggi e’ l’ecumenismo che confonde la fede nel messaggio di Cristo con la fede in religioni che sono invenzioni umane se non addirittura adorazione di satana sotto le piu’ varie denominazioni.

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. La breccia di Porta Pia è penultimo atto (precedendo il Concordato) d’una sanguinosa storia che inizia da Costantino. Potremmo tornarci più dettagliatamente.

  • Uberto ha detto:

    Mmolti dei problemi del medio oriente sono dovuti alla politica filo iraniana di Obama, il cui vice era il “cattolico” Joe Biden.
    Durante la presidenza Trump le visite di Biden in Vaticano furono numerose. Ed i rapporti ecumenici tra vaticano e ajatollah sono ottimi da decenni ormai.
    Gli Outi dello Yemen sembrano essere ad alcuni piu’ pericolosi di Hamas ed Hezbollah messi insieme.
    L’Iran , dal canto suo, vuole controllare lo stretto di Hormuz.
    Lei , generale, afferma che Cristo vince ma ora sembra che tutto l’inferno si stia scatenando sulla terra.
    Non ci resta che pregare.

    • piero laporta ha detto:

      Il fronte di Davos, di cui Obama è parte attiva, coltiva da tempo i musulmani come antidoto al cristianesimo.
      Pregare è sempre opportuno.

  • Anonimo verace ha detto:

    La Cina ha fatto una sola guerra combattiuta , dopo la saĺita al potere del partito comùnista. La conquista del Tibet. Molti sono gli esuli tibetani fuori dall’ impero cinese. E , quando ci furono le olimpiadi di Pechino dimostrarono pacificamente il loro dissenso al passaggio della fiaccola olimpica. Hanno un capo , il Dalai Lama, che un tempo risieda nel palazzo piu’ importante di Lasha, il Potala. Ma sono non violenti.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie. Non mi è chiaro a chi si riferisca il pacifismo, se ai cinesi o ai tibetani ovvero ad ambedue. Cero, né in Cina né in Tibet vedrà cortei di “antagonisti” assalire polizia o esercito: li ucciderebbero seduta stante. Piaccia o meno, come credo d’aver spiegato, così si governa e si sfamano 1,5 miliardi di persone.
      Sono possibili alternative? Non lo so e non le vedo né le immagino.

    • Imperialismi ha detto:

      La Cina non ha una grande storia di guerre rivolte all’esterno. Piuttosto ha una lunga storia di guerre intestine. L’imperialismo cinese è culturalmente, ancora prima che storicamente, orientato all’autosufficienza. Questo lo distingue in modo radicale da quello statunitense (piantiamola di dire “americano”! Anche il Paraguay, l’Ecuador o la Bolivia sono America).

      • piero laporta ha detto:

        Grazie. Il presunto pacifismo della Cina è simile a quello di un elefante maschio (con un elefante femmina, la Russia) in un branco di gazzelle e saltuariamente predatori di piccola taglia.
        Quando l’India scenderà davvero in campo, entro 5-8 anni, misureremo il pacifismo cinese.
        Il mondo non è immobile.😊

        • Anonimo verace ha detto:

          I pacifici sono i tibetani. Al massimo dimostrano la loro divergenza dal dominio cinese sventolando la loro bandiera , ma di piu’ non fanno.

  • Bibliomane ha detto:

    L’altra mattina, sulla 7, ad omnibus, ha partecipato un professore italiano ma che lavora in Francia , a Parigi, a sciece Po e alla Sorbona. La partecipazione era finalizzata alla presentazione del suo ultimo libro , edito da Mondadori. Il nome del professore e’ MANLIO GRAZIANO.
    L’opinione del professore era che le azioni dell’ America erano volte a impedire una possibile sinergia tra la Germania e la Russia. (Mi sembra una tesi condivisibile visto l’accanimento dimostrato contro i gasdotti baltici ) .
    Cosi’ facendo , pero’ si e’ di fatto consegnata la Russia nelle mani della Cina , che ringrazia.
    Questa l’opinione del professore.
    Ma quel cognome GRAZIANO mi ricorda un generale con lo stesso cognome.
    Caro generale, saprebbe dirmi se tra il generale e il professore intercorre un qualche rapporto di parentela?

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. La tesi non è una tesi ma è nei fatti, è una verità che gli stessi statunitensi esprimono apertamente. Non so se fra i due Graziano intercorrano parentele; mi auguro di no per un così bravo professore.

  • uciano prando ha detto:

    piero laporta si l’europa è l’osso offerto all’islam

    • piero laporta ha detto:

      Grazie, Luciano. L’odio antiebraico sta accecando ogni capacità di analisi. Speriamo bene.

  • luciano prando ha detto:

    piero laporta lo scenario è il più probabile molto ben analizzato, ma le tre colonne portanti (Russia, Cina, Israele) presentano crepe evidenti.
    1 – La Russia da sola non è più un impere, scarsa popolazione concentrata per l’80% a ovest degli urali, sistema economico autarchico a bassa produttività e qualità, sistema bancario/finanza isolazionista (per sostenere la moneta obbliga a comprare rubli con dollari per pagarre le sue materie prime invece di farle pagare direttamente in dollari), il suo sistema militare fatica con l’ucraina, una fola che possa conquistare altri paesi senza utilizzare il nucleare, ma, in questo caso conquisterebbe territori non abitabili….sarebbe un impero con l’europa ma l’europa l’ha sempre respinta….il suo più probabile destino sembra ormai essere satellite cinese
    2 – la popolazione ci nese, per sopravvivere, deve comprare merci di base in quantità enormi, per comprarle deve avere mercati di esportazione enormi, quindi è appesa a decisioni non sue
    3 . l’economia di israele è in costante rosso, senza versamenti di dollari sia dall’america, sia dalle comunità ebree nel mondo la sua moneta varrebbe zero, senza i legami con l’industria bellica usa israele sarebbe inondata dai vicini nemici
    ossia il vecchio, scricchiolante impero del dollaro potrebbe prolungare la sua agonia in tempi lunghissimi, poiché tutti continuano ad averne bisogno, date le fragilità della alternative

    • piero laporta ha detto:

      Grazie. La Cina, con tutti i limiti da lei giustamente indicati, è tuttora il più solido e, per nostra fortuna, non ha alcun interesse a una guerra nucleare che coinvolga Germania, Francia, Italia e Usa perché l’Europa è il suo mercato e gli Usa i suoi debitori. Non uccidi la gallina dalle uova d’oro.
      La Russia è una fortezza piena di cibo e di materie prime. Difficilissimo espugnarla, ancora più difficile piegarla. E’ del tutto inutile che noi si faccia i moralisti con Putin (che non è un santo, tutt’altro): la nostra democrazia ben più di quella russa è cosparsa di cadaveri, da Portella della Ginestra allo stragismo BR e nero. Col caso Moro abbiamo visto lo Stato fare un golpe e lasciare ammazzare sei povericristi fiduciosi nelle istituzioni, invece assassine e omertose.
      Israele ha un’economia sempre perennemente in crisi e incessantemente prospera. Non sio spiegarlo: è come quelle moglie sempre malate che poi seppelliscono i mariti.
      La vera incognita nei prossimi 5-8 anni è l’India e, su distanze più lunghe, il Brasile e l’America latina. Si sono risvegliate, mentre gli USA non sembrano più in grado di controllare il mondo.
      E’ un bel film da vedere.

      • Davide Scarano ha detto:

        Con una battuta: la vera incognita è se rimarremo su questa terra per altri 5 anni.

        • piero laporta ha detto:

          Grazie. Non è una battuta. Come lei ben sa, è impossibile fare una previsione pure per i prossimi cinque minuti.

  • Stefano rolando ha detto:

    In tutte le competizioni si tiene conto della stazza dell’avversario,nel calcio serie A,B,ecc, nel pugilato un welter non combatterà mai contro un peso massimo,in politica e geopolitica sembra che a volte si tenda a sottovalutare i rapporti di forza.

    • piero laporta ha detto:

      A taluni sostenitori d’una pietosa morale politico militare, chiederei se sono certi che l’invasione di musulmani nelle nostre città, oramai visibile nel suo integralismo e nel peculiare rifiuto di integrarsi, sarà, se mai lo sarà, risolvibile con altri mezzi se non col sangue.
      I musulmani nel 1948 presunsero di buttare a mare i nuovi venuti insieme ai coloni ebrei inviati da Stalin all’indomani della Rivoluzione russa, venti anni prima.
      Il problema fu e rimane il razzismo e l’intolleranza dei mussulmani verso gli infedeli.
      Se avessero rivendicato, come avrebbero potuto, il diritto dei nativi davanti alle NU, anche i coloni ebrei che avevano acquistato acquitrini dagli emiri, trasformandoli in giardini, avrebbero avuto i medesimi diritti rivendicabili dai musulmani.
      I musulmani non vollero quindi appellarsi alle NU e preferirono le armi. Sono stati sconfitti allora e per altre quattro volte. Devono esserlo necessariamente un’ulteriore volta oppure dilagano. Ditemi se c’è un’altra strada.

      • Comparazione ha detto:

        A domanda rispondo. Per esserci c’è, ma è tristanzuola: la conversione all’islam. Però mi permetta di aggiungere una notula: la prospettiva dell’islamizzazione dell’Europa e dell’Occidente è mostruosa. Ma la prospettiva della loro davosizzazione (se sappiamo chi muove i fili dei davosiani) — con l’aborto, per esempio, elevato a diritto qualificante un intero sistema di (in)civiltà — è poi molto meglio? La cancel culture anglo (e anche qui sappiamo chi c’è dietro), il wokismo, il genderismo, giù giù fino al vaccinismo, sono tanto meglio di certe forme d’islam?

        • piero laporta ha detto:

          Grazie. Davos richiederebbe un numero speciale di SC ; lancio la proposta a Tosatti.
          Alo stato, mi pare che islamizzazione e Davos siano due facce delle medesima medaglia.
          Faccio il cattolico. Il Cristianesimo ha introdotto un ordine millenario (leggi, consuetudini, tradizioni) oggi infranto da Davos, dal Vaticano e paradossalmente in misura minore dai musulmani.
          Crolleranno certamente i primi due e il terzo muterà.

      • Balqis ha detto:

        Eppure Benedetto XVI disse questo
        https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2009/05/08/0307/00708.html
        A parte il fatto che gli Islam sono tanti e differenti e in alcuni casi (ad esempio: sunniti libanesi o siriani, che sono altra cosa rispetto ai wahabiti sauditi) sono secolarizzati anche più dei cristiani (basta farsi un giro di sera nel quartiere di Hamra di Beirut e contare discoteche e locali), mi stupisco che il generale non contempli l’idea che per sconfiggere il nemico è necessario “entrare nella sua testa”, cioè capire come pensa. Approccio che è completamente mancato nelle disastrose guerre irachene dei rozzi statunitensi, con i risultati che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti.
        L’idea di “entrare nella testa del nemico” è al centro di un bellissimo film documentario “The Gatekeepers” in cui sei direttori dello Shin Bet, tra cui una leggenda vivente come l’ammiraglio Ami Ayalon, sostenevano (dopo la prima intifada) il ritiro unilaterale di Israele di Territori Occupati, pena la perdita di significato dell’idea di Israele come democrazia. Ayalon è stato tra gli animatori delle proteste contro il corrotto Netanyahu protrattesi per mesi. Nel breve video che allego (ma ce ne sono molti altri) collega l’idea di sicurezza alla capacità di dare speranza. Purtroppo è proprio ciò che manca, e non solo nel contesto mediorientale. Distrutta Hamas, ne sorgerà un’altra.
        https://www.youtube.com/watch?v=53G_Pkz2wAo
        La guerra non si fa solo con le armi, ma anche agendo sulle coscienze. Certo, con le armi sembra più facile. ma non lo è.
        Comunque, con simpatia.

        • piero laporta ha detto:

          Grazie. C’erano molti tipi di comunisti ma chi comandava manovrava armi e denaro. Stroncare Hamas significa tagliare il braccio armato prima che diventi ricco

          È vero: la guerra non si fa solo con le armi. Si fa innanzi tutto coi soldi. Questi e quelle uccidono. Quanto viene compiuto con altri strumenti è collaterale alla guerra ma non è guerra, gatta, mi perdoni, di morti, sangue e letame.
          Il vero problema, a mio avviso, è l’inutilità della vittoria per i risultati finanziari. L’importante è alimentare la guerra senza curarsi di vincere.

          • Balqis ha detto:

            Hamas è già ricco e i soldi non vengono solo dal Qatar (che, con il consenso degli israeliani, ha costruito a Gaza un intero quartiere chiamato Al Khalifa) o della Fratellanza egiziana o dai turchi.
            https://it.insideover.com/guerra/il-filo-rosso-tra-i-cartelli-messicani-e-hamas-cosi-prende-forma-la-narco-jihad.html#:~:text=L'accordo%20tra%20Hamas%20e,nazioni%20fragili%20e%20non%20solo.
            Herzbollah li riceve dall’Iran e grazie ad essi è riuscito a mettere in piedi un sistema di welfare (non c’è paragone tra il modernissimo ospedale nella valle della Beeka e il Cardarelli di Napoli!!) e, di conseguenza, ottenere quasi il 50% dei voti (insieme ad Amal, nata a Tiro da iraniani esuli ai tempi dello Scia). Però soldi arrivano anche dalla camorra napoletana, come ben sanno alcuni pm italiani.
            La Siria, disastrata dalla guerra, è oggi il principale produttore del micidiale fentanyl, che necessariamente implica l’appartenenza ad un circuito illegale internazionale.
            In nessuno degli scenari mediorientali che leggo da quando si è scatenato questo gran casino compare questo attore non statale che dispone di risorse superiori al PIL italiano, che vengono riciclate per rientrare nel circuito legale. Roba da mettere in ginocchio un Paese da un giorno all’altro, come purtroppo avvenuto in Libano quando i correntisti hanno improvvisamente ritirato i propri capitali dalla Banca nazionale. Interpretare, come spesso avviene, certe dinamiche sotto il profilo religioso vuol dire andare fuori strada e non considerare questo temibile Convitato di Pietra, che gestisce indifferentemente stupefacenti, uomini, armi e reinveste in oil & gas o nell’edilizia (oggi un po’ meno) o nel farmaceutico-medicale.
            https://www.ansa.it/calabria/notizie/2020/11/27/mafie-imprenditore-indagato-per-riciclaggio-136-mld_13aa06e8-d9b2-4d07-bafb-1ff5e95fe8b0.html

          • piero laporta ha detto:

            Rispondo a BALQIS
            Esatto, la guerra in corso non è religiosa, non solo a Gaza, bensì una ripartizione delle zone di influenza. Forse mi illudo, credo tuttavia che questo caos stia sfarinando il fronte di Davos. Un giorno forse dovremo essere riconoscenti all’Iran e a Netanyahu 😊😊😊

          • Balqis ha detto:

            Il cosiddetto “fronte di Davos” vive di finanza senza liquidità né produttività reale. La prima ce l’hanno le organizzazioni criminali, la seconda i cinesi. Concordo con lei sul fatto che la Cina “ha già vinto”. Ed è anche – al momento – la più penalizzata dalla guerra, che, se da un lato favorisce l’acquisto di materie prime a basso costo da russi e iraniani, dall’altro disturba i traffici commerciali.