Bibbia 2008, Cancellato un Versetto in Matteo 18,11. Perché? Investigatore Biblico.

9 Aprile 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Investigatore Biblico, che ringraziamo di cuore. Buona lettura e condivisione.

§§§

 

Indizio n.176 Bibbia CEI 2008: “Clamoroso: un versetto intero cancellato: Matteo 18,11. A chi il diritto di tali modifiche?”di INVESTIGATORE BIBLICO

Partendo dalla sana domanda ‘qualcun altro se n’è accorto?’, ho cercato bibliografia in merito, anche in rete, ma nessun responso.

La cosa clamorosa è un’altra cancellazione di un versetto della Parola di Dio nella Bibbia CEI 2008.

Avevamo già visto nell’indizio 165, sempre nel Vangelo di Matteo, un erase totale di un versetto. Cliccate sul link per rileggere il mio precedente estratto.

Nel caso in esame il versetto in Mt 18,11 è stato magicamente depennato.

Esponiamo, dunque, il consueto paragone con l’edizione precedente.

Cei 74 in Mt 18,11 riporta:

E’ venuto infatti il Figlio dell’Uomo a salvare ciò che era perduto” (Mt 18,11)

CEI 2008, invece, salta completamente il v. 11, mettendo una nota a piè pagina, dove è scritto:

il versetto (…) manca in molti manoscritti; una frase simile si ha in Lc 19,10”.

Quali siano i ‘molti manoscritti’, nei quali mancherebbe il versetto, non è dato saperlo, e la cosa viene approvata senza alcuna menzione.

Leggendo, tuttavia, il testo del Vangelo di Matteo in greco, ecco cosa trovo al versetto 11:

Elthen gar o uios tou anthropou sosai to apolosos” che, tradotto, per l’appunto, viene:

E’ venuto infatti il Figlio dell’Uomo a salvare ciò che era perduto”.

Ora, i casi sono 2:

– io sono l’unico biblista al mondo ad avere un testo greco dove compare il versetto 11 (quindi i neotraduttori devono dimostrare e presentare in quali manoscritti non compare questo versetto)

oppure

– stanno facendo qualche burla o esperimento

Detto questo, il versetto di Matteo 18,11 compare nella Vulgata di San Girolamo, è presente nella Bibbia Martini (Settecento) e nella Bibbia Ricciotti (Anni Quaranta del Novecento), giusto per fare qualche esempio.

Ma, attenzione!, anche nella Nuova Vulgata è stato cancellato.

(La Vulgata di San Girolamo è datata tra il 342-420 d.C., mentre la Nuova Vulgata è del 1979).

La domanda cruciale è la seguente:

Il versetto Mt 18,11 prima del 2008 era Parola di Dio e dopo il 2008 cessa di esserlo? 

I neotraduttori si arrogano il diritto di decidere cosa è Parola di Dio e cosa non lo sia?

Il versetto non è di gradimento e quindi si procede a cancellarlo senza mezzi termini?

Vado oltre.

Se nel 2024 si decide arbitrariamente, con censura, cosa sia Parola di Dio e cosa non lo sia, chi impedisce, ad esempio, che tra 10 anni la nuova edizione della Bibbia eviti di contenere Romani 1 per essere politicamente più corretti?

Oppure buone parti dell’Antico Testamento perché sono descritte troppe guerre?

Potrei fare diverse ipotesi, ma questo mi basta.

Di questo passo, cosa resterà della Parola di Dio?

Investigatore Biblico

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58 commenti

  • Mimma ha detto:

    Enrico carissimo!
    Lei non mi conosce…
    Un abbraccio

  • Mimma ha detto:

    Quelli ” pizzicati ” sono gli sporcaccioni di sempre,
    i moralisti, che escono al buio come le nottole per peccare e che di giorno si ammantano di onestà, chiedendo il capestro per gli stupidi che si fanno beccare in flagrante.
    L’antico Testamento ha un racconto memorabile che illustra questa triste verità: ” Susanna e i vecchioni “.
    In realtà il buio è metafora che indica ogni frode.
    Sono le tenebre di chi danneggia i propri simili copeřto dal potere, protetto da un falso nome, da un padrino, da una ong, dal vaticano ecc.
    Res odiernae docent.
    Cordialissimi saluti

    • Rolando ha detto:

      Non è cara Mimma che l’AT stando anche solo al punto da te citato abbia insegnato un gran che ai santi maschi redenti nel NT se una mente come Tommaso d’Aquino scrive: “La donna pubblica è nella società ciò che la cloaca è nel palazzo: togli la cloaca e l’intero palazzo ne sarà infettato” (De regimine principum, IV,14).
      Altro che risurrezione!

  • Mimma ha detto:

    @ Rolando
    TOMMASO , detto Didimo, perchè aveva evidentemente un fratello gemello.
    Semplice.
    Non per fede, ma per chiarezza lessicale.
    Chi legge Maria Valtorta apprende che questo gemello di San Tommaso non era un maschio , ma una femmina.
    Tommaso, di professione battiloro, aveva a Rama, suo paese natale, una sorella gemella.
    Nella notte del Venerdì Santo , fuggito dal Getsemani come tutti gli altri Apostoli, si diresse a casa sua, ma ivi giunto, non ebbe il coraggio di bussare.
    Consapevole del suo atto di viltà, aveva avuto vergogna di farsi rimproverare da una donna; così racconta agli Apostoli , ormai tutti riuniti e resi felici fall’Apparizione del Risorto.
    Essi lo avevano cercato dappertutto dalla sera del Venerdi , inutilmente ed erano perciò in ansia per la sua sorte.
    Aveva vagato per le montagne giudee finché non si era ritrovato nella Grotta della Natività.
    Qui lo trovò il pastore Elia che lo ricondusse al Cenacolo, dove era atteso dai compagni e dove il Maestro, apparso ancora una volta a porte chiuse, lo persuase della Sua gloriosa Risurrezione, così come leggiamo nel Vangelo.

    • Rolando ha detto:

      Grazie Mimma, lascio alla Valtorta i pensieri della Valtorta come io credo di averli “tradotti” leggendo nella mia umana curiosità il suo poema.
      Non ritengo d’averne ricevuto un vantaggio, ma qualche sollazzo forse.
      Tutto ritengo spazzatura umana, ciò che è elaborazione umana, eccetto un clinamen d’amore. Hic et nunc. Questa la Pienezza dei Tempi quoad me.

  • PRUDENTIA ha detto:

    Sono andata a vedere un vecchio Vangelo della ed. FIDES ET AMOR di Firenze con dedica di Fogazzaro del Luglio 1914 e già veniva tolto il vv in questione… con menzione nelle note che “vari messali antichi aggiungono…il v.11 che dice…Lc 19,20
    in 3 Bibbie: Ricciotti, Paoline una più vecchia e una più recente è sempre presente il versetto.
    La manovra forse parte da lontano con le parole di Leone XIII o quelle di S.Pio X nella Pascendi Dominici Gregis.

  • Gabriele ha detto:

    Cogliamo l’occasione per ringraziare il buon Tosatti del fatto di lasciare spazio aperto alla serena discussione e non censurare i commenti critici. C’è un altro sito, oltre a quello personale dell’Investigatore, in cui è comparso questo articolo e là, per questo come per tutti gli articoli del nostro biblista, c’è la blindatura totale, articolo chiuso ai commenti. Dopo che il sottoscritto aveva iniziato tempo fa commentare su quel sito gli articoli dell’Investigatore, è calata la censura totale, impedendo di dire la sua anche a chi eventualmente volesse commentare favorevolmente. Io mi chiedo cos’abbia tanto da tenere il direttore di quel sito da chi gli cita dei libri; quando si deve applicare la censura, vuol dire che forse non si è tanto sicuri delle proprie idee; se hanno paura delle obiezioni di un ignorante qualunque come il sottoscritto, figurarsi come si troverebbero di fronte a un biblista vero🤦

    • Giovanni ha detto:

      Si riferisce al sito di A.M. Valli? Lì i commenti non sono contemplati, perché non si tratta di un vero blog, ma, mi pare, di una sorta di bollettino in cui Valli lascia passare solo ciò che è in linea con il suo punto di vista. Secondo me è un esempio del me la canto e me la suono da solo tipico di molti siti/forum/blog dedicati a qualche credo o a qualche corrente di qualche credo. Penso che sia una via sterile e controproducente e trovo molto più intelligente, e coraggiosa, la scelta di Tosatti. L’unico difetto del blog di Tosatti è il malfunzionamento del sistema, ma questo è un problema informatico e non dipende da lui. Per il resto c’è solo da togliersi il cappello e fargli un applauso.

      • Gabriele ha detto:

        No, non mi riferivo a Valli: sulla sua pagina Facebook i commenti sono liberi. È un sito che si definisce “settimanale di attualità e cultura”, di tendenze ultra-tradizionaliste, credo che lo seguano in pochissimi. Ma non mi dispiace più di tanto di non poter commentare lì, conoscendo le loro idee: recentemente hanno pubblicato un articolo a favore della pena di morte (“il giudizio di sangue”, come lo chiamano loro), da farmi venire i brividi, una roba da incubo.

        • G.B. ha detto:

          Beh se è per questo qualche post fa mi sembra che uno, forse LaPorta ma non ricordo bene se era lui, ha parlato in chiave positiva della condanna al rogo di Huss. Poi Huss sarà pure stato un brutto elemento, ma esaltare la sua eliminazione come una grande cosa fa veramente pena. I secoli passano inutilmente.

          • Balqis ha detto:

            No. Non era La Porta. Lei si sbaglia.
            Nel caso sia io a sbagliarmi (pur essendo sicura, ma magari mi è sfuggito), sono certa che non avrà problemi a copiare e incollare il link a tale commento.

          • Balqis ha detto:

            Nessun link. Come mi aspettavo…

          • Sparì ha detto:

            Secondo me non era in un commento, ma in un post. Che però adesso non viene più visualizzato. L’ultimo post di LaPorta, per inciso, è sparito: come mai?

          • Non è sparito ha detto:

            No, non è per niente sparito. Penso che G.B. intendesse questo post del generale La Porta: https://www.marcotosatti.com/2024/04/06/ma-che-apocalisse-i-tempi-sono-duri-ma-la-catastrofe-nella-chiesa-non-e-definitiva-piero-laporta/#comments In questo post il generale ha scritto “A mio avviso, va riconosciuto a Sigismondo, re dei romani, d’aver presieduto con mano ferma ai lavori conciliari, portando al rogo Jan Hus, antesignano della Riforma luterana, madre legittima del nazismo e oggi del globalismo“, una considerazione che parrebbe presentare il rogo di Hus come un evento positivo.

          • Adriana 1 ha detto:

            Cara Balqis,
            “tecnicamente” il link non saprei trovatelo, però ricordo
            un “mucchietto” di persone cristiane- ma con evidenti tendenze “bibliche”-, aver trovato assai giusto e commendevole il supplizio di Giordano Bruno. Ohibò!, se lo meritava, essendo egli anche un domenicano, nonostante Enrico ed io avessimo trovato qualche cosetta da eccepire.

          • Don Costanzo ha detto:

            Balqis dovrebbe essere meno supponente. ‘Lei si sbaglia’, ‘come mi aspettavo’. Abbassare la cresta.

  • giovanni ha detto:

    Caro investigatore Biblico, continui nella Sua sorveglianza e, sopratutto, custodisca attentamente i vecchi testi. Saranno come il vino buono che col tempo migliora, diventa prezioso e puo’ essere gustato solo da intenditori.

  • Prov ha detto:

    Il “biblista” in questione credo sia un sacerdote che ha insegnato in una pontificia università, dalla quale, poi, sarebbe stato allontanato.
    Non affrettatevi a dire per giusta causa, perché la causa non si sa, e anche perché uno dei più seri motivi di allontanamento dalla società è il vizio… di dire la verità. Difetto capitale che ogni epoca provoca la reazione del potere da una parte e schiere di martiri dall’altra.

    Suggerisco a tutti di guardare più lontano e non soffermarsi sui dettagli. Le discussioni, dotte e meno forte, acute e meno avute, hanno il difetto di concentrarsi sul dettaglio, di per sé, teoricamente (solo teoricamente) meno importante e di tralasciare il resto.

    In altre parole vedo che si discute (si tratta di una metafora) sul sesso degli angeli in una pericope dove, ad esempio, si parla dei segni degli ultimi tempi. Il risultato è che mentre ci si accapiglia orgogliosamente, finemente e testardamente su una questione che non potrà mai avere risposta certa (per inciso dico la mia: sono asessuati…) arriva la fine del mondo, che avevamo trascurato (…che vuoi che sia? Stanno anche pensando di usare le atomiche tra le case .. una qui, una là, ma con garbo…e va tutto a posto; e poi tutti al mate..!) e non c’è ne eravamo accorti.

    L’allarme che lancia investigatore biblico e’ serissimo, è grave, la questione e’ reale e il pericolo esiste ed è mortale.

    Ed inoltre, permettermi di dire, se non lo si vede c’è un problema! Se pare impossibile il problema è doppio. E se pare, al contrario, che non è una deriva, una precisa strategia mondana satanica, na addirittura una cosa buona e giusta al passo con i tempi… allora il problema è anche oltre e se non fosse che credo fermamente che e’ il Signore a reggere la sua Chiiesa e lo spirito Santo la abita, direi che siamo già tutti morti e perduti.

  • Rolando ha detto:

    “Dalla tradizione inoltre, oltre che da Maria Valtorta”.
    E vadano con l’amore del diavolo tutti quelli che non ci credono!
    Mancava il gemello, quando la sera di quello stesso giorno Gesù entrò in casa a porte chiuse, dove si trovavano radunati i suoi. Il gemello di chi? Certamente Mimma lo sa per fede. Altrimenti come potremmo mai salvarci?

  • Rolando ha detto:

    Ma perché tutto questo casino per poche parole saltate al v11?
    “venit enim Filius hominis salvare quod perierat” riportate in latino solo dai codici W S V.
    In fondo cos’altro significano se non tutta la presunta “verità” del NT?
    E perfino nella preghiera, “facilmente dimenticata” come disse il padre Cantalamessa un lontano venerdì santo: QUAERENS ME SEDISTI LASSUS / REDEMISTI CRUCEM PASSUS / TANTUS LABOR NON SIT CASSUS!
    Quante cose scrivono, cancellano, spostano, riscrivono, raschiano, modificano… le abili mani dell’uomo!

  • Rolando ha detto:

    Tunc simile erit regnum caelorum…
    Cioè assomiglia a quanti fanno scorta d’amore per lo sposo che da un momento all’altro ritorna.
    Sì, perché l’olio che alimenta la produzione della luce, è quello del buon Samaritano: lo stesso olio che vuole anche lo sposo supposto “divino” [ che ovviamente non ha “bisogni” di sorta!] ma non per sé, bensì per i propri simili.
    Le vergini stolte sono esattamente quelle che non hanno gratuitamente e senza riserve dato olio alle altre per timore, cioè per grettezza materiale, di rimanere senza per l’immaginario sposo.
    Cioè non conoscevano cosa significasse amore proprio per via della certezza della fede nel loro immaginario sposo. Lo chiarisce molto bene lo stesso capitolo nella sua conclusione: nel fratello che necessita non bisogna vedere il proprio sposo Signore del sogno della fede per “dare” ma il vero, l’unico, autentico sposo assetato d’amore.
    Questo, dice Gesù, è lo sposo! E glielo fa dire al Figlio dell’uomo quando verrà nella sua gloria non per indurci ad aver fede, a credere che la gloria sarà “quella”, ma semplicemente “questa”: la piena umanità! Nel fratello non va visto il proprio Dio, ma un altro Dio.
    E poi si è mai visto sposo che preferisca la fede all’amore?
    Questo è uno sposo geloso, proprio come YHWH, il Dio geloso!
    Lo sposo è beato in virtù dell’amore della sposa perché l’amore non è al netto del piacere sessuale, della misura, del grado d’intensità, ma è lo stesso mistero della vita.
    Mors et vita duello conflixere mirando.
    Ho bisogno del tuo olio non della tua fede!
    La più infelice di tutte le parabole messe in bocca a Gesù e chiaramente smentita o spiegata, se si vuol capirla, dalla conclusione del medesimo capitolo di Matteo in cui è inserita.

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Rolando,
      secondo il mio modesto parere, la separazione “furibonda” che è stata attuata tra fede e amore ha portato a quella “dismorfia intellettiva” che oggi chiamano- in maniera più forbita-: “dissonanza cognitiva” e che tanto grottesco dolore e tanto patetica infamia ha arrecato a molti…
      Ti lascio qui il link di un caso storicamente provato (uno dei tanti) sugli effetti- morbosi- di tale dissonanza, acutamente da te individuata nella parabola citata.
      https://www.unapennaspuntata.com/2023/03/04/benedetta-carlini-film-verhoeven-storia-vera/

      • Rolando ha detto:

        Cara Adriana. Nella mia vita ho conosciuto due zie suore, sorelle. Una morta missionaria a quasi 101 ad Asmara sul terreno di missione dopo oltre 75 anni ininterrotti di missionarietà, a cui il papa Francesco disse: ” Dovresti far tu il papa al posto mio “. Non sapeva rispondermi quale dei tre anelli fosse quello autentico del Divino Genitore. Ma mi diceva: io accolgo ed amo tutti indistintamente. E questa fu per me la verità più avvincente. Andò laggiù giusto giusto dieci anni dopo gli eccidi di Debra Libanos ed Asmara, perpetrati da cattolici italiani….
        L’altra, clarissa di strettissima clausura, che mi raccontò la storia del suo primo incontro con lo sposo Gesù. Commovente davvero. E da 21 anni fino alla morte ultra ottuagenaria rimase sempre fedele. Ai sui funerali, ho avuto una delle rare esperienze della vita. Sul termine della messa sono entrato col sacerdote al di là delle inferiate che dividevano le suore dal mondo col turibolo. Non ti so descrivermi in quei momenti. La bara era scoperta e la suora indossava un lungo velo bianco da sposa che dal capo scendeva lungo il corpo. Attorno al capo poi, come a trattenere il velo, una corona di rose bianche. Adesso era per sempre Sposa del suo Sposo divino. Ti racconto ciò con estrema devozione e rispetto, incapace di pensare qualsiasi pensiero. Attorno negli scanni tutte le consorelle a cantare “In Paradisum deducant te angeli…”.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Dopo aver considerato gli articoli dell’Investigatore ed i commenti ho cominciato a chiedermi: ma allora, questa benedetta Sacra Scrittura è certa o incerta?

    • Rolando ha detto:

      Vedi tu. La stessa sacra scrittura documenta: OMNIS HOMO FALLAX.
      E, come uno famoso scrisse, dietro ogni grafia c’è sempre la mano di un uomo.
      Anzi, per toglierci da ogni dubbio, dopo che Mosè ruppe le tavole “scritte dal dito di YHWH”, YHWH stesso gli disse: e adesso arrangiati a riscrivertele con le tue mani!
      Chiaro?
      Ma troppo chiaro abbaglia. Povera condizione umana! Cerca tutto all’infuori di ciò che può: amare.

  • Paolone ha detto:

    Tanto per curiosanza (sono cattolico), ho consultato il vangelo degli ortodossi, edizione in inglese recentissima, appena uscita e molto ben fatta (e poi, il greco non lo parlo).
    E’ scaricabile da qui:
    https://ia802306.us.archive.org/25/items/new-testament-the-eastern-greek-orthodox-bible/New%20Testament%20%28The%20Eastern%20Greek%20Orthodox%20Bible%29.pdf

    Matteo 18:11 c’é, é presente, con una nota:
    “CT omits this verse”

    vado a vedere cosa é “CT” nella prefazione:
    CT: Modern “eclettic” texts or reconstructed “crititical texts” (United Bible Societies Text (USB) or the Nestle-Aland Text (NA))

    Insomma, Matteo 18:11, mancherebbe nei testi modernisti dei dottoroni universitari (gli “eclettici” della nota).
    Ammetto di essere prevenuto, e nel dubbio, preferisco seguire quello che facevano i santi del passato.

    Grazie Investigatore Biblico e grazie a Marco Tosatti.

    • Gabriele ha detto:

      Grazie, Paolone, per questo interessante contributo: è sempre bello e utile andare a cercare dei libri per informarsi. Però bisogna stare attenti a leggere quello che c’è scritto davvero e a non interpretarne i contenuti con gli occhi dell’ideologia; ma tu onestamente ammetti di essere “prevenuto” e quindi va bene. In realtà, a pagina 16 di quel PDF, si spiega cosa significa CT Modern “eclettic” texts or reconstructed “crititical texts”. Modern, leggendo la spiegazione, in quel contesto non significa “modernista”, (come traduci tu appunto da “prevenuto”), cioè nel senso dell’eresia modernista che sempre preoccupa i pensieri di alcuni settori del cattolicesimo, ma vuol semplicemente dire “moderna”. Gli ortodossi spiegano infatti che la loro traduzione di basa sul testo “patriarcale” (nel senso del patriarcato ortodosso di Costantinopoli) edito nel 1904, prima della scoperta di nuovi manoscritti (lo scrivono loro, che ne sono stati scoperti di nuovi) e dello sviluppo della moderna critica testuale: moderna nel senso di nata di recente, non modernista nel senso di eretica. L’aggettivo “eclettico” lì usato, poi, non ha una valenza spregiativa, nel senso di personaggi un po’ creativi (nel linguaggio comune si parla di “un artista eclettico”), cioè studiosi che si divertono a trattare la Bibbia con estro creativo. Consultando il dizionario Treccani, si apprende che eclettico sta ad indicare chi “nell’arte o nella scienza, non segue un determinato sistema o indirizzo, ma sceglie e armonizza i principî che ritiene migliori di sistemi e indirizzi diversi”: che è proprio ciò che fa la critica testuale filologica, scegliere tra le varie versioni dei codici quelle ritenute più attendibili per una serie di motivi. E nel caso dei manoscritti biblici, con “sistemi e indirizzi diversi” si possono intendere le due grandi famiglie o tradizioni dei codici esistenti: la tradizione alessandrina (di cui fanno parte i Codici Sinaitico, Vaticano e di Beza) e la tradizione bizantina (o Majority Text, di cui fanno parte, come dice il nome, la maggioranza dei codici esistenti). Dunque, a leggerlo bene, in quel libro degli ortodossi non c’è alcun giudizio negativo della CT: dicono soltanto che loro si basano sul testo del 1904, antecedente alla pubblicazione delle ricerche di critica testuale della United Bible Society e di Nestle-Aland; ricerche che peraltro loro non disdegnano, visto che in nota le segnalano. Queste considerazioni, tanto per cercare di essere un po’ oggettivi nel leggere i libri: poi ognuno è libero di essere “prevenuto” e leggere la realtà con le lenti che vuole. Ciao👋

  • laura cadenasso ha detto:

    Ammiro la sua pazienza e, consapevole delle mie enormi carenze in materia, invidio la sua conoscenza dei Testi Sacri. La ringrazio

  • federico ha detto:

    i falsari mandatari di questa demoniaca operazione sanno di non rischiare nulla, anzi..Questa è la triste realtà.

  • Gianfranco ha detto:

    Può darsi benissimo che abbia ragione l’investigatore.
    Però, solitamente quando gli apparati critici riportano “manca in molti manoscritti” intendono manoscritti del testo originale greco (non ne esiste uno solo, magari!).
    E va detto che anche l’autorevole Bibbia TOB omette il v. 11.

  • Giampiero ha detto:

    Per quanto ne sappia la Chiesa primitiva fu dilaniata dal mantenere o meno l’episodio evangelico sull’adultera perché avrebbe potuto generare un certo lassismo morale sul peccato in questione, quello di adulterio. All’ultimo prevalse il suo mantenimento perché la fonte di provenienza (quella giovannea) ne garantiva l’attendibilità. Oggi certi scrupoli del passato hanno ceduto il passo a iniziative temerarie.

    • Rolando ha detto:

      “Ob vetustatem”, per antichità spiega Agostino, il racconto dell’adultera è stato mantenuto nel vangelo. E con questo Agostino equiparava antichità ad autenticità.
      Qui, l’elemento, forse, a favore di una presunta autenticità sta nel fatto non dell’antichità ma che ci presenta un Gesù ebreo chiaramente contestatore della Legge di Mosè, di quanto il Patto prescriveva tassativamente. Realtà anche di oggi, come Storia dimostra seppur in altri ambiti. Ma qui Gesù sembra sposare la tesi paolina (o viceversa) che la lettera uccide e lo spirito da vita. E lo fa, il racconto, con somma intelligenza introspettiva: chi è senza colpe scagli per primo la pietra. E qui si che Agostino commenta con appropriata speculazione: tutti se ne andarono a cominciare dai più vecchi. Io commenterei così: tutti se ne vanno a cominciare da quelli che hanno meno fede, ma più amore.

      • Adriana 1 ha detto:

        Vorrei ricordare, per chiarezza, che, quando Enrico Nippo citò il passo giovanneo della peccatrice da (non) lapidare, provocò l’inalberarsi orripilato di Luca Antonio che gli assicurò trattarsi di un passo “spurio” sulla non autenticità del quale-secondo lui- tutti i filologi erano da tempo d’accordo, mentre erano scandalosamente ignoranti quelli che non lo sapevano. E…guarda un po’…

      • Enrico Nippo ha detto:

        “tutti se ne vanno a cominciare da quelli che hanno meno fede, ma più amore”.

        E così, quelli pizzicati in flagrante perché con la coscienza sporca erano (sono) quelli che amano di più?

        Bah! Veramente la mente umana è un abisso!

        • Adriana 1 ha detto:

          Caro Nippo,
          il prodigio maggiore, per me, non è stata la sentenza di Gesù sull'”adultera”, bensì che questa sentenza venisse udita, o meglio, “ascoltata” da parte di una folla maschile imbestiata.
          O forse, il’ “clamoroso” imbestialimento
          non fu altro che una manovra promossa e messa in atto da intellettuali sadducei per cogliere in castagna -con mezzi ideologici e “tradizionali” che nulla hanno a che fare con il senso di umanità- un “disturbatore politico” antiromano che, in questa occasione,
          si serve, per controbattere, del loro medesimo stile di logica talmudica?…e anche dell’intimidente, prolungato silenzio?

          • Enrico Nippo ha detto:

            Carissima,

            noto che gli scambi con Rolando ti stanno rolandeggiando. 😂

            Permettimi perciò di non essere d’accordo sulle tue divagazioni rolandesche, che sembrano intaccate dalla vigente esecrazione del patriarcato, del macho padrone e via dicendo.

            Secondo il mio divagare, il brano dell’adultera con quel “chi è senza peccato scagli la prima pietra” è di una chiarezza accecante. E di fatti non so quanti siano quelli che lo prendono come prezioso esercizio di introspezione: è troppo vero e la verità fa male.

            Vorrei divagare sull’utilità del confessionale dove si confessano i propri peccati, ma me ne astengo.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Enrico,
            mi spiace deluderti, ma ti assicuro che “non ho l’età” più per cadere vittima di un qualsiasi guru…”ubi tu divagans, ego divagans” per un certo senso di parità.🤗
            L’episodio dell’adultera manca della presenza del “complice”, come sarebbe stato prescritto dalla Legge, e, forse, proprio per questo motivo
            risulta “drammatizzato” molto bene. La stessa considerazione si può fare per la resurrezione di Lazzaro e per il dialogo esistenziale tra Gesù e Pilato. L’autore del testo doveva possedere un vivo senso teatrale, per non dire (anticipatamente) cinematografico. C’è da notare nel più tardo dei 4 Vangeli la presenza del pensiero ellenistico
            -inteso come filosofia ma anche come capacità di introspezione-, ( simile a quella che emerge nelle tragedie di Seneca, ad esempio , debitrici- a loro volta- delle indagini psicologiche euripidee). E’ l’attenzione alla introspezione e la capacità letteraria di esprimerla da parte dell’autore ciò che massimamente attira e che rende questa opera tanto affascinante e coinvolgente, specie per uomini che vivono in epoche di difficoltà o di transizione come la attuale.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Enrico, sempre a proposito del quarto Vangelo,
            c’è da ricordare anche l’episodio
            del Cristo e della Maddalena, noto come il “noli me tangere”. Un ulteriore dialogo tra due protagonisti “isolati” , ricco di quella introspezione che apre al mistero, o del mistero che apre all’introspezione
            e che è tipica del testo Giovanneo, fin dall’inizio.
            Ciao, stammi bene.

          • Rolando ha detto:

            L’intervento di ADRIANA 1
            11 Aprile 2024 alle 19:07 è “fiore all’occhiello”.

          • Rolando ha detto:

            Cara Adriana1, secondo me c’è un versetto del vangelo di Marco, che fa di Gesù, un maschio ebreo, un partigiano insospettabile dell’uguaglianza di diritti tra uomo e donna, tra la condizione maschile e quella femminile ed è esattamente il versetto 12 del capitolo 10.
            Recita: “E se la donna lascia il suo uomo e ne sposa un altro, commette adulterio”.
            I codici latini W S V hanno uxor al posto del pronome ipsa. Altrettanto dicasi ed in maggior abbondanza per i codici greci maiuscoli e minuscoli. Questo come premessa indiscutibile, al di là di ogni dubbio, che anche la donna “può” lasciare l’uomo così l’uomo può lasciare la donna. Da un punto di vista naturale non si scappa.
            Ma questo versetto 12 viene a conclusione di tutto un quadretto che si apre dal verso 2.
            È il quadro della società giudaica di allora, in cui esisteva la convinzione che la donna potesse essere ripudiata dal marito maschio e rinviata alla famiglia di origine, cioè al padre-padrone.
            In questa questione del ripudio, essenziale per la vita familiare e per una società basata unicamente sull’autorità maschile, Gesù ebreo mostra una chiara opposizione verso leggi e comportamenti considerati del tutto leciti da parte dell’autorità religiosa.
            Appare lampante dal testo di Marco che questo comportamento legale fosse “contrario” secondo il pensiero di Gesù ad un precetto che emergerebbe dalla Toràh (Gn 1,27; 2, 24).
            “Ma in Principio” le cose non stavano così”, secondo il riformatore Gesù.
            È evidente a questo punto che se nel Principio divino le cose erano diverse, tutta la presunta rivelazione scritta ed orale che si cala nella storia umana, vacilla, fa acqua da tutti i fori.
            Ma non è qui, secondo il mio parere, la cosa più importante. La rivoluzione gesuana, forse mai capita o voluta capire, apposta perché tutto il divino del principio dipendeva dal maschio egemone, sta proprio in questo versetto 12.
            Gesù proibendo anche alla donna di lasciare il suo uomo, sancisce senza ombra di dubbio alcuno, l’uguaglianza nei doveri e nei diritti della femmina e del maschio INDISTINTAMENTE.
            Valuta la donna come in nessun’altra parte della bibbia ebraica e della bibbia “cristiana” sta scritto. Se aggiungiamo quanto ho già scritto circa la predilezione di Gesù per le donne e queste per Gesù, tutto il resto puzza di maschio ormai vecchio! Ma non intendo il pene, bensì il suo povero cervello, sempre a corto di sangue quando quello è in funzione inintenzionale!
            E saper generare non vuol dire saper amare.
            Oh! la saggezza della classicità greca!

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Rolando,
            rispondo qui per la solita mancanza di segno relativo.
            Ti ringrazio per la nota relativa a Gesù in contradditorio con gli usi e costumi ebraici del suo tempo.
            Aggiungo un link concernente non solo il “sistema religioso” del suo tempo, bensì a quali fonti si abbeverasse:
            https://www.uaar.it/ateismo/controinformazione/domi-belloni-a-sua-immagine.pdf/
            se non risponde, sappi che l’ho trovato cliccando uaar. Eliseo.
            Assi probabilmente si tratta di informazioni che già conosci, in ogni modo il testo è piuttosto denso e, secondo me, meritevole di lettura.

          • Rolando ha detto:

            Cara, cara Adriana, nel lungo articolo dell’allora segretario dell’uaar.it, Francesco D’Alpa, del 7 febbraio 2010, dal titolo: “Vittoria a tutto campo, sui media, per la portavoce atea Hack opposta al vescovo Zenti” ad un certo punto appaiono in grassetto queste parole: “Zenti conta più sulla forza delle parole, e probabilmente sul contesto in cui si svolgerà il dibattito. Cosa che non sfugge a qualche commentatore…”. E riporta per intero tutto un mio intervento circa la “V” maiuscola apparsa sulla stampa nell’annuncio dell’evento che il vescovo Zenti chiese alla Hach di riservare strettamente sé.
            Tutto fedelmente lo riporta, il mio intervento a quell’annuncio trionfale! Era anche una risposta al mio compagno di liceo in seminario!
            Fu più che un trionfo per la Hach. Zenti irritò perfino il Vaticano. La mia previsione fu facile profezia. Ma fu ben notata dall’uaar.it.

          • Adriana 1 ha detto:

            CARO ROLANDO,
            ho trovato ( e letto ) l’art. del 7 febbraio 2010 con -riportato- il tuo commento, così pure i tuoi due interventi del gennaio del 2010. Un compagno di scuola così flebile ti toccò in sorte? Peccato. Del resto il Vescovo Zenit dimostra di affidarsi ad un relativismo egoico assai simile, o identico a quello dell’
            esimio Cardinale Ruini la cui frase- da te riportata-, mi fa pensare, -come ho già scritto-, che dall’A.T.
            al N.T. ( così come interpretati dalla Chiesa ) ci sia, fondamentalmente un trapasso da un Dio libero di decidere nel bene e nel male. ad un Dio prigioniero politico non solo dei suoi contemporanei, ma anche dei suoi esegeti sia vecchi sia nuovi.

          • Rolando ha detto:

            Adriana1, un grande abbraccio! Lui non era proprio in classe con me, più giovane, In classe con me e caro amico, un cardinale. Conservo ancora tante foto.
            Gli anni più belli della vita! Ciao.

          • Adriana 1 ha detto:

            CARO ROLANDO, grazie,
            credo che non molti possano dire altrettanto degli anni trascorsi nel loro Liceo…”…Che speranze, che cuori…”

        • Rolando ha detto:

          Caro Enrico Nippo, tu, a mio modo di vedere sei uno di quei molti che nella storia hanno tolto od aggiunto ai pochi o tanti frammenti evangelici primitivi quel poco o quel tanto di “proprio” secondo il loro “infallibile” pensiero.
          Dico questo perché non vedi maschi da colpevolizzare pubblicamente.
          Vuoi a tutti i costi anche il maschio!!!
          Guarda che quel passo di vangelo ti sta giudicando.
          In flagrante adulterio è stata colta la donna. Il vangelo che tu spii e correggi dice che SOLO LA DONNA ADULTERA è stata trascinata davanti al maschio Gesù!
          Non ti permettere di togliere il mestiere alla Valtorta!
          Medita quanto scrive il “tuo” maschio San Tommaso d’Aquino: “La donna pubblica è nella società ciò che la cloaca è nel palazzo: togli la cloaca e l’intero palazzo ne sarà infettato “(De regimine principum, IV,14).
          Scusa, non temo le tue insinuazioni. Non sono profonde!

          • Enrico Nippo ha detto:

            Mio buon Rolando,

            dovresti darti pace. Tu che divaghi a ruota libera nelle diecimila direzioni, dici a me di non permettermi di “togliere il mestiere alla Valtorta”? Capperi!

            A parte il fatto che a me della Valtorta interessa meno di niente, io divago come mi pare, esattamente come fai tu.

            Mi sembra di rilevare anche in te, come già in Luca Antonio, un salire di tono assai inopportuno.

            Statti buono e continua a pascerti con la tua filosofia gender multicolore.

            Unicuique suum.

          • Rolando ha detto:

            Caro Enrico Nippo, ma che cavolo di salire di tono tu hai capito?
            Ho inteso solo sottolineare che bisogna attenersi strettamente al racconto evangelico e nulla aggiungere.
            Ad essere trascinata davanti a Gesù è solo una donna colta in flagrante adulterio.
            Con chi abbia commesso adulterio non viene detto. Si pensa con uno o più maschi.
            Come hanno colto la donna nella consumazione del fatto vietato dalla Legge, certamente sarà stato visto anche l’uomo o gli uomini per poter dire d’averla colta in flagrante adulterio.
            Certamente saranno scappati in fretta…
            Sta di fatto che davanti a Gesù trascinano solo la donna.
            Anche supponendo che quelli che trascinano la donna davanti a Gesù e che poi fanno con altri campanello attorno a Gesù siano pur tutti maschi, sarebbe inverosimile ipotizzare che tra questi ci fosse pure il compagno o i compagni del fatto adulterino.
            Questo per dire, secondo me, che Gesù amava le donne e non disegnava la loro compagnia; anzi andava in casa loro spontaneamente e ne accettava volentieri l’aiuto finanziario per l’auto mantenimento.
            I maschilisti, casomai, sono coloro che mettono in bocca Gesù le parole e ne raccontano a modo loro i fatti.
            Da duemila anni la chiesa cristiana e romana è patriarcale e maschilista perché il messaggio di Gesù è stato piegato in questo senso e non poteva essere diversamente, vista anche la rabbia di Pietro per le preferenze che Gesù riservava a Maria Maddalena, che sicuramente è stata la prima EVANGELISTA in scriptis et non scriptis traditionibus.
            E tu ti chiedi dove sono i maschi adulterini? Ma per piacere!!! Sono gli autori delle storie che col cristianesimo raggiungono l’apice e sono maestri di filosofia che puzza tutta al maschile. Ovviamente I teologi sono il fior fiore del patriarcato maschilista. Il loro Dio, ovviamente, Maschio Perfetto!
            Viva le donne, viva il buon vino sostegno e gloria d’Umanità! Io credo che il Dio più vecchio, l’Originario sia Donna, cioè Madre.

          • Rolando ha detto:

            Sì Enrico Nippo carissimo, a ben riflettere ogni cristiano non gesuano è una Maria Valtorta che scrive il proprio poema dell’uomo Dio.
            Tanti anni fa ormai, come più volte ho testimoniato il card. Camillo Ruini sentenziò, guardandomi,che non serve a niente interessarsi dell’uomo Gesù della Storia se in pari tempo non si crede che lui, Gesù, è anche Dio, vero ed unico Dio.
            La miccia prese fuoco. E Dio….divenne “cattolico”…
            Comunque ho anche scritto che fu un sollazzo, qua e là, leggere una Valtorta delle tante.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Rolando,
            “l’interesse” (unidirezionale) del Card. Ruini…e Dio…divenne cattolico”…
            sembrerebbe una preda di guerra.

          • Adriana 1 ha detto:

            CARO ROLANDO,
            mi correggo: basta cliccare “uaar, il profeta Eliseo” per trovare il testo cui facevo riferimento in seconda posizione dall’alto. La dicitura completa è:
            https://www.uaar.it>domi-belloni-a-sua-immagine[PDF]
            A sua immagine di D.Belloni- altra sorte è dedicata ai profeti Elia ed Eliseo, protagonisti di interi capitoli…382 pagine.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Non ho controllato le altre edizioni della Bibbia in mio possesso. Qui sottomano ho un Nuovo Testamento (nuovissima versione dai testi originali) edito dal San Paolo nel 2005 che in Mt18,11 riporta, tra parentesi quadre :– Infatti il Figlio dell’uomo è venuto a trarre in salvo ciò che era perito –.

  • Gabriele ha detto:

    Quel versetto è messo in nota in Cei08, perché i biblisti sanno almeno da fine Ottocento che esso è incerto: è presente in alcuni manoscritti e assente in altri, lo sanno dalle prime edizioni del Nuovo Testamento greco a cura di Eberhard ed Erwin Nestle, cui nel 1952 si associò Kurt Aland, dando vita al celeberrimo Novum Testamentum Graece et Latine Nestle-Aland, giunto oggi alla 28esima edizione, il cui testo greco costituisce da più di un secolo il testo di riferimento da cui viene tradotto il Nuovo Testamento. Le Bibbie attuali più celebri, compresa la Bible de Jérusalem, seguono la lezione del Nestle-Aland, omettendo come Cei08 il versetto nel testo e citandolo in nota. Il nostro Investigatore si definisce “biblista”: ebbene, è impossibile che un biblista non conosca il Nestle-Aland, perché è lo strumento-base del suo mestiere. Non è vero che nell’internet non si parli di tale questione, perché Wikipedia dedica una pagina al capitolo 18 di Matteo e pure lì è segnalata la questione del versetto 11; poi ci sono delle pagine ove si discute di questo e altri versetti e della loro presenza in alcuni manoscritti e non in altri. Già nella Cei74, sebbene il versetto fosse nel testo, era messo tra parentesi e in nota si segnalava la questione dei manoscritti. La risposta alla polemica sollevata da questo Investigatore, la fornisce lui stesso, quando scrive che nella nota di Cei08 si fa cenno alla questione dei manoscritti. Evidentemente, Nestle-Aland e la successiva filologia biblica che si rifà ad essi ritengono che siano più autorevoli i manoscritti che omettono il versetto: esso sarebbe un’interpolazione di un copista che l’avrebbe inserito in Matteo copiandolo da Luca. Può darsi che in futuro gli studi appureranno che sono invece più attendibili i codici col versetto, ma oggi è così. Il nostro Investigatore, invece di chiedersi e chiedere a noi quali siano i manoscritti di cui parla in nota Cei08, non deve fare altro che andare lui stesso a verificare sul Nestle-Aland quali sono i manoscritti in cui il versetto è presente e quelli dove è omesso, dato che sono tutti elencati.

    • Adriana 1 ha detto:

      Giustissimo, concordo.

    • Ciro ha detto:

      L’ investigatore insinua manipolazioni, ma neppure considera che se qualcuno avesse voluto nascondere il concetto sotteso alla frase……. avrebbe dovuto eliminarla anche da Luca……

  • Mimma ha detto:

    Niente.
    Se non quello che gioverà alla nuova religione mondiale.
    Devo necessariamente far riferimento a una rivelazione privata, ora.
    Vadano al diavolo quelli che non ci credono.
    La Vergine del Pino, nella città di Avola, ha consigliato caldamente a Giuseppe Auricchia, il veggente, di conservare i Vangeli e i Messali antichi, perché tutto sarebbe stato modificato.
    Lo stiamo vedendo e Lei, gentile Investigatore, vede con la sua lente d’ingrandimento i misfatti meglio e prima di tutti.
    E meritoriamente li denuncia.
    Basterebbe anche questo per rendere credibili le tante profezie di Avola.
    Ma tant’è…
    I vescovi sono in tutt’altre faccende affaccendati, includendo, misericordiando, lisciando peli e baciando scarpe, sicché non hanno tempo da perdere con tutti questi stralunato che asseriscono di vedere la Madonna.
    Aggiungo alle sue pene anche le mie…
    Una é recentissima : Maria, madre degli Apostoli Giuda e Giacomo, é diventata anche ” madre di Alfeo ” nell’ultima traduzione.
    Ma dovremmo sapere tutti che questi due Apostoli sono detti dai Vangeli cugini di Gesù , in quanto figli di Alfeo, appunto, fratello di San Giuseppe.
    Dunque Maria, cognata della Vergine, è moglie di Alfeo, non madre di lui.
    Dalla tradizione inoltre, oltre che da Maria Valtorta,
    risulta che ella aveva altri due figli maschi, Giuseppe e Simone che divenne vescovo di Gerusalemme dopo l’uccisione di Giacomo.
    Cordialissimi saluti

    • il Matto ha detto:

      “Vadano al diavolo quelli che non ci credono”.

      Mimma carissima!!! Non credo sia da lei!!!

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