Guardare il Mondo non con gli Occhi del Suo Principe…R.S.

5 Aprile 2024 Pubblicato da 6 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro sito, R.S., che ringraziamo di cuore offre alla vostra attenzione e meditazione queste riflessioni sul senso di quello che abbiamo appena celebrato. Buona lettura e diffusione.

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Non è mai abbastanza quanto lo meditiamo: guardando le cose dal punto di vista di Dio, sono creato adesso!

Sono una creatura e proprio in questo momento Dio mi sta creando, vale a dire che Dio sta dandomi l’essere. Esisto in quanto creatura creata: tanto per cominciare, quanto per continuare ad esistere!

Da un punto di vista materiale alla mia esistenza hanno concorso i genitori, ma dal punto di vista dell’anima, essa è creata immediatamente (senza intermediari) da Dio. Da un punto di vista materiale dipendo dall’aria che respiro, dal cibo, dalla luce e dal calore del sole, dalla salute… Dipendo da chi mi educa, da chi imparo, da chi paga il mio lavoro. Dipendo dalla Grazia di Dio per esserGli figlio, salvato.
Rendermene conto rende più umili.

Quale è lo scopo del mio essere creato? Dio ha forse bisogno di me? Perché allora Gesù ha detto che siamo “servi inutili”? Dalla Bibbia apprendiamo che Dio dice dell’uomo: “lo creai per la mia gloria” (Is 43,7). Non è un “egoismo di Dio”, perché Egli è in sé stesso perfettissimo.

Il fine ultimo della creatura è il bene che deriva alla creatura dalla comunione con la volontà di bene che c’è in Dio, partecipando della Sua Gloria. Abbassandosi per redimerci Dio non perde nulla, ma lo fa solo perché noi partecipiamo di Lui, nella Sua stessa gloria!

La gloria secondo la definizione datane da Sant’Ambrogio è “clara cum laude notitia”. In italiano suona come una conoscenza chiara con lode. Potremmo dire che la buona notizia rivelata porta alla lode di Dio. E’ ciò che ci ha ottenuto Cristo: rivelare che Dio è amore. La gloria è una notizia di Dio (che è Padre, Figlio e Spirito Santo), ma dalla mera conoscenza (potrebbe essere semplice riconoscenza o stima) si passa a qualcosa che cambia la vita: si può vivere come Lui, per Lui.

In questo l’uomo ha una possibilità preclusa al demonio, che pure ha un’intelligenza molto superiore: l’uomo può conoscere, lodare e servire Dio, mentre Satana -per sua decisione- non può!

Allora ascolto l’annuncio della salvezza e mi ci conformo, desiderando quel fine da figlio affezionato, guardando al mondo non con gli occhi del suo principe, ma con lo sguardo di Dio: vedendo la gloria in cui sono destinati a trovare compimento tanto la gioia quanto il dolore, che non si escludono, ma concorrono al fine. Allora la Verità rende liberi, redenti, salvi e in definitiva beati, perché uniti a Dio nella Sua Gloria.

Questo comprende anche la croce, che in Cristo fu trono di gloria per giungere alla gloria della resurrezione (Angelus) e poi, dall’Ascensione alla Pentecoste, completa i misteri della gloria nell’incoronazione di Maria assunta quale regina del Cielo.

La Grazia che riempie chi se ne lascia ricolmare è dare corpo e sostanza alla sola vera speranza cui tendiamo, la Persona di Gesù! Maria Santissima, ancella del Signore, ne è piena.

Gesù è vero Dio e vero uomo. Ha un’anima umana. Ha due nature e due volontà: se persino l’umanità di Cristo è stata tentata da Satana e ha dovuto conformarsi alla volontà del Padre sudando sangue nel Getsemani, stiamo attenti a non dare per scontato di essere come Lui perché Gli crediamo. Cristo è il centro di tutto, ma noi anche sapendolo e riconoscendolo non siamo il centro, ma solo -al massimo- degli adoratori in spirito e verità e dei servi inutili con la prospettiva, per grazia, di poterci divinizzare.

Sono necessari l’umiltà e il santo timore di Dio con tutta l’accortezza per adeguarci a ciò che non è nostro, ci supera, eppure per grazia ci attira a sé. A salvarci non è il nostro fare, ma la grazia di un considerare ogni sapere e ogni nostro fare attraverso lo sguardo di Dio e non quello del mondo. Non sono sfumature per svagati perditempo: cambia proprio tutto. Ogni creatura, riconoscendosi opera di Dio, è chiamata alla gloria dell’artista che l’ha voluta e amata (non si loda il quadro, ma l’artista).

Il fine della creatura non è in sé stessa o nel suo bene limitato, ma nel Suo Creatore che conduce ad un bene infinitamente superiore, mai sazio, eterno. La nobiltà della creatura consiste nello stare presso il Creatore. In questo modo l’anima è salva e Dio ha disposto (questo ci viene dalla rivelazione) di salvare anche il corpo (in Gesù asceso al cielo e Maria assunta).

Purtroppo c’è anche il diavolo e c’è anche l’inferno, che purtroppo non è vuoto. Disgraziatamente molti di coloro che dovrebbero curare le anime mostrano di non crederlo più, diminuendo le difese al corpo di Cristo.

Il nostro scopo (parola che rimanda al vedere) è uno sguardo che veda la gloria di Dio: così i nostri occhi redenti, liberati dall’ammirare solo la terra (e terribilmente), vedranno ogni cosa con gli occhi di Dio (perciò ogni creatura e ogni occupazione nel mondo). Senza questi occhi non si vede niente… e può essere un inferno.

“Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18). Gesù Cristo è dimora della gloria di Dio. “E’ in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà” (Col 2, 9-10).

La presenza di Dio dimora in Cristo: sulla croce ne vedemmo velata la divinità, nell’Ostia ne vediamo velata l’umanità. Ogni volta che sull’altare si consacra e si consuma, si mangia il pane e si beve al calice, “annunciate la morte del Signore finché egli venga” (1 Cor 11,26). Ogni Santa Messa è anticipo della parusia annunciata! “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv 3,2).

E’ Cristo a farci stare in comunione, non l’orgoglio o la carità pelosa di una fraternità umana e peccatrice che non si cura d’essere redenta (salvata). Infatti … “se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1 Gv 1,7).

La fede in Cristo addestra a muoversi in piena luce adeguandoci a ciò che ancora è invisibile, ma speriamo nell’attesa di vederlo compiuto. La carità -se è vera- compie tutto e ne anticipa i tratti già in questa vita.

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6 commenti

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Dal Catechismo di S Pio X:
    “291. Perché prima d’ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio?
    Prima d’ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio, perché la gloria di Dio ci deve stare più a cuore che tutti i nostri beni e vantaggi.”

    Caro RS, grazie -davvero tanto- di questa bella pagina di gloria che lei da al Creatore.
    Sì, questo è il dovere di ogni persona e di ogni altra creatura, animale, vegetale e materiale, aldilà della grazia donata gli uomini di poter partecipare alla natura divina: ogni creatura è creata per dar gloria a Dio; l’uomo per il suo libero arbitrio può scegliere di non farlo. Solo nella preghiera di lode e di gloria, che nulla chiede e nulla lamenta ma solo ringrazia, c’è l’inno di gloria, onore e benedizione a Dio.
    Ma torniamo al suo articolo che è stato tutt’altro che facile da redigere perche tratta con precisione e semplicità diverse verità di fede e diversi misteri divini.
    Mi permetto di precisare, senza nulla togliere al suo lavoro caro RS, che sin dal principio dei tempi Dio Padre e Dio Verbo hanno una unica natura e Dio stesso che darà, “al tempo giusto, una Carne al Verbo Eterno, facendo del Figlio di Dio il Cristo, sempre Una sol cosa col Padre, ma non più una sola Natura in Due Persone, come era al principio, sibbene due nature nella sola persona dell’Uomo Dio, vero Dio nella sostanza del Padre dal quale mai si disunì, e vero Uomo per la sostanza presa dalla Madre.” […] “E per questa sua duplice perfezione di Dio e di Uomo tutti gli uomini hanno ricevuto, e riceveranno sino alla fine dei secoli, grazie d’ogni genere, oltre che la Grazia, necessaria per conseguire la gloria alla quale l’amoroso desiderio di Dio ha predestinato l’uomo.” (Valtorta)
    Per le due “nature” che furono nel Cristo, Dio Spirito stesso permise di generare in Maria anche quella umana, alla quale lei dette un corpo e al quale Dio Padre infuse l’anima.
    Il Cristo pur generato da Donna (piena di ogni Grazia, inferiore solo a Dio) è perfetto sia come Dio sia come Uomo, perchè come Dio è uguale solo al Padre e come uomo sia la primizia di perfezione. Non bisogna dimenticare peraltro che Dio fece l’uomo a Sua immagine e somiglianza prendendo da quello che sarebbe stato Gesù incarnato: modello perfetto (vds M. d’Agreda), sul quale Adamo fu creato santo (per Grazia Santificante) e con ancor maggior grazia per i meriti di Cristo, sarà santa tutta l’umanità.
    La scelta di un corpo mortale non intacca la perfezione umana e divina insieme che ebbe Gesù anche se la scelta della natura umana (per decisione salvifica insindacabile) è soggetta al dolore, ai limiti corporei e, per un giorno e due notti, alla morte fisica. A questo punto, nella vita di Gesù, pur nelle due nature e volontà disgiunte è da precisare che queste ultime non differirono mai. Poichè sarebbero davvero “diverse” solo se queste differissero nei contenuti, negli scopi e soprattutto nelle decisioni cioè se da esse -pur distinte- promanassero pensieri differenti, uno divino e uno eterogeneo umano se eterodosso: ma essi non differirono mai! Se le due nature sono un mistero da accettare, è inaccettabile ammettere una differenza di intenti nelle doppie volontà distinte, poichè in quella umana fu accettata e confluì liberamente quella divina. Gesù fece come uomo la volontà di Dio Padre e come Figlio di Dio eseguì la sua stessa volontà, quella del Verbo Dio.
    Lo scopo di tale doppia natura, è la primigenia volontà di Dio della Genesi, cioè reinnestare la vita soprannaturale persa nell’Eden da Eva, vita che con il Cristo sarà reinfusa in quella naturale umana: questo avvenne per Maria, con una Grazia donata al Suo Fiat per cui la vita divina del Verbo si innestò alla vita umana: il Cristo. La vita soprannaturale reinfusa in quella naturale permetterà agli uomini di rivivere partecipi della vita divina, da figli di Dio.
    Non finisce qui lo scopo di due volontà distinte per natura ma uguali per libera scelta… Nella sua vita in tante occasioni, Gesù ha dimostrato che non come Dio ma, uomo come noi, con la sua volontà e la preghiera di poter mantenere la santità o vincere tentazioni (vds quelle nel deserto o la notte dell’anima che visse Gesù nell’agonia del Getsemani). Oggi, con l’aiuto della grazia e della nostra volontà possiamo pentirci dei nostri peccati.
    Grazie RS di averci edificati.

  • Bravo ha detto:

    Pensieri cattolici

  • Stilobate ha detto:

    “La Grazia che riempie chi se ne lascia ricolmare è dare corpo e sostanza alla sola vera speranza cui tendiamo, la Persona di Gesù! Maria Santissima, ancella del Signore, ne è piena.” *** Grazie, caro R.S., di avere rimesso per noi al centro Colui che, solo, al centro dev’essere. Spesso purtroppo lo sguardo è sviato verso regioni periferiche, credute erroneamente centrali. Dalle quisquilie ecclesiologiche ai legalismi canonicistici, dai rabeschi del più arido biblismo ai profetismi più allucinati. Ancora oggi c’è chi, piuttosto che guardare diritto a Gesù, alla Persona del Redentore, insegue sogni di corredenzione. *** Grazie davvero, R.S.

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Il Catechismo di San Pio X al n 105, insegna che la CHIESA di Cristo è costituita dai Veri Cristiani che obbediscono al Pastore infallibile stabilito da Cristo.
    Dunque perché voi non obbedite al legittimo Sommo Pastore Benedetto XVI che mai ha abdicato?

    Se Bergoglio non è il Papa non vi può essere la comunione con Cristo. È questa non è una opinione personale.
    Ma una GRANDE VERITÀ DI FEDE insegnata da papa GPII in Ecclesia de Eucharistia n 39 e da Papa Benedetto XVI allora Card Ratzinger ⬇️

    https://papabenedettoxvitesti.blogspot.com/2009/07/card-ratzinger-1977-la-comunione-con-il.html?m=1

    Card. Joseph Ratzinger in IL PRIMATO DEL SUCCESSORE DI PIETRO NELLA CHIESA al n. 11 ma sopratutto al n. 15 ⬇️

    11. L’UNITÀ della Chiesa, al servizio della quale si pone in modo singolare il MINISTERO del Successore di Pietro, raggiunge la più alta espressione nel SACRIFICIO EUCARISTICO, il quale è centro e radice della comunione ecclesiale; COMUNIONE CHE SI FONDA anche NECESSARIAMENTE SULL’UNITÀ DELL’EPISCOPATO.

    Perciò, « ogni celebrazione dell’Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche con il Papa, con l’ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo.
    🔴 OGNI VALIDA CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA ESPRIME QUESTA UNIVERSALE COMUNIONE CON PIETRO e con l’intera Chiesa, oppure oggettivamente la richiama », 42 come nel caso delle Chiese che non sono in piena comunione con la Sede Apostolica.

    15. La piena comunione voluta dal Signore tra coloro che si confessano suoi discepoli richiede il riconoscimento comune di un MINISTERO ECCLESIALE UNIVERSALE « nel quale tutti i Vescovi si riconoscano uniti in Cristo e tutti i fedeli trovino la conferma della propria FEDE».
    🔴 45 La Chiesa Cattolica professa che questo MINISTERO è il MINISTERO PRIMAZIALE del ROMANO PONTEFICE, successore di Pietro, e sostiene con umiltà e con fermezza « che LA COMUNIONE delle Chiese particolari con la Chiesa di Roma, e dei loro Vescovi CON IL VESCOVO DI ROMA , È UN REQUISITO ESSENZIALE — nel disegno di Dio — della comunione piena e visibile ».

    https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19981031_primato-successore-pietro_it.html#:~:text=L'unit%C3%A0%20della%20Chiesa%2C%20al,sull'unit%C3%A0%20dell'Episcopato.
    ——
    Chi non obbedisce al legittimo Pietro stabilito da Cristo (Benedetto XVI) è FUORI della Chiesa Cattolica.

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