Bestiario Penitenziale di Piena Quaresima…E si Vede.

28 Febbraio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ecco a voi il consueto Bestiario. E vi devo fare una confessione: potrebbe essere molto più ricco, ma ho lasciato cadere per non appesantirlo non pochi elementi utili. Tante sono le bestie che si manifestano…buona visione e condivisione.

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1 commento

  • arrendersi all'evidenza ha detto:

    A commento di un articolo su The Epoch Times

    Raphael Lataster – citing a paper co-authored by professor Peter Doshi from the University of Maryland.

    La terapia genica SPERIMENTALE a base di mRNA MODIFICATO (successivamente prodotto con una variante di processo che l’ha CONTAMINATO oltre i limiti ammessi di dsDNA), spacciata IMPROPRIAMENTE per vaccino, è responsabile di non pochi eventi avversi, SOTTOSTIMATI negli studi clinici dai quali è dipesa l’autorizzazione CONDIZIONALE dei prodotti poi somministrati (dietro “consenso informato”).

    Gli eventi avversi sono stati sottostimanti, manipolando le referenze dei partecipanti allo studio (escludendo anche alcuni decessi) e quindi vantando una SICUREZZA che non c’è (e poi lo si è visto!).

    Ma anche l’EFFICACIA asserita è risultata gonfiata, perché per dire efficace il preparato si è scelto di non considerare i primi giorni dopo la somministrazione (ovvero una positività al COVID-19 contratta nei primi giorni dall’inoculo rientra nell’essere dei non vaccinati).
    Negli studi di Pfizer si è vaccinati una settimana dopo la seconda dose e in quelli Moderna due settimane dopo.
    In altre parole il “tempo zero” prescelto è favorevole ad aumentare la percezione di efficacia.

    Questo incerto criterio nel distinguere individui vaccinati e non vaccinati porta anche un vaccino che è totalmente inefficace ad avere fino a un 48% di efficacia percepita, salendo fino al 67% nelle condizioni reali (che non sono quelle dello studio clinico). Una fetta di popolazione “parzialmente vaccinata” rimescola pesantemente i dati del numero di infetti.

    Dal momento che la popolazione più anziana è quella più probabilmente soggetta alla vaccinazione perché maggiormente a rischio di infezione, in quella fascia possono esserci i maggiori problemi tra efficacia percepita e reale del “vaccino”.

    Quando iniziarono ad essere praticate le iniezioni c’era un picco di virulenza che ha portato a generare un’immunità naturale al virus in contemporanea alla pratica vaccinale: questo ha indotto ad attribuire meriti eccessivi alla vaccinazione quando i casi sono diminuiti.

    Hanno salvato o no milioni di vite? Hanno almeno ridotto i casi più gravi, necessitanti di ricovero in terapia intensiva?

    Quel che è certo è che il criterio con cui un “vaccinato” è stato definito tale, è stato utile a far percepire un successo quel che non lo era, fermo restando che il criterio stesso di positività risente del fattore di attendibilità del tampone, che ha portato Pfizer, nel suo studio clinico, a dichiarare 3410 casi di COVID-19 sospetto e non confermato, divisi equamente tanto tra i trattati, quanto tra i riceventi placebo.

    Allora, l’oltre 90% di efficacia asserita a motivo di 850 casi di COVID-19 su 22000 riceventi placebo e solo 80 su 22000 tra i trattati è evidentemente affetto da troppe variabili, tutte pendenti dalla parte che faceva comodo.
    Se i 3490 casi sospetti (accantonati) fossero stati COVID-19, ripartendoli tra il gruppo placebo e i trattati, l’efficacia risultante dallo studio si ridurrebbe drasticamente, anche al di sotto del 50% che è il minimo per ottenere un’approvazione del medicamento.

    Sul versante della sicurezza (sovrastimata) invece ha inciso nei conteggi l’aver considerato per non-vaccinati individui che hanno accusato eventi avversi tra il momento della somministrazione e il time-zero (diversi giorni dopo) stabilito per dirli vaccinati: quindi se stavano male non erano vaccinati, ma poi se non si ammalavano erano vaccinati.

    Notare: se un partecipante al trial moriva dopo la somministrazione il suo caso non era registrato, perché i ricercatori non l’avrebbero mai intervistato, raccogliendo il suo ruolino…
    Oggi sappiamo che il 12% dei decessi post-somministrazione accade un giorno dopo l’inoculo.

    Poi, fatto grave in uno studio, ai partecipanti che avevano ricevuto il placebo è stato dato il vaccino (per premiarli e no privarli di un ritrovato salvifico), eliminando di fatto il gruppo controllo per valutare effetti avversi a lungo termine… (quelli li sapremo presto dal mondo reale).

    Nemmeno fossimo in una bisca con la roulette truccata… Ah, la scenzah !