Riconoscere il Grido di Dolore della Chiesa, in Tempi di Tribolazione. R.S.

13 Febbraio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro sito, R.S., ha postato un commento qualche giorno fa relativo alle prese di posizione del generale Laporta, di mons. Schneider e altri. Rileggendolo, ci sembra opportuno offrirlo alla vostra attenzione.  Ho riletto quanto affermava Benedetto XVI nella sua Declaratio: “Dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, affidatomi dai Cardinali il 19 aprile 2005, in modo tale che a partire dal 28 febbraio 2013, alle ore 20:00  la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e si dovrà tenere un Conclave per eleggere il nuovo Sommo Pontefice che dovrà essere convocato da chi di competenza”. E nell’ultimo incontro con i cardinali:Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria che assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice”. E aggiunse: “Tra di voi c’è anche il futuro Papa a cui prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza” (Vatican Insider, 9 febbraio).

Mi è difficile pensare che Benedetto XVI, uomo limpido, potesse stare mentendo; e consapevolmente ponesse le premesse per la distruzione della Chiesa, con la creazione di cardinali illegittimi, un successore non valido, e quindi tutte le conseguenze possibili. Buona lettura e condivisione. 

§§§

Il messaggio forte è arrivato, ripetutamente.

Il generale Laporta, il prof. Viglione, Mons. Schneider, Mons. Viganò, Steven O’Reilly… tutti a spiegare che Francesco è il papa legittimo e che quanto accadde 11 anni fa, un 11 febbraio, è valido ed è inutile arrovellarsi cercandovi una qualche pecca decisiva, pur dovendo prendere atto dei successivi disastri originati da quel dì.

Un vecchio e pusillanime Benedetto XVI è fuggito lasciando il gregge in pasto ai lupi e il collegio cardinalizio, per indicazione del Santo Spirito, nel conclave ha scelto J.M. Bergoglio quale pontefice.

La raffica di stranezze veramente extralarge che sta verificandosi da almeno una dozzina d’anni andrebbe ricondotta a semplice cronaca, senza cercarvi di più di quello, indipendentemente da quanto ci consegnano le Sacre Scritture, il Catechismo, le profezie e i mistici.

Se anche ci fossero state forzature ormai sono sanate, come accade per un qualsiasi usucapione.

Ora, premesso che la Chiesa non è mia, ma del Signore (il quale legittimamente sta mettendoci alla prova dopo qualche secolo in cui, di generazione in generazione, molti dentro la Chiesa han fatto quel che gli aggrada), tutta questa insistenza non può che far sembrare fuori luogo chi mettesse in dubbio la faccenda come piace (chissà come mai) soprattutto fuori dalla Chiesa.

Paura dello scisma? Vergogna nel dover spiegare alla casalinga vogherese che c’è stato un grosso problema mentre lei credeva che fosse tutto a posto? Timore di andare a pestare i calli di qualche potentato terreno che incute molta paura e ha gli strumenti per essere credibile? Poca fede? Buon gioco nel tiro al piccione, incolpando di tutto Benedetto XVI, o in genere tutto il post-concilio? Non lo so, ma so che, qualora ci fossero stati prima dei risvolti poco santi e poco cristiani, la situazione dal 2013 merita di una disamina non impedita dalla tutela del buon nome della Sede.

La Chiesa è disposta da Dio per la Salus Animarum; si è sempre asserito che al di fuori non v’è salvezza. Non spetta all’uomo la salvezza della Chiesa, ma è compito d’ogni suo figlio di amarla e servirla.

Data la situazione, “come”?
Facendo finta che non c’è un elefante in cristalleria?
Pensando che chi i cristalli li faceva brillare se n’è uscito sbattendo la porta e lasciando tutti gli scaffali in bilico?

Oggi nell’ufficio delle letture, in uno di quei meravigliosi “casi” con i quali Dio cerca di fare luce nelle nostre tenebre, c’è una vera perla dai commenti sul Diatessaron, di Sant’Efrem. Invito a leggerlo.

Chi dubita dell’attuale legittimità del ruolo principale all’interno del Vaticano non vuole “salvare la Chiesa” (caso mai a quello ci penserà il Signore), ma solo riconoscerne il grido di dolore, amandola più di prima.

Non potremo evitare un passaggio cruciale, in senso proprio. Ma poi la Chiesa risorgerà. Chi avrà perseverato sarà salvo.

Adesso è un tempo di abbandono fiducioso, anche in croce.
Se Dio lo permette è perchè questo deserto sia fecondo per accorgermi che la distanza dalla Sua Verità equivale ad essere perduti. Benedetto XVI ha molto insistito sulla Verità, anche nella Carità.

Con la Dominus Jesus ha spiegato cose smarrite da tanti. E il giorno della Madonna di Lourdes ha spiegato altro ancora.

Molti hanno fatto le orecchie da mercante.
Il tempio è pieno di mercanti.
Però il pubblicano sono innanzitutto io…
Gesù non vuole chi punta il dito in segno di disprezzo: preferisce chi si batte il petto, Finalmente.
E non lo si fa senza capire. Capire è decisivo.

sentirmi perduto senza di Lui.
Allora sarò anch’io una pecora portata in spalla, per far festa in Cielo.
Altrimenti resterò tra le novantanove per le quali non c’è nulla da festeggiare in cielo.
Tra gli angeli la gioia è già massima: vedono Dio!
Allora, se non si può aggiungere gioia al suo massimo, la gioia è proprio quella lì: la conversione dei dis-orientati. E nel deserto, nella fame e nella sete di Vero, lo capisci meglio, come quando condividi le ghiande con gli animali.
Ecco Signore: è un tempo adatto a questa esperienza.
Ci hai portati nel deserto.

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15 commenti

  • Stilobate ha detto:

    @ Occhi aperti!: in questo suo intervento colgo un animo più accorato del solito. E credo di capirLa. Come Lei avrà probabilmente rilevato, nei riguardi dell’attuale pontefice nutro quelle che con un eufemismo potremmo definire perplessità. Molte, moltissime perplessità. Credo, anzi, che la linea tracciata da Papa Francesco sia – in molti contenuti e in quasi tutti i toni e le condotte – non poco deleteria, anche se non nasce con lui e viene, anzi, da relativamente lontano. Nondimeno le reazioni scomposte che suscita in taluni mi paiono non meno deleterie, censurabili e tristi. ***

    Credo che siamo chiamati a vagliare le varie posizioni e le varie argomentazioni, ma anche vari atteggiamenti e i vari moventi. Come ho avuto modo di scrivere altrove, trovo fuorviante il tentativo di dirimere le questioni a canonate (con una enne sola), ma anche quello di scioglierle rimettendosi esclusivamente all’autorità (tipicamente quella di san Tommaso d’Aquino, che non pochi sono soliti brandire come se fosse il giudice di ultima istanza, quasi fossero prima tomisti, poi cattolici e infine, se avanza tempo, cristiani). Obbedienza non può e non deve significare arrendevole e irriflessa passività, perché in certi casi cedere il passo senza interrogarsi e senza questionare può comportare conseguenze gravi per sé e per gli altri, per l’intero corpo ecclesiale: e qui non è questione di laici o chierici, di sagrestani o pontefici, di mistiche veggenti o dottori privati. Il discernimento è una facoltà che, questa sì in ultima istanza, ciascuno esercita in sé, perché anche la più stringente delle interpretazioni, delle indicazioni, delle imposizioni dell’autorità ecclesiastica, intesa nel senso più istituzionale e gerarchico, passa inevitabilmente al vaglio di ciascuno, della mente di ciascuno, della persona di ciascuno, della capacità di comprensione di ciascuno, e così via. Ciò non significa che ognuno è autorizzato a crearsi ad arbitrio la propria personalissima Chiesa di comodo (o d’incomodo), ma che ognuno ha del suo essere cristiano, dei relativi contenuti e della relativa conformità ad essi, una propria personale visione e una propria personale esperienza, nate e formatisi nella relazione, ma mai pienamente sovrapponibili a quelle di chiunque altro: c’è, insomma, un residuo irriducibile di soggettività, che discende proprio dal nostro essere persona, unica e irripetibile. Aggiungo che proprio la gravità dell’attuale congiuntura deve spronarci a tenere i fari ben accesi e a non addormentarci al volante confidando nelle splendide doti di guida di chicchessia (Burke, Cionci, Gotti Tedeschi, Minutella, Viganò, Viglione, per citare, in ordine alfabetico. qualche personaggio fra i più presenti nel dibattito) e a non derogare dalle nostre facoltà più elevate, le quali son poi quelle che più ci rendono a immagine del Padre. ***

    Ciò che addolora e nuoce maggiormente è una certa virulenta faziosità, cui peraltro l’attuale pontificato non è per nulla estraneo. L’importanza di non dare scandalo riguarda, sì, i commentatori di un blog (e Lei fa molto bene a ricordarlo), i pubblicisti laici e i monsignori in vista, ma anche (e tanto più!) chi nella Chiesa ricopre ruoli di massima responsabilità, a partire da colui che siede sul soglio petrino. ***

    Ciò detto, caro Occhi aperti, sottoscrivo in toto il suo richiamo alla preghiera, che non è certo, come potrebbero fraintendere alcuni, un invito all’inazione, ma piuttosto un invito all’azione più alta, efficace e risolutiva di tutte. La saluto fraternamente. S*

    • R.S. ha detto:

      Cerco qui di rispondere anche ad Occhi Aperti

      Nell’enciclica Spe Salvi il Papa Benedetto XVI descrisse la sofferenza come luogo dell’apprendimento della speranza.
      All’inizio della Quaresima, invitati a meditare sulla Passione di Nostro Signore, non deve sfuggirci che siamo stati salvati per mezzo della croce e non della resurrezione che ne è seguita.
      A un certo modo festaiolo di interpretare il cristianesimo il passaggio della croce pare d disperati, mentre il Papa spiega che proprio quello è il luogo per apprendere la speranza.
      Nell’attuale confusissima contingenza del più o meno legittimo magistero, possiamo consolarci con quelle che non esito a definire “idee chiare”.
      La sofferenza è tutt’uno con la nostra finitezza sedotta dall’agire del Maligno: l’umanità innocente di Gesù se ne è fatta carico anche fisicamente, mentre l’immacolatezza di Maria l’ha sofferta spiritualmente.
      L’illusione di un’umanità poco propensa alla preghiera e più all’agire, ci tuffa nell’illusione che le soluzioni siano nelle mani delle creature. Meno si prega e maggiore è il tasso di illusione.
      La scienza può ottenere qualche risultato nel lenire il dolore fisico, ma l’hybris superba moltiplica le cause di dolore. Alla fine la sofferenza, come i poveri, li avremo sempre con noi, ma non sempre avremo con noi il Divin Medico. Il Regno di Dio non è di questo mondo: finché saremo cittadini dei regni mondani non godremo delle prerogative del Regno di Dio.
      L’accessibilità del Regno di Dio però c’è. E’ vicino per chi si converte e crede al vangelo, che spiega come l’Agnello di Dio toglie il peccato del mondo: dalla croce!
      Quindi dalla preghiera e dall’adorazione all’Eucaristia che rimanda al sacrificio dell’Ostia-vittima (che non è banalmente solo una mensa e una cena) emerge la speranza della guarigione del mondo malato e sofferente, senza illuderci di farlo da soli.
      Tornando al tema, Papa Benedetto XVI queste cose le ha chiare e le ha spiegate. Adesso c’è sofferenza, ma essa non è senza speranza e anzi ce ne fa fare una scuola ad alto livello, sempre che la croce non costituisca uno scandalo.
      La croce è calpestata ed irrisa dai pagani, ma nel vangelo è scritto che quando accadranno le cose peggiori (pare una lettera scritta dall’inferno) è tempo di alzarsi ed esultare.
      La fede cristiana ci ha mostrato che verità, giustizia, amore non sono semplicemente ideali, ma realtà di grandissima densità… Ci ha mostrato, infatti, che Dio – la Verità e l’Amore in persona – ha voluto soffrire per noi e con noi. Dio non può patire, ma può compatire. come ci viene dimostrato nel racconto della Passione di Gesù che si lasciò uccidere per liberarci, redimerci dalla sofferenza e farci sperare. Da lì in ogni sofferenza umana è entrato uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la consolazione dell’amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza.

      Tutto questo per dire che dietro le dimissioni di Benedetto XVI c’è sicuramente questa sapienza.
      Tutte le disquisizioni sull’obbedienza a un’autorità che questa sapienza non ce l’ha lasciano il tempo che trovano… La Chiesa vera è quella che adora Cristo. Se poi le canonate smascherano i falsari tanto meglio.

      • Stilobate ha detto:

        Colgo l’ottimo destro offerto da R.S. per esplicitare un essenziale sottinteso. L’invito “a non addormentarsi al volante confidando nelle splendide doti di guida di chicchessia” è in verità un invito ad abbandonarsi all’infallibile guida di Nostro Signore Gesù Cristo. Tutto il resto è contorno, magari ornamentale ma comunque accessorio. *** La pace del Signore sia con tutti noi.

  • Sergio Russo ha detto:

    https://youtu.be/s6mK7Ej2Wac
    Spero si apra il collegamento.

  • Sergio Russo ha detto:

    Dura solo cinque minuti: da questo video si comprende bene come don Ramon Guidetti, sacerdote toscano e livornese, non abbia fatto propriamente una scelta di “comodo”…
    È anche vero che se questi taceranno (i vari ecclesiastici di ogni ordine e grado), saranno le pietre a gridarlo (tutti i laici, credenti e non)…

    https://youtu.be/s6mK7Ej2Wac?si=eKK–ac-h1pQ5TOn

  • Davide Scarano ha detto:

    Nel Vangelo sta scritto “dai loro frutti gli riconoscerete”. Quindi è chiesto ad ogni cristiano di osservare “i segni del tempo”. Come negare la crisi profondissima che soffre l’istituto della Famiglia? Come negare la coincidenza, almeno cronologica, tra il cammino della riforma del Concilio e riforma della Famiglia? Ricordo divorzio, poi aborto, poi fecondazione eterologa, poi eutanasia, adesso rinnegamento dell’idea di famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, che non risale a qualche millennio fa, ma all’immediato dopoguerra in cui fu approvata la nostra costituzione. Credo anzi valga la pena di riportare integralmente il testo del primo periodo dell’articolo 29 della Costituzione: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Senza perdersi in molti commenti, evidenzio che la parola chiave è “riconoscere” perchè l’ordinamento statuale sembra ammettere l’esistenza di “altro” che lo procede, più precisamente quella “società naturale” di cui progressivamente -in nome dei “diritti”- si sta perdendo il senso e la nozione. Ecco: in cinquant’anni è progressivamente evaporata, almeno in occidente, la struttura che per alcuni millenni aveva retto le forme di civiltà sparse per il mondo ovvero sono state date tante picconate all’idea di civiltà preesistente, quante non erano state date nei secoli precedenti dalla civiltà/forma politica precedente dalla civiltà risultata vincente. Mi chiedo: è normale? E’ lecito chiedersi come mai è successo tutto ciò? Quindi dico: obbedienza si ma nella carità e nella verità ed obbedienza innanzitutto a Cristo.

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Guareschi diceva che, a volte, pure Machiavelli serve. I tedeschi poi hanno uno speciale rapporto di repulsione-fascinazione con il nostro Niccolò. “Tra di voi c’è anche il futuro Papa a cui prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza”.
    Se Bergoglio non è mai stato Vicario il successore di Benedetto XVI non potrà che essere scelto tra quei cardinali pre-2013. E, sub specie aeternitatis, ogni Pontefice è tenuto a “incondizionata riverenza e obbedienza” verso predecessori e successori.

    Sofismi, un po’, come la distinzione munus-ministerium può sembrare una sottigliezza da azzeccagarbugli?
    Certamente. Ma a mali estremi qualunque rimedio. Papa Ratzinger, consapevole o agito dall’Alto, lo si ringrazi per aver rovesciato il pentolone in cui tutti noi ranocchi stavamo bollendo o lo si maledica per averci esposto al freddo della realtà, non ha fatto che disvelare un male già in avanzato stato sotto il trionfalismo degli anni di Giovanni Paolo II. Una cancrena antica rivelatasi impenitente a tutti gli antibiotici e le cure. Compresa quella da cavallo di san Pio X.

    (In rete non m’è riuscito di trovare l’originale, ma la fonte è quanto di meno sovversivo si possa immaginare.)
    https://www.maurizioblondet.it/il-piu-terribile-scisma-che-il-mondo-abbia-mai-visto/
    -La Chiesa cattolica da lui fondata, è la suprema depositaria della pace, perché essa è custode della verità e la pace si fonda sulla verità e sulla giustizia. Il neo-modernismo, impiantato ai vertici della Chiesa, predica una falsa pace e una falsa fratellanza. Ma la falsa pace porta la guerra nel mondo, così come la falsa fratellanza porta allo scisma, che è la guerra all’interno della Chiesa.
    San Luigi Orione l’aveva drammaticamente previsto il 26 giugno 1913: «Col modernismo e col semi-modernismo non si finisce – si andrà presto o tardi, al protestantesimo o ad uno scisma nella Chiesa che sarà il più terribile che il mondo abbia mai visto» (Scritti, vol. 43, p. 53). (Roberto de Mattei)-

    Oltre convinzioni di coscienza e opinioni di parte, ciò che conta e conterà sono unicamente i fatti.
    Che Bergoglio stia confermando i fratelli nel peccato e pascendo le pecore con erba alla diossina, è innegabile per chiunque eccetto i miracoli di natura con sei mani per imitare le tre scimmiette. E gli anti-cattolici casualmente ultra-bergogliani.
    La cartina di tornasole ex cathedra, però, sarà il prossimo dibiancovestito: se farà un’inversione a U da lasciare tutto il treno di gomme sull’asfalto, ovvero ributterà a Tevere pachamame e sorelle e brucerà -metaforicamente- la Paglia arcobaleno e fulminerà di scomuniche tutto l’ambaradan transatanista, toccherà coprirsi il capo di cenere e dare ragione a chi sosteneva che Benedetto XVI era in vena di scherzi da prete e Bergoglio il risultato di una semplice indisposizione dello Spirito Santo.
    Se invece Francesco II (Tucho), Giovanni Paolo III (Parolin), Paolo VII/Egidio I (Zuppi) o chi altri verrà fuori dal comignolo dell’anti-conclave proseguirà più o meno velocemente sull’autobahn dei “processi”, resterà una sola verità per chi vorrà rimanere cristiano e cattolico. A cominciare dai cardinali pre-2013.

  • V.S.E. ha detto:

    Invito a rileggere TUTTO il discorso che mons. Gänswein tenne nel maggio del 2016, e a ricordare che queste parole furono pronunciate circa due mesi dopo la pubblicazione di un discusso documento… Forse siamo noi che non capiamo qualcosa, ma invece di sforzarci di comprendere dove sta il problema è più comodo incastrare nel posto sbagliato le tessere del puzzle e pensare, anche se ci sono dei dettagli che “non tornano”, di aver portato a termine l’opera.

  • Gianfranco Armeli ha detto:

    Mons. Viganò non riconosce Bergoglio come Papa perché ha assunto una posizione di sedevacantista e quindi non riconosce validi tutti i papi post-conciliari. Dice però che non si può far nulla per rimuovere Bergoglio e quindi bisogna sopportarlo. Quanto alla Declaratio di papa Benedetto XVI è ambigua perché egli rinuncia al ministero petrino, quindi a fare il Papa, ma non rinuncia al “munus”, cioè ad essere papa. infatti ha continuato ad indossare la veste bianca, a rimanere in Vaticano, a firmarsi come i papi aggiungendo la sigla PP al suo nome, ad impartire la Benedizione apostolica, ecc.Certo ciò mal si concilia con l’aver detto che era necessario un nuovo Conclave, ecc., ma se una dichiarazione è nulla, il resto vale poco.

  • E.A. ha detto:

    Ringrazio R.S. per queste sue profonde riflessioni. Parto proprio dalla fine…”(Il Signore) Ci hai portati nel deserto”. Certo il Signore Ha Permesso che, per nostra scelta e cocciutaggine, ci inoltrassimo nel deserto, anziché Ristorarci alle Sue Limpide Acque, in Pascoli Erbosi e Tranquilli.. e che questo si Trasformasse per noi in un ulteriore Periodo di Grazia, una sorta di “proroga” per Purificarci e Santificarci, assaporando la soffocante calura, l’arsura e la fame… Ma Senza Verità nel Deserto nessuno potrà salvarsi da solo!!! Senza Unirsi all’Unica ed Assoluta Verità, che non è Mai doppia, ambigua, ingannevole, fuorviante, incompleta… non è possibile Resistere alle molteplici sembianze Maligne, ai suoi seducenti richiami, alle sue terribili Tentazioni. In Questo Tempo diventa perciò Essenziale Capire che a “capo” della Chiesa non c’è il Legittimo Vicario di Cristo, e che la Chiesa Vera è Adesso Nascosta, Invisibile, e quella che noi oggi “vediamo”, quella “visibile” è fatta da mani d’uomo, manipolando l’Elezione Pietrina, e rappresenta il più grande ed ingannevole Deserto, in cui l’uomo può perdersi per l’Eternita’!!! Occorre Uscire quanto prima da questo Deserto e Rimettersi in Cammino alla Ricerca di Gesù Smarrito nel Tempio… con l’Aiuto di Maria Santissima e di Giuseppe, Suo Castissimo Sposo e Protettore della Santa Chiesa! ———- In merito alla Declaratio, su cui il dott Tosatti ha giustamente posto l’accento, balena subito agli occhi, anche di un poco esperto, leggere che Egli rinuncia al Ministerium, affidatogli dai Cardinali, e non al Munus ( come il Diritto Canonico vuole) ConferitoGli dal Signore. Quel Ministerium diventa uno specchietto per le allodole ( per i nemici) perché il Papa, pur volendo, non potrebbe mai rinunciare solo a fare il Papa ( Ministerium) e così scindere Munus e Ministerium… Ma trovandosi “Costretto “ a rinunciare, ha pensato BENE di cedere ai nemici una “pia illusione” , diventata reale ( ed illegittima) con il Conclave 2013 , indetto a Papa ancora vivo e non abdicatario, che di fatto ha tolto il Ministerium a Papa BXVI riducendolo in Sede Impedita, ma non gli ha tolto mai il Munus, il Potere Divino fino alla sua morte! Se Papa BXVI non avesse “ceduto” questo “ossetto “ , alla luce dei tanti fatti emersi, le minacce subite si sarebbero senz’altro concretizzate e “a Papa morto “ il Conclave 2013 sarebbe stato valido… ma questo il Signore NON LO HA PERMESSO!!!!!!!!!!!!!!!!!

    • R.S. ha detto:

      Ho cercato di descrivere soprattutto uno stato d’animo e un possibile tratto di strada insieme, ecclesiale.

      Non voglio nascondere come la penso (senza pretese che sia la verità) circa il tentativo di considerare “legittima” la situazione. Su quel che ha fatto Benedetto XVI ho la sensazione che ci sia effettivamente molto più del ricondurla a una volgarissima o vile fuga.

      Nutro delle riserve sulla modalità che usa Andrea Cionci nel maneggiare una situazione così dolorosa, ma non disconosco del tutto l’approdo delle sue (e non solo sue) congetture e verifiche.

      Benedetto XVI non ha mai mentito: ha sempre avuto rispetto per Francesco nel suo ruolo formale, obbedendogli. Ma non ha mentito sostenendo che di Papa ce ne fosse solo uno, anche quando erano due.
      Non ha mentito nel dire che tra i cardinali allora in ruolo c’è il futuro Papa: quelli di loro ancora in grado ne sceglieranno uno.

      Non ha “distrutto la Chiesa”: credo che la stia salvando facendo emergere da dentro la sporcizia nel modo più infallibile: quello di farla sentire “pulita” e quindi di spadroneggiare, abbandonando ogni cautela.
      E’ un fatto che stia verificandosi qualcosa che era necessario: non stanno accadendo cose nuove, ma sta solo emergendo ciò che c’era già. Previsto anche dal Catechismo (par. 675 etc).

      SE invece Benedetto fosse morto e il seguito fosse stato tutto “regolare”, gli stessi avrebbero ottenuto ciò che hanno, ma non ci sarebbe stato il tempo e il modo per molti di aprire davvero gli occhi.
      Per evitare questo scenario era necessario un qualche modo e -secondo me- l’ha trovato e non per genio suo… ma -mi piace immaginarlo- venendo ispirato.

      Riporto questi spunti dal commiato del 28/2/2013

      E’ un fatto che la vera Chiesa non è una realtà istituzionale escogitata a tavolino, come la gestisce chi ne fa un qualsiasi consesso umano. La vera Chiesa è una realtà vivente, un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo Santo e vive realmente dalla forza di Dio.
      Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Per questo “La Chiesa si risveglia nelle anime” (cit. Guardini). La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che – come la Vergine Maria – accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo. Offrono a Dio la propria carne e proprio nella loro povertà e umiltà diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi… Nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia quotidiana e così serviamo la Chiesa e l’intera umanità. Questa è la nostra gioia che nessuno ci può togliere.

      • E.A. ha detto:

        Grazie R.S., ho apprezzato molto il suo commento, schietto e sincero. Mi permetto solo una piccola postilla alla parte finale in cui lei afferma che “Se invece Benedetto fosse morto… gli stessi avrebbero ottenuto ciò che hanno…”, è vero, ma sempre in maniera in qualche modo invalida, senza cioè il Munus Divino, perché il Signore non lo Avrebbe comunque Mai Permesso, in tal senso considero Papa BXVI un Perfetto Strumento nelle Mani e nella Volontà del Signore. Concordo pienamente sui modi e i tempi affinché molti aprissero davvero gli occhi. La ringrazio anche per l’estratto del Commiato, così toccante e molto illuminante. Un caro saluto.

      • Rosanna ha detto:

        Benedetto è stato ispirato da Dio nella sua azione, perché il tempo stringe e presto incominceranno le danze, e se fosse morto poteva sembrare che tutto fosse regolare ( sono pienamente d accordo con l’autore dell articolo) ma tanti forse non avrebbero aperto gli occhi, quindi Dio nella sua grande misericordia ha voluto che tanti capissero. Grazie bellissimo articolo anche per aver detto che la verità senza la carità non serve a nulla. Mi piace pensare che il dolore di vedere la Chiesa vilipesa e oltraggiata purifichi i nostri miseri cuori colpevoli comunque delle nostre miserie. Grazie,che Dio la benedica

  • Enrico Nippo ha detto:

    Pietra tombale sul “Codice Ratzinger” e sul “Piccolo resto”.

    Però anche su tutte le altre fazioni.

  • OCCHI APERTI! ha detto:

    La prova è venuta per una ragione alquanto ovvia. Ovvia per chi vive nell'”Ovile santo”: disobbedienza. Quel che dovrebbe preoccupare è che si perseveri in essa con la convinzione che manchi la legittima autorità (e quindi tutto è lecito…)!
    Miei cari stilumcuriali, è assurdo e triste che non si colga la differenza tra la voce di un Viglione, Cionci, Laporta, O’Reilly, Viganò e…Schneider.
    Voci laiche per quanto illuminate possano essere (o per nulla), restano voci laiche che non hanno alcuna autorità sui fedeli che vogliono restare cattolici. Mentre Viganò, che ha ruolo e avrebbe autorità, la perde nel momento in cui – per furor di fazione – dimostra il suo incaponirsi in uno stato di disobbedienza, rifiutando Concilio e Papi che sono stati veri Vicari di Cristo.

    Resta solo la voce di Mons. Schneider, quella del cardinal Burke, del mite Cardinal Sarah, del Cardinal Zen ecc…, come pure quella laica di Ettore Gotti Tedeschi, che, pur consapevoli e prostrati dal dolore nel vedere tale scempio di anime nella Chiesa e la stessa Chiesa spogliata di tutto e mostrificata, continuano a stare nell’Ovile santo, dicendo la verità con carità e rispetto. E mai in modo coercitivo e asfissiante!

    Nel momento in cui anche queste voci coraggiose dovessero impantanarsi in faziosi estremismi, o snaturarsi dall’umile autorevolezza cui son tenute, bisognerebbe prendere immediatamente le distanze per mantenere integra la fede. La fede cattolica! cioè quella in Cristo e di Cristo…e quella a cui solo la Chiesa Una Santa ci educa perfettamente, non una fede farlocca poggiata su uomini del momento!

    I Santi non sono stati uomini del momento, che una folata di vento ha cancellato!

    L’obbedienza vera nella Chiesa non può essere svincolata dalle autorità ecclesiastiche preposte! Chi non riconosce queste autorità, chi si ritiene in grado di discernere autonomamente e, anzi, avanza le proprie tesi, contribuendo così alla confusione in atto, non permane nella piena fede cattolica!
    Una opinione detta a porte chiuse, tra amici, è una cosa, urlarla da un blog o in un ambito pubblico ha tutt’altra risonanza e perciò responsabilità! A Dio si rende conto di tutto!

    Che forse Padre Pio si ribellò alla Chiesa? O lo fece forse il perseguitato don Dolindo? O aizzarono forse i fedeli contro le autorità ecclesiastiche?

    Non scherziamo! Meglio sarebbe per tutti tacere e pregare.

    Certo il munus pascendi di un vescovo, qual’è Monsignor Schneider, non può non ispirare ad intervenire per contrastare lo scempio ulteriore che sta compiendo la setta minutellian-cionciana (a proposito: avete sentito parlare dell’operazione “adotta un vescovo” o dei corsi a pagamento organizzati per distinguere il “codice”?! )…

    Il fatto che Schneider sia così inviso ai minutellian-cionciani è più che indicativo, così come il giudicare senza alcuno scrupolo Papa Benedetto XVI la dice molto lunga sulla fede “tradizionalista” – senza timor di Dio – di certi sedicenti “cattolici”.

    Obbedienza vera e santa prudenza dove le abbiam (s)cacciate?!