Habemus Papam? La Recensione di mons. Viganò al Libro di Viglione.

9 Febbraio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questa recensione del libro del prof. Massimo Viglione, Habemus Papam? scritta dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, e pubblicato sul sito di Exsurge Domine. Buona lettura e condivisione.

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Mons. Carlo Maria Viganò

HABEMUS PAPAM?

Note all’ultimo saggio del prof. Massimo Viglione

Habemus Papam? Il recente saggio del Prof. Massimo Viglione pone una domanda che solo undici anni fa era improponibile e impensabile per il Cattolico medio e forse anche per un canonista, dal momento che gli errori e le deviazioni del Vaticano II non si erano ancora palesati nella loro dirompente evidenza, giungendo ad essere affermati ore rotundo da colui che avrebbe dovuto invece condannarli. Pensiamo a Amoris Lætitia, al provvedimento con cui è stata modificata la dottrina sulla pena capitale o all’ultima, scandalosa dichiarazione Fiducia Supplicans, impugnata da intere Conferenze Episcopali. Con questo voglio dire che il recente “risveglio” di molti Cattolici – tra cui non posso non annoverare me stesso, nel percorso di ritorno alla Tradizione di questi ultimi anni – consente di capire anche solo intuitivamente, mediante il sensus Fidei, che non avremmo mai potuto veder profanare una Basilica romana da una simulazione di Messa di un finto vescovo anglicano senza prima l’abbraccio di Montini con il non meno eretico Patriarca Atenagora, o senza gli incontri di Assisi e le visite alle Sinagoghe da parte di Wojtyla e Ratzinger; e che se oggi Bergoglio prepara l’accesso al Sacerdozio per le donne, ciò lo si deve alla manomissione degli Ordini Sacri iniziata da Paolo VI con la temeraria soppressione degli Ordini Minori e del Suddiaconato, sempre in chiave ecumenica filo-protestante. 

Quello che a mio parere è il merito indiscutibile di quest’opera del Prof. Viglione non è solo l’aver saputo elencare sinteticamente e con chiarezza le varie tesi a proposito della risposta cattolica dinanzi all’eresia manifesta del Pontefice e alla vicenda della Rinunzia di Benedetto XVI, ma anche e soprattutto l’aver finalmente posto la domanda cruciale: Abbiamo un Papa? Perché è questa domanda, proprio nelle sue terribili implicazioni, che nessuno aveva osato sinora porre al grande pubblico, limitandosi a speculazioni accademiche o a marginali realtà ecclesiali. È questa la domanda che coraggiosamente pone l’Autore di un saggio di cui non posso che raccomandare vivamente un’attenta lettura.

Questo è un libro “che farà discutere”, perché rende comprensibile un dibattito sinora confinato alle disquisizioni accademiche di (pochi) critici del presente “pontificato” o divulgato da personaggi che hanno strumentalizzato e polarizzato lo scontro per avere visibilità. Merito di Viglione è di aver riportato la questione sui binari di un sano realismo, sine ira et studio, e di aver reso comprensibile analizzando le diverse posizioni non più sulla mera ipotesi di un Papa eretico, ma sulla dolorosa evidenza dell’eresia di Jorge Mario Bergoglio e sulle risposte sinora avanzate. 

L’Autore non si limita alla semplice enumerazione delle tesi, ma mostra le criticità di alcune e la plausibilità di altre: tra queste ultime, quella da me formulata sul vizio di consenso che renderebbe nulla l’assunzione del Papato da parte di Bergoglio a causa di una deliberata volontà dolosa di appropriarsene per usarlo in modo opposto ai fini che gli ha dato il divino Fondatore della Chiesa, Nostro Signore. Altra tesi di grande valore – e per questo giustamente affrontata dall’Autore – è quella del prof. Enrico Maria Radaelli, relativa all’anomalia della Rinunzia e dell’invenzione del Papato emerito. Condivido la persuasione di Viglione circa la pertinenza e il rigore di questa analisi, specialmente se la si integra con il vitium consensus del successore di Benedetto XVI, come suggerito dallo stesso Radaelli, e la si legge alla luce dell’hegelismo dialettico di Ratzinger.

Il prof. Viglione non intende fornire risposte definitive, ma anzitutto far sì che il tema sia affrontato e discusso, perché solo da una onesta presa di coscienza del “problema Bergoglio” possiamo approfondire la dottrina sul Papato in quegli aspetti che i Dottori della Chiesa e i canonisti del passato concepivano come remota eventualità, mentre per i Cattolici ostaggio della “chiesa sinodale” si sono mostrati come reali. 

Nell’elenco delle tesi sulla vacanza della Sede Apostolica non potevano non essere ricordate anche le elucubrazioni “fantacanoniche” del Codice Ratzinger di Andrea Cionci e dei suoi seguaci. Non sfuggirà al Lettore l’inconsistenza della fantomatica teoria della “sede impedita”, che costituisce una falsa premessa che inficia l’intero ragionamento, oltre a gettare – come rileva l’Autore – inquietanti ombre sulla onestà e la correttezza di agire di Benedetto XVI. Ritenere che egli abbia potuto lanciare dei messaggi criptici rivolti ad una ristretta cerchia di iniziati, basando questa convinzione su fatti del tutto opinabili e circostanziali – convinzione assurta a prova inoppugnabile ed ossessivamente imposta come verità dogmatica – relega le speculazioni di Cionci & Co. al genere fantasy mutuato da Dan Brown. 

Certo, il “pontificato” di Jorge Mario Bergoglio è un ἅπαξ, un caso unico in tutta la Storia bimillenaria della Chiesa, sia per le modalità che hanno portato il Gesuita Argentino sul Soglio di Pietro, sia per la palese complicità della deep church in questo piano eversivo, sia infine per la specularità dell’azione di Bergoglio in seno alla Chiesa – come esponente di punta della deep church – rispetto a quella del deep state nelle nazioni occidentali. Ma questo unicum è il frutto avvelenato di una malapianta le cui radici ideologiche affondano nel neomodernismo del Vaticano II, che riuscì a coniugare la devoluzione dell’autorità sacra del Romano Pontefice a organismi assembleari di matrice “democratica” con la progressiva trasformazione del Papa in tiranno divinis legibus solutus. Se un’istituzione separa infatti l’esercizio del potere dalla necessaria subordinazione all’autorità di Cristo Re e Pontefice, che ne è il supremo Garante, essa perde ogni sua legittimazione e non può che diventare, come già avvenuto nella sfera civile, espressione di lobby e di interessi senza alcun freno. Il paradosso – e l’astuzia luciferina – di questo colpo di stato ecclesiale è consistito nel mantenere le apparenze del Papato al solo scopo di poter pretendere obbedienza da quanti ancora credono che chi siede sul Soglio di Pietro sia il Vicario di Cristo scelto dallo Spirito Santo, mentre in realtà è un mercenario che abusa della fiducia e del rispetto dei fedeli per disperderli. Lo stesso fenomeno sta avvenendo nei governi temporali, dove i governanti rivendicano un potere illimitato – fino allo sterminio – sui propri cittadini, illusi che chi li rappresenta nei Parlamenti abbia come scopo il bene comune. E non è un caso se questa “dittatura democratica” sia stata possibile solo dopo aver spodestato Nostro Signore della Sua Signoria sulle nazioni.

Quel che lascia ancora sperare in un risveglio delle coscienze è che le reazioni di laici, sacerdoti, vescovi e anche di parte del mondo profano dinanzi alla vexata quæstio non sono di scandalo o di stupore, ma di totale consapevolezza del “problema Bergoglio”. Il Prof. Viglione rileva anche la contraddizione di chi da un lato è consapevole e denuncia le deviazioni del Gesuita Argentino, ma dall’altro non ritiene che questo abbia alcuna conseguenza sul suo riconoscimento come Papa, limitandosi a considerare come “non magisteriali” i suoi interventi a cui non è dovuta obbedienza. Vi è da sperare che l’allargarsi della platea di Cattolici informati sul tema consenta di chiarire le posizioni più incoerenti di aprioristica “difesa d’ufficio” che rischia di sconfinare nell’aperta complicità. Ciò che è dunque riconosciuto in modo praticamente unanime dai Cattolici è l’anomalia del “papato” attuale: un’anomalia di cui i progressisti sono entusiasti e che i conservatori e tradizionalisti considerano inaudita e scandalosa, ma di cui tutti sono consapevoli, dal professore dell’Ateneo romano al semplice battezzato. 

Le risposte a questa anomalia rappresentano il tentativo di trovare una soluzione alla crisi che stiamo attraversando, che è unica nel suo genere e che – tengo a ribadirlo – non può essere giudicata secondo gli ordinari parametri di un sistema giuridico pensato per condizioni di relativa normalità. Ci troviamo infatti dinanzi ad un tradimento che non coinvolge solo alcuni settori dell’istituzione, ma tutti i suoi organi, a partire dai vertici; un tradimento iniziato sessant’anni fa, con l’abdicazione della Gerarchia dal suo dovere di predicare il Vangelo di Cristo contro l’antievangelo del mondo; un tradimento compiuto con la distruzione della Messa e della Liturgia, proprio perché gli eversori sanno bene il potere pedagogico dei riti e dei gesti nella trasmissione della Fede. E come nelle scuole si fa indottrinamento all’ideologia woke con la cancel culture, così nelle chiese sono state indottrinate intere generazioni all’ecumenismo, al disprezzo del proprio passato, all’accettazione di istanze incompatibili con il Magistero Cattolico. E tutto questo, scandalosamente, con la ratifica dell’autorità, anzi sotto sua deliberata spinta, sia nella sfera civile sia in quella ecclesiale. La domanda che ci dobbiamo dunque porre non è solo Habemusne Papam?, ma come sia stato possibile assistere in silenzio alla sistematica infiltrazione nella Chiesa di eretici e corrotti, le cui idee e i cui propositi erano ampiamente noti; e quale sia la responsabilità della Gerarchia – ad iniziare dai “Papi del Concilio”, nessuno escluso – in questa sostituzione sconsiderata e certamente disastrosa, soprattutto quando il potenziale distruttivo di questa operazione eversiva era evidente sin dal principio e c’era ancora modo di porvi rimedio. L’azione recente di Jorge Mario Bergoglio è perfettamente coerente con l’opera di erosione dottrinale, morale, disciplinare e liturgica condotta a partire dal Pontificato di Giovanni XXIII e mai interrotta, anche davanti allo svuotamento disastroso di chiese, seminari, conventi e scuole cattoliche. Anzi viene da pensare che il mancato intervento di fronte a questo patente fallimento sia una conferma della premeditazione e del dolo da parte di chi non ha mai avuto l’umiltà di rimettere in discussione le sue fallaci certezze. Anche qui, il parallelo con il deep state è evidente, perché in entrambi i casi gli scopi dichiarati (favorire il dialogo della Chiesa con il mondo moderno o rendere comprensibile la Liturgia ai fedeli da un lato; contenere una pandemia mortale o far fronte al cambiamento climatico dall’altro, giusto per fare due esempi) sono menzogne che servono a distrarre dal vero obiettivo, che è criminale e inconfessabile. 

Se la dissoluzione dello Stato è evidente nel tradimento dei governanti e nel loro asservimento alla lobby globalista allo scopo di ridurre la popolazione mondiale e ridurre in schiavitù quella rimanente, non meno palese è la dissoluzione della Chiesa – nella sua componente umana, ovviamente – nel tradimento della maggioranza della Gerarchia cattolica, asservita anch’essa agli stessi padroni allo scopo di eliminare quel κατέχων (2Tes 2, 6) che impedisce al “mistero di iniquità” di manifestarsi. Come ho già ricordato, non ci troviamo in una Chiesa la cui Gerarchia è cattolica e si trova un Papa che professa un’eresia ma che allo stesso tempo è sinceramente intenzionato a pascere il Gregge del Signore, bensì davanti a una Chiesa eclissata da un colpo di stato, nella quale ogni Dicastero, ogni Ateneo, ogni Seminario, ogni Diocesi, ogni parrocchia, ogni convento sono diretti e gestiti dalla deep church, nell’ostracismo e nella persecuzione aperta a chiunque dissenta anche limitandosi al Magistero recente senza mettere in discussione il Concilio. Ne abbiamo conferma dalla totale autoreferenzialità del cosiddetto “magistero” di Bergoglio, come ribadito entusiasticamente dal Prefetto Tucho. Basta scorrere i rimandi alle fonti nei documenti “papali” per comprendere che l’insegnamento bergogliano è sì volutamente “nuovo” rispetto a quello degli immediati Predecessori, ma solo nelle modalità “di forzatura”, dal momento che i principi a cui Bergoglio fa riferimento costante sono esattamente gli stessi dei Papi conciliari. Potremmo dire, per semplificare, che Bergoglio sta al giacobino Robespierre come Ratzinger al girondino Brissot, entrambi però fautori della Rivoluzione. 

Habemus Papam? Papa eretico, rinuncia, sede vacante costituisce un prezioso contributo alla comprensione di un fenomeno ormai innegabile, pensato non come sterile cimento accademico, ma per amore della Chiesa e del Papato, oggi umiliati e screditati da una Gerarchia asservita al mondo, incurante della perdita di tante anime per le quali il Signore ha sparso il Suo Sangue. Sia dunque lo stesso amore per la Chiesa e per il Papato a guidarne la lettura.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

5 Febbraio 2024
S. Agathæ Virginis et Martyris

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15 commenti

  • miserere mei ha detto:

    Sulla declaratio di BXVI hanno barato fin dal momento delle traduzioni nelle lingue nazionali (clamorosa la manipolazione in tedesco dove il vocabolario permette di smascherarla più agevolmente).
    Trovo strano che chi è attento a 360° e worldwide su tantissimi aspetti problematici di questa temperie, pur avendo non poca dimestichezza anche con questi meccanismi comunicativi, di queste magagne rivelatrici scelga di non far cenno. Rispetto la scelta, posso domandarmi del perchè, ma è un silenzio che fa rumore.

    • E.A. ha detto:

      A riguardo il dott Cionci insieme ad un gruppo di Avvocati e di Giuristi ( tra i quali il Giudice Giorgianni), hanno provveduto a presentare un esposto, in data 09/02/2024, per denunciare l’accaduto, tramite lettera indirizzata al Segretario di Stato Parolin e per conoscenza al Comandante delle Guardie Svizzere ed al Comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano.

  • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

    In mezzo a chi argomenta una tesi abbastanza valida ma che è convinto che un cristiano è libero di non professare pubblicamente la sua fede, in mezzo a chi sostiene la battaglia ma con molto orgoglio mentre si sa che Dio innalza gli umili, in mezzo a chi non vuole concedere la possibilità che ci sia stato un percorso spirituale di maturazione anche nel Papa Benedetto XVI che si è solo preoccupato del benessere del gregge di fronte al mostro che gli si era palesato innanzi, ebbene, in mezzo a tutto questo i fedeli sono lasciati a loro stessi ed il tempo scorre nell’inerzia con il rischio dell’oblio… Per quel che può valere oggi un testo del 1200 ossia la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine: ‘…dice San Girolamo : ‘La santa romana Chiesa sempre fu immacolata e immacolata rimarrà per tutti gli anni a venire, senza macchiarsi di alcuna eresia’. Si può credere che ci sia stato in quel tempo un papa di nome Leone non eletto regolarmente, ma usurpatore con la violenza di questa dignità …’.
    San Girolamo aveva le idee più chiare.

  • fra Giovanni Maria ha detto:

    Con tutto il rispetto delle buone intenzioni di Mons. Viganò, ma come affidarsi ad un vescovo, che senza dubbi ha tanti meriti, ma che avrebbe dubbitato alla validità della sua ordinazione a vescovo per mani di GPII e che si sarebbe fatto riconsacrare da un vescovo di genealogia lefevbriana per essere sicuro di essere vescovo? Giacché questo rumore dalla sua parte mai fu rifiutato, per apparenti “motivi di sicurezza”, deve essere considerato un fatto storico. Anche se non fosse vero, è veramente disgustoso e aberrante il suo modo di paragonare papa Benedetto XVI all’ apostatico mons. Bergoglio. Mons. Viganò era una speranza, ma si è screditato se stesso pesantemente con la sua stranissima opposizione ai “Due testimoni” GPII e Benedetto XVI.

  • Lucia Buttaro ha detto:

    Ho finalmente concluso la lettura del pregevole libro del prof Viglione e confermo la validità ed efficacia dello studio, utilissimo per un’esercizio di discernimento tra le varie posizioni di teologi canonisti intellettuali Cattolici laici.
    Mi preme affermare pubblicamente ,a maggior Gloria di Dio, che certamente un Papa può essere eretico e deposto alle condizioni indicate con esattezza nel testo ( condivido la conclusione del prof Viglione) .
    Tuttavia, mi lascia perplessa la presa di posizione sulle modalità di dimissioni e l’istituzione del Papa Emerito da parte di Ratzinger.
    Con questa figura blasfema Ratzinger afferma pubblicamente di essere eretico scismatico APOSTATA pertanto DECADUTO e soggetto alla constatazione di tale stato da parte del Papa Francesco e/o dei Cardinali che insieme a Francesco devono convocare il Concilio di Trento bis per affermare che entrambi sono DECADUTI.
    Dare per scontato che Benedetto XVI ha picconato il PAPATO ( perché di questo si tratta) senza concludere che, in ragione di questo egli è DECADUTO ipso facto dall’ufficio di Papa è sconvolgente anche in considerazione del fatto che si pretende, viceversa confermare che , la rinuncia , pertanto, è invalida , quindi Benedetto XVI sarebbe da ritenersi ancora Papa mentre l’elezione di Francesco sarebbe illegittima!
    Le cose non stanno così perché:
    1 la staffetta tra Ratzinger e Francesco era stata veramente concordata e accettata dai Cardinali , anche se non tutti conoscevano i loro rispettivi piani e riserve mentali;
    2 Qualora venisse confermato che Ratzinger si impegno’ per un “mandato a termine” nel quale la sua missione era proprio la riforma del PAPATO in senso collegiale ( dimissioni meditate allo scopo di istituire il Papa Emerito) qui il vizio di consenso prospettato da Mons Viganò si fa più concreto che con Francesco!
    3 Poiché Ratzinger era DECADUTO prima delle dimissioni ( date ora per allora) proprio all’atto della sua investitura a Papa Emerito era necessario comunque proclamere il nuovo Papa, che il Conclave ha indicato in Bergoglio.
    Occorre dimostrare che i Cardinali hanno scelto Bergoglio per obbedire alla staffetta per delegittimare l’elezione di Francesco Papa, se questo non è vero Francesco è stato legittimamente eletto Papa non perché le dimissioni di Benedetto XVI sono valide ma perché Benedetto XVI era DECADUTO sin dalla prima lettura delle sue pretestuose dimissioni finalizzate alla instaurazione del PAPATO sinodale.
    Oggi è possibile contestare a Francesco di essere caduto più volte nel delitto di APOSTASIA manifesta eresia manifesta SCISMA manifesto ( rifiutando di rispondere ai Dubia, rifiutandosi di ritirare fs e rimuovere Fernandez) , quindi spetta ai Cardinali destituirlo senza neanche dare importanza alla posizione ambigua e fuorviante di De Mattei, Nitoglia,Schneider, Bux che fingono di temere uno SCISMA per pigrizia mentale o altro.
    Tanto dovevo dirvi per non sembrare disposta ad aderire al prof. Viglione in tutti gli aspetti trattati nel suo pur importante studio.
    Pace e bene.

  • miserere mei ha detto:

    Tornare bambini…
    Semplici.
    Non mi interessa chi abbia maggior ragione tra i vari criteri per considerare Bergoglio “non papa”.
    Non mi piace che di fronte alla casa in fiamme i pompieri discutano delle differenze tra le loro autopompe (termine e vocabolo allusivo voluto).
    Mi spiace che ci sia un astio sospetto verso chi il fuoco (infernale) l’aveva visto prima degli altri, facendo il possibile per circoscriverne il divampare e restando nella casa anche ad incendio in corso.
    Adesso lui è morto.
    Sta bruciando tutto e i pompieri si dilettano nel discutere se il fuoco sia legittimo.
    Il bambino che vede la scena aspetta di vedere ben altro. La fantapompieristica non è quella di chi col botto spegnerebbe tutto, come quando bruciano i pozzi di petrolio… non è fantapompieristica il discettare in punta di penna in centralino, invece di essere tutti sporchi, sudati, bagnati e anche con qualche ustione a tirar fuori gente dalla città in fiamme!

  • Damiano ha detto:

    Ormai lo scontro tra questi due gruppi antibergogliani è diventato stucchevole. Praticamente ora il discorso si è spostato su Benedetto XVI, se era modernista o grande santo. In ogni caso la sensazione che si ha è che dietro il rumore di questa lite c’è solo voglia di emergere e prendere il primo posto.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Caro Padre Angelo,
    leggo sempre con attenzione le argomentazioni e le Sue risposte ai vari quesiti nel sito e mi piacciono molto.
    Vorrei chiederLe come la pensa su un argomento forse non di primo piano ma per me importante.
    Nel conclave per l’elezione del Papa non è forse lo Spirito Santo che agisce per vie imperscrutabili ad indirizzare sul Cardinale voluto alla guida della Chiesa da Dio?
    Le chiedo questo perché io stesso pensavo fosse così ma poi mi sono imbattuto in una intervista rilasciata da Ratzinger in cui diceva che ci possono essere casi in cui lo Spirito non viene accolto e non agisce.
    Ma allora come si concilia questo con la dichiarazione del venerabile Luciani quando nell’agosto 1978 disse proprio l’opposto? Disse “avverrà nell’elezione ancora una volta la scelta sul” già scelto da Dio” e come disse Gesù ai discepoli, “non voi avete scelto me ma io ho scelto voi”.
    Nel caso venisse eletto un Papa non voluto da Dio non si andrebbe ad inficiare così il primato di Pietro?
    Grazie.
    La saluto cordialmente.
    Luca
    ________________________________________
    Caro Luca,
    1. già scelto da Dio” può significare quello che Dio vuole che si elegga o anche che Dio permette che si elegga.
    Nel secondo caso dobbiamo essere certi che questa permissione è in vista di un bene più grande.
    2. Intanto va detto subito che nessuno di noi può dire in maniera apodittica se un determinato soggetto sia stato voluto o permesso come Papa da Dio.
    Ogni Papa lo accettiamo dalle mani del Signore.
    3. Non dobbiamo stupirci delle varie elezioni. La storia ce ne ha offerto un ventaglio molto largo.
    Il Signore ha consegnato la Chiesa agli uomini, sapendo bene che questi nelle loro decisioni avrebbero potuto sbagliarsi ed essere influenzati nell’elezione dal loro temperamento o da interessi personali.
    4. La Chiesa finché è in questo mondo è sempre quel campo di cui parla Gesù nel Vangelo in cui insieme al buon grano viene seminata anche la zizzania.
    I suoi figli non sono tutti santi, ma in via di perfezione. Nel suo interno vi sono molti deboli e infermi. Talvolta anche degeneri e cattivi.
    Sotto certi aspetti la Chiesa è l’immagine viva di Gesù che si carica delle debolezze, delle infermità e dei peccati degli uomini.
    5. Ma di una cosa si è certa a priori: che Cristo non abbandona mai la sua Chiesa all’errore.
    Ugualmente dobbiamo essere certi della sua fedeltà nell’incarico affidato a Pietro quando gli ha detto: “Conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).
    Come ha pregato per Pietro (“Ho pregato per te” Lc 22,32) così adesso dal cielo prega per i suoi successori e impedisce che le porte degli inferi prevalgano (Mt 16,18) sulla sua Chiesa.
    6. Nell’ultima cena Gesù ha garantito alla Chiesa l’assistenza dello Spirito Santo.
    Lo ha chiamato anche “Spirito di verità” (Gv 14,17).
    Gesù garantisce la presenza dello Spirito Santo per ogni epoca della storia: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16).
    A Gesù sta a cuore che gli apostoli non dimentichino questa soprannaturale e divina garanzia tanto che lo vuole ricordare anche nel momento della sua dipartita definitiva da questo mondo nel giorno dell’Ascensione: “Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso” (Lc 24,49).
    Nell’ultima cena ha pregato così: “Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17,18-19).
    Gesù dunque si è impegnato ad assistere il Magistero in modo che non abbia mai ad errare.
    Questo per noi è di perenne conforto e perde di significato la domanda se venga inficiato il Primato del Papa qualora l’eletto non sia quello voluto dal Cielo, ma sia solo permesso.
    Ti ricordo al Signore e ti benedico.
    Padre Angelo

    Nel conclave per l’elezione del Papa non è forse lo Spirito Santo che agisce per vie imperscrutabili per far votare Colui che Egli ha voluto alla guida della Chiesa? – Amici Domenicani