“Il Dovere Viene prima del Piacere”. (Seconda Metà). Una Opinione.

5 Febbraio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Una Opinione offre alla vostra attenzione la seconda parte del suo racconto – di fantasia ma non troppo -, la cui prima puntata potete trovare a questo collegamento. Buona lettura e condivisione.

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“Il dovere viene prima del piacere”. (seconda metá)

Tornó subito accanto al suo uomo e con la sfrontatezza che aveva acquisito nella vita gli disse: “Senti amore … ci ho pensato un attimo su e … voglio avere da te tanti bei bimbolini e subito”. L´uomo, meravigliandosi del fatto che la moglie lo chiamasse ora “amore” e non capendo cosa intendesse per “bimbolini”: “Bimbolini? Non ho dei bimbolini e non so neanche se ho il denaro per comprartene tanti, ma se vuoi ho il denaro sufficiente per comprarti alcune bambole”. La donna, indirizzando la propria vista verso le sue parti basse: “Non intendo quelle … io intendo i bimbolini che hai lí sotto”. L´uomo, pensando che la donna alludesse al suo portafogli: “Tu vuoi sapere quanto denaro ho? Non ne ho molto … solo quanto basta perché viviamo decentemente”. La donna, spazientendosi perché il suo uomo non capiva: “Sí che li hai … ne hai milioni lá sotto”. L´uomo: “Ah … tu vorresti avere tanti milioni di denari quando li guadagnerò? Nessun problema”. La donna, quasi sentendosi sconfitta: “Non intendo questo … il denaro non è piú importante per me … io intendo questi!” e cosí dicendo gli allungò la mano sotto la patta dei pantaloni e lá strinse fortemente tanto da provocargli del dolore”. L´uomo, colto alla sprovvista: “Ma … amore, cosa fai? Cosí mi fai male …” e capendo finalmente cosa la donna intendesse e riuscendo a farle mollare la presa “se intendi questi ti posso dare al massimo un bimbolino per volta, non di piú, ma bisogna avere pazienza in queste cose”. E appena disse questo, il sacrestano li raggiunse con l´intenzione di invitarli ad uscire per poter poi chiudere la chiesa, quando cambiò idea: “Io devo andare un´ora fuori a svolgere delle commissioni … oltre a voi due non è rimasto nessun altro ma lascio la chiesa aperta proprio per voi … quando avete finito di fare quello che dovete fare non lasciate socchiusa la porta dietro di voi” e anche lui uscí dalla chiesa.

E la donna incoraggiata per l´inaspettata occasione divenne ancora piú focosa e si gettó quasi totalmente sull´uomo: “Dai su … facciamolo ora … non capita tutte le domeniche di poterlo fare in chiesa”. L´uomo, quasi sopraffatto: “Ma amore … appunto … in chiesa … fare del sesso in chiesa è peccato … e poi pure di domenica … proprio davanti agli occhi di Dio … ci vedrebbe e si arrabbierebbe certamente”. La donna: “Ma perché nella nostra camera da letto non ci vede lo stesso?” L´uomo: “Sí, ma lá è casa nostra, qui è casa Sua”. La donna: “Va bene … peccheremo pure a casa Sua ma sono certa uscirà fuori un santo che pregherà per noi per ottenerci il perdono” e detto questo decise di passare alla fase successiva e di aprirgli la patta dei pantaloni. L´uomo, cercando di resistere e di trovare una scusa per impedire per opportunitá che il tutto avvenisse lá dentro pur conoscendo il piacere che l´atto in sé gli avrebbe procurato, guardò, quasi in segno di preghiera, verso la croce ed improvvisamente credendo di avere le traveggole, esclamó: “Guarda … Gesú ha staccato la Sua mano sinistra  dalla Croce e la sta rivolgendo verso il Cielo e con la sua mano destra sta indicando noi due … sicuramente stará dicendo al Padre Suo di mandare l´angelo castigatore perché ci punisca per il sacrilegio che stiamo per compiere”. La donna, credendo che l´uomo la stesse prendendo in giro, ma allo stesso tempo percependo con l´estremitá di un occhio che qualcosa si era veramente mosso in direzione della croce, rivolse pure lei lo sguardo verso la croce che campeggiava in alto sull´altare e vedendo che tutto era come al solito e che nulla si muoveva, rispose: “Io non vedo nulla di insolito … non iniziare ad accampare scuse … e ti ricordo che io sono tua moglie e che tu sei mio marito e come tale hai preso l´impegno davanti a Dio di soddisfare tutte le mie necessitá  … se poi Dio proprio non vuole che avvenga qui, troverà certamente il mezzo per impedirlo”. E si gettó letteralmente su di lui per l´assalto finale. E proprio in quel momento i due sentirono la porta della chiesa che si apriva e videro alle loro spalle il sagrestano che, capito cosa stava per succedere ma ridendosela anche un poco,  disse: “Scusatemi se vi ho interrotto durante le vostre … ehmmm … “preghiere” … fortunatamente mi sono sbrigato prima … finite velocemente le vostre cose … fra due minuti chiudo la chiesa”.

I due si rassettarono e si avviarono verso l´uscita della chiesa. Camminando la donna iniziò a fantasticare a voce alta sul suo futuro figlio e di cosa sarebbe diventato: “Sará sicuramente una femmina e la faremo diventare una casalinga”. L´uomo: “No, sará un maschio e lo faremo diventare uno scienziato”. La donna: “Forse la faremo diventare una contadina”. L´uomo: “O forse lo faremo diventare un netturbino”. La donna, rivolgendosi verso l´altare nel mentre si stava facendo il segno della croce, prima di uscire: “Che importanza ha per noi dopo tutto? Lo faremo diventare quello che Dio vorrá” ed alzando un braccio verso l´altare, disse solennemente: “Promesso?”. L´uomo, dopo essersi fatto anche lui il segno della croce ed alzando anche lui il suo braccio verso l´altare: “Promesso!”

Appena usciti, un´aria del tutto diversa da quella che avavano respirato in chiesa li investí. La giornata era primaverile e la luce del sole aveva giá iniziato a fare posto alla notte e i locali notturni sulla piazza si stavano giá preparando ad accogliere i primi clienti: era l´aria del mondo. Il marito disse: “Ah, il mondo … andiamo finalmente ad assaporare tutti i piaceri e le cose belle della vita … mangiamoci prima con calma un buon gelato e poi … indovina?” La moglie non rispose sapendo giá in cosa sarebbe consistito il “poi”.

Arrivarono fino al centro della piazza in quel momento vuota e il marito, credendo di aver dimenticato qualcosa in chiesa, si voltó indietro e rivolgendo lo sguardo verso la sommità della chiesa, perché una luce mai vista prima vi stava splendendo, esclamó: “Ehi … guarda lassú sulla cima della chiesa … proprio dove sta la croce … ci sta un angelo, lo vedi?”. La moglie, guardando all´insú pure lei: “Un angelo?” Il marito: “Sí, un angelo … e non lo riconosci?” La moglie: “È vero … un angelo con le ali … e chi sarebbe? Non lo riconosco”. Il marito: “È l´angelo che é dipinto nel quadro che si trova nell´abside della chiesa”. La moglie: “È vero … e  guarda … una cicogna luminosa sta scendendo dal cielo e si sta posando anche lei sulla croce”. Il marito: “Una cicogna luminosa? A me pare di piú un suo collega”. La moglie: “Hai ragione … e guarda … si sta avvicinando al primo angelo e sembra che gli stia chiedendo delle informazioni”. Il marito: “È vero … e guarda … porta con sé qualcosa … mi pare un fagottino”. La moglie: “È vero … ma a me pare piú un piccolo cofanetto … e guarda come è ben lavorato …incastonato con tante pietre preziose … nonostante sia giá quasi notte sembra brillare di luce propria”. L´uomo: “È vero … sembra quasi che la luce emanata da quello che ci sta dentro riesca ad irraggiarsi al di fuori del cofanetto che pur lo contiene … deve essere veramente qualcosa di inestimabile valore … e poi il cofanetto mi ricorda la stessa magnificenza dei doni che i Re magi portarono a Gesú, solo che quelli erano molto piú belli”. La moglie: “Davvero? E come fai a saperlo? Ai tempi di Gesú mica c´era la macchina fotografica”. Il marito: “Ti sei scordata che io lavoro nell´antiquariato e che ho visto le foto di molti dipinti che rappresentano l´Adorazione? E guarda … sul cofanetto c´è un fiocco azzurro”. La moglie: “È vero … ma a me pare rosa”. Il marito: “Ora che vedo meglio … ha i colori dell´arcobaleno”. La moglie, dandogli un affettuoso scappellotto sulla testa: “Ma cosa dici … Dio ci crea o maschi o femmine … nulla è cambiato da allora … in natura non esiste nulla di diverso”.  Il marito: “Hai ragione, scusami … da un poco di tempo guardo troppo la televisione e leggo troppo i giornali, e guarda … il primo angelo sta indicando qualcosa proprio verso di noi”. La moglie, guardandosi indietro e non vedendo nessuno oltre a loro due: “Non qualcosa verso di noi, ma proprio noi due … e guarda … ora tutti e due gli angeli stanno guardando e gesticolando verso di noi … c´è l´hanno proprio con noi due”. Il marito: “E guarda … l´angelo appena arrivato sta scendendo verso di noi … forse i destinatari di quel cofanetto siamo proprio noi due? Amore, lo sai cosa ti dico? Il gelato puó aspettare e con lui tutti i piaceri e le cose belle della vita … torniamo di corsa a casa … il dovere viene prima del piacere”. La moglie: “Sí sí, dai, non perdiamo tempo facendoci trovare con le mani in mano, andiamo a casa, infiliamoci nel letto e mettiamoci subito all´opera … quell´angelo deve sicuramente aver viaggiato tanto per arrivare fin qui da noi … non facciamo aspettare ancora a Colui che lo ha mandato …” (*)

Fine del racconto

(*) Naturalmente qui ci si puó immaginare che l´angelo in quel cofanetto non porti l´anima del nuovo concepito, che viene creata da Dio all´atto del concepimento, ma il messaggio “luminoso” dell´intenzione di Dio di far nascere un bimbo ai due protagonisti, messaggio che viene portato ai due dal futuro angelo custode del futuroo nuovo nato. Un parallelo, solo che fu di infinita maggior ordine di grandezza, potrebbe essere l´Annunciazione da parte dell´angelo del futuro concepimento del Messia.

Nota1: https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2024/01/10/la-massima-aspirazione-delle-donne-diventare-rita-levi-montalcini-non-madri-parola-di-elly-schlein/ mi pare che l´articolista abbia dei buoni argomenti;

Nota 2: in seguito ad una sentenza di un giudice che ha tolto la potestà genitoriale alla madre perché non voleva far vaccinare il figlio, la senatrice Lorenzin ha dichiarato: “Questa sentenza esemplare evidenzia ancora una volta che i figli non sono proprietà dei genitori ma, come riconosciuto dalla Carta del Fanciullo, sono titolari di propri diritti incomprimibili e il giudice in un ordinamento moderno e avanzato tutela l’inviolabilità dei diritti in capo al bambino anche di fronte ai genitori”:

Non vaccina il figlio, perde la patria potestà in Trentino. Lorenzin: “I figli non sono proprietà dei genitori, sentenza esemplare”

Non vaccina il figlio, perde la patria potestà in Trentino. Lorenzin: “I…

TRENTO. “Questa sentenza esemplare evidenzia ancora una volta che i figli non sono proprietà dei genitori ma, co…

 

Sono d´accordo con la senatrice Lorenzin: i figli non sono di proprietà dei genitori. Ma a parte questo, io affermo che sono in realtà di Dio … i genitori sono dei semplici affidatari per conto di Dio, ma certamente non sono proprietá dello Stato.

Ecco, se si sviluppa coerentemente fino in fondo il ragionamento della senatrice Lorenzin, si potrebbe anche concludere che tutti in realtà, se non attualmente sicuramente in futuro, saremmo di “proprietá dello Stato” in quanto tutti siamo “figli” di qualcuno. E questo perché stiamo vivendo in un “ordinamento moderno” che si inventa l´inviolabilità di diritti mai esistiti prima in capo a dei soggetti per violarne di fatto altri naturali in capo da sempre ad alri soggetti. Il fatto è peró che gli “ordinamenti moderni” sono spesso il risultato della corruzione dei politici per promuore interessi al soldo totalmente privato (per “totalmente” intendo che va solo a beneficio di pochi  privati – una dimostrazione lampante da maurizioblondet.itI trasferimenti agli agricoltori sono pieni di condizioni; i trasferimenti alle banche non sono vincolati (Paul De Grauwe)”, dove il denaro agli agricoltori serve per la produzione agricola che serve per sfamare tutti, mentre quello che va alle banche serve per ingrassare i profitti dei pochi  proprietari delle banche stesse – i quali proprietari delle banche ora vogliono anche espropriare, appunto attraverso i “moderni ordinamenti” e la menzogna dello scambiamento climatico, gli agricoltori – in Francia a quanto pare la polizia ha iniziato ad arrestare gli agricoltori).

Da tutto questo mi pare di individuare l’atteggiamento mentale che ha permeato tutta la campagna “vaccinale” Covid (ma anche le campagne vaccinali precedenti e anche le future “scamdemie” in preparazione): prima eravamo uomini e donne, poi ci hanno trasformati in “capitale umano” e  ora siamo diventati anche “carne da vaccino” oltre che da “cannone”.

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