La Guerra Informativa (e delle Fake News…) intorno alla Guerra in Ucraina. Matteo Castagna.

1 Aprile 2024 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Castagna, che ringraziamo sinceramente, offre alla vostra attenzione queste rfilessioni sulla guerra informativa che circonda il conflitto in Ucraina. Buona lettura e condivisione.

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di Matteo Castagna
Open ha smascherato una fake news operata da server provenienti dalla Russia, pubblicata su giornali americani online, risultata completamente fasulla.
La fake è di un presunto giornalista messicano, tal Marcio Forti, che riferisce di una conversazione telefonica, intercettata dai servizi di intelligence, tra due narcotrafficanti di un cartello internazionale, specializzato nel traffico di droga in America Latina. Nella conversazione, i criminali avrebbero discusso di un piano per consegnare all’entoutage ucraino di Zelensky 300 chili di cocaina, alla vigilia della cerimonia di insediamento del Presidente eletto Javier Miley.
L’esecuzione di un’operazione del genere, in modo così aperto e in un giorno così cruciale per il Paese, ha sollevato vari dubbi tra i giornalisti argentini ed è risultata del tutto infondata, a dimostrazione che la tecnologia, utilizzata per la propria propaganda, è in grado di manipolare l’informazione. In tal caso gli autori sarebbero russi, secondo Open, ma gli stessi mezzi vengono utilizzati anche in Occidente, ad esempio per attribuire a Putin cose mai dette.
È necessario stare attenti, perché queste operazioni sono fatte molto bene e costituiscono la “guerra delle fake news” per screditare il nemico davanti all’opinione pubblica.
Certo, però, è che durante la sua visita in Argentina, Zelensky ha avuto il tempo di parlare non solo con Miley, ma anche con una serie di altri esponenti latinoamericani, pur di ricevere aiuti in denaro o armi per la guerra contro la Russia.
È vero anche che  molti osservatori europei non si sono accorti di un lungo articolo, molto interessante, comparso sul Wall Street Journal del 27 Marzo 2024, col titolo: “Navalny stava per essere liberato”, che conferma in maniera inoppugnabile la previsione dello scambio con altri prigionieri, che sarebbe stata una mossa propagandistica da parte di Putin, alla vigilia del voto per le presidenziali. Un retroscena di tutto rilievo.
Ma, evidentemente, qualcosa non ha funzionato. Quindi, o l’oppositore politico russo è morto per cause naturali, come affermato da Putin e dal capo dei servizi segreti militari ucraini Kyrylo Budanov, o qualcuno l’ha ucciso per impedire il successo propagandistico di Putin.
La liberazione di Navalny fu inserita all’interno di una trattativa per rimpatriare alcuni americani detenuti in Russia e un russo detenuto in Germania. Il Wall Street Journal scrive che “Washington voleva che Putin rimpatriasse due americani, ritenuti incarcerati illegalmente in Russia: l’ex marine Paul Whelan e il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, dopo un anno di prigionia. Putin voleva che Berlino liberasse Vadim Krasikov, un sicario russo che stava scontando l’ergastolo in Germania per omicidio”. Olaf Sholz fu parte attiva della discussione di questa trattativa con Joe Biden per circa 90 minuti alla Casa Bianca, che non ha avuto la possibilità di fare una proposta formale a Mosca.
Prosegue l’articolo del WSJ: “la notizia dei colloqui è arrivata al Cremlino tramite un intermediario privato, secondo persone a conoscenza dei fatti. Il 16 febbraio, una settimana dopo l’incontro nello Studio Ovale, Navalny è morto improvvisamente”. “La moglie di Navalny, Yulia Navalnaya si era avvicinata in modo informale ai funzionari tedeschi, ma il governo era diviso. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock si è opposto a qualsiasi accordo che coinvolgesse Krasikov”.
A sorpresa, l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, dall’altra parte, invece, aveva accettato la richiesta di Christo Grozev, amico e sodale di Navalny (con cui la Clinton ha parlato il giorno prima della morte) di far pressioni per riconsegnare ai russi Krasikov. Intanto, “Putin aveva lasciato chiaramente capire che era disponibile ad uno scambio che comprendesse Gershkovich”.
Perciò, alla fine, la trattativa è fallita a causa del decesso del principale soggetto della trattativa. Putin ha stravinto le elezioni, gli USA hanno praticamente quasi chiuso i rubinetti all’Ucraina, la UE è in stato confusionale, con Macron che fa arrabbiare tutti, mettendosi a fare il Napoleone. Zelensky è sempre più solo, si deve accontentare di qualche briciola, e perciò chiede l’elemosina a mezzo mondo, la Cina si prepara, in silenzio, ad ogni evenienza, a Gaza i palestinesi muoiono come mosche, i cristiani vengono perseguitati, gli Houti attaccano le navi occidentali nel Mar Rosso, l’Iran attende il momento opportuno, lo spazio è terra di conquista e le condizioni per una tregua, per la diplomazia e le trattative appaiono lontanissime.

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